Un recupero fruttuoso
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Un recupero fruttuoso
ESTRATTO DA PARLIAMO DI... LA DISCARICA DI CASTELFRANCO VENETO IERI E OGGI ACER © IL VERDE EDITORIALE MILANO Un recupero fruttuoso Particolare del ponte per l’attraversamento del laghetto artificiale realizzato nell’area dell’ex discarica. Testo e foto di Mario Paganini, forestale A cinque anni dall’ultimazione dei lavori, siamo andati a visitare la discarica di San Floriano, in provincia di Treviso, per valutare i risultati della riqualificazione effettuata. Con i suoi 37mila metri quadri di bosco, l’area è un esempio riuscito di recupero a verde S 41 • ACER 4/2003 • una strada di servizio, che comprende gli edifici per la captazione di biogas, percolato e loro pertinenze, una siepe perimetrale e piccole aree marginali per una superficie complessiva di circa 8500 metri quadri. Commento I risultati ottenuti dalla riqualificazione della discarica sono, nel complesso, positivi. L’area esaminata appare subito un buon esempio di recupero a verde: il terreno mosso, con altezze che arrivano a 4-5 metri sul piano di campagna e gli arbusti, al momento della visita pieni di frutti di svariati colori, garantiscono un eccezionale “colpo d’occhio”. Il primo elemento che si scorge, entrando nell’area, è il laghetto che assume un aspetto decisamente inconsueto e piacevole, consi- ▼ ono passati cinque anni dalla risistemazione a verde della discarica di San Floriano, iniziata nel 1997 e conclusa l’anno successivo. Situata a circa 400 metri dall’abitato, presso la località di San Floriano, la struttura si trova nel territorio del comune di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso. Il progetto di recupero (vedi ACER 6/00) è nato per volontà di un’azienda privata, proprietaria della discarica, in accordo con la Provincia di Treviso. In quanto proprietà privata, l’area non è aperta al pubblico, tranne che a scolaresche per visite guidate a scopi didattici. La zona della discarica di San Floriano occupa una superficie complessiva di circa 47mila metri quadri ed è così suddivisa: • area rimboschita, di circa 37mila metri quadri; • un laghetto, di 1500 metri quadri; Carta d’identità Nome: Discarica di San Floriano Luogo: San Floriano, Comune di Castelfranco Veneto (TV) Superficie: circa 47.000 m2 Anno di progettazione: 1997 Anno di realizzazione: 1998 Anno di apertura al pubblico: l’area non è aperta al pubblico in quanto di proprietà della Geo Nova di Treviso. È possibile visitarla su prenotazione. Progettisti: Vanna Agostinetto (sistemazione a verde). Direzione lavori: Lodovico Traverso, direttore tecnico della Geo Nova Committente: Geo Nova di Treviso Impresa di costruzione del verde: Toffolon di Riese Pio X (TV) Costo delle opere a verde: circa 26.000 Euro, esclusi gli importi relativi a: fornitura, stesa e modellamento del terreno, realizzazione del laghetto e dell’impianto di irrigazione ESTRATTO DA ACER PARLIAMO DI... © IL VERDE EDITORIALE MILANO Scheda di rilevamento dati ELEMENTI VEGETALI ■ Prato: non esistono vere e proprie superfici a prato. Dove non sono stati messi a dimora alberi e arbusti o l’impianto è più rado, si rinvengono tappeti costituiti da numerose specie erbacee. Una striscia di prato viene mantenuta lungo il bordo della strada vicino all’ingresso. ■ Erbacee perenni: tifa (Typha latifolia), canne (Phragmites spp.) e altre piante acquatiche in prossimità e all’interno del laghetto. ■ Arbusti: quelli impiantati appartengono quasi tutti a specie tipiche della pianura padano-veneta. Sono stati distribuiti a volte in piccoli gruppi, a volte in modo più disomogeneo. Delle circa 3mila piantine forestali che sono state messe a dimora, gli arbusti rappresentano la quota più significativa, visivamente un 65-70% del totale. Tra gli arbusti rilevati ci sono: l’albero della nebbia (Cotinus coggygria), la berretta da prete (Euonymus europaeus), il pallon di maggio (Viburnum opulus) e il sambuco (Sambucus nigra). Oltre a quelli