Cos`è l`UE - Fondazione Donat
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Cos`è l`UE - Fondazione Donat
FONDAZIONE CARLO DONAT-CATTIN CONVEGNO SAINT-VINCENT 2007 “Nell’Europa che vogliamo il futuro siamo noi” 23 – 24 – 25 novembre contributo del LICEO CLASSICO PAOLO SARPI di BERGAMO Europa in sensazioni Europa in analisi Europa in gioco Classe III E Europa in sensazioni (o sensazioni sull’Europa) L’obiettivo della nostra proposta è quello di suggerire una strategia e fornire un piccolo contributo per diffondere tra gli studenti, pensati nei loro diversi livelli scolastici, la conoscenza e l’interesse nei confronti dell’Europa. Il punto di partenza che ci pare più adeguato allo scopo è quello di fare leva sulle impressioni, conoscenze e aspettative dei giovani, quelle spontanee, e magari non molto selezionate, e anche quelle che derivano dalla loro preparazione sull’argomento e sul problema Europa. Era giusto partire da noi e applicare a noi stessi prima di tutto questo metodo, sia per mettere alla prova la nostra ipotesi di strategia, sia per far sì che ognuno venisse allo scoperto, per attivare un confronto e metterci in questione. Il modo migliore per avviare questo passaggio ci è parso quello del brainstorming: abbiamo raccolto le impressioni spontanee, le associazioni e i progetti che la parola Europa suscita in noi. Ecco in sintesi (riassunti con minor vivacità delle espressioni libere emerse negli scritti personali) gli spunti che hanno preso forma. Ciò che emerge dalle nostre riflessioni è un generalizzato desiderio di unità europea, realizzabile, secondo noi, soltanto sulla base della forza di alcuni concetti portanti; per concetti intendiamo sia principi ideali di comune riferimento (libertà, giustizia…) sia e soprattutto obiettivi condivisi come prioritari. E’ proprio sugli obiettivi che le espressioni libere si sono concentrate; quali e a quali riconoscere la caratteristica della priorità? Ecco i pareri: il primo e ricorrente obiettivo segnala come sarebbe auspicabile eliminare qualsiasi ostacolo tra gli stati d’Europa per le opportunità di studio e lavoro; solo così si forma realmente l’Europa come area dei progetti di vita. E’, di conseguenza, fondamentale che i paesi membri adottino una programmazione condivisa e una linea decisionale unica in ogni ambito, dall’istruzione (si pensa ad una più snella validità internazionale di titoli di studio), al lavoro, alla spesa sociale dello stato fino ai settori della politica estera e della difesa; il punto di arrivo è allora la decisione di investire in modo convinto in una costituzione condivisa. Tale costituzione deve essere il fulcro di una continuità politica e amministrativa comune, ma deve avere come un doppio sguardo, o uno sguardo ampio: è a tutela dell’istituzione europea stessa, ma anche della singolarità delle nazioni. L’attenzione si concentra poi sui problemi che ogni paese europeo condivide e deve affrontare, ma che non è assolutamente nelle condizioni di poter risolvere rimanendo isolato, come accadeva alle vecchie nazioni o stati nazionali, formatisi quando i flussi economici e sociali non erano fitti ed estesi come accade nella realtà contemporanea. Devono assolutamente essere affrontati, ma non possono essere risolti sulla sola scala nazionale, molti problemi: la tutela delle risorse ambientali ed energetiche, la costruzione delle infrastrutture per il trasferimento e la circolazione di persone, di merci e di risorse finanziarie, i flussi mondiali vasti ed imprevedibili dell’emigrazione; anche qui ritorna il problema di come una sovranità nazionale si giochi realmente e misuri la propria forza politica di progetto nella definizione di strategie condivise a livello sopranazionale. In conclusione e complessivamente, abbiamo rilevato in ogni intervento libero, spontaneo o ragionato, una profonda esigenza di Europa; ci pare un desiderio sicuramente condiviso al punto che tendiamo a considerarlo come una convinzione della maggior parte dei nostri coetanei quella di creare, in Europa, un ambiente fertile per lo scambio culturale, propizio per la crescita effettiva dei suoi abitanti, e, cosa più importante, totalmente privo di discriminazioni o antiquati e improduttivi ideologismi, cose che sembrano appartenere a periodi in cui il nazionalismo non metteva al centro il bene comune delle società e dei cittadini, ma le rivalità, prive di futuro, tra gli Stati. 