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Programmi culturali
gennaio - febbraio 2017
Milano, 15 gennaio 2017
Hokusai, Hiroshige, Utamaro (Palazzo reale)
Il San Girolamo scrivente del Caravaggio (Pinacoteca Ambrosiana)
Parma e Fontanellato, 29 gennaio 2017
Da Cima da Conegliano ai Carracci: capolavori della Galleria nazionale
Rocca Sanvitale: gli affreschi del Parmigianino (Fontanellato)
Milano, 11 febbraio 2017
Bellotto e Canaletto: lo stupore e la luce (Gallerie d’Italia)
San Bernardino alle Ossa
Rimini, 25-26 febbraio 2017
Dall’età imperiale alla Signoria dei Malatesta
Il caicco blu
via Pigafetta 24/e, 10129 Torino
Tel. 011/5805177
Fax 011/5804824
[email protected]
Tutti i programmi sono sempre aggiornati anche sul sito dell'agenzia all'indirizzo www.ilcaiccoblu.it
Buona lettura e un arrivederci a presto!
“Ciò che non hai mai visto lo trovi dove non sei mai stato”
(proverbio africano)
La quota comprende:
• Viaggio in pullman granturismo
• Ingressi e visite guidate alle mostre e ai musei indicati nel programma curate dallo storico dell’arte Fabrizio Fantino
• Accompagnatore dell’agenzia
• Assicurazione medico-bagaglio
Sconto del 5% per i soci Touring Club Italiano
Milano,
15 gennaio 2017
Hokusai, Hiroshige, Utamaro
(Palazzo reale)
Una straordinaria selezione di duecento xilografie policrome
e libri illustrati, tra cui l’iconica Grande onda e la serie
delle Trentasei vedute del monte Fuji di Hokusai, provenienti
dalla prestigiosa collezione dell'Honolulu Museum of Art,
mostra l’abilità e l’eccentricità dei tre grandi maestri
dell’ukiyo-e, che influenzarono profondamente l’arte europea
tra Otto e Novecento, da Degas a Manet a Van Gogh, che nei
suoi ponti olandesi trasse ispirazione proprio dagli esempi
del Sol Levante a lui noti grazie alla divulgazione di stampe e libri.
Presenti in mostra anche gli straordinari ritratti femminili di Utamaro, vero e proprio maestro del genere, e
la serie dei Manga di Hokusai.
Il San Girolamo scrivente del Caravaggio
dalla galleria Borghese di Roma
L'eccezionale prestito concesso dalla galleria
Borghese di Roma alla Pinacoteca Ambrosiana consente
di ammirare una delle opere più celebri dipinte nel 1605
da Caravaggio durante il suo soggiorno romano;
caratterizzato da un perfetto rigore compositivo e da un
rocambolesco gioco di luci e ombre, il dipinto viene
affiancato in mostra da una serie di otto disegni
conservati in Ambrosiana e raccolti per mettere in luce
l'evoluzione dell'iconografia del San Girolamo, da Dürer a
Guercino.
Programma
Ore 8,15: ritrovo dei partecipanti e partenza per Milano
Ore 11,15: visita guidata della mostra
Pranzo libero
Ore 15: visita guidata del San Girolamo di Caravaggio
Ore 17: partenza per Torino con arrivo previsto alle 19,30
Quota di partecipazione
90 € a persona (salvo conguaglio)
Le iscrizioni si chiudono il 2 gennaio.
Parma e Fontanellato,
29 gennaio 2017
Da Cima da Conegliano ai Carracci:
capolavori della Galleria nazionale
Istituita alla fine del Seicento dalla famiglia Farnese per
ospitare la propria raccolta d’arte, la Galleria nazionale si è
arricchita nel corso dei secoli di preziose testimonianze
pittoriche che saranno oggetto della nostra visita, con
particolare riferimento alle opere di Cima da Conegliano,
Dosso Dossi e dei quattro maggiori artisti emiliani del
Rinascimento e del Barocco: Correggio, Parmigianino e i cugini
Annibale e Ludovico Carracci. Una selezione mirata di dipinti
per meglio comprendere la grande stagione dell’arte in terra
padana.
Rocca Sanvitale: gli affreschi del Parmigianino
(Fontanellato)
La Rocca Sanvitale è un’imponente fortezza eretta nel XIV secolo su un preesistente edificio del XII secolo.
Sottoposta a numerosi restauri, nel corso dei secoli è stata trasformata da fortezza difensiva a residenza dei
nobili Conti Sanvitale che l’hanno poi abitata per circa sei secoli.
Ha pianta quadrata con muri merlati e quattro torri angolari ed è tutt’oggi circondata da un ampio fossato
alimentato un tempo dall’acqua prodotta da una risorgiva e risistemato all’inizio del XVII secolo dall’architetto
parmense Smeraldo Smeraldi; l’entrata sul cortile interno avviene attraverso un ponte levatoio.
