Invito alla presentazione del Programma delle Attività dei Servizi

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Invito alla presentazione del Programma delle Attività dei Servizi
Giardini Pubblici, Largo Giuseppe Dessì
Piazza Palazzo 6
Cittadella dei Musei, Piazza Arsenale 1
Invito alla presentazione del Programma delle
Attività dei Servizi Educativi dei Musei Civici
di Cagliari per l’Anno Scolastico 2012-2013
Venerdì 12 Ottobre alle ore 17.00, presso la sala
conferenze dell’Antico Palazzo di Città, in Piazza
Palazzo, 6 a Cagliari
Comune di Cagliari
Gentile Dirigente, Gentile Docente,
Vi invitiamo alla presentazione del Programma delle Attività dei Servizi Educativi
dei Musei Civici di Cagliari per l’Anno Scolastico 2012-2013.
La presentazione si terrà Venerdì 12 Ottobre alle ore 17.00, presso la sala
conferenze dell’Antico Palazzo di Città, in Piazza Palazzo, 6.
Per il corrente anno scolastico sono stati studiati appositi progetti didattici
differenziati per le tre sedi museali: la Galleria Comunale d’Arte, l’Antico Palazzo
di Città e il Museo d’Arte Siamese Stefano Cardu.
La programmazione didattica proposta consiste in percorsi di visita guidata
tematica, corredati di attività di laboratorio.
La progettazione è rivolta ad alunni delle scuole di ogni ordine e grado e
persegue, in linea con le direttive ministeriali, le seguenti finalità:
• attivazione, fin dall’infanzia, di un interesse profondo e responsabile verso il
patrimonio artistico locale e nazionale, fondato sulla consapevolezza del suo
valore estetico, storico e culturale;
• acquisizione di strumenti e di metodi per l’analisi, la comprensione e la
valutazione di prodotti artistici particolarmente rappresentativi della nostra
e di altre civiltà;
• potenziamento della sensibilità estetica nei confronti degli aspetti visivi della
realtà e dell’ambiente.
Le varie proposte perseguono, inoltre, singoli obiettivi specifici e mirano a
promuovere sul territorio la conoscenza del Patrimonio Civico di Cagliari.
Al termine della presentazione, seguirà un piccolo buffet.
I Musei Civici
Musei Civici Cagliari
Il Sistema Museale del Comune di Cagliari è costituito da tre musei: l’Antico Palazzo di Città, la Galleria
Comunale d’Arte, il Museo d’Arte Siamese “Stefano Cardu”.
Le tre strutture sono destinate all’esposizione dei principali nuclei del patrimonio artistico, acquisito
dal Comune a partire dai primi del Novecento, mediante acquisti e donazioni da parte di generosi
collezionisti e artisti. Le collezioni permanenti sono costituite da capolavori, espressione dell’arte sarda
e dell’arte italiana prevalentemente novecentesca, ai quali si accostano preziosi oggetti d’arte orientale
e manufatti che testimoniano la ricchezza della cultura e delle tradizioni isolane. I Musei Civici
propongono inoltre un’ampia offerta di esposizioni temporanee, finalizzate a coinvolgere il pubblico di
residenti e turisti con opere di grande richiamo, che valorizzano e rinnovano l’offerta museale.
I Musei Civici riconoscono alla funzione educativa un ruolo primario, che si sviluppa attraverso specifici
progetti rivolti a fasce di pubblico diversificate, giovani e adulti fidelizzati da un costante lavoro di
contatto. Visite guidate tematiche, laboratori, conferenze, aperitivi culturali, reading letterari e
rappresentazioni teatrali attraggono nel corso dell’anno numerosi visitatori, cui sono dedicate offerte
studiate in base alle esigenze dei differenti target.
