Il Processo del Commissioning

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Il Processo del Commissioning
Il Processo del Commissioning
Luca A. Piterà – Segretario Tecnico AiCARR
ABSTRACT
Il Commissioning (acronimo Cx) è in genere anche all’estero una prassi non comune, eppure in
paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito sta diventando sempre più frequente per il
riconoscimento, da parte di proprietari di edifici e degli altri operatori/attori coinvolti, del fatto
che gli edifici e i loro sistemi tecnologici spesso non si comportano nella pratica così come i
progettisti hanno previsto. Il termine “Commissioning” ha molte definizioni, tra cui la più
semplice di tutte è “un insieme di procedure, responsabilità e metodi per far progredire un
sistema dalla fase di installazione al pieno funzionamento in conformità con l’intento
progettuale”. Tale definizione varia sia a seconda dell’obbiettivo del Commissioning (edificio
oppure tipologia di sistemi) e delle attività ad esso collegate, sia dalla sua durata che può
iniziare dalla fase di Concept o fase di pre-Design del sistema edificio impianto e continuare
oltre la messa in servizio e la fase di occupazione dell’edificio stesso. Essendo il Commissioning
una “best practice” ha trovato terreno fertile all’interno dei principali protocolli di sostenibilità
(ad esempio LEED® e BREEAM®), che lo richiedono a vari livelli a garanzia del risultato finale.
INTRODUZIONE
Il Commissioning (di seguito semplicemente Cx), ha le sue radici storiche nel campo delle
costruzioni navali in cui il termine fu usato per descrivere il processo seguito per assicurare che
una nave fosse in condizioni di navigare e pronta per il servizio.
Il Cx è oggi una prassi comune per i sistemi di controllo degli impianti industriali. I principi alla
base del Cx sono simili a quelle della gestione della qualità globale (Total Quality Management,
TQM), dove si tenta di stabilire dei criteri che possono essere monitorati e valutati per
determinare se la qualità di un’attività desiderata o di un sistema è all’altezza delle sue attese.
Il Cx quindi è possibile definirlo come un processo sistematico di garanzia della QUALITA’ che
si svolge durante l’intero processo di progettazione, di costruzione e si protrae durante
l’occupazione dell’opera intesa come sistema Edificio-Impianto, contribuendo a garantire, che
tale sistema in fase di costruzione rispecchi alla consegna le aspettative della Committenza.
Il processo di Cx si fonda sul principio di responsabilità della qualità dell’operato di tutti gli
attori che si occupano della progettazione, della costruzione, della manutenzione e infine degli
utilizzatori dell’edificio. Questo gruppo di persone definito in seguito “Gruppo di
Commissioning” ha la facoltà di utilizzare metodi e strumenti al fine di verificare che il progetto
(inteso come processo di realizzazione dell’opera durante le fasi di Cx), sia conforme ai requisiti
imposti della committenza.
Il processo di Cx propriamente detto si articola in quattro fasi principali che si declinano in
maniera differente a seconda sia dei sistemi messi a Cx sia in funzione dello scopo e della
tipologia di edifici, si rimanda ai prossimi capitoli per un maggior dettaglio.
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Diversi protocolli di certificazione di ecosostenibilità applicati agli edifici stanno introducendo
anche in Italia il Processo di Cx, per questo motivo, spesso, si è portati a pensare che il Cx sia
uno degli elementi costituenti la certificazione di sostenibilità. In realtà il Cx è nato e si è
sviluppato autonomamente, inteso soprattutto come processo di qualità ed è attuabile anche
autonomamente dalle certificazioni.
Anni orsono nacque una definizione, ormai, un po’ obsoleta e in disuso, ma che, in un certo
senso, anticipava sia la definizione di edificio ecosostenibile, sia la definizione del processo di
Cx, si parlava, infatti, di “Edificio Intelligente”: nell’ambito ingegneristico ed impiantistico più in
particolare, un tale edificio veniva inteso come un edificio altamente tecnologico ed
automatizzato, parallelamente, tuttavia, nell’ambito architettonico si intendeva per edificio
intelligente un involucro che potesse sfruttare al meglio le risorse del sito, ottimizzando, al
contempo, gli spazi interni e la logistica propria dell’attività (per esempio un complesso
ospedaliero o un centro elaborazione dati).
L’evoluzione di entrambe queste concezioni, oltre che delle tecnologie costruttive a
disposizione, ha portato la parte impiantistica (Building Automation) a necessitare di uno
stretto coordinamento fra le varie attività tecniche e i vari sistemi presenti nell’edificio (il Cx,
appunto) e la parte architettonica alla concezione dell’edificio rispettoso dell’ambiente e delle
persone che vi operano all’interno cioè all’idea di ecosostenibilità.
I PROTOCOLLI DI ECOSOSTENIBILITA’ PIÙ DIFFUSI ED IL LEGAME CON IL CX
I protocolli di eco sostenibilità più diffusi ed il legame con il Cx
Vari protocolli di certificazione di ecosostenibilità si stanno affermando da alcuni anni in tutto
il mondo, la maggior parte di essi fa uso del cosiddetto “Rating System”, ovvero una matrice di
possibilità, formata da “crediti” ad ognuno dei quali viene assegnato un punteggio e che possono
essere perseguiti oppure no, il meccanismo dei crediti consente di sommare un certo punteggio
che definisce la certificazione e/o il livello di ecosostenibilità del progetto. Attualmente il
protocollo LEED® Leadership in Energy an Environmental Design, messo a punto negli Stati Uniti
dal Green Building Council è sicuramente il più adottato nel mondo, anche in Italia sta ottenendo
un certo successo grazie ad una certa flessibilità delle sue tipologie e grazie anche al fatto che
alcuni anni orsono è stato fondato anche il Green Building Council Italia. Altro protocollo fra i
più diffusi a livello mondiale è il BREEAM® Building Research Establishment Environmental Assessment Methodology,
emesso dalla britannica BRE Building Research Establishment, a breve sarà introdotto anche sul
mercato italiano e anch’esso fa uso di un rating system. Esistono anche altri standard come
quello tedesco (DGNB - Deutsche Gesellschaft für Nachhaltiges Bauen) e quello francese (HQE
- Haute Qualité Environnementale), più presenti a livello locale che non internazionale. Anche
l’Italia ha messo a punto un protocollo di ecosostenibilità denominato ITACA (Istituto per
l’innovazione e trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale), che però, al momento
è ancora in successive fasi di revisione e, pur se adottato da diverse regioni, ancora stenta a
diffondersi sul mercato. Entrambi i protocolli più diffusi, LEED® e BREEAM®, ma anche DGNB,
“prescrivono” il processo di Commissioning come strumento irrinunciabile per gli obiettivi di
risparmio energetico e di benessere per gli occupanti.
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Un edificio definito ecosostenibile non può prescindere dalla ricerca di una prestazione
energetica ottimale dei suoi impianti e quindi dall’adozione di un processo di Commissioning,
oltre all’aspetto del risparmio energetico, però, vi sono anche dei fattori costruttivi che fanno sì
che queste certificazioni siano legate a doppio filo al Cx.
In primo luogo la stretta connessione di diversi “Crediti” al funzionamento ed alla tipologia degli
impianti. Per esempio, le condizioni microclimatiche interne regolabili, la qualità dell’aria
interna e la ventilazione minima, l’impiego di energie rinnovabili, oppure il piano di misure e
verifiche (M&V – Measurement and Verification), sono tutti aspetti che dipendono da una
corretta progettazione, costruzione e calibratura degli impianti tecnologici.
In secondo luogo la necessità di coordinare in modo sistematico tutte le attività che vengono
attuate durante la progettazione e la costruzione di un edificio. Il processo di Cx rappresenta,
perciò, uno strumento potentissimo per l’attuazione di una certificazione e ne rappresenta, il
braccio operativo.
Fino ad oggi, in Italia, il Cx essendo stato introdotto da LEED® è sempre stato dedicato, quasi
esclusivamente, agli impianti “meccanici” (HVAC, ACS, Idraulici) ed ad una piccola parte degli
impianti elettrici (Lighting Controls), tuttavia, gli impianti di un edificio che richiedono controlli
in costruzione, tarature e messa a punto e che consumano energia non sono solo quelli
meccanici e, per questo motivo, potrebbe essere utile andare in cerca di altre economie, non
solamente energetiche, su altri impianti.
Gli impianti elettrici sono un’altra fonte di consumo e quindi di possibile miglioramento, magari
attraverso opportune calibrazioni o una più corretta gestione; gli ascensori, tutti gli impianti
speciali, come il sistema di rivelazione fumi, la diffusione sonora, il controllo accessi e quindi il
BMS necessitano di tarature e di verifiche sui rispettivi funzionamenti e, soprattutto di gestione
e manutenzione accurate. In alcuni casi il Cx viene esteso a tutti questi impianti, i quali, a loro
volta, durante la costruzione, hanno bisogno di una programmazione serrata e di un
coordinamento molto capillare per fare in modo che tutto, alla fine del processo di costruzione,
funzioni esattamente come era previsto, nei tempi previsti e come si aspetta il Committente.
Possiamo dunque dire che i legami esistenti fra le certificazioni di ecosostenibilità e il Cx sono
di doppia natura, ovvero, di natura prettamente tecnica, in quanto la certificazione ricerca una
prestazione tecnica ottimale e il Cx la mette in pratica e di natura gestionale, in quanto il Cx ha,
fra i suoi compiti anche e soprattutto il coordinamento delle varie componenti attive di un
progetto.
Legami praticamente inscindibili e tali da creare anche una certa dipendenza se pensiamo che
LEED®, ad esempio, non impone obbligatoriamente un Professionista LEED, mentre la CA
indipendente ed il Cx ne sono un Prerequisito.
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Configurazione tipica del Gruppo di Progettazione fino agli anni ‘70
Ing. Meccanico
Ing. Elettrico
Architetto
General Contractor
Elec. Contractor
Mech. Contractor
Configurazione
tipica del
Gruppo
di Progettazione
dopo lafino
metà
Figura
1 - Configurazione
tipica
del Gruppo
di progettazione
aglidegli
anni ’70.
anni ‘70
Ing. Meccanico
Ing. Elettrico
Architetto
General Contractor
Data/Security/Misc.
Fire Alarm
Da cui risultano le seguenti lacune fra
le differenti discipline:
• Poco coordinamento
• Perdita di dettagli
• Varianti costose
• Ritardi sulle programmazioni
Fire Protection
Controls Contractor
Elec. Contractor
Mech. Contractor
Nuova Configurazione
del di
Gruppo
di Progettazione
con ildegli anni ’70.
Figura 2 - Configurazione
tipica del Gruppo
progettazione
dopo la metà
Commissioning
Il Commissioning aiuta
a coprire le lacune nel
coordinamento
Il Commissioning
abbraccia l’intero
Figura 3 - Nuova configurazione del gruppo di Progettazione con il Commissioning.
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La durata nel tempo dell’ecosostenibilità e del Cx
E’ evidente a tutti che le prestazioni di un qualsiasi sistema o impianto, sono soggette ad un
certo deterioramento nel tempo.
Molti fattori possono influenzare questo decadimento: usura e peggioramento dei rendimenti
dei componenti, mutate condizioni di uso, scarsa manutenzione e anche perdita delle corrette
tarature e calibrazioni, ciò influenza, col passare del tempo, anche la condizione di
ecosostenibilità di un edificio; un edificio perfettamente ecosostenibile oggi, fra tre o quattro
anni potrebbe essere un cosiddetto “Buco nero dal punto di vista energetico”, inoltre anche altri
fattori qualificanti dell’edificio, quali serramenti, isolamenti, impermeabilizzazioni, potrebbero
incorrere in decadimenti o guasti. In realtà alcune certificazioni ecosostenibili stanno già
introducendo il concetto di certificazione “continua” o soggetta a conferma, esattamente come
si fa per qualsiasi altra certificazione (anche la certificazione energetica italiana ha una durata)
ed è evidente che, se da un lato l’ente certificatore ne trae guadagno, dall’altro è altrettanto
evidente che questa riconferma garantisce al marchio di certificazione la qualità nel tempo.
Quasi tutti gli edifici certificati come ecosostenibili in Italia sono piuttosto recenti pertanto il
problema ancora non è stato affrontato in modo sistematico, tuttavia già alcuni di questi stanno
andando incontro ad un decadimento per errate strategie di controllo o per uno qualsiasi dei
motivi sopraelencati.
Si potrebbe pensare, come esempio a quello di una scuola, dotata di pannelli fotovoltaici e di
macchine per il rinnovo dell’aria in tutti gli ambienti, che, per problemi burocratici, non sia
riuscita ad attivare in tempo utile il contratto per i pannelli fotovoltaici con l’ente fornitore di
energia elettrica e che, avendo ricevuto la prima fattura di energia elettrica, abbia deciso, per
risparmiare, lo spegnimento delle macchine e di effettuare i ricambi con il vecchio sistema di
aprire le finestre all’intervallo, oppure ad un edificio di mini residenze che, non avendo
effettuato le sostituzioni dei filtri sulle UTA, fermasse le stesse per evitare guasti alle macchine.
E’ evidente che, in entrambi i casi, quegli edifici non otterrebbero più la certificazione o
comunque una prestazione non conforme, ma, al di là del riconoscimento scritto, vi è qualcosa
di più importante da prendere in considerazione da parte della Proprietà o del Gestore e questo
qualcosa è l’efficienza di tutto quanto è stato costruito. Ognuno di noi sa bene all’atto di acquisto
di un’auto o di una barca o anche di una macchina utensile per la produzione che dovrà
effettuare una serie di manutenzioni ordinarie, manutenzioni straordinarie ed, alle volte, anche
degli aggiornamenti dell’oggetto acquistato. Questo vale anche per gli edifici e, a maggior
ragione per gli impianti che impiegano organi meccanici in movimento. Nessuno di noi si
sognerebbe di tenere le stesse gomme o gli stessi freni per tutto il ciclo di vita di un’automobile,
oppure di non usare più i fari quando una lampadina si brucia e di sostituire l’intera auto
anziché rifare i freni o sostituire le gomme, eppure nell’edilizia e, soprattutto, nell’impiantistica,
accade anche questo. Le conseguenze più macroscopiche di questo tipo di “strategie” sono le
seguenti:
1) mancato pay-back da un punto di vista economico a causa di ridotti rendimenti degli
impianti, reclami dell’occupante, maggiori costi degli interventi di sostituzione dei pezzi
guasti e/o tempi di fermo macchina.
2) ridotta efficienza nelle prestazioni di benessere: scarso ricambio d’aria (pensiamo per
esempio ad una piscina), formazione di muffe o agenti biologici dannosi (condotte d’aria
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sporche o umidità relativa regolata male), decadimento progressivo ed irreversibile
delle apparecchiature meccaniche elettriche ed elettroniche.
3) per ambienti di lavoro o, comunque, pubblici, ridotta prestazione in termini di salute e
sicurezza degli occupanti e possibilità di incorrere in sanzioni pecuniarie per il mancato
rispetto delle normative vigenti.
Vi è poi da considerare l’aspetto degli aggiornamenti che, se effettuati in tempo utile possono
portare ad un ulteriore miglioramento dell’efficienza di tutto il sistema e di evitare la
sostituzione dell’intero pezzo in quanto non più in commercio o non più compatibile con le
attuali tecnologie (ad esempio i software gestionali dei BMS o i loro protocolli di trasmissione).
Da tutto quanto sopra emerge in modo molto chiaro ed evidente che così come i sistemi
impiantistici non sono immutevoli nel tempo lo è anche una certificazione di ecosostenibilità e,
sicuramente, è più economico e ripagante rinnovarla piuttosto che aspettare che decada e rifare
l’intero processo.
Allo stesso modo e per gli stessi motivi, i sistemi di nuova costruzione che sono stati sottoposti
a Cx durante la fase di costruzione andrebbero posti sotto “Recommissioning” dopo un certo
periodo di tempo o all’atto di modifiche sostanziali degli impianti stessi (per esempio per un
cambio di layout interno) o anche per una semplice verifica dell’efficienza ottenuta, magari per
dare un ulteriore miglioramento a posteriori, avendo a disposizione dei grafici di trend dei
consumi.
La pratica del Recommissioning, di fatto molto poco usata in Italia, aiuta tutti gli operatori attivi
(Proprietà, Conduttore, Manutentore ed Occupanti) ad ottenere ognuno il proprio obiettivo e
quindi assolutamente necessaria nel perseguimento della ecosostenibilità del costruito.
Una pratica che gli americani definiscono “win-win”, o “you win, I win”.
L'ottenimento della certificazione di sostenibilità: punto d'arrivo o paletto di
partenza
Anche se le definizioni cambiano (edificio intelligente, ecosostenibile, green building, nZEB,
etc.) la sostanza, di fatto, rimane sempre la stessa: l’evoluzione del mondo delle costruzioni
impone edifici sempre più complessi, sempre più usufruibili e sempre più economici.
Questi tre fattori fondamentali comportano un cambiamento continuo nel modo di costruire
alla ricerca di un punto di equilibrio fra di essi.
E’ anche evidente che l’ecosostenibilità di un edificio non deriva solamente dalla necessità di
ridurre l’inquinamento ambientale, cosa che comunque è necessaria, ma anche da fattori
economici, da fattori pratici e da fattori di benessere interno, che si traduce in salute degli
occupanti e, quindi, comunque, in economia generale.
La domanda quindi è: “Quando abbiamo ottenuto una certificazione di ecosostenibilità abbiamo
terminato il nostro compito?
Allo stesso modo potremmo pensare: “Quando abbiamo ottenuto la certificazione ISO 9000, è
finito il compito degli operatori?
È più che ovvio che la risposta ad entrambe le domande è no.
Ovvero, così come una volta ottenuta una certificazione di qualità un’azienda deve lavorare in
qualità, allo stesso modo quando un edificio è stato riconosciuto ecosostenibile, gli operatori
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attivi devono lavorare in “ecosostenibilità”, questo più per ottenere gli obiettivi a medio e lungo
termine che non per rispetto della certificazione.
I punti da indicare come “buona pratica” (best practice) sono molti e, lasciando perdere in
questo momento il divieto di fumo, pratica che in Italia sembra ormai ben acquisita, possiamo
pensare alla raccolta differenziata dei rifiuti, all’economia di acqua potabile, allo spegnimento
di luci inutilmente accese o a riscaldamento/condizionamento eccessivo. Anche l’uso di mezzi
pubblici o di mezzi di trasporto a basso inquinamento (biciclette, mezzi pubblici, car pooling,
etc.) per raggiungere l’edificio sono pratiche più o meno imposte o consigliate da una
certificazione, ma, come è ovvio, una regola od una certificazione indica un modo e poi, alla base
di tutto, rimane sempre il comportamento.
I contenitori dei rifiuti differenziati possono essere presenti, ma se l’utente non li usa
correttamente è un comportamento errato del singolo, la cassetta di scarico dei bagni può
essere a doppia portata ma se chi le usa, usa solo quella maggiore, non si può certo controllarlo,
i sensori di presenza non possono, allo stesso modo, essere montati in tutte le stanze di un
edificio e così via.
In altre parole, dal momento in cui un edificio “ecosostenibile” viene consegnato agli utilizzatori
è necessario che inizi un “comportamento collettivo” positivo nei confronti di questo processo,
un comportamento, cioè, che porti qualità aggiunta all’edificio, questo comportamento
necessita di un periodo di addestramento e di un periodo di assimilazione, e quindi progredirà
anche autonomamente, anche sulla scorta, magari di iniziative personali.
In una certa fabbrica in Svizzera, già negli anni 90, le macchine del caffè erano senza bicchierini
di plastica, ognuno si portava da casa la propria tazza per evitare montagne di rifiuti di
bicchierini in plastica. Questa era stata un’iniziativa dei lavoratori interni. Svizzera un'altra
cosa? Forse sì, però non dimentichiamo che oltre la metà dei lavoratori di quella fabbrica erano
italiani!
Naturalmente, tutto quanto sopra è applicabile anche agli impianti: dal momento che la
“macchina” è costruita secondo certi criteri è necessario utilizzarla e farla funzionare nel modo
più corretto possibile e, ancora una volta, il processo di commissioning interviene come braccio
per costruire questi corretti comportamenti.
Il processo di commissioning interviene in modo piuttosto massiccio durante le fasi di
preavviamento, taratura e avviamento definitivo degli impianti, ma in modo altrettanto
rigoroso interviene, coordina ed interagisce con il personale addetto alla conduzione ed alla
manutenzione verificando la documentazione finale, l’addestramento al personale, fornendo
istruzioni supplementari all’Energy Manager e coadiuvando la Proprietà nella fase di garanzia
delle apparecchiature effettuando poi una ulteriore verifica dei risultati, a posteriori.
Il Commissioning Agent fornisce anche indicazioni per gli eventuali recommissioning e/o check
energetici successivi. Va specificato che, normalmente, il recommissioning non è compreso nel
contratto del suddetto per cui, necessariamente, il rapporto si conclude dopo una certa data e
questo può rappresentare un problema per il gestore che, magari, si trova con degli impianti
molto sofisticati, ma non riesce a sfruttarli al meglio e ad ottenere le prestazioni che potrebbero
dare.
L’atteggiamento che nell’occupante si materializza nell’abitudine a spegnere le luci o ad
effettuare la raccolta differenziata in modo corretto, nel campo degli impianti deve
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materializzarsi nel ricercare un risultato sempre migliore. Un’affermazione del tipo: “gli
impianti funzionano bene, abbiamo risparmiato rispetto all’anno scorso e non abbiamo avuto
chiamate per guasti!” Lascia spazio anche all’osservazione: “Ma sei proprio sicuro che non si
poteva fare meglio?”.
LA REALTÀ DEL COMMISSIONING
Struttura del processo e obiettivi fondamentali del Cx
Non esiste un approccio universale o dominante utilizzato per il Cx, e tra questi forse il più noto
è quello introdotto dall’ASHRAE con la Guideline 0 [ASHRAE 2013], recentemente aggiornato
ed implementato e che rappresenta probabilmente quello più utilizzato negli Stati Uniti su tale
tema.
Inizialmente il focus delle Guideline ASHRAE è però principalmente sul Cx degli impianti di
climatizzazione (HVAC) [ASHRAE,2007], ampliando successivamente il campo di applicazione
includendo di fatto anche l’involucro edilizio con lo Standard 202 e introducendo di fatto il Cx
del sistema Edificio Impianto.
ASHRAE introduce per prima la figura della “Commissioning Authority” (CxA) per indicare la
persona che conduce ed è garante del processo di Cx, piuttosto che “Commissioning Agent”
(CxAgent), termine storicamente più usato, che però è giuridicamente più vincolante e
potenzialmente problematico. [ASHRAE, 1989].
Anche se tra le varie linee guida i dettagli delle procedure di Cx possono essere differenti, la
maggior parte delle descrizioni includono i seguenti tre passi fondamentali:
Sviluppo del Piano di Cx. La CxA sviluppa un piano che comprende elementi quali la
pianificazione del progetto, le responsabilità dell’imprenditore edile, le necessità di
informazione più importanti, le attrezzature e procedure di prova del sistema, il
piano di monitoraggio (se presente), e la formazione degli operatori edili.
Esecuzione delle Verifiche di Cx. Le attività di verifica in genere iniziano con verifiche
di precommissioning o ispezioni per verificare che le attrezzature e i sistemi di
controllo vengano installati come specificato. Queste ispezioni sono seguite da più
raffinate verifiche delle prestazioni funzionali. Le verifiche funzionali, spesso viste
come il cuore del Cx, sono destinate a determinare se il sistema installato è adeguato,
se i controlli sono opportunamente calibrati, le sequenze di controllo sono corrette,
e se si hanno risposte adeguate a sollecitazioni predefinite. Le verifiche di Cx sono a
volte identificate con i test di accettazione.
Riepilogo delle Procedure di Gestione e Manutenzione e Formazione. La CxA
revisiona le procedure di formazione e manuali di O&M per assicurare che venga
posta la giusta attenzione sulle questioni chiave. Queste possono includere sia
ispezioni periodiche che prove simili a quelle effettuate durante il Cx.
In generale, quanto prima si sceglie e si incarica la CxA, tanto più efficace sarà il ruolo
dell’Autorità. Un problema comune nel Cx è quello di introdurre tardi l’Authority, ovvero alla
fine della progettazione o agli inizi della realizzazione. Questo rende la raccolta di informazioni
(come specifiche di progettazione e disegni) necessarie per effettuare la messa in servizio più
difficile di quanto sarebbe altrimenti. È anche più difficile, e quindi più costoso, pianificare le
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prove quando si è di fronte ad una fase avanzata di costruzione e di avvio all’esercizio, come
mostrato dalla Figura 4.
Figura 4 - Influenza dei costi di Cx sul progetto in funzione di quado si intende cominciare il Cx.
