A Morego mensa e asilo per i dipendenti «Servono alti

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A Morego mensa e asilo per i dipendenti «Servono alti
Parla il direttore scientifico dell'Istituto
A Morego mensa e asilo per i dipendenti
«Servono alti standard anche per i s izi»
figli piccoli o che sono in procinto di
averne. E così abbiamo pensato, dopo
la mensa, di fare anche un asilo, in
modo che quando si arriva in ufficio
si possa lasciare li il figlio e poi lo si
possa andare a prendere all'uscita.
Cerchiamo di essere competitivi anche in questo tipo di servizi, non solo
nella ricerca. Se ti devi confrontare
con il resto del mondo, devi garantire
alti standard anche in questo senso e
guardare a ciò che fanno gli altri».
DIEG®cURGIO
`e
tiamo realizzando una mensa
interna. E pensiamo anche a un
asilo». Roberto Cingolani (nella foto
grande), direttore scientifico dell'Istituto italiano di tecnologia di Morego,
di solito è abituato a parlare di robot,
macchine super intelligenti e nanotecnologie. Tutte cose capaci di stimolare la nostra fantasia e curiosità (e
che non fanno altro che confermare
come l'Iit sia diventato sin da subito
un punto di riferimento internazionale nel campo della ricerca). Ma oltre alla qualità degli studi, dei brevetti e
delle invenzioni - grazie a centinaia di
scienziati provenienti da 50 Paesi del
mondo - l'Istituto italiano di tecnologia vanta anche uno standard molto
elevato sul fronte delle condizioni di
lavoro: orari flessibili, bus navetta,
ampio parcheggio, docce e adesso anche la mensa e presto persino un asilo in cui i dipendenti potranno lasciare i propri figli. Dei servizi che, per altri versi, in Italia, sembrano davvero
un film di fantascienza. «L'età media
di chi gravita all'interno dell'Istituto racconta Cingolani - è di 34 anni e
quindi si tratta di persone che hanno
30 MILA
METRI
QUADRATI
L'istituto Italiano di Tecnologia (lit) di Morego è
un centro di ricerca scientifica e tecnologica in cui
operano dal 2005 oltre
1.200 persone, provenienti da più di 50 paesi diversi
con un'età media di 34
anni. Ha come obiettivi la
promozione dell'eccellenza nella ricerca di base e in
quella applicata, lo sviluppo del l'altaformazione e il
trasferimento di conoscenze, invenzioni e brevetti nel sistema produttivo. I laboratori genovesi
occupano 30 mila metri
quadrati.
Anche perché l'Iit, inaugurato nel
2005 dal ministero dell'Istruzione e
da quello dell'Economia, è "atterrato"
sulle colline della Valpolcevera un po'
come un oggetto non identificato. Ma,
col tempo, ha saputo integrarsi perfettamente con il territorio. «E normale che istituti come il nostro si facciamo conoscere prima all'estero e poi in
patria - precisa Cingolani - lo stesso è
avvenuto con il Mit di Boston. In questi anni abbiamo fatto molti incontri
con la città e all'interno delle scuole e
adesso possiamo dire che a Genova
non siamo più degli sconosciuti. Qui
da noi lavorano molti genovesi, circa
800 su 1200».
Un aspetto molto interessante dell'Iit è anche la stretta connessione fra
la ricerca e le sue ricadute concrete
sulla vita quotidiana. «Quello che studiamo lo portiamo a livello di applicazione - precisa il direttore scientifico - È ciò che avviene per le corse delle auto: non basta sviluppare una
supertecnologia, poi bisogna metterla
in pista». E così è stato soprattutto
per la ricerca in tema di robotica, che
guarda molto alle applicazioni in
campo medico.
Dopo aver consolidato il proprio
ruolo sul territorio di Morego, adesso
l'Iit scalpita per aumentare il raggio
d'azione. E se nei giorni scorsi l'Istituto ha firmato un protocollo d'intesa
con il San Martino e l'Università per
aprire un laboratorio all'interno dell'ospedale genovese, non è un segreto
che fra i progetti in cantiere ci sia anche la realizzazione di un nuovo centro alla Fiumara o agli Erzelli. «All'orizzonte ci sono alcune possibili
espansioni - ammette Cingolani - Siamo cresciuti parecchio in questi 9 anni e abbiamo carenza di spazio. A Morego stiamo benissimo, per carità, e li
resterà il cuore dell'Iit, visto che parliamo del più grande laboratorio d'Italia e credo anche d'Europa. Ma abbiamo tante nuove start up da far partire e dobbiamo pensare ad allargarci.
Per ora costruiremo qualcosa accanto
a Morego. Ma stiamo già pensando ad
ulteriori soluzioni. Per quanto riguarda gli altri laboratori, per esempio,
crediamo sia importante che siano caratterizzati da specializzazioni particolari, in campi come l'informatica e
le biotecnologie. Erzelli e Fiumara sono due possibilità interessanti».