Tutti in sella alla «bici condivisa

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Tutti in sella alla «bici condivisa
Gazzetta di Parma 09/23/2005
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CRONACA DELLA CITTA'
Venerdì 23 settembre 2005
11
Mobilità
sostenibile, otto aziende in prima linea
Vignali: «178mila euro di incentivi per ottimizzare i percorsi casa-lavoro»
Tante
iniziative,
presentazioni,
appuntamenti
nella versione
parmigiana
della Giornata
europea
senz'auto
Verde come lo spirito ecologico dell'iniziativa: il prato del bellissimo chiostro
dell'Annunziata ha ieri alle 15,30 ospitato un
incontro tra l'assessore al traffico Vignali e i
mobility manager delle aziende del territorio
comunale. Il workshop, intitolato «Azioni
concrete di Mobility management», era naturalmente inserito nel programma della
giornata europea «In città senza la mia
auto».
«Si tratta di un progetto che rientra nella
più ampia strategia di decongestionamento e
ottimizzazione del traffico veicolare sulle strade _ ha spiegato Vignali _. Tramite un bando
pubblicato il 6 giugno, il Comune ha concesso
lunedì centosettantottomila euro di incentivi a
sostegno degli interventi concreti di mobility
management».
L'assessore spiega che l'ingente somma
riguarda tutte le aziende che hanno partecipato al bando e che hanno adottato il
piano spostamento casa-lavoro: «Si tratta di
Inps Parma, Chiesi farmaceutici, Azienda
ospedaliera, Barilla, Istituto Albertina Sanvitale, Enia, Simonazzi e Tep».
STRADE
ECOLOGICHE
Ma l'importo assegnato come verrà utilizzato dalle aziende? «Secondo diverse modalità _ spiega Vignali _. Si va dagli incentivi
per la realizzazione di parcheggi aziendali per
biciclette agli incentivi per la realizzazione di
colonnine di ricarica dei mezzi elettrici nelle
aree aziendali; dagli incentivi per l'uso del
trasporto pubblico di linea ad altri incentivi
finalizzati alla costituzione di flotte aziendali
ecologiche».
Con orgoglio, Vignali sottolinea che quello di Parma «è l'unico Comune d'Italia ad
aver promosso una simile iniziativa. La Regione Lombardia ha già fatto esperienze di
questo tipo, ma, appunto, come ente-regione».
Dal dibattito nel chiostro, spiega Vignali,
«è venuta l'idea di aumentare i percorsi ciclabili. Realizzarne uno che porti fino alla
Barilla, per esempio. E, ancora, rendere più
sicuro il sottopasso ciclabile per i dipendenti
della Chiesi e la via Spezia per i lavoratori
della Simonazzi. Pensiamo inoltre alla realizzazione di un club dei mobility manager, i
quali verrebbero dotati di tessera che, da parte
del Comune, potrebbe comportare alcuni scon-
ti, per esempio sui biglietti per gli spettacoli
teatrali».
L'assessore ricorda infine che le otto
aziende che hanno aderito all'iniziativa hanno già, nero su bianco, deciso come utilizzare
i fondi. Ecco come. Alla Barilla per l'acquisto di abbonamenti al Tpl e il noleggio di
flotte aziendali; alla Simonazzi, per la realizzazione di parcheggi aziendali per biciclette, realizzazione di colonnine di ricarica
dei mezzi elettrici in area aziendale, acquisto
di abbonamenti annuali al Tpl, costituzione
di flotte aziendali ecologiche; alla Tep per la
realizzazione di parcheggi per biciclette in
area aziendale; alla Chiesi per realizzare
parcheggi aziendali per biciclette, acquistara abbonamenti al Tpl e a Trenitalia e per
formare una flotta di biciclette elettriche;
all'Enia per creare parcheggi per biciclette e
installare colonnine di ricarica dei mezzi
elettrici; all'Inps per abbonamenti al Tpl;
all'Azienda ospedaliera e all'istituto Sanvitale, infine, sempre per parcheggi aziendali per biciclette e acquisto abbonamenti al
Tpl.
Tutti
in
sella
alla
«bici
condivisa»
Inaugurata in piazzale Santa Croce la prima delle dieci postazioni
Piazzale Santa Croce, ieri mattina. Capannello di
gente intorno a un'infilata di bici gialloblù. «Ma la
prendi su per andare in centro?», domanda una signora. Un pensionato appare il più perplesso: «Ma se
le lasciano anche di notte, alla mattina non trovano
più manubri e sellini. Ma lo sa che c'è gente che fa la
collezione?».
Mezze frasi, scampoli di curiosità intorno alla
novità del giorno, l'appuntamento che doveva regalare sapore parmigiano alla Giornata europea
«In città senza la mia auto».
E se la nostra vocazione ciclabile è ormai conosciuta urbi et orbi, sembrava giusto continuare a
lavorare su quel fronte.
La novità si chiama bike sharing e già il nome va
spiegato: tradotto significa «bici in condivisione»,
cioè né mia né tua, una bicicletta pubblica.
L'intera flotta (gestita da Infomobility in collaborazione con Comunicare) ne conterà cento
distribuite in dieci postazioni sul territorio del
Comune e in particolare all'interno del cerchio
delle tangenziali.
Ieri mattina, appunto, è stata «battezzata» la
postazione di piazzale Santa Croce, pronta anche
quella in via Mazzini, la prossima settimana arriverà quella del Duc e poi tutte le altre, entro il
mese di ottobre:
L'idea alla base è sempre quella: incentivare l'uso
di mezzi alternativi all'auto, promuovendo soluzioni veloci e semplici, specie per gli spostamenti
brevi.
Come funziona la postazione: ogni bicicletta è
agganciata a una colonnina; per prenderla basta
sfiorarne la sommità con una chip card (la tesserina
che contiene i dati personali dell'utilizzatore) rilasciata attraverso la compilazione di un modulo e
il versamento di una cauzione di 20 euro. Per i primi
sei mesi il servizio sarà completamente gratuito.
A fine noleggio, la bici potrà essere riposta nella
stessa postazione di consegna oppure in un'altra,
dislocata in un diverso punto della città: questo per
permettere un'estrema flessibilità del servizio e
l'integrazione dei mezzi di trasporto (per informazioni, si può telefonare all'ufficio di Infomobility: 0521/706301).
Un sofisticato sistema elettronico automatico
registra prelievi e rilasci e, nel caso di disguidi,
provvede a informare via sms l'utente e il gestore.
Arriva l'assessore Pietro Vignali, che già guarda
avanti: «Le bici elettriche? In futuro pensiamo di
mettere anche quelle nelle postazioni, e poi anche
ciclomotori per i disabili. Alcune delle dieci postazioni saranno sormontate da una tettoia con sopra
un fotovoltaico per produrre energia elettrica».
Vignali confida molto nel bike sharing («che
ottimizza i costi, risorse umane e informazioni all'utenza») e pensa già a un'idea gemella nella
filosofia ma ancora più ambiziosa: il car sharing, e
questa volta sarà l'auto a diventare una «cosa
pubblica», né mia né tua.
Alla giornata ha partecipato anche un plotone di
studenti del Bodoni, che sono stati coinvolti in un
articolato progetto in rete che si chiama «Mobilitaty».
Ieri, però, la regina della giornata era la due
ruote: parecchie le bici (elettriche e non) esposte
lungo via D'Azeglio, ieri interamente pedonalizzata per onorare degnamente la Giornata europea
senz'auto. Grazie alla collaborazione dell'Ascom, la
strada s'è trasformata in un gran bazar a tre filoni:
il mercatino del biologico, quello dell'antiquariato,
le bancarelle dei vivaisti con le associazioni ambientaliste.
I parmigiani hanno apprezzato (anche se ovviamente non è stato il pienone dei giorni festivi)
zigzagando tra le cose curiose: come le enormi zucche a forma di pera (viste dall'«Orto di Franco», da
San Secondo), il peperoncino cedrino «di elevata
piccantezza», le delicate composizioni di fiori in
arrivo dalla Thailandia. «Bio» anche quelle? In un
certo senso sì, visto che erano finte: piccola chicca
dell'artigianato thai.
Due ruote o quattro? Dipende...
Il 33% dei parmigiani sceglie il pedale nel tempo libero. Ma per il lavoro l'auto vince col 56%
La capitale del gusto
Un libro di ricette che si trasforma uno strumento per
proporre Parma e la sua cultura. Non solo quella che si
conosce e si sperimenta in tavola. Questa l'idea alla base
del volume «Parma capitale della gastronomia italiana»
presentato ieri mattina al chiostro dell'Annunciata
nell'ambito della giornata «in città senza la mia auto».
Il volume scritto da Giuliano Bugialli, illustrato
dalle splendide foto di Andy Ryan è edito da «Academia
Barilla» che ha pensato ad un libro di ricette tipicamente italiane, anzi parmigiane, ma proposte al
grande pubblico di lingua inglese.