La Galleria Comunale d’Arte sorge all’interno dello splendido scenario dei Giardini Pubblici. Il
prospetto principale neoclassico è stato realizzato nel 1828, mentre il blocco originario del fabbricato,
prima sede della polveriera regia, risale alla fine del 1700. E’ all’inizio degli anni Trenta che l’edificio
subisce delle nuove modifiche per divenire Galleria d’Arte. In quella occasione i lavori di sistemazione
e adattamento dell’edificio furono affidati al progettista cagliaritano Ubaldo Badas.
Il Museo è oggi sede permanente delle due più importanti raccolte d’Arte del Comune di Cagliari: la
Collezione Ingrao, costituita dalle opere dei più grandi maestri italiani del Novecento, da Umberto
Boccioni a Giorgio Morandi, da Filippo De Pisis a Mario Mafai e la Collezione di Artisti Sardi, fra i
quali spiccano i nomi di Francesco Ciusa, Giuseppe Biasi, Maria Lai e Costantino Nivola.
La Collezione Ingrao
Una selezione di circa 250 opere, di cui 40 sono scultoree, compone il percorso espositivo della
collezione. Iter scandito in 13 sale dislocate sui due livelli della Galleria, piano terra e primo piano.
La visita parte al piano terra con la tradizione accademica e neoclassica, ancora molto forte a metà
Ottocento, testimoniata da un dipinto di Gennaro Maldarelli, datato 1840, messo a confronto con
la modernità dei paesaggi macchiaioli di Domenico Colao. Si prosegue con l’esperienza Liberty e
Simbolista di importanti artisti quali Leonardo Bistolfi e Adolfo De Carolis. Un’intera sala è dedicata
alle 32 opere di Umberto Boccioni, importante esponente del movimento futurista italiano. La visita
continua al primo piano del museo con il “Ritorno all’ordine” di coloro che furono protagonisti
dell’avanguardia: Mario Sironi, Gino Severini, Carlo Carrà, solo per citarne alcuni. Prezioso scrigno
è la sala dedicata all’opera di Giorgio Morandi che espone al pubblico tre oli, un’acquaforte, nove
disegni a china e matita. Da segnalare ancora una serie di dipinti realizzati da Filippo De Pisis,
Mario Mafai, Felice Casorati, Ottone Rosai e Mino Maccari. Altre 250 opere, tra pitture, disegni,
incisioni, terrecotte, bronzi, gessi, marmi, sculture lignee, sono infine ospitate in tre sale al piano
terra, definibili come “depositi visitabili” o, meglio, “stanze del collezionista”, ambienti che, oltre a
completare l’intero corpus, vorrebbe suggerire il “caos” tipico della quadreria dalla quale provengono.
La Collezione Sarda
Due sale della nuova ala del museo custodiscono 74 opere, tra dipinti e sculture, una panoramica
esaustiva dell’arte e insieme della storia e della cultura della Sardegna del secolo scorso. Una ricca
e prestigiosa raccolta di opere la cui storia va di pari passo con quella della Galleria, inaugurata, nel
1933, come sede museale in occasione della IV Mostra del Sindacato Regionale Fascista Belle Arti. Il
percorso, che si apre significativamente con La madre dell’ucciso, il gesso originale di Francesco Ciusa
con il quale, nel 1907, l’artista trionfò alla Biennale di Venezia, è rappresentativo dell’originalità
e dell’unicità dell’esperienza delle arti visive in Sardegna: si va dai paesaggi di sapore ancora
ottocentesco, realizzati da Felice Melis Marini, alla sagace e spregiudicata satira rivolta da Tarquinio
Sini alla modernità. Spiccano Processione del Corpus Domini e Ballo tondo, due oli di Giuseppe Biasi,
unanimemente riconosciuto come il maggior pittore sardo del primo Novecento. Dal neorealismo di
artisti come Aligi Sassu e Foiso Fois si prosegue con le ricerche d’avanguardia dell’opera di Mauro
Manca, figura centrale per gli sviluppi dell’arte isolana, riferimento irrinunciabile per la generazione
dei più giovani che iniziarono ad organizzarsi in associazioni artistiche e culturali come Studio 58 e
Gruppo di Iniziativa Democratica.
