Pagine 26 - Guerra Edizioni

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Il corpo della Lince è snello anche se massiccio, le zampe sono lunghe e
pelose, adatte a camminare sulla neve. Quelle posteriori sono più lunghe e
presentano 4 dita; anteriormente invece troviamo 5 dita, tutte con unghie
retrattili molto affilate. Il pelo è spesso e morbido, la colorazione del mantello
è estremamente variabile: dal grigio, al brunastro fino al rossiccio acceso,
con maculatura più o meno marcata, mentre la parte inferiore è biancastra.
Il mantello presenta variazioni stagionali: in estate si presenta corto e rado,
con striature e macchie marcate, in inverno la giarra e la borra sono lunghe
e folte e la maculatura risulta meno evidente. La testa è rotonda, il naso è
bruno rossiccio, gli occhi sono gialli e hanno un tipico anello oculare bianco.
Particolari caratteristici della Lince sono i ciuffi neri sulle orecchie, lunghi fino
a 4 cm; le “fedine” o “mustacchi”, che sono ciuffi di pelo a forma di pennelli,
sotto e dietro le orecchie e posteriormente alla parte angolare della mandibola;
la coda, molto corta (tanto da sembrare mozza), misura 10-24 cm, con la
punta nera. La vista e l’udito sono particolarmente sviluppati, mentre l’olfatto
viene usato più che altro per la comunicazione sociale. Per quanto riguarda il
dimorfismo sessuale, non è molto evidente, se non che il maschio è più grande
e pesante della femmina.
La variabilità del mantello della Lince (www.progetto.lince.italia.it)
Doti naturali
La vista della Lince è proverbiale; può individuare un topo a 75 metri di distanza, una lepre a
300 e un capriolo a 500. Tuttavia il campo visivo è più ridotto di quello delle sue prede, che
possono così avere maggiori possibilità di scampo nell’eterna lotta per la sopravvivenza.
Ed infatti non tutti gli attacchi della Lince riescono; ciò consente alle più vigili, pronte e
veloci delle sue vittime potenziali di salvarsi, trasmettendo queste loro doti alle generazioni
successive. Insieme all’Orso e al Lupo, forma il gruppo dei superpredatori, sovrani della
fauna europea, anche se in realtà ciascuno dei tre occupa una distinta nicchia ecologica e
presenta abitudini alimentari diverse, potendo così coesistere in maniera equilibrata.
Capriolo
500m
Lepre
300m
Topo
75m