atto di denuncia

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atto di denuncia
ATTO DI DENUNCIA
Sassuolo 17 marzo 2016
Ill. mo Sig. Procuratore della Repubblica
presso il Tribunale di Sassari, Via Roma, 49
07100 Sassari (SS); Tel. 079 - 20 45 00 (centralino)
Fax 079 - 23 85 76 (segreteria penale)
Fax 079 - 23 82 78 (segreteria amministrativa)
[email protected]
Comando Carabinieri Tutela per l'Ambiente
Via dei Mille, 44 - 07100 Sassari
Tel. 079/520002, Fax 079-3766034
[email protected]
Dott.ssa Zinzula,
Direzione generale della difesa dell’Ambiente
Assessorato Difesa dell’Ambiente, Via Roma, 80
09123 Cagliari; Tel 070/6066619
Fax 070/6066697; [email protected]
Azienda Speciale Parco di Porto Conte
Casa Gioiosa - Loc. Tramariglio SP. 55 N. 44 - 07041 Alghero (SS)
Tel. (+39) 079 945005 - Fax (+39) 079 946507
E-mail: [email protected]
PEC [email protected]
Collegio Nazionale delle Guide Alpine
Via Enrico Petrella 19/C 20124 Milano
Tel. +39 02 2941 4211
Fax +39 02 205 723 240
Email: [email protected]
Ing. Marco Melis
Direzione Generale Agenzia del Distretto Idrografico
Servizio difesa del suolo, assetto idrogeologico
e gestione del rischio alluvioni
Via Mameli 88 – 09123 Cagliari
Tel. 070/6062022
[email protected]
Mountain Wilderness ONLUS, sede legale: vle Venezia 7, 30171 Mestre (VE)
segreteria: v. Legnago 73, 41049 Sassuolo (MO); tel. 3402315238; fax 0595961796;[email protected];
www.mountainwilderness.it
1
Dott. Sebastiano Mavuli
Corpo Forestale e di Vigilanza
Ambientale della Sardegna
Servizio Territoriale - Ispettorato
Ripartimentale del CFVA di Sassari
Viale Dante 37 - 07100 Sassari (SS)
Assessorato regionale degli EE. LL.
Dott. Giovanni Serra
Dir. Gen. pianificazione urbanistica
territoriale e della vigilanza edilizia
Servizio Tutela Paesaggistica
per la Provincia di Sassari - Settore Vigilanza
Via Dante, 37 - 07100 Sassari (SS)
Tel: +39 0792088889
[email protected]
Area Marina Protetta di Capo Caccia/Isola Piana
Casa Gioiosa
Loc. Tramariglio, S.P. 55, n44, Km 8,600
Tel. 079 945005 – Fax 079 946507
[email protected]
Ufficio Circondariale Marittimo di Alghero
Comandante T.V. (CP) Giuseppe Prigigallo
Via Eleonora d'Arborea 2 - 07041 Alghero(SS)
Tel. 079953174 / 079986811 Fax: 079984606
E-mail: [email protected]
Oggetto: supposte attività illecite nel Parco Regionale di Porto Conte (Alghero – SS)
Via Ferrata del Cabirol e Itinerari di Arrampicata Sportiva tra il Belvedere e il Semaforo
Il sottoscritto Carlo Alberto Pinelli nato a Torino il 6 luglio 1935 e domiciliato a Roma, in viale
Carso, n. 71 in qualità di presidente dell’Associazione nazionale Mountain Wilderness Italia
onlus1 con sede legale in Mestre (VE), viale Venezia 7 e sede operativa/segreteria in Sassuolo
(MO), via Legnago 73
con il presente atto espone quanto segue:
1
L’Associazione Mountain Wilderness Italia è riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente e ai sensi del proprio statuto
persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale, attraverso la tutela della natura e dell’ambiente. In particolare
scopo dell’associazione è la difesa degli ultimi spazi incontaminati della Terra e la salvaguardia delle risorse naturali e
degli equilibri ecosistemici della montagna e del territorio. L’associazione estende la sua attività alla difesa della
biodiversità, del paesaggio e delle aree protette del patrimonio naturale e dell’ambiente in genere.
Mountain Wilderness ONLUS, sede legale: vle Venezia 7, 30171 Mestre (VE)
segreteria: v. Legnago 73, 41049 Sassuolo (MO); tel. 3402315238; fax 0595961796;[email protected];
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Lungo le pareti di Capo Caccia, in prossimità del Belvedere dell’Isola Foradada, è presente un
percorso turistico-alpinistico denominato Ferrata del Cabirol o anche noto come Via Ferrata di
Capo Caccia.
Sembra che la paternità del percorso sia riconducibile ad iniziativa privata con completo
autofinanziamento dell'opera edile (vedasi Ricostruzione dei fatti e Link Indispensabili allegati).
