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18-02-2004
13:57
TeSt
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Simone Coen
RACK DSP CON INTERFACCIA FIREWIRE (MAC/PC)
TC Electronic Powercore
Firewire
n altro vantaggio di questa
soluzione è la migliore
protezione dalla copia dei
plugin offerta da un sistema nativo
con uno schema di autorizzazione
software che si appoggia sul numero
di serie della scheda DSP, rendendo
di fatto molto complicato “craccare”
il plugin. I DSP offrono
un’ottimizzazione di alcuni processi
fondamentali nel trattamento audio
e il livello medio dei plugin
disponibili per queste piattaforme è
decisamente superiore a quello che
offre il mercato nativo.
U
Powercore e i suoi plugin
TC Works aveva già in catalogo una
versione PCI del sistema Powercore; le
differenze principali risiedono nei
processori utilizzati (50% più potenti
in media) e nella praticità di un rack
esterno collegato via cavo Firewire,
permettendo una più facile operatività
coi sistemi portatili, con i mini
computer privi di slot PCI e anche a
chi ha un sistema desktop, di
Nonostante il
decongestionare il proprio computer e
continuo guadagnare una bella unità rack da
miglioramento mostrare agli amici.
delle prestazioni Il lato esteriore di Powercore Firewire è
infatti molto accattivante con una
dei sistemi nativi finitura grigia satinata molto elegante,
basati su CPU, si un bel pulsante di accensione e nel bel
sta affermando mezzo un mega indicatore blu a forma
di logo Powercore che si occupa anche di
un’altra soluzione, comunicazioni ancestrali con noi utenti.
che prevede Il lato posteriore presenta l’ingresso per
l’integrazione di un la “220” e tre prese Firewire; utile
sottolineare che tali prese sono in
sistema basato su standard Firewire 400, ma funzionano
DSP con il nostro correttamente anche con il nuovo
sequencer Firewire 800 (con un cavo adattatore) e
le due prese apparentemente addizionali
abituale. Per chi sono per collegare ulteriori Powercore
non si può FW (in futuro...) e dispositivi Firewire
permettere un vari come dischi, masterizzatori,
sistema DSP
scanner e quant’altro.
dedicato di alto INSTALLANDO
livello questa La procedura di installazione è molto
semplice e prevede un’accensione
soluzione offre il dell’apparecchio una volta installato il
meglio dei due software. La registrazione sul sito TC è
mondi a prezzi praticamente necessaria, soprattutto se
accessibili.
La Powercore Firewire
con alcuni plugin in
dotazione (Tubifex e
Vintage CL) e opzionali
(Sony Oxford EQ e
Assimilator).
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pianifichiamo di acquistare plugin
opzionali. Ho testato Powercore
Firewire contemporaneamente su Mac
OS X (non funziona su Mac OS 9!) e su
Windows XP nelle versioni 1.7.6 e 1.8;
il software non ha mai causato alcun
problema. Powercore Firewire funziona
anche in combinazione con le sorelle
PCI (aumentandone di fatto la potenza)
senza bisogno di riacquistare i plugin
opzionali già eventualmente in nostro
possesso, funziona correttamente anche
con schede DSP della concorrenza
inserite negli slot PCI, non genera
conflitti di banda passante con alcune
schede audio PCI notoriamente sensibili
e si adagia perfettamente su piattaforme
VST e AudioUnits. I plugin opzionali
richiedono un’autorizzazione ad hoc:
questo vuol dire che prima di poterli
installare è necessario registrarsi con il
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Il pannello di
controllo di
Powercore.
numero di serie del plugin e il numero
di serie della scheda Powercore per poi
ottenere un link internet per il
download del plugin compilato
appositamente per funzionare sul nostro
sistema. Powercore Firewire poggia le
sue basi su 4 processori Motorola 56367
a 150 MHz con 512 kiloword di Ram a
testa e su PowerPC 8245 a 266 MHz
con 8 Mb di Ram.
ha già dato i primi interessanti frutti
come vedremo in seguito; tutto questo
è stato semplificato dall’adozione dei
DSP Motorola che sono di fatto uno
standard (grazie anche al fatto che
sono quelli utilizzati da Pro Tools). Al
di là di queste interessanti opzioni
vediamo cosa offre un sistema base
Powercore alla versione 1.8.
CLASSICVERB
PANNELLO DI CONTROLLO
Non c’è hardware esterno che si rispetti
senza un bel pannello di controllo e
Powercore Firewire non fa eccezione. Il
pannello riassume le informazioni
relative a tutte le schede Powercore
presenti nel sistema e nella sezione
Board Usage ci annuncia la percentuale
di ogni DSP attualmente utilizzata, la
pagina Information riporta il numero di
serie (necessario per la registrazione dei
plugin!) e le versioni delle varie
componenti del software mentre dalla
pagina Advanced possiamo modificare il
numero di buffer e il tipo di accesso
DMA per ottimizzarli in base al
computer e al programma in uso. Devo
sottolineare quanto buona sia stata la
mia esperienza (passata e presente) con
il supporto online di TC Electronic; il
dizionario di risposte online è spesso
utile e in caso di bisogni personalizzati le
risposte dello staff sono quasi sempre
pronte e soprattutto corrette e
professionali. Un punto deciso a favore
di TC e delle tradizioni nord europee.
