HISTÓRIA DA GEOPOLÍTICA Professor Mário G

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HISTÓRIA DA GEOPOLÍTICA Professor Mário G
Faculdade de Ciências Sociais e Humanas
Universidade Nova de Lisboa
Textos de Conferências
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HISTÓRIA DA GEOPOLÍTICA
Professor Mário G. Losano
2011
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Mario G. Losano
História da Geopolítica
Indice:
1. Definizione della Geopolitica.
2. La geopolitica come fatto e come scienza.
3. Gli autori fondamentali della geopolitica classica.
4. Concetti-chiave della Geopolitik.
5. La geopolitica dopo la Seconda Guerra Mondiale.
6. La geopolitica nel Portogallo democratico.
Appendice: Scritti di Mario G. Losano sulla geopolitica.
1. Definizione della Geopolitica.
Riassumo qui di seguito la mia conferenza tenuta il 9 febbraio 2011 nella Faculdade de
Ciências Sociais e Humanas dell’Universidade Nova de Lisboa. Queste indicazioni sintetiche
vogliono essere soltanto uno spunto per ulteriori ricerche.
La geopolitica, nella sua accezione più generale, consiste nello studio “dell’interazione tra
l’ambiente fisico dell’essere umano e le sue forme di vita politica” (Albrecht Haushofer, Allgemeine
politische Geographie und Geopolitik, Vowinckel, Heidelberg 1951, vol. I, p. 16: su questo autore,
cfr. Mario G. Losano, Geopolitica del ovecento, Bruno Mondadori, Milano 2011 [in stampa], Cap.
I, § 9, d).
2. La geopolitica come fatto e come scienza.
La geopolitica come fatto esiste da quando esistono gli Stati. La storia dei grandi imperi del
passato è la storia della loro espansione territoriale. Alla sua base stavano considerazioni di potere,
di ricchezza – qualche volta di sicurezza. Ad esempio, la muraglia cinese fu concepita come una
struttura geostrategica per contenere le invasioni mongole: quelle masse migranti vennero dirottate
verso l’Europa, esercitarono una pressione sulle popolazioni germaniche che invasero l’Impero
romano, provocandone la caduta.
La geopolitica come scienza è legata allo sviluppo dello studio della geografia umana
(antropo-geografia) tipica della fine del XIX secolo. Essa cerca di stabilire sul piano anche teorico
come la struttura del territorio influisca sulle decisioni politiche. Ad esempio, alla fine della Prima
Guerra Mondiale gli studi della diffusione linguistica e religiosa contribuirono in modo
determinante a precisare i confini interni della ex Jugoslavia e il più importante geografo jugoslavo
partecipò come consulente alle trattative di pace.
In Portogallo, il dibattito su un’ipotetica unione iberica (dinastica, politica ecc.) fu dapprima
una geopolitica di fatto, per trasformarsi nel XX secolo in una geopolitica come scienza.
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3. Gli autori fondamentali della geopolitica classica.
Vengono qui richiamati i tre autori “classici” della geopolitica. Per un approfondimento si
trovano esaurienti voci nelle enciclopedie: anche in Wikipedia, i cui testi vanno però valutati
criticamente e comparati con altre fonti.
a) Friedrich Ratzel (1844–1904) è il geografo ed etnografo tedesco che per primo definì il
concetto di Lebensraum (spazio vitale). E’ considerato il fondatore dell’antropo-geografia, cioè
della geografia umana e della geografia politica. Introdusse nella sua disciplina il darwinismo
sociale, cioè applicò le teorie evoluzioniste di Darwin all’intera società umana.
b) Rudolf Kjellén (1864–1922) - uomo politico svedese e studioso di scienza politica –è
stato il primo ad usare il termine “geopolitica”.La sua opera fu influenzata da quella di Friedrich
Ratzel. I suoi scritti vennero tradotti in tedesco (per es., Rudolf Kjellén, Der Staat als Lebensform.
Leipzig, 1917) ed influirono sulla Geopolitik tedesca, in particolare su quella del Generale Karl
Haushofer.
La sua visione dello Stato come organismo vivente si richiama al darwinismo sociale, con i
pericolosi concetti della sopravvivenza degli individui (e degli Stati) “fit for survival” e della lotta
per la sopravvivenza (“struggle for life”). Questi concetti, trasferiti in ambito sociale, implicano
un’accettazione della guerra come strumento politico.