In prima analisi il processo del Cx si sviluppa nelle seguenti attività e servizi come mostrato
dalla Tabella 1.
Tabella 1 - Attività e servizi del processo del Cx.
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Attività
Servizi
Inizio del processo del Cx
Definizione dei Ruoli e delle Responsabilità
↓
↓
Decisione dei requisiti della Committenza
OPR
↓
↓
Sviluppo del Piano di Cx
Piano del Cx
↓
↓
Scelte progettuali in linea con i requisiti della
committenza
BOD
↓
↓
Stabilire i requisiti del Cx per gli appaltatori
Specifiche del Cx
↓
↓
Revisione del Progetto al fine di verificare la
corrispondenza con i requisiti previsti dalla
committenza
Report di revisione del progetto
↓
↓
Revisione delle sottomissioni
Report delle revisioni delle sottomissioni
↓
↓
Verifiche e Test
Checklists di Costruzione e Report
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↓
↓
Risoluzione delle problematiche
Registro delle criticità e loro risoluzione
↓
↓
Composizione del Manuale del Sistema
Manuale del Sistema
↓
↓
Erogare la formazione
Piano di formazione e registri
↓
↓
Operazioni di post occupazione
Report finale e garanzie
↓
↓
Composizione del Rapporto finale del Cx
Rapporto del Cx
Tipologie di Commissioning
Nella prassi comune, si possono individuare tre distinte tipologie e conseguenti definizioni di
Cx:
Commissioning: processo di verifica e di documentazione che l’opera edile realizzata
(l’edificio), e tutti i relativi sistemi impiantistici e sottosistemi, siano pianificati,
progettati, installati, collaudati, messi in funzione e gestiti in modo da rispettare i
requisiti della committenza; dove con impianti e sottosistemi si intende non solo gli
impianti tecnologici ma tutto il sistema edificio. Questo concetto è generalmente
focalizzato sui nuovi edifici, in quanto si attiva fin dalla fase di pianificazione del
progetto.
Retrocommissioning: Commissioning di edifici esistenti, evento nella vita di un
edificio preesistente costituito da un sistematico processo di investigazione atto a
migliorare e ottimizzare il funzionamento e la manutenzione dell’edificio. Il
retrocommissioning avviene ovviamente diversi anni dopo la costruzione, come
processo indipendente e si concentra generalmente sugli impianti che utilizzano
energia, quali impianti meccanici, di illuminazione, etc. e relativi controlli.
Ovviamente tale procedura è tanto più efficiente tanto più la si applichi a edifici che
non sono mai stati oggetto di recupero energetico, e solitamente si concentra sulla
eliminazione degli sprechi energetici e sulla risoluzione di problemi operativi.
Continuous Commissioning o Ongoing Commissioning: prevede molti degli elementi
del retrocommissioning ed ha essenzialmente gli stessi obiettivi. Consiste quindi in
una via sistematica di identificazione e diagnosi dei malfunzionamenti e di
ottimizzazione delle prestazioni degli edifici esistenti, riferendosi in maniera più
rigorosa alla persistenza delle prestazioni ottenute, con l’obiettivo chiave che
l’edificio rimanga ottimizzato continuativamente. Per ottenere questo obiettivo, il CC
richiede la definizione di valori di riferimento (benchmarks) prima e dopo l’utilizzo
dell’energia ottenuti tramite l’utilizzo di sistemi di misura che sono installati in
maniera permanente. I dati sono raccolti continuativamente e comparati con i valori
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di riferimento post-commissioning per assicurare che i sistemi dell’edificio
funzionino in modo ottimale durante la vita utile dello stesso.
Le figure coinvolte nel processo del Cx
Essendo il Cx un processo volto a garantire la qualità per poterla conseguire è importante anzi
fondamentale la qualità che gli attori coinvolti garantiscono nel processo di Cx.
Da qui la domanda “chi è qualificato e chi dovrebbe condurlo?”
Il metodo più comune per realizzare un Cx oggi è quello di rivolgersi ad una “Commissioning
Authority” (CxA) parte terza indipendente. L’indipendenza permette alla “Commissioning
Authority” di mantenere una neutralità che è difficile ottenere nel lavoro se questo venisse
svolto dallo stesso soggetto che ha effettuato la progettazione. Molti progettisti sostengono di
essere i più qualificati per condurre il Cx perché sono quelli che conoscono meglio il progetto,
che ne capiscono il suo intento funzionale e sono loro che dovrebbero definire ed eseguire le
sequenze di verifica. Tuttavia, i progettisti sono meno interessati a scoprire e rivelare dei
problemi di progettazione di quanto non lo sia un soggetto indipendente. Anche quando la
Commissioning Authority è un terzo indipendente, il lavoro si complica quando si identificano
e si discutono dei problemi di progettazione. L’Autorità è messa in una posizione difficile
quando si riscontra che un sistema installato funziona al massimo delle sue prestazioni e che la
cattiva resa dipende principalmente da una sbagliata scelta progettuale.
Le Commissioning Authority non sono e non devono essere responsabili della progettazione
proprio per questi motivi. Come accennato in precedenza, la mancanza di un riscontro su come
i sistemi edilizi funzionano effettivamente rispetto al progetto è uno dei fattori trainanti che
spingono il settore dell’edilizia verso il Cx. Migliorare il riscontro tra progetti edilizi e il reale
comportamento è una aggiunta gradita all’insieme di informazioni in grado di migliorare la
progettazione degli edifici e le loro prestazioni nel tempo. Dando per assodato che chi esegue il
Cx è un terzo indipendente (Commissioning Authority), resta da definire chi sia qualificato
all’espletamento di tale attività.
Il Cx è un processo altamente interdisciplinare che richiede una grande quantità di
comunicazione e cooperazione tra i vari attori coinvolti: ingegneri, appaltatori (contractor),
utenti e proprietari. Tutte le persone coinvolte devono avere un forte impegno per raggiungere
l’obiettivo di un edificio completamente in qualità ed altamente efficiente; ad esempio la
proprietà e gli utenti dovrebbero fin dall’inizio essere coinvolti con i progettisti nello sviluppo
di un piano globale di Cx per poterlo incorporare nelle specifiche di progetto. Un buon Cx
implica quindi pianificazione e coordinamento tra soggetti diversi che si realizzano
implementando procedure collaudate ed efficaci in seno ad un gruppo con un forte impegno
personale e con competenze diversificate.
L’attività di Cx è un lavoro che deve essere svolto in squadra in quanto, richiede comunicazione,
coordinamento e cooperazione da parte di tutte le figure professionali coinvolte nel progetto.
La Cx Authority (CxA) rappresenta il responsabile di questo gruppo o Team e il coordinatore di
tutte le attività connesse. Tipicamente i componenti del CxTeam sono:
Committente;
Cx Authority (CxA)
Team di progettazione:
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o Progettisti Architetti
o Progettisti Ingegneri:
 Meccanici
 Elettrici
 Strutturali/civili
 Energetico
Direzione Lavori (DL)
Appaltatore (General contractor)
Appaltatore o sub appaltatore Meccanico (Mechanical contractor)
Appaltatore o sub appaltatore Elettrico (Electrical contractor)
Appaltatore o sub appaltatore Regolazione (Control contractor ove previsto)
Responsabile della qualità del costruito (Quality control Staff, ove figura diversa dalla
CxA e DL)
TABs
Collaudatori (ove figure diverse dalla CxA)
Responsabile della Gestione e Manutenzione (O&M Staff, ove disponibile)
Responsabile dell’utilizzare, ove disponibile
Responsabile del Progetto (Project Manager, ove figura diversa dalla DL generale).
La comprensione e la definizione del ruolo di ciascun attore all’interno del processo del Cx è di
vitale importanza per il successo del processo stesso. Non da meno le responsabilità di ciascun
partecipante all’intero processo del Cx, che devono essere documentate e definite all’inizio e
all’interno dei documenti contrattuali tra la committenza e la CxA, l’appaltatore e il team di
progettazione. [Ellis, 1996] [Coogan, 1994; Flaherty e Gracilieri, 1994]
Documenti del Commissioning
I principali documenti del processo del Cx sono definiti di seguito, l’evoluzione del singolo
documento attraverso le fasi del processo è definita all’interno dei successivi paragrafi:
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Owner’s Project Requirements, OPR (Requisiti della Committenza): documento che
espone in dettaglio i requisiti funzionali del progetto e le aspettative della
committenza, degli utenti finali e della manutenzione; il documento deve contenere
la descrizione di obbiettivi di progetto, parametri di efficienza, considerazioni sui
costi, criteri di raggiungimento degli obbiettivi, eventuali verifiche di corrispondenza
agli obbiettivi, e tutte le altre informazioni considerate importanti al fine di far
corrispondere il sistema Edificio impianto a quanto atteso dalla committenza.
