E - Quintetto Bislacco

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E - Quintetto Bislacco
QUINTETTO BISLACCO
squarciagola i primi due atti dell'opera; nel t e r z o p r o p o n e q u a l c h e
bella s f u m a t u r a che fa salire l ' a p p l a u s o m e t r o a r e n i a n o alle stelle.
R u g g e r o R a i m o n d i è in palese difficoltà, vocalmente e soprattutto fisicamente, quasi da stentare a m u o versi in scena. Ottimi Marco Spotti
e Fabio Previati, r i s p e t t i v a m e n t e
Angelotti e Sacrestano. Alla piccola
Ottavia D o r r u c c i (il pastorello) è
stata messa u n a canna da pesca in
m a n o , sì da farne una «pescatorella»...
Maurizio Modugno
QUINTETTO BISLACCO «Jokes»
(musiche di J. Strauss jr., Piazzolla,
Bernstein, Piovani, Mozart, Morricone,
Bach/Beatles, Komzâk, Gershwin, Hendrix, Kaufmarin, Anonimo)
STRADIVARIUS STR 57909
DDD 51:09
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lîniriîriîf
C l i m a spensierato, goliardico in
questo spassoso CD p u b b l i c a t o da
Stradivarius. Walter Zagato e D u i lio Galfetti al violino, Gustavo Fioravanti alla viola, Marco Radaelli al
persi reinventarsi r i t m i c a m e n t e e
t i m b r i c a m e n t e senza essere m a i
dozzinali né volgari. Da n o n perdere l'Ouverture delle Nozze di Figaro
c o n l'esilarante inserto di sibilanti
ronzii di zanzare e moscerini che
stramazzano al suolo tramortiti, o la
c o m i c a m e n t e greve e b a r o c c h e g giante « Michelle » dei Beatles o ancora « T h e m a n I love » di G e r s h w i n che inizia n i e n t e m e n o sul
« T r i s t a n - A k k o r d »! M a svelare
t r o p p o di questa incisione è c o m e
raccontare il finale di u n thriller...
Q u i n d i meglio n o n rovinarvi l'ascolto.
Massimo Viazzo
Sette domande al
Quintetto Bislacco
Come è nata Vesperienza del Quintetto Bislacco?
L'idea di formare il Quintetto è nata circa u n lustro fa in occasion e
della rassegna di concerti intitolata
« Mosaico » che si tiene ogni anno a
L u g a n o e raggruppa m e m b r i dell ' O r c h e s t r a della Svizzera Italiana
Gustavo Fioravanti. N e l corso degli
anni, ai membri fondatori - ai quali
si è aggregato da subito Duilio Galfetti - si sono succeduti vari colleghi fino a giungere all'assetto attuale con Marco Radaelli al violoncello ed Enrico Fagone al contrabbasso.
Per Voi conta di più la ricerca, l'indagine su repertori più ampi e su tecniche
inconsuete di emissione del suono, o
tra gli obiettivi del Bislacco c'è anche
il tentativo di avvicinarsi ad un nuovo
pubblico?
L'obiettivo principale del Quintetto
Bislacco è di divertirci e divertire il
pubblico. La scelta del repertorio è
casuale nel senso che o g n u n o è lib e r o di fare delle p r o p o s t e ; u n a
volta preparato l'arrangiamento ne
saggiamo la b o n t à e l'efficacia dal
punto di vista dell'impatto sonoro e
del risultato generale. Se il brano ci
c o n v i n c e , segue u n p e r i o d o di
« m a t u r a z i o n e » nel quale nascono
nuove idee con sketch, parti cantate ed effetti di varia natura. L'utilizzo di strumenti tipicamente classici
ci p o n e naturalmente in una posizione di trait d'union tra leggero e
impegnato che inevitabilmente catalizza l'interesse sia di chi è a dig i u n o di musica classica che degli
ascoltatori più esigenti e raffinati.
Mozart, Piazzolla, Johann Strauss,
Jimi Hendrix: qual è il limite (se c'è,
s'intende!) che non intendete valicare?
Siamo degli esagerati e dunque n o n
ci p o n i a m o limiti che n o n siano la
bontà del prodotto e le potenzialità
di u n quintetto d'archi. Ogni brano
viene vagliato attentamente per essere certi che possa piacere al n o stro p u b b l i c o . A b b i a m o q u a l c h e
progetto per il f u t u r o che prevede
l'utilizzo di attrezzatura elettronica,
ma n o n a v e n d o ancora esaurito le
possibilità dell'assetto attuale aspettiamo ancora un pochino...
violoncello ed Enrico Fagone fann o p a r t e da q u a l c h e a n n o di u n a
formazione che di « bislacco » n o n
ha, n a t u r a l m e n t e , solo il n o m e .
L'evidente attitudine a divertire divertendosi si palesa all'ascolto fin da
subito con una scoppiettante v e r sione di Unter Donner und Blitz di
J o h a n n Strauss j u n i o r con tanto di
voce circense che invita gli ascoltatori ad entrar e in questo l u o g o . . .
delle meraviglie! T e c n i c a m e n t e
ineccepibili, i cinque valenti strumentisti mostrano soprattutto di sa-
nelle più disparate f o r m a z i o n i .