Cfr. Ola Tunander, Swedish-German Geopolitics for a ew Century – Rudolf Kjellén’s ‘The
State as a Living Organism’, “Review of International Studies”, vol. 27, no. 3, 2001).
c) Karl Ernst Haushofer (1869-1946) fu generale dell’esercito bavarese e docente di
geografia nell’Università di Monaco di Baviera. Il suo contatto con il nazionalsocialismo (mediato
da Rudolf Hess, il vicario di Hitler) trasformò la geopolitica tedesca in uno strumento della
propaganda nazionalsocialista e, quindi, fece cadere nel discredito questa disciplina quando la
Seconda Guerra Mondiale terminò con la sconfitta delle dittature dell’Asse.
Per ulteriori notizie, cfr. Mario G. Losano, Karl Haushofer (1869-1946). - O pai da
geopolítica das ditaduras européias, - Il testamento geopolitico di Karl Haushofer, "Geopolítica"
(Lisbona), 2009, n. 3, pp. 271-299.
4. Concetti-chiave della Geopolitik.
Vengono qui richiamati alcuni concetti che caratterizzano la geopolitica dell’epoca delle
dittature europee e che – in misura diversa – vennero accettate dalle cinque dittature studiate nel
mio libro Geopolitica del ovecento (Germania, Italia, Giappone, Spagna e Portogallo).
1. Ogni Stato deve possedere (o conquistare) lo “spazio vitale” a lui necessario per
sopravvivere. Il mondo si struttura quindi in “Grandi Spazi”, ciascuno diretto da uno Stato-Guida
con piena sovranità, cui sono sottoposti altri Stati a sovranità limitata.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la concezione gerarchica dei Grandi Spazi venne
sostituita da quella di organizzazione volontaria e paritetica fra Stati uguali (p. es: Unione europea).
2. Questi Grandi Spazi avevano anche una funzione economica: quella di essere
economicamente autosufficienti. Il concetto di autarchia è quindi direttamente connesso con la
concezione dei Grandi Spazi.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, subentrano i concetti di mercato e di globalizzazione.
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3. Il concetto di “popolo” venne connotato da elementi di superiorità razziale, per cui una
popolo razzialmente superiore aveva il diritto di conquistare il suo “spazio vitale” a danno di popoli
inferiori.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, al concetto di superiorità razziale si sostituisce quello di
uguaglianza e, in certe situazioni, di multiculturalismo.
4. Al concetto di nazione o società si sostituisce quello di “comunità” (Gemeinschaft), come
portatrice dei valori dei popolo (inteso nel senso sopra esposto). Tipica della cultura tedesca (anche
non nazista) è la distinzione tra società e civiltà materiale (Gesellschaft – Zivilisation) e comunità e
cultura spirituale unitaria (Gemeinschaft – Kultur).
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, lo Stato nazionale otto-novecentesco tende ad essere
parzialmente assorbito da entità sovranazionali, che si presentano anzitutto come comunità
economiche, mentre le tensioni razziali sono sostituite da quelle religiose.
5. La geopolitica dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Ritorniamo alla definizione di geopolitica da cui siamo partiti:
La geopolitica, nella sua accezione più generale, consiste nello studio “dell’interazione tra
l’ambiente fisico dell’essere umano e le sue forme di vita politica”.
L’interazione tra spazio e politica, tra geografia e potere, si presta alle più diverse
costruzioni teoriche, che però possono anche trasformarsi in consigli per una precisa azione politica
su uno specifico spazio geografico. Ad esempio, di fronte al confine com’è (descritto staticamente
dalla geografica politica), l’analisi del suolo può indicare il confine come dovrebbe essere (descritto
dinamicamente dalla geopolitica). Dalla fine dell’Ottocento, ma soprattutto dopo la Prima guerra
mondiale, una parte della geopolitica andò evolvendo dalla descrizione scientifica dello spazio
com’è all’indicazione precettiva dello spazio come dovrebbe essere. In particolare, le dittature fra le
due guerre trassero dall’ideario geopolitico impulsi e giustificazioni per espansioni territoriali
fondate sull’aggressione bellica.
Il mio libro Geopolitica del ovecento descrive la parabola della geopolitica che si affermò
dopo la Prima Guerra Mondiale, che raggiunse il suo apogeo nel decennio anteriore alla Seconda
Guerra Mondiale ma che, nel dopoguerra, venne cancellata dall’agenda culturale perché troppo
coinvolta nella genesi della guerra stessa.
