intervento di MonicaMicheli per CISMAI
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intervento di MonicaMicheli per CISMAI
La tutela dei minori nei conflitti familiari Monica Micheli* “In molti casi di separazioni coniugali conflittuali si assiste a situazioni in cui il bambino diventa oggetto di contesa: è utilizzato da un genitore contro l’altro; non è più visto come persona debole e da proteggere, né come portatore di diritti e sentimenti; pertanto in queste gravi situazioni egli deve essere difeso ed i suoi bisogni soggettivi devono essere prioritari rispetto ai bisogni degli adulti che lo circondano” (estratto dal comunicato stampa Cismai sul caso del bambino di Cittadella). Ci sono alcuni punti importanti che dobbiamo sempre avere presenti in questi casi: E’ fondamentale per il clinico saper ascoltare il bambino ed aiutarlo a proteggersi in queste situazioni, riconoscendo e dando voce al suo punto di vista e alla sua difficoltà ad esprimerlo nel timore di ferire uno o l’altro genitore e di perderne il sostegno (come dire che la protezione in questi casi non si attua solo con l’allontanamento fisico, che a volte anzi aumenta la rigidità e la fatica ad accedere all’ambivalenza, ma può anche essere effettuata attraverso la cura delle relazioni) L’alta conflittualità della coppia spesso corrisponde ad una separazione non portata a termine sul piano affettivo. Citando Cigoli: : la coppia è presa in un “legame disperante” all’interno del quale continua a sperare nel cambiamento dell’altro, e il dolore e la delusione della separazione sono trasformati in rabbia (e resi così più affrontabili). L’obiettivo del lavoro clinico deve essere quello di far emergere la “tenerezza dei legami” che sono oscurati e travolti dalla violenza, e fare qualcosa in loro favore. Come a dire che queste coppie devono essere curate, non solo sanzionate, e accompagnate alla transizione ad una fase successiva della loro relazione. Operatori e servizi inseriti in situazioni di alta conflittualità familiare corrono il rischio di: 1) Sentire la necessità di schierarsi con uno dei genitori, di solito quello che sentono più debole. Si riproduce così anche livello dei servizi quello che succede a livello emotivo ai figli. 2) Perdere di vista le esigenze e le necessità del/dei figli/o perché troppo presi dalle richieste di genitori che spesso si presentano come sofferenti e sono a loro volta molto infantili e richiedenti. E’ necessario pensare a dei modelli di cura più efficaci perché queste situazioni sono molto resistenti al trattamento E’ indispensabile creare una sinergia di intervento che coinvolga operatori clinici, sociali e giudiziari. Psicologi, assistenti sociali, giudici e avvocati devono condividere l’obiettivo della cura e della tutela, né cura né tutela sono possibili se al tempo stesso si fomenta il conflitto, l’interesse del bambino va rimesso al centro dell’intervento. Fa riflettere una lettera di un padre “inventata” (o liberamente riadattata) dall’ex Presidente del T.M. di Firenze Gianfranco Casciano, che riporto integralmente come spunto di riflessione: Carissima te ti scrivo direttamente, senza il tramite dell'avvocato e so che queste mie parole ti sorprenderanno così come sorprendono e lasciano in fondo insoddisfatti le vittorie che creano crisi di astinenza dal contrapporsi quando il contrapporsi è divenuto quasi ragione di vita. Sai bene che non sono un tipo che getta la spugna, né sono arrendevole; lo hai visto, anche su consiglio dell'avvocato ho fatto di tutto, il Tribunale ha anche applicato la nuova legge, sei stata condannata a 1500,00 euro di ammenda in favore della Cassa delle Ammende, (forse non lo sai, hanno pubblicato su una rivista la sentenza). Tu hai protestato rinfacciandomi che sono soldi tolti a nostra figlia, hai ragione, anche a me ha fatto pensare il fatto che quei soldi debbano andare alla cassa della ammende e finire chissà come piuttosto che essere destinate a nostra figlia; non puoi pensare che la cosa mi abbia soddisfatto, ma mi dicevi una volta che ti piaceva proprio questo lato del mio carattere, il non essere arrendevole, ricordi? E così, anche dopo la sentenza che ti aveva condannato ho insistito, non certo per fare sfoggio del mio carattere, ma perché adoro mia figlia e visto che non avevi mutato atteggiamento dopo che ti avevano sanzionato con l'ammenda... …ma ti rendi conto da quanto non riesco a stare con mia figlia? ....Hai visto la sua faccia stralunata, nel sentirti urlare tutte le provocazioni a cui mi sono abituato a non rispondere?... Se ci penso strappo questa lettera e mi rimangio la decisione che mi ha portato a scriverla...l'avvocato ha detto che non mi segue in questa linea, che così roviniamo tutto il lavoro fatto, il Tribunale ci