Un'occasione che Walter Zagato
n o n si è lasciata sfuggire p r o p o n e n do u n p r o g r a m m a che già lasciava
intuire le potenzialità di u n ensemble di soli archi impegnati in un repertorio certamente inusuale.
11 Q u i n t e t t o è nato in quella occasione e siccome il programma p r e v e d e v a u n b r a n o solo e p o i bis a
go-go, l'idea del n o m e «Bis-lacco»
si è imposta da se grazie a u n repertorio già esistente che attingeva a
brani di vario genere arrangiati da
Chi si occupa degli arrangiamenti?
Il repertorio degli esordi si basava
su materiale arrangiato da Gustavo
Fioravanti che si occupa tuttora di
questo aspetto. C o l t e m p o si è aggiunto Duilio Galfetti che ha contribuito all'allargamento del repertorio al Jazz e a u n certo Folklore
internazionale oltre a brani originai]
scritti apposta per il Quintetto. Abb i a m o a n c h e bran i arrangiati pei
noi da altri artisti come nel caso d:
Birdland che il bravissimo Giulie
Granati ha elaborato per noi.
E il più burlone del gruppo? Chi he
avuto, ad esempio, l'idea di inserin
il ronzio di una zanzara (più o metti
musica 224, marzo 2011
vera...) nelVOuverture dalle Nozze
di Figaro?
Francamente la genesi della scenetta
con la zanzara non ci è dato di ricordarla. Durante le prove le idee
sgorgano a getto continuo e la loro
paternità si perde nella concitazione
degli eventi. Diciamo che per quel
che attiene alle gag e affini finisce
tutto sotto il cappello Q u i n t e t to
Bislacco.
Vi sentite più « voi stessi » con il
Quintetto Bislacco o quando sedete
fra i leggìi delle Orchestre nelle quali
operate (Orchestra del Teatro Regio
di Torino, Orchestra della Svizzera
Italiana, ecc.)?
Ci sentiamo « noi stessi » in entrambe le situazioni. Il Quintetto Bislacco rappresenta per noi una valvola
di sfogo che ci permette di alleggerire e diversificare un'attività che
può risultare a volte faticosa ed impegnativa sia fisicamente che mentalmente. D'altro canto senza un
background di questo tipo non esisterebbe neppure il Quintetto che
di queste atmosfere seriose si prende volentieri gioco senza però rinunciare alla ricerca di qualità e
bellezza.
Ricordatevi di rinnovare
Vabbonamento a
MUSICA
Previn, Rattle - prestigiosi e convinti alfieri « occidentali ».
Sembra tuttavia che la situazione
stia cambiando: infatti, a pochi mesi
di distanza dalla fluida e piacevole
lettura firmata da Gianandrea N o seda alla testa della BBC Philharmonic (Chandos) vede la luce una
nuova interessantissima edizione
che ha come protagonisti Antonio
Pappano e l'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia: per la prima
- rifuggendo dal facile sentimentalismo strappacuore e dall'enfasi gratuita - punta sui valori strutturali e
ancor più sulla seduzione timbrica,
raggiungendo sotto questo punto di
vista traguardi particolarmente fascinosi soprattutto nella seconda
parte dell'Adagio.
Fin dalla suggestiva introduzione al
primo tempo (Largo), diretta con
sofisticata arte del chiaroscuro e
squisita sensibilità per ogni trasali-
E ai puristi che storcono il naso cosa
dice?
La « Querelle des Bouffons » ci insegna che il problema è sempre esistito. I puristi più contriti con le loro canappie arricciate ci fanno tanta
tenerezza e li invitiamo caldamente
a venire ai nostri concerti nella speranza che conoscendo meglio il
« nemico » possano rilassarsi per
un'oretta abbondante e magari sorridere un pochino di più, a volte
basta poco.
Massimo Viazzo
CD
RACHMANINOV Sinfonia n. 2 op. 27
LIADOV II lago incantato, op. 62 Orchestra dell'Accademia Nazionale di
Santa Cecilia, direttore Antonio Pappano
EMI CD 9494622
DDD 66:33
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ikikiki^
La Seconda Sinfonia di Rachmaninov, da sempre cavallo di battaglia
dei direttori russi o baltici, per un
lungo periodo ha goduto di notevole attenzione anche ad ovest (basti pensare alle registrazioni lasciateci da maestri come Boult, Mitropoulos, Ormandy, Paray, Rodzinski, Steinberg e Wallenstein); negli
ultimi trent'anni, però, ha trovato
soltanto in rarissimi casi - Maazel,
wm
volta, dunque, una compagine italiana affronta in disco questa vasta e
impegnativa partitura. L'assenza di
una tradizione interpretativa non
sempre è da considerarsi come un
fattore necessariamente negativo: la
freschezza e l'originalità dell'esecuzione di cui ci occupiamo lo testimoniano ampiamente. L'orchestra
ceciliana, infatti, asseconda egregiamente il direttore in una lettura che
mento armonico (si ascoltino ad
esempio - traccia 2, da 0:47 - l'inquieta e anelante frase di violoncelli
e contrabbassi a mis. 9-11 e la cupa
risposta dei fiati a mis. 11-14), è facile comprendere come quello di
Pappano sia un Rachmaninov eloquente e nobile, tutt'altro che ridondante e tantomeno autocompiaciuto, fraseggiato e « cantato »
con la debita intensità ma in modo
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musica 224, marzo 2011
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