L’Antico Palazzo di Città è uno storico edificio di Cagliari, sede municipale dal Medioevo fino alla
fine del XIX secolo, quando una riunione del Consiglio Comunale, presieduto dall’allora Sindaco
Ottone Bacaredda, in data 14 dicembre 1896, decretò il trasferimento del Comune dall’antica alla
nuova sede, ancora da costruirsi sulla via Roma. Nel piano alto furono sistemate alcune aule per gli
alunni delle scuole elementari, mentre il primo piano ospitò il Conservatorio di Musica Pier Luigi da
Palestrina, fino al 1970, anno in cui venne trasferito nell’attuale sede di via Bacaredda.
Dopo anni di abbandono, in seguito ad accurati lavori di restauro, il Palazzo è stato restituito alla
cittadinanza e recentemente destinato alle esposizioni temporanee di arte contemporanea.
L’edificio ospita, inoltre, in forma permanente, 2 Collezioni Civiche, Il Fondo Etnografico ManconiPassino e il Fondo Ceramico Ingrao.
Fondo Etnografico Manconi Passino
La visita alle collezioni del Palazzo inizia al primo piano con una piccola ma significativa sezione
dedicata alla gioielleria in cui prevalgono le tecniche tradizionali quali la filigrana, il traforo, il
punzone e l’incisione. Si tratta si una selezione della raccolta acquistata dal Comune di Cagliari nel
1953 e arricchita nel 1986 dalla donazione della nobildonna cagliaritana Paderi Zedda. La prima
vetrina è dedicata ai simboli della religiosità popolare, rosari, croci, reliquari, la maggior parte dei
quali destinata all’uso personale. La seconda vetrina è dedicata agli ornamenti femminili, spille,
anelli, orecchini, collane, e alla gioielleria d’abbigliamento. Segue la sezione dei tessuti che per il
pregio dà il nome all’intera raccolta. La collezione dei tessuti è stata, infatti, acquistata dal Comune
di Cagliari nel 1939 dalla nobildonna di Bosa Luisa Manconi Passino. Spiccano i copri cassa, pezzi
pregiati, espressione degli aspetti più raffinati della cultura materiale isolana, realizzati tra la fine del
Settecento e i primi del Novecento, le bisacce e alcuni esempi di filato e di filet.
Fondo Ceramico Ingrao
Sempre al primo piano troviamo il Fondo Ceramico, parte della prestigiosa donazione, acquisita dal
Comune di Cagliari nel 1999, in seguito alla scomparsa del collezionista Francesco Paolo Ingrao. La
raccolta è databile tra la seconda metà del XVIII e la seconda metà del XIX secolo, ad eccezione di
alcune ceramiche risalenti ai primi decenni del XX secolo. Le ceramiche sono tutte d’uso privato a
carattere familiare o devozionale e, ad esclusione di due pezzi di area ligure (Savona), sono state
realizzate in Italia meridionale. Si inizia con i quaranta esemplari riconducibili alle faenziere di Vietri
sul Mare (Salerno), caratterizzati dall’acceso e vivace cromatismo. Da Grottaglie (Taranto) arriva una
decina di cosiddetti “bianchi”, tra i quali alcuni vasi biansati che emulano i kantharoi di tradizione
classica. Da Cerreto Sannita (Benevento) arrivano una decina di piatti decorati con motivi floreali,
mentre di Ariano Irpino (Avellino) è probabilmente una borraccia con decorazione mista che presenta
nella parte frontale il volto del Cristo. Conclude la collezione un piccolo nucleo di vasi da ricondurre
ad ambito siciliano e in particolare alle manifatture di Caltagirone (Catania).
