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“La Citadelle - sviluppo e rafforzamento del ruolo sociale di donne e
“La Citadelle - sviluppo e rafforzamento del ruolo sociale di donne e bambini in Benin” Ita Djebou – Porto Novo - Benin 2010-2011 Un progetto integrato di auto-sviluppo per le aree rurali che prevede la valorizzazione delle pratiche agricole e di allevamento locali, attraverso la costruzione e l’avviamento di una scuola per la formazione di produttori, in particolare per donne, e di una cooperativa agricola. L’intervento promuove, inoltre, la sicurezza alimentare e la fornitura di risorse idriche sicure, il sostegno all’istruzione primaria e all’infanzia disagiata, l’educazione della popolazione rurale e un progetto pilota di microcredito. _______________________________________________________________________ Project for People ONLUS Via Angera, 3 - 20125 Milano Tel (+39) 02.3655 2292 - Fax (+39) 02.9998 2010 [email protected] - www.projectforpeople.org Codice Fiscale 97266540158 1 INDICE: 1. CONTESTO GEOGRAFICO, AMBIENTALE, ECONOMICO E SOCIALE DELL’INTERVENTO......................................................................................pag. 3 2. LUOGO D’INTERVENTO…………………………………………………………….............pag. 4 3. MOTIVAZIONE DELL’INTERVENTO E ANALISI DEI BISOGNI….....................pag. 5 4. PARTNER DI PROGETTO E MODALITA’ DI COLLABORAZIONE......................pag. 8 4.1 PROJECT FOR PEOPLE………...................................................................pag.8 4.2 LA CONTROPARTE LOCALE.....................................................................pag.8 4.3 ALTRI PARTNER DI PROGETTO...............................................................pag.9 5. MODALITA’ DI COINVOLGIMENTO DELLA CONTROPARTE LOCALE NELLA GESTIONE DEL PROGETTO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE E DELLE COMPETENZE LOCALI................................................................................pag. 12 6. TARGET DEI BENEFICIARI DELL’INTERVENTO, DIRETTI E INDIRETTI.......pag. 14 7. OBIETTIVO GENERALE DEL PROGETTO …………………………........................pag. 15 7.1 UN MODELLO DI SVILUPPO SOSTENIBILE PER IL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO.........................pag.15 7.2 LA LOGICA DI INTERVENTO..................................................................pag.16 8. OBIETTIVI SPECIFICI e RELATIVE AZIONI................................................pag. 18 9. MONITORAGGIO E VALUTAZIONE ……..………………………………………….…..pag. 27 2 1. CONTESTO GEOGRAFICO, AMBIENTALE, ECONOMICO E SOCIALE DELL’INTERVENTO Il Benin è un paese estremamente povero e ancora privo di strutture organizzate e accessibili a tutti che sta affrontando una seria crisi economica-finanziaria con gravi ripercussioni sociali. L’unica vera ricchezza è la gente: anche storicamente infatti è dimostrato come il Benin sia un paese dove libertà e democrazia siano arrivate pacificamente, nonostante la convivenza di più di cinquanta differenti gruppi linguistici e quasi altrettante etnie. Il Benin, anticamente conosciuto con il nome di Dahomey, confina ad ovest con il Togo, a est con la Nigeria, a nord con il Burkina Faso e il Niger e a sud con la Baia di Benin, anche se con una linea di costa molto breve. La lingua ufficiale è il francese, ma sono più di cinquanta i dialetti locali parlati dalle varie etnie. Il 37% della popolazione pratica la religione tradizionale, i cattolici sono il 26,9%, i protestanti il 9,5 % e i musulmani il 21,6 %. Il clima è prettamente tropicale: caldo e umido. Conclusasi la dominazione coloniale e ottenuta l’indipendenza nel 1960, il paese ha attraversato difficili fasi in cui a un primo periodo di dittatura militare è seguito, nel 1972, il regime di Mathieu Kerekou che con vicende alterne è stato al potere per circa un trentennio, con una parentesi dal 1991 al 1996 del governo di Soglo. Le recenti elezioni di marzo 2006 hanno proclamato presidente Yavi Boni che ha vinto una competizione elettorale con 25 candidati alla presidenza. Gli osservatori internazionali hanno definito le elezioni sostanzialmente regolari, segno che la democrazia introdotta a metà anni ‘90 sta dando i suoi primi frutti. Il Benin è tra i paesi più poveri dell’Africa, secondo i dati UNDP l’indice di sviluppo umano è pari a 0,459 e l’aspettativa di vita alla nascita è di 52 anni, collocandosi al 161° posto su 177 paesi nella classifica mondiale (Human Development Report 2008, UNDP). Benché sia difficile fare una stima ufficiale degli abitanti, a causa dell’elevato tasso di mortalità dovuto alla diffusione dell’AIDS (5.800 morti nel 2003), si registra nel paese una crescita demografica che nel 2005 è stata di circa il 3% e attualmente il paese conta circa sette milioni di abitanti. L’immigrazione interna segue la direttrice Nord-Sud: le popolazioni del Nord, maggiormente arretrato e povero, si spostano verso il Sud che, durante il periodo coloniale, ha beneficiato di un maggior livello di sviluppo nei settori agricolo e commerciale e ad oggi presenta una maggiore urbanizzazione rispetto al Nord. I progetti che si vogliono sostenere, in partenariato con le associazioni A.F.A. Italia e A.F.A. Benin, si localizzano nel distretto di Ita Djébou, situato a 38 Km da Porto-Novo, la capitale. Ita Djébou è il capoluogo di un distretto comprendente 7 villaggi abitati da 10.862 persone (di cui 8.673 donne), essenzialmente agricoltori. Quest’area è conosciuta come il “granaio del Benin” ed è caratterizzata dall’esistenza di terre coltivabili e fertili, dal volume di precipitazioni favorevole e dall’esistenza di materie prime (palma da olio, soia, agrumi, goussi, sesamo, ananas, pomodori, banane, arachidi, verdure, piante medicinali, produzioni frutticole e arboricole). Nella regione è molto diffuso l’allevamento di bovini di razza locale e del Sahel rinomati per la produzione di latte. L’area di competenza dei progetti è una regione isolata che non dispone dei servizi di base per la comunità. Gli abitanti, di cui l’85% analfabeta, vivono in precarie condizioni dovute alla mancanza di alloggi,di strutture sanitarie e scolastiche. L’agricoltura, che è la principale attività, occupa l’80% circa della popolazione, ma la produzione di viveri è insufficiente e durante la stagione secca c’è il problema della carestia. Difficoltà legate allo sfruttamento abusivo e incontrollato della terra riducono il numero degli agricoltori con una conseguente flessione negativa sulla produzione. I profitti non sono quindi sufficienti a sopperire ai bisogni sanitari e all’istruzione dei bambini. I giovani del distretto, le braccia migliori della regione, sono tentati dall’esodo alla ricerca di un benessere utopico nelle città di Porto-Novo e Cotonou, talvolta anche in Nigeria. Il settore primario, costituito da agricoltura e allevamento, è così progressivamente abbandonato perché ritenuto privo di speranze. 3 2. LUOGO D’INTERVENTO Stato: Benin - Africa Distretti e località coinvolte: Dipartimento di Ouémé Plateau, Comune di Saketé, distretto di Ita Djèbou, a 38 Km da PortoNovo, la capitale. Figura 1: mappa del Bénin e mappa del Dipartimento del Plateau, luogo dell’intervento 4 3. MOTIVAZIONE DELL’INTERVENTO E ANALISI DEI BISOGNI CONSIDERAZIONI SUL SERVIZIO SCOLASTICO DI BASE E SULLE CONDIZIONI DELL’INFANZIA Nella società beninese l’accesso all’educazione è molto difficoltoso. Le famiglie meno abbienti non sono in grado di sostenere gli studi dei bambini e dei ragazzi o non hanno la possibilità di conciliare la scuola con le esigenze della vita quotidiana. Le zone rurali, dove i problemi educativi sono più rilevanti (cattive condizioni di lavoro per gli insegnanti e gli studenti, scarsa qualificazione degli insegnanti, demotivazione e disinteresse da parte dei genitori riguardo alla scolarizzazione dei propri figli) sono ritenute zone ad alto rischio per l’infanzia, in particolare per le bambine. Malgrado la gratuità della scuola, a Ita Djèbou, solo una bambina ogni 10 bambini ha accesso alla scuola primaria. Il tasso netto di scolarizzazione nei 7 villaggi di Ita Djèbou è compreso fra il 3% e il 12% e più dell’80% dei bambini abbandonano la scuola prima del CE1 (Corso Elementare Primo Anno). Va inoltre constatato ciò che segue: 1. il difficile accesso della zona; 2. la distanza delle abitazioni degli studenti rende difficile il tragitto fino a scuola; questi studenti vanno tutte le mattine a scuola dopo aver consumato solamente una magra colazione senza latte né zucchero in corpo, percorrendo anche 8 o 10 chilometri e non riescono a rifare il tragitto alla pausa di mezzogiorno. Così, gli studenti sono obbligati a restare a scuola, in condizioni inappropriate e senza consumare il pranzo; 3. l’assenza dell’atto di nascita (che l’amministrazione esige durante la scuola primaria) viene identificato come una causa frequente di abbandono scolastico. Nelle aree rurali le condizioni dei bambini orfani