Il gioiello più prezioso della Rocca è la Saletta di Diana e Atteone affrescata dal Parmigianino nel 1523-1524 per
il Conte Galeazzo Sanvitale e sua moglie, Paola Gonzaga: la volta è decorata con putti sullo sfondo di un fitto
pergolato e nelle quattordici lunette sottostanti è raffigurato il mito di Diana e Atteone, tratto dalle Metamorfosi
di Ovidio.
Programma
Ore 8,15: ritrovo dei partecipanti e partenza per Parma
Ore 11: visita guidata della Galleria nazionale
Pranzo libero
Ore 15,30: visita guidata della Rocca
Sanvitale
Ore 17: partenza per Torino con arrivo
previsto alle 19,30
Quota di partecipazione
90 € a persona (salvo conguaglio)
Le iscrizioni si chiudono il 16 gennaio.
Milano,
11 febbraio 2017
Bellotto e Canaletto: lo stupore e la luce
(Gallerie d’Italia)
Il percorso espositivo della rassegna illustra uno
dei più affascinanti episodi della pittura europea: il
vedutismo veneziano. Canaletto si impose sulla
scena artistica europea grazie ai particolari
procedimenti compositivi, risultato del razionalismo
di matrice illuminista e delle più moderne ricerche
sull’ottica, mentre il nipote Bellotto sviluppò e
interpretò in maniera del tutto personale e originale
i segreti della tecnica appresa.
La rassegna, impreziosita da prestiti provenienti dai principali musei italiani ed internazionali oltre che
dalla Royal Collection, offre dunque l’opportunità di un confronto tra due soluzioni pittoriche, restituendo
anche un eloquente panorama sull’Europa del tempo e sulla sua classe dirigente, che fece a gara per
commissionare i dipinti ai due grandi artisti.
San Bernardino alle Ossa
La chiesa rappresenta un’altra preziosa gemma nel panorama storico-artistico della città per la
straordinaria cappella ossario dedicata a san Bernardino; utilizzata in passato dal vicino ospedale della Cà
Granda è interamente rivestita di crani provenienti dai cimiteri aboliti nel XVII secolo.
Nell’impianto decorativo che si snoda lungo le pareti, sulla trabeazione e sull’altare, le ossa umane
compongono fregi e disegni, creando un forte contrasto con i fondi neri dei muri. Il soffitto della cappella è
decorato da un pregevole affresco dipinto dal bellunese Sebastiano Ricci nel 1696 con il Trionfo di anime in volo,
un turbinoso vortice che si innalza verso il cielo dilatando illusoriamente lo spazio della volta: un barocco
spagnoleggiante, dai toni solenni e macabri e dall’effetto impressionante.
Programma
Ore 8,15: ritrovo dei partecipanti e partenza per Milano
Ore 11,15: visita guidata della mostra
Pranzo libero
Ore 15: visita guidata della chiesa di San Bernardino alle Ossa
Ore 16,45: partenza per Torino con arrivo previsto per le 19,30
Quota di partecipazione
75 € a persona (salvo conguaglio)
Le iscrizioni si chiudono il 30 gennaio.
Rimini:
dall’età imperiale alla Signoria dei Malatesta
(25-26 febbraio)
La città romana
Il ponte romano sul fiume Marecchia, l'antico Ariminus intorno al quale era sorto il primo insediamento,
unisce ancora oggi la città e il borgo San Giuliano: da qui iniziavano le vie consolari, Emilia e Popilia, dirette
al Nord.
La prima, tracciata nel 187 a C. dal console Emilio Lepido, collegava Rimini a Piacenza; attraverso la
seconda, invece, si raggiungeva Ravenna per proseguire fino ad Aquileia.
Il ponte, iniziato da Augusto nel 14 e completato da Tiberio nel 21 d.C., come ricorda l'iscrizione che
corre sui parapetti interni, si impone per il disegno architettonico, la grandiosità delle strutture e la tecnica
costruttiva. In pietra d'Istria, si sviluppa in cinque arcate che poggiano su massicci piloni muniti di speroni
frangiflutti ed impostati obliquamente rispetto all’asse del ponte, in modo da assecondare la corrente del
fiume riducendone la forza d’urto, secondo uno dei più evidenti accorgimenti ingegneristici.
L’arco di Augusto, il più antico conservato nell'Italia settentrionale, segna l'ingresso alla città per chi
proviene dalla Flaminia, la via tracciata dal console Flaminio nel 220 a.C. per collegare Roma a Rimini.
Eretto nel 27 a.C. come porta onoraria, esprime la volontà del Senato di celebrare la figura di Ottaviano
Augusto, così come manifestato dall'iscrizione posta sopra l'arcata. La costruzione originaria, inglobata in
due torri poligonali di cui rimangono poche tracce, era sormontata da un attico che doveva essere
completato con una statua
dell'imperatore a cavallo o su di una
quadriga. L'architettura è esaltata da un
ricco apparato decorativo carico di
significati politici e propagandistici:
un'apertura talmente ampia da non
poter essere chiusa da porte ricordava la
pace raggiunta dopo un lungo periodo
di guerre civili; le divinità rappresentate
nei tondi (Giove e Apollo nel lato
esterno, Nettuno e Roma verso la città)
richiamavano la grandezza di Roma e la
potenza di Augusto.
