Il potere delle informazioni

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Il potere delle informazioni
‘Governare è far credere: ritengo che in questa semplice affermazione
del noto storico e scrittore italiano Machiavelli, sia possibile cogliere tutta
l’essenza dell’intrinseco legame che sussiste tra l’informazione e il potere’.
Così esordisce Antonio Teti, docente di Cyberspace Sciences all’Università ‘G. D’Annunzio’ di Chieti-Pescara, nel descrivere il suo ultimo libro
‘Il potere delle informazioni’ (Gruppo Il Sole24Ore, 2012), importante consuntivo di più di trent’anni di ricerca nel campo dell’Information and Communication Technology (ICT) e saggio imprescindibile per coloro che si interessano ‘di web, psicologia della comunicazione, geopolitica e intelligence
internazionale’, come suggerisce il generale della Guardia di Finanza
Nicolò Pollari, ex direttore del Sismi, il Servizio segreto militare italiano e
curatore della prefazione.
Quello di Teti è un serio lavoro di approfondimento circa gli sviluppi e
gli scenari futuri sulla ‘società della conoscenza globalizzata’, all’interno
della quale le dinamiche di scambio delle informazioni, soprattutto attraverso il regime imposto dai new media (website, social network, web tv,
web journal, web radio, blog), determinano gli assetti del potere socio-politico, economico e culturale a livello mondiale. Lo sviluppo delle tecnologie
informatiche, in particolare di Internet, ha consentito di attivare l’ennesima
trasformazione della società in cui viviamo, per condurci in un ambiente
globalizzato in cui lo sviluppo culturale, economico, umano, industriale e
sostenibile passa attraverso il possesso e l’acquisizione continua di informazioni e di conseguenza del sapere, dando luogo alla società della conoscenza. ‘L’informazione è potere – prosegue Teti –, pertanto non è concepibile
esercitare alcun tipo di condizionamento o azione persuasiva sulle masse senza il
dominio dell’informazione. In questo momento, chi è in grado di gestire le informazioni nel Cyberspazio può assumere un potere indescrivibile a livello planetario,
grazie alla potenza della Rete’.
Oltre a contenere una solida argomentazione storiografica sulle discipline che nel tempo hanno analizzato i mutamenti nel settore delle telecomunicazioni, il libro prefigura una serie di futuri possibili in materia di
information cyberwarfare (guerra virtuale delle informazioni), cyber-geopolitica, captologia (studio delle tecnologie di persuasione in Internet), privacy e open source.
‘Ritengo che sia a livello nazionale che regionale, sussista il medesimo problema: la comprensione della reale portata della trasformazione in atto sulle metodologie di produzione delle informazioni. Un tempo erano principalmente i giornalisti i veri depositari della produzione delle informazioni. La Rete e le sue applica130
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zioni hanno sconvolto ogni regola. Secondo una recente statistica’, spiega Antonio Teti ‘il 60,9% degli italiani ‘interconnessi’ si informa grazie a fonti disponibili
online sulla Rete, e la diffusione di dispositivi tecnologici ‘tascabili’ è in costante
aumento’.
Ma questo testo lancia soprattutto un allarme inquietante. Ed è lo stesso
Pollari a sottolinearlo nella prefazione ‘Oggi, Antonio Teti, con questo suo
importante contributo di matrice socio-cybernetica, vuole dire, a mio avviso, proprio questo: ‘Signori, stiamo attenti perché ci siamo: il Grande Fratello è arrivato, è
qui fra di noi, e molti di noi ancora non se ne sono accorti’. Spero proprio che il lettore riesca a cogliere questo messaggio: il Cyberspazio rappresenta uno strumento
di comunicazione/informazione di straordinaria potenza, democrazia e libertà assoluta, ma se male utilizzato può trasformarsi in uno strumento in grado di produrre
danni incalcolabili’.
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