L`era glaciale 1

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L`era glaciale 1
FILMINSIEME
L’era glaciale 1
Titolo originale: Ice Age. Regia: Chris Wedge, Carlos Saldanhaet. Sceneggiatura: Michael J. Wilson,
Michael Berg. Produzione/Distribuzione: 20th Century Fox Home Entertainment. Origine: Stati Uniti, 2002. Durata: 76 min. Principali interpreti: animazione.
La storia
Siamo nella preistoria,
durante una glaciazione.
Monica
Un bradipo ed un mamCurrò
muth, per caso insieme,
si imbattono in una madre morente che affida loro il suo picco-
un’imboscata. Gli animali, dovendo passare del tempo insieme, si conoscono meglio e, alla
fine, anche la tigre aiuterà a salvare il bambino, opponendosi al
proprio branco.
L’insegnamento
lo umano. Per salvarlo da una tigre coi denti a sciabola, decidono di riportarlo alla sua tribù. La
tigre si unisce a loro con la scusa
del proprio fiuto, sperando al
momento opportuno di poter
sottrarre il piccolo. Il viaggio è
lungo perché, come tutti gli animali, anche la tribù umana si sta
spostando verso un luogo più
caldo e, soprattutto, perché la tigre sta guidando i tre verso
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Veramente un gruppo ben assortito! Un cucciolo umano di circa
un anno, totalmente incapace di
badare a se stesso, un bradipo
logorroico, un mammuth scontroso e una tigre coi denti a sciabola
opportunista e falsa. I tre animali
sono insieme per compiere una
missione: riportare il bambino alla
sua tribù, ma sono mossi da tre
motivazioni differenti.
Diego, la tigre, segue il suo istinto, oltre tutto il piccolo umano
non rappresenta solo un’appetibile preda, ma l’atto finale di una
vendetta contro la tribù degli
umani, colpevoli di aver ucciso
molte tigri.
Manny, il Mammuth, sa che senza la sua protezione il piccolo sarebbe spacciato e, con un gran
senso del dovere, si accolla una
responsabilità che avrebbe volentieri evitato, perché gli ricorda
una situazione triste che ha vis-
suto e in cui non è stato capace
di essere d’aiuto. Manny è burbero e sprezzante, soprattutto
nei confronti del bradipo.
Infine Sid, il bradipo, agisce per
generosità; è il vero leader del
gruppo; è lui, infatti, che decide
la meta, e gli altri due, più nolenti che volenti, lo seguono. Sid,
con la sua spontaneità, con l’ingenuità che rasenta la stupidità,
ma con una grande forza d’animo, è il vero collante di questo
curioso branco.
Durante il viaggio insieme, reso
ancora più lungo da Diego che
sta cercando di depistarli, la
combriccola ha modo di condividere divertimenti e ricordi, pericoli e piccole battaglie per la conquista del cibo, e cresce insieme.
Conoscersi, capirsi e condividere esperienze aiuta i quattro a divenire un gruppo.
Diego, sicuramente, è quello che
cambia di più. Rischia la propria
vita, andando contro il branco
delle tigri, perché ha scoperto il
vero valore che c’è nello stare
con gli altri.
Manny impara a fidarsi di nuovo,
a non voler più stare solo.
Sid, che è meno rigido e condizionato degli altri due, impara
attività
dalle esperienze che il viaggio propone, rielaborandole e ripresentandole in forma divertente.
Il piccolo umano impara a camminare e a comunicare con gli altri
tre, grazie a loro inizia a diventare grande, autosufficiente.
Da questo simpatico film di animazione, il primo della serie, emerge
chiaramente l'importanza dello spirito di gruppo e della collaborazione per raggiungere un risultato comune.
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Perchè Sid non è con il suo branco?
Come mai Manny va nella direzione opposta rispetto a quella degli altri animali?
Perché le tigri vogliono mangiare proprio il bambino?
Perché, secondo te, Sid pensa subito di dover salvare il piccolo umano? Non pensa che sia pericoloso? Tu lo avresti fatto? Perché?
Manny non vorrebbe, ma poi aiuta Sid. Come mai?
Perché Manny vuole che Diego vada con loro? Pensi che si fidi di lui? Tu ti saresti fidato di
Diego?
Perché Manny è così scontroso e solitario?
Che cosa fa cambiare a Diego la sua idea di rapire il bambino?
“Al
posto
di...”
P er poter collaborare bisogna ascoltare e comprendere gli altri.
Proponete in classe di riscrivere la storia del film secondo i punti di vista dei quattro personaggi principali, aggiungendo i pensieri, le paure,
le difficoltà che ciascuno ha provato. Meglio se il lavoro viene svolto a
piccoli gruppi.
Ad esempio: Il bambino: «C’erano i lupi. Io avevo paura. Mia mamma
mi ha portato via di corsa, ma siamo arrivati al fiume e non potevamo
più scappare. Siamo saltati nell’acqua gelata e mamma ha nuotato fino a riva. Poi non l’ho più vista, ma un animale con delle unghione mi
ha preso gentilmente in braccio...».
D ividete gli alunni in gruppetti di cinque. Chiedete loro di disegna-
“Tutti
per un...
disegno”
re, ad esempio, ciò che vedono dalla finestra della classe. Date a
ciascun membro del gruppo, senza che gli altri sentano, una consegna, del tipo: «Puoi disegnare i muri ma non le finestre», oppure:
«Non puoi usare il rosso e il nero». Fateli disporre in fila indiana e ponete sul muro di fronte a loro un cartellone per gruppo e dei pennarelli. A turno, come in una staffetta, avranno ciascuno 30’’ di tempo
per cominciare o continuare il disegno richiesto. Cadenzate il cambio
con un fischietto in modo da permettere a tutti di avere lo stesso
tempo a disposizione. Vince la squadra che per prima avrà realizzato un disegno
unitario il più fedele alla consegna data.
Attraverso questo gioco si possono aiutare i ragazzi a pensare a quanto siamo diversi; quanto ciascuno fa quello che vuole, ma anche ciò che può; quanto dobbiamo
sforzarci per raggiungere un risultato unico e condiviso.
MONICA CURRÒ
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