sono particolarmente disagiate, questi ultimi infatti vengono nella maggior parte dei casi “accolti” in casa dei parenti più prossimi che spesso non li desiderano perché già molto poveri e si trovano a dover sfamare una bocca in più. Nessuno si occupa della loro educazione. Le stesse considerazioni valgono per i bambini abbandonati. Nella maggior parte dei casi questi orfani finiscono vittime del traffico e della tratta dei bambini: la pratica della “collocazione dei bambini” è vastamente organizzata e la pratica di separare il bambino dalla sua famiglia d’origine e farlo adottare da un’altra famiglia è consuetudine nella società tradizionale beninese. Le ragazze sono l’oggetto preferito della tratta per il fatto che la tradizione le predestinava ad altre famiglie o ad altre comunità. Ancora oggi, la concezione educativa tradizionale sessista conduce i genitori a svantaggiare le figlie femmine, lasciandole crescere lontano dal contesto familiare. Negli anni 2000, questa pratica ha assunto proporzioni inquietanti: le separazioni, i rapimenti e gli abbandoni di bambini venduti dai loro stessi genitori si osservano tanto all’interno del Benin, quanto verso altri paesi. Le conseguenze per i minori sono drammatiche, soggetti a brutalità fisiche o psichiche e allo sfruttamento sessuale. Questi bambini sono spesso vittime di malattie legate ai lavori effettuati. Le conseguenze degli abusi sullo sviluppo fisico e psichico sono talvolta irreversibili. Diventati adulti, questi bambini, i cui diritti sono stati più volte violati, possono avere difficoltà a inserirsi nella società civile e quindi a uscire dal circolo vizioso della povertà. CONSIDERAZIONI SUL SETTORE AGRICOLO E SUL CONTESTO ECONOMICO L’agricoltura, principale attività economica del luogo, rende poco. Le rendite delle principali colture sono pessime: 350kg/ha per il mais, 300 kg/ha per le arachidi, 550 kg/ha per il cotone. La produzione di viveri è insufficiente e durante la stagione secca c’è carestia. I profitti che questi agricoltori traggono dalla produzione agricola non permettono loro di sopperire ai bisogni sanitari e all’istruzione dei figli. Inizialmente una ventina di agricoltori avevano avviato le loro attività agropastorali nella regione, associando l’agricoltura a piccoli allevamenti e alla trasformazione dell’olio di palma così come di altri oli vegetali. Il distretto di Ita Djébou dovrà fronteggiare al più presto il 5 problema dello sfruttamento abusivo e incontrollato della terra che riduce il numero degli agricoltori e la produzione. La soluzione può nascere facendo un appello alla società per combattere l’esodo e la disoccupazione dei giovani che minacciano la scomparsa del settore. Mobilitati dalla controparte locale AFA-Bénin, i giovani diplomati senza impiego, quelli senza diploma, gli artigiani agro-alimentari del comune di Sakété, hanno organizzato una giornata di riflessione sul tema “Sviluppo e Società”. Al termine di questa giornata, si è arrivati alla conclusione che la comunità deve operare per la promozione dello sviluppo non tanto per l’accumulo di beni materiali, ma per favorire condizioni di vita dignitose e maggior benessere per tutti. Tale sviluppo deve coinvolgere principalmente quelle persone che hanno bisogno di soddisfare bisogni primari e che hanno la necessità di innalzare il loro livello culturale. Nel rilancio del settore, particolare attenzione sarà accordata alla scelta delle palme da olio, della manioca, degli ortaggi e del piccolo allevamento in vista della situazione e dei bisogni specifici delle organizzazioni agricole della zona per garantire uno sviluppo duraturo. I criteri che motivano le scelte fatte sono, tra gli altri: • importanza della produzione – sovrabbondanza ed esistenza di riserve di magazzino – assenza di falle nel metodo di conservazione; • possibilità di creare un valore aggiunto e disponibilità di questi prodotti per quasi tutto l’anno; • importanza strategica di questi prodotti come fonte di reddito per i produttori; • riduzione delle perdite dopo il raccolto e valorizzazione dei prodotti nei periodi di abbondanza; • importanza di avere prodotti faro. Gran parte della popolazione tiene molto a partecipare al rafforzamento della stabilità di questo settore. E’ così che è nata l’Union des Producteurs (Unione dei Produttori) – il modesto contributo di 15 cooperative e altri piccoli produttori del settore, rappresentanti 873 donne e giovani che sperano che i loro sforzi cambieranno la vita dei produttori del Plateau. Occupato nel valutare se realizzare tale iniziativa, il capo del villaggio e due benevoli proprietari terrieri hanno donato 20 ettari di terreno per dare il via al progetto. L’atto di donazione della proprietà è stato legalizzato dal Capo Distretto ed è attualmente consultabile. E’ stato adottato l’utilizzo in comune delle attrezzature. La filiera è stata quindi rilanciata avendo come principio di base “praticare solo agricoltura biologica”. La controparte locale del progetto AFA –Bénin è stata invitata a sostenere queste cooperative nell’agro ecologia attraverso il compostaggio. Malgrado il dinamismo di queste cooperative, il loro sviluppo è frenato da diversi ostacoli tipici del settore e dell’ambiente che ospita le attività: - problemi tecnici e di gestione concernenti la produzione: applicazione di buone pratiche produttive, di fabbricazione e igieniche; tecniche di essiccazione e trasformazione; perdite dopo il raccolto e tecniche di conservazione; - problemi di accesso al mercato e regole internazionali/strategie di commercializzazione; - precarietà di legami e reti tra le organizzazioni del settore a livello locale e regionale; - mancanza di organizzazione e di gestione; - assenza di un piano d’informazione, di comunicazione e coordinamento. Gli interventi che sono stati studiati dovranno: - sviluppare le attività associative della regione e partecipare così alle dinamiche locali favorendo la crescita del territorio; - preservare la manodopera locale per rilanciare il settore. Questi agricoltori hanno compreso che scoraggiarsi è fatale e che l’essere umano non è solamente un consumatore ma prima di tutto un produttore. Coscienti di tutto questo, hanno deciso di mettere in sinergia le loro azioni, sperimentare nuovi approcci di gestione valorizzando le pratiche locali a breve termine attraverso un progetto agro-pastorale che si occuperà dei seguenti ambiti: produzione vegetale, animale e trasformazione artigianale di oli vegetali. La ‘’Cooperativa agricola - Scuola per Produttori’’, è un’idea progettuale nata per volontà di queste cooperative agricole, che offre un’alternativa all’abbandono totale dell’agricoltura a Ita 6 Djèbou, zona molto minacciata dall’esodo rurale. Il costo delle attrezzature e delle strutture necessarie alla realizzazione di queste attività è però troppo elevato e dunque fuori dalla portata di questi piccoli produttori. La collaborazione con AFA Italia e Project for People nasce quindi per riuscire a dare concretezza a questa iniziativa. CONSIDERAZIONI SULLA CONDIZIONE DELLA DONNA IN BENIN Il ruolo della donna in Benin è subalterno a quello maschile, la società infatti è molto maschilista e la donna spesso deve svolgere le attività più pesanti e ha potere decisionale quasi nullo. Attualmente, il Ministero per la Condizione Femminile Beninese sta attuando delle politiche di pari opportunità destinate alle donne, ma, soprattutto nelle aree rurali, è difficile sradicare la forte mentalità maschilista che porta a non mandare le bambine a scuola, per impiegarle nei lavori domestici. Inoltre, la donna ha a carico la propria famiglia pur senza godere di un riconoscimento, il che rende ancora più difficile il suo compito. Il ruolo dominante dell’uomo persiste nella gestione della comunità e nelle decisioni che riguardano la famiglia. Questo fa sì che in situazioni più difficili, che spesso si presentano in ambito rurale (come famiglie poligamiche e molto numerose, coppie separate, donne vedove?, le donne lottano per la sopravvivenza della propria famiglia, ma con estreme difficoltà di natura economica e sociale. L’intraprendenza delle donne spesso si scontra con difficoltà di natura educativa (in ambito rurale un’alta percentuale delle donne non hanno accesso all’educazione di base, rimanendo quindi analfabete e dipendenti dagli uomini) e di natura economica per l’accesso ai mezzi di produzione e ai finanziamenti. La mancanza di formazione ha diversi effetti: incapacità di essere informate sulle leggi in vigore, sulle opportunità economiche esistenti e sui propri diritti, scarse capacità gestionali di un’attività generatrice di reddito, mancanza di conoscenze tecniche sulla propria attività e poca conoscenze delle regole del mercato. Il progetto prevede pertanto un programma pilota di microcredito a favore delle donne che vivono nei villaggi sede dell’intervento, in modo da garantire loro la possibilità di intraprendere attività generatrici di reddito e di assicurarsi l’autosufficienza economica e la possibilità di scolarizzazione per i propri figli. Attraverso l’erogazione di microprestiti si incoraggerà l’attività lavorativa e imprenditoriale delle donne altrimenti incapaci di reperire il capitale iniziale e facili vittime degli usurai. 