Il Banco alla scoperta del pivot-poeta
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Il Banco alla scoperta del pivot-poeta
BASKET Johnson, sassarino del parquet Il nuovo pivot della Dinamo: ho lo stesso spirito dei dimonios Linton Johnson, nuovo acquisto della Dinamo, si racconta in un'intervista alla Nuova Sardegna. «Ho conosciuto le gesta della Brigata Sassari - dice - se- guendo un programma di History Channel e sono rimasto colpito da questi soldati valorosi. Vorrei essere come loro, un guerriero del parquet». Il Banco alla scoperta del pivot-poeta Linton Johnson non vede l'ora di ritrovare Green e i tifosi di Sassari: «Sono unici» » SASSARI «Avere delle aspettative è una grande cosa. Sarà una stagione lunga, lavorerò duro pronto a sorprendervi. Il mio messag- gio ai tifosi della Dinamo è che devono godersi il momento, ogni giorno e ogni partita, e non guardare troppo lontano. Poi, chi può mai dire quello che può accadere?» Così Lin- ton Johnson, nuovo pivot del Banco di Sardegna che scrive sonetti, cita la Brigata Sassari e non vede l'ora di conoscere le spiagge sarde, si presenta ai suoi nuovi tifosi. Linton Johnson con la maglia di Avellino marca Drake Diener, suo nuovo compagno quest'anno alla Dinamo 9 Johnson, il " diavolo rosso' del Banco «In campo ho lo stesso spirito della Brigata Sassari. E che bello ritrovare Marques Green, non avremmo dovuto separarci» di Roberto Sanna » SASSARI Si esibisce in giochi di parole su twitter, ha composto un sonetto in onore della Dinamo, guarda documentari su History Channel, ha organizzato un matrimonio (il suo) che ha fatto parlare tutta l'Italia. Linton Johnson ha tutte le qualità per non far rimpiangere,anche come personaggio, Tony Easley, uno che non era propriamente introverso. Col suo Dredecessore ha in comune anche le caratteristiche fisiche (2,03 per 93 kg) ma a lui il Banco chiede più difesa e presenza in area. Lo vedremo in azione tra qualche settimana e il popolo biancoblù è già pronto a vederlo volare sopra il ferro negli alley-oop che il suo playmaker di fiducia Marques Green è pronto a confezionare come ai tempi di Avellino, quando il loro pick and roll era considerato quasi un'arma illegale. Uomo con la valigia in mano ai tempi dell'Nba (cinque stagioni consumate tra i Chicago Bulls, San Antonio Spurs, New Jersey Nets, New Horleans Hornets, Phoenix Suns, Toronto Raptors e Charlotte Bobcats), ha trovato dimora fissa in Italia con tre stagioni consecutive ad Avellino, con le prime due ad altissimo livello. Un po' meno bene è andato lo scorso anno, complice un infortunio e il pessimo avvio della sua squadra che solo nella seconda parte della stagio- ne, con Pancotto in panchina e Lakovic in cabina di regia, si è espressa ad alti livelli. E poi, dicono tutti, a Linton mancava tantissimo Marques Green, il miniplay che sa innescare fino in fondo le qualità atletiche di questo pivot filiforme ma tostissimo in difesa e a rimbalzo. Quest'anno la coppia si ricomporrà dopo una stagione trascorsa più all'ombra che sotto i riflettori, perché anche Green non si è divertito molto tra Zagabria e Milano, e Linton Johnson III già freme : «So no nella mia città, Chicago, e sto cominciando ad allenarmi in vista della stagione che sta per cominciare. In precedenza ho fatto una meravigliosa lima di miele lunga un mese con mia moglie Delia, ora sono pronto per ricominciare». Nel sonetto che ha dedicato alla Dinamo ha scritto che da tempo desiderava giocare a Sassari da protagonista e non da avversario: che cosa l'ha colpita maggiormente dell'atmosefera del PalaSerradimigni? «L'idea di giocare per la Dinamo è sempre stata presente nella mia mente perché ho sempre saputo che i tifosi sassaresi sono molto rispettosi nei confronti degli avversari e apprezzano sempre la buona pallacanestro. Ricordo in particolare la partita giocata nella mia seconda stagione ad Avellino: fummo sconfitti, ma nonostante questo uscimmo tra gli applausi dei tifosi della Dinamo che dimostrarono, in quella circostanza, di apprezzare la grande qualità del nostro basket. Questo per me ha un grande significato». Sempre in quel sonetto ha sorpreso tutti parlando del valore e della fama della Brigata Sassari, come l'ha scoperto? «Anni fa ricordo che stavo guardando un documentario su Llistory Channel nel quale si parlava dei vostri Diavoli Rossi e rimasi sorpreso da come quel piccolo corpo di fanteria fosse sempre in prima linea e di come il commentatore descriveva quanto quei soldati fossero disciplinati e valorosi in combattimento. Ecco, mi piace pensate a me stesso in questi termini. E' stupefacente anche che la piccola Brigata Sassari sia stata l'unità italiana più decorata nella Prima guerra mondiale». Che cosa sa della Sardegna? «Mi risulta che, olue alla Brigata Sassari, avete anche delle bellissime spiagge...». Alla Dinamo ritroverà Marques Green dopo un anno di separaqzione : è vero che avete un feelingspeciale? «È evidente che tra me e Marques c'è sempre stata una grande chimica. Inoltre abbiamo un grande rapporto anche fuori dal campo e questo, a mio parere, ci permette di esprimerci al massimo in partita: sì, il nostro è un tandem che non avrebbe mai dovuto essere diviso». Che cosa pensa della sua nuova squadra, con compagni come Drake Diener e Omar Thomas? «Penso che questo sia un gruppo di giocatori davvero eccitante. E euello che rende questo gruppo interessante è che siamo tutti giocatori esperti, con uno stile di gioco che non entra in conflitto con quello degli altri. Drake è un realizzatore di talento e molto aggressivo, Omar è un giocatore che sa fare tante cose, uno che magari non fa cose eclatanti ma chiude la partita sempre con la valutazione più alta. In ogni modo sarà soltanto il tempo a dire che cosa saremo in grado di fare». Sa che i tifosi sassaresi nutrono già grandi aspettative riguardo la nuova Dinamo? «Avere delle aspettative è sicuramente una grande cosa. Peraltro, ho tanti campionati alle spalle e so che questa sarà una stagione molto lunga. La cosa più eccitante nella vita è quella di programmare bene, lavorare duro ed essere libero di sorprenderti. Per questo il mio messaggio ai tifosi della Dinamo è che, semplicemente, devono godersi il momento, ogni giorno e ogni partita, e non guardare troppo lontano. Questo perché il viaggio è solitamente la parte più eccitante e da ricordare rispetto a quella che è la destinazione finale. Comunque io posso promettere fin da adesso che noi giocheremo con grande impegno ogni partita della stagione. Dopodiché, chi può mai dire quello che può accadere?». Linton Johnson II l è nato a Chicago nel 1980 e ha giocato cinque stagioni nell'Nba prima di trasferirsi in Italia