numero 04 2009
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numero 04 2009
Quindicinale di attualità, politica e cultura fondato nel 1948 da Giulio Dolchi «I partiti non devono occupare lo Stato: devono concorrere alla formazione della volontà politica della Nazione, interpretando le grandi correnti di opinione, controllando democraticamente l’operato delle istituzioni». Enrico Berlinguer agorà Giovanna Zanchi [email protected] Fiducia Recentemente ho ascoltato un’intervista a Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace nel 2006 per il suo progetto di microcredito in Bangladesh, e credo di aver compreso il significato del termine fiducia. Fede negli uomini, nella loro onestà, nella loro capacità di reagire e nel futuro. Il mondo ha bisogno di un business sociale, sostiene Yunus, un concetto che ribalta in modo speculare e radicale il business dei super esosi meccanismi che hanno portato alla grave crisi che ci attanaglia e ci spaventa. Un motore si aggiusta solo quando si rompe, e quindi è questo il momento di modificare il corso delle cose, facendo ogni sforzo per non tornare da dove siamo arrivati, per non ostinarci nell’errore. Cambiare è possibile, ma è necessario avere la massima apertura mentale, per guardare davvero in tutte le direzioni, non dando nulla per scontato, quindi neppure l’ipotesi che progredire non significhi sempre e solo accumulare e aumentare ma, forse, anche rinunciare e diminuire. Se un sistema bancario follemente innovativo in un paese poverissimo riesce a prestare soldi senza chiedere interessi né garanzie ottenendo la restituzione del 99% del capitale investito, significa che c’è ancora speranza. A condizione che si compiano passi concreti verso uno stile di vita in cui la solidarietà diventi sistema, non elemosina, ma equa ridistribuzione delle risorse. Il che vale anche per tutte le problematiche connesse allo sviluppo sostenibile del pianeta. Semplice no? Con la conversione in legge alla Camera dei Deputati del D.L. 112 sono stati confermati i tagli alla sicurezza per 3,5 miliardi di euro nel prossimo triennio mettendo a rischio la possibilità di continuare a mantenere livelli accettabili di tutela per i cittadini. I Sindacati di Polizia e COCER Aggressioni? Non qui Uno dei valori del Partito Democratico è il rifiuto della violenza verbale così come di quella fisica. Il linguaggio che secondo noi la sinistra dovrebbe adoperare sempre è quello della persuasione, che rispetta in chi ascolta la libertà di non lasciarsi persuadere. È una strada stretta e alcuni preferiscono usare vecchi trucchi che fanno leva invece sul timore e sui pregiudizi. Un sarcasmo ben congegnato può impressionare, ma non è un ragionamento. La maldicenza è un grimaldello arrugginito che infetta alla lunga soprattutto chi lo usa. Quindi non troverete in questo giornale attacchi personali o argomentazioni del tipo “le cose stanno così e se non lo capisci sei un imbecille”. Chi vuole scrivere su queste pagine si astenga, ad esempio, dal lodare una novità sparando a zero su tutto quello che c’era prima: il Novecento ci ha insegnato che il progresso non è una legge della storia ma Crisi Cogne: la preoccupazione dei sindacati Grand Prix de Belote Foto e classifiche Numerose aziende, anche artigiane, operano per la Cogne e occupano quasi 200 lavoratori, il cui futuro rischia di essere particolarmente difficile. Nirta-Todde campioni nella categoria a coppie. Antonio Gallo e Giliola Borettaz vincono le individuali. ■ a pagina 4 ■ Pagine 6 e 7 una precaria costruzione basata sul confronto delle idee. Se trattiamo gli antagonisti da nemici, se insultiamo gli amici che non la pensano esattamente come noi, se ci sembra inconcepibile che il nostro punto di vista non diventi istantaneamente quello di tutti, è inutile lottare per affermare le nostre proposte, perché lotteremmo soltanto per affermare noi stessi. La differenza tra la sinistra e la destra sta tutta qui. [email protected] CORSO LANCIERI di AOSTA 15 Tel. 0165.262263 11100 AOSTA 1,50 € - prima quindicina marzo 2009 - www.partitodemocratico-vda.it Poste Italiane S.p.A Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma DCB Aosta - anno 61 n° 4 2 REGIONE NO all’Aventino Raimondo Donzel [email protected] Non ci ritireremo sull’Aventino a guardare la destra che occupa il potere. E’ un brutto film che purtroppo i nostri padri hanno non solo visto, ma vissuto e pagato a caro prezzo. Non pensiamo, però, che basti la sommatoria degli arrabbiati, senza un chiaro progetto comune, per arginare la destra che instaura un governo “populista” in Italia. E si “compra” le regioni, facendo balenare l’eventualità di tagliare loro i fondi indispensabili per la Sanità e la Scuola. E “minaccia” le autonomie. E mi domando: chi è il governatore della Sardegna: Cappellacci o Berlusconi medesimo? Non più solo capo del governo ma anche di fatto governatore delle periferie; Sardegna e Sicilia per cominciare. Paradossalmente due regioni autonome. Promuovendo uomini deboli che a lui solo debbono rispondere e non agli elettori dei loro territori. Cosa si nasconde dietro le bandiere dell’efficienza e del federalismo, quando invece si pratica la confusione dei ruoli e uno statalismo che mira a cambiare la Costituzione aumentando i poteri del capo del governo (presiden- zialismo), senza che sia chiaro il ruolo delle regioni, degli enti locali, delle autonomie? Pare oggi evidente (se la crisi non metterà in ginocchio il già fragile sistema economico italiano) che Lombardia e Veneto potrebbero aumentare il loro gettito fiscale con tassazione locale; ma già il Piemonte sarebbe in difficoltà, figuriamoci le altre regioni. A parte la difficoltà tecnica dell’operazione, bisogna aver chiaro che se lo Stato riduce il suo prelievo fiscale (e quindi diventa più “buono” per l’opinione pubblica), senza che l’efficienza operativa migliori contestualmente abbattendo i costi dei servizi (e oggi non si capisce come, salvo un elenco di buoni propositi), gli enti locali e soprattutto le Regioni si vedrebbero costrette a imporre nuovi tributi, ossia TASSE, per garantire scuola, sanità, servizi sociali, trasporto locale, eccetera. Per chi non ce la fa, interverrebbe un sistema perequativo. Ossia lo Stato svolgerebbe un ruolo regolativo e di recupero delle situazioni deficitarie. Ma qui sta il problema. Chi finanzia il sistema perequativo? Le regioni “ricche” o lo stato ovviamente sempre attraverso le regioni ricche? Perché non si può cavare sangue da una rapa! E chi decide chi ha bisogno di “aiuti”? E se quella regione o quel comune non è in realtà campione di inefficienza e scialacquatore di denaro pubblico? Tutto questo il federalismo fiscale non lo spiega perché senza un vero federalismo politico, lo Stato centrale resta l’unico vero arbitro della gestione delle risorse pubbliche. Non esiste al mondo un federalismo fiscale senza un chiaro sistema istituzionale di tipo federale. E’ il momento di chiedersi anche in Valle d’Aosta se la difesa dei propri diritti non sia più importante di qualche “presunto” beneficio economico. Traduco: non riduciamo il valore dell’Autonomia regionale fondata sullo Statuto speciale del 1948 a una questione economica. Le risorse sono indispensabili per dare gambe alle nostre politiche regionali; ma non barattiamo la nostra libertà, non svendiamo la nostra storia per “un pugno” di monete fasulle. La scure dei tagli sulla rieducazione dei minori Centri per la giustizia minorile senza fondi: impossibile così il reinserimento dei minori in custodia penale Gianni Rigo [email protected] I Centri per la giustizia minorile sono strutture amministrative, ubicate presso ogni Tribunale dei minorenni e finalizzate alla gestione dei servizi rivolti a minori in stato di custodia penale esterna. Fino a poco tempo fa, per la presa in carico di minori valdostani interessati da procedimenti penali o a rischio di coinvolgimento in attività criminose era necessario ricorrere all’intervento del Centro per la giustizia minorile per il Piemonte e la Valle d’Aosta e alla relativa Commissione tecnica Piemonte e Valle d’Aosta. Con lo scopo di dare maggiore rilevanza alle attività e all’impegno messi in campo dai servizi della nostra Regione, è stata istituita, presso la sede della Regione Valle d’Aosta, la Sottocommissione tecnica minorile. A questa, operativa da 2 agosto 2007, è stato affidato il compito, tra gli altri, di coordinamento delle attività del sistema integrato dei servizi nell’area minorile e degli interventi erogati in favore dei minori valdostani presenti sul territorio regionale soggetti a procedimenti penali e di collaborazione con le comunità che ospitano minori valdostani. Con l’istituzione della Commissione è stato fatto un passo in avanti in direzione della creazione, o meglio del potenziamento, di un sistema di interventi a rete volto a migliorare le condizioni di vita dei minori e dei giovani, con particolare attenzione alle azioni di informazione e prevenzione dei cosiddetti rischi di devianza. Ecco perché abbiamo letto con preoccupazione articoli che riportavano il senso di una conferenza stampa promossa dal direttore del Centro per la giustizia minorile di Torino, dottor Antonio Pappalardo.“Con le risorse che quest’anno ci ha affidato il dipartimento - sono parole del dirigente del Centro – non si riuscirà a sostenere i costi vivi. Io non decido, gestisco. E con i tagli che vanno dal 30 al 60% rispetto al 2008, c’è poco da gestire”. Reinserimento, rieducazione: non sono possibili senza fondi. “E’ una questione di sicu- rezza sociale. – riporto l’affermazione fatta dal dottor Pappalardo – Le statistiche dicono che i minorenni trattenuti in carcere hanno il 67% di probabilità di recidiva, mentre questo succede solo al 5% di chi è seguito a casa dai servizi sociali”. Per questo vogliamo sapere se la programmazione e sperimentazione di progetti operativi integrati, se il monitoraggio dei progetti innovativi, se la sollecitazione di proposte dal territorio, se la formulazione di intese operative finalizzate all’individuazione di percorsi comuni e di metodologie di lavoro integrate, saranno ancora azioni possibili o se le difficoltà denunciate dal direttore del Centro coinvolgeranno anche la nostra Regione. 