Cx Plan (Piano del Cx): documento che delinea l’organizzazione, la programmazione
temporale, l’allocazione delle risorse ed i documenti richiesti dal Processo di Cx.
Basis Of Design – BOD (Documento di progetto): documento che propone i concetti, i
riferimenti al modello di calcolo utilizzato, i principali risultati, le decisioni e le scelte
di fondo applicate alla fase progettuale, le relative motivazioni finalizzate al rispetto
dei Requisiti della Committenza, della normativa e legislazione vigente o altre linee
guida. Il documento contiene, sotto forma descrittiva o grafica, l’esposizione degli
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assunti progettuali, schemi che illustrano il funzionamento dei sistemi, dati di
progetto o altre ipotesi pertinenti (come ad esempio i dati climatici).
Cx Progress Report (Relazione del Processo di Cx): documento che descrive in dettaglio
le attività completate inerenti il Processo di Cx e i risultati maggiormente significativi
che derivano da tali attività. Tale documento, aggiornato con continuità durante tutto
lo sviluppo del progetto, normalmente è inserito come appendice nel Piano di Cx.
Construction Documents (Documenti di Costruzione): l’insieme di tutti i documenti
oggetto del contratto tra committenza e appaltatori necessari alla realizzazione del
progetto. Normalmente comprendono termini e condizioni generali di contratto e
tutti gli elaborati grafici e descrittivi necessari alla realizzazione del progetto.
Construction Checklist (Liste di Verifica per il Cantiere): liste di Verifica per le attività
di cantiere; sono utilizzate dagli appaltatori per verificare che i componenti edilizi (o
le apparecchiature) presenti in cantiere: corrispondano a quanto richiesto dal
progetto; siano pronti per l’installazione; siano correttamente messi in opera; siano
operativamente adeguate secondo le specifiche. Si veda anche Liste di Verifica.
Issues Log (Registro delle Criticità): registro ufficiale delle problematiche riscontrate,
aggiornato con continuità durante l’intero Processo di Cx, che contiene anche le
soluzioni sviluppate dal Gruppo di Cx.
System Manual (Manuale del Sistema): documento composito atto ad illustrare il
funzionamento dei sistemi e sottosistemi che comprende, oltre che al manuale di
gestione e manutenzione, informazioni aggiuntive e specifiche utili alla committenza
durante la fase di utilizzo e occupazione.
Test Procedure (Procedure di Collaudo): protocollo che definisce metodi,
responsabilità e risultati attesi relativo a collaudi di apparecchiature, componenti,
sistemi e sottosistemi nonché relative interfacce.
Training Plan (Piano di Formazione): documento che illustra in dettaglio gli
obbiettivi, il piano delle attività, i costi e la documentazione necessaria per le attività
previste dal Piano di Cx in relazione all’addestramento del personale di gestione e
manutenzione, degli utenti e degli occupanti per la corretta gestione dell’edificio.
Cx Report (Relazione Finale del Cx): documento che illustra le attività e i risultati del
Processo di Cx. Tipicamente viene sviluppato utilizzando come base il Piano di Cx
finale con tutti gli allegati.
Fase 1 – Pre-Design
La fase di Pre-Design è una fase di tipo preparatoria del processo di consegna del progetto in
cui viene sviluppato e definito l'OPR. Vengono raccolte le seguenti informazioni:
I requisiti e le informazioni sul progetto
Legislazione e normativa di riferimento
Ubicazione del progetto
Informazioni climatiche
Funzione dell’edificio
Tipologia di struttura
Tipologia degli impianti
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Obiettivi di sostenibilità
Definizione di un budget del progetto
Definizione del Cronoprogramma della attività
Utenza (tra cui proprietario, occupanti, operatori e personale addetto alla
manutenzione).
Questa fase è fondamentale per il processo del Cx perché all’interno della definizione dell'OPR
vengono trasferiti i requisiti e le richieste dalla Committenza e tale documento costituisce la
base per la progettazione, la costruzione, l’occupazione e la gestione della struttura e inoltre
permette di definire il piano del Cx e il cronoprogramma delle attività. Iniziare il processo del
Cx dalla fase di Pre-design, agevola la comunicazione di quelli che sono i requisiti e le richieste
della committenza sia attraverso il monitoraggio dell’OPR dalla fase di Pre-design attraverso
quelle di Design, Construction e Occupancy & Operation, sia verificando le decisioni in questa
fase attraverso documenti scritti come OPR e BOD.
Gli obiettivi della fase di Pre-design sono riassunti di seguito:
Sviluppo dell’OPR
Identificazione dell’obiettivo e budget del processo del Cx
Sviluppo del Cx Plan
Accettazione delle attività del processo del Cx previste nella fase di Pre-design
Esame ed utilizzo dell’esperienza accumulata su progetti precedenti simili, che
possono essere trasferite al progetto in essere.
Fase 2 – Design
Durante la fase di Design, l'OPR definito nella fase precedente viene applicato ai documenti di
costruzione. Viene creato in questa fase un documento chiamato BOD che racchiude al suo
interno le ipotesi e le scelte che hanno condotto alle soluzioni progettuali coerenti con i requisiti
previsti dalla committenza e definiti all’interno dell’OPR. Una descrizione narrativa dei sistemi
impiantistici è sviluppata ed inserita all’interno del BOD, e il Cx Plan è aggiornato al fine di
includere i dettagli delle attività delle fasi di Costruction e Occupancy/Operation.
Gli obiettivi della fase di Design sono riassunti di seguito:
Verifica e confronto tra il BOD e l’OPR.
Aggiornamento del Cx Plan al fine di includere le attività di Cx previste dalle fasi di
Construction e Occupancy/Operation.
Sviluppo dei requisiti del processo del cx al fine di includerli all’interno dei
documenti di costruzione.
Sviluppo delle bozze delle Checklist di costruzione.
Aggiornare lo scopo e il formato del System Manual del progetto.
Definizione dei requisiti della formazione.
Implementazione della revisione del progetto prevista dal processo di Cx
Accettazione delle attività di Commissioning della fase di Design.
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Fase 3 – Construction
Durante la Fase di Construction, i sistemi sono installati, controllati, testati e messi in servizio
per soddisfare quanto previsto dall’OPR. Questa fase può comprendere anche l’offerta, la
negoziazione e le attività di affidamento dell’incarico. Il System Manual viene consegnato in
questa fase e la formazione prevista viene erogata.
Costruzione-Fase obiettivi Cx di processo sono i seguenti:
Aggiornamento del OPR
Aggiornamento del Piano di Cx
Verifica che le sottomissioni siano coerenti con quanto previsto dall’OPR
Lo sviluppo di dettagliate procedure di prova e moduli di raccolta dati
Verifica che i sistemi siano conformi con quanto previsto dall’OPR
Consegna del System Manual
Verifica della formazione erogata alla Committenza al personale della Gestione e
Manutenzione e agli occupanti
Accettazione delle attività di Commissioning della fase di Construction.
Fase 4 – Occupancy/Operation
La fase di Occupancy/Operations inizia a completamento sostanziale del processo del Cx.
Come minimo le attività del processo del Cx per questa fase, cominceranno da questo punto per
continuare almeno fino alla fine del periodo contrattuale di garanzia, se non prolungarsi
idealmente per tutta la vita utile dell’edificio.
Durante la fase di Occupancy/Operations, tutte le operazioni in corso, la manutenzione e
l’eventuale modifica di parte o completa di sistemi devono essere verificati in funzione di un
aggiornamento dell’OPR.
Il coinvolgimento attivo sia della CxA sia del Cx Team, durante l’inizio della fase di
Occupancy/Operations di un progetto è un aspetto integrante del processo di Cx.
Gli obiettivi della fase di Occupancy/Operations sono riassunti di seguito:
Utilizzando la conoscenza del progetto e l'esperienza della CxA ridurre al minimo gli
interventi da parte dell’appaltatore a valle della consegna dei sistemi impiantistici.
