i colori della passione

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i colori della passione
I COLORI DELLA PASSIONE
(The Mill and the Cross)
Genere:Drammatico
Regia: Lech Majewski
Interpreti: Rutger Hauer (Pieter Bruegel), Michael York (Nicholas Jonghelinck), Charlotte
Rampling (Maria), Joanna Litwin (Marijken Bruegel), Dorota Lis (Saskia Jonghelinck), Ruta Kubas
(Esther).
Nazionalità: Polonia/Svezia
Distribuzione: CG
Anno di uscita: 2012
Origine: Polonia/Svezia (2011)
Soggetto: ispirato al dipinto "La strada per il Calvario" di Peter Bruegel il Vecchio (1564)
Sceneggiatura: Michael Francis Gibson, Lech Majewski
Fotografia (Panoramica/a colori): Lech Majewski, Adam Sikora
Musiche: Lech Majewski, Jozef Skrzek
Montagg.: Eliot Ems, Norbert Rudzik
Durata: 91'
Produzione: Lech Majewski.
Giudizio: Raccomandabile/poetico/dibattiti * * *
Tematiche: Famiglia; Gesù; Metafore del nostro tempo; Nuove tecnologie; Storia; Tematiche
religiose;
Soggetto: Nel dipinto "La strada per il Calvario", Peter Bruegel il Vecchio riproduce la passione di
Cristo, collocandola nelle Friandre del XVI secolo, oppresse dalla brutale occupazione spagnola. Il
pittore stesso si pone come guida delle varie fasi lungo le quali l'opera prende corpo. Con l'amico e
collezionista d'arte Nicholas Jonghelinck, parla, riflette, commenta. Le rispettive mogli Marijken e
Saskia sono al loro fianco, vicino a loro Maria osserva l'incedere dell'azione. Mentre alcuni
personaggi subiscono il dispotico potere degli spagnoli, arriva il momento in cui Gesù viene
incatenato e condotto verso il Calvario. Qui si compie il destino. E anche il dipinto arriva a
compimento.
Valutazione Pastorale: Nato probabilmente a Breda tra il 1525 e il 1530, morto a Bruxelles nel
1569, Bruegel dipinge "La strada per il Calvario" nel 1564. Dopo aver in passato dedicato
attenzione a nomi quali Basquiat, Bosch, Wojaczek, Lech Majewski si concentra ora sull'opera di
Bruegel, un affresco invero di non grandi dimensioni ma di infinita suggestione. Il regista mette in
scena il pittore che lavora alla composizione: a poco a poco nasce e si concretizza una stupefacente
operazione di passaggio tra la realtà, la sua cronaca, il suo superamento nelle forme della
trasfigurazione. L'occhio di Majewski plasma l'immagine come l'artigiano lavora sull'argilla: cerca
l'armonia ma sa che deve farla nascere dal dolore, dispone gli oggetti ma senza alterarne i ruoli. La
centralità della figura di Gesù non annulla le presenze 'altre', quelle di chi spesso subisce la
prepotenza della Storia senza alcuna difesa. La sofferenza del Cristo è quella della popolazione
intorno, il sacrificio del Calvario è quello di tutti, di un'umanità dolente e attonita. "Così, proprio
come il ragno, io costruisco la mia tela, sperando di catturare l'occhio dello spettatore" dice nel
finale Hauer/Bruegel. L'operazione filmica ha tratti di sottile e crescente coinvolgimento: in
apparenza il regista spersonalizza lo sguardo ma in realtà circuisce l'inquadratura con gesti di alto
livello non formale ma creativo, nei quali la sintassi scavalca la prosa per entrare nel campo di una
poeticità accorata, evocativa, affidata a simboli come tappe di un 'riconoscibilità' che supera il
contingente. La disposizione di oggetti e persone sfonda il chiuso dei luoghi per distendersi lungo
uno spazio infinito e profondo. Così la 'creazione' diventa una preghiera, un grido di riscatto, un
gesto di ribellione in nome della Pace. Esemplare la sequenza finale, quando la m.d.p. si allontana a
poco a poco dal dipinto oggi collocato in un museo. Quella cornice sembra certificare un limite che
non corrisponde al vero: e forse stavolta è il cinema, disegnando con un morbido carrello la giusta
distanza, che aiuta la pittura a rompere i vincoli del tempo e a rendere attuale la nostra percezione
dell'arte, sacra perché al servizio dell'uomo, della sua vicenda terrena e ultraterrena. Film di grande
ricchezza e visionarietà che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come raccomandabile,
poetico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e, forse meglio, in occasioni
mirate, dove sia possibile affrontare i molti spunti che suggerisce, anche con l'apporto di altri
esperti tra arte, teologia, storia.