3 Da una proposta del Pd una risoluzione unitaria Anticipare l’assegno di mantenimento REGIONE Cantieri forestali esperienza da sviluppare Carmela Fontana Carmela Fontana [email protected] [email protected] Il Consiglio regionale ha approvato una risoluzione che ha l’obiettivo di impegnare la Giunta a risolvere il grave problema del mantenimento dei figli minori, in caso di separazioni o divorzi, in presenza di un ex coniuge inadempiente. Un impegno, questo, conseguenza dello stimolo del gruppo regionale del Partito Democratico, che a dicembre aveva presentato una propria proposta di legge in materia di erogazione anticipata dell’assegno di mantenimento a tutela del minore. La questione è nota. La nostra regione, come emerge anche dalla relazione dell’Osservatorio sulle politiche sociali, fa registrare, in percentuale, il maggior numero di separazioni e divorzi rispetto al resto d’Italia. La separazione di una coppia con figli si ripercuote, spesso, anche sul tenore di vita dei minori coinvolti, soprattutto in caso di affidamento esclusivo, quando, il più delle volte, la contribuzione del coniuge separato al mantenimento dei figli è percepita come una facoltà, e non come un obbligo. Anche con l’entrata in vigore della nuova disciplina sull’affidamento con dell’assegno di mantenimento. Molti genitori affidatari si ritrovano, pertanto, in difficoltà economiche per l’inadempimento dell’ex coniuge. Questi casi non sono pochi: dalla recente indagine dell’Osservatorio sulle famiglie con un solo genitore, emerge infatti che oltre il 17% di tali nuclei dichiara l’assenza assoluta di rispetto delle indicazioni giudiziarie in tema di assegno, il 13% inadempienze in tema di tempi di erogazione, e un altro 16% dichiara di percepire tale assegno solo saltuariamente. Inoltre, nel solo anno 2007, sono stati ben 189 i ricorsi al Tribunale di Aosta per mancata erogazione degli alimenti. Per questi motivi, il nostro gruppo aveva proposto una legge per l’erogazione anticipata, da parte della Regione, al genitore affidatario, dell’assegno di mantenimento dei figli, in caso di inadempienza da parte dell’ex coniuge, con una corresponsione mensile di durata annuale. Di fronte a questa proposta, abbiamo registrato con soddisfazione l’attenzione del Governo e della maggioranza regionale, e abbiamo accolto l’invito a procedere, come è scritto nella risoluzione, con un “approccio di sistema”, che preveda la predisposizione, entro la fine di quest’anno, di un disegno di legge sull’assistenza economica, all’interno del quale siano previsti specifici interventi di supporto ai nuclei familiari nei confronti dei quali non vengano versati gli alimenti previsti. Riteniamo che l’approvazione di questa risoluzione, che fissa dei paletti chiari anche nei tempi, possa essere un primo passo importante per risolvere, nel giro di pochi mesi, un problema delicato che coinvolge diverse famiglie con minori della nostra regione. I cantieri forestali e della sentieristica rappresentano un settore da molto tempo positivo dell’Amministrazione regionale; un settore che, in tutti questi anni, ha permesso ai comuni della Valle d’Aosta di poter No all’inceneritore: ricevibile la petizione L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, nella sua riunione del 25 febbraio, ha deliberato la ricevibilità e l’ammissibilità della petizione presentata il 17 febbraio scorso dal Presidente del Comitato rifiuti zero Valle d’Aosta e sottoscritta da 3200 cittadini, contro la costruzione di un inceneritore in Valle d’Aosta. L’Ufficio di Presidenza ha, inoltre, deciso di trasmettere la petizione, per le informazioni e i chiarimenti necessari per l’istruttoria del caso, al Presidente della Regione, in quanto legale rappresentante della Regione, all’Assessore al territorio e ambiente, in quanto competente in materia di gestione dei rifiuti, e alla III Commissione consiliare “Assetto del territorio”. Riguardo all’iter di esame, entro novanta giorni dalla presentazione della petizione, l’argomento dovrà essere sottoposto al Consiglio per la comunicazione delle conclusioni a cui sono pervenuti gli organi competenti. L’esame in Consiglio può concludersi con l’approvazione di una risoluzione diretta a far partecipi gli organi competenti delle necessità esposte nella petizione. gestire in maniera ottimale il proprio territorio, attraverso una corretta gestione del bosco e una manutenzione attenta dei sentieri e in generale della viabilità montana. A questo aspetto positivo se ne deve associare un altro, e cioè che tutto ciò ha comportato un’occupazione stabile per circa 800 persone, cioè quasi una realtà da media industria, ma diffusa su tutto il territorio regionale e senza rischi di crisi finanziaria. Abbiamo sempre seguito con attenzione e abbiamo sempre sostenuto que- sta attività. Ricordiamo in particolare che negli ultimi due o tre anni sono anche stati avviati dei cantieri speciali per venire incontro alla disoccupazione operaia della media e bassa Valle; pensiamo ai cassintegrati Tecdis e delle altre piccole fabbriche della bassa Valle. Mi sembra di poter dire che questi cantieri speciali hanno avuto un discreto successo e hanno consentito non solo di dare lavoro a qualche decina di cassintegrati o di operai in difficoltà, ma anche di fare interventi utili agli enti locali. Chiediamo pertanto alla Giunta di sapere quali intenzioni si vogliono esprimere su questo aspetto, tenuto conto che la crisi internazionale e nazionale ha messo in difficoltà parecchie persone anche nella nostra regione, e di queste gli ultra50enni rappresentano forse la fascia più debole. Occorre inoltre chiedere ai comuni una più alta collaborazione per questo settore, attraverso un censimento ancora più preciso e dettagliato di tutte le esigenze del territorio che meriterebbero nei prossimi anni un intervento dei cantieri forestali regionali, al fine di poter garantire anche in futuro il proseguimento di questa bella realtà. I consiglieri regionali del Pd Carmela Fontana Capogruppo Pd Consiglio regionale Tel. 329 7488689 e-mail: [email protected] Ogni 1° e 3° lunedì del mese a Châtillon (c/o sede Pd) Orario: 9-11 Raimondo Donzel Segretario Pd Valle d’Aosta Tel. 349 1094964 e-mail: [email protected] Ogni 1° sabato del mese a Pont-Saint-Martin (c/o sede Pd) Orario: 10-12 Gianni Rigo Presidente V Commissione ‘Servizi sociali’ Tel. 0165 528218 e-mail: [email protected] 4 regione Consiglio Regionale Si è parlato di... Infiltrazioni mafiose in Valle: il consigliere del Pd Gianni Rigo e il suo collega Alberto Bertin hanno chiesto chiarimenti alla Giunta in merito alla frase del giornalista Lirio Abbate su presunti investimenti del clan dei Casalesi e della famiglia mafiosa dei Corleonesi in Valle d’Aosta. Secondo il Presidente, il riciclaggio di denaro costituisce un momento strategico nelle catene criminose, ma da tutte le inchieste effettuate dalla magistratura dalla metà degli anni ’80 ad oggi, non risulta alcuna manifestazione tangibile di attività di riciclaggio da parte di organizzazioni criminali in Valle, anche se – ha aggiunto – esistono persone che coltivano rapporti con esponenti di associazioni mafiose. Non vi sono in Valle, al momento, aziende o beni confiscati. Nella sua replica, Rigo ha sottolineato che “la mafia non è intoccabile”. Disoccupazione industriale: il segretario del Pd Raimondo Donzel ha portato all’attenzione della Giunta una interpellanza per chiedere l’attivazione di ulteriori provvedimenti volti a “contenere il disagio delle famiglie che abbiano componenti occupati nel settore industriale e artigianale”. Il Presidente della Regione ha sottolineato che la crisi in atto interessa anche le industrie valdostane, compresa la Cogne Acciai Speciali, e che la Giunta ha predisposto un sistema di strumenti anti-crisi. In più, di fronte e difficoltà specifiche per il settore industriale, si interverrà con gli ammortizzatori in deroga e con altri strumenti, quali un piano specifico di utilizzo dei disoccupati industriali nei cantieri forestali. Nuovo responsabile del 118: la capogruppo del Pd Carmela Fontana ha chiesto che, nel più breve tempo possibile, sia individuato il nuovo responsabile medico del servizio 118. L’assessore alla Sanità ha ricordato che, da tre anni a questa parte, è stato attivato un sistema basato sulla rotazione, con l’obiettivo di favorire il lavoro in équipe e di mantenere un’adeguata preparazione tecnica per il personale medico. La copertura dell’emergenza sul territorio da parte dei medici specialisti è un fattore di maggiore qualità per l’utenza. Scuola: assemblee su contratto, regionalizzazione e Brunetta Nelle scorse settimane si sono svolte nelle scuole della Regione assemblee sindacali in orario di servizio, separate per sigla, in cui la flc CGIL ha illustrato le ragioni della non firma del contratto relativo al biennio economico 2008 2009 (sia per l’inadeguatezza delle somme corrisposte sia per le modalità ultimatorie adottate dal Governo) e anche quelle relative alla non sottoscrizione dell’accordo sul nuovo modello contrattuale, che dovrebbe sostituire quello attuale. In merito a quest’ultimo, che prevede tra l’altro il rafforzamento del secondo livello di contrattazione, la CGIL rileva come tale secondo livello nel lavoro pubblico sia praticamente inesistente e le stesse risorse per i rinnovi contrattuali siano definite “a priori ” e sulla base delle leggi finanziarie approvate dal Governo. Risulta poi inaccettabile per la CGIL la riduzione degli spazi di contrattazione e dei diritti sindacali (in particolare per le piccole Organizzazioni) oltre che gli interventi unilaterali attraverso lo strumento legislativo su materie contrattuali (le norme sulle assenze di Brunetta, la modifica dell’orario degli insegnanti della scuola primaria…). Sulle disposizioni del Ministro Brunetta, la flc CGIL regionale sta valutando tutte le possibilità per impugnare le normative in materia di decurtazione dello stipendio per le assenze per malattia, in particolare in Valle d’Aosta. La flc ha ribadito la propria posizione sul tema della regionalizzazione del contratto della scuola, posizione sostenuta dalla necessità/opportunità di garantire un sistema omogeneo e unitario dell’istruzione e della formazione, oltre che per evitare una possibile pericolosa contiguità della politica e le sue eccessive interferenze sull’esercizio dei diritti dei lavoratori. A conclusione delle assemblee, i lavoratori presenti hanno espresso il loro giudizio sulla decisione della flc di non sottoscrivere l’accordo sul rinnovo del biennio economico - in stragrande maggioranza a sostegno di questa scelta - ed hanno approvato un ordine del giorno relativo alla prerogativa irrinunciabile dei lavoratori ad esprimersi e ad approvare qualsiasi eventuale proposta di modifica o integrazione del proprio contratto di lavoro. La flc CGIL si è impegnata a proporre alle altre Organizzazioni sindacali di chiedere unitariamente l’apertura formale di un confronto con l’Assessore all’Istruzione, per definire le modalità di recepimento e/o modifica della riforma Gelmini in sede regionale. No alle ronde: è stata rinviata alla I Commissione la risoluzione, presentata dai gruppi del Pd e di VdA Vive – Renouveau, sulla sicurezza e l’ordine pubblico. Obiettivo, quello che operare affinché la giusta cooperazione dei cittadini alle funzioni di tutela dell’ordine non prenda la forma, in Valle, dell’istituzionalizzazione delle ronde private, attivate dal decreto Maroni. Secondo il segretario del Pd, Raimondo Donzel, “occorre ribadire il ruolo delle forze dell’ordine, perché altrimenti, con l’introduzione delle ronde, la figura statale sarebbe indebolita”. Indotto Cogne in crisi, la preoccupazione dei sindacati Le segreterie regionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Savt-Met e Uilm-Uil esprimono, in un comunicato unitario, “forte preoccupazione” per le “numerose aziende, anche artigiane, che operano per la Cogne Acciai Speciali e che si vedono costrette, a causa del prolungarsi della crisi del settore siderurgico, a far ricorso alla Cassa integrazione ordinaria a partire dal mese di marzo”. Le aziende dell’indotto C.A.S. occupano quasi 200 lavoratori, il cui futuro “rischia di essere particolarmente difficile. Molti sono lavoratori stranieri, quindi con difficoltà specifiche legate alla loro condizione”. Per i lavoratori e le aziende dell’indotto Cogne, i sindacati metalmeccanici valdostani chiedono “massima attenzione da parte delle istituzioni regionali, anche sotto il profilo del sostegno finanziario”, e chiedono alla CAS “un impegno affinché i rapporti con le ditte appaltatrici abbiano un futuro e, pur in questa difficile situazione, non si interrompano del tutto, per evitare conseguenze traumatiche per un settore da sempre importante nel tessuto della città di Aosta”. 5 aosta Ospedale: Aosta, la Regione “Io Centro”: buon riscontro e gli interventi da concertare per la prima settimana di sconti Nei giorni scorsi, la V Commissione ‘Servizi sociali, presieduta dal consigliere regionale del Pd Gianni Rigo, ha effettuato un sopralluogo presso l’ospedale ‘Parini’ e presso l’ospedale ‘Beauregard’, con l’obiettivo di fare il punto ‘sul campo’ in merito agli aspetti di funzionalità urbana – a livello locale e di città – conseguenti all’ampliamento ad est del presidio di viale Ginevra. Pubblichiamo di seguito le valutazioni del presidente Rigo dopo il sopralluogo. Gianni Rigo [email protected] La vicenda ospedale è complessa ed ha aspetti diversi che devono essere affrontati su tavoli diversi. Da una parte c’è l’aspetto della riorganizzazione della struttura, che è prettamente sanitario, ma che può rappresentare anche l’occasione per discutere dell’idea stessa del welfare e della rete dei servizi sociali e sanitari del territorio. Non deve essere quindi solo un confronto di edilizia sanitaria ospedaliera, bensì una sfida culturale, quella cioè di una integrazione delle politiche dei servizi e degli interventi nel campo della salute e del benessere sociale. Dall’altra, c’è invece la questione della ristrutturazione e della riorganizzazione degli spazi e delle strutture esistenti, che richiede un forte collegamento con l’Amministrazione comunale di Aosta, la quale ha il compito primario di governo del proprio territorio. Due tavoli quindi che devono fare ragionamenti diversi, perché hanno competenze diverse, ma che si devono parlare perché sono strettamente correlati. La sanità ospedaliera dovrà rispondere alle esigenze sanitarie, presenti e future, dei cittadini, mentre il Comune di Aosta dovrà soddisfare i bisogni di vivibilità e viabilità della città. L’uno non potrà decidere senza concertare con l’altro gli interventi più opportuni. Per l’importanza del problema abbiamo ritenuto, come Commissione, di fare un sopralluogo all’Ospedale regionale, per vedere i reparti che sono stati appena ristrutturati e quelli che sono in via di ristrutturazione, e al presidio del Beauregard per visitare l’hospice. I lavori realizzati a fine 2007 e nell’anno 2008 sono stati i nuovi reparti di geriatria acuti in viale Ginevra e di otorinolaringoiatria. Abbiamo poi visto il settore di endoscopia urologia e il nuovo hospice al Beauregard. Gli interventi realizzati sono funzionali e molto curati nei particolari. È evidente che si tratta di una ristrutturazione di un ospedale vecchio e quindi con dei vincoli che non si potevano superare, ma il lavoro di ingegneri e progettisti, e direi anche con la pazienza di operatori e ricoverati, ha prodotto ottimi risultati e le strutture per i futuri pazienti sono decorose e certamente più funzionali di prima. Una settimana di sconti, dal 23 febbraio a al primo marzo, negli esercizi aderenti (91 sinora), con un buon riscontro da parte dei consumatori. Buona la prima per campagna ‘Io Centro’, promossa dall’Assessorato delle Attività produttive del Comune di Aosta insieme alla Camera di Commercio di Aosta, alle Associazioni di Categoria, alle Organizzazioni Sindacali ed alle Associazioni dei Consumatori firmatarie del “Protocollo d’intesa per il contenimento dei prezzi di beni e servizi e l’attivazione di iniziative contro il caro vita”. L’iniziativa riguarda la possibilità per i consumatori di effettuare acquisti nella quarta settimana del mese (quella più difficile per far quadrare il bilancio familiare) di prodotti e di servizi a prezzi scontati, o resi oggetto di promozioni. Possono aderire volontariamente alla campagna - sottoscrivendo un modulo di adesione, con cui si accetta lo specifico disciplinare adottato dall’Amministrazione comunale - le imprese commerciali, i pubblici esercizi, le imprese artigianali, le aziende agricole e gli agriturismi (esclusivamente per il servizio di somministrazione di alimenti e bevande) regolarmente costituite ed autorizzate all’esercizio della propria attività. Certificazioni on-line da casa Dal 16 marzo prossimo, i cittadini residenti ad Aosta in possesso di carta di identità elettronica potranno accedere on line ad alcuni servizi dell’Amministrazione comunale e scaricare da casa i documenti necessari. Va quindi verso la conclusione la fase di sperimentazione della carta ‘elettronica, nel corso della quale il Comune ha dovuto interfacciaersi con il Ministero per risolvere i problemi evidenziati in fase di validazione, di accesso e di rilascio. Soddisfazione sul prossimo avvio del progetto è stata espressa dal sindaco, Guido Grimod, che ha sottolineato come “Aosta sia uno dei pochi comuni che hanno creduto con convinzione all’adozione della carta di identità elettronica ed al suo utilizzo per rendere sempre più efficienti i servizi e garantire ai cittadini un miglior e rapido accesso ai documenti”. Inizialmente saranno attivati on line i servizi relativi all’autocertificazione e documenti di identità, allo stato civile, all’anagrafe elettorale. Navetta per gli anziani al cimitero E’ stato istituito in via sperimentale, per la durata di un anno, un servizio di trasporto interno al cimitero di Aosta per mezzo di una ‘utility car’ elettrica. Il provvedimento della Giunta cittadina è stato predisposto in favore degli utenti anziani, o con difficoltà di deambulazione, del cimitero. Il servizio, affidato alla società Aps, sarà attivo a partire dal 2 maggio per due pomeriggi a settimana (martedì e giovedì), con orario 14.30-17, e sarà garantito nella parte inferiore del cimitero. A seconda dell’andamento della sperimentazione, l’Amministrazione valuterà se mantenere il servizio e, se possibile, ampliarlo anche al piano superiore tramite la realizzazione di una rampa interna all’area cimiteriale che consenta all’utility car di accedere all’area sopraelevata senza che il mezzo debba percorrere alcun tratto stradale pubblico. 6 TERRITORIO Antonio Gallo vince l’individuale Giliola Borettaz prima in categoria femminile Antonio Gallo ha rischiato di essere, per questa 24ª edizione del Grand Prix de Belote, quello che Arturo Chabod è stato per il torneo dell’ano precedente: un asso pigliatutto. Infatti, il bravo Gallo non solo ha vinto per distacco la classifica individuale del Grand Prix, ma ha anche sfiorato la vittoria nella finalissima a coppie, cedendo soltanto in semifinale e piazzandosi al terzo posto complessivo in coppia con Luigi Charranche. Al contrario, lo scorso anno Chabod centrò l’incredibile accoppiata, vincendo individuale e finalissima in coppia con Denis Gyppaz. Insomma, ogni edizione del torneo di belote ha il suo ‘dominatore’, e quest’anno è stato Antonio Gallo, che ha chiuso le 64 gare eliminatorie con 206 punti complessivi, aggiudicandosi il trofeo ‘Italo Limonet’ riservato ai vincitori dell’individuale. Alle sue spalle si è piazzato Arturo Chabod, a cui non è riuscita l’impresa di conquistare la terza vittoria individuale negli ultimi quattro anni per soli 17 punti di scarto. Con 181 punti, invece, Pino Diano si è piazzato al terzo posto assoluto, davanti a Gino Grossi (quarto con 173 punti) e Renato Dalla Zanna (quinto con 160 punti). La ‘top ten’ dei giocatori della classifica individuale è completata da Valter Trèves (6° con 157 punti), Antonino Verduccio (7° con 142 punti), Marcello Colosimo (8° con 141 punti), Francesco Mannoni (9° con 136 punti) e Antonio Di Donato (10° con 134 punti). Prima delle donne, undicesima nella classifica assoluta, è Giliola Borettaz, con un bottino di 133 punti. La Borettaz si è perciò aggiudicata la speciale classifica femminile del Grand Prix de belote, davanti a Laura Coluccio (127 punti), Marilena Menabreaz (126 punti), Milena Baravex (91), Cristina Prato (52) e Michela Abbà (43). Grazie per la bella finale Fabrizio Gamba Presidente del Comitato organizzatore del Grand Prix de Belote Intendo fare, attraverso le colonne del ‘Travail e a nome di tutto il Comitato organizzatore, i più sinceri complimenti a tutti i giocatori per il comportamento corretto e responsabile tenuto nella finalissima dello scorso 1° marzo a Quart. Nonostante la tensione, e alcuni errori di gioco in momenti decisivi, è prevalso il buon senso e lo spirito di amore per il gioco della belote. Ci auguriamo che questo stile di comportamento possa essere preso a modello per il prossimo anno, e sia di buon auspicio per tutte le gare eliminatorie e per la finalissima 2010. Solo con questo spirito la belote potrà continuare ad essere quello che è: un bel gioco. Da sinistra: Fausto Todde e Giuseppe Nirta, vincitori della finalissima Davide Avati [email protected] Una combattutissima finale, vinta all’ultima mano dalla coppia Nirta-Todde, ha segnato la degna conclusione della 24ª edizione del ‘Grand Prix de Belote’, al termine della lunga finalissima ospitata domenica 1° marzo scorso dal ristorante ‘Les amis’ del Villair di Quart. Il torneo, sostenuto