A lezione di Netiquette 3.0

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A lezione di Netiquette 3.0
Andrea Nicoletti 06/03/2015 17:32 ATTUALITÀ
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iPad 2 mania, è tutto esaurito. La fotostoria
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Debrett's insegna anche il bon ton digitale
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Eredità digitale, cosa consigliano i notai
italiani
Rapida e informale, la
COVER STORY
comunicazione online
Made in Naples
rischia di far
MEDIA
dimenticare la buona
Safer Internet day, tre consigli per
difendere la privacy online
educazione e il rispetto
per gli altri. Ma le
conseguenze di una
gaffe digitale,
paradossalmente,
possono rivelarsi ben
più serie di una reale.
Ecco come evitare
scivoloni indesiderati
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L’uso (e l’abuso) dei social
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network, anche sul
Marchi da leggere
lavoro, impone nuove
regole per non confondere
© ThinktSock/Vladgrin
il privato col
professionale, evitare gaffe coi clienti e scivoloni di immagine. Come si fa? Tranquilli: la nuova
etica del Web è facilissima da seguire e fa bene la carriera. Allora perché non cominciare subito a
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Ikea, la donna scompare dal catalogo
saudita
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La birra? Una bevanda (anche) da donne
metterla in pratica? Ci aiuta un veterano della comunicazione in Rete in Italia, Marco Massarotto,
che ha fondato Hagakure per aiutare le imprese a comunicare on line. «La gentilezza e
l’educazione sono un’esigenza della società civile, ma anche il modo di rendere più efficace la
nostra comunicazione rivolta ai clienti o tra colleghi e partner».
Eco-guida Greenpeace. Hp in testa
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Emozioni aumentate
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Il manuale è presto fatto: si tratta di regole di buon
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NON BISOGNA DARE PER SCONTATO CHE TUTTI USINO LA RETE ALLO STESSO MODO E SECONDO I NOSTRI PRINCIPI
senso, quelle che dovremmo seguire nella vita di tutti i
giorni. Ma con alcuni accorgimenti in più. Per esempio:
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quando vogliamo entrare nell’ufficio di un collega,
bussiamo oppure no? Vale anche online: chiedere
sempre il permesso. Anche perché ognuno usa il
Web con obiettivi e in modi diversi. «C’è chi vuole
tenere pochi contatti in modo intimo e privato e chi ama numerosi amici e frequenti posting e
discussioni», dice Massarotto. «Non diamo per scontato che tutti la usino allo stesso modo e
secondo i nostri stessi principi». Poi: scegliere il momento giusto. «Essere online non vuol dire
essere disponibili in quel preciso istante. Se dobbiamo contattare una persona chiediamoci quale è
il momento giusto: a metà mattina ci sono le riunioni, mentre una email spedita nel pomeriggio
facilmente si perde nel mucchio. Aprire una chat su Facebook per spedire un curriculum e chiedere
un colloquio a mezzanotte del giovedì non è una buona idea, anche se vedete che il vostro
contatto è on line a quell’ora: non basta questo per entrare nella vita privata di un possibile datore
di lavoro».
Le medesime considerazioni valgono quando riceviamo una
richiesta via Skype o LinkedIn. Dobbiamo rispondere sempre a
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qualunque messaggio? «Tirate un sospiro di sollievo: no. In un
mondo in cui è così facile mandare un messaggio a qualcuno, il
Business People piace a 22.008 persone.
vecchio detto, domandare è lecito ma rispondere è cortesia, vale
ancora ma con flessibilità ed eccezioni. In certi casi, infatti,
possiamo non rispondere senza per questo sembrare maleducati.
Ma guai ad abusare di questa libertà». Quando invece la risposta
è contemplata dal galateo, bisogna sempre valutare il momento
più opportuno. «Entro quando devo rispondere? Sempre più
persone si preoccupano di questo. Vale la regola base: in tempo
Plug-in sociale di Facebook
utile per ciò che è richiesto. Al di fuori di questo siamo nel campo
soggettivo». E non dimenticate mai le formule di cortesia per
- 5 REGOLE PER glissare: “scusa ora sono impegnato” oppure “grazie, leggo la mail
AVERE 1000 FOLLOWER
stasera”. Anche un “Out of office” ben scritto quando siete in
vacanza aiuta a non trovarsi sommersi di richieste scadute al
rientro. Altra questione: meglio dare del tu o del lei? Internet
- ESSERE CRISTALLINI PER TROVARE LAVORO
è il regno dell’informalità quindi il “tu” è accettato con maggior
- MA IL GALATEO
facilità. Al tempo stesso, usare il “lei” può far spiccare le nostre
STA GIÀ CAMBIANDO
buone maniere. Quindi? «Date alla persona del tu o del lei come
- LA PAROLA AL PERSONAL
fareste se la incontraste per strada, e non preoccupatevi degli
DIGITAL VIP
altri che ascoltano online», continua la nostra guida.
