Q Magazine: trascritta in italiano anche la Seconda
Transcript
Q Magazine: trascritta in italiano anche la Seconda
Q Magazine: trascritta in italiano anche la Seconda Parte Scritto da Sir Psycho Sexy Martedì 26 Luglio 2011 16:02 - Ultimo aggiornamento Martedì 26 Luglio 2011 21:42 ->LEGGI LA PRIMA PARTE<- Q: «C’è stato evidentemente un grado di frizione nella band dopo l’uscita di Scar Tissue…» AK: «Shock, orrore.» Q: «Col senno di poi, hai rivelato troppo?» AK: «Avrei potuto rivelare di più, avrei davvero potuto. E’ stato il mio primo tentativo di dire la verità su di me…e nel farlo devi essere super attento a non dire le storie degli altri in un modo in cui potrebbero non sentirsi a loro agio. In retrospettiva ho fatto degli errori lungo la strada e ho chiesto perdono per essi…Ha causato piccole frizioni, ma mi sento perdonato. Per la maggior parte.» Q: «Hai mai finito di leggere il libro di Anthony, Flea?» F: « Non l’ho mai fatto, no. Probabilmente verrà un tempo in cui vorrò farlo, ma mi fa ancora andare fuori di testa. Ovviamente è la prospettiva di Anthony su ciò che è successo…» Q: «Se la storia dei Chili Peppers fosse un film, quale sarebbe il punto più drammatico?» AK: «Oh, Gesù, andiamo! Così tanti drammi! Ma ovviamente la morte di Hillel in particolare, la più grande perdita e punto di svolta delle nostre giovani vite fino a quel punto. Avere 26 anni e perdere il ventricolo sinistro del cuore è stata probabilmente la cosa più drammatica che mi sia successa nella vita…Ma amo la nostra storia, nel bene e nel male, nel dolore e nella vitoria. Siamo stati tutti piccoli stronzi di volta in volta, e siamo anche cresciuti lungo la strada.» 1/4 Q Magazine: trascritta in italiano anche la Seconda Parte Scritto da Sir Psycho Sexy Martedì 26 Luglio 2011 16:02 - Ultimo aggiornamento Martedì 26 Luglio 2011 21:42 F: «Tutto ciò che è successo è stato difficile. Ma a causa di questa difficoltà c’è anche stata una grande opportunità di rinascita, ogni volta. Ho imparato ad essere grato per le sfide, perché so che, più sono difficili, più ne viene fuori qualcosa di grande. Le due cose non possono esistere senza l’altra.» CS: «Quello che so è che non vorrei che Will Ferrell mi interpretasse in quel film.» Q: «Qualche rimpianto?» AK: «Non fino ad ora che siedo vicino a te.» F: «Cambiare tutto il casino completo che ho fatto? No. Vieni al mondo e devi fare i tuoi errori per crescere. Mi sono comportato male molte volte, sono stato fotutamente rude, odioso, egocentrico, presuntuoso, uno stronzo tante volte – e sono grato per questo.» Q: «Anthony, in Scar Tissue hai scritto riguardo al cadere giù dal treno durante il tour di Californication – strafatto in un hotel di LA con la tua compagna di allora, fumando crack ed eroina 24 ore al giorno. Quanta colpa hai dato durante gli anni alla tua educazione non convenzionale?» AK: «Ermm… Quella era una piccola bomba ad orologeria dentro di me che aspettava di esplodere. L’ambiente influisce sempre, ma credo che sarebbe successo indipendentemente dalla mia educazione. C’era un demone lì dentro che aspettava il suo momento.