fin dalla sua prima edizione dal nostro quindicinale, si è concluso nel migliore dei modi, con una vera e propria giornata di festa vissuta all’insegna dell’amicizia e del rispetto reciproco, con grande soddisfazione del Comitato organizzatore che ha portato a termine una bella edizione del Grand Prix, assegnando nel complesso quasi 55 mila euro di premi. Una lunga giornata, quella del 1° marzo, iniziata con la premiazione dei vincitori della classifica individuale (Antonio Gallo e, per le donne, Giliola Borettaz) e proseguita con l’avvio delle gare a coppie tra i 128 giocatori finalisti, selezionati tra i meglio piazzati al termine delle 64 gare di qualificazione disputate in diverse località della Valle d’Aosta tra settembre e febbraio. L’ambito primo premio della finalissima – due automobili ‘Fiat Panda’ offerte dalla concessionaria Sicav di Aosta – è andato ai vincitori assoluti, Giuseppe Nirta e Fausto Todde, che hanno dato vita ad una gara finale incerta e combat- Da sinistra: Denis Gyppaz e Bruno Tonso, secondi classificati 7 TERRITORIO Nirta-Todde campioni all’ultima mano Classifica finale Grand Prix de Belote - 24ª edizione 1ª coppia classificata 2ª coppia classificata Giuseppe Nirta – Fausto Todde Denis Gyppaz – Bruno Tonso 3ª coppia classificata 4ª coppia classificata Antonio Gallo – Luigi Charranche Piero Duroux – Claudio Glarey 5/6 classificati Antonio Verduccio – Luigi Bazzotto Graziano Buat – Danilo Rollandoz 7/10 classificati Franco Accattino – Pierino Navarretta Antonio Sagrillo – Sandro Jeantet Marco Glarey – Domenico Budaci Marco Doveil – Paolo Ruffino Classifica individuale -prime posizioni- tuta fino all’ultimo con la seconda coppia classificata, formata da Denis Gyppaz e Bruno Tonso. La sfida si è risolta solo all’ultima mano, giocata sul filo del ‘contro’ e del ‘sul contro’ all’insegna del tutto per tutto, e ha visto spuntarla la coppia Nirta-Todde. Gyppaz e Tonso si sono consolati, almeno parzialmente, con i due motorini ‘Piaggio’ assegnati loro in qualità di secondi classificati. Alle loro spalle sTi sono piazzati Antonio Gallo e Lugi Charranche (terzi assoluti), che si sono aggiudicati un abbuono in denaro del valore di 32 gare eliminatorie, e Piero Duroux e Claudio Glarey (quarti classificati): per loro, in premio, un abbuono per 16 gare. Al 5/6° posto si sono piazzate le coppie Antonino Verduccio – Luigi Bazzotto e Graziano Buat – Danilo Rollandoz, che si sono aggiudicate un buono acquisto del valore di 120 euro, mentre dal 7° al 10° posto si sono piazzati Franco Accatino – Pierino Navarretta, Antonio Sagrillo – Sandro Jeantet, Marco Glarey – Domenico Budaci e Marco Doveil – Paolo Ruffino: per tutti, in premio un buono acquisto del valore di 100 euro. Da segnalare, infine, i premi a sorteggio: le due biciclette in palio sono andate a Giorgio Furfaro e Pasquale Zucco, mTentre i buoni acquisto minori a sette tra i finalisti. Per tutti, l’arrivederci alla prossima edizione del Grand Prix di Belote, che festeggerà i 25 anni di attività. Antonio Gallo, vincitore della classifica individuale Antonio Gallo Arturo Chabod Pino Diano Gino Grossi Renato Dalla Zanna Valter Trèves Antonino Verduccio Marcello Colosimo Francesco Mannoni Antonio Di Donato 206 189 181 173 160 157 142 141 136 134 Classifica individuale femminile Giliola Borettaz Laura Coluccio Marilena Menabreaz Milena Baravex Cristina Prato Michela Abbà Giliola Borettaz, vincitrice della classifica individuale femminile 133 127 126 91 52 43 8 Territorio Alla scoperta di Montjovet Orfeo Cout [email protected] Si è tenuta giovedì 5 marzo presso le Scuole di Montjovet Capoluogo la presentazione del progetto “MontJouet”, pensato e ideato da TurismOK (in collaborazione con il Dott. Mauro Caldera, progettista creativo e Presidente del Parco della fantasia “Gianni Rodari” di Omegna). Il progetto era nato grazie ad un lavoro in sinergia tra i ragazzi della TurismOK, Franca, Alberto e Jean Paul, i bambini e le insegnanti della 4ª e 5ª elementare del Plesso di Montjovet Capoluogo, la Direzione Didattica Evançon 2 di Verrès e l´Amministrazione Comunale di Montjovet. Lavoro di gruppo che proponeva per la prima volta in assoluto l´insegnamento della cultura dell´accoglienza nelle scuole primarie. In una regione a vocazione turistica come la Valle d´Aosta, “MontJouet” s´inseriva quindi, come progetto sperimentale di un´iniziativa di più ampio respiro, potenzialmente interessante per tutte le scuole valdostane. Gli alunni erano stati impegnati nei mesi di novembre e dicembre in una serie di lezioni didattico/creative e a passeggiate sul territorio per conoscere il loro paese, la sua storia, le sue tradizioni. Al termine della prima fase, quella conoscitiva, le annotazioni e i risultati della ricerca erano stati trasportati su una cartellina che magicamente si era animata nel classico “gioco dell´oca” dove le varie caselle del percorso erano monumenti storici, rurali e siti naturalistici di Montjovet. Un progetto che lascerà sicuramente nei ragazzi un bellissimo ricordo, ma soprattutto la certezza di avere le idee decisamente più chiare su come comportarsi se un turista di passaggio ti pone una domanda sul tuo paese. Idee chiare e qualche conoscenza in più, d´altronde, molte volte in occasione di periodi di vacanza abbiamo tutti quanti l´abitudine, quando è possibile, di uscire dai confini regionali e nazionali. Vacanze che ci danno la possibilità di visitare e ammirare le bellezze di altri paesi e che indubbiamente ci arricchiscono culturalmente. Purtroppo, questo nostro girovagare ci mette nella condizione di dimenticarci, e a volte addirittura di non conoscere, quello che c´è a pochi passi da casa nostra, di quel sito o monumento che sono parte integrante della nostra storia e della nostra tradizione. Particolarità che a volte se qualcuno ti fa una domanda, seppur banale sul tuo paese, con impaccio e forse un po’ di vergogna devi ammettere che non lo sai. Pensionati Cgil a Roma CISL: in prima persona, al plurale. contro la riduzione del welfare ologici più facilmente di quanto G.Z. Fulvio Borettaz Nella riunione tra le quattro sigle sindacali presenti in Valle d´Aosta, non si è arrivati ad un accordo per quanto riguarda le priorità di contratto; pertanto la CGIL si è dissociata dalle scelte effettuate dalle altre organizzazioni e il 22 gennaio ha firmato un accordo separato che modifica le regole in base alle quali sottoscrivere i rinnovi contrattuali. Tra le priorità da perseguire c´è l´individuazione di norme urgenti e lo stanziamento di consistenti risorse per tutelare i lavoratori, i pensionati, i precari e i cittadini dalla pesante crisi che attraversa il paese. Occorre perciò ridurre le tasse, aumentare le retribuzioni, incrementare le pensioni generalizzando la quattordicesima mensilità, estendere gli ammortizzatori, stabilizzare la situazione lavorativa dei precari, sviluppare sia servizi pubblici di qualità che lo stato sociale, sostenere l´istruzione e la ricerca. Dalla lettura dell’accordo separato risulta che il contratto nazionale non riuscirà ad ottenere il recupero del potere d´acquisto del salario reale; il II livello di contrattazione è più rigido, aumenta la possibilità di derogare in peggio dal contratto nazionale, cancellando regole universali e quindi si creano ulteriori disparità fra lavoratori pubblici e privati. Inoltre, anziché designare una votazione per eleggere il rappresentante sindacale, si preferisce sceglierlo. A ciòt si aggiungono le modifiche al diritto di sciopero che non rispettano il dettato costituzionale, limitandone la libertà. Altro punto di richiesta è quello di approvare la legge sulla non autosufficienza, stabilendo risorse certe e un sistema integrato di servizi territoriali per le persone non autosufficienti e prevedendo nella legge finanziaria un adeguato funzionamento del fondo. Occorre inoltre destinare più risorse ai Comuni, Province e Regioni qualificandone la spesa attraverso la diffusione della contrattazione sociale territoriale, contrastare la privatizzazione della sanità e la riduzione dello stato sociale che il Governo, attraverso i contenuti del libro verde, vuole attuare. Per questi motivi i pensionati del CGIL hanno organizzato giovedì 5 marzo una grande manifestazione a Roma. Con questo slogan, per una buona scuola che rappresenti un bene comune prezioso, si è svolto il 6 marzo il congresso regionale SISM-CISL. Nella sua apprezzata relazione il Segretario regionale Riccardo Monzeglio ha ripercorso puntualmente tutte le problematiche della scuola pubblica e della società più in generale: conseguenze della legge finanziaria, tagli all’occupazione, federalismo, istruzione e formazione professionale, modello scolastico regionale la cui validità non dovrebbe essere intaccata, “secondo dichiarazioni verbali ma pubbliche dell’Assessore” dalle varie riforme Gelmini. Sia Monzeglio sia i rappresentanti di Savt e CGIL intervenuti ai lavori hanno sottolineato la gravità dell’attuale rottura dell’unità sindacale e l’urgenza di ricostruire. “La crisi dei rapporti unitari ci consegna un clima competitivo conflittuale al quale non intendiamo rassegnarci perché c’è in gioco il senso di far politica del sindacato, che è diverso dal far politica proprio dei partiti. Per fortuna a livello locale si è più pragmatici e le problematiche sono tante e tali da riuscire a superare steccati e ostacoli ide- avviene a livello nazionale”. Significativo anche l’intervento di Silvano Furegon, Segretario nazionale della CISL, che ha parlato di “Ministero dell’Istruzione commissariato”, dove nessuno decide nulla perché tutte le strategie sono dettate dal Ministero Economia e Finanze. Furegon ha sottolineato l’importanza di realizzare in Italia un federalismo solidale e di realizzare ammortizzatori sociali finalizzati ad investimenti a lunga distanza, quindi sulla formazione delle persone. Ha inoltre ribadito quanto sia essenziale ricostruire l’unità sindacale partendo dalla base, magari con assemblee unitarie nelle Istituzioni Scolastiche, perché solo scioperi unitari come quello del 30 ottobre scorso hanno un senso. Solo con un’azione congiunta sarà infatti possibile tentare di contrastare i continui attacchi che il governo sta portando alla scuola pubblica con disegni di legge che mirano a trasformare lo stato giuridico per legge anziché per contratto. E, purtroppo, in Parlamento ci sono i numeri per passare certi provvedimenti: da qui la necessità di una forte opposizione sindacale prima che politica, che richiede di sedersi comunque sempre al tavolo delle trattative. 