Storie delle piciocas

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Storie delle piciocas
LIBRI IN SARDEGNA
L’UNIONE SARDA
Saggistica
sabato 14 luglio 2012 - www.unionesarda.it
Narrativa
Cattolici e Dc
in Sardegna
Da Cagliari
a Trieste
Chiesa e Società in Sardegna
dal dopoguerra al postconcilio
di Luca Lecis
Studium editore Roma, pagg. 285, € 23
I confini naturali d’Italia
di Claudio Susmel
Carlo Delfino editore
Pagine 120, € 37
Nell’anno giubilare per il Concilio
Vaticano II, che si chiudeva proprio
cinquant’anni fa, arriva lo studio
di Luca Lecis su "Chiesa e società
in Sardegna" con una messa a fuoco proprio degli anni a cavallo della storica assemblea ecumenica.
Un ventennio (1950-1970) nel quale il mondo cattolico isolano, dalle
sue gerarchie al mondo dell’associazionismo, Azione cattolica in
primis, ha giocato un ruolo decisivo costituendo - come scrive Alberto Monticone nella sua introduzione - «l’asse portante della vita popolare e sua speculare espressione». Sono gli anni in cui si forma
una generazione di giovani cattolici che si affermeranno nell’agone
politico-istituzionale anche a livello nazionale ed in posizioni apicali (da Antonio Segni a Efisio Corrias) senza mai cessare di essere
bussole e punti di riferimento per
la realtà sarda.
Una storia
della Sardegna,
quella
scritta da Lecis, che s’inquadra in un
contesto nazionale e internazionale,
dove la Chiesa
assolve a quel
compito
di
traino e di modernizzazione
di tutta la società isolana.
Spartiacque
di questo periodo storico è il Concilio Vaticano II, ai cui lavori parteciparono anche i Vescovi delle diocesi sarde. Anni tormentati, attraversati dal vento della contestazione: entra in crisi il collateralismo
Chiesa-Democrazia Cristiana, anche nell’Isola emergono le voci del
dissenso, la stessa Azione cattolica, sotto la presidenza Bachelet
(poi ucciso dalle Brigate Rosse) avvia la stagione del grande rinnovamento che porterà alla svolta con
la "scelta religiosa".
Lecis, grazie ad un poderoso lavoro di scavo, ricostruisce quegli
anni andando (ed è questa l’originalità della pubblicazione) alla fonte archivistica dei principali movimenti cattolici coniugata con
un’analisi attenta e puntuale delle
vicende politiche, sociali ed economiche di quella stagione. Gli anni
del Piano di Rinascita e gli anni del
Concilio, allora, profondamente
uniti per una lettura e comprensione delle trasformazioni economiche e le nuove emergenze sociali:
dalla industrializzazione dell’Isola
(con il conseguente monopolio dell’informazione) alla nascita della
Pastorale del Lavoro e la presa di
posizione dell’Episcopato isolano
sulle grandi emergenze, su tutte il
legame disoccupazione-banditismo.
Paolo Matta
«Retorica dell’amor di patria? No.
Amor di Patria. E della natura», così dice Claudio Susmel autore dell’originale volume "I confini d’Italia", edito da Delfino. Un viaggio che
inizia da Cagliari e finisce a Trieste,
passando per la Corsica, il Canton
Ticino, le Isole Maltesi, l’Istria, Fiume e la Dalmazia. Questi confini,
esaminati da Susmel, sono quelli naturali fissati dalle Alpi e dai mari,
non quelli politici imposti dagli eserciti stranieri. Il volume percorre un
itinerario storico, culturale e geografico attraverso il "condominio nazionale" utilizzando le carte topografiche dell’Istituto Geografico Militare.
Un po’ di storia e qualche sorriso
per lo stile a tratti umoristico dell’autore che cerca di alleggerire un
tema di non facile fruizione, se non
si è appassionati dell’argomento.
