Agiscuola

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Agiscuola
Giurie Premio “David Giovani”
a.s. 2008-2009
Enna - Giardini Naxos - Mazara del Vallo - Messina
San Giovanni La Punta - Sciacca - Termini Imerese
regia: Maria Sole Tognazzi
Sinossi:
Cosa prova un uomo quando viene lasciato dalla donna che ama? E cosa invece quando capisce di non amare
più, e sceglie di mettere la parola fine a una storia d'amore? Quante volte nella nostra vita rivestiamo il ruolo di
vittima o di carnefice in una relazione sentimentale, e quanta memoria delle storie finite portiamo nelle storie
che ci aspettano? L'uomo che ama è un film non sentimentale che parla in maniera diretta, asciutta e insieme
spudorata di sentimenti: dell'amore, prima di tutto, ma anche dell'abbandono e della paura di perdere ogni cosa.
L'amore che racconta il film, l'amore di Roberto, è un amore assoluto. Quello che spezza le gambe o ti riempie
la vita. Quello che può farti vomitare appena sveglio o può farti credere di essere l'unico uomo al mondo. Quello
che può essere realizzazione o lutto per l'abbandono. L'amore che viene cantato nelle canzoni, e scritto nei libri,
l'amore che Barthes definisce 'osceno', per il quale nulla al mondo è più importante, di fronte al quale non
esistono catastrofi più grandi di una telefonata della persona amata che non arriva. Tutti intorno a Roberto
affrontano il tema dell'amore: le sue due donne, suo fratello, i suoi genitori, la dottoressa titolare della farmacia
in cui lavora. Tutti in qualche modo ne sono trasformati, o definiti.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Regia: Maria Sole Tognazzi
Soggetto: Maria Sole Tognazzi, Ivan Cotroneo
Sceneggiatura: Maria Sole Tognazzi, Ivan Cotroneo
Fotografia: Arnaldo Catinari
Montaggio: Walter Fasano
Costumi: Antonella Cannarozzi
Musica: Carmen Consoli
Scenografia: Tonino Zera
Produttore: Donatella Botti
Produzione: Bianca Film, in collaborazione con Medusa Film
Distribuzione: Medusa
Attori: Pierfrancesco Favino, Monica Bellucci, Kseniya Rappoport, Piera Degli Esposti,
Arnaldo Ninchi, Marisa Paredes, Michele Alhaique, Glen Blackhall
durata: 1h 42'
Spunti di riflessione
1. Maria Sole Tognazzi (Roma, 2 maggio 1971), nei suoi lavori, racconta la vita non in modo edulcorato,
ma con un disincanto che abbina rabbia e poesia. Ha diretto i cortometraggi: Non finisce qui (1997);
C’ero anch’io (1999); Sempre a tempo (2000) ed il film Passato prossimo (2003).
2. Il film è una commedia drammatico-sentimentale ambientata a Torino e sul lago D’Orta; le musiche sono
di Carmen Consoli
3. Gran parte della critica ha formulato pareri negativi, ma il film è, nel complesso, non disprezzabile, spesso coinvolgente, interessante nel tema che propone e nella realizzazione.
4. Un’opera intimista che ha il suo punto di riferimento non tanto nella cinematografia italiana ma nella cinematografia francese: molti silenzi, molti sguardi, molte passeggiate.
5. Traendo ispirazione dal romanzo Cronache di un disamore di Ivan Cotroneo ( co-sceneggiatore), Maria
Sole Tognazzi affronta il tema dell’uomo che soffre per amore, in controtendenza al cinema tradizionale
che suole indagare sulla donna che piange e si addolora. Da qui l’attenzione rivolta esclusivamente al
protagonista, perennemente al centro della scena, simbolo dell’intero universo maschile: dell’uomo si
esplorano sentimenti, debolezze, pensieri, un uomo che è, contemporaneamente, vittima e carnefice.
6. Sono comunque presenti alcuni difetti: varie storie parallele che distraggono; personaggi che risultano superflui nella narrazione; riempitivi e lungaggini evitabili, ritmo narrativo non esaltante.
7. Roberto, un uomo sui quaranta che lavora come farmacista a Torino, vive una torrida passione con Sara,
vicedirettrice di un albergo in centro. Rapido come è arrivato, l’amore della donna per lui se ne va, lasciandolo in preda a u dolore lancinante. Anche le esistenze delle persone che lo circondano non sono
immuni dalla pena: La dottoressa con cui lavora è stata lasciata dal marito due anni prima; suo fratello
Carlo, che sembra vivere una stabile relazione omosessuale, scopre di avere una malformazione cardiaca per la quale deve affrontare un rischioso intervento, Alba viene abbandonata da Roberto dopo tre anni
di convivenza.
8. Ha dichiarato la regista: “volevo realizzare un film adulto sull’amore, una storia che parlasse di sentimenti
in modo asciutto ed avesse i ritmi e le regole della vita. Contavo su un racconto senza retorica, puntavo
ad un intimismo realistico, riflettendo sul tipo di dolore che si prova quando sei abbandonato e quando
decidi di andare via”.
9. L’argomento non è banale né con frequenza affrontato dal cinema: la fragilità maschile resta tra parentesi, quasi una particolare sensibilità nelle cose d’amore possa caratterizzare solo l’universo femminile.
10. Roberto vive due storie d’amore differenti nel tempo; questo lo porta a ricoprire nelle due storie due ruoli
opposti, a sperimentare sia la dolcezza sia la crudeltà dell’amore e, sopra ogni altra cosa, la forza prepotente di un sentimento a cui nessuno riesce a resistere. Cerca risposte nelle vite e nelle esperienze degli
altri, ma sa che la vera risposta sta nell’imprevedibilità degli eventi, nel sapere che tutto può finire e la
sofferenza si può causare o subire.
11. Sono proprio le storie che si intersecano che rendono il film un po’ frammentario e zoppicante nel disegno dei vari diagrammi sentimentali: la malattia di Carlo, la vita dei genitori, la sofferenza di Alba, la vicenda amorosa della dottoressa, tutto questo da al film un tono alle volte melodrammatico e retorico.
a cura di Annamaria Bellucci
scheda N.
proiezione del:
Cinema: