Apprendimento ed emozione: così la formazione lascia il segno

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Apprendimento ed emozione: così la formazione lascia il segno
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Prefazione
Sommario
Apprendimento ed emozione:
così la formazione lascia il segno
Achille Fornasini
amministratore delegato di ISFOR 2000 e del consorzio Università & Impresa
Per lungo tempo gli esperti di formazione si sono chiesti se per chi opera in azienda siano più importanti le
abilità di comunicare e di interagire efficacemente con gli altri, oppure le competenze tecnico-gestionali.
L’interrogativo, che a me è sempre parso alquanto specioso, ha confermato tutta la sua inconsistenza in
questi ultimi tre anni connotati da sconquassi finanziari, dal tracollo dei mercati, dalla crescita stentata
unita alla sempre più difficile competizione internazionale, dall’inarrestabile spostamento dei baricentri geoeconomici, dall’impetuoso aumento dei prezzi delle materie prime e dall’incombente necessità di innovare
con intelligenza ogni aspetto della vita d’impresa.
Per gestire una tale complessità è necessario essere bravi in tutto, perché una mossa sbagliata, a tutti i
livelli, può costare cara. Se la crisi che abbiamo vissuto ha messo tutti a dura prova, è altrettanto vero che
essa può essere di grande stimolo al miglioramento. E poiché i margini d’errore si sono fatti sempre più
stretti, emergeranno coloro che meglio sapranno gestire se stessi, il proprio lavoro e la propria azienda.
Se prima della crisi qualche competenza poteva essere trascurata, il futuro che ci attende pretende persone
ben preparate, eclettiche, flessibili e in grado di motivare le persone al cambiamento e al miglioramento
continuo. Bisogna cioè tendere a fare le cose giuste nel momento più opportuno, stimolando in tal senso
anche chi lavora con noi.
E’ appunto il tema del cambiamento, tipico del periodo storico che stiamo vivendo, che assume una rilevanza
nevralgica. Cambiamento che si declina soprattutto nell’innovazione persistente: dai prodotti ai processi
industriali, dall’organizzazione al controllo di gestione e alle strategie commerciali.
Le nostre aziende l’hanno ben compreso. Posso testimoniare, dagli osservatori privilegiati di ISFOR 2000
e di Università & Impresa, che le imprese stanno dimostrando una crescente attenzione all’intero processo
che governa la formazione. Per lunghissimo tempo, forse troppo, la gran parte delle nostre piccole aziende
ha interpretato la formazione come un insieme di episodi sporadici e non programmati, spesso dettati da
obblighi normativi. Da qualche tempo non è più così. Oggi le imprese cercano la qualità perché la formazione
è avvertita come una necessità ineludibile. E poiché le aspettative di chi frequenta le nostre aule sono
sempre più alte, ISFOR 2000 e Università & Impresa debbono rispondere con efficacia, innalzando con
costanza il rapporto tra le attese dei partecipanti e i risultati conseguiti grazie alle proprie azioni formative.
A noi si chiede che i professionisti e gli esperti coinvolti nei nostri corsi, nei nostri seminari e nei nostri
Master post-esperienziali siano dei veri e propri coach: allenatori che sappiano preparare e diffondere
conoscenze, competenze ed esperienze con incisività, accompagnando gli inquadramenti teorici con la
passione generata da un autentico vissuto aziendale.
Gli esiti di questa nostra continua tensione verso la qualità del lavoro in aula sono molto confortanti: i
partecipanti ai nostri corsi percepiscono il nostro sforzo di avvicinarci alle loro realtà aziendali, avvertendo
l’azione didattica non come una lezione sui massimi sistemi, ma come un continuo confronto con il docente
sulle questioni quotidiane e sulle possibili soluzioni a problemi concreti.
E’ proprio questo il senso della nostra missione: continuare a coniugare l’apprendimento con l’emozione. Il
primo senza la seconda rischia di restare sterile, mentre la sola seconda, se non contribuisce a potenziare
le conoscenze e le competenze, serve a ben poco. Ma se all’apprendimento si accompagna l’emozione
frutto del convincimento di poter esprimere più intensamente il proprio potenziale, nelle persone le tracce
della formazione restano indelebili. Questa continuerà a essere la nostra sfida.