9 OPINIONI Appello per il diritto alla libertà di cura Rispettiamo l’Articolo 32 della Costituzione Il Parlamento, con molti anni di ritardo e sull’onda emotiva legata alla drammatica vicenda di Eluana Englaro, si prepara a discutere e votare una legge sul testamento biologico. Dopo quasi 15 anni di discussioni, chiediamo che il Parlamento approvi questo importantissimo provvedimento che riguarda la vita di ciascun cittadino. Il Parlamento, dove siedono i rappresentanti del popolo, deve infatti tenere conto dell’orientamento generale degli italiani. Rivendichiamo l’indipendenza dei cittadini nella scelta delle terapie, come scritto nella Costituzione. Rivendichiamo tale diritto per tutte le persone, per coloro che possono parlare e decidere, e anche per chi ha perso l’integrità intellettiva e non può più comunicare, ma ha lasciato precise indicazioni sulle proprie volontà. Chiediamo che la legge sul testamento biologico rispetti il diritto di ogni persona a poter scegliere. Chiediamo una legge che dia a chi lo vuole, e solo a chi lo vuole, la possibilità di indicare, quando si è pienamente consapevoli e informati, le terapie alle quali si vuole essere sottoposti, così come quelle che si intendono rifiutare, se un giorno si perderà la coscienza e con essa la possibilità di esprimersi. Chiediamo una legge che anche nel nostro Paese dia le giuste regole in questa materia, ma rifiutiamo che una qualunque terapia o trattamento medico siano imposti dallo Stato contro la volontà espressa del cittadino. Vogliamo una legge che confermi il diritto alla salute ma non il dovere alle terapie. Vogliamo una legge di libertà, che confermi ciò che è indicato nella Costituzione. Primi Firmatari: Ignazio Marino, chirurgo e senatore Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio Corrado Augias, scrittore Bianca Berlinguer, giornalista Alessandro Cecchi Paone, conduttore televisivo Maurizio Costanzo, giornalista Guglielmo Epifani, Segretario Generale CGIL Paolo Franchi, giornalista Silvio Garattini, scienziato, farmacologo Massimo Giannini, giornalista Franzo Grande Stevens, avvocato Marcello Lippi, Commissario tecnico della Nazionale italiana Luciana Littizzetto, attrice e cabarettista Ales- sandra Kustermann, medico, ginecologa Miriam Mafai, giornalista e scrittrice Vito Mancuso, teologo Erminia Manfredi, regista Simona Marchini, attrice e autrice Rita Levi Montalcini, premio Nobel Giuseppe Remuzzi, scienziato, immunologo Stefano Rodotà, giurista Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano La Repubblica Umberto Veronesi, oncologo Mina Welby, delegato municipale ai diritti civili Gustavo Zagrebelsky, Presidente emerito della Corte Costituzionale. Invitiamo tutti i lettori a visitare il sito www.appellotestamentobiologico.it e a sottoscrivere l’appello del Sen. Ignazio Marino, che in parlamento sostiene le ragioni della scienza, o a visitare comunque il sito www.ignaziomarino.it. Tra annunci e proposte la crisi si aggrava Mimmo Lucà La crisi economica ha colto la politica italiana in un momento di particolare difficoltà: se la destra si sta confermando incapace di cambiare rapidamente il proprio orizzonte culturale e programmatico per fronteggiarla, la sinistra ha pure le sue difficoltà. Il Pd è stato considerato da molti di noi come l’unica vera possibilità per farci finalmente approdare ad una buona politica e ad un assetto solido e aggiornato della nostra democrazia, ma la sconfitta alle politiche e, ancor più, la grave battuta d’arresto che ne è derivata alla sua costruzione, stanno facendo appassire questa speranza. Così, rischia di mancare al Paese, di fronte alla crisi, una mobilitazione politica adeguata. Tanto più che la posta in gioco è molto alta: non si tratta solo di contenere i costi economici e di rilanciare la crescita, si tratta di evitare una catastrofe sociale che potrebbe avere riflessi immediati sulla stessa tenuta della nostra democrazia. Una crisi, però, è anche apertura di nuove possibilità: distrugge vecchie cose e vecchi equilibri ma apre anche la strada a nuove costruzioni. Lo ha ricordato anche il Presidente Napolitano: la crisi può essere una grande occasione di sviluppo e di giustizia sociale. Berlusconi e Tremonti la pensano, in sostanza, in modo assai diverso: pensano che l’intervento pubblico debba essere limitato nella sua entità e mirato unicamente a rilanciare la crescita e ad alleviare i costi sociali più vistosi. Di dare nuove regole che facciano uscire dalla sua perversa opacità e complessità il capitalismo italiano neppure si parla. Quanto alla questione sociale: si potenzieranno gli ammortizzatori sociali e si darà qualche briciola ai più poveri. L’Italia ha bisogno, invece, di un grande Piano di interventi, delle dimensioni di quelli che gli altri Paesi europei stanno approvando, sulla base di indirizzi condivisi dalle forze sociali e sui quali anche l’opposizione potrebbe dare il proprio contributo di responsabilità. Il Pd ha proposto alcuni indirizzi per affrontare in modo efficace e tempestivo la crisi e i suoi effetti a medio termine. Innanzitutto serve una manovra economica espansiva, pari almeno ad un punto di PIL (16 miliardi di euro), per dare una risposta efficace a chi perde il lavoro, alle famiglie con figli, alle imprese che soffrono. Queste risorse devono servire, in primo luogo, per operare una riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro e sulle pensioni, a partire dai livelli medio bassi, e per ga- rantire l’accesso al credito per le imprese. Nell’ambito delle politiche sociali, poi, la crisi va colta come un’opportunità di riforma, verso un welfare che sia, insieme, più universale e promozionale nei suoi obiettivi, più selettivo nelle sue strategie, più adeguato alle nuove realtà del lavoro e della cittadinanza. Quanto alle fasce più deboli, la logica degli interventi una tantum o di puro tamponamento, che riproducono vecchie logiche assistenziali, deve lasciare il posto ad una forte concentrazione di risorse e di interventi: noi proponiamo un progetto di sostegno alle famiglie e di lotta alla povertà, attraversato da una forte volontà politica di riduzione progressiva delle disuguaglianze sociali. Il nostro sistema di welfare, d’altra parte, è tarato soprattutto su una formale dimensione individuale, e spesso non riesce a cogliere le diverse condizioni di partenza né i differenti contesti familiari e sociali. Il progetto che noi proponiamo si propone di sostenere le responsabilità familiari; incentivare l’occupazione femminile; accompagnare le persone non autosufficienti; garantire servizi realmente accessibili per la prima infanzia e per la famiglia. Questi obiettivi comportano alcune strategie portanti: riorganizzare e qualificare la spesa che c’è e i nuovi investimenti; riordinare le erogazioni economiche di invalidità; ricalibrare e finalizzare l’istituto degli assegni familiari; ridurre il prelievo fiscale alle famiglie con figli e con carichi di cura di persone non autosufficienti, investire sull’occupazione femminile e sulla rete dei servizi per i bambini fino a tre anni, sostenere le famiglie numerose con misure specifiche, come la riduzione delle tariffe e delle utenze dei servizi pubblici locali. Un altro terreno nel quale investire è quello dell’ambiente. La lotta ai mutamenti climatici e un nuovo approccio alle politiche energetiche, possono rivelarsi le chiavi per uscire dalla crisi e insieme contribuire alla salute del nostro pianeta. Come ha annunciato Obama negli USA, con un piano di 150 miliardi di dollari in risparmio energetico e fonti rinnovabili. Ulteriori campi di intervento sono il Mezzogiorno, un nuovo sistema universale di ammortizzatori sociali, la scuola, l’Università e la ricerca. Può darsi che a partire dal 2010 si affacci una ripresa della crescita, più o meno consistente. Se però nel frattempo non si sarà avviato il processo di un nuovo modello di sviluppo, la crescita sarà di breve durata e lascerà sul campo una questione sociale sempre più insostenibile. 10 OPINIONI Europee: opportunità o problema? Fabio Protasoni Il dibattito politico di queste settimane si sta, lentamente, predisponendo ad affrontare l’appuntamento elettorale delle elezioni europee di giugno. Il Pd ha fatto una proposta chiara. Ha lanciato, con il suo segretario Donzel, una disponibilità concreta per coniugare il meglio dell’autonomismo valdostano con il riformismo europeo, trovare un candidato rappresentativo e unitario e lanciare una proposta agli elettori capace di dare alla Valle d’Aosta un rappresentante a Strasburgo. Per ora il cuore della discussione rimane ancorato alle mosse tattiche, alle recriminazioni, alle “avacens” e alle scenate di gelosia tra forze politiche dopo che i tentativi di modificare la legge elettorale sono falliti per colpa della destra. Eppure la crisi economica e l’isolamento crescente che il nostro territorio paga da troppo tempo suggerirebbero un’altra urgenza e un altro piano della discussione. L’obiettivo di avere un rappresentante in Europa che porti i bisogni, le specificità e le risorse della Valle d’Aosta non può che essere legato ad un programma riformista, ad una prospettiva di apertura e di rilancio del processo di integra- zione. Che senso avrebbe, infatti, legare la nostra rappresentanza a forze politiche conservatrici o addirittura dichiaratamente antieuropee? È chiaro, a tutte le forze politiche che, anche a partire dalla crisi economica e dal mutato contesto internazionale, la prospettiva della costruzione europea è diventata ancora più importante e al contempo più difficile e più urgente? Con tutto il rispetto… Parrebbe di no. Con il fallimento dell’operazione di innovazione e di riforma delle istituzioni europee che doveva venire dall’approvazione della costituzione e dopo la Presidenza della Commissione da parte di Romano Prodi l’Europa è entrata in una fase di stallo, di ripiegamento su se stessa. E’ in un tale stato di immobilità e di disagio che la più grande e complessa crisi economica che si ricordi ha investito il nostro continente. Occorre rendersi conto che la “disunione” europea, la difficoltà a prendere decisioni comuni e vincolanti, la debolezza delle istituzioni e degli organismi che ci siamo dati, sia sul piano politico che su quello economico, sono, in questa fase, un handicap determinante. Mentre le grandi potenze economiche mondiali come gli Usa o la Cina stanno agendo con forza per pro- teggere i propri interessi e per rilanciare l’economia, l’Europa, pur avendo un’economia estremamente integrata e interdipendente, stenta, nonostante vertici su vertici, a dare una risposta comune per invertire la caduta dei consumi, il disagio sociale, la disoccupazione e gli indici dell’economia reale. Se la crisi rischia