La Domus del chirurgo
La Domus del chirurgo risale alla seconda metà del II secolo d.C. e in quel tempo si affacciava direttamente
sul mare, che lambiva la parte settentrionale della città. A due piani, aveva muri di argilla che poggiavano su
zoccoli in muratura ed era formata da una sala da pranzo (triclinium), una camera da letto (cubiculum) e due
stanze di soggiorno: una di queste, la taberna medica, era l’ambulatorio dove il chirurgo Eutyches visitava ed
operava i suoi pazienti, ed era decorata da un mosaico che raffigura Orfeo tra gli animali.
Gli arredi e le decorazioni della domus testimoniano il gusto orientale del padrone di casa, un uomo
raffinato e colto, oltre che molto ricco.
Dopo la metà del III secolo, sotto l’imperatore Gallieno, un’incursione di Alemanni mise a ferro e fuoco
Ariminum (antica Rimini) e la domus fu distrutta da un incendio. Proprio il crollo del tetto ha consentito la
perfetta conservazione dei mosaici, degli arredi e degli utensili, rinvenuti alla luce solo da alcuni anni, e che
è possibile ammirare grazie al suggestivo percorso museale.
Il Tempio Malatestiano
Il Tempio di Sigismondo Pandolfo
Malatesta, signore di Rimini dal 1432
al 1468, fu innalzato su due
preesistenti chiese trecentesche a
partire dal 1447 e nell’idea del
principe avrebbe dovuto riunire come
in una grande arca le memorie della
famiglia. Sigismondo affidò il progetto
a Leon Battista Alberti, che si ispirò
per il disegno della facciata ai
monumenti romani presenti in città.
All'eleganza dell'esterno fa riscontro la ricchezza della decorazione interna, opera di Matteo dei Pasti e
Agostino di Duccio che operarono con una sensibilità quasi pittorica al rivestimento marmoreo delle sei
cappelle laterali. I soggetti trattati aprono a più letture, dall'esaltazione dell'amore di Sigismondo ed Isotta
degli Atti alle teorie filosofiche, ma ciò che emerge è la personalità del committente, celebrata da Piero della
Francesca nell'affresco con il principe inginocchiato davanti a San Sigismondo, e dominante anche
nel ritratto di Rimini della Cappella dei Pianeti, sovrastato dal Cancro, segno zodiacale del Malatesta.
Dell’antica chiesa trecentesca il Tempio conserva il mirabile Crocifisso dipinto da Giotto nel 1301-02, unica
opera superstite dell’artista in città, ma che influenzò profondamente i pittori riminesi del Trecento, come
testimoniano gli affreschi presenti nella chiesa di Sant’Agostino e i dipinti conservati nel Museo della città.
Il museo della città
L'obiettivo principe del Museo, allestito negli spazi barocchi dell’ex Collegio gesuitico, è quello di
“illustrare” la storia e lo svolgimento culturale della città e del suo territorio; ambisce infatti ad essere un
punto di riferimento per ogni operazione intesa ad un corretto recupero della memoria storica cittadina,
conservando alcune testimonianze indispensabili per la comprensione dell'arte e della cultura figurativa
riminesi.
Il nostro percorso di visita verterà su due momenti ben precisi: la sezione dell’età imperiale allestita nel
2010 con i magnifici mosaici provenienti dal palazzo Diotallevi e gli straordinari strumenti chirurgici della
domus; il periodo d’oro dell’arte riminese del Trecento con le importanti opere pittoriche di Giovanni e
Giuliano da Rimini, chiaramente influenzate da Giotto, per finire con la Pietà di Giovanni Bellini, un tempo
collocata nel Tempio Malatestiano.
PROGRAMMA
Sabato 25 febbraio
Ore 8,30: ritrovo dei partecipanti e partenza per Rimini.
Ore 15: visita guidata alle testimonianze romane della città, come l’Arco di Augusto, il Ponte di Tiberio
e la Domus del chirurgo.
Ore 18,30: trasferimento in hotel.
Ore 20,30: cena presso il ristorante dell’hotel.
Domenica 26 febbraio
Ore 9,30: visita guidata del Tempio Malatestiano
Pranzo libero
Ore 14,30: visita guidata del Museo della città.
Ore 17: partenza per Torino con arrivo previsto per le 23
Quota di partecipazione
Base 20 paganti: 250 € a persona
Base 25 paganti: 200 € a persona
Supplemento singola: 20 € a persona
Le iscrizioni si chiudono il 15 gennaio.
La quota comprende:
• Viaggio in pullman granturismo
• Sistemazione in mezza pensione presso l’hotel Club House (4 stelle)
• Ingressi e visite guidate ai luoghi indicati nel programma a cura di Fabrizio Fantino
• Accompagnatore dell’agenzia
• Assicurazione medico-bagaglio
La quota non comprende:
• Facchinaggio dei bagagli, mance e bevande
• Ingressi ed extra personali
• Assicurazione annullamento