14 TERZA PASQUA ANNO B

Transcript

14 TERZA PASQUA ANNO B
In diretta dalla Chiesa parrocchiale di santa Lucia in Lisiera,
Giovedì 16 Aprile 2015 - Ore 20.30
Ci chiederà
di mostrargli le mani
Adorazione Eucaristica
Meditando la Parola di Dio della
III Domenica di Pasqua - anno B
Adorazione animata per Radio Oreb
dal gruppo “Insieme per adorarlo” della parrocchia di Lisiera
INTRODUZIONE ALLA PREGHIERA:
Dio ci chiederà di mostrargli le mani
3S. Contempliamo gli uccelli del cielo e i gigli del campo, ma la dolce
emozione che proviamo si vela presto di tristezza se ci sovviene del
destino che ci accomuna a queste splendide creature. Anche l’uomo
“come un fiore spunta e avvizzisce” (Gb 14,2) e i suoi giorni sono come
l’erba (Sl 103,15). Il chicco di grano muore per rinascere e l’albero “se
viene tagliato, ancora ributta e i suoi germogli non cessano di crescere”
(Gb 14,7). Quale sarà l’epilogo del drammatico duello fra morte e vita in
cui anche l’uomo è coinvolto?
Non c’è dubbio: l’ultima parola spetterà alla morte. Fra miliardi di anni la
vita si spegnerà nell’universo.
Allora, avrà avuto un senso il nostro passaggio su questa terra o sarà
stata una meteora di cui non rimarrà traccia? Ci attende la beffa del nulla
totale? La sensazione che abbiamo è di essere prigionieri, incatenati in un
mondo destinato alla morte dal quale non ci è concesso fuggire.
Questo è il grande enigma irrisolto al quale gli uomini hanno sempre,
disperatamente, cercato di dare una risposta.
La luce della Pasqua ha dissolto per sempre le tenebre e le ombre della
morte: questo mondo non è una tomba, ma il grembo in cui crescere e
prepararsi per la vita senza limiti, senza confini. Il creato sfocerà in nuovi
cieli e nuova terra (2 Pt 3,13).
Per interiorizzare il messaggio, diciamo::
T. “Dio osserverà le nostre mani e i nostri piedi
per vedervi le stigmate dell’amore”
2
CANTO: SPIRITO SANTO – R.196
SALUTO
(liberamente ispirato alla seconda lettura –1 Gv 2,1-5)
G. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo.
T. Amen
G. Fratelli, se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre:
Gesù Cristo giusto.
T. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i
nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. Da questo sappiamo
d’averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti.
G. Chi dice: “Lo conosco” e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo
e la verità non è in lui;
T. Ma chi osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente
perfetto. Amen, Maranathà, Vieni Signore Gesù.
CANTO PER L’ESPOSIZIONE: COME FUOCO VIVO – r.57
IL VANGELO
G. Dal Vangelo secondo Giovanni (Lc 24,35-48)
I discepoli riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano
riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose,
Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Stupiti e
spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: “Perché siete
turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e
i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha
carne e ossa come vedete che io ho”. Dicendo questo, mostrò loro le mani
e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano
stupefatti, disse: “Avete qui qualche cosa da mangiare?”. Gli offrirono una
porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: “Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi:
bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè,
nei Profeti e nei Salmi”. Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle
Scritture e disse: “Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai
morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la
conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di
questo voi siete testimoni.
Parola del Signore
T. Lode a te o Cristo
3
DAVANTI A GESÙ EUCARISTIA
3S. Il passaggio è inevitabile
per tutti coloro che desiderano arrivare alla fede:
è nelle Scritture, infatti, che si trova una luce che rischiara
gli eventi dolorosi della tua passione e morte, Gesù,
e permette di cogliere il senso di un percorso
altrimenti oscuro e indecifrabile.
Ecco perché tu apri la mente dei discepoli
all'intelligenza del testo sacro:
grazie ad essa, infatti, ci è possibile scorgere
l'amore di Dio che si rivela nel tuo dono totale.
Veramente, Gesù, tu hai offerto tutta la tua vita,
fino in fondo, senza nulla trattenere per te.
E la risurrezione è il sigillo
che il Padre ha posto su quella che, a prima vista,
poteva sembrare la vicenda prevedibile
del perdente di turno, dell'ingenuo e dello sconfitto.