Opinabili le pennellate del succinto
canovaccio storico. Rigorosa la documentazione geografica, con 45 tra
schizzi dello
stesso Susmel
e carte dell’Istituto Geografico Militare che ne ha
concesso la
pubblicazione. Alcune introvabili
in
commercio,
utilissime per
illustrare
i
tanti libri di
storia che ne
sono
privi.
Grandi pagine
patinate disegnano la piantina dell’Italia.
Claudio Susmel mosso dall’interesse per questi temi sin da giovane,
li ha studiati per una vita, si è laureato con una tesi in diritto internazionale su Fiume, ha scritto un romanzo storico che ha al centro le
aspirazioni all’unità della Sardegna
e della Corsica. Per sostenere gli argomenti trattati nel volume ha dedicato due anni a tracciare i confini
naturali italiani, studiandoli centimetro per centimetro, dopo una lunga ricerca per reperire rare cartine
e libri oggi non facilmente consultabili. L’obiettivo di Susmel è di aver
realizzato un manuale divulgativo
con le nozioni essenziali sul perimetro di terra e di mare di Casa Italia.
Ricca la bibliografia con un centinaio di testi dall’Ottocento a oggi. Riporta inoltre carte del Seicento, del
Settecento, dell’Ottocento e del Novecento, in cui si trova riscontro, con
più varianti, delle tre ipotesi di confine naturale italiano trattate nel volume.
Giornalista pubblicista e pubblicitario di professione, da sempre bazzica nel mondo dell’editoria, ma il
suo vero interesse è la storia contemporanea con un occhio di riguardo alla tragedia dei profughi dalmato giuliani che colpì anche la sua famiglia.
F. C.
Scaffale sardo
La chiesa
di S. Leonardo
di Massimo Rassu
Iskra Edizioni
Pagine 64, € 10
Massimo Rassu, ingegnere cagliaritano di origini
veneziane, si occupa da diversi anni di storia di
Cagliari e di fortificazioni. I suoi studi lo hanno
portato ad interessarsi alle vicende dell’Ordine dei
Cavalieri di Malta in Sardegna. Con il recente volumetto "La chiesa di San Leonardo di Siete
Fuentes", edito dalla giovane casa editrice ghilarzese Iskra, ritorna sull’argomento analizzando
sotto i vari aspetti l’edificio religioso medievale
che fu la casa madre dei Cavalieri di Malta nell’isola per almeno cinque secoli, preceduti secondo la
leggenda dai più famosi Templari. Il libro è un’agile guida che conduce il visitatore alla scoperta
dello stile e dei segreti della chiesa, uno dei monumenti più eloquenti del medioevo sardo.
Piciocas
Michela Murgia, Simona Tilocca,
Barbara Parodo, Giulia Clarkson,
Savina D. Massa, Milena Agus
Caracò Editore
Pagine 89, € 10
Michela Murgia, una delle sei scrittrici.
[FOTO MAX SOLINAS]
Giulietta prega
senza nome
Storie delle piciocas
di Elena Torresani
L’adolescenza vista da sei autrici
L
a memoria dell’Isola non
ha solo la voce virile dei
racconti consumati attorno
al focolare. Delle parabole
pedagogiche tramandate
per rendere epica la quotidianità del vivere. Anche la leggerezza dell’infanzia, mollemente ripiegata tra il mare, il sole d’estate e l’intimità dell’anima, merita di essere
raccontata. Per farne saggio universale dell’affannosa e dolce-amara
scoperta che accompagna al disincanto dell’età adulta. Così alla cronaca polverosa, echeggiante di pallonate e voci di strada, della squadra
dei “Piciocus”, reduce da un sorprendente successo editoriale, risponde la scrittura al femminile delle “Piciocas”.