impiegati per il rimboschimento sono stati utilizzati il lauroceraso (Prunus laurocerasus), per la siepe perimetrale, e le rose (Rosa spp.), per i gruppi ornamentali all’ingresso. ■ Alberi: appartengono in larga parte alle specie tipiche della pianura padano-veneta. Sono stati messi a dimora nelle zone dove lo spessore del terreno è più elevato. Tra gli altri, sono stati osservati: bagolaro (Celtis australis), carpino bianco (Carpinus betulus) e farnia (Quercus robur). In prossimità del laghetto e sull’isolotto sono stati impiantati l’ontano nero (Alnus glutinosa), il salicone (Salix capraea) e il salice piangente (Salix babylonica). ■ Manutenzione: la vegetazione presente nell’area rimboschita richiede generalmente 3 tagli all’anno. Non tutti i legacci che tenevano ancorate le giovani piantine ai tutori sono stati tagliati, né è stato tolto completamente il telo utilizzato per la pacciamatura. Anche la siepe perimetrale, attualmente in forma semi- libera, necessita di un intervento di taglio, che è già stato programmato per farle assumere una forma obbligata. Il costo della manutenzione, eseguita dall’azienda proprietaria, è stimabile in 12/15mila Euro/anno. BIODIVERSITÀ VEGETALE ■ Numero di specie arbustive rilevate: 18. ■ Numero di specie arboree rilevate: 14. ■ Numero di piani di vegetazione: 2, arboreo-arbustivo ed erbaceo. Manca la stratificazione del bosco naturale (strato arboreo, arbustivo ed erbaceo) e, dove non vi sono alberi o arbusti, è presente il solo strato erbaceo. ■ Percentuale delle specie autoctone: 99. Con poche eccezioni (salice piangente, lauroceraso e rose ornamentali), quasi tutte le specie arboree o arbustive rinvenute sono tipiche della pianura padano-veneta. In realtà sono presenti piante che per caratteristiche climatiche o edafiche non sono tipiche dell’ambiente dove è posta la discarica; si segnalano in particolare alcune specie degli ambienti più caldi della pianura (albero della nebbia, olivello spinoso, bagolaro, roverella), tra cui, il più rappresentativo è il leccio (Quercus ilex). L’utilizzo di questa specie e delle altre macroterme è stato voluto per la temperatura elevata del terreno dovuta alla fermentazione dei rifiuti della discarica. ■ Copertura del suolo: totale, garantita, dove non vi sono alberi o arbusti, dalla vegetazione erbacea. ARREDI ■ Presenza: un ponticello in legno. ■ Funzionalità: buona. ■ Possibilità di uso: il ponticello è accessibile e sicuro. ■ Manutenzione: buona sia quella degli arredi che degli impianti. ■ Illuminazione: buona, presente lungo il perimetro e nell’area del laghetto. ■ Acqua: è presente un laghetto di circa 1.500 m2, alimentato da alcuni pozzi scavati nell’area della discarica (i piezometri che servono per verificare il livello dei pozzi sono utilizzati principalmente per il monitoraggio della discarica). Non esistono fontanelle, ma la baracca in legno in prossimità dell’entrata è provvista di acqua potabile. PERCORSI ■ Materiali: asfalto per la strada perimetrale, unico percorso presente. ■ Utilizzazione: autobus per scolaresche. ■ Manutenzione: buona. IRRIGAZIONE ■ Presenza: sì, impianto semiautomatico a pioggia. ■ Funzionamento/manutenzione: buona. FAUNA ■ Presenza: sì. ■ Specie: nel laghetto sono presenti la carpa, il pesce gatto e alcuni storioni, il germano reale e, saltuariamente, l’airone. Nel resto dell’area, oltre agli altri uccelli tipici degli ambienti urbani e territori limitrofi, si rinvengono il fagiano, il riccio e la lepre. SERVIZI OFFERTI ■ Giochi bimbi: no. ■ Wc: è presente nella baracca in legno posta all’ingresso. ■ Sport: no. ■ Bar, ristoro: no. ■ Materiale divulgativo: viene distribuito alle scolaresche durante le visite. FREQUENTAZIONE ■ Tipo: scolaresche, provenienti dalla provincia di Treviso e non. Annualmente le presenze ammontano a un migliaio. ■ Presenze estranee: no. ▼ derando la zona in cui è ubicato. La sua realizzazione ha apportato un impatto visivo complessivo decisamente buono: esso infatti, con la sua