7 4. PARTNER DI PROGETTO E MODALITA’ DI COLLABORAZIONE 4.1 PROJECT FOR PEOPLE Project for People-ONLUS Project for People è una ONLUS che realizza progetti di cooperazione allo sviluppo in India, Brasile e Benin. Costituita Associazione con il nome “Progetto Calcutta” il 7/7/2000, iscritta all’anagrafe delle ONLUS il 6/2/2003, cambia nome il 29/4/2008 e diviene Project for People ONLUS. Lo statuto sottolinea le esclusive finalità di solidarietà sociale che si svolgono ponendo in essere ogni iniziativa culturale ed assistenziale atta a promuovere le migliori condizioni per l’autosviluppo dei popoli del terzo mondo, operando nelle seguenti aree di intervento: Assistenza sociosanitaria; Beneficenza; Istruzione; Formazione. Project for People sostiene quindi la promozione economico-sociale-sanitaria-tecnico-culturale dei Paesi in via di sviluppo mediante la costruzione, la ristrutturazione, l’organizzazione, la gestione, sia diretta che a mezzo terzi, di ospedali, di centri scolastici e di formazione professionale. Il bilancio della Associazione è annualmente certificato da revisori iscritti all’Albo. Project for People collabora con AFA Benin dal 2007. 4.2 LA CONTROPARTE LOCALE AFA - Bénin AFA (Association pour le Futur de l’Afrique), sezione Bénin è un’organizzazione non governativa nata il 28/01/2007 a Porto-Novo, capitale dello stato africano. L’obiettivo globale perseguito da AFA-Bénin è di portare le persone meno abbienti a migliorare le loro condizioni d’esistenza e a sviluppare molteplici ambiti (economico, socio-sanitario, educativo e ambientale). L’associazione opera nell’area meridionale del paese, in particolare nella regione del Plateau. Gli obiettivi principali perseguiti dall’Associazione sono: - rafforzare la prevenzione, la protezione e la reintegrazione/riabilitazione nella comunità dei bambini minacciati e abusati sessualmente e dei bambini lavoratori; - mettere al servizio delle comunità locali l’appoggio e la consulenza necessari per la loro promozione; - promuovere il benessere educativo, sanitario e ambientale; - operare per la promozione di attività generatrici di reddito all’interno del mondo rurale. Gli ambiti di intervento dell’Associazione sono: - educazione; - protezione dell’infanzia e della famiglia; - formazione degli adulti; - rafforzamento del ruolo sociale ed economico della donna; - sanità; 8 - sicurezza alimentare. Project for People e AFA - Bénin collaborano dall’anno 2007. Per il presente progetto AFA – Bénin garantirà anche un apporto finanziario. 4.3 ALTRI PARTNER DI PROGETTO AFA - Italia L’ ASSOCIATION POUR LE FUTUR DE L’AFRIQUE –A.F.A. si è costituita ufficialmente con atto notarile nel maggio 2006 dall’entusiasmo di un gruppo di amici, italiani e africani, uniti dalla speranza di poter realizzare qualcosa di importante per le popolazioni del continente africano, affiancandosi a loro nella lotta contro la povertà, la fame, la malattia e soprattutto l’indifferenza di chi ha troppo a discapito di chi non ha niente. Dal gennaio 2007 A.F.A. è iscritta nel Registro del Volontariato Provinciale di Milano (D. 450/2007 del 30/01/2007 al n° MI – 381), e opera esclusivamente grazie all’azione volontaria e diretta dei suoi soci e volontari. Lo scopo dell’ associazione è di sensibilizzare, informare e coordinare progetti nati dalla collaborazione con le popolazioni locali, privilegiando l’emergere di informazioni corrette a livello socio-sanitario e culturale, nella speranza di favorire uno sviluppo, una pace e una giustizia duraturi. A tale proposito, si è costituita un’associazione gemella di A.F.A. in Africa – A.F.A. Bénin – con la quale collaboriamo sia per la stesura dei progetti, in base alle emergenze segnalateci direttamente da loro, che nella gestione e realizzazione degli stessi. La collaborazione tra le due associazioni gemelle è molto stretta e così suddivisa: entrambe sono impegnate nella stesura e preparazione dei progetti e mentre A.F.A Italia si occupa di reperire i finanziamenti, A.F.A. Bénin segue la realizzazione pratica sul campo, l’avanzamento dei lavori, la gestione delle risorse locali e rendiconta dettagliatamente ad A.F.A. Italia che a sua volta risponde come garante ai finanziatori coinvolti. Project for People e AFA –Italia collaborano dall’anno 2007. Per il presente progetto AFA – Italia garantirà anche un apporto finanziario. SISM - Segretariato Italiano Studenti di Medicina (sezioni di Verona e di Padova) Associazione non profit di Studenti di Medicina Italiani che fa parte della Federazione mondiale delle associazioni di studenti di medicina, IFMSA (International Federation of Medical Students Association) e che collabora con Project for People nelle attività di sensibilizzazione e promozione dei progetti di cooperazione allo sviluppo nel Sud del Mondo, attraverso l’organizzazione di conferenze ed eventi culturali dedicati nel campo sanitario, educativo e di microfinanza in ambito universitario. 9 POLITECNICO DI MILANO E’ stata stipulata una convenzione per la gestione di tirocini formativi con il Politecnico di Milano. La convenzione prevede che, attraverso l’ufficio stage del Politecnico, gli studenti vengano a conoscenza dei progetti dell’associazione e possano decidere di partecipare al progetto come volontari.. La convenzione prevede la possibilità per gli studenti di ingegneria di recarsi in Benin per le missioni di monitoraggio e di valutazione finale legate al progetto, oltre ad effettuare delle ricerche per la stesura di tesi di laurea sul tema dello sviluppo. SMOM ONLUS L'Associazione Solidarietà Medico Odontoiatrica nel Mondo (SMOM onlus), nasce nel marzo 2004 dall'iniziativa di alcuni amici, medici ed odontoiatri, professionisti nella vita, con una gran passione per i viaggi spesso nelle terre più povere del pianeta. Percorrendo questi itinerari, sono venuti a contatto con etnie molto diverse e realtà di estrema miseria che hanno colpito profondamente le loro coscienze e fatto sentire forte il bisogno di intervenire e dare un contributo professionale allo sviluppo sociale e sanitario di quelle popolazioni Attualmente l’associazione risponde alle molte richieste d’aiuto che continuamente arrivano da parte di ospedali, enti morali o istituzioni nazionali, promuovendo non solo la salute ma essenzialmente lo sviluppo umano. La salute è un bene prezioso ma sostenibile solo se vi è sviluppo, migliorando le capacità umane di trasformazione dell’ambiente a proprio beneficio, investendo nel potenziamento delle capacità culturali e professionali. Oggi la SMOM è impegnata per promuovere una ‘salute sostenibile’, intervenendo sulle determinanti di salute dirette ed indirette, organiche, ambientali e sociali. La SMOM opera in Bénin offrendo cure odontoiatriche ai bambini della regione del Plateau dal 2006. Centre Songhai Il centro Songhai è stato fondato in Bénin agli anni inizi degli anni ’80 da Padre Godfrey Nzamujo per promuovere lo sviluppo in Africa e per ridare dignità alle popolazioni. Il Songhai è un centro di formazione, produzione, ricerca e sviluppo di pratiche di agricoltura sostenibile. Il centro vuole migliorare le condizioni di vita delle popolazioni africane attraverso la creazione di imprese agricole sostenibili. Il Centro Songhai collabora con AFA Bénin nella gestione dei corsi di formazione rivolti ai giovani agricoltori. 10 Ministère de l’Agriculture, de l’Elévage et de la Peche – CeRPA Il Ministero dell’Agricoltura, dell’allevamento e della pesca, insieme al CeRPA (Centre Régional pour la Promotion Agricole de l’Oueme et du Plateau) collaborano con AFA Bénin nella realizzazione degli obiettivi tecnici ed economici relativi al progetto. Comune di Sakété Il Comune di Sakété, area di intervento del progetto, ha messo a disposizione di AFA Bénin nel Distretto di Ita-Djebou un terreno di superficie di dieci ettari per la realizzazione del progetto. 