2 Europa in analisi (Cos’è l’UE? “Oggetto politico non identificato”) Come sapere se l’Europa si può già da ora realisticamente considerare il contesto delle attese e dei progetti che sono state espressi? Proprio alla luce delle nostre aspettative è nata l’esigenza di affrontare la storia del formarsi dell’Europa, l’analisi dei trattati che l’hanno definita, lo studio delle istituzioni a cui essa affida la propria azione. Il ciclo di lezioni cui abbiamo avuto modo di partecipare per la preparazione dell’argomento ha avuto luogo nel contesto quotidiano delle ore scolastiche di storia, ed è stato esaurientemente portato a termine dal docente della materia specifica con attiva partecipazione della classe e grazie alla potente comunicatività e immediatezza visiva del supporto informatico In particolare l’analisi del funzionamento delle istituzioni europee ci ha permesso di approfondire le nostre conoscenze, e la conclusione del lavoro ha portato naturalmente con se un interrogativo: in che misura l’Europa ci rappresenta? Arrivati a questo punto dell’analisi e degli interrogativi ci siamo accorti che eravamo ancora concentrati sulle definizioni di termini, sullo studio delle competenze delle istituzioni e sugli elenchi dei trattati che hanno dato vita all’Europa; temi di cui i libri di storia e le pubblicazioni generali sull’Europa sono generosi. Erano nozioni indispensabili e sicuri punti di riferimento, ma, a partire da loro non riuscivamo a veder sorgere l’Europa davanti ai nostri occhi come se fosse una istituzione definita e di facile identificazione. Non abbiamo dissolto quel senso di nebbia che si provava, ma ne abbiamo trovato, ci pare, le ragioni e questo è diventato un altro modo per scoprire l’Europa. Ragioni che si possono riassumere in tre constatazioni. La prima: che l’Unione europea (Ue) non si riduce a un insieme di istituzioni in funzionamento ma è e sarà sempre un’urgenza e un’opportunità storica, una costruzione politica di condivisione, un metodo in costante evoluzione di “integrazione comunitaria” e di “cooperazione intergovernativa”. Abbiamo capito perché J. Delors presentava l’Europa come “oggetto politico non identificato”. La seconda: scritti i trattati, magari anche la costituzione, e definite le competenze delle istituzioni dell’Ue, rimane pur sempre il problema di: “per quale Europa”. Ci siamo allora accorti che la natura politica dell’Ue era strettamente legata alla quattro (così le abbiamo ridotte) tendenze per l’integrazione europea. Il progetto federalista per l’Europa (di Spinelli), quello “funzionalista” (di Schuman), quello di carattere intergovernativo (vedi De Gaulle), e la difesa anche nell’Ue di forti unità nazionali (in memoria degli antichi nazionalismi); sono processi attivi nella definizione dell’Ue e, piaccia o no, ineliminabili; forse è bene valorizzarne l’apporto senza assecondarne la pretesa di presentare se stessi come unico modello. La terza: pensiamo di aver fatto un passo ulteriore nel capire l’Ue come soggetto mobile (liquido) quando abbiamo colto la particolare natura del diritto che essa emana e del modo con cui lo definisce. La chiave è stata fornita dallo studio di come funziona la Commissione europea. Mentre negli stati nazionali si impone la divisione dei poteri come garanzia di competenza e soprattutto di autocontrollo dello Stato, nell’Ue domina il principio della condivisione dei poteri. Situazione in cui sorge una magari estenuante ricerca, da parte dei singoli stati, del modo di esser presenti e “pesanti”, negoziati molto lunghi, compromessi che talora deludono, ma è spettacolo di una democrazia in definizione e perciò in perenne evoluzione. Sulle basi del brainstorming e dello studio esplorativo che ne è derivato, è nata l’ipotesi di studiare il modo più efficace e meno noioso per diffondere l’attenzione sul tema Europa nelle scuole. Abbiamo introdotto con piacere il tema del gioco, dell’indovinello, del confronto scherzoso, per saggiare e consolidare, ci auguriamo, le conoscenze ma soprattutto l’interesse nei confronti di questo oggetto politico che annoia o sconcerta o perché viene affidato a progetti, date, trattati di cui non si vede la ricaduta o perché appare spesso mutevole e non identificato.. Fondamentale per la strutturazione dei giochi è risultato il target cui essi andavano destinati, che ha permesso la definizione di differenti livelli di comprensibilità e utilità didattica delle attività ludiche in base all’età degli studenti e al tipo di scuola. 3 Europa in gioco (come giocarsi l’Ue) Si tratta di proposte di gioco appena abbozzate ma, si spera, costruite in modo che si capiscano e possano, naturalmente, essere anche applicate. Abbiamo la pretesa di dire che sono giochi mirati e “concettuali”. Mirati perché sono stati pensati in relazione a una particolare fascia di scolarità (ogni gioco specifica il proprio target, volutamente senza un ordine crescente o decrescente), “concettuali” perché in tutti viene “messa in gioco” la propria idea di Europa o si è comunque costretti ad assumere posizione. Il titolo del gioco spiega il coinvolgimento concettuale che richiama. Le regole del gioco sono tali da rendere possibili e libere le situazioni che si possono creare. L’esempio ha lo scopo di rendere applicativo e comprensibile il gioco. gioco 1 Miti e nazioni. Target: medie inferiori / primi anni delle superiori Vengono distribuite ad ognuna delle cinque squadre che si formano per il gioco 5 schede uguali su cui sono scritti titoli e nazioni la cui origine viene fatta risalire a miti e racconti precisi (racconti che possono rivendicare la caratteristica di essere “miti” di fondazione, sia pur parziale, quindi più di un racconto a nazione). L’insegnante legge da un foglio preordinato frammenti di vari miti e le squadre in un tempo determinato devono indovinare l’abbinamento. La squadra che si prenota per prima ha il diritto di dare la risposta. In caso sia giusta guadagna un punto, in caso sia sbagliata la squadra che eventualmente si sia prenotata per seconda avrà la possibilità di rispondere. In caso sbagli ancora tutte le altre squadre che non hanno risposto guadagneranno un punto rispetto a quelle che hanno sbagliato. esempi 1. Le oche del campidoglio → Italia 2. La spada nella roccia → UK 3. Prometeo e Pandora → Grecia Frammento 1 "Spaventate presero a starnazzare e sbattere le ali ed il chiasso svegliò le sentinelle. In un attimo tutti i difensori furono ai loro posti e i Galli furono scagliati giù”. Frammento 2 “Gli invidiosi cavalieri, però, non restarono affatto convinti e pretesero un’altra prova, irritati all’idea che un giovane sconosciuto regnasse su di loro.” Frammento 3 “Era la speranza. Con essa il genere umano aveva trovato il modo per sopravvivere in questo mondo ostile. La speranza gli dava una ragione per continuare a vivere.” gioco 2 Percezione immediata. Target medie inferiori / primi anni delle superiori Il gioco consiste nell'indovinare in Europa i confini politici dei vari Stati e saperne individuare alcuni tratti di rilevante importanza (e crescente difficoltà) per cogliere il peso dello Stato in questione nell’Ue. Ad esempio: individuare la disponibilità di materie prime, la direzione dei flussi commerciali in entrata e in uscita, le fonti energetiche, le disponibilità create dai diversi settori economici, la rilevanza strategica dell’area dal punto di vista dello scacchiere politico e militare, i dati demografici, ecc. conosci i confini dell'europa? indovina dove... ● c'è più disponibilità di ferro? 4 ● ● ● ● ● ● si coltiva più grano? sono le aree più pescose? sono più sfruttati i corsi d'acqua per il commercio? si trovano le principali basi missilistiche? si sfrutta di più l'energia solare? quella nucleare? gioco3 Mosca cieca europea Target: scuole elementari. Il gioco è strutturato sul modello di una normale mosca cieca. Il bambino che viene preso dalla mosca cieca deve rispondere ad una semplice domanda sull’Europa ad un insegnante. Nel caso in cui sappia rispondere, la sua squadra guadagna un punto e il bambino evita di diventare la mosca cieca, nel caso in cui sbagli, diventerà lui la mosca. esempi: 1. Qual è la montagna più alta dell’UE? 2. Qual è il fiume più lungo d’Europa? 3. Quanti sono gli stati dell’UE? 4. Com’è la bandiera dell’UE? 5. Cosa c’era prima dell’Euro in Italia? gioco 4 Tutti i frutti... Europa! Target elementari / medie secondo una variabile difficoltà Giocatori: due o più Materiali: un foglio di carta ed una penna per ogni giocatore Regole: - un giocatore, bendato, segna una lettera dell'alfabeto sul foglio a ciò predisposto, - ogni giocatore, senza far vedere agli altri il proprio foglio, scrive una parola che inizia con la lettera scelta e che corrisponde alle tipologie indicate nelle colonne del foglio (nomi di persona, oggetti, animali, città e personaggi famosi) per ogni paese europeo, - chi completa per primo ferma il tempo dicendo “Tutti i frutti”, - si leggono le risposte date e si segnano i punteggi: 10 punti per ogni risposta originale, 5 punti per ogni risposta comune ad uno o più giocatori, - nella colonna finale ciascuno indica la somma dei propri punteggi parziali, - un secondo giocatore, bendato, segna sul foglio una lettera dell'alfabeto e tutti scelgono le parole che iniziano con tale lettera ... e si prosegue come già indicato fino al completamento del foglio disponibile, - infine ogni giocatore somma tutti i propri punteggi parziali per ottenere il totale finale, - vince chi ha totalizzato più punti. Le difficoltà del gioco possono essere aumentate. Per fare ciò basta sostituire i paesi proposti con quelli meno conosciuti dell’Unione Europea. gioco 5 Pocker europeo Target medie superiori Giocatori: minimo due Materiale: un mazzo di carte per poker Operazioni: - ogni giocatore sceglie uno Stato europeo: ad esempio, c'è chi farà la Francia, chi la Spagna...e via dicendo... 