vegetazione perimetrale, il canale che lo alimenta e i gruppi di rose, radicati nella striscia di prato tra lo specchio d’acqua e la strada, offre un panorama gradevole. La riuscita dell’impianto vegetale è complessivamente buona: la piantagione è stata eseguita utilizzando piantine forestali di dimensioni molto ridotte, con sesti d’impianto differenti. Dove il sesto d’impianto è più fitto (2x3 metri) i risultati sono molto buoni: gli accrescimenti sono stati sostenuti, le chiome dei giovani soggetti cominciano a toccarsi, la copertura del suolo è elevata e la competizione della vegetazione infestante è minore. Dove l’impianto è più rado (4x4 metri), i risultati non sono così buoni: le piantine infatti risultano ancora piccoA sinistra, il laghetto con la vegetazione igrofila, costituita da tife, ontani e salici. ACER 4/2003 • 42 ESTRATTO DA PARLIAMO DI... ACER © IL VERDE EDITORIALE MILANO Un tripudio di forme e colori Le specie principali ARBUSTI Berberis vulgaris, Cornus mas, C. sanguinea, Corylus avellana, Cotinus coggygria, Crataegus monogyna, Euonymus europaeus, Frangula alnus, Hippophae rhamnoides, Ligustrum vulgaris, Mespilus germanica, Prunus sp., Rhamnus catharticus, Rosa canina, Rosa spp., Sambucus nigra, Viburnum lantana, V. opulus. Albero della nebbia (Cotinus coggygria), con pennacchio piumoso caratteristico. Nespolo (Mespilus germanica), dai frutti rotondi e giallo-bruni. Olivello spinoso (Hippophae rhamnoides), dalle drupe dorate. Pallon di maggio (Viburnum opulus), dalle rosse bacche pendule. le, la competizione della vegetazione infestante è abbastanza forte e notevoli sono le fallanze. Il numero complessivo di soggetti non sopravvissuti all’impianto è comunque assai ridotto. Le piante messe a dimora hanno raggiunto altezze medie dell’ordine di 2-3 metri, con punte di 4-5 metri per i soggetti che hanno trovato le condizioni migliori. Il contributo alla rete ecologica locale, ottenuto grazie alla presenza sia del laghetto sia di specie vegetali in grado di produrre abbondanti frutti, è sicuramente importante. Allo stato attuale, comunque, è più potenziale che reale, a causa delle dimensioni per ora molto ridotte degli alberi e degli arbusti. Inoltre, l’area è completamente recintata, per cui potranno realmente utilizzarla gli uccelli o, comunque animali di dimensioni ridotte. Gli unici elementi critici rilevati sono costituiti dallo scarso spessore del terreno steso sopra i teli di copertura (circa un metro), che in più punti si è ridotto ulteriormente per 43 • ACER 4/2003 l’erosione e l’assestamento, e dalla temperatura più elevata del suolo dovuta al calore derivante dalla decomposizione dei rifiuti. Non hanno invece creato particolari problemi il biogas e il percolato in quanto aspirati e recuperati prima di eseguire i lavori e, in modo continuativo, anche dopo. ■ Abstract A fruitful reclamation Five years from the end of the works, the private refuse dump area of San Floriano, in Castelfranco Veneto, Treviso, offers a wonderful example of green reclamation. Out of an overall surface of 47 thousand sq. m., no less than 37,000 has been turned into wood, with successful planting. Uneven ground, with height up to 4-5 metres on the country plane, an artificial lake and many shrubs rich in fruits give this place, open to visits of school classes only, a particularly delightful look. ALBERI Acer campestre, Alnus glutinosa, Carpinus betulus, Celtis australis, Fraxinus ornus, Malus sylvestris, Prunus avium, Pyrus pyraster, Quercus ilex, Q. pubescens, Q. robur, Salix babylonica, S. capraea, Tilia cordata. Sopra, a sinistra, sesto d’impianto rado e, al centro, più fitto con in primo piano frutti di rosa canina (quest’ultimo ha dato i migliori risultati); a destra, area con rimboschimenti. In alto, edificio per la captazione del biogas. Valutazioni conclusive Impatto visivo ✰✰✰ Manutenzione ✰✰✰ Specie vegetali utilizzate ✰✰ Pulizia ✰✰✰ Ordine ✰✰✰ Carico di persone ✰✰ Servizi offerti ✰ LEGENDA: ✰ scarso ✰✰ medio ✰✰✰ buono