No, la via della croce è il percorso scelto da Dio
per venire incontro all'umanità, a costo di essere anche rifiutato e ucciso,
nella certezza che solo l'amore può salvare veramente il mondo.
T. O Padre, che nella gloriosa morte del tuo Figlio, vittima di
espiazione per i nostri peccati, hai posto il fondamento della
riconciliazione e della pace, apri il nostro cuore alla vera conversione
e fa’ di noi i testimoni dell'umanità nuova, pacificata nel tuo amore.
Crea in noi, Signore, il silenzio per ascoltare la tua voce, penetra nei
nostri cuori con la spada della tua Parola, perché alla luce della tua
sapienza, possiamo valutare le cose terrene ed eterne, e diventare
liberi e poveri per il tuo regno, testimoniando al mondo che tu sei
vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace.
Amen
CANONE: OCULI NOSTRI
Oculi nostri ad
Dominum Jesum
Oculi nostri
ad Dominum
nostrum
I nostri occhi sono
rivolti al Signore
Dio nostro
4
LECTIO ORANTE DEL VANGELO
1
3S. L’esperienza del Risorto narrata in questo brano evangelico ha avuto
luogo a Gerusalemme nel giorno di Pasqua, giorno iniziato con il viaggio
delle donne al sepolcro e con l’annuncio della risurrezione trasmesso loro
da “due uomini apparsi in vesti sfolgoranti” (Lc 24,1-8).
A notte inoltrata, gli Undici e un gruppo di altri discepoli che si trovavano
con loro stavano discorrendo della manifestazione del Risorto che Simone
e alcuni altri avevano avuto, quando, trafelati, giunsero i due di Emmaus
che riferirono ciò che era loro accaduto lungo la via e come avevano
riconosciuto il Signore allo spezzar del pane.
1L. In questo contesto, che possiamo immaginare di incontenibile gioia,
ecco apparire in mezzo a loro Gesù in persona (vv. 35-36).
Ci aspetteremmo la reazione riferitaci da Giovanni:
S2. “I discepoli gioirono al vedere il Signore” (Gv 20,20).
1L. Luca afferma invece che essi rimasero “stupiti, spaventati e turbati”,
credendo “di vedere un fantasma” e sorsero “dubbi nel loro cuore” (vv.
36-38). La loro reazione ha dell’inspiegabile.
2L. Difficile poi comprendere la ragione della loro difficoltà a credere: “Per
la grande gioia non credevano” (v. 41). Come conciliare la gioia con i
dubbi? Lascia perplessi anche il fatto che Gesù mangi del pesce davanti
ai discepoli (vv. 39-43). Paolo assicura che il corpo dei risorti non è
materiale come quello che abbiamo in questo mondo (1 Cor 15,35-44), è
un corpo “spirituale”, che passa attraverso porte chiuse (Gv 20,26),
dunque non può mangiare.
3L. C’è chi pensa sia accaduto qualcosa di simile a quanto è raccontato
nel libro di Tobia, dove si dice che l’arcangelo Raffaele, nel momento in
cui si fa riconoscere, dichiara: “A voi sembrava di vedermi mangiare, ma
io non mangiavo nulla, ciò che vedevate era solo apparenza” (Tb 12,19).
Ma questa spiegazione non convince, perché, in tal caso, la “prova” della
corporeità data da Gesù sarebbe basata su un’illusione, su
un’allucinazione.
4L.Gerusalemme infine è abbastanza lontana dal mare e non è molto
probabile che i discepoli potessero tirare fuori subito del pesce arrostito. Il
fatto sarebbe stato più verosimile a Cafarnao.
1
Lectio tratta dal commento di F.Armellini su: Ascoltarti è una festa, ed.Messaggero-Padova
5
5L. Queste difficoltà, giustamente messe in risalto dai razionalisti, sono
preziose: inducono ad andare oltre il significato immediato del racconto
per coglierne il senso più profondo. Luca ha fatto ricorso a un linguaggio
concreto e a immagini materiali per trasmettere verità ineffabili. Che cosa
significano allora la meraviglia, la paura, i dubbi, il fatto di mangiare
davanti ai discepoli e poi… quello strano riconoscimento attraverso
l’osservazione delle mani e dei piedi? Le persone si riconoscono dal viso,
non dalle mani e dai piedi.