5 - ad ogni giocatore vengono distribuite 5 carte e una somma di "denaro" uguale per tutti e, prima ancora di guardare le carte, ognuno deve mettere sul banco una quantità di "denaro" precedentemente stabilita, il cip, che equivale alla volontà di voler cambiare qualcosa all'interno dell'Europa. (Difatti lo scopo del gioco è proprio questo). - nel momento in cui il giocatore guarda le carte può decidere di cambiarne fino a 4 per ottenere uno di questi risultati: CARTA SINGOLA = lasciare la situazione attuale COPPIA = creare più possibilità di lavoro DOPPIA COPPIA = attuare più collaborazione fra paesi TRIS = libertà, legalità, fraternità SCALA = per un maggiore sviluppo FULL (una coppia più un tris) = un’Europa senza delitti (per chi è ossessionato dalla sicurezza) COLORE (carte tutte dello stesso seme non in scala) = un’Europa senza razzismo POKER (quattro carte uguali) = impegnarsi istituzionale e sociale per i più poveri SCALA COLORE (cinque carte in scala dello stesso seme) = un’Europa senza terrorismo SCALA REALE (10, jack, donna, re, asso in scala dello stesso seme) = un’Europa senza guerre, problemi, pregiudizi, paure. - una volta cambiate le carte, ogni giocatore, a meno che non possieda solo una carta singola, mette sul banco una somma di "denaro" da lui scelta che equivale agli investimenti che lui riterrebbe opportuno fare per giungere al suo obiettivo, che sono le carte che ha in mano(ad es. un giocatore che possiede un tris deve puntare tanto "denaro" quanto ne ritiene sufficiente per giungere a libertà, legalità e fraternità). Il vincitore di ogni match è colui che possiede le carte con maggior valore. gioco 6 Caccia allo stereotipo Target medie inferiori Lo scopo del gioco consiste nel far notare come spesso e in prima battuta parliamo dei paesi europei orientandoci con stereotipi riguardanti la nazione e i suoi abitanti; tanto ricorrenti quanto infondati e poco utili per entrare in relazione. Il gioco intende consiste nell’individuarli (snidarli) e porli sotto accusa. Si formano due squadre. Alla prima è affidato il nome di uno Stato dell’Ue, riguardo al quale, in 30 secondi, la squadra deve trovare uno stereotipo caratterizzante e diffuso. Alla seconda squadra spetta invece il compito di confutare il suddetto stereotipo. Nel caso in cui quest’ultima non risulti in grado di smentire lo stereotipo, la prima guadagnerà automaticamente un punto. Il ruolo dei due gruppi avversari si alterna. Esempi, in disegno, di stereotipi per l’Italia e gli italiani 6 gioco 7 deformazioni spaziali reali target medie superiori e università Materiali: software progettato ad hoc e un P.C. Ambiti di intervento: economia, risorse naturali, rete trasporti internazionali, cultura… Funzionamento: il programma consente, in base all'inserimento di coordinate quantitative temporali e fisiche relative ai sopradetti settori, una deformazione spaziale/grafica della cartina europea. Obiettivo: prendere coscienza, mediante una evidente deformazione grafica, delle risorse, dello sviluppo e delle conseguenti relazioni che concretamente intercorrono tra i paesi componenti l'Ue in significativi ambiti. Esempio pratico: Ho intenzione di raccogliere informazioni sull'economia della Francia nel '700: disponendo di una cartina geografica, evidenzio la sagoma dello Stato francese; questa si deforma a livello spaziale e indica la consistenza del tema in oggetto e le principali informazioni (ad esempio) sull'economia francese nel '700. E così via, per altri Stati o per più Stati contemporaneamente. Esempi: gioco 8 Europanini target elementari Il gioco consiste nella ricerca di figurine da collegare ad ogni Stato europeo: → prodotti tipici; → bandiere; → monumenti famosi; → divi del cinema, della canzone…. IN CONCLUSIONE il lavoro da noi svolto si è posto l’obiettivo concreto di permettere una comunicazione più agevole tra il mondo scolastico e la conoscenza delle istituzioni europee in modo propositivo e realizzabile ponendo al centro dell’operato gli studenti, chiamati ad un gioco, secondo le varie classi d’età. 7