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Il Giornale 05/12/2012
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ALBUM 35
Sabato 12 maggio 2012 il Giornale
INDIMENTICABILI Sopra, la celebre foto dei bambini
vietnamiti in fuga dopo un attacco statunitense
al napalm nel 1972 e quella dell’esecuzione in strada
di un ragazzo. Non furono scattate da Faas,
ma da Huynk Cong «Nick» Ut e da Eddie Adams
Fausto Biloslavo
H
orst Faas, l’uomo che
fotografò il Vietnam,
ci ha lasciato e con lui
scompareunpezzodi
storia del giornalismo di guerra. I
suoi scatti più famosi sono quelli
deicadaveridiun’imboscatanelle
risaie, degli elisbarchi dei GI sulle
colline della morte conquistate
palmoapalmo,deicivilivietnamititerrorizzati,conifigliaggrappati
ai genitori immersi negli acquitrini in cerca di un disperato riparo.
L’inferno del Vietnam gli è valso il
primoPulitzer,nel1965,econiprigionieri infilzati dalle baionette in
Bangladeshl’haconquistatolaseconda volta, nel ’72, come miglior
foto-giornalista.
Perassurdo, però, il tedesco nato 79 anni fa a Berlino viene ricordato soprattutto per le immagini
scattatedaaltri,cheha avutoilcoraggio di far conoscere al mondo
nonostante qualcuno storcesse il
naso all’Associated press, l’agenzia per cui ha lavorato tutta la vita.
La prima è la famosa «Napalm
girl», la ragazzina vietnamita, che
correnudaedisperataconlebracciaapertefuggendodaunpauroso
bombardamento americano. I
bacchettoni del tempo volevano
censurarla con la scusa ufficiale
che la ragazzina non aveva niente
addosso. La secondafoto storicaè
l’esecuzione di un Vietcong preso
nei primi giorni dell’offensiva del
Tet su Saigon, che nel ’68 sorprese
gli Usa. Il comandante della poliziadelVietnamdelsud,tenenteco-
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IL TESTIMONE È morto il grande fotografo
«Apocalypse» Faas,
l’uomo che mostrò
l’orrore del Vietnam
Il suo fiuto giornalistico al servizio dell’Associated Press
gli valse due premi Pulitzer. E gli fece scoprire altri talenti
lonnelloNguyenNgocLoan,puntò una pistola a tamburo alla tempiadelprigioniero,davantiaunfotografodiAp,etiròilgrillettofacendogli saltare le cervella.
Faas, chinandosi con il lentino
sulla sequenza del negativo in
bianco e nero pensò: «Abbiamo
vintolalotteria. Èl’immagineperfetta». Il fotografo dell’esecuzione
era Eddie Adams, un ex marine,
che assieme a «Nick» Ut, autore di
«Napalm girl», faceva parte della
«banda di Horst», l’eccezionale
manipolodaprimalineacheilpic-
ture editor tedesco dell’Ap a Saigonavevacreatosulcampo.LaprimareclutadiFaaserastatoilfratello del fotografo della ragazzina in
fuga dal napalm, Huynh Thanh
My, ex attore, ucciso in prima linea. «Nick» Ut prese il suo posto.
Faaseraunomaccione,checon
due corpi macchina al collo e l’elmettointestas’infilavaintuttiipostipiùschifosidellaguerrainVietnam rimanendo gravemente ferito. Le schegge di un razzo gli spazzolaronolegambeerischiòdimoriredissanguato.Perseisettimane
REGNI DELLA PAURA
Tedesco, dopo il crollo
del Terzo Reich fuggì
dall’avanzata sovietica
MOMENTI EPOCALI
Immortalò anche
i terroristi a Monaco ’72
e l’incontro Nixon-Sadat
FRONTI Horst Faas, il grande fotografo tedesco vincitore di due premi
Pulitzer scomparso ieri all’età di 79 anni (nella foto piccola), è famoso
soprattutto per le immagini scattate durante la guerra del Vietnam.
Qui sopra, un gruppo di soldati in un bosco. Nella foto più grande,
uno stormo di elicotteri sta per atterrare in una radura. Accanto al titolo,
Faas in azione con l’elmetto in testa. Il fotografo fu anche un eccellente
talent scout, scoprendo giovani colleghi dei quali caldeggiava
la pubblicazione degli scatti più significativi
rimase in sedia rotelle, prima di
lanciarsi nella guida dell’Ap foto a
Saigon travolta dall’offensiva del
Tet.Faasricordache«normalmentedovevamoandarenellagiungla,
maquestavoltalabattagliaerafuori dalla porta». E nella giungla andavaspessoconun’altraleggenda
delgiornalismo che siè fatto le ossa in Vietnam, Peter Arnett. Fass
scattava celebri foto dei soldati
americani feriti e Arnett scriveva i
dispacci dell’Ap.
La guerra l’aveva assaggiata da
bambino,quandofureclutatodalla gioventù hitleriana e al crollo
del Terzo Reich fuggì verso Occidente con la famiglia davanti all’avanzata dei sovietici. A 21 anni
cominciava a scattare le prime fotografie venendo arruolato nel ’56
daAssociatedPress.MalavitaprofessionalediFaasnonèlegatasoltantoalVietnam.Isoldatibambini
immortalati in Congo, l’Algeria e
la stretta di mano fra il presidente
americanoRichardNixonequello
egiziano Sadat,
davanti alle piramidi,sonoaltre tappe della
sua carriera. Il
tedescoprestato alla fotografiaèanchel’autore della storica immagine
del palestinese
incappucciato
che a Monaco,
nel ’72, era apparsosuunbalconedopoaver
preso in ostaggiogliatletiisraeliani con un
commando di
Settembre nero.Finoal2005,
quando ha cominciatoastarmaleproprioadHanoi,doveorganizzavailritrovodei
corrispondenti del Vietnam, dove
una settantina di giornalisti hanno perso la vita.
Per onorare un gigante dalla fotografia di guerra come Faas tutti
citanolafrasepronunciatainoccasionedelsuoprimoPulitzer,quando disse che era partito per «raccontare le sofferenze, le emozioni
eisacrificidiamericanievietnamiti in questo piccolo paese lontano
macchiato di sangue». I veterani
diquestoincredibilemestierepreferiscono ricordarlo a Saigon,
quando la parola d’ordine per la
suabandaconlemacchinealcollo
spedita ogni giorno all’infernoera
una sola: «Tornate con delle belle
foto».
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May 15, 2012 2:51 pm / Powered by TECNAVIA