« Q: «Non ti domandi mai come fai ad essere ancora qui?» AK: «Non ho mai avuto la sensazione che morire fosse una buona idea. Ho appena avuto un bambino, così sono in cerca di un lungo cammino a questo punto.» Q: «Com’è stata l’università, Flea?» F: «L’ho amata, e onestamente vorrei tornare indietro negli anni. A stento ho fiatato durante il liceo. Non sono mai stato una persona educata al di fuori del mio processo di crescita personale. La cosa principale che ho fatto è stata analizzare Bach; ciò che ha fatto è il picco della conquista umana. Avendo, tipo, cinque diverse melodie complesse che vanno tutte allo stesso tempo, ognuna in sé la cosa più eccezionale che hai mai sentito e tutte che funzionano assieme. Il genio di ciò fa trasalire la fottuta mente. Mi piaceva stare in un posto in cui non dovevo sentirmi in colpa raccogliendo le idee di qualcuno.» Q: «Il Silvelake Conservatory è nel suo decimo anno…» F: « E’ una gran parte della mia vita. Richiede molto finanziariamente, ma è una cosa meravigliosa. Io ero un ragazzo problematico. Ero in strada, entravo nelle case della gente, facevo uso di droghe – tutte queste cose. Ma la cosa che mi ha tenuto insieme è stata andare a scuola e suonare nella banda jazz, nella banda in marcia. La musica mi ha dato senso di disciplina. Altrimenti chissà cosa mi sarebbe successo.» Q: «Tu insegni anche, al Conservatory. Quale pensi che sia il segreto di un buon insegnamento?» F: In risposta a questa domanda voglio raccontare una storia veloce… C’era un ragazzo a cui insegnavo – aveva tipo 10 anni; fu durante un periodo in cui i Chili Peppers staccarono per sei mesi e io ero in giro. Gli stavo insegnando a suonare la tromba. Era un ragazzo che era stato sballottato in giro da casa d’adozione a casa d’adozione ed aveva grosse difficoltà nel prestare attenzione. Me lo sono fatto amico e l’ho tirato su ogni mattina – viveva in questo fottuto, duro orfanotrofio. Gli piaceva la musica, ma non sapeva niente al riguardo. Ma avrebbe preso questa tromba e non sarebbe stato rinnegato. Vedo la sua piccola faccia, assolutamente determinata a tirar fuori un suono da quella cosa. Quel ragazzo, l’ultima volta che gli ho parlato è stato pochi mesi fa ed era entrato nella USC…[I suoi occhi lacrimano e comincia a commuoversi, ndr] … Ed è così fottutamente 2/4 Q Magazine: trascritta in italiano anche la Seconda Parte Scritto da Sir Psycho Sexy Martedì 26 Luglio 2011 16:02 - Ultimo aggiornamento Martedì 26 Luglio 2011 21:42 bello. Significa molto per me. Mi emoziono al riguardo. Mettendola in termini di insegnamento, un pochino fa davvero molta strada.» Q: «Sei vicino ai 50 adesso…» F: «Lo sono, ma sono anche più consapevole che mai di ogni momento che passa. Sento davvero gioia e profonda soddisfazione nel vivere il momento.» AK: «Mi piace l’idea di oppormi alla convenzione di ciò che deve essere nei tuoi 40, 50 o 60 anni. Scoprire che surfare, in questo stadio della mia vita, mi porterà definitivamente a restare attivo fino al giorno della mia morte. Così, si accetto la sfida… Nello stesso modo in cui lo ha fatto [l’ultimo guru americano dell’esercizio e della nutrizione anche conosciuto come Il Parino del Fitness, ndr] Jack LaLanne – facendo cose nei suoi 70 anni che nessun altro uomo sulla terra potrebbe fare: tirare rimorchiatori attraverso la Baia di San Francisco con i suoi denti.» Q: «Com’è cambiato il tuo regime giornaliero da, diciamo, 15, 20 anni fa?» AK: «Uno per cento.» Q: Che precisamente vuol dire? AK: «Vuol dire 100 per cento.» F: «Mi sento più felice adesso di quanto non sia mai stato in tutta la mia vita. Non credo di aver mai amato completamente chi ero prima e me la sono sempre presa con me stesso per questo. Il risultato è che il mio rapporto in generale con la gente è molto migliorato. Ma la mia base è più o meno la stessa. Mi alzo e faccio alcune forme di espressione fisica… Faccio surf. Quest’anno ho corso la maratona di LA. E poi è un giorno di musica e persone care.» CS: «Le mie abitudini sono molto diverse. Vent’anni fa tutto riguardava il fuggire da me stesso. Avrei fatto di tutto per sfuggire – guidare moto, farmi, donne, droghe… Non è quello che sono oggi. Sono un padre, un marito… Non sono perfetto in nessun senso, ma vedo progressi.» Q: «Cosa ne sarà dei Chickenfoot?» CS: «Ho dovuto ascoltare le storie di Eddie Van Halen da Sam e Michael.» AK: «Non posso credere che non ho mai ascoltato i Chickenfoot.