11 5. MODALITA’ DI COINVOLGIMENTO DELLA CONTROPARTE LOCALE NELLA GESTIONE DEL PROGETTO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE E DELLE COMPETENZE LOCALI Per la realizzazione di tutti gli interventi, si intende utilizzare personale locale al fine di promuovere l’attività lavorativa della popolazione locale rurale e limitarne l’emigrazione verso la città. Le strategie di intervento e l’attuazione dei programmi sono state messe a punto e attentamente valutate con la controparte locale AFA Bénin. La supervisione e il controllo delle attività saranno svolti da volontari italiani e da personale qualificato italiano che si recheranno in loco per periodiche missioni di monitoraggio. Il personale locale di AFA Bénin coinvolto per l’implementazione del progetto in loco sarà composto da un totale di 58 persone cosi suddivise: - 1 responsabile per il centro di accoglienza; 2 assistenti per il centro di accoglienza; 2 coordinatori per il sostegno a distanza; 5 docenti per i corsi di formazione; 15 agricoltori e 15 allevatori; 4 amministrativi; 10 operai specializzati per la costruzione del pozzo; 1 tecnico specializzato per la costruzione del pozzo; 1 tecnico addetto alla manutenzione del pozzo; 1 manager microcredito; 1 assistente microcredito. Tale progetto non ha natura assistenzialistica, ma si propone di utilizzare personale locale, sviluppandone professionalità e competenze. Nel caso specifico, l’approccio partecipativo è fortemente necessario perché il progetto abbia successo. Le strategie previste in questo senso, concernenti l’organizzazione con i beneficiari del progetto sono le seguenti: - pianificiazione delle attività, - elaborazione di un programma di attività e definizione di come metterlo in pratica. La partecipazione dei beneficiari alla realizzazione del progetto si otterrà con le seguenti attività: - istituzione di un Comitato Locale di Gestione funzionante; - contributo alla redazione dei dossier di richiesta d’aiuto, alla selezione degli agricoltori e alla scelta dei mercati attraverso un Comitato di gestione; - utilizzo di manodopera locale per ogni lavoro di rifornimento del cantiere; - mobilitazione della comunità locale e fornitura dei materiali previsti come loro contributo (acqua, sabbia…); - accompagnamento e valutazione del progetto; - gestione delle attrezzature; - costituzione di un dispositivo funzionale di gestione trasparente, equa e duratura. La metodologia adottata servirà per rendere duraturo l’approccio partecipativo e rafforzare le capacità d’intervento. Questo rafforzamento concerne il sostegno tecnico, la formazione e i servizi di consultazione assicurati da tecnici attraverso l’implicazione diretta dei beneficiari. Si tratta di: - Sostegno tecnico: 1) Assistenza per risolvere problemi legati alla gestione del suolo e delle colture; 2) Assistenza per risolvere problemi tecnici di gestione concernenti le materie prime; 12 3) Assistenza per l’applicazione di buone pratiche igieniche; 4)Assistenza per gestire i differenti aspetti tecnici di produzione, lavorazione dei prodotti alimentari, per esempio buone pratiche di fabbricazione e d’igiene (Bpf/Bph); 5)Assistenza per adottare una strategia di commercializzazione appropriata alla luce della situazione di mercato locale; 6) Assistenza per la contrazione dei legami e delle reti tra le cooperative del settore ai livelli locale e regionale. - Formazione: Il contenuto educativo del progetto sviluppa una politica di formazione in loco alla luce di bisogni precisi. I formatori sono inquadrati all’interno del contesto rurale. Ci sarà inoltre la possibilità di uno scambio di risorse informative e di esperienze sul campo. Per quanto riguarda i servizi di consultazione si svolgeranno concertazioni regolari tra i vari attori favorendo una larga partecipazione al funzionamento del progetto. Le consultazioni riguarderanno: • Discussione e intervento diretto in vista di valutare sul posto i problemi riscontrati dalle cooperative; • Consiglio sulla soluzione di taluni problemi riguardanti la produzione; • Sostegno alla selezione del materiale appropriato nei limiti del budget disponibile; • Appoggio all’installazione e all’utilizzo delle macchine e dei materiali acquistati. Per quanto riguarda la collocazione delle donne e dei giovani della comunità rurale beninese nella conduzione delle attività e nella gestione del progetto è stato elaborato un piano d’esecuzione delle attività partecipative. Il gruppo di riferimento è principalmente femminile, per cui questo piano tiene conto dei tempi necessari alle donne per svolgere le faccende domestiche e accorda un’attenzione speciale al gruppo di giovani agricoltori che sono chiamati ad assicurare il sostentamento economico alle proprie famiglie. Focus del progetto saranno le competenze dei giovani. A questo scopo, la valorizzazione del loro saper fare e del loro saper tradurre le esigenze e le competenze locali sarà privilegiato. I programmi si svilupperanno in un contesto informale (sul posto) per favorire l’adesione ed evitare l’allontanamento di membri delle cooperative ed altri soggetti coinvolti nel progetto. Personale italiano coinvolto nell’attività di supervisione e monitoraggio: - 1 Responsabile progetto AFA Bénin; 1 Coordinatore AFA Italia per il sostegno a distanza; 1 Responsabile progetti Project for People; 1 Responsabile comunicazione Project for People; 2 laureandi / laureati del Politecnico di Milano; 23 volontari per le attività di sensibilizzazione. La selezione degli studenti e dei laureati sopra elencati verrà svolta da Project for People ONLUS in collaborazione con il Politecnico di Milano, con cui è stata stipulata una convenzione per la selezione di volontari e stagisti. 13 6. TARGET DEI BENEFICIARI DELL’INTERVENTO, DIRETTI E INDIRETTI I beneficiari diretti del progetto sono: - 30 bambini (tra i 3 e i 12 anni) beneficiari del sostegno a distanza; - 25 bambini ospitati nel centro di accoglienza; - 28 partecipanti al corso di formazione; - 30 donne coinvolte nel programma di microcredito; - 30 agricoltori e allevatori destinatari del progetto cooperativa agricola; - 10.862 abitanti del distretto di ita-Djebou che usufruiranno degli impianti di acqua potabile e di tutti gli interventi del progetto; - lo staff locale beninese impegnato nell’implementazione del progetto (2 coordinatori dell’Associazione AFA Bénin per il programma di sostegno a distanza, 1 responsabile del centro di accoglienza, 2 assistenti per la gestione del centro di accoglienza, 5 docenti per la realizzazione dei corsi di formazione, 4 amministrativi, 1 manager per le attività di microcredito affiancato da 1 assistente, 1 tecnico specializzato per la costruzione del pozzo, 1 tecnico addetto alla manutenzione, 10 operai per la realizzazione del pozzo - lo staff di AFA Italia impiegato nelle attività di sensibilizzazione in Italia (1 responsabile progetto, 1 coordinatore sostegno a distanza, 23 volontari italiani e beninesi); - 2 studenti del Politecnico di Milano per le attività di monitoraggio sul campo, - 2 collaboratori di Project for People ONLUS (1 responsabile progetti, 1 responsabile comunicazione). - gli immigrati beninesi sul territorio italiano che saranno coinvolti nelle attività di sensibilizzazione e formazione sulle tematiche della cooperazione internazionale e che saranno beneficiari di un processo che rafforzerà la loro partecipazione e la loro integrazione. I beneficiari indiretti del progetto saranno tutte le comunità residenti nella zona di intervento, la controparte locale e tutte le associazioni partner coinvolte nel progetto, la cittadinanza veneta a cui saranno destinate le attività di sensibilizzazione. 14 7. OBIETTIVO GENERALE DEL PROGETTO 7.1 UN MODELLO DI SVILUPPO SOSTENIBILE PER IL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO L’obiettivo di questo progetto e’ quello di promuovere lo sviluppo della comunità rurale beninese di Ita Djèbou attraverso interventi mirati al miglioramento del tessuto socio-economico e attraverso la formazione, il coinvolgimento e la partecipazione attiva della popolazione locale. Grazie ad un progetto integrato di educazione e sostegno all’infanzia, accesso alle risorse idriche, di interventi per il rafforzamento del ruolo sociale della donna e per lo sviluppo di attività produttive ed imprenditoriali locali si vuole garantire un sostenibile miglioramento della qualità della vita della popolazione dell’intera comunità. Il progetto si propone quindi di avviare un centro comunitario chiamato “La Citadelle” che sia luogo ed espressione concreta del processo di crescita che vedrà coinvolta la comunità nello sviluppo e nella valorizzazione delle pratiche agricole e di allevamento locali, nella costruzione e nell’avviamento di una scuola per la formazione di produttori agricoli e nella gestione di una cooperativa agricola a gestione comunitaria, in particolare per le donne. Il villaggio “La Citadelle” favorirà la promozione di un’ alimentazione sana e consentirà la fornitura di risorse idriche sicure per irrigazione e uso domestico grazie all’installazione di un pozzo dotato di cisterna e rete di distribuzione. Nel centro verrà inoltre avviato un programma di sostegno a distanza per favorire l’accesso all’istruzione primaria e verrà gestito un orfanotrofio per l’assistenza ai bambini più svantaggiati. Il progetto prevede inoltre un intervento pilota di microcredito rivolto alle donne per favorire lo sviluppo di attività in campo agro-alimentare. Questo modello di sviluppo integrato è basato sul presupposto, desunto da una decennale esperienza sul campo, che il riscatto sociale di donne e bambini è alla base dell’autosviluppo delle comunità rurali. L’educazione e il sostegno al tessuto socioeconomico locale sono le aree in cui sono stati identificati gli interventi che saranno rivolti principalmente alle madri e ai bambini. Tale metodologia garantisce un’elevata probabilità di successo nel raggiungimento dell’obiettivo che è quello di innescare un processo di reale e sostenibile sviluppo per il miglioramento delle condizioni di vita nella comunità rurale beninese. Tutte queste azioni si inseriscono in un programma per la diffusione e l’applicazione di buone pratiche per il raggiungimento degli obiettivi del millennio. Il progetto, inoltre, prevede una serie di attività da realizzare in Italia, il cui obiettivo principale è quello di sensibilizzare la cittadinanza, in particolare quella veneta, sui temi relativi alla cooperazione allo sviluppo. Attraverso il coinvolgimento di immigrati beninesi residenti in Italia, si vogliono favorire degli scambi interculturali che sottolineino l’aspetto arricchente della diversità all’interno della società. Verranno infatti realizzate attività quali convegni, cene etniche e incontri per favorire il dialogo attraverso il tema della mediazione tra due culture. 