23 Peter Pan

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23 Peter Pan
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Cent’anni fa nasceva il bambino “che non voleva crescere” dalla penna dello scozzese J. M. Barrie.
Dal 2 aprile un kolossal lo celebra. Il film del regista australiano Hogan è la prima versione
cinematografica dopo il cartoon della Disney del ’53. Per volare servono pensieri felici. Parola del
baby saggio Peter Pan. Pensieri felici. Sono quelli che ti permettono di alzarti in volo. D’accordo,
anche una spruzzatina di polvere di fata, ma l’importante è dimenticare il mondo degli adulti, la
pesantezza di essere vecchi. È il Peter Pan pensiero, cent’anni di vita, ma ancora di grande attualità.
La storia del bambino che non voleva crescere, nata nel 1906, ha accompagnato generazioni,
ispirato scrittori e registi, prestato il proprio nome per definire psicoanaliticamente una sindrome
tipica del Novecento e del moderno, ma ancora più calzante1 a definire il nostro oggi così
adolescenziale. Il Peter Pan di Hogan, fedele al testo di Barrie, ma con una nota più sensuale e,
quasi un’eresia a dirsi, più “adulta”, è interpretato dal quattordicenne inglese J. Sumpter. Wendy, la
raccontatrice di storie “rapita dal folletto, è R. Hurd-Wood, mentre Capitan Uncino è J. Isaacs, il
Lucius Malfoy di “Harry Potter e la camera dei segreti” e, come vuole la tradizione teatrale, anche il
padre di Wendy. Infine Campanellino ha la faccia dispettosa e smorfiosa della rivelazione francese
Ludivine Sagnier, qui una gelosa ma alla resa dei conti generosa fatina che accompagna Peter Pan
nei suoi viaggi tra gli incanti onirici dell’Isola che non c’è e la rigida immobilità dell’Inghilterra
edoardiana. Girato in Australia, prodotto da Mohamed Al Fayed, che l’ha dedicato al figlio Dodi,
l’ex di Lady D. morto insieme alla principessa, il film è uscito tre mesi fa negli Stati Uniti e per ora
ha incassato 50 milioni di dollari. Un successo dovuto anche all’incanto degli effetti speciali, delle
scenografie e della fotografia, ma forse ancora di più alla “filosofia che Peter Pan continua a
veicolare: quella più discussa e controversa dell’eterna volontà d’adolescenza e del rifiuto delle
responsabilità del mondo adulto. Ma anche quella meno dicibile, forse perché troppo festiva (e
dunque non produttiva in senso capitalistico e meno seria in senso sociale) che solo pensare positivo
– direbbe il cantante rap Jovanotti – può rendere leggera la vita. In questo senso il discorso che
questo Peter Pan fa sull’amore e sui sentimenti è cruciale2: “Quali sono i tuoi veri sentimenti, Peter?
– Chiede Wendy, innamorata, al folletto – Felicità, tristezza, gelosia, rabbia, amore?” Lui, mentre
riconosce i primi associandoli a delle persone, sul quarto si ferma inorridito: “Amore? Non ne ho
mai sentito parlare e il solo suono mi offende. Noi ci divertiamo, perché rovinare tutto?”.
Il piccolo dio dionisiaco (Pan) alla fine della storia conoscerà “la cosa potente” che scatena un
bacio. Ma ci rinuncia (“la vita potrebbe essere una grandiosa avventura” dice congedandosi dalla
realtà e dal destino della maturità) perché teme che su un bacio – e vi si legga sull’amore, sulle
relazioni, sulla società – si possano costruire lacci e gravezze 3che non hanno nulla a che fare coi
“pensieri felici”. “Morirai solo e senza amore”. Questa la minaccia che Capitan Uncino rivolge a
Peter Pan, ma il ragazzo non ha paura e gli risponde. “La morte può essere una grandiosa
avventura” e questo è un insegnamento meno visibile e forse più importante di questa storia
secolare.
[articolo riadattato di A. Retico ne «la Repubblica» 31/03/2004]
1
calzante: appropriato, adeguato.
cruciale: decisivo, importante.
3
lacci e gravezze: legami e responsabilità.
2
1. Riassumi l’articolo in 10 - 12 righe di scrittura media.
2. Svolgi una delle due tracce.
a) “Amore? Non ne ho mai sentito parlare e il solo suono mi offende. Noi ci divertiamo,
perchè rovinare tutto?”. Immagina di proseguire il dialogo tra Wendy e Peter Pan in cui
lui rifiuta di diventare un uomo. (min. 4-5 battute per personaggio)
b) Scrivi una lettera nella quale Wendy cerca di convincere Peter Pan ad amarla e, quindi, a
crescere. (15-20 righe di scrittura media)
3. Sviluppa una delle due tracce (20-25 righe di scrittura media).
a) La letteratura europea dell’Ottocento e del Novecento ci ha presentato figure
indimenticabili di personaggi che rifuggono per i motivi più vari dal loro presente alla
ricerca di realtà diverse, di sensazioni straordinarie, di immortalità. Tutto ciò ha
implicato delle scelte e delle conseguenze sull’esistenza di ognuno di loro. Cita alcuni
esempi, collocandoli nel loro rispettivo quadro letterario e spiegando i motivi della tua
scelta.
b) “Noi ci divertiamo, perché rovinare tutto?” La società odierna ci suggerisce attraverso i
mass media uno stile di vita basato su edonismo e valori effimeri come il culto della
bellezza e della eterna giovinezza. La fuga dalle responsabilità e l’esasperato
individualismo ci pongono di fronte a comportamenti sempre più deviati e devianti.
Esprimi le tue considerazioni in proposito, portando anche degli esempi.