Sei autrici sarde, ormai consacrate alla narrativa, danno concretezza
alla polifonia della memoria che lo
scrittore-giornalista Francesco Abate ha voluto orchestrare (dopo la fortunata esperienza dell’antologia al
maschile), per regalarla ai tipi della
Caracò editore. Così da risolvere non
solo un debito con la memoria, ma
puntellare gli sforzi di quel piccolo e
variegato mondo di librai ed editori
che non vuole soccombere all’omologazione imposta dai giganti: «Che
libro possiamo regalare? - chiede
Abate nella prefazione ripercorrendo le tappe che hanno portato alla
pubblicazione - Che libro può in questo momento toccare le corde giuste
dei lettori, far sì che non passi inosservato e raccolga intorno a sé attenzione? “Raccontiamo storie di ragazzini!”, questo mi venne in mente:
cercare attraverso la narrazione della nostra gioventù di riportare a galla, storie condivise, sensazioni perdute, divertenti o agrodolci. Piccole
narrazioni, a un piccolo costo».
Il risultato è una raccolta in cui la
cronaca dell’età dell’innocenza, percorsa dalle turbolenze dell’adolescenza, non è mai mielosa e leziosa,
ma ironica, bruciante e, a tratti, sfacciatamente diretta. Figlia di una generazione che, assimilate le battaglie per l’emancipazione, irride i
’puzza puzza’ che, imposti dal senso comune del pudore, castigavano
pruriti e curiosità. O, in alternativa,
seminavano di certezze animi piacevolmente immersi nell’indefinitezza
del dubbio e nell’ansia dell’ignoto.
Sono quindi le emozioni ondivaghe e
contrastanti il filo rosso attorno a cui
si annodano i racconti di Michela
Murgia, Simona Tilocca, Barbara Parodo, Giulia Clarkson, Savina Dolores Massa e Milena Agus. Maestre di
stili, differenti e riconoscibili, che affrescano un saggio di emozioni capace di rendere dignità a storie che
le mamme di una volta non avrebbero mai raccontato alle loro figlie.
Educate com’erano a un patto generazionale che, servendosi di omissive sentenze, avrebbe sapientemente
occultato le tappe del divenire donna.
I racconti delle Piciocas le spiattellano invece senza rispondere a schemi narrativi di genere. Sono scanzonati e chiassosi, nostalgici e schivi,
laceranti e dolorosi. Hanno lo stesso
sapore dei segreti che, carpiti con
stupore e scambiati dietro complici
intese, rendono un po’ meno bambini e rivelano gli inganni orditi dagli
adulti. Hanno lo stesso ritmo delle
storie raccontate lontano dalle vigili
censure, incalzate dal «dai, raccontane un’altra» cui i Piciocus daranno
soddisfazione.
Manuela Arca
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"Giulietta prega senza nome" è il primo romanzo
della blogger lombarda Elena Torresani, appassionata della Gallura dove va spesso. Giulietta nasce
nel 1972, grazie a una indigestione di fichi. All’interno di una famiglia matriarcale, cerca di costruire la sua identità di donna degli anni ’80. Dopo
aver perso tempo dietro un lavoro senza senso,
uomini inadeguati e notti vissute al limite, Giulietta deve ricominciare tutto da capo. Affronta un
lento percorso di introspezione e ritrova l’equilibrio interiore smarrito. Quando il cerchio sembra
chiuso, scopre la malattia. Inizierà così un viaggio
tra i malati terminali, per poter scegliere l’accanimento terapeutico o il rifiuto delle cure. (s.d.)
La luna
nel pozzo
di Marinella Mascia
La Riflessione
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"La luna nel pozzo " è un romanzo ambientato nell’età nuragica presso il Pozzo Sacro di
Santa Cristina, famoso sito archeologico
vicino a Paulilatino. Narra la storia di una
madre che si oppone al destino che vuole il
sacrificio della propria figlia bellissima. Il
Pozzo Sacro, con i suoi misteri legati anche
l’archeoastronomia, è il teatro dove si svolge
la vicenda: un mondo nuragico che continua
ad affascinare gli scrittori. Il racconto pur
citando siti e miti della Sardegna antica, è scaturito dalla pura fantasia di Marinella Mascia.
Nata a Macomer e residente a San Teodoro,
medico di professione, è al suo primo libro.
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