15 7.2 LA LOGICA DI INTERVENTO ISTRUZIONE PRIMARIA E SOSTEGNO ALL’INFANZIA DISAGIATA In linea con la logica di intervento descritta nel paragrafo precedente si vuole intervenire anche in ambito educativo in particolare a partire dai bisogni delle comunità locali. Di fondamentale importanza sarà il coinvolgimento dei bambini attraverso l’avviamento di un programma di Adozione a Distanza. Grazie al sostegno di genitori adottivi italiani verrà garantita la sponsorizzazione degli studi a bambini e ragazzi di famiglie povere che altrimenti non potrebbero andare a scuola per problemi economici o per problemi di accesso alle strutture. Verrà inoltre avviata una casa di accoglienza per i bambini orfani, abbandonati o che vivono situazioni familiari particolarmente disagiate. Questi bambini provenienti dai vari villaggi vicini potranno non solo avere una casa in cui vivere avendo modo di essere nutriti ed accuditi, ma avranno soprattutto garantito il servizio scolastico. In questo modo verrà fornita a questi bambini non solo la prima assistenza ma, cosa ben più importante, la possibilità di costruirsi un futuro migliore. FORMAZIONE E RAFFORZAMENTO DEL RUOLO SOCIALE DELLA DONNA Il progetto prevede la costruzione e la gestione di un centro di formazione (comprendente un dormitorio, un refettorio e aule per le lezioni) per la pratica e la produzione agricola e per attività di allevamento. Nella scuola si insegneranno le tecniche di coltivazione grazie all’impegno di cinque professori universitari: si offrirà la possibilità alle donne della comunità di apprendere le più appropriate tecniche di produzione e gestione della terra, delle coltivazioni e del successivo processo di vendita dei prodotti. Il progetto prevede inoltre un intervento pilota di microcredito rivolto alle donne per favorire lo sviluppo di piccole attività produttive nei campi agro-alimentare e dell’allevamento. Obiettivo di questo programma è quello di migliorare la situazione economica delle famiglie, infondendo nelle donne coinvolte fiducia, stima, consapevolezza nelle proprie capacità e nell’importanza del proprio ruolo all’interno della comunità. 16 SVILUPPO AGRICOLO, ACCESSO ALL’ACQUA E SOSTEGNO ALL’IMPRENDITORIA LOCALE L’intervento prevede l’avviamento di una cooperativa agricola che sarà il luogo dove si metteranno in pratica le nozioni acquisite nella scuola e dove si avvieranno produzioni e allevamenti rispettosi dell’ambiente. L’approccio agricolo sarà completamente biologico. Gli agricoltori e allevatori potranno così aumentare la produttività grazie al rafforzamento delle pratiche locali e attraverso tecniche agro-ecologiche. Attenzione particolare sarà accordata alla scelta delle produzioni delle palme da olio, della manioca, degli ortaggi e del piccolo allevamento come risposta ai bisogni specifici delle organizzazioni agricole della zona. L’aumento della produttività garantirà nella regione sovranità, salubrità e sicurezza alimentare. Nel centro verrà inoltre costruito un pozzo e installata una cisterna dotata di impianto di pompaggio e rete di distribuzione dell’acqua potabile. L’intera comunità quindi potrà così beneficiare della disponibilità di risorse idriche sicure e potrà sopperire alla mancanza di acqua nei periodi di siccità. L’acqua del pozzo sarà utilizzata sia per l’ uso agricolo, sia per l’uso domestico. COINVOLGIMENTO ATTIVO DEI MIGRANTI BENINESI SUL TERRITORIO ITALIANO Nell’ottica di promuovere una cooperazione internazionale che valorizzi i migranti nel processo di integrazione e che produca ricadute significative sia nel paese di origine che nel territorio di residenza, il progetto prevede il coinvolgimento attivo in tutte le fasi dell’intervento, comprese le fasi iniziali di analisi dei bisogni e di studio di fattibilità, degli immigrati beninesi in Italia. Obiettivi principali di questo coinvolgimento sono: rafforzare la capacità di associazione dei migranti (in particolare l’Associazione Afa Italia, partner di progetto) nella realizzazione di attività di cooperazione internazionale e di comunicazione ed educazione allo sviluppo; favorire l’interscambio socio-culturale coinvolgendo l’ambiente universitario (studenti, docenti) in fase di realizzazione del progetto; ampliare le attività di integrazione in atto a favore dei migranti sul territorio italiano, favorendo il superamento di ogni forma di xenofobia, mediante azioni di sensibilizzazione, informazione, divulgazione di una cultura di pace e interculturalità. 17 8. OBIETTIVI SPECIFICI e RELATIVE AZIONI ISTRUZIONE PRIMARIA E SOSTEGNO ALL’INFANZIA DISAGIATA Obiettivo 1: favorire l’educazione e la scolarizzazione dei bambini della comunità di Ita Djebou Project for People e il partner AFA Italia, in concerto con la controparte locale AFA Benin, intendono perseguire questo obiettivo attraverso l’avviamento di un programma di “Sostegno a Distanza”. Il sostegno a distanza (o adozione a distanza) è un atto di solidarietà che garantisce a bambini e ragazzi dei paesi più poveri di ricevere un aiuto economico continuativo per garantire loro l’accesso all’istruzione e alle cure mediche di base restando all’interno della propria comunità e nel Paese d’origine. In questo modo anche le famiglie più povere e in difficoltà possono prendersi cura dei bambini, assicurando loro la possibilità di frequentare la scuola e di ricevere un’educazione. Il genitore adottivo, oltre a dare un contributo economico fondamentale per il futuro del bambino sostenuto, entra a contatto con una realtà e una cultura differenti, per uno scambio proficuo che arricchisce entrambe le parti. → Attività 1: Avviamento di un programma di sostegno a distanza Il programma di sostegno a distanza offre la possibilità di studiare a bambini e ragazzi meritevoli, che altrimenti non potrebbero farlo, considerata l’estrema povertà delle loro famiglie d’origine. Nella società beninese l’accesso all’educazione è molto difficoltoso. Le famiglie meno abbienti non sono in grado di sostenere gli studi dei bambini e dei ragazzi o non hanno la possibilità di conciliare la scuola con le esigenze della vita quotidiana. Sono da constatare infatti il difficile accesso della zona e la distanza delle abitazioni degli studenti, rende difficoltoso il tragitto fino a scuola specialmente per le ragazze, a cui è difficilmente concesso di allontanarsi tanto da casa. Le zone rurali, dove i problemi educativi sono più rilevanti (cattive condizioni di lavoro per gli insegnanti e gli studenti, scarsa qualificazione degli insegnanti, demotivazione e disinteresse da parte dei genitori riguardo alla scolarizzazione dei propri figli) sono ritenute zone ad alto rischio per l’infanzia. Il tasso netto di scolarizzazione nei 7 villaggi di Ita Djèbou è compreso fra il3% e il 12% e più dell’80% dei bambini abbandonano la scuola prima del CE1 (Corso Elementare primo anno). Il sostegno a distanza è dunque una grande opportunità di riscatto sociale. La speranza è che, fornendo lo strumento dell’educazione, molti bambini possano continuare gli studi ed avere maggiori opportunità per il loro futuro.. I beneficiari del programma sono bambini e bambine, ragazzi e ragazze tra i 3 anni e i 12 anni che frequentano l’asilo, la scuola elementare o la scuola secondaria. Sarà possibile adottare uno o più bambini con un contributo annuale pari a € 240,00 all’anno (per bambini dai 3 mesi ai 6 anni) o € 300,00 all’anno (per bambini dai 7 ai 12 anni). La gestione in Italia del programma di sponsorizzazione a distanza sarà a carico del partner A.F.A Italia. Alle famiglie sostenitrici verranno date tutte le informazioni riguardanti il bambino sostenuto, gli aggiornamenti sulla sua crescita, sul suo stato di salute e benessere generale, sul suo percorso di studi, attraverso rapporti scritti, foto o brevi letterine, in modo da creare un rapporto affettivo e continuativo tra famiglia e bambino. Sarà anche possibile e consigliato far visita al bambino per verificare di persona l’effettiva presa in carico del bambino da parte dell’associazione. 18 Si prevede per l’anno 2010 di avviare il programma con un numero minimo di 30 sostegni a distanza, grazie al contributo di genitori adottivi a distanza italiani. Obiettivo 2: garantire dignitose condizioni di vita a bambini orfani o svantaggiati e garantire loro, attraverso l’istruzione, la possibilità di costruirsi un futuro migliore Nelle aree rurali le condizioni dei bambini orfani è particolarmente disagiata, questi ultimi infatti vengono nella maggior parte dei casi “accolti” in casa dei parenti più prossimi che spesso non li desiderano perché già molto poveri si trovano a dover sfamare una bocca in più. Nessuno si occupa della loro educazione. Le stesse considerazioni valgono per i bambini abbandonati con Nella maggior parte dei casi questi orfani finiscono vittime del traffico e della tratta dei bambini: la pratica della “collocazione dei bambini” è vastamente organizzata e la pratica di separare il bambino dalla sua famiglia d’origine e farlo adottare da un’altra famiglia è consuetudine nella società tradizionale beninese. Le ragazze sono l’oggetto preferito della tratta per il fatto che la tradizione le predestinava ad altre famiglie o ad altre comunità. Ancora oggi, la concezione educativa tradizionale sessista conduce i genitori a svantaggiare le figlie femmine, lasciandole crescere lontano dal contesto familiare. Negli anni 2000, questa pratica ha assunto proporzioni inquietanti: le separazioni, i rapimenti e gli abbandoni di bambini venduti dai loro stessi genitori si osservano tanto all’interno del Benin, quanto verso altri paesi. Le conseguenze per i minori sono drammatiche: le brutalità fisiche o psichiche e lo sfruttamento sessuale. Questi bambini sono soggetti a deformazioni o vittime delle malattie legate ai lavori effettuati. Le conseguenze degli abusi sullo sviluppo fisico e psichico sono talvolta irreversibili. Diventati adulti, questi bambini, i cui diritti sono stati più volte violati, rimangono nel circolo vizioso della povertà. Il progetto si propone quindi affrontare questa emergenza attraverso il sostegno e la cura dei bambini orfani o abbandonati dei villaggi di Ita Djebou con l’avviamento di un centro di accoglienza dedicato. → Attività 2: Avviamento e gestione di un centro di accoglienza per bambini orfani o disagiati Il progetto prevede l’avviamento e la gestione delle attività di un centro di accoglienza per bambini orfani o abbandonati. Capita spesso che anche bambini che hanno i genitori vivano delle situazioni di effettivo abbandono: i genitori infatti sono così poveri da doversi allontanare per lunghi periodi dalla casa e dalla famiglia per cercare lavoro e anche quando sono presenti non sono in grado di accudire i propri figli, spesso molto numerosi. In questi casi i bambini sono abbandonati a loro stessi, stentano a trovare il cibo e i beni di prima necessità per la sopravvivenza e non frequentano la scuola, unica possibilità che avrebbero di riscattarsi dalla povertà. La casa di accoglienza ospiterà quindi anche bambini con situazioni familiari valutate come particolarmente disagiate. Questi bambini, una volta terminata la scuola e divenuti maggiormente autosufficienti, potranno eventualmente fare ritorno alla famiglia di origine. Il centro sarà ospitato in comodato d’uso presso una struttura privata, la cui proprietaria ne ha gentilmente donata una parte per l’allestimento di un asilo/orfanotrofio che possa ospitare bambini soli o abbandonati. Ad aiutare la proprietaria ci saranno altre due donne, che potranno seguire in totale 25 bambini. Nel centro è previsto l’allestimento di un dormitorio con letti e culle provvisti di zanzariere, l’allestimento di una cucina e di un locale chiuso per le attività con spazi specifici per il gioco. La struttura è inoltre dotata di un cortile per le attività all’aperto. Si auspica che entro circa due anni il governo locale si prenda in carico l’orfanotrofio e sostenga, almeno parzialmente, i costi del personale e della struttura; a tal proposito verrà interpellato il Ministero della Famiglia e dell'Insegnamento, al quale verrà sottoposto un 19 progetto dettagliato con la speranza che non possa esimersi dall'intervenire alla luce di un problema tanto grave di sua competenza e anche per la presenza di finanziatori esteri. FORMAZIONE E RAFFORZAMENTO DEL RUOLO SOCIALE DELLA DONNA Obiettivo 3: Trasferire informazioni e conoscenze tecnologiche nei settori agricolo e dell’allevamento. L’obiettivo è quello di formare donne e giovani della comunità locale (in tutto 28 agricoltori per ogni ciclo agricolo) alla pratica delle tecniche agricole alternative, alla gestione dei raccolti e alle tecniche organizzative; Con lo scopo poi di accompagnare gli apprendisti, al termine della formazione, a gestire le colture di bassa stagione e a ritornare nel loro villaggio d’origine; → Attività 3: Realizzazione e gestione di un Centro Operativo e di Formazione Il centro di formazione agro-pastorale prevede la costruzione di alloggi (di una capacità di 100 persone), di un refettorio, di una sala polivalente e di un deposito. Questa struttura verrà utilizzata per realizzare dei corsi di formazione rivolti a donne e giovani agricoltori. La formazione sarà soprattutto pratica, i giovani apprenderanno le tecniche di produzione agricola adatte al tipo di terreno che utilizzeranno una volta ritornati ai villaggi di origine. La formazione verrà effettuata dal partner locale Centre Songhai, che da tempo si occupa di formazione in contesti rurali e dal Centre de Recherche pour la Promotion Agricole (CeRPA). La gestione del centro operativo e di formazione sarà affidata all’Associazione partner AFA Bénin che, inoltre, coordinerà la costruzione del centro e il suo funzionamento. Al termine della formazione gli apprendisti saranno accompagnati a gestire le colture di bassa stagione e a ritornare nel loro villaggio d’origine. Obiettivo 4: Favorire il rafforzamento del ruolo sociale della donna attraverso il sostegno alla microimprenditoria femminile Il rafforzamento del capitale umano attraverso il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione costituisce uno degli assi strategici di crescita e di riduzione della povertà identificati dal Governo beninese per rispondere all’esigenza di una politica di sviluppo sostenibile. Questa politica non sembra però essere attuata a tutti i livelli sociali e in tutte e le regioni del paese. A Porto Novo, la capitale amministrativa del Benin, le donne che vendono i loro prodotti al mercato di Dondo, nel quartiere di Ouando, si devono confrontare con una triste realtà. Versano infatti in condizioni di estrema povertà con guadagni bassissimi, insufficienti a soddisfare i bisogni fondamentali loro e dei loro figli. Questa condizione non è solamente dovuta alla scarsità dei ricavi, ma è oltremodo originata dalla mancanza di accesso a qualsiasi forma di credito e ha come conseguenza l’aumento dello tasso di descolarizzazione, di delinquenza, di vulnerabilità a malattie quali AIDS/HIV. Questa compromette inoltre il raggiungimento degli obiettivi della Dichiarazione della Politica della Popolazione (DEPOLIPO) siglata dal governo del Benin nel 1996 e rinnovata nel 2006. Di fronte a questa situazione è urgente accordare un’attenzione particolare a questa parte della popolazione e mettere in atto misure appropriate e idonee per permettere a queste donne provenienti dai villaggi coinvolti nel progetto di intraprendere delle attività generatrici di reddito in grado di assicurare l’autosufficienza e la scolarizzazione dei figli. In questo modo, le loro condizioni di vita potranno essere migliorate e si creeranno condizioni più favorevoli per favorire la loro piena partecipazione al processo di sviluppo del Comune di Porto Novo e ai benefici che ne derivano. 