NOTE DI UTILIZZO CON I SEQUENCER
Le schede Powercore sembrano essere il
cosiddetto uovo di Colombo, ma il
famoso detto “No Pain, No Gain”,
ovvero senza sofferenza non c’è
progresso si rivela corretto anche in
questo caso: tutti i sistemi basati su DSP
e tecnologie native incontrano uno
scoglio nell’aumentata latenza imposta
dal doppio percorso che deve fare il
segnale sul bus; questo limita
notevolmente l’utilizzo di simili sistemi
in fase di ripresa (almeno nella mia
esperienza), ma ciò non toglie che in
fase di mix siano oltremodo preziosi.
Nuendo 2 e SX 2 operano la
compensazione automatica della latenza
in fase di playback e non ho riscontrato
Introdotto recentemente nella linea
Powercore, ClassicVerb si propone di
riprodurre il suono dei riverberi
classici degli anni Settanta e Ottanta
con una strizzatina d’occhio alla
concorrenza diretta americana di TC
Electronic nel campo hardware:
questo è il riverbero che più mi
soddisfa e che funziona molto bene
sui mix e sui singoli strumenti e
voci; la sua pasta non è mai troppo
prevedibile e ha una densità precisa
che rende la coda del riverbero mai
sfocata e aiuta a conservare il mix
intelleggibile anche in presenza di
scelte abbondanti in fatto di quantità
di riverbero. La ricchezza del
riverbero deriva a mio giudizio dalla
scelta accurata degli algoritmi (16) e
alcun problema in fase di mix, mentre
sia Logic che Performer (sotto
AudioUnits) creano qualche
problemino: Performer 4.12 non
risponde al meglio anche se credo che
questo sia dovuto all’implementazione
AudioUnits ancora non perfetta, mentre
Logic impone di impostare la latenza a
1024 samples in modo da poter operare
con Powercore senza incorrere in un
consumo di CPU drasticamente
aumentato; altro problema di Logic è la
mancata compensazione della latenza su
ausiliarie e bus, rendendo più
complicato l’utilizzo di Powercore su
questo tipo di canali mixer. Per quanto
riguarda il problema del monitoring, TC
Electronic offre la possibilità di
diminuire drasticamente il ritardo di
latenza ma nel caso si registrasse in una
sessione già “pienotta” la cosa diventa
complicata visto il peso sulla CPU più
che triplicato.
CPU E DSP
Qui è meglio chiarire: per quanto gli
effetti di Powercore e di tutti gli altri
sistemi DSP siano basati sui chip
presenti sulla scheda, è comunque
richiesto uno sforzo da parte della CPU
e questo è proporzionale alla potenza
della stessa, all’ottimizzazione dei driver
e del dialogo tra scheda DSP e sequencer
e inversamente proporzionale alla
latenza impostata nel sequencer. Non
stupitevi perciò di caricare plugin
Powercore e trovarvi con un consumo
CPU pari al 15/20% anche senza alcun
plugin nativo caricato.
ClassicVerb.
I plugin inclusi
A differenza di Universal Audio, TC
Electronic ha da tempo avviato un
programma di sviluppo terze parti che
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dall’introduzione della modulazione,
cosa che rende gli algoritmi stessi
meno prevedibili e meno coerenti
con il segnale originale (facilitando
la distinzione tra i due segnali!). I
parametri a disposizione
comprendono Color, un EQ per alte
e basse, il controllo sull’assorbimento
dei materiali tramite un filtro passa
basso sulla catena di riverberazione,
predelay e lunghezza di
decadimento.
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TC Electronic Powercore Firewire
TC MEGAREVERB
operano su tre bande indipendenti con
una interfaccia utente molto
semplificata e che lavora, sotto la
superficie, con un numero molto più
elevato di parametri che noi cambiamo
grazie a dei macro comandi come il
Target Curve. Il circuito Soft Clip
presente anche in altri plugin mi è
sempre piaciuto per il suo intervento
caldo e mai inopportuno e l’efficacia di
questo plugin è notevole anche
comparata ad algoritmi di compressione
multibanda di ultima generazione. Molto
utile la visualizzazione del meter con il
conteggio dei clip consecutivi.
Figlio della versione per Pro Tools,
questo riverbero ricalca due algoritmi
dello storico M5000 della stessa TC; qui
i controlli sono molti di più e possiamo
impostare il decadimento
indipendentemente su tre bande
regolabili, decidere la forma della
stanza, il materiale di cui sono costituiti
i muri, le dimensioni, oltre all’abituale
filtro sulle alte. Il carattere di questo
riverbero è molto diverso da quello di
ClassicVerb e secondo me dà il suo
meglio su materiale percussivo e con
tempi di decadimento non
estremamente lunghi. Le room e gli
ambience sono sempre efficaci come da
tradizione TC.