In particolare, esso analizza tanto il pensiero geopolitico circolante fra le cinque dittature
instauratesi in Germania, Italia, Giappone, Spagna e Portogallo, quanto la sua funzione di
consigliere del Principe nella conquista di uno “spazio vitale” teso al dominio del mondo. Nella
prefazione si legge:
“iente è più realistico della scena del film di Chaplin, Il grande dittatore, in cui Hitler
danza usando il mappamondo come palla. Sembrava un'allegoria; invece nello studio di Hitler
c'era proprio un grande mappamondo come nel film: ma, ad ammonimento per chi gioca con il
mondo, quel globo mostra oggi i fori aperti dalle baionette dei soldati sovietici.
iente è più realistico della "neolingua" del Grande Fratello, usata di Orwell in 1984 per
formulare gli slogans senza senso del "bispensiero" dittatoriale: "La guerra è pace; la libertà è
schiavitù; l'ignoranza è forza". Quegli slogans non sono un artificio letterario: nelle pagine
seguenti si vedrà che "autodeterminazione", "sovranità", "amicizia", "prosperità" possono
significare anche il loro esatto contrario”.
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La prossimità d’una certa geopolitica alle dittature portò, nel dopoguerra, all’ostracismo di
tutta la geopolitica. Da qualche anno, però, la geopolitica è uscita dalla quarantena postbellica ed è
tornata ad essere studiata come un settore specializzato della geografia generale.
6. La geopolitica nel Portogallo democratico.
L’evoluzione della geopolitica del Portogallo democratico si può seguire in varie
pubblicazioni: per esempio, nel libro del generale José Lopes Alves, Geopolítica e geoestratégia de
Portugal. Considerações sobre elementos históricos e actuais, [Gráfica Europam,] Lisboa 1987,
219 pp. (soprattutto per la fase successiva alla Rivoluzione dei Garofani); Políbio F. A. Valente De
Almeida, Ensaios de geopolítica, Instituto Superior de Ciências Sociais e Políticas, Lisboa 1994,
232 pp.
Dal 2007, in una nuova rivista: "Geopolítica"; come annuncia il sottotitolo, "La prima rivista
portoghese di geopolitica". Sull’origine della rivista, cfr. i tre scritti che aprono il primo numero
("Geopolítica", 2007, n. 1, pp. 7-17) e Mario G. Losano, Una nuova rivista di geopolitica
portoghese, <http://temi.repubblica.it/limes/una-nuova-rivista-di-geopolitica-portoghese/> (2009)..
Vi si possono trovare sia alcuni testi classici della geopolitica storica (Di Alfredo Fernandes
Martins (1916-1982) viene fornita la biografia ("Geopolítica" 2008, n. 2, pp. 289-305), mentre di
Políbio Valente de Almeida (1932-2008), si pubblica la biografia e si riprende un Breve abbozzo
geopolitico dell'America del Sud (ivi, pp. 329-366). Questa parte antologica non assolve soltanto
una funzione storico-documentaria, ma deve anche servire ai lettori "per decodificare bene tutto
l'inquadramento concettuale che distingue oggettivamente e chiaramente l'indagine geopolitica dagli
studi sulla strategia o sulle relazioni internazionali" (ivi, p. 289).
Oltre ai testi storici, la rivista pubblica testi di geopolitica contemporanea e informazioni sui
geopolitici portoghesi attuali: "In Portogallo, questi studi non si interruppero mai realmente. I nomi
di Adriano Moreira, Políbio de Almeida, Borges de Macedo, Loureiro dos Santos, Pezarat Correia,
Araújo Geraldes, François Martins, Marques Bessa, Virgilio de Carvalho e altri ancora sono
inevitabili punti di riferimento del pensiero geopolitico portoghese, che diede i suoi frutti in alcuni
corsi universitari" (José Manuel Freire Nogueira, Em jeito de introdução, "Geopolítica", 2007, n. 1,
p. 14 s.).
La rivista fa capo al "Centro Português de Geopolítica" costituitosi nel 2005 presso
l'"Instituto das Ciências da Informação e da Administração"; questo istituto d’insegnamento
superiore privato della città di Aveiro, nel Portogallo centrale, offre anche un corso di geopolitica
valido per tutti i corsi di laurea.