20 Il presente progetto pilota di microcredito intende andare incontro a queste esigenze e rispondere a queste necessità fornendo prestiti esclusivamente alle donne. → Attività 4: avviamento di un programma pilota di microcredito L’obiettivo di questo progetto è quello di fornire alle donne dei villaggi coinvolti nel progetto la possibilità di fare del microrisparmio sicuro costruendo e radicando le abitudini al risparmio, alla gestione finanziaria della casa e della famiglia. L’altro importante obiettivo e’ quello di dare la possibilità a queste donne, attraverso dei microprestiti, di intraprendere delle piccole attività redditizie. Tale progetto ha infatti lo scopo di incoraggiare l’attività lavorativa/imprenditoriale anche nei villaggi più poveri, offrendo un servizio di microcredito a donne in condizioni economiche difficili, altrimenti incapaci di reperire il capitale iniziale e facili vittime degli usurai. Il progetto pilota di microcredito prevede la creazione di una struttura formata da 2 persone: un manager e un funzionario. Beneficiarie del progetto pilota saranno esclusivamente donne, fra i 18 e i 55 anni, uscite dai corsi di formazione organizzati dal centro “La citadelle” e che operano nella cooperativa agricola che prevede il progetto, per un totale di 30 donne. La selezione delle donne beneficiarie del progetto sarà fatta tenendo conto della situazione della donna richiedente e della sua famiglia. Un’attenzione particolare sarà data alle donne divorziate. Il credito concesso sarà restituito nel giro di un anno senza interessi o, se necessario, con un tasso d’interesse inferiore a quello praticato dallo Stato beninese alla popolazione; verranno erogati crediti per € 100 (FCFA 65.500) a donna. Nel 2011 la somma complessiva messa a disposizione per la fase pilota del progetto di microcredito sarà pari a Euro 3.000. Nel caso di successo della fase pilota, gli anni successivi il fondo di microcredito sarà integrato con una quota almeno pari al 25% degli utili generati dalla cooperativa agricola Il programma di microcredito inizia con l’erogazione di un piccolo prestito che permetta alla donna di iniziare una piccola attività. L’aspetto più importante è di trasmettere “fiducia” nelle donne e nelle loro capacità di iniziare un’attività produttiva. Questo progetto pilota, in futuro ampliabile, nasce dalla consapevolezza che i benefici dei corsi di formazione professionale svolti nella scuola della Citadelle coinvolgeranno direttamente anche lo sviluppo e il successo delle attività di microcredito. Lo sviluppo delle conoscenze e capacità della popolazione promuoverà l’avvio di nuove attività produttive e quindi più donne chiederanno l’accesso al credito. Il capitale iniziale necessario all’erogazione dei prestiti verrà ricavato dagli utili delle produzioni agricole della cooperativa agricola e le donne beneficiarie saranno le donne uscite dal primo ciclo di formazione della scuola della Citadelle. Avvantaggiate dalle conoscenze acquisite durante i corsi professionali potranno sfruttare l’esperienza fatta in cui l’aspetto pratico è stato associato alle lezioni teoriche dedicate alla conoscenza di semplici regole di marketing legate alle attività produttive. Solo conoscendo le basi del “comprare e vendere” è possibile per le donne sostenere e sviluppare il loro “business” per produrre esattamente ciò di cui il mercato ha bisogno e per monitorare le proprie attività stagionalmente. SVILUPPO AGRICOLO, ACCESSO ALL’ACQUA E SOSTEGNO ALL’IMPRENDITORIA LOCALE Obiettivo 5: Sviluppare e migliorare la produzione agricola e le pratiche di allevamento locali generando reddito e nuove possibilità di impiego Attraverso lo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento, grazie alla realizzazione di una cooperativa agricola, aumenteranno in modo sostanziale le possibilità di reddito per la 21 popolazione locale, grazie al rafforzamento e al miglioramento delle pratiche legate all’agricoltura e all’allevamento. In particolare, nel rilancio del settore, particolare attenzione sarà accordata alla scelta delle palme da olio, della manioca, degli ortaggi e del piccolo allevamento in vista della situazione e dei bisogni specifici delle organizzazioni agricole della zona per garantire uno sviluppo duraturo. Gran parte della popolazione tiene molto a partecipare al rafforzamento della stabilità di questo settore. E’ così che è nata l’Union des Producteurs (Unione dei Produttori) – il modesto contributo di 15 cooperative e altri piccoli produttori del settore, rappresentanti 873 donne e giovani che sperano che i loro sforzi cambieranno la vita dei produttori del Plateau. Occupato nel valutare se realizzare tale iniziativa, il capo del villaggio e due benevoli proprietari terrieri hanno donato 20 ettari di terreno per dare il via al progetto. L’atto di donazione della proprietà è stato legalizzato dal Capo Distretto ed è attualmente consultabile. E’ stato adottato l’utilizzo in comune delle attrezzature. La filiera è stata quindi rilanciata avendo come principio di base il “praticare solo agricoltura biologica”. L’AFA –Bénin è stata invitata a sostenere queste cooperative nell’agro ecologia attraverso il compostaggio. Malgrado il dinamismo di queste cooperative, il loro sviluppo è frenato da diversi ostacoli tipici del settore e dell’ambiente che ospita le attività: - problemi tecnici e di gestione concernenti la produzione : applicazione di buone pratiche produttive, di fabbricazione e igieniche; tecniche di essiccazione e trasformazione; perdite dopo il raccolto e tecniche di conservazione; - problemi di accesso al mercato e regole internazionali/strategie di commercializzazione; - precarietà di legami e reti tra le organizzazioni del settore a livello locale e regionale; - mancanza di organizzazione e di gestione; - assenza di un piano d’informazione, di comunicazione e coordinazione. Gli interventi che sono stati studiati dovranno: - sviluppare le attività associative della regione e partecipare così alle dinamiche locali favorendo la crescita locale; - preservare la manodopera locale per rilanciare il settore. Questi agricoltori hanno compreso che scoraggiarsi è fatale e che un uomo non è solamente un consumatore ma prima di tutto un produttore. Coscienti di tutto questo, hanno deciso di mettere in sinergia le loro azioni, sperimentare nuovi approcci di gestione valorizzando le pratiche locali a breve termine attraverso un progetto agro-pastorale che si occuperà dei seguenti settori: produzione vegetale, animale e trasformazione artigianale di oli vegetali. La ‘’Cooperativa agricola - Scuola per Produttori’’, è un’idea progettuale nata per volontà di queste cooperative agricole, che offre un’alternativa all’abbandono totale dell’agricoltura a Ita Djèbou, zona molto minacciata dall’esodo rurale. → Attività 5.1: realizzazione e gestione di una cooperativa agricola (produzione agricola) Verrà costruita e avviata una cooperativa agricola a gestione comunitaria per garantire la produzione agricola di prodotti quali il mais, la palma da olio e la manioca. All’interno della cooperativa agricola è prevista un’unità di estrazione dell’olio da palma e un unità di lavorazione della manioca. La cooperativa agricola verrà gestita da un’equipe esperta in tecnologie di produzione agro-pastorale e coltivazione. La cooperativa agricola sarà il luogo dove si metteranno in pratica le nozioni acquisite e dove si avvieranno produzioni e allevamenti rispettosi dell’ambiente. L’approccio agricolo sarà completamente biologico e non si prevede l’utilizzo di alcun concime chimico. La cooperativa agricola contribuirà a formare gli agricoltori a tecniche di produzione e gestione. Questi agricoltori potranno aumentare la produttività grazie al rafforzamento delle pratiche locali attraverso tecniche agroecologiche. L’aumento della produttività garantirà nella regione salubrità e sicurezza alimentare. Così, si combatteranno i problemi legati alla malnutrizione infantile . Inoltre, sarà assicurato il rifornimento di materie prime alle micro imprese della località. 22 Per l’ottimizzazione della produzione e per lo sfruttamento del terreno a disposizione è previsto l’acquisto di un trattore e di attrezzatura agricola. Verrà costituito un comitato di gestione formato da agricoltori, a maggioranza donne. Tale Comitato avrà l’incarico della gestione corrente della cooperativa agricola. La struttura organizzativa: Anche la struttura organizzativa è approntata in modo da promuovere l’equità di genere e in modo da coinvolgere in una partecipazione attiva anche le sfere sociali più svantaggiate. Le donne giocano un ruolo determinante nella conduzione familiare e generalmente non sono sufficientemente rappresentate nei comitati e nei gruppi preposti a prendere le decisioni; i loro bisogni e le loro preoccupazioni spesso non vengono nemmeno tenute in conto nel momento dell’ideazione di progetti di sviluppo locale. Questo progetto vuole dare invece un ruolo prioritario alle donne contribuendo a rafforzare l’importanza del loro ruolo e delle loro capacità. costituito: L’esecuzione delle procedure tecniche e del controllo degli investimenti verrà quindi approntata attraverso la costituzione di un Comitato di Gestione composto da 8 persone (di cui 5 donne) così 1 responsabile della cooperativa agricola (una donna), 2 tecnici di cui 1 donna per le attività di allevamento, 3 tecnici di cui 2 donne per le attività agricole, 1 donna esperta per la trasformazione dell’olio di palma, 1 guardiano, Anche la selezione della manodopera sarà a favore della componente femminile. Responsabile della cooperativa agricola Tecnici Guardiano → Manodopera Attività 5.2: realizzazione