«Una iniziativa per fare conoscere la grande tradizione
gastronomica della città e i suoi prodotti - ha spiegato
Gianluigi Zenti, direttore di «Academia Barilla» - ma
anche uno strumento con cui invogliare turisti e appassionati, in particolare americani, a visitare queste». Le
stesse che una guida a stelle e strisce definisce tra quelle
da «vedere assolutamente nella vita» ma che forse sono
ancora poco note oltreoceano. «Ecco perché le ricette e i
prodotti sono inseriti nel contesto cittadino e alternati a
foto molto curate: un modo per ambientare i frutti di un
territorio e per offrire uno stimolo al viaggio».
Oltre che uno strumento per scoprire, e riscoprire, prodotti che Giuseppe Papagno, docente di storia contemporanea all'Università di Parma ha sottolineato «esprimono
pezzi di storia e di sapere. Che vengono da lontano». Dopo
l'anteprima il volume sbarcherà negli Stati Uniti per una
serie di eventi nei migliori ristoranti italiani: dove Parma,
capitale del gusto, metterà in mostra i suoi gioielli.
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D'accordo, la fama che ci precede ovunque è quella degli inguaribili bici-lover. Ma
questo nostro sperticato amore per la bicicletta non sarà - ora come ora - anche un
po' il riflesso di una leggenda metropolitana? Perché è vero: Parma pullula di
«due ruote» ma anche le «quattro» non
scherzano.
E allora ieri, la Giornata europea senz'auto sembrava il momento giusto per
guardarci dentro, senza barare.
Per far ciò, è stato invitato il sondaggista più famoso d'Italia, Renato Mannheimer che nel corso di una seguitissima
conversazione al chiostro dell'Annunciata ha snocciolato una serie di slides parecchio interessanti.
E allora: qual è il mezzo più usato a
Parma? Il 67% degli intervistati risponde
«la bici» e già questo pare molto confortante; poi però, di fronte a una domanda più circostanziata (con che mezzi
va al lavoro?) si scopre che ancora il 56%
in ufficio-fabbrica-negozio ci approda in
macchina, e solo il 20% in bicicletta. «Uno
si sarebbe aspettato di più», chiosa Mannheimer. La bici torna alla grande (33%)
negli spostamenti dei parmigiani legati al
tempo libero. «Quando potete togliete la
cravatta e inforcate la bicicletta».
Interessanti anche le risposte sulle piste
ciclabili. Sono considerate sicure (molto o
abbastanza) per il 60% degli interpellati,
poco per il 29%. A questi ultimi la domanda
supplementare: perché non sono sicure? E
qui, la lamentela che prevale è «perché ci
camminano troppi pedoni», risposta data
dal 50%, non senza stupore dell'esperto
sondaggista: «A Milano avrebbero risposto
tutti: per le auto parcheggiate in mezzo».
Altissimo il consenso sulla mobilità
ciclabile parmigiana: il 78% dà un giudizio positivo.
Renato Mannheimer e Pietro Vignali.
Mannheimer, che qui era in veste di
presidente dell'Ispo, un osservatorio permanente dell'atteggiamento degli italiani
sul tema ambientale (ma molti dei dati
presentati venivano dalla nostra Infomobility, indagine freschissima: del settembre di quest'anno) ha ricordato che il «caso
Parma» è finito da un po' sotto la lente
dell'Osservatorio, così come le sue iniziative vengono guardate con ricco interesse.
Altre voci della tavola rotonda: a Giulio De Leo, docente di Scienze ambientali
del nostro ateneo, il compito di allargare
l'orizzonte della sostenibilità ambientale, perché su questo tema tutti gli abitanti
del pianeta sono sulla stessa barca, che fa
acqua un po' ovunque. «La situazione non
è molto incoraggiante», ha annotato lo
studioso che ha messo in fila lo sviluppo
demografico impressionante, le foreste
che scompaiono, i grandi fenomeni dell'inquinamento, i cambiamenti climatici
devastanti per poi arrivare al particolare:
ciascuno nel suo quotidiano può fare
qualcosa, buone abitudini (mezzi alternativi, raccolta differenziata, prodotti
«verdi») se tutti lo facessero sarebbe già
un bel passo avanti.
La giornalista del Tg2 Maria Leitner che
si occupa di motori, dopo aver ricordato
che l'Italia è ancora invasa da un milione di
veicoli altamente inquinanti, ha proposto
una veloce carrellata sui mezzi alternativi:
quelli a idrogeno allo studio in Giappone?
«Ancora molto lontani». Meglio puntare,
per ora, sui veicoli «ibridi» con motore elettrico, «che consumano il 20 per cento in meno». O su altre piccole-grandi rivoluzioni:
ci sono già auto che appena si fermano al
semaforo il motore si spegne, riposa un po' e
inquina meno. Non sarà molto, si può fare
meglio. L'importante è pensarci.
February 1, 2011 11:09 am / Powered by TECNAVIA