Dal punto di vista metodologico, questo gruppo di geopolitici si propone il ritorno alle
delimitazioni classiche fra la geopolitica, la strategia e la geostrategia, come reazione ai confini
troppo vasti e labili degli studi nord-americani sulle relazioni internazionali. Pedro de Pezarat
Correia - un generale dell'esercito che, in Angola, ebbe posizioni di rilievo nell'indipendenza di
quello Stato e che, tornato in Portogallo, partecipò alla Rivoluzione dei Garofani del 25 aprile 1974
e fece parte del Consiglio della Rivoluzione - scrive: "L'influenza della nuova scuola geopolitica
nord-americana, divulgata dalle riviste specializzate e soprattutto dalla pressione informale del
linguaggio corrente veicolato dai media, non mancò di farsi sentire in Portogallo. L'uso del termine
“geopolitica” divenne ricorrente, a proposito di tutto e di nulla" (Pedro de Pezarat Correia,
Derivações semânticas da Geopolítica, "Geopolítica", 2008, n. 2, p. 29.). Pezarat Correia sottopone
a un esame critico anche il primo numero della "sua" rivista e non esita a indicare alcuni articoli
che, a suo giudizio, sono non di geopolitica, ma di "geoestratégia pura". Per lui la geopolitica non è
soltanto una parte della polemologia: esiste anche una geopolitica della pace.
Il gruppo portoghese mira a un moderno ritorno alla "pura definizione kjelleniana della geopolitica,
cioè all'influenza dei fattori geografici, sia fisici sia umani, nelle scelte e negli sviluppi politici"
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(Pezarat, Derivações semânticas da Geopolítica, cit., p. 31.). Pezarat Correia ribadisce questo
concetto anche in un altro articolo, in cui espone sue impressioni che ha suscitato in lui una lettura
di Kjellen, e fa di questo ritorno ai classici delle possibili linee di ricerca della rivista e del gruppo
di geopolitici che ad essa fa capo (Pedro de Pezarat Correia, Regresso aos Clássicos, "Geopolítica"
2009, n. 3, p. 108.).
Dal punto di vista del contenuto, accanto ai temi della geopolitica mondiale, ritornano alcuni
temi iberici (trattati anche da autori spagnoli: Leopoldo Sejias Candelas (ufficiale spagnolo ora
docente universitario) scrive La humanidad en movimiento, un reto del siglo XXI. Una visión desde
España, "Geopolítica", 2008, n. 2, p. 103-118; António Paulo Duarte, O equilíbrio ibérico em
perspectiva e prospectiva: estrutura e história, ivi, pp. 133-158; António Horta Fernandes, Breves
nótulas geopolíticas sobre as relações peninsulares, ivi, pp. 119-131) e tradizionalmente
portoghesi, come la visione strategica del mare e l’individualità del Portogallo nella penisola iberica
(José Manuel Freire Nogueira, A individualidade de Portugal: reflexões em torno de um velho tema,
"Geopolítica", 2007, n. 1, pp. 77-96; António Silva Ribeiro, Uma visão estratégica do mar, ivi, pp.
97-111).
Da quest’ultimo tema si passa poi al futuro geopolitico della città di Lisbona, discutendo se
il piano europeo delle ferrovie ad alta velocità non rischi di trasformarla quasi una periferia di
Madrid (Carlos Manuel Mendes Dias – João Luís Rodrigues Leal, A estratégia e o novo aeroporto
internacional, "Geopolítica", 2008, n. 2, pp. 263-287). Infine, uno dei maggiori temi affrontati di
recente è quello dell’estensione delle acque territoriali, che accresce la valenza atlantica lusitana,
ma che al tempo stesso suscita diffidenze e ostilità. Insomma, la geopolitica portoghese continua il
suo plurisecolare cammino con un rinnovato bagaglio di argomenti.
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APPE7DICE
SCRITTI DI MARIO G. LOSA7O
SULLA GEOPOLITICA
Um recente livro brasileiro sobre as tensões entre Brasil e Argentina na época das ditaturas
européias,
"Política Externa" (São Paulo), XIII, 2005, n. 4, pp. 71-81.
As tensões entre Brasil e Argentina na época das ditaduras européias,
"Revista da Academia Pernambucana de Letras" (Recife), anos 2002, 2003, 2004 e outubro 2005, n.
38, pp. 97-117.
La geopolitica nazionalsocialista e il diritto internazionale dei "grandi spazi",
"Materiali per una storia della cultura giuridica", XXXV, 2005, n. 1, pp. 5-63.