VINTAGE CL
Compressore e Limiter full range dalla
caratteristica molto decisa, ma sempre
piacevole all’orecchio. Non so cosa ci sia
dietro questo algoritmo, ma trovo che sia
sempre molto piacevole anche con
impostazioni estreme, anche grazie al
circuito Soft Sat. Carini i VU meter in
stile vintage. Il mio credo recita che di
compressori/limiter non ce ne sono mai
abbastanza e questo Vintage CL si è
guadagnato un posto importante nel mio
arsenale di plugin.
TC CHORUS DELAY
Come dice il nome, questo plugin
associa due effetti; il tempo di delay
massimo è di 500 msec, perciò non
possiamo ottenere effetti di ritardo
complessi, ma in compenso il delay è
impostabile in BPM e in associazione
col Chorus si ottengono risultati
24/7 C
soddisfacenti; il Chorus è molto caldo
per essere un effetto di natura digitale e
attivando la funzione Golden Curve si
ottengono sempre regolazioni plausibili,
che non sforino cioè nel settore effetti
speciali. Senza nulla togliere, si potrebbe
pretendere un po’ di più dalla casa che
ha ancora a listino il mitico 2290
Digital Delay.
Chorus Delay.
MASTERX3
MasterX è stato un dei primi tool
completi per il mastering in formato
plugin. Questa versione comprende
expander, compressore e limiter che
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Questo plugin sembra la risposta alla
UAD-1 di Universal Audio; il suono di
questo 24/7 è senz’altro buono anche se
preferisco ancora (e di brutto!) quello di
Vintage CL, ma in quanto a emulazione
di un compressore vintage ben noto
non ci siamo proprio. A volte mi chiedo
quando la finirà tutto questo fenomeno
di repliche pseudo-vintage: dopo tutto
chi ha orecchie sceglie in base al suono,
non in base al nome o al look, no? I
controlli rispondono in maniera molto
diversa rispetto all’originale e la
somiglianza, devo ammettere, fa
muovere i potenziometri quasi in
maniera automatica per poi ottenere
risultati totalmente al di fuori delle
aspettative; liberatomi di questo
preconcetto, la regolazione del plugin si
rivela spesso molto difficile e il
comportamento del compressore varia
drasticamente anche al più piccolo
movimento dei potenziometri. A mio
giudizio si poteva fare di meglio, ma
meglio averne che no!
EQ SAT CUSTOM
Questo EQ me lo ricordavo molto
peggiore; dopo averci giocato un po’
devo ammettere che è assolutamente
musicale e l’aggiunta dell’onnipresente
Soft Sat dà senz’altro una mano.
Abbiamo a disposizione tre bande
parametriche stereo (linkabili o no) e
una coppia filtro passabasso e passaalto
con possibilità di shelving. Il plugin
lavora molto bene su suoni dove
bisogna imprimere un carattere
piuttosto che agire chirurgicamente,
perciò se si deve scavare un po’ o
aggiungere aria il risultato sonoro è
molto piacevole. Devo dire che il suono
di questo EQ e di Vintage CL sono
decisamente... TC Electronic! Non c’è
niente che suoni così in giro. Carattere e
personalità è quello che cerco sempre in
un EQ o compressore.
VOICESTRIP
Una catena di registrazione/mixing
dedicata alla voce. Passaalto,
gate/expander, voice EQ, De-esser,
compressore, il tutto attivabile a pezzi. Il
gate è uno dei più efficaci da me trovati
nel mondo digitale (e in questo campo
sono molto pignolo), e la sua azione è
molto piacevole anche su suoni
percussivi con un rilascio che suona
naturale senza improvvise riaperture o
click di chiusura estrema. Il De-esser mi
sembra poco efficace ma al contempo
decisamente trasparente; perciò, se vi
serve per correggere qualche sibilante di
troppo va benissimo, ma se abbiamo a
che fare con un cantante con la “S” che
fischia di continuo sarà dura cavarsela.
Nel complesso dovrebbe essere ottimo
nel novanta percento dei casi. Il
compressore ricorda da vicino quello di
Vintage CL mentre l’EQ lavora su tre
bande di cui solo due regolabili in
maniera semi parametrica (non si può
regolare la “campana”). L’EQ è il settore
più critico per la voce e avrei preferito
dei preset di frequenze se proprio si
doveva semplificare l’EQ: con questa
topologia le alte vengono sacrificate con
un filtro shelving a frequenza fissa, non
esattamente l’idea migliore per un mix
dove bisogna sempre stare attenti a
bilanciare le alte della voce con i piatti
della batteria, i synth et similia