Il Museo Cardu, sito all’interno della Cittadella dei Musei, presenta una notevole varietà di pezzi
artistici di origine e di culture asiatiche differenti. Si tratta di opere e preziosi oggetti portati a
Cagliari negli ultimi anni dell’Ottocento dal Cagliaritano Stefano Cardu, alla fine del suo avventuroso
viaggio nell’estremo Oriente. Sculture, argenti, porcellane, armi, una notevole varietà di pregiatissimi
pezzi artistici, datati tra il 1400 e il 1800. La preponderanza degli esemplari provenienti dall’antica
Thailandia fa si che il Museo Cardu sia la più grande raccolta di arte siamese presente in Europa.
Di notevole interesse anche il nucleo di avori giapponesi, le porcellane cinesi e le armi provenienti
dalla Malesia. Recentemente la raccolta si è arricchita di un consistente nucleo di sculture birmane,
date in comodato d’uso gratuito dal Collezionista Silvio Canese.
La Collezione Cardu
Il percorso espositivo inizia con il nucleo di argenti, oggetti preziosi per la scelta del materiale e per la
raffinatezza delle tecniche di lavorazione, prevalentemente sbalzo e niello, che rivelano l’alto livello
della produzione raggiunto dagli artigiani siamesi nella seconda metà dell’Ottocento. Numerose
sono le sculture di tema religioso realizzate con vari materiali, legno, avorio e, soprattutto, bronzo.
Spiccano le rappresentazioni di Buddha stante o sdraiato in Nirvana. Segue un nucleo consistente
di avori giapponesi, oggetti e statuette che testimoniano la grande rivoluzione culturale, politica e
sociale che nel XVII ha visto andare al potere la borghesia mercantile. Tra le porcellane emergono
quelle siamesi realizzate con la tecnica bencharong e i vasi cinesi del periodo MING e dei primi
imperatori QING, notevoli per bellezza di forma, qualità, decorazione, smalti e tecnica esecutiva. Una
sezione del Museo è dedicata alle armi, una raccolta di grande interesse per la presenza delle armi
siamesi, ancora poco note, che formano il gruppo più nutrito e significativo. Tra queste prevalgono
i pezzi di lusso, realizzati con abbondante uso d’argento, di raffinatissima lavorazione. Molti degli
esemplari esposti erano destinati solo alla parata e fra questi citiamo le lance della guardia reale e un
paio di rare “lance di stato” della Malacca. Caratteristici sono i pungoli da elefanti, talvolta utilizzati
come armi. Una parte assai rara della collezione è costituita dalla numismatica, con monete dal XI
al XIX secolo.
La Collezione Canese
Il percorso del Museo si è recentemente arricchito di una nuova collezione. Si tratta di una raccolta
di opere birmane, giunta a Cagliari grazie ad un comodato d’uso concesso dal proprietario, Silvio
Canese. Ad accogliere il visitatore sono due coppie di Nat, entità imprevedibili di origine umana
che la tradizione voleva ci si dovesse ingraziare per propiziare i raccolti, allontanare i pericoli e gli
spiriti negativi, persino per preservarsi dalle malattie e dalla morte. Tra le tante immagini di Buddha,
spiccano i due gruppi scultorei in calcite che all’immagine di Buddha a tutto tondo associano due
rilievi narrativi. Vera rarità è la scultura che rappresenta la nascita di Rahula, il figlio della principessa
Yasodhara, rappresentata sdraiata su un fianco, nato lo stesso giorno in cui suo padre, Siddharta,
abbandonò il palazzo per dedicar¬si alla vita ascetica e diventare Buddha. Il corpus comprende, inoltre,
due ventagli cerimoniali, sei punzoni in bronzo per tatuaggi, alcuni grandi vasi che spiccano per la
pregevole lavorazione della lacca dorata ed intarsiata con pasta vitrea di vari colori. A completare la
raccolta cinque libri manoscritti, alcuni dei quali decorati con elementi vegetali, floreali e geometrici,
opere che dialogano amabilmente con i libri miniati della Collezione Cardu.