di travolgere le nostre economie è perché le promesse di “arricchimento individuale”, di “sviluppo illimitato e senza regole” e di “arroccamento nazionalistico” che la destra ci ha propinato in questi anni hanno determinato un indebolimento delle istituzioni europee, ormai ridotte alle riunioni, spesso improduttive, dei capi di governo. Questa politica ha prodotto un arricchimento di pochi o di pochissimi, distrutto e sprecato enormi quantità di risorse, lasciato più deboli i tessuti sociali delle nostre città e dei nostri territori e messo ai margini della politica internazionale l’Europa. Se non ci fossimo fermati e oggi potessimo contare su quella capacità di governo e di azione europea propria della visione che Romano Prodi ci aveva proposto saremmo in un’altra situazione. Ecco perché le elezioni europee di giugno rappresentano una chance che non si deve sprecare. Ecco perché è necessario dare contenuto e spessore politico a questa competizione: perché il Parlamento europeo, che in fondo rimane l’unico caposaldo di quell’Europa democratica e partecipativa di cui ci sarebbe bisogno e che è eletto direttamente dai cittadini, può essere realmente il motore di una nuova stagione europeista e il luogo dove fare della Valle d’Aosta quel cuore verde di una comunità più grande che si meriterebbe di essere. Chiunque si candiderà al Parlamento europeo dovrebbe, a mio parere, farlo rispondendo, innanzitutto ad una esigenza di rilancio e di riorganizzazione profonda del nostro essere Europa. Che modello di Europa vogliamo in Valle d’Aosta? La nostra “autonomia” ci insegna qualcosa? Può essere una risorsa per dire che ci vuole “più Europa” e non meno? Io penso di sì. Penso che proprio da una esperienza come la nostra potrebbe venire una messaggio forte. La nostra autonomia, se non vuole essere isolamento e mera autodifesa deve avere un riferimento più grande, una rete di solidarietà e di governo superiore in grado di connettere il nostro territorio con i grandi processi di trasformazione e di cambiamento mondiali. 11 ASSOCIAZIONI La cooperazione sociale fra passato, presente e futuro Sergio Marelli Presidente dell’Associazione delle ONG Italiane Sessant’anni fa con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la creazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e cinquant’anni fa con i primi trattati europei, i nostri governanti hanno dato prova di lungimiranza sapendo immaginare e porre le basi di un nuovo ordine delle cose e del governo dei problemi. Oggi purtroppo cresce sempre di più il rischio di minare alle fondamenta queste basi. Il 25 settembre del 2008 ero a New York all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite convocata per valutare quanto si è fatto per raggiungere entro il 2015 gli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio che nel 2000 sono stati assunti da tutti i Governi del mondo per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni dei Sud, ma anche per garantire un futuro vivibile a tutti. Per la prima volta ho visto un Summit internazionale chiudersi senza nemmeno una dichiarazione congiunta, tanto il bilancio è stato negativo. E il governo italiano si è presentato a quell’appuntamento con una proposta di finanziaria per il 2009, poi confermata, che prevedeva il taglio del 56% dei fondi destinati agli Aiuti ai Paesi poveri e alla Cooperazione internazionale. I tentativi di giustificazione non sono mancati, ma la scusa della scarsità delle risorse, o quella della congiuntura economica difficile, o peggio ancora le giustificazioni che tendono a contrapporre le povertà e i bisogni tra “noi e loro” sono solo miseri escamotage. A dimostrarlo è il salvataggio delle banche americane per le quali sono stati trovati oltre 700 miliardi di dollari in meno di 48 ore, a cui vanno aggiunti gli 874 miliardi investi- ti da Obama per il risanamento dell’economia ovvero per il sostegno alle industrie americane; mentre in anni ed anni non se ne sono trovati 50 per togliere dalla morsa della fame 954 milioni di esseri umani. Ciò che spero è che blica è fondata sul lavoro: non sulla finanza, sulle speculazioni, le borse e le transazioni di denaro virtuali. Bisogna tornare a promuovere politiche di sostegno al lavoro e ai lavoratori, a quella che gli esperti chiamano “l’eco- questa crisi ci faccia almeno rivalutare uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione che afferma che la nostra Repub- nomia reale”. Mi piacerebbe che il nostro Paese fosse conosciuto nel mondo per la sua capacità di proporre questo modello di svi- luppo invece che continuare ad essere percepito come parte di quelle alleanze che pensano ancora di esportare la democrazia anche a costo di imporla con le armi e la violenza. Il futuro potrà essere vivibile solo se verranno intstaurate condizioni dignitose per tutti, se il terrorismo e i fondamentalismi si vedranno privati del terreno dove meglio attecchiscono costituito dalla miseria, dalla fame, dalla disperazione e dall’ignoranza; solo se le ricchezze saranno distribuite con maggior giustizia sociale; se ogni uomo e donna potrà liberamente scegliere dove vivere e dove crescere i propri figli; se i beni comuni saranno preservati e utilizzati più equamente da tutti. In occasione dell’ultima Giornata mondiale contro la povertà, 400mila italiani hanno aderito alla nostra iniziativa lanciata per chiedere che gli otto Obiettivi del Millennio siano mantenuti e raggiunti al più presto. Un italiano su 150 ha voluto unirsi al nostro appello che vuole la lotta alle povertà e la battaglia per i diritti per tutti tra le priorità del nostro Governo e della politica internazionale. Ecco perché alla luce della situazione attuale quello che mi aspetto dal PD è una assunzione di responsabilità attiva rispetto a questi temi, non solo e non tanto nell’agenda politica ma nell’agire politico quotidiano perché non è più tempo di nascondersi dietro la scusa che manca sostegno e mobilitazione affinché queste istanze siano trasformate in priorità e scelte politiche anche per il nostro Paese. Oggi la risposta che ogni cittadino responsabile può dare è una sola: ci sono anche io. Comunicato stampa: incontro con le forze politiche Venerdì 6 marzo 2009 il Comitato Rifiuti Zero ha incontrato il gruppo del PdL, che ha ascoltato con interesse le proposte del Comitato in relazione alla gestione dei rifiuti, considerando l’argomento degno della partecipazione attiva dei cittadini al dibattito in corso. Abbiamo poi avuto un ampio e proficuo confronto con il PD che presta una vigile attenzione al problema dei rifiuti ed ha ascoltato con partecipazione le nostre proposte. Rinnoviamo il nostro invito a tutte le forze politiche di maggioranza, che ad oggi, non hanno ancora risposto alla nostra richiesta di un confronto. Comitato Rifiuti Zero Valle d’Aosta 12 CULTURE Politica e Terzo Settore per un welfare più vero Fabio Protasoni Da queste pagine, in più occasioni, diversi esponenti del partito e del terzo settore e del sindacato valdostano hanno lanciato idee, proposte e allarmi sul nodo del sistema di welfare della nostra regione. Cresce la consapevolezza che occorre ripensare i contenuti e le forme di un sistema regionale che rischia di non essere più all’altezza delle sfide. Lo ha scritto con chiarezza Gianni Rigo sullo scorso numero: “Quella che stiamo attraversando è la più grave crisi economica e sociale della nostra vita. La crisi metterà in discussione il sistema di protezione sociale, le nostre certezze, il welfare così come si è venuto a creare nel corso di questi ultimi trent’anni. La crisi ci impone il coraggio di cambiare, di innovare, di riformare.” La regione non sembra avere contezza dei rischi verso cui andiamo incontro e non pare mettere in campo riflessioni o strategie che non siano legate al perpetuarsi dell’esistente. Anche il buon lavoro che si sta ultimando sul piano di zona sembra, per ora, non affrontare il nodo strutturale di una istituzione regione che è protagonista assoluto della programmazione e, insieme, il soggetto prevalente della gestione delle politiche sociali. Potrà resistere un sistema così concepito, nel prossimo futuro? A noi sembra che ci sia bisogno d’altro. Innanzitutto occorre sviluppare una relazione diversa con il mondo del sociale e con le ricchezze e le potenzialità di cui dispone. Occorre un riconoscimento di soggettività, anche politica ed economica, che vada oltre le volontà dei singoli e che divenga una ordinaria risorsa istituzionale. E’ ora di finirla di concepire la cooperazione, il volontariato e l’associazionismo come dei semplici portatori d’acqua o peggio i tappabuchi di esigenze o di emergenze che non si riesce a coprire. Il Terzo Settore è lo spazio, propriamente “politico”, di un modo diverso di assumersi una responsabilità pubblica e come tale va trattato. Il principio di sussidiarietà, di solidarietà e di partecipazione dovrebbe suggerire, anche per avere una risorsa più efficace e pronta quando verranno tem- pi più difficili, di considerare il Terzo Settore come un soggetto essenziale e strategico delle politiche di welfare della regione. E così non pare. Ma perché questo accada, ed è la seconda questione che ci sembra urgente affrontare, occorre che anche il terzo settore si apra ad un processo di cambiamento. Occorre un nuovo investimento culturale e formativo capace non solo, di aumentare competenze e qualità del fare quotidiano, ma anche di rafforzare una nuova identità e soggettività del Terzo Settore. Negli ultimi anni, nell’intero paese, abbiamo assistito ad una specie di riflusso, ad un arretramento di quei valori e di quel sentire comune che animava il dibattito civile a cavallo del millennio. Solidarietà, gratuità, sussidiarietà, impegno civile, legalità fino allo stesso concetto di politica stan- no lasciando il posto alla paura e alla insicurezza di fronte ad un futuro incerto. Nuovo compito del terzo settore è ridare forza a quei valori collettivi che sono alla base della propria identità e farlo con la consapevolezza che è necessario rivolgersi a tutta la società e non solo verso sé stessi. Cè un ruolo educativo e culturale, e, ancora, in questo senso, politico, che il Terzo settore deve riscoprire dandosi nuovi strumenti e nuovi obiettivi. ‘altra parte non si può chiedere ai partiti di assolvere compiti che non gli spettano e nemmeno di essere più avanti di ciò che la società esprime. Cè bisogno di un nuovo movimento civile unitario, di una stagione partecipativa come quella degli anni 90 capace di mettere in campo l’innovazione, una proposta di sviluppo delle nostre comunità qualitativamente diverso e una nuova cultura politica a cui attingere