CANONE: OCULI NOSTRI
Oculi nostri ad Dominum Jesum
Oculi nostri ad Dominum nostrum
3SOgni esperienza di Dio narrata nella Bibbia è sempre accompagnata da
una reazione di timore da parte dell’uomo. Ricordiamo l’esclamazione di
Isaia nel momento della sua vocazione:
S2. “Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io
sono, eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore dell’universo”
(Is 6,5);
3S. pensiamo a Zaccaria e a Maria che rimasero turbati all’annuncio della
nascita di un figlio (Lc 1,12.29) oppure agli apostoli che, durante la
trasfigurazione, furono presi dallo spavento (Mc 9,6).
Non si tratta del terrore che si prova di fronte a un pericolo, ma dello
stupore di chi riceve una rivelazione di Dio.
6L. Anche nel nostro brano, la meraviglia e la paura sono immagini
bibliche. L’evangelista se ne serve per raccontare l’esperienza
soprannaturale, ineffabile dei discepoli che sono stati inondati da una
luce che non è di questo mondo, ma proviene da Dio: hanno incontrato il
Risorto.
1L. Meraviglia e paura accompagnano sempre, anche oggi, le
manifestazioni del Signore “in mezzo” alle sue comunità. Meraviglia e
paura sono le immagini dei cambiamenti radicali che l’apparizione del
Risorto introduce nella vita dell’uomo. Con il suo fulgore, la luce della
Pasqua rivela la meschinità di ogni ripiegamento sul mondo presente e
spalanca le menti e i cuori su realtà assolutamente nuove, sul mondo dei
risorti, mondo che affascina e che suscita meraviglia e paura, perché è il
mondo di Dio.
6
2L. Lasciarsi coinvolgere in questa nuova dimensione non è né semplice
né immediato, comporta esitazioni e perplessità. Sono i dubbi cui
accenna, non solo il brano evangelico di oggi (v. 38), ma ogni racconto
delle esperienze del Risorto.
3L. Scetticismo, incredulità, incertezze sull’identità di colui che appariva
hanno caratterizzato il cammino lento e faticoso che ha condotto gli
apostoli alla fede. A loro, come a noi, la realtà della risurrezione è
apparsa, in certi momenti, troppo bella per essere vera. In alcune
circostanze hanno avuto la sensazione di avere a che fare con fantasmi;
altre volte, com’è accaduto sul lago di Tiberiade, non hanno riconosciuto
nel Risorto il Maestro che avevano seguito lungo le strade della Palestina.
Persino dopo l’ultima manifestazione su un monte della Galilea – nota
l’evangelista Matteo – “alcuni continuavano a dubitare” (Mt 28,17).
4L. I loro dubbi, persistenti anche dopo tanti segni offerti dal Signore,
provano, anzitutto, che gli apostoli non erano dei creduloni; poi mostrano
che la fede non è una resa di fronte all’evidenza, ma è la risposta libera a
una chiamata. Ci sono sempre buone ragioni per rifiutarla e il fatto che
esistano dei non credenti prova che Dio agisce in modo molto discreto,
non si impone, non fa violenza alla libertà dell’uomo.
5L. L’insistenza di Luca sulla corporeità del Risorto nasce da una
preoccupazione pastorale: i cristiani ai quali si rivolgeva erano imbevuti
delle idee filosofiche greche, non negavano che, dopo la morte, si entrasse
in una nuova forma di vita, ma questa era ridotta alla sopravvivenza della
componente spirituale dell’uomo. Il corpo materiale era considerato una
prigione per l’anima che aspirava a staccarsi dalla terra e a salire verso il
cielo. La risurrezione corporea era inconcepibile e, quando riferivano di
apparizioni di morti, immaginavano sempre ombre, spiriti, fantasmi.
6L. Per far recepire la novità della concezione cristiana della risurrezione
a chi era legato a questa cultura, Luca – unico fra gli evangelisti – è stato
costretto a ricorrere a un linguaggio molto “corporeo”. I discepoli –
assicura – hanno toccato il Risorto, hanno mangiato con lui, sono stati
invitati a guardare la sua carne e le sue ossa.
Sono affermazioni di un realismo sconcertante. Se non si tiene presente
chi sono i destinatari e qual è l’obiettivo che ha indotto Luca a esprimersi
in questo modo, si corre il rischio di equiparare la risurrezione di Gesù
alla rianimazione del suo cadavere, al suo ritorno alla forma di vita che
aveva prima.
1L. I risorti non riprendono il corpo materiale, composto di atomi e
molecole, che avevano in questo mondo. Non avrebbe senso essere
7
spogliati, nel momento della morte, di questo corpo, per poi riaverlo nel
giorno della risurrezione dei morti. Dio non può aver decretato la morte
dell’uomo per poi ridargli la stessa forma di vita. Se lo ha destinato alla
morte è stato per introdurlo in una forma di vita nuova, completamente
diversa dall’attuale, tanto diversa da non poter essere né immaginata né
verificata. I nostri sensi non sono in grado di captarla, può essere colta
solo attraverso segni e venire accettata nella fede.
CANONE: OCULI NOSTRI
Oculi nostri ad Dominum Jesum
Oculi nostri ad Dominum nostrum
3S. A questo punto tentiamo di riformulare il messaggio teologico del
brano impiegando un linguaggio più comprensibile alla nostra cultura.
2L. Il Risorto – assicura Luca – non era un fantasma, ma lo stesso Gesù
che i discepoli avevano toccato con le loro mani e con il quale avevano
mangiato. Aveva cambiato aspetto, in lui era avvenuta una sublime
metamorfosi che lo rendeva irriconoscibile; era trasfigurato, ma non era
un’altra persona; conservava il suo corpo, la sua capacità di manifestarsi
esteriormente, di rapportarsi, di comunicare il suo amore, ma il suo era
un corpo diverso dal nostro, era – come insegna Paolo – un corpo
“spirituale” (1 Cor 15,44).
3L. Ora egli ha un corpo che gli permette di continuare a mangiare e bere
con noi, cioè, a prendere parte alle nostre speranze e alle nostre
delusioni, alle nostre gioie e ai nostri dolori. Non è irraggiungibile, non è
uno spirito irrimediabilmente lontano e staccato dalla nostra realtà.
Anche dopo il suo ritorno al Padre, egli rimane pienamente uomo, rimane
uno di noi.
4L. E non è l’unico risorto, è il primogenito di coloro che risuscitano dai
morti (Col 1,18). Ciò che è accaduto a lui si ripete in ogni discepolo. Al
momento della morte, non avverrà una scissione dell’anima dal corpo
(questa è filosofia greca, non una concezione biblica), ma l’uomo, nella
sua interezza, entrerà trasfigurato nel mondo di Dio.
5L. Ora si comprende meglio anche l’invito del Risorto a guardare le sue
mani e i suoi piedi (v. 39). Mentre le persone vengono identificate dal
volto, Gesù vuole essere riconosciuto dalle mani e dai piedi. Il richiamo è
alle ferite impresse dai chiodi e alla croce, apice di una vita spesa per
amore.
8
6L. Anche da risorto, il corpo di Gesù conserva i segni del dono totale di
sé. Dio non ha altre mani se non quelle di Cristo, inchiodate per amore.
Sarebbe blasfemo immaginare che esse possano fare del male all’uomo.
Non ha altri piedi se non quelli di Cristo, inchiodati, e li mostra per dirci
che non potrà mai allontanarsi da noi.
È contemplando queste mani e questi piedi che l’uomo scopre il vero,
unico Dio.
1L. Anche il cristiano verrà riconosciuto dalle mani e dai piedi. Beati
coloro che potranno mostrare a Dio le loro mani e i loro piedi segnati da
gesti d’amore. Con Paolo potranno gloriarsi:
S2. “Io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo” (Gal 6,17).
CANONE: OCULI NOSTRI
Oculi nostri ad Dominum Jesum
Oculi nostri ad Dominum nostrum
3S. Nell’ultima parte del brano (vv. 44-48) viene indicato il modo per fare
oggi l’esperienza del Risorto: è necessario aprire il cuore all’intelligenza
delle Scritture. È attraverso le Scritture che Cristo continua a mostrare ai
discepoli “le sue mani e i suoi piedi”, cioè i suoi gesti di amore.
