Mezzogiorno di fuoco, oggi

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Mezzogiorno di fuoco, oggi
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Notizie in… CONTROLUCE
gennaio 2001
CINEMA
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Mezzogiorno di fuoco, oggi
The Insider, l’ultimo western del Duemila
È finalmente uscito in videocassetta Insider, uno dei più notturno (citazione alla enne), le impronte in giardino (i
bei film della scorsa stagione.
cattivi) e la rassicurazione finale: “Era solo un procione,
Quello che per noi è stata l’Opera, per gli americani è dormi tranquilla,” mentre il pericolo incombe nell’aria?
stato il western. Insider è uno dei migliori.
E che cosa sono queste “Sette grandi”, le industrie maniIl regista, Michael Mann, ha difatturiere del tabacco, se non il
retto un gran bel film, e, spanemico, la ferrovia, le banche
rando a zero su La caduta delche vogliono togliere (e tolgol’impero americano, ha detto
no) al povero Wigand tutto,
e fatto per l’America (e forse
l’orgoglio, il denaro, le sicurezper tutti noi, vorremmo speraze, ricattandolo e vieppiù ricatre), molto più del fintamente
tandolo perché si è opposto ai
amarognolo American Beauty,
loro progetti?
pellicola che lo ha nettamente
E cos’è lo splendido Lowell
surclassato nell’ultima notte
Bergman-Al Pacino (“bravissidegli Oscar.
mo e pacinesco,” ricitando
Per una sorta di strana Nemesi
Irene Bignardi), se non il cava(nulla è casuale, nel cinema, o
liere solitario, l’eroe senza macno?), tutto nasce da un articochia e senza paura: “Io non ho
lo di Marie Brenner, “The Man
mai tradito nessuno in vita
Who Knew Too Much” (L’uomia”?
mo che sapeva troppo), come
Insider: dentro, da dentro. E
un grande film della storia del
tutto il film è già scritto nella
cinema, pubblicato sulla rivista
prima scena, quando, sui titoli
Vanity Fair.
di testa intuiamo Al Pacino,
Insider, che si ispira ai fatti racbendato, in Oriente, per orgacontati dall’articolo della
nizzare l’intervista a un leader
Brenner, è la ricostruzione,
degli Hezbollah, che cerca di
seppur ottimisticamente esagevedere e di capire (vede e capirata, della più esaltante vittosce) poco, attraverso la tela delria del popolo americano conla sua benda.
tro le major del tabacco, ma è,
Un film sulla visione, sullo
anche, la morte del sogno amesguardo (stiamo parlando di tericano, la perdita dell’innocenlevisione, anche) e questa preza (non certo un tema nuovo,
sentazione del protagonista ci
ma molto ben raccontato).
dice che Al Pacino in questo
È un film fisico, mostruosamente fisico, con questi film cercherà e troverà un nuovo sguardo, un cert regard,
corpaccioni dilatati sotto l’occhio della cinepresa, presi in verso la realtà, abbandonando il suo lavoro (è l’autore di
impietosi primi piani che ne esaltano le rughe, i segni, le Sixty Minutes , uno dei più famosi programmi di informaimperfezioni, oppure isolati, in mezzo alla natura, o alla zione della CBS/News), per tornarsene all’insegnamento.
gente, o al nulla, abbandonati da Dio e dagli uomini in una E l’anello si chiude nella scena finale, quando lo stesso
amarissima solitudine morale dove essere gli americani, Pacino, dopo essersi licenziato, esce dalla porte del paovvero “i buoni”, costa la perdita di tutto ciò che si è lazzo della Corporation e si ritrova fra la gente, ancora
costruito nella propria vita.
più solo, tradito dagli amici, ma finalmente libero (penCos’altro è se non un pioniere, questo Jeffrey Wigand sando alla scena finale di Mezzogiorno di fuoco, ci si
(meravigliosamente interpretadomanda quale status symbol
to da Russell Crowe, candidadel mestiere giornalistico –forto all’Oscar), vicepresidentese il notebook– avrebbe potuscienziato della Brown &
to gettare in terra Pacino, come
Williamson, la terza industria
fa Gary Cooper con la stella di
americana dei tabacchi, che ha
sceriffo).
girato il mondo e gli uffici, arLa storia di due uomini soli, unimato della sua laurea (in un
ti in momenti di dolorosa e maduello verbale con un avvocalinconica complicità, specchio
to rivendica un “Mi chiami
uno dell’altro, uguali e contrari
Dottor Wigand”), per permet(Conservatore vs. Liberal, come
tere alla sua famiglia di vivere
già in Heat, dello stesso Mann,
nel benessere, in una grande e
lo erano poliziotto e gangster) e
bella
villa
uguale
nel corso del film si rivelerà in(concettualmente) al pezzo di
finitamente più solo Wigand,
terra fertile alla cui conquista
borghese conservatore che si
Al Pacino e Russell Crowe.
si lanciarono i coloni nell’altro
ribella alle regole della normalisecolo?
tà, che non il radical Pacino,
L’uomo che, nel momento del pericolo, risvegliato una animalesco per istinto, con compagna uguale a lui, che si
notte dalla piccola figlia spaventata per dei rumori sentiti muove meglio nella giungla del mondo, che capisce e
“fuori” dalla casa, prende il revolver e scende in giardi- intuisce e blandisce (splendido è il corteggiamento a colpi
no?
di fax che con cui conquista il riluttante Wigand), che sa
Quante volte abbiamo visto il cowboy di turno, l’animale difendersi e attaccare, riuscendo a imbastire una fitta rete
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di complicità con l’aiuto di altri cacciatori solitari (una vita sfida sarà. Questo è western.
di avventurieri, pistoleri, misfits), contro i trucchi e le Ma…
ingiustizie del potere economico, crudele e avido e senza Ma c’è un ma.
cuore.