[rivolto a Klinghoffer, ndr] E tu? [ ri volto a Q, ndr ]. » Q: No. AK: «Ecco: tre uomini in una stanza che non hanno mai ascoltato i Chickenfoot.» Q: «Qual è l’ultimo sballo?» F: «Ho sempre pensato che spararti un quarto di grammo di coca ti avrebbe incendiato le fottute palle degli occhi…» CS: «C’è questa cosa nuova che si suppone sia più tossica del crack.» F: «Siamo cresciuti nella cultura della droga e da ragazzo ne ho usata molta. Quando mi sono fermato, all’inizio era alquanto noioso. Era tipo “Dio, è tutto così piatto”. Poi ho cominciato, con altre intenzioni, ad avere esperienze di trip veramente fottute – meditazioni, cose spirituali. Tutte cose attraverso le quali ho raggiunto alla fine uno stato alterato di coscienza. Ci sono molti modi di sballarsi, l droghe te lo fanno fare solo più velocemente. Fumo ancora erba ogni tanto ma principalmente resto sobrio.» CS:« Lo sballo più grande che ho avuto è stata un’esperienza di quasi-morte schiantandomi con la mia moto. C’è questo posto sul Sunset Boulevard chiamato La Curva dell’Uomo Morto… Mi ero fatto troppi Long Island Ice Teas e girai l’angolo con la mia moto. Andai contromano e 3/4 Q Magazine: trascritta in italiano anche la Seconda Parte Scritto da Sir Psycho Sexy Martedì 26 Luglio 2011 16:02 - Ultimo aggiornamento Martedì 26 Luglio 2011 21:42 quando capii che non sarei stato in grado di tornare indietro, il mondo rallentò completamente. Tutto era super brillante. Potevo sentire il cinguettio degli uccelli. E’ stata un’esperienza incredibile.» F: «Dalle descrizioni che si sentono dalla gente che ha le illuminazioni, è queso che succede ogni volta.» CS: «Niente l’ha mai battuto. Se potessi vivere la vita in quel modo, senza l’ostacolo delle auto che arrivano, sarebbe la più grandiosa fottuta cosa di sempre. Ma è durato solo tipo tre secondi e poi – Bam! “Arrghh!!”.» AK: «Penso che morire sia lo sballo supremo… Mi piace la definizione di Chris Rock [comico, ndr] di come vorrebbe morire: guidando a 150mph mentre una delle Kardashian ti fa un ******* e ascoltando il primo disco dei NWA a tutto volume.» Q: «Come vorresti morire?» AK: «Sul sedile posteriore con l’altra sorella Kardashian, ovviamente.» Q: «Qual è il punto più basso?» F: «Sono sceso molto in basso in passato, dove ho dovuto chiedermi il valore della mia esistenza. Quello è il punto più basso, ma adesso sono abbastanza su.» Q: «Quando hai pianto l’ultima volta?» JK: «Due anni fa. I miei condotti lacrimali non lavorano mai sul serio.» AK: «Sono un piagnone – fammi sapere se ti servono consigli. Posso piangere ogni giorno, in un buon modo. Se mi siedo e penso al mio bambino. Ma sono stao su un aereo di recente, tornando dalle Hawaii a Los Angeles, con Rick Rubin giusto a fianco al corridoio, guardando il film di Justin Bieber, Mai Dire Mai. Ho pianto due volte durante il film e volevo che tutto il mondo lo sapesse! Stavano facendo questa falsa distribuzione di biglietti del concerto a ragazzine di 16 anni. La falsità non importava – era la reazione delle ragazze. Quando vedevi queste piccole ragazze piangere in delirio, mi sono perso. Dopo ho deciso di dirlo a Rick e lui ha detto “Anche io stavo piangendo in quel punto del film”. Questo è tutto.» Q: «Nient’altro da dichiarare?» F: «Va tutto alla grande, amico.» Sul forum-> Traduzioni interviste Grazie a bssm 4/4