Poi è introdotto il grande annuncio, presente anche nelle altre due letture:
“Nel nome di Cristo saranno predicati a tutte le genti la conversione ed il
perdono dei peccati”.
Credere nella risurrezione del Signore comporta un cambiamento radicale
nel modo di pensare e di vivere. La notte di Pasqua segnava, per i primi
cristiani, il passaggio dalla morte alla vita, attraverso il sacramento del
battesimo (1 Gv 3,14).
L’annuncio della risurrezione di Cristo è efficace e credibile solo se i
discepoli possono, come il Maestro, mostrare agli uomini le loro mani e i
loro piedi segnati da opere d’amore.
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
(SALMO RESPONSORIALE: dal Salmo 4)
Tutti. Rit. Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
2L. Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia!
Nell’angoscia mi hai dato sollievo;
pietà di me, ascolta la mia preghiera. Rit.
9
3L. Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;
il Signore mi ascolta quando lo invoco. Rit.
4L. Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene,
se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?». Rit.
5L. In pace mi corico e subito mi addormento,
perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare. Rit.
CANTO: CRISTO UOMO NUOVO – R.69
PREGHIERE DI INTERCESSIONE
G: Noi ti preghiamo: kyrie, kyrie eleison
T. Kyrie, kyrie eleison
6L. Per i discepoli di Gesù, radunati insieme nel suo nome: apri i nostri
cuori all’intelligenza delle Scritture. Accendi in noi il desiderio di cercare il
tuo Volto e di intendere la tua voce.
1L. Per gli esegeti, i biblisti, i teologi e per tutti coloro che si piegano con
attenzione ed amore sulle pagine dei Libri sacri: quello che scoprono
nutra la loro fede e diventi un dono generoso che raggiunge tutti i fratelli.
2L. Per quanti hanno il compito di annunciare la tua Parola, di spezzarla
come Pane buono: si mettano con umile disponibilità al tuo servizio e
siano, innanzitutto, ascoltatori docili e fedeli.
3L. Per gli uomini e le donne che si sentono chiamati a testimoniare il tuo
amore nella politica e nell’economia, nell’impegno sociale ed
amministrativo: aiutali ad essere onesti e coerenti, liberi e saggi. Possano
dare concretezza alle attese più nobili e grandi.
4L. Per tutti noi, rinati nel Battesimo e confermati dal dono dello Spirito
Santo, perché riconosciamo il Signore Gesù nella Parola e nel Pane
spezzato. Sappiamo vederlo sulle strade del mondo ed essergli testimoni,
specialmente dispensatori della sua Pace. Preghiamo.
5L. Sovvieni alle necessità materiali e spirituali di Radio Oreb e proteggila
da ogni pericolo ed avversità. Accogli ed esaudisci anche tutte le domande
che salgono a te dagli iscritti e dagli affidati alla Banca della preghiera.
Padre nostro
10
CONCLUSIONE
3S. – Nonostante la mia continua ricerca e lo studio del Vangelo
sento di essere davanti a te, Signore,
come uno che non sa né leggere né scrivere.
Non comprendo la tua Parola
perché quando parli
sono sempre distratto da mille cose.
Ma ora, che sei qui davanti a me,
in Tuo ascolto,
voglio chiederti la grazia
di comprendere il tuo linguaggio,
di seguire la tua logica,
di ragionare alla tua maniera.
Illumina la mia mente perché possa credere in te
non solo con il cuore ma anche con l'intelletto,
che è pur sempre
quel dono che mi hai trasmesso
per il quale posso predispormi ad accogliere
il senso della realtà
che sei Tu
Tutti: Signore Gesù,
quanta fatica hai affrontato per aiutare i tuoi amici
a riconoscerti risorto, lo stesso di prima,
ma tutto nuovo.
Hai mangiato del pesce,
ma avevi fame della fede degli apostoli, prima,
e di tutti gli altri, dopo.
Grazie a loro, anch'io ti ho conosciuto,
ho visto te nella Chiesa,
ho ricevuto la tua Parola e la tua Vita.
Aiutami ad essere vero:
che io non dica di conoscere te, di amarti davvero,
mentre non riconosco il tuo volto nel fratello. T – Amen.
CANTO PER LA BENEDIZIONE: PANE DEL CIELO – R.168
CANTO FINALE: LE TUE MERAVIGLIE – R.137
11