Dois esclarecimentos sobre o volume de Sergio Corrêa da Costa,
"Política Externa" (São Paulo), XIV, 2005, n. 5, pp. 113-115.
La teoria nazionalsocialista dei "grandi spazi" dall'Europa al Giappone,
Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi. Atti del XXVIII Convegno di Studi sul Giappone.
Milano, 16-18 settembre 2004, Cartotecnica Veneziana, Venezia 2005, pp. 115-130.
A geopolítica, da Alemanha nacional-socialista à América Latina: os casos da Argentina e do
Brasil.
"Verba Juris. Anuário da Pós-Graduação em Direito" (João Pessoa, Brasil), IV, 2005, n. 4, pp. 9-38.
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A geopolítica, da Alemanha nacional-socialista à América Latina: os casos da Argentina e do
Brasil,
"Acta Scientiarum Socialium" (Universitas Kaposváriensis, Kaposvár, Ungheria), Tomus XX,
2005, pp. 113-125.
A geopolítica, da Alemanha nacional-socialista à América Latina: os casos da Argentina e do
Brasil,
"Cultura. Revista de História e Teoria das Ideias", XXII, 2006, pp. 371-386.
A geopolítica, da Alemanha nacional-socialista à América Latina: os casos da Argentina e do
Brasil,
Hugo Cancino - Rogelio de la Mora (coord.), Ideas, intelectuales y paradigmas europeos en
América Latina, Universidad Veracruzana, Xalapa Veracruz (Messico) 2007, pp. 15-44.
La geopolitica brasiliana negli anni del governo militare (1964-1984),
“Teoria Politica", 2006, n. 1, pp. 31-55.
I "Grandi Spazi" in un inedito progetto di trattato del 1943 fra gli Stati dell'Asse,
"Rivista degli Studi Orientali", LXXVIII, 2005, n. 3-4, pp. 281-303.
I "Grandi Spazi" in un inedito progetto di trattato del 1943 fra gli Stati dell'Asse, "Rivista degli
Studi Orientali", LXXVIII, 2005, n. 3-4, pp. 281-303.
Il mondo secondo Hitler, [In appendice: Vertrag zwischen Deutschland, Italien und Japan über die
politische Gestaltung der Großräume Europa und Großostasien - Trattato fra Germania, Italia e
Giappone sulla configurazione politica dei "Grandi Spazi" in Europa e nella Grande Asia
Orientale], "Limes. Rivista italiana di geopolitica", 2006, n. 5, pp. 237-259.
Le affinità elettive: geopolitica tedesca e italiana nei viaggi di Karl Haushofer,
"Limes. Rivista italiana di geopolitica", 2008, n. 3, pp. 281-290.
La missione militare di Haushofer in Giappone e la geopolitica,
in: Atti del XXXI Convegno di Studi sul Giappone, Venezia, 20-22 settembre 2007. A cura di Rosa
Caroli, Tipografica Cartotecnica Veneziana, Venezia 2008, pp. 223-236.
Ambigui Tropici: la multietnicità felice di Gilberto Freyre e l'ultimo colonialismo portoghese,
"Teoria politica", XXIV, 2008, n. 1, pp. 5-45.
Tra storia e biografia: le frequentazioni italiane di Karl Haushofer,
"Limes. Rivista italiana di geopolitica", 2008, n. 5, pp. 275-284.
Una nuova rivista di geopolitica portoghese,
<http://temi.repubblica.it/limes/una-nuova-rivista-di-geopolitica-portoghese/>
Il testamento geopolitico di Haushofer,
"Limes. Rivista italiana di geopolitica", 2009, n. 2, pp. 275-284.
Il testamento geopolitico di Karl Haushofer,
"Geopolítica" (Lisbona), 2009, n. 3, pp. 301-312.
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Karl Haushofer (1869-1946): o pai da geopolítica das ditaduras européias,
"Verba Juris. Anuário da Pós-Graduação em Direito" (João Pessoa), ano 7, jan./dez. 2008, n. 7, pp.
447-473.
Karl Haushofer (1869-1946). - O pai da geopolítica das ditaduras européias, - Il testamento
geopolitico di Karl Haushofer,
"Geopolítica" (Lisbona), 2009, n. 3, pp. 271-299.
Oceano: il mondo visto da Lisbona,
"Limes. Rivista italiana di geopolitica", 2010, n. 5 (Numero monografico sul Portogallo: Il
Portogallo è grande), pp. 21-35.
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