Sydney per un giorno cattedrale a cielo aperto

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Sydney per un giorno cattedrale a cielo aperto
Via Crucis
Sydney per un giorno cattedrale a cielo aperto
DAL NOSTRO INVIATO A SYDNEY
MIMMO MUOLO
Tutti gli sguardi su Gesù. Un Gesù a torso nudo, che trema di freddo appeso alla croce piantata sul
molo di Barangaroo. Il Golgota della Gmg è qui, sulla baia di Sydney tagliata dal vento gelido del
crepuscolo. Qui dove un ragazzo italo-australiano ripete nella rappresentazione scenica il sacrificio
di Cristo. Alfio Stuto ha la barbetta appena accennata e i capelli scuri. Potrebbe essere uno qualsiasi
dei giovani della Gmg che lo hanno seguito in silenziosa preghiera per tre ore. Cioè da quando,
davanti alla Cattedrale di St. Mary, sedendosi a tavola in mezzo agli attori che impersonano gli
Apostoli, ha dato il via a una delle più straordinarie Via Crucis che la Giornata mondiale delle
Gioventù ricordi. Ora lassù, a quasi due metri di altezza, in mezzo ai due ladroni, davvero attira tutti
gli occhi su di sé. Proprio come dice la Scrittura.
Attira lo sguardo del Papa, che dopo aver letto la preghiera della prima stazione, ha seguito il
percorso davanti a uno schermo posto nella cripta della St. Mary’s Cathedral. Attira gli sguardi dei
quasi 100 attori, tra i quali spiccano un cireneo aborigeno, coperto della classica pelle di canguro, e
un’intensa Maria, che assomiglia alla Olivia Hussey del Gesù di Zeffirelli. Ma soprattutto, il Cristo
giovane di Sydney 2008, attira gli sguardi di quanti si sono riuniti nelle sette location sapientemente
distribuite nei luoghi simbolo della metropoli. Sono 500mila dal vivo (senza contare quelli davanti
alla tivù, 500 milioni secondo gli organizzatori). A fare non solo da cornice alla sacra
rappresentazione, ma a immedesimarsi nel clima spirituale, che la bella interpretazione di Stuto,
perfettamente calato nella parte del Cristo sofferente, va ricreando sotto i loro occhi.
Li trovi in attesa, fin dall’inizio dell’itinerario, lungo le transenne che delimitano l’itinerario. Li
vedi segnarsi al passaggio dei protagonisti, seguiti dalla croce delle Gmg sorretta da un gruppo di
volontari. Ragazzi e ragazze di ogni parte del mondo con le loro magliette colorate, con gli zainetti,
le bandiere e tutto l’armamentario della festa. Ma oggi la gioia lascia il posto al raccoglimento. E lo
si comprende subito, fin da quando il Papa esce sul sagrato per leggere la prima preghiera: «Aiutaci
ad apprezzare il grande dono del tuo Corpo e del tuo Sangue, chiave della tua e della nostra
Passione». Qualcuno applaude, ma lui invita al silenzio. Da quel momento in poi la partecipazione
della folla trasformerà il centro di Sydney in una grande cattedrale a cielo aperto.
L’intero percorso, infatti, è costellato di rimandi simbolici. La Cattedrale, quella vera, per l’ultima
cena. Il giardino del Domain trasformato in un moderno Getsemani, dove un ombroso Giuda
continua a consumare il proprio tradimento (sottolineato, tra l’altro, da una riuscita coreografia in
cui si fondono elementi di break dance e passi di danza classica). Poi la Galleria d’arte moderna,
con le sue altissime colonne doriche, che sembra un vero e proprio sinedrio. E su tutto il grandioso
fondale dei grattacieli di vetro e acciaio. Gesù ora è rimasto solo. Gli Apostoli si sono già dispersi.
Ma non la moltitudine dei pellegrini della Gmg, che continua ad accompagnarlo, mentre raggiunge
l’Opera House. Schiacciato dal potere di un Pilato arrogante e arroccato sulla sommità della
scalinata che conduce al teatro, condannato senza pietà, mentre il governatore romano si lava le
mani, il Cristo dal volto di ragazzo viene appeso per le mani e calato in una botola, dalla quale
riemerge a testa in giù, tutto segnato dai colpi del flagello.
Un brivido percorre la folla, quasi a testimoniare che non si tratta solo di un originale colpo della
regia di Franco Cavarra. Il pensiero corre alle «molte forme di tortura, che continuano in molti Paesi
anche oggi». «Ma Gesù – dice la voce che ad ogni stazione che legge le meditazioni di padre Peter
Steele – è vicino a tutti, colpevoli ed innocenti senza eccezione. Ed offre la vita al di là delle loro
pene attuali». L’ultima parte della Via Crucis è anche la più suggestiva. Alfio Stuto, caricato della
croce, attraversa il porto in battello e raggiunge Darling Harbour dove incontra le donne di
Gerusalemme, la Veronica e sua Madre. Poi su alcune piattaforme, ancorate al centro del
porticciolo, riceve l’aiuto del Cireneo-aborigeno. Infine il tragitto fino a Barangaroo per la
grandiosa scena della crocifissione. Il cielo si è fatto scuro come quel giorno di quasi 2000 anni fa a
Gerusalemme. C’è una sola sorgente di luce ed è proprio sotto la croce, dove il Cristo viene deposto
tra le braccia di Maria in una posa che ricorda la pietà di Michelangelo. Davvero tutti gli sguardi ora
convergono qui, su questo Golgota australe, che attraverso la tivù è visibile dal mondo intero. Per
una sera è Sydney la Gerusalemme del terzo millennio.