Fornire continuo supporto al personale di Gestione e manutenzione al fine di
conseguire quanto previsto dall’OPR.
Completamento delle verifiche stagionali dei sistemi impiantistici e dei relativi
sottosistemi.
Documentare l’esperienza conseguita sul progetto al fine di poterne tenere in
considerazione sul prossimo progetto.
Accettazione delle attività di Commissioning della fase di Occupancy/Operations.
Diffusione del Cx nel mondo delle costruzioni e nei vari paesi
Possiamo dire, senza timore di essere smentiti, che la pratica del building commissioning è
ormai estesa in tutto il mondo, molti paesi si sono organizzati da tempo con delle “Cx Reference
Guide” proprie come ad esempio Hong Kong, il Giappone, il Canada, il Regno Unito per meglio
adattarlo alla propria realtà costruttiva, altri per motivi culturali o anche solamente per motivi
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commerciali hanno adottato gli standards americani, come per esempio il Sud Africa, i paesi
degli Emirati Arabi o l’Australia, altri ancora sono in via di evoluzione come l’India e la Russia,
tuttavia l’essenza della procedura di processo sistematico rivolto alla qualità del costruito non
è stata intaccata.
Indubbiamente in molti paesi la presenza secolare anglosassone ha indotto il mondo delle
costruzioni ad operare secondo metodologie e procedure provenienti dal Regno Unito e dagli
U.S.A., tuttavia è anche innegabile che se la pratica del Cx è sempre più diffusa in tutto il mondo
questo significa che ottiene dei risultati ritenuti soddisfacenti.
E’ in questo contesto che, spesso, imprese italiane si trovano ad operare ed è altrettanto
frequente che questo contesto crei delle difficoltà in quanto non conosciuto o comunque non
acquisito.
Le difficoltà che possono generarsi sono di vario tipo, a cominciare dalla inesperienza dell’uso
delle Construction Checklists, alla non abitudine di mettere in pratica attività di TAB con
professionisti esperti e certificati, alla scarsa dimestichezza con tutte le pratiche di controllo
qualità e coordinamento in cantiere. Vi è, poi, da porre un accento particolare in merito al
rispetto dei tempi e delle programmazioni previste: la conformità e l’aggiornamento delle
tempistiche, benché nei cantieri italiani raramente venga attuato, è comunque una fonte di
risparmio e quindi, in pratica, anche un’altra forma di ecosostenibilità.
Queste aree di incertezza possono essere facilmente risolte, ma anche possono portare a dei
gravi danni economici dovuti ad errate valutazioni in fase di offerta (mancanza dei costi
attribuibili al controllo qualità, mancanza dei costi attribuibili all’assistenza alla CA, alle attività
di TAB, etc.) o, peggio, danni dovuti a mancate accettazioni del costruito da parte delle
committenze.
Il richiamo, in questa relazione, della situazione del mercato estero, non ha tanto il senso di
segnalare l’ennesima situazione di ritardo in cui si trova il nostro paese, quanto piuttosto, quella
di portare in discussione alcune opportunità che potrebbero scaturire per le imprese e per i
professionisti italiani che volessero intraprendere commesse sul mercato estero.
Le certificazioni di ecosostenibilità e, più ancora, il building commissioning, se acquisiti nel
modo corretto, dagli operatori italiani possono portare ad un cambiamento del modo di
costruire ed a nuove opportunità non solo in patria, ma anche su altri mercati dove, magari
proprio per queste lacune organizzative, fino ad ora, si sono incontrate difficoltà ad operare e
si è lasciato spazio ad altri.
Se pensiamo, inoltre, che il nostro paese è sicuramente uno dei paesi in cui sono preponderanti
le ristrutturazioni, rispetto alle nuove costruzioni, possiamo individuare un’ulteriore
opportunità nel Retrocommissioning (cioè il building commissioning applicato ad edifici
esistenti che non sono mai stati posti sotto commissioning precedentemente), attività nella
quale potremmo diventare i più esperti in assoluto, data la tipologia del nostro patrimonio
edilizio e quindi portare, anche attraverso le nostre imprese o i nostri professionisti, questa
esperienza all’estero.
Alla luce di tutto quanto sopra eviterei di considerare il building commissioning come una moda
passeggera o come un “doppione” del direttore lavori e legato esclusivamente alla
certificazione, proprio perché tutto il mondo si sta orientando verso il Cx e, difficilmente, tutto
il mondo tornerà indietro o adotterà il direttore lavori, mentre adeguarsi e impadronirsi dello
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strumento Cx potrebbe significare essere più concorrenziali e più “performanti” anche sul
mercato estero.
AICARR E LE NUOVE LINEE GUIDA
Il perché della Guida AiCARR sul processo del Cx
L’esperienza ha dimostrato che, a parità di condizioni di utilizzo, una gestione non adeguata o
l’imposizione di modalità di funzionamento al sistema impiantistico diverse da quelle previste
in fase di progetto porterebbero ad avere un edificio più energivoro rispetto a quanto previsto.
Tali disfunzioni non impattano solo sulle prestazioni energetiche, ma anche sulla qualità
ambientale interna, nel senso più ampio del termine, e sulla produttività delle persone. Il Cx
può inoltre minimizzare l’impatto che gli edifici hanno sull’ambiente, tramite la verifica di
consistenza tra le modalità di funzionamento specificate nei documenti di capitolato, che
definiscono i requisiti richiesti dalla committenza (OPR) e costituiscono la base del progetto
(Base of Design – BOD) e quanto invece conseguente al progetto stesso e alla sua realizzazione.
Per sua natura il processo del Cx dovrebbe iniziare in parallelo fin dalla fase pre-progettuale,
cioè quella di ideazione del progetto stesso; un inserimento tardivo dell’attività di Cx all’interno
delle attività previste nel progetto può di conseguenza portare ad un aumento dei costi associati
al Cx e potrebbe suscitare l’insorgere di resistenze iniziali da parte della committenza alla sua
applicazione. Tuttavia, quando si prendono in esame i benefici a lungo termine, il Cx risulta un
modo economicamente conveniente di assicurare sia che l’edificio funzioni nel modo in cui è
stato progettato sia che i risparmi energetici attesi si realizzino effettivamente nella fase di
esercizio dell’edificio.
Il Cx concorre quindi a migliorare la qualità del costruito e a ridurre i casi di disagio degli
occupanti legati alla permanenza al suo interno (si ricorda che normalmente passiamo l’80%
del nostro tempo all’interno di edifici), di avvicendamento dei locatari e di riduzione del tempo
di non locazione, di responsabilità derivanti da una insufficiente qualità dell’aria ambiente, e
può evitare la sostituzione prematura delle apparecchiature. In sostanza si può sintetizzare
dicendo che l’obiettivo del Cx risiede nella certificazione di una prestazione non solo energetica
dei sistemi presenti nell’edificio oggetto di Cx, testimoniandone la conformità a quanto richiesto
dalla committenza (OPR). In questo modo il Cx promuove e assicura l’approccio della qualità
dando un valore aggiunto all’edificio e quindi alla committenza.
In particolare nella fase 3 e 4 si concentrano quattro attività fondamentali per il Commissioning.
Prima fra tutte la fase di verifica dell’installazione assicura che gli apparati installati siano in
conformità con le norme di costruzione, con i documenti di base della progettazione e con gli
standard di sicurezza.
Questa fase del Cx comprende una revisione approfondita dei documenti di fornitura degli
apparati, l’ispezione delle installazioni/costruzioni e altre revisioni “statiche”.
L’adeguatezza degli apparati o del sistema per l’ottenimento delle prestazioni previste è
determinata confrontando l’installazione con i documenti di base del progetto, che include il
capitolato e il registro di consegna degli apparati.
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Vengono inoltre verificati gli allacciamenti ai sistemi di distribuzione (gas, acqua, elettricità), il
dimensionamento dei servizi, le procedure operative standard e i programmi di manutenzione
preventiva. Tali azioni si esplicano solitamente tramite le sotto-fasi di:
revisione dei conferimenti (Submittal review)
ispezione delle realizzazioni (Construction inspection)
verifica dello stato di fatto rispetto al progetto (As-built conditions)
rapporto sulle verifiche di installazione (Installation Test reports).
La valutazione operativa del Cx ha inizio quando il primo dispositivo o apparato viene avviato.
Durante questa fase, vengono controllate, ai fini della conformità con i documenti di
progettazione, le operazioni fondamentali quali il funzionamento dei ventilatori, delle valvole,
ecc. e dei sistemi di allarme.
Lo strumento più utile per valutare il funzionamento del sistema è l’EMCS (Energy Monitoring
and Control System). Il Cx con l’EMCS può portare alla scoperta di guasti e malfunzionamenti di
sistema. Inoltre, la messa in efficienza richiede che i membri del CxT decidano come lavorare
insieme durante le prove di funzionamento. Ad esempio, è molto importante che l’appaltatore
dei sistemi di controllo sappia quanto lavoro è stato fatto e cosa dovrebbe essere completato in
collaborazione con l’appaltatore del bilanciamento. Quando il lavoro non è coordinato si hanno
inutili perdite di tempo e contenziosi tra i vari attori. Uno degli indicatori più importanti del
funzionamento degli apparati è la calibratura.
La valutazione operativa è un modo per documentare il funzionamento degli apparati e
determinare la frequenza di necessità di taratura. Le procedure di calibrazione dovrebbero
essere incluse nelle specifiche di progettazione, e tutte le apparecchiature dovrebbero essere
tarate prima di essere accettate.
Tali azioni si esplicano solitamente tramite le sotto-fasi di:
verifica operativa tramite EMCS (EMCS operational assessment)
verifiche di funzionamento (operational testing)
bilanciamento (operational balancing)
calibrazione (operational calibration).
La fase di misura delle prestazioni del Cx valuta le reali prestazioni del sistema e il suo stato di
funzionamento e confronta i risultati con le specifiche di progetto. Per verificare le previsioni
progettuali di prestazione e contribuire alla fase di verifica dell’efficienza vengono compilate le
baseline (dati di riferimento) relative alle prestazioni di base attese. Tutti i componenti
considerati critici vengono quindi verificati per determinare la loro prestazione, l’idoneità e
l’affidabilità.
Tali azioni si esplicano solitamente tramite le sotto-fasi di:
corrispondenza al progetto (Design compliance)
misure dinamiche (Dynamic measurements)
verifica delle prestazioni (Performance challenge).
La garanzia dell’efficienza energetica è un concetto relativamente nuovo nel Cx.
In genere, una volta che le prime tre fasi sono state completate e il sistema (edificio o impianto)
è stato accettato dalla committenza, l’impianto viene in qualche modo abbandonato a se stesso,
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destinato ad operare male o in modo efficiente per il resto della sua vita, influenzato solo dal
suo programma di manutenzione. La garanzia di efficienza del Cx significa continuare il
monitoraggio degli usi energetici per la vita della struttura. La determinazione del risparmio
energetico di un edificio è una funzione del valore del progetto, delle misure di efficienza
energetica (EEMS) attuate, e della loro efficacia sui costi previsti. Inizialmente vengono definite
le prestazioni di riferimento (baseline performance) e viene stimato il potenziale risparmio
energetico sulla base dell’analisi dei costi sul ciclo di vita. La verifica del consumo energetico
previsto e delle condizioni post-occupazione convalidano o meno il fatto che i sistemi che
consumano energia vengano gestiti in conformità ai documenti di base del progetto. La
realizzazione del monitoraggio, come parte di garanzia dell’efficienza energetica del Cx,
prevede ispezioni su misure spot e/o misure continue dell’uso di energia. L’intervallo
temporale di monitoraggio è determinato tenendo conto del profilo d’uso dell’energia nella
struttura considerata e dei sistemi installati per ottenere e mantenere l’efficienza energetica.
Pertanto, l’intervallo di monitoraggio varia da progetto a progetto. Tali azioni si esplicano
solitamente tramite le sotto-fasi di:
definizione delle prestazioni energetiche di riferimento (Baseline energy use)
monitoraggio dei fabbisogni energetici e garanzia dell’efficienza (EMCS and
efficiency assurance)
verifica delle misure di efficienza energetica (Verification of EEMs)
stima dei risparmi di energia (Estimating energy savings)
definizione dell’intervallo di monitoraggio per le misure e verifiche (Determining
monitoring intervals for M&V activities)
La maggior parte dei vantaggi del Cx comportano un aumento della vita utile dell’edificio, a
fronte di un costo una tantum legato all’attuazione del processo di Cx.
Pertanto, qualsiasi analisi realistica dei suoi vantaggi iniziali e permanenti, comparati al
modesto costo, dimostrerà che la sua adozione può essere giustificata in ogni edificio.
Per quanto riguarda i costi relativi al Cx, AiCARR nella sua linea guida non fornisce alcuna
indicazione, in quanto non esiste una cultura su tale processo in Italia e di conseguenza non vi
sono serie storiche che permettano di creare delle statistiche affidabili, se non quelle adottate
con committenze straniere. Di conseguenza all’interno della guida AiCARR è inserita
un’appendice informativa rivolta sia al committente sia alla CxA, contenente un elenco di
attività minime che debbano essere introdotte all’interno del processo del Cx. Tutto ciò al fine
di svolgere un’azione culturale e di garantire una qualità minima del processo e di fare
chiarezza sulle attività da svolgere. In particolare queste ultime non devono essere lasciate al
libero mercato, se non limitatamente ai costi di attuazione.
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AICARR E LA CERTIFICAZIONE DELLA CXAUTHORITY
Da circa un anno AiCARR attraverso l’organismo qualificato AiCARR Formazione e assieme
all’ente di certificazione Bureau Veritas ha definito un protocollo di certificazione basato sulla
UNI CEI EN ISO/IEC 17024 “Requisiti generali per gli organismi che eseguono la certificazione
delle persone” e certifica la figura professionale della CxAuthority, creando di conseguenza
l’unico elenco nazionale di persone certificate in questo campo.
Possono accedere all’esame di Certificazione Professionale, coloro che, già in possesso di titolo
di studio specifico, hanno frequentato il Corso e sono in grado di dimostrare una appropriata e
documentata esperienza di lavoro. Tale esperienza consiste nell’aver seguito e completato
almeno un intero processo di Commissioning nel settore HVAC, in tutte le sue fasi, compreso un
Commissioning Final Report, non necessariamente certificato secondo protocolli di
sostenibilità. Allo scopo di fornire l’intero processo di referenza sarà consentito sommare le fasi
di non più di 2 processi separati, con un totale comunque non inferiore a 10.000 m 2 di SLU,
oppure un massimo di 2 processi con un totale di SLU non inferiore a 10.000 m 2. Qualora il
partecipante non abbia i requisiti di esperienza lavorativa su indicati nel settore HVAC potrà
prendere parte all’esame entro 3 anni dalla conclusione del corso, presentando evidenza di aver
svolto una serie di attività in qualità di Assistant di una CxA per una SLU pari a 10.000 m2.
DIPENDENZA DEI RISULTATI DI UNA CERTIFICAZIONE DAL CX
In questo articolo abbiamo messo in luce diversi aspetti di interconnessione fra la certificazione
di ecosostenibilità ed il Cx, è, pertanto, abbastanza naturale porsi altre due domande:
Il successo di un progetto ecosostenibile dipende dal completamento di un Building
Commissioning Process?
Se la risposta alla prima domanda è sì, un Cx approfondito e rigoroso quanto può
incidere rispetto ad un Cx di livello mediocre o poco incisivo?
A prima vista potrebbero sembrare domande banali, ma, in realtà, nella pratica quotidiana,
spesso, molti operatori si pongono queste domande.
Si è già detto che, di norma, le certificazioni di ecosostenibilità prescrivono la pratica del Cx e
abbiamo anche cercato di evidenziarne le motivazioni, tuttavia, ci sono ancora molte incertezze,
soprattutto da parte delle Committenze, ma anche da parte delle imprese, sull’utilità e sui
vantaggi del Cx.
Da un punto di vista formale è evidente che l’ente certificatore, prescrivendo obbligatoriamente
il Cx, qualora non avesse la documentazione attestante che il Cx è stato svolto correttamente
negherebbe la certificazione e pertanto già così la risposta alla prima domanda verrebbe data,
c’è, però, anche l’aspetto pratico, cioè, del risultato a fronte di un impegno finanziario da parte
del Committente. L’ente certificatore si accontenta di verificare che il Cx sia stato svolto
correttamente, che siano stati ottemperati tutti i doveri a cui il Cx deve soddisfare, ma,
ovviamente non entra nel merito della “qualità” del Cx svolto. La valutazione dei risultati viene
lasciata alla Committenza, in altre parole, se attraverso l’opera della CA si siano guadagnati dei
giorni di cantiere, se le operazioni di TAB, coordinate e dirette dalla CA, abbiano portato ad un
effettivo aumento della prestazione rispetto a quanto richiesto dal progetto o se si sia riusciti
ad evitare varianti in corso d’opera o azioni correttive a posteriori non viene valutato dall’ente
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certificatore, ma agli effetti dei rendimenti degli impianti, dei costi di costruzione sostenuti e
del benessere interno la differenza fra un Cx rigoroso ed uno “sufficiente” non è cosa di poco
conto.