ha sempre dato ragione ...ma mi è sufficiente che tu non equivochi la mia decisione, mi è sufficiente questo. Mi arrendo, mi arrendo, carissima te, mi arrendo, ma mi arrendo per il bene di nostra figlia: mi arrendo per non dare a te la soddisfazione di rinfacciarmi di avere chiesto l'intervento dei Carabinieri o della Polizia, mi arrendo per non permetterti di dire a nostra figlia che le ho fatto subire l'umiliazione di vedersi arrivare a casa, a scuola, i Carabinieri e la Polizia: eppure avrei il diritto di farlo, dopo la decisione del giudice che ha stabilito l'esecuzione con la forza pubblica. Ho letto e riletto il provvedimento, mentre scrivo ce l'ho qui accanto… leggilo bene anche tu, leggi, oltre le fredde, dure parole, che sanno di romanzo dell'Ottocento. Il Tribunale, così è scritto, dispone che il padre possa vedere e tenere con sé la minore secondo modalità definite in sentenza avvalendosi dell'ausilio delle Forze dell'Ordine territorialmente competenti sul luogo di residenza della minore con la assistenza dei Servizi Territoriali. Dispone che il presente provvedimento sia comunicato alla Polizia ed ai Carabinieri affinchè prendano atto delle disposizioni assunte con la sentenza in favore del padre e provvedano a fare osservare alla madre il calendario di visite ed incontri colà disposto avvalendosi dell'ausilio dei Servizi Sociali per facilitare l'incontro e la consegna della minore al padre. Leggile queste parole e dopo se ne hai il coraggio ricerca gli occhi di nostra figlia per cercar di leggere la sua anima, raffronta quelle parole con quelle che ci dicevamo, con le parole che leggevamo… ricordi... II gabbiano Jonathan?.... Che fine farà il nostro piccolo gabbiano Jonathan? Come farà ad imparare a volare con un'ala sola? Mi arrendo, sarai sollevata, così come saputa la mia decisione ho sentito sollevata l'assistente sociale che aveva già fatto tante storie, ma poi, te l'immagini una assistente ed un poliziotto o due sempre a disposizione, anche il sabato o la domenica? Ma se fossero tante le coppie come noi ci vorrebbe un esercito...come per le discariche di Napoli...L'assistente ha detto all'avvocato che non tocca al servizio sociale fare simili esecuzioni e che avrebbe scritto al Presidente del Tribunale per i Minorenni…. l'avvocato le ha risposto che non capiva a che titolo si sarebbe rivolta al Presidente del Tribunale per i Minorenni e che l'avrebbe denunciata, comunque lui ha già scritto al Presidente del Tribunale per i Minorenni per chiedergli di insistere con l'assistente sociale…. perché esegua il provvedimento… ma l'avvocato ha anche detto che non sa cosa potrà rispondere il Presidente del Tribunale per i Minorenni, visto che il provvedimento è del Tribunale ordinario… ma l'avvocato ha accennato nella sua lettera che forse il tuo comportamento, così negativo per il diritto della bambina di poter avere rapporti con me, potrebbe essere valutato come pregiudizievole, non so se ha chiesto la decadenza dalla potestà, forse no, ma non ti preoccupare, visto che tu ce l'hai con me,...ma la bambina, così hanno scritto...è ben allevata ed accudita...potrai mai decadere dalla potestà? Visto che ce l'hai solo con me e non me la vuoi far vedere...il mio piccolo gabbiano Jonathan ha certo il diritto di stare anche con me...ma non con due carabinieri accanto, ha bisogno di due ali....due ali, carissima te...quindi io faccio un passo indietro...per non farci entrare anche due poliziotti...pensa quanta gente abbiamo già coinvolto nella nostra storia ...giudici, avvocati, assistenti sociali, psicologi, CTU, CTP....e forse sarebbe bastato riuscire a leggere assieme in un luogo neutro, con l'aiuto di un buon bibliotecario, il libro giusto, per imparare a costruire delle ali per nostra figlia, forse sarebbe stato necessario farlo dapprima, da subito, prima di far scrivere, ricordi la canzone di Paolo Conte? …quelle parole scritte a macchina….due ali, assieme per la nostra figlia....assieme... da sola non potrai che costruire, oltre la tua, un'altra ala posticcia e la bimba farà la fine di Icaro. Pensaci carissima te. Pensaci. Siamo sempre in tempo a trovare la biblioteca giusta. Ciao, saluta il piccolo gabbiano. Mi piacerebbe che lettere come questa fossero il risultato di un lavoro terapeutico e che noi operatori imparassimo a costruire delle biblioteche dove insieme le coppie possano essere aiutate a sfogliare le pagine dei libri più giusti per loro, perché i bambini non debbano più imparare a volare con un’ala sola. *Psicologa, psicoterapeuta relazionale Membro del CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e Abuso all’Infanzia) Supervisore presso il Centro di Aiuto al Bambino Maltrattato e alla Famiglia Giudice Onorario del Tribunale per i Minorenni di Roma