Il sogno è finito, siamo nel
Retorico? No, anzi.
duemila e la frontiera non c’è
Un gran bel film, l’epica del copiù, non è più tempo di eroi.
raggio, dell’orgoglio, dei valoPacino prometterà copertura e
ri degli esseri umani, della diprotezione a Wigand, per poi
gnità. Le scelte, intime e eroiamaramente scoprire di essere
che a un tempo, di “gente colasciato solo dal suo staff (anmune sotto il peso di fortissiche il suo ancorman, con cui ha
me pressioni”. Nell’aria aleggia
fatto squadra per dodici anni, il
una rabbia frenata, un’impotenfamoso Mike Wallace, lo abza coatta, scoppi d’ira repressi
bandonerà).
in un’infelicità dolorosa, stoiPer paura di un’eventuale cauca, perché ognuno deve fare il
sa di ritorsione (ancora il denaproprio dovere.
ro) la CBS/News non trasmetIl tema della dignità e il tema
terà la fondamentale intervista
del tradimento.
in cui Wigand inchioda le “SetDa sinistra a destra: Debbie De Luca (Debi Mazar),
In nome della sua morale
Lowell Bergman (Al Pacino), Don Hewitt (Philip Baker te grandi”.
Wigand perde il lavoro, è ricatDi qui in poi il suspance, ma
Hall) e Mike Wallace (Christopher Plummer)
tato, poi minacciato di morte
questo è meno importante, il ca(lui e la sua famiglia). Poi la moglie (non tutti sono eroi valiere solitario (Pacino) riuscirà a sconfiggere le indunella vita) lo abbandona, viene imbastita su di lui una strie, l’intervista a Wigand andrà in onda, la giustizia trioncampagna scandalistica per distruggerne l’onorabilità, ri- ferà, e tutti saranno un po’ più poveri, un po’ più sconfitschia il carcere.
ti, un po’ più delusi (quando la sera, alla fine di tutto, la
Questo film sul giornalismo e sul potere del denaro è an- compagna di Bergman gli dice: “Hai vinto”, lui replica :
che un suspense, anche se già tutti sappiamo come è “Vinto cosa?”).
andata a finire (la storia è vera, anche se, in realtà, Sixty Oltre ai due magnifici interpreti, va assolutamente ricorMinutes ha mandato in onda l’intervista con il vero dato Christopher Plummer, che dà splendidamente corpo
Wigand solo nel febbraio del 1996, quando già i fatti era- a Wallace, il terzo protagonista del film. Wallace è una
no stati resi pubblici da un processo, dal New York Times specie di Enzo Biagi d’oltreoceano (il vero Wallace si è
e dal Wall Street Journal).
infuriato per l’interpretazione) e la maschera che ne fa
Jeffrey Wigand, capo delle riPlummer è un grande gioco di
cerche licenziato e umiliato dalsapienza e di orgoglio, un granla Brown & Williamson, divende gigione azzimato, combattuta quello che si chiama in gergo
to fra ideali e desiderio di imun whistleblower, un informamortalità.
tore, fra orgoglio ferito e senso
La fotografia del nostro Dante
morale. Pacino fiuta il colpaccio
Spinotti, anche lui candidato
e gli si mette alle costole. Due
all’Oscar, ci dà un film denso,
uomini opposti, due lealtà digrigio-bluastro, illividito come
verse, un’unica morale. E chisil mondo dei nostri protagonisà come sono andati veramente
sti, mentre le musiche e i silenzi
i fatti, nella vita vera? Il Wigand
riempiono ancor più la scena
del film, ansioso, attento alla
(nelle prime riprese, nel suo ufsua famiglia –c’è una scena,
ficio e poi in casa, Wigand è imdurante un attacco d’asma delmerso in un angoscioso silenla figlioletta, con ricostruzione
zio, come in un acquario, le tapdel nucleo familiare, che già dice
pe del suo martirio di uomo dabe preannuncia tutto– non sabene sono ritmate da una sorta
rebbe mai riuscito, forse, a uscidi cantata profana, nel momenre dal suo dilemma, fra scienziato dell’azione di Pacino compare
to e padre di famiglia, fra gli
un sax solitario e lacerante).
interessi del mondo e quelli delMa la fine è meno nota.
la sua casa, della sua happy
Bergman e Wigand, come ci difamily.
cono i titoli di coda, se ne sono
Ma la sceneggiatura lo aiuta, e
andati entrambi a insegnare,
i crudeli, i cattivi (gli avvocati
uno a Berkeley (guarda caso),
sono tutti orrendi, corpi più
l’altro a Lousiville, certamente
sgradevoli dei tanti corpi già
più liberi, ma con molti meno
sgradevoli, dilatati, deformi,
sogni nel loro futuro.
enfatizzati, ma quelli delle major
Il regista del film, Michael Mann
Unica soddisfazione, le scene
ancora di più) faranno un errodel film ambientate nella High
re, di fronte ai dubbi dell’uomo in crisi Wigand, stritolato School in cui Wigand, accettando un dignitoso lavoro di
tra la voglia di scoop, di notizie della CBS/News e le vere insegnante, svolge le sue lezioni, sono state girate al
angherie della Brown & Williamson, minacceranno fisi- duPont Manual Magnet High School di Lousiville, la vera
camente la sua famiglia.
scuola dove attualmente lavora, nella vita reale, il vero
E allora?
Wigand.
Il duello deve essere, la sfida deve essere raccolta, la
Fabrizio Natalini