ENDORSEMENT E RECOMMENDATION Un capitolo a parte meritano le “raccomandazioni” su Linkedin e altri servizi professionali. Con
quale criterio scriverle? E a chi chiederle? «Se siete a capo di una organizzazione è bene che
decidiate prima una policy rispetto a collaboratori e fornitori e la condividiate con loro. Se date un
“endorsement” a un collaboratore, sarà poi difficile negarlo agli altri. Riuscirete a tenere il passo ed
essere coerenti con tutti? Siete pronti a pubblicare giudizi negativi su collaboratori e fornitori? Se
scegliete di pubblicare solo giudizi positivi, come farete quando un collaboratore di cui non siete
soddisfatti vi chiede una raccomandazione? Insomma, meglio mantenere un’area soggettiva e
discrezionale. Ma non è un compito facile».
Anche chiedere un riconoscimento è una questione delicata. Potreste rivolgervi a qualcuno che
non ha una buona opinione di voi e metterlo in imbarazzo. Oppure apparire presuntuosi. «La regola
migliore, per entrambe le parti, è la spontaneità. Date un parere pubblico quando davvero vi viene
da dentro. Sarà ricambiato. Ma attenzione a non esagerare con le recensioni a ex capi e colleghi
solo con la speranza di ottenerne in cambio. Non accadrà».
UNA FOTO PUÒ ROVINARE TUTTO
CON LA RIVOLUZIONE MOBILE
AUMENTANO I RISCHI DI PASSI FALSI: CONTARE FINO A DIECI PRIMA
DI MANDARE O POSTARE UN MESSAGGIO
Infine la questione delicatissima delle foto. Oggi è così
facile pubblicarle che spesso dimentichiamo quanto sia
importante la privacy. Un esempio? Le foto di noi che
altri mettono su Facebook. «Non siamo ancora in grado
di condurre una ricerca per “foto che mi ritraggono” a
meno che sia stato scritto il nome. Quindi c’è una parte
Che succede se le pubblichiamo e facciamo vedere al mondo la persona sbagliata nel momento
sbagliato? «Regola di base: fotografate solo chi conoscete e se volete pubblicare online
ditelo prima di scattare: le riprese in una serata di relax con un collega potrebbero creargli seri
problemi il giorno dopo sul lavoro». Insomma, con le fotografie va usata la massima discrezione e la
massima attenzione.
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molte foto, ritraendo involontariamente persone a noi ignote ma che altri potrebbero riconoscere.
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di iceberg sommerso, nostre immagini che circolano
senza che lo sappiamo». Capita molto spesso: partecipiamo a un evento pubblico e scattiamo
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SMARTPHONE E TABLET: OCCHIO ALL’EMOTIVITÀ
Immediatamente dopo la rivoluzione dei social media ne è arrivata un’altra, ancor più grande: quella
del “mobile”. L’enorme e velocissima diffusione degli smartphone ha due effetti: amplifica e
intensifica tutti i fenomeni legati ai social perché siamo sempre connessi e, inoltre, connota in
modo particolare le interazioni digitali, portando istintività, emotività e rilevanza del contesto.
«L’uso delle reti sociali da connessione mobile è caratterizzato da persone che condividono
contenuti e messaggi in condizioni spesso precarie e in situazioni di mutitasking, cioè facendo più
cose assieme. Spesso l’ambiente è instabile – treni, piazze, casa – aumentando il portato emotivo
della comunicazione, che addirittura si sostanzia in una postura fisica quasi intima col telefonino.
Qui vale una regola molto vecchia: tirare un bel respiro e contare sino a dieci prima di mandare o
pubblicare messaggi dal telefonino ».
SIATE VOI STESSI
In conclusione, oggi Internet è un grande strumento di moltiplicazione delle connessioni e un
grande amplificatore: in pochi minuti un messaggio, positivo o negativo, può letteralmente fare il
giro del mondo. Essere se stessi è il modo migliore per limitare gli errori, evitare gli equivoci e
prevedere le reazioni. Parafrasando: non fate e non dite sui social network quello che non fareste
e non direste nella vita reale. E cercate se possibile, di aggiungere un pizzico di cortesia in più.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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