L’area in cui è stata realizzata è compresa all’interno del territorio comunale di Alghero, e ricade
per intero all’interno del Parco Regionale di Porto Conte, dove è responsabilità dell’Ente Parco
assicurarne la gestione (…) garantendo, anche in considerazione della loro rilevanza
internazionale, la conservazione e la valorizzazione delle risorse naturali (...) (art. 1 L.R. n. 4 del
26.02.1999) e, per il tramite del Direttore, deve provvedere alla vigilanza ai fini del rispetto dei
divieti e delle prescrizioni vigenti all'interno del Parco e al rilascio dei pareri di conformità, i nulla
osta e le autorizzazioni di propria competenza (art. 7 L.R. n. 4 del 26.02.1999; art. 11 Statuto
dell'Azienda Speciale Parco di Porto Conte).
L’opera edile presenta un percorso con uno sviluppo superiore a 1,5 km; si svolge nella grande
parete di roccia che si affaccia sul mare, compresa tra la “Grotta delle Brocche Rotte” (Belvedere)
e, dirigendosi verso sud, passa sotto la zona militare “Il Semaforo” sino a raggiungere quasi la
“Scala del Cabirol” e la “Grotta di Nettuno” (vedasi l’allegato Localizzazione)
Il percorso prevede l’ascesa di tratti di roccia verticali e strapiombanti e la progressione in parete
lungo traversi esposti.
E’ costituito da cavi metallici sospesi in prossimità della parete ancorati alla roccia con varie
tipologie di installazioni fisse, inseriti con foratura della roccia mediante trapano e saldati alla
roccia mediante cemento chimico o tasselli ad espansione.
Lungo il percorso sono stati inseriti anche dei pannelli informativi e numerosi gradini di metallo,
saldati alla roccia nella medesima maniera dei precedenti, per aiutare la progressione, ed altri
ancoraggi di vario tipo come tasselli ad espansione con piastre di metallo.
Mountain Wilderness ONLUS, sede legale: vle Venezia 7, 30171 Mestre (VE)
segreteria: v. Legnago 73, 41049 Sassuolo (MO); tel. 3402315238; fax 0595961796;[email protected];
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L’ascensione e progressione lungo l’itinerario si svolge su roccia e la difficoltà viene indicata dalla
pannellonistica come itinerario per escursionisti esperti provvisti di attrezzatura alpinistica
(EEA).
Per una percorrenza, infatti, i ripetitori devono prevedere l’utilizzo di dispositivi di protezione
individuale (DPI) omologati, utilizzati in montagna [CE, UIAA (Unione Internazionale
Associazioni Alpinistiche)], come ad esempio imbrago, casco da montagna, moschettoni, corde o
fettucce di autosicura con dissipatore anticaduta (longes).
Come è facilmente visionabile nel web, l’itinerario viene ripetuto da gruppi anche numerosi di
persone ed è stato modificato più volte, anche recentemente, con aggiunta di nuovo materiale in
parete.
Vengono inoltre organizzate attività di accompagnamento a pagamento per gruppi, composti anche
da neofiti, pubblicizzate in vario modo, anche su siti specializzati quali TRIPADVISOR.
Sopralluoghi da noi effettuati, hanno evidenziato diverse criticità:
1. disomogeneità nelle dimensioni dei cavi d’acciaio (differenti diametri) raccordati per la
progressione (linea vita)
2. presenza lungo il percorso di specie floristiche e specie dell’avifauna di interesse
comunitario (vedasi video allegato del Falco Pellegrino) che sono potenzialmente disturbate
durante la nidificazione anche a causa dell’ampia fascia rocciosa occupata dalla ferrata,
delimitata dai cavi a diverse quote. La creazione del percorso ha permesso, infatti, la
frequentazione della parete lungo le sue parti più inaccessibili, ora più facilmente
raggiungibili.
3. itinerari di arrampicata sportiva e via ferrata costruiti all’interno di un’area cartografata dal
PAI come ad elevato rischio e pericolo di frana (Hg4, Rf4) tanto che il Comune di Alghero
è intervenuto (aggiudicazione n.758 del 3-10-2014) tra il Semaforo e la Scala del Cabirol
(parte meridionale della via ferrata) con interventi di mitigazione del rischio di frana a causa
di blocchi pericolanti nella parete.
4.
potenziali attività abusive di inserimento di installazioni fisse per la creazione di itinerari di
arrampicata sportiva e Via Ferrata
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5. potenziali attività abusive di accompagnamento e guida, a pagamento, lungo la Via Ferrata e
gli itinerari di arrampicata sportiva antistanti; tali attività sono normalmente di competenza
della figura della guida alpina.