per rinnovare i partiti e le istituzioni. Il Pd è nato anche per dare sponda e rappresentanza ad un simile processo ma se pensasse di poterlo fare da solo sarebbe una arroganza imperdonabile. Per questo, nel rispetto dei ruoli, delle autonomie e anche delle diverse appartenenze individuali c’è bisogno di sviluppare un dialogo nuovo fra il nostro partito e Terzo Settore, un patto di medio termine dove confrontarsi sulle strategie e condividere uno sguardo lungo sulla Valle d’Aosta. Immigrati: la situazione in bassa Valle Maurizio Pitti Molto spesso sentiamo parlare di pluralismo culturale, di immigrazione, di integrazione, termini indicativi, che stanno a significare nel complesso il cambiamento che sta attraversando la nostra società dovuto ai fenomeni migratori di cui tutti noi oggi siamo a conoscenza. Quello che è mia intenzione mettere in rilievo non sono i dati europei o italiani che quotidianamente possiamo leggere sui giornali, ma sono i numeri che riguardano la nostra realtà valdostana, in particolare come è cambiata negli ultimi anni la popolazione della Comunità Montana Mont-Rose. Dai dati Istat nel 2008 in Valle d’Aosta risultano circa 124 mila residenti di cui 5 mila sono stranieri, cioè poco più del 4%. Una percentuale al di sotto di quella italiana che è superiore al 6%. Il 31% sono marocchini, il 12% albanesi, un altro 12% rumeni, l’8% tunisini, il 5% francesi ecc. Le previsioni demografiche indicano che nei i prossimi decenni la popolazione valdostana diminuirà, diminuzione che sarà solo in parte compensata dall’afflusso di nuovi immigrati. Vediamo ora la situazione nella Comunità Montana Mont-Rose che ha una popolazione complessiva nel 2008 di circa 9960 persone. Di queste circa 420 sono stranieri, pari al 4,2%. Il dato interessante è però quello riferito a 5-6 anni fa. Nel 2002 infatti i residenti della Comunità Montana Mont-Rose erano complessivamente 9753 di cui gli stranieri erano solo l’1,2% dei residenti. Inoltre la presenza straniera si è concentrata soprattutto nei due centri di maggiori dimensioni quali Pont Saint Martin e Donnas. Pont è passata nel giro di 5 anni da una percentuale di stranieri di poco superiore all’1% nel 2002 ad una percentuale superiore al 5%. Stessa dinamica per Donnas che dall’1,3% è arrivata a quasi il 4%. Come si può vedere dai dati il numero degli stranieri è costantemente aumentato negli ultimi anni anche nella nostra realtà. Dati che devono far riflettere, soprattutto chi come noi si riconosce nei valori storici della sinistra quali l’uguaglianza, l’accoglienza, la libertà, la solidarietà e soprattutto in un periodo dove sempre più viene fatta la pericolosa associazione tra immigrato, clandestino, criminale. Un mutamento anche della nostra società c’è, è in corso, è inutile nasconderlo dietro facili etichette. Il punto diventa allora la nostra capacità di farci promotori attivi di questi cambiamenti cercando di non dimenticare mai i principi che da sempre ci hanno ispirato. 13 Culture Il Libro «Il Cervino è nudo» di Enrico Camanni De Mayer Non c’è niente di più affascinante e forte della fotografia di un grattacielo che si staglia contro un montagna piramidale, alta 4478 metri. E’ la visione estrema della modernità. Da questa idea possiamo partire prima di apprestarci alla lettura del volumetto di Enrico Camanni, “Il Cervino è nudo”, recentemente pubblica- to dalla casa editrice valdostana Liason di Courmayeur. La tesi attorno a cui ruota il ragionamento di Enrico Camanni, alpinista, giornalista e autore di romanzi, è questa: l’immagine così poco conciliante con l’idea della montagna come eden, che si presenta davanti agli occhi di chi giunge a Cervinia, fa parte del nostro modo di essere nel presente. Può piacere o no, ma è lo stato delle cose oggi della montagna. Questo discorso vale per quella valdostana, ma anche per altri luoghi lontani , pubblicizzati come altrettanti eden, e sulle cui spiagge trovi carcasse di uccelli piene di tappi di plastica. Consigliamo di leggere questo libro (non ci vuole molto): innanzitutto perché ricostruisce la storia di un luogo importante della Valle d’Aosta, poi perché pone un problema che riguarda il futuro e in ultimo, ma non è meno importante, perché è scritto bene e in maniera gradevole. Ripartiamo dalla fotografia del grattacielo contro il Cervino, eseguita in una bella giornata di cielo azzurro. Confrontiamo questa im- magine alle tante riproposizioni della civiltà alpestre scolpite nel legno e proposte ai turisti; la maestria dell’intaglio nasconde una storia fatta anche di duro lavoro, di tanta miseria e isolamento. Quale scegliereste? La seconda consola, la prima ti fa spalancare gli occhi su una realtà da cui è necessario partire per non reinventarsi un mondo che non c’è e forse non c’è mai stato. Camanni paragona Cervinia a Zermatt, dalla sua analisi la prima è vera, la seconda è falsa, cioé più simile a quelle tavole di legno che possono abbellire le nostre case, ma che ci fanno perdere di vista la vera posta in gioco dei nostri tempi. La domanda è: cosa sta diventando la montagna? Deve somigliare ad una sorta di Disneyland in cui di volta in volta ci si può immergere per ritrovare le tante capannine condite con banchetti in cui si può gustare polenta e camoscio, ma intanto osservare i mestieri di un tempo che però fanno parte di un passato da osservare senza troppa nostalgia, oppure diventare un luogo in cui è possibile far con- vivere modernità e tradizione, producendo ricchezza e qualità? Il grattacielo in primo piano e il Cervino in campo lungo, questa può essere allora l’inquietante immagine per ripartire. In questo senso il libro di Camanni fornisce un contributo ad un dibattito che o non esiste, oppure ruota e si avvita attorno a vecchi schemi. La Partecipazione a portata di click Fabio Protasoni Si intitola “La Partecipazione a portata di click” il corso che il centro Servizi per il Volontariato della Valle d’Aosta ha organizzato nell’ambito della formazione finaziata dal Fondo Sociale Europeo e che partirà nei prossimi giorni. Il progetto intende essere un’occasione di formazione per i giovani e gli adulti valdostani per sviluppare nuove competenze e per esercitare il proprio ruolo di cittadini, in modo più consapevole e moderno. La comunicazione è il fulcro attorno a cui ruota oggi la moderna democrazia. Le nuove tecnologie legate a internet, in questi ultimi anni, sono entrate prepotentemente in diversi ambiti del vivere quotidiano: dagli scambi economici, agli eventi culturali, dai cambiamenti del costume alla formazione del consenso, soprattutto delle generazioni più giovani. La rete, inoltre, attraverso i blog, i social network e il web 2.0, sta diventando via via uno strumento di condivisione di contenuti, di scambi e di sapere e, soprattutto, di partecipazione e sta trasformando progressivamente lo spazio pubblico e di conseguenza la politica. Questo percorso si propone di offrire ai partecipanti l’opportunità per comprendere lo scenario di profondo cambiamento legato alle nuove tecnologie. Durante il corso saranno fornite conoscenze sulle modalità di funzionamento dei nuovi media in relazione, in particolare, ai temi della democrazia e della partecipazione attiva. In questo percorso la comunica- zione sarà contemporaneamente oggetto dello studio, strumento didattico e azione concreta di relazione con la comunità. Il percorso formativo è articolato in tre fasi: un itinerario didattico, uno culturale aperto al pubblico e un laboratorio. L’itinerario didattico sarà avviato nel mese di marzo. Si articola in 8 incontri di 2 ore ciascuno, il martedì e il giovedì, in orario pre-serale (dalle 18 alle 20) e in un seminario fi nale di 5 ore per un totale di 21 ore di formazione. Il calendario del corso sarà defi nito d’intesa tenendo conto delle esigenze dei partecipanti. L’itinerario culturale è di 9 ore, mentre il laboratorio, previsto per la fine del mese di maggio, si articola in 3 incontri per un totale di 10 ore. Il percorso formativo, che gode del finanziamento del Fondo sociale europeo, è rivolto a tutti ed è gratuito. Le lezioni si terranno presso il Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta (in Via Xavier de Maistre 19 ad Aosta). Le persone interessate possono pre-iscriversi, fino al 16 marzo, presso il CSV ma anche in seguito sarà possibile partecipare come uditori o prenotarsi per un succesiva edizione. Vale comunque la pena fare una telefonata. Per informazioni Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta Via Xavier de Mastre 19 11100 Aosta Tel. 0165 230685 [email protected] Le Travail / Il Lavoro Quindicinale di attualità, politica e cultura fondato nel 1948 da Giulio Dolchi Organo di informazione del Partito Democratico Valle d’Aosta Direttore responsabile: Giovanna Zanchi [email protected] 14 Coordinatore della redazione: Davide Avati - [email protected] Redazione: Quintino Botrugno ([email protected]); Orfeo Cout ([email protected]); Claudio Latino ([email protected]); Maurizio Pitti ([email protected]); Fabio Protasoni ([email protected]); Redazione e amministrazione: Corso Battaglione Aosta 13/a 11100 Aosta Tel. 0165 262514 – Fax. 0165 234245 e-mail: [email protected] [email protected] forum H2O ACQUA IN BOCCA: VI ABBIAMO VENDUTO L’ACQUA lette del 300%. Ai consumatori che protestano, Veolia manda lesue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori. La privatizzazione dell’acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L’uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L’acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto. L’acqua è l’oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo. Acqua in bocca. Rosaria Ruffini, via e-mail Mentre nel paese imperversano discussioni sull’ eutanasia, grembiulino a scuola, guinzaglio al cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell’acqua pubblica. Il Parlamento ha votato l’articolo 23bis del decreto legge 113 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica. Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l’acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l’acqua minerale). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l’acqua locale) ha deciso di aumentare lebol- Volontari cercasi per doposcuola L’Associazione Donne Latino-Americane della Valle d’Aosta ‘UNIENDO RAICES’ cerca volontari per il servizio doposcuola. I corsi del doposcuola, organizzato da Uniendo Raices, si tengono il lunedì ed il giovedì dalle ore 15 alle ore 18,30 nell’oratorio Interparrocchiale del Centro S. Filippo Neri in Via Saint Bernard de Menthon ad Aosta. Le lezioni coinvolgono i bambini delle scuole elementari ed i ragazzi delle medie inferiori, per questo motivo è richiesta ai volontari una preparazione adeguata a sostenere tale livello di istruzione: si preferiscono, quindi, diplomati, universitari, laureati o insegnanti in pensione. Dal momento che la maggior parte dei bambini ha origini straniere, è molto marcata la necessità di colmare le carenze degli alunni nelle materie linguistiche quali italiano, francese ed inglese. Le persone interessate possono contattare Uniendo Raices al seguente cellulare 346/0196085 (Debora) Donnas: studio di psicoterapia Maurizio Pitti Si avvicina il 21 aprile 2009, nono centenario della morte di Sant’Anselmo, il più illustre valdostano di tutti i tempi. Inaugurata il 6 settembre 1909, la statua di Arturo Stagliano che si trova ad Aosta in via Xavier de Maistre è stata restaurata e ripulita l’anno scorso. Ma invano: i piccioni in brevissimo tempo hanno a loro volta rinnovato la loro bianca firma sulla figura del santo. [email protected] E’ stato inaugurato sabato 21 febbraio un nuovo studio di psicologia e di psicoterapia nel suggestivo borgo di Donnas. Molta gente ha partecipato all’inaugurazione da parte della psicologa-psicoterapeuta Roberta Nicco, già nota a molti per la sua pluriennale attività svolta nelle scuole ed in ambito assistenziale. “Ho voluto lo studio all’interno del borgo perché ritengo sia uno dei posti più adatti, che risponde alla necessaria esigenza di tranquillità e di riservatezza. Inoltre è un modo per far rivivere questo magnifico angolo del paese” commenta così la scelta logistica dello studio la Nicco. All’inaugurazione anche il Sindaco Arvat si è dichiarato soddisfatto dell’inizia- tiva “è sicuramente una scelta azzeccata, anche in un’ottica di far rivivere e di riqualificare il borgo, speriamo si continui in questa direzione”. Lo studio, sito esattamente nel centro del borgo, è visibile dall’esterno grazie ad una piccola targa in modo tale da non dare troppo nell’occhio ed è composto da due piccole stanze messe a nuovo con un arredamento sobrio ma accogliente. Insomma ci sono tutti gli ingredienti perché nonostante la crisi che stiamo attraversando quest’attività possa ben proseguire. Roberta Nicco è figlia della nostra compagna di partito Silvia Nicco, anima tuttofare in paese, in bassa valle e nel Partito Democratico. A lei e alla figlia Roberta un grosso in bocca al lupo da parte di tutto il PD. Iscrizione 1/48 del 9/4/1948 del Registro di Stampa del Tribunale di Aosta Abbonamenti: Italia annuo: 25 euro - Sostenitore: 50 euro Versamento su CCP n. 11664117 Editore: Il Lavoro/Le Travail coop. a.r.l. Stampa: Tipografia Duc s.r.l. a socio unico Loc. Grand Chemin 16 11020 Saint-Christophe (Ao) Tel. 0165 236888 Prezzi inserzione tariffe a modulo clienti locali: commerciali 20 euro, occasionali 25 euro, finanziari e legali 30 euro Sconti per inserzioni continuative LA TESTATA FRUISCE DEI CONTRIBUTI STATALI DIRETTI DI CUI ALLA LEGGE 7 AGOSTO 1990, N. 250 15 forum LA striscia DI AK il senso delle parole Mons. Luigi Bettazzi, Vescovo emerito di Ivrea e a lungo presidente di Pax Cristi, è stato ospite il 5 marzo di un incontro pubblico all’Espace Populaire di Aosta, dove ha presentato il suo ultimo libro Il dialogo con i lontani. Memorie e riflessioni di un vescovo un po’ laico. Poiché i suoi interventi rappresentano un raro esempio di intelligenza attenta e di dialogo autentico, è una delle figure di riferimento per il movimento pacifista d’ispirazione cristiana ed è spesso interpellato su questioni delicate dove laicità e religione si scontrano. Il testo che segue, tratto da un’intervista a RAI Educational del 1998 sulle problematiche legate all’immigrazione, sembra scritto per i conflitti sociali di oggi. “Noi siamo ancora molto condizionati dal diritto di proprietà. Se una cosa è mia ne faccio quello che voglio. Mentre noi siamo usufruttuari, ammini- VIVA (il) MAO! FOTOSEGNALAZIONE: gs La grave crisi economica non deve far dimenticare la cultura e l’arte. In fondo è crisi dei consumi e del consumismo. Vi ricordate Marcuse? Che la soluzione sia in uno vualità sociale e non di beni di consumo? Nell’attesa di conoscere la risposta, ritempriamoci con una visita al MAO, il Museo d’Arte Orientale, da poco inaugurato a Torino. In pieno centro, nel settecentesco Palazzo Mazzonis, ci aspettano quattro piani di splendide opere d’arte cinesi, giapponesi, tibetane ed arabe. Da pezzi archeologici a tele contemporanee, l’arte orientale si manifesta nella sua raffinatezza e la sua maestria. Un viaggio straordinario in un mondo sconosciuto, che si completa bene con un sushi o un caffè turco nei locali etnici del quartiere. Di rigore l’andata e ritorno in treno, per ricordarci che, mentre le tigri asiatiche stanno costruendo decine di migliaia di chilometri di alta velocità, l’occidentale Valle d’Aosta viaggia con i binari dell’800. fisarmonicisti [email protected] Continua il calvario dei Fisarmonicisti di Dorino Ouvrier. La grande scultura, 4 metri di altezza e 60 quintali di peso, da quando è ad Aosta ne ha passate di tutti i colori. è stata collocata quasi sempre in spazi troppo vasti, come la piazza Chanoux, con l’effetto di venirne minimizzata. Una volta ha fatto da boa a uno scalcinato trenino per bambini. La vediamo nella foto fare da appoggio a un cumulo di neve ghiacciata e da sfondo a minacciosi divieti di sosta. Ci piacerebbe vedere quest’opera trattata come merita: con la cura che richiede il legno quando è esposto alle intemperie e con la sistemazione in un luogo più raccolto, che possa valorizzarne la monumentalità. L’idea di un posto che sia al coperto ma non al chiuso? L’angolo vuoto del portico di piazza Chanoux dietro l’edicola dei giornali. stratori dei beni del mondo, che sono dati a tutta l’umanità. Ogni essere umano che nasce nel mondo ha diritto di avere quanto gli è necessario, indispensabile, per avere una vita dignitosa. E chi ha di più, deve considerare che deve mettersi in qualche modo “al servizio”, per promuovere il fatto che ogni essere umano possa, non soltanto ricevere l’elemosina, ma realizzare lui stesso quanto è necessario per il suo mantenimento. Io credo che compito della Chiesa o dei cristiani sia quello di agire, ma anche quello di promuovere questa presa di coscienza dell’uguaglianza fondamentale di tutti gli esseri umani e di questa destinazione universale dei beni, per cui ogni essere umano ha diritto a quanto gli è necessario; e chi ha di più ha il dovere di non sciupare, ma di mettere anche quanto ha dei suoi beni al servizio di coloro che ne sono meno favoriti”. 16 Facciamo pagare i più ricchi Intervista rilasciata da Enrico Letta ad Alessandro Barbera, pubblicata su «La Stampa» di lunedì 2 marzo. Enrico Letta ha appena ricevuto una telefonata di Dario Franceschini. Il leader Pd lo ha messo al corrente delle dichiarazioni da Bruxelles di Silvio Berlusconi. «Il premier dice che la nostra proposta non è sostenibile. Eppure hanno appena stanziato otto miliardi in due anni per rimpinguare uno strumento pensato per il mercato del lavoro di trent’anni fa. Ma se anche quelle risorse non bastassero per una riforma, perché Berlusconi non viene in Parlamento con una bozza di riforma delle pensioni? Siamo pronti a discutere di questo, così come siamo favorevoli ad un contributo di solidarietà delle fasce più ricche, dai parlamentari in su». Il responsabile welfare del Pd - finora fra i più dialoganti nel suo partito verso le scelte dell’asse Tremonti-Sacconi - alza i toni della critica, ma sfida il governo a chiedere il consenso dell’opposizione su proposte concrete. Il governo teme ripercussioni sulla tenuta dei conti pubblici. Voi non siete preoccupati? «La linea del governo su questo punto è quella di Giulio Tremonti. Capisco la sua prudenza, ma è ora che faccia i conti con i costi occulti che questa crisi può provocare». Quali? «Quest’anno potrebbero perdere il lavoro più di 500mila persone. Una catastrofe sociale che potrebbe causare un calo pesante dei consumi, e dunque scaricarsi sui conti delle imprese. La maggioranza ironizza, ci taccia di demagogia, dice che non è il tempo delle riforme strutturali. Beh, si sbagliano di grosso. Il consenso dell’opposizione per fare le riforme lo può avere oggi, non quando la crisi sarà alle nostre spalle. Per allora le priorità saranno altre: in Italia le cose sono sempre andate così». Nelle intenzioni del governo gli otto miliardi stanziati grazie all’accordo con le Regioni dovrebbero comunque permettere di allargare i beneficiari della cassa integrazione, ad esempio a favore dei dipendenti delle piccole imprese. «E’ certamente un passo avanti, ma la vera emergenza oggi sono i lavoratori parasubordinati, ovvero quella fascia di italiani, in gran parte giovani, che resteranno senza lavoro, senza cassa integrazione e senza sussidio di disoccupazione». Ci dice con esattezza cosa proponete? «Un assegno unico per tutti coloro che perdono il lavoro. Un nuovo sistema di ammortizzatori che superi la discrezionalità del sistema della cassa integrazione, ordinaria e straordinaria. Non chiediamo il reddito minimo garantito, che pure andrebbe varato: ci rendiamo conto che in questo momento costerebbe troppo». Quanto costerebbe una simile riforma? «Gli esperti de lavoce.info calcolano una decina di miliardi di euro a regime. Non è poco, ma non è distante anni luce da quanto il governo ha deciso per la “cassa in deroga”. Possiamo discutere anche di un intervento graduato per tipo di contratto». Giuliano Cazzola punta il dito contro gli squilibri del sistema previdenziale. Un buco nero che assorbe tanto i contributi previdenziali dei giovani quanto le risorse per maternità e sussidi. Cosa risponde? «Che ha ragione, ma ciò dimostra quanto sia valida la nostra proposta. Perché sarebbe due volte ingiusto far pagare i costi della crisi a chi già avrà una pensione più bassa dei propri genitori. Per questo, se le risorse verranno destinate alla riforma degli ammortizzatori, siamo disponibili a discutere di una riforma delle pensioni a partire dall’equiparazione dell’età uomo-donna nel settore pubblico. Il governo la smetta con gli annunci e ci presenti un progetto. Fino a prova contraria - lo dico a Brunetta - le proposte le deve fare chi governa». Ipotizziamo che il governo scarti l’ipotesi di un intervento sulle pensioni. Alternative? «E’ necessario reperire in fretta uno o due miliardi di euro? Non consideriamo scandaloso introdurre un contributo ad hoc per le fasce più ricche. Vedo che ama dirlo spesso anche Tremonti: calano i prezzi, le tariffe di luce e gas, gli interessi sui mutui. Fino a prova contraria, per chi ha un lavoro sicuro il 2009 sarà un anno migliore del 2008».