Possiamo fare degli esempi, riportandoci poi all’influenza sul successo di una certificazione di
ecosostenibilità:
Esempio 1: attività di lavaggio e flussaggio delle tubazioni.
L’impresa ha in carico, da disciplinare tecnico, questa attività, tuttavia, fino al momento
dell’attuazione non si è bene resa conto della procedura richiesta, per cui l’attività viene svolta,
ma non secondo la procedura richiesta, la CA non verifica personalmente la procedura
utilizzata, né i risultati ottenuti, ma si accontenta del report di effettuazione dell’operazione. Le
conseguenze di questa “leggerezza” potrebbero essere molto più gravi di quanto verrebbe da
pensare in prima battuta e si possono elencare le possibilità: detriti di lavorazione possono
danneggiare i gruppi di pompaggio, materiali vari come fango e polvere possono ostruire le
tubazioni più piccole e anche bloccare le valvole di regolazione, ridurre la capacità dei serbatoi
e, riducendo la sezione utile delle tubazioni, provocare un aumento della velocità del fluido,
provocando magari anche qualche cavitazione, impurità rimaste nell’acqua potrebbero anche
andare ad inficiare la garanzia dei costruttori dei gruppi refrigeratori o dei gruppi termici. In
poche parole, danni economici, perdite di efficienza del sistema, fermi impianto, azioni
correttive a posteriori e lamentele da parte degli utenti. Tutto questo comporta dei danni anche
per la certificazione, in quanto possono ritardare il processo di consegna del costruito e quindi
anche tutte le procedure di certificazione, anche senza arrivare a dei casi estremi, come la
rottura di qualche componente, possono comunque pregiudicare il buon funzionamento
dell’impianto, quindi la resa e quindi sia il risparmio energetico, sia il ciclo di pay-back
dell’investimento.
Esempio 2: prove di tenuta delle canalizzazioni aria.
L’impresa sa che deve fornire la canalizzazione e che la deve fornire secondo una certa classe
di tenuta definita nelle specifiche di capitolato. La CA verifica la tecnica di costruzione delle
canalizzazioni, verifica la possibilità di montaggio di portine d’ispezione e, insieme al TAB
Engineer, dei punti di misura di portata (traverses) e individua la possibilità, senza aggravi di
costi, di ottenere una migliore tenuta dei canali. Coordina l’effettuazione dei tests di tenuta
(DALT), assiste all’esecuzione e verifica i risultati.
La classe di tenuta ottenuta è superiore a quella richiesta, ciò significa che, alla pressione di
esercizio e con le portate prescritte, possono essere recuperate parecchie centinaia di metri
cubi all’ora di aria trattata, sia in mandata, sia in ripresa. Questo risultato oltre al recupero di
energia (aria trattata, calore e minore rumorosità) ne porta altri in conseguenza: rispetto delle
minime portate d’aria negli ambienti abitati con minore spesa energetica (requisiti di
certificazione), minore afflusso di aria indesiderata nei canali di ripresa con conseguente
miglioramento del rendimento dei recuperatori, maggiore facilità di taratura delle portate con
conseguente miglioramento di tutto il bilanciamento, sovrappressione dell’edificio garantita.
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Esempio 3: Logiche di funzionamento e regolazione.
Spesso, nell’ambito di una certificazione di ecosostenibilità il Cx viene adottato solamente nella
fase di costruzione; può accadere che nel progetto non siano ben descritte o addirittura
descritte per niente le logiche di funzionamento e di regolazione che si intendono adottare e
che i programmatori del sistema DDC dovranno implementare nei regolatori programmabili.
L’impresa si affida al costruttore del sistema, il quale a sua volta chiede informazioni circa le
logiche ed i blocchi di regolazione da attivare, come interconnetterli e come attivarli. Il più delle
volte questi quesiti rimangono senza risposta fino al momento dell’avviamento oppure
vengono attivati dei blocchi standard che non sono adattati all’esigenza specifica o che non sono
in grado di garantire la massima economia d’esercizio. Si deve tenere presente che in queste
situazioni è sufficiente un “set-point” sbagliato o la mancata impostazione di un limite per
mancare completamente l’obiettivo o addirittura per snaturare il funzionamento di un
impianto.
Un Cx rigoroso, deve riuscire a prevenire una situazione del genere, non soltanto coordinando
le varie figure coinvolte (committente, progettista, impresa), ma anche, attraverso la propria
conoscenza ed esperienza, fornire suggerimenti aggiuntivi per raggiungere l’obiettivo o anche
per ottenere qualcosa di meglio di quanto richiesto come minimo risultato. La CA, quindi, chiede
espressamente di ottenere tutte le descrizioni di funzionamento necessarie, ne effettua una
revisione e le confronta con il funzionamento richiesto dalla Committente, se è il caso fornisce
suggerimenti utili a migliorarle o ad eliminare aree di incertezza e, infine, ne verifica la
funzionalità con test e simulazioni finali, fino ad ottenere il risultato desiderato.
Da questi esempi pratici emerge che il Cx e, quindi, la figura fondamentale del Cx, cioè la CA,
non può e non deve limitarsi a produrre carta o a fare da regolatore del traffico, ma deve fornire
un valore aggiunto che deriva dalle sue competenze specifiche, nell’esempio 3, una conoscenza
di logiche di regolazione molto approfondita e non basata semplicemente sulla consuetudine o
sulla fiducia nel fornitore del sistema DDC.
Il successo e, quindi, molti degli obiettivi di una certificazione di ecososteniblità dipendono
fortemente, non solo dalla presenza di un processo di commissioning, ma anche dalla rigorosità
dello stesso e dalla competenza della CA.
Spendere poco per non avere niente è comunque spendere troppo rispetto a una spesa
maggiore che però porta dei risultati e allo stesso modo scegliere un Cx o una CA, solo perché
costa meno di un altro e non ottenere gli obiettivi del Cx può significare il mancato
raggiungimento di determinati obiettivi anche per la certificazione in generale.
Ma allora quali possono essere i parametri per capire e decidere che tipo di Cx o che CA
adottare?
Il cosiddetto “contratto blindato” serve a poco, se una certificazione viene mancata o il Cx non
raggiunge gli obiettivi prefissati o comunque non mette in atto tutte le strategie possibili per
ottenere ciò per cui è pagato è magra consolazione per un committente non pagare, in ogni caso,
andrà incontro a ritardi, azioni correttive, costi supplementari. Una soluzione più valida
potrebbe essere quella di effettuare una richiesta di servizi di Cx molto dettagliata (RFP=
Request For Proposal) nella quale si esplicitano, oltre che i compiti e le responsabilità della CA,
anche qualifiche, credenziali e requisiti che si richiedono a chi dovrà fornire i servizi di Cx
(esperienze di Cx, conoscenza di Project Management, Problem Solving, esperienza di sistemi
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DDC e BMS e anche buona conoscenza della lingua inglese) ciò consente, in primo luogo di
mettere sullo stesso piano eventuali vari proponenti e, in secondo luogo, mettere per iscritto
ciò che viene richiesto al Cx. A questo punto, prima di firmare l’incarico sarebbe buona prassi
comporre uno Scopo Del Lavoro (SOW= Scope Of Work), in modo da disporre di uno strumento
concreto e misurabile, che elenca i compiti della CA, di tutto questo si sta occupando AICARR
con le nuove linee guida e con l’attività di diffusione sul territorio dell’attività di Commissioning.
ABBREVIAZIONI
Cx
LEED®
BREEAM®
TQM
M&V
BMS
CxA
HVAC
TABs
DL
O&M
OPR
BOD
Commissioning
Leadership in Energy an Environmental Design
Building Research Establishment Environmental Assessment Methodology
Total Quality Management
Measurement and Verification
building Management System
Commissioning Authority
Heating, Ventilation, Air Conditioning
Test and balance system
Direzione Lavori
Operation and Maintenance
Owner’s Project Requirements
Base of Design
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