Sulla base della cronologia dei fatti, delle indagini e sopralluoghi ( a cui si rimanda agli Allegati
Approfondimento Normativo e Documentazione video-fotografica), risulta che l’area di cui trattasi è
di rilevanza naturalistica e paesaggistica e sottoposta a vincoli.
In base alla documentazione raccolta, la nostra Associazione ipotizza che ci sia un rischio di
pubblica incolumità e che le opere edili siano state realizzate senza le prescritte autorizzazioni
oppure non a regola d’arte.
Si chiede pertanto che sia disposta l’attenta verifica di quanto è stato realizzato (itinerari di
arrampicata sportiva e Via Ferrata del Cabirol), è emerso ed è in corso, accertando la regolarità
dell’intero iter autorizzativo sia sotto il profilo formale che sostanziale.
In particolare si chiede di verificare se sia stato seguito tutto l’iter atto a garantire la sicurezza del
percorso e dei fruitori come ad esempio:
-
se le guide che accompagnano e/o insegnano le tecniche alpinistiche, necessarie per una
ripetizione della via ferrata e delle vie di arrampicata antistanti, siano abusive o guide alpine
autorizzate (L. n.6 del 2-1-89) e/o con qualifiche ad esse assimilabili, tenendo conto della
sentenza n. 9048/04 del 8-10-04, sez. IV Tribunale di Milano che condannò istruttori di
Associazioni Sportive Dilettantistiche.
-
se sia legittimo che siano stati fatti lavori e realizzato un percorso ad ampia fruibilità con
installazioni fisse permanenti su un’area definita Hg4 dal Piano di Assetto Idrogeologico
della Sardegna o vi siano alla base delle relazioni geotecniche che ne attestino la fattibilità
-
se l’opera edile sia stata sottoposta a Valutazione di Incidenza Ambientale, come prescritto
per le opere in area SIC e ZPS, e sia stata approvata dagli appositi uffici regionali
-
se l’opera sia stata realizzata in un’area autorizzata nel Piano di Regolamentazione delle
Attività Alpinistiche, come prescritto dal PPR, per la categoria in cui ricade il promontorio
di Capo Caccia
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-
se abbia ottenuto l’autorizzazione dell’Ufficio di Tutela del Paesaggio stante l’interesse
paesaggistico dell’area (come sottolineato anche dall’inserimento di tali habitat nella
Direttiva Habitat 92/43/CE, codici 8210 e 8310), la categoria del PPR e in quanto soggetto
alla legge LR 4/2007 sulla tutela delle Aree Carsiche
-
se sono presenti prescrizioni e divieti di percorrenza stagionali dovuti alle specie protette
insistenti nell’area (LR23/98)
-
se il/i progettista/i possedeva/vano il titolo abilitante per progettare un opera edile con
acciaio e ancoranti come quello in oggetto, su un’area ricca di vincoli come questa. Ed
inoltre se siano stati utilizzati ancoranti testati e omologati dalle ditte produttrici per roccia
calcarea o, in ogni caso, se la scelta dei materiali (utilizzo di acciai diversi e del cavo linea
vita di differenti diametri) sia avvenuta in base al calcolo dei carichi e tutto quello che
garantisce un’esecuzione a regola d’arte e un omologazione dell’opera a garanzia degli
utilizzatori finali.
-
se gli esecutori e il direttore dei lavori (lavoratore e preposto, guida alpina ecc.) avessero,
all’epoca della realizzazione, la necessaria abilitazione alla professione e al lavoro su fune
considerata la difficoltà di accesso e di lavoro in una parete alta 200 m dal mare. Se avessero
seguito corsi non solo di accesso ma anche di posatura di ancoraggi o presso un ingegnere
strutturale o le ditte produttrici del materiale.
Con la richiesta di essere informati in caso di proposta di archiviazione, si porgono nell’occasione i
migliori saluti.
> Si allegano i seguenti documenti:
- Ricostruzione dei fatti
- Approfondimento normativo
- Link Indispensabili e collegati ipertestualmente per vari siti
- Localizzazione e accesso al percorso
- DVD con all’interno:
1. Documentazione fotografica e video
2. Depliant di accompagnamento e guida lungo la ferrata di Capo Caccia, a disposizione
nell’estate 2013 presso la casa del Parco Regionale di Porto Conte, Casa Gioiosa, Porto
Tramariglio, Capo Caccia [Alghero (SS)]
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3. Articolo del quotidiano Alto Adige, sul percorso Via Ferrata “Pertini” chiuso e smantellato a
Bolzano
4. Articolo La Nuova Sardegna sulla denuncia, da parte del Corpo Forestale e di Vigilanza
Ambientale, di alcuni turisti che inseriscono con il trapano ancoraggi alpinistici nella parete
inclinata in cui sono presenti altri itinerari di arrampicata sportiva
Sassuolo (MO), 17 marzo 2016
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