e gestione di una cooperativa agricola (allevamento) Una parte della cooperativa agricola sarà dedicata allo sviluppo dell’allevamento. Si prevede l’allevamento di aulacode, l’itticoltura (ovvero l’allevamento di pesci in stagni) e l’allevamento di maiali. - Aulacode Per commercializzare i suoi prodotti la cooperativa agricola pensa non solamente di partecipare all’operazione di raccolta e vendita che sarà organizzata dall’Unione interdipartimentale degli allevatori di aulacode del dipartimento di Ouémé – Plateau, ma anche d’intensificare le sue relazioni con le ristoratrici, i consumatori, i rivenditori di aulacode e altri allevatori. Nella zona, il prezzo di vendita di una famiglia (1 maschio e 4 femmine) di aulacode va dai 40mila ai 50mila franchi. Ma la cooperativa agricola venderà una famiglia a 40mila franchi. D’altra parte un maschio solo verrà venduto a 4mila franchi dalla cooperativa agricola seppure sia venduto più caro da tutti gli altri allevatori. Questo prezzo permetterà alla cooperativa agricola di essere al riparo da eventuale concorrenza. Così facendo, si potranno ottenere gli 23 obiettivi prefissati. La cooperativa agricola metterà sul mercato animali di 6 mesi d’età e di un peso medio di 2,5 chili. - Pesce Il pesce potrebbe avere concorrenza dal pesce pescato, dall'acadja e dal pesce congelato e importato; ma questo non costituisce affatto un ostacolo alla vendita del nostro pesce. Il Tilapia Nilotica/ Oréochro Niloticus venduto vivo o lasciato fresco in casse isotermiche. Esistono già grossisti disponibili all'acquisto. Sarà venduto dai 1100 ai 1200 franchi al chilo, prezzo che varia a seconda del periodo di abbondanza -Maiali La cooperativa agricola si metterà in relazione con i macellai, i ristoranti delle città (PortoNovo, Cotonou), i rivenditori di maiali e altri allevatori per vendere i suoi prodotti. La cooperativa agricola piazzerà sul mercato maiali di 4 mesi d’età e di peso medio di 40 chili al prezzo medio di 40mila franchi. Obiettivo 6: Favorire l’accesso all’acqua potabile per uso agricolo e domestico La crescente rilevanza delle problematiche relative all'accesso ed al corretto utilizzo delle risorse idriche ha portato a programmare insieme alla controparte locale AFA Benin un intervento mirato e sostenibile in questo campo. La scarsa presenza d’infrastrutture destinate alla fornitura d’acqua potabile costringe molte famiglie ad utilizzare fonti idriche superficiali non protette che presentano un fortissimo inquinamento di tipo chimico-batteriologico; mentre per coloro che scelgono di utilizzare, seppure distanti, fonti potabili per l'approvvigionamento, si pone il problema di un elevato dispendio di tempo e d’energie. Quanto evidenziato sopra comporta problematiche diverse ma altamente correlate tra loro, infatti: • l'utilizzo di acque contaminate per uso potabile è causa di una elevata diffusione di malattie a trasmissione oro-fecale e numerosi studi testimoniano la pericolosità per la salute umana di una contaminazione chimica o batteriologica delle acque; • la carenza d’informazione sul corretto utilizzo delle risorse idriche influisce negativamente anche sulle attività agricole e di itticoltura presenti nella zona sia dal punto di vista della quantità prodotta sia dal punto di vista della tipologia di prodotto. La tipologia potrebbe essere selezionata con maggiore attenzione alle caratteristiche delle risorse idriche disponibili in modo da ottenere una maggiore produttività. → Attività 6: realizzazione di un pozzo e di una rete di distribuzione dell’acqua potabile di falda Il problema della scarsità della risorsa idrica è maggiormente sentito durante la stagione secca, periodo nel quale spesso la popolazione è costretta ad abbandonare gli appezzamenti di terreno che, a causa della siccità, non possono più essere irrigati con l’acqua proveniente dalle sorgenti di superficie. Per venire incontro a questa esigenza insieme a quella di fornire con continuità acqua potabile e sicura alle abitazioni del villaggio della Citadelle si è studiato un impianto per l’estrazione, il pompaggio e la distribuzione dell’acqua di falda. Il progetto prevede la perforazione di un pozzo profondo circa 100 metri e l’installazione di un impianto di pompaggio dell’acqua. L’installazione verrà dotata di una cisterna della capienza complessiva di circa 10.000 litri che, collegata ad un impianto di distribuzione e alimentata da un generatore di corrente, servirà le abitazioni e farà fluire l’acqua negli impianti di irrigazione del centro. La creazione del sistema di pompaggio permetterà un aumento considerevole della produzione 24 (e, verosimilmente, della produttività), che a sua volta consentirà maggiori profitti al centro agricolo della Citadelle. COINVOLGIMENTO ATTIVO DEI MIGRANTI BENINESI SUL TERRITORIO ITALIANO Obiettivo 7: rafforzare la capacità di associazioni di migranti presenti in Italia e favorire la loro integrazione. Questo obiettivo mira a rafforzare l’integrazione tra i migranti beninesi in Italia e la cittadinanza italiana. Attraverso il coinvolgimento della comunità beninese residente in Italia verranno realizzati degli eventi di scambio interculturale (conferenze, incontri, cene) per favorire il dialogo e la conoscenza reciproca. → Attività 7: organizzazione di eventi che coinvolgano gli immigrati beninesi e la popolazione italiana per favorire l’integrazione culturale Verranno organizzati degli eventi di sensibilizzazione rivolti alla cittadinanza italiana sui temi della cooperazione allo sviluppo. In particolare verrà realizzata una conferenza per presentare alla cittadinanza il progetto di cooperazione allo sviluppo in Bénin, con il coinvolgimento di immigrati beninesi, favorendo lo scambio interculturale. Verrà anche organizzata una cena etnica, in cui la popolazione beninese in Italia potrà presentare le specialità tipiche del proprio paese, trasferendo la conoscenza delle tradizioni locali alla cittadinanza italiana. Obiettivo 8: favorire l’interscambio socio-culturale tra migranti e popolazione italiana, coinvolgendo l’ambiente universitario (studenti, docenti) Grazie al partenariato con il Politecnico di Milano e il SISM (Segretariato Italiano Studenti di Medicina) verranno realizzate delle conferenze sul tema dello sviluppo e verranno inviati degli studenti in loco per effettuare delle missioni di monitoraggio. → Attività 8.1: Monitoraggio in loco per tutta la durata del progetto e produzione materiale informativo (reports) e visivo (video e foto) da diffondere in Italia a promozione degli obiettivi raggiunti. Verranno selezionati degli studenti e dei laureati del Politecnico di Milano in collaborazione con Project for People ONLUS per realizzare le attività di monitoraggio e di valutazione e che realizzeranno delle tesi di laurea sui temi trattati dal progetto che verranno poi diffuse in Italia con ricadute positive sul livello di interesse dell’opinione pubblica sulle capacità di sviluppo del paese interessato. → Attività 8.2: Coinvolgimento di università italiane (studenti e docenti) nella realizzazione e nel coordinamento del progetto Grazie alla collaborazione con il Politecnico di Milano e con il SISM Studenti di Medicina) di Verona e di Padova verranno realizzate nelle delle conferenze sui temi della cooperazione allo sviluppo, in particolare in questione ai fini di sensibilizzare e di coivolgere gli studenti e i realizzate. (Segretariato Italiano Università interessate riguardanti il progetto docenti sulle attività 25 26 9. MONITORAGGIO E VALUTAZIONE E’ stato predisposto un piano di monitoraggio e di valutazione che prevede diverse missioni durante l’anno di implementazione del progetto. In particolare, nel mese di gennaio 2011, un collaboratore di AFA Italia effettuerà una missione per monitorare lo stato di avanzamento del progetto, oltre a visitare tutti i partner locali per discutere eventuali difficoltà che potrebbero intercorrere. Un’altra missione verrà realizzata da un collaboratore di Project for People per monitorare le varie fasi di attuazione dell’intervento. Grazie all’accordo stipulato tra il Politecnico di Milano e Project for People ONLUS verranno inviati due studenti per effettuare un ulteriore monitoraggio, in particolare per realizzare delle interviste ai partner locali e ai vari beneficiari del progetto per testarne la sostenibilità e l’efficacia. Lo scopo delle missioni di questi studenti, oltre al monitoraggio delle varie fasi progettuali, sarà quello di raccogliere dati e materiale per la stesura di una tesi di laurea sulle tematiche dello sviluppo relative al progetto stesso che verrà poi divulgata in Italia. Durante tutte le missioni effettuate in loco verrà raccolto materiale, anche fotografico e video, per la realizzazione di reports completi che documentino le varie fasi di implementazione del progetto e che verranno utilizzati per la stesura di una relazione finale. 27