Agroindustria e banche

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Agroindustria e banche
Rilevazione promossa da FRIULADRIA CRÉDIT AGRICOLE
Quaderni FNE
Collana Osservatori, n. 156 – giugno 2012
AGROINDUSTRIA E BANCHE
di Silvia Oliva
coordinamento di Daniele Marini
La partnership tra agroindustriale del Nord Est e il mondo del credito sembra essere
oggi un elemento centrale per la capacità di crescita delle imprese del settore, tanto che
il 76,2% indica come principale riferimento per l’acquisizione di nuovo capitale di
rischio ancora le banche e ben il 56,3% dichiara di intrattenere rapporti privilegiati con
una o al massimo due banche affidatarie. Sono questi alcuni dei risultati di un’indagine
quantitativa svolta su un campione di 715 aziende, statisticamente rappresentativo
dell’agroindustria nordestina, e realizzata da Fondazione Nord Est con il sostegno di
Friuladria Crédit Agricole.
Negli ultimi cinque anni, come mostrano i dati raccolti nell’ambito dell’Osservatorio
sull’Agroindustria, il settore alimentare ha intrapreso un percorso di trasformazione
necessario ad affrontare il mutato contesto competitivo che richiede migliore qualità nei
prodotti, maggiore capacità di vendita sui mercati esteri, maggiore efficienza,
innovazione continua sulle tecnologie, i prodotti, le competenze e l’organizzazione,
anche attraverso un upgrading funzionale e relazionale. Per sostenere tali strategie le
imprese agroalimentari hanno necessità di poter usufruire di importanti risorse
finanziarie, anche in una fase critica come quella attuale. Per il 76,2% del campione, a
oggi, il principale punto di riferimento per ottenere nuovo capitale di rischio per gli
investimenti rimane ancora il mondo bancario; mentre il 12,1% dichiara di cercare un
partner privilegiato nei consorzi fidi delle associazioni di categoria e il 4,4% di far
affidamento sui finanziamenti pubblici. La centralità della relazione tra agroindustria e
banca di riferimento è resa ancora più esplicita dal fatto che la maggioranza del
campione dichiara di avere una o al massimo due banche affidatarie (a livello nazionale
per il complesso delle imprese il dato medio era di sette istituti nel 2010), numero tra
l’altro non solo reale, ma anche corrispondente al numero di rapporti bancari
considerato ottimale e auspicabile dagli intervistati.
In questo contesto di buona partnership, si è voluto sondare se anche nella fase di crisi
le banche si siano dimostrate disponibili ad accompagnare l’agroindustriale nella sua
richiesta di finanziamenti. Seppur con una certa prudenza, in ragione del diverso tipo di
campione e della diversa tempistica della rilevazione, è possibile confrontare i dati del
settore alimentare con quelli raccolti a novembre presso un panel imprenditori,
considerati testimoni privilegiati del Nord Est. In primo luogo, emerge che tra le
imprese dell’agroindustria negli ultimi tre mesi il 40,1% ha fatto richiesta di nuovo
credito, a fronte di un 47,8% registrato nel panel. Tale nuovo credito è stato richiesto nel
64,4% dei casi per realizzare nuovi investimenti e nel 67,9% per esigenze di cassa.
Se si vanno a esaminare i dati sugli esiti di tale richiesta, si osserva come il 41,1% del
campione dichiara di aver ottenuto il prestito alle usuali condizioni, mentre il 42,6% ha
dovuto sopportare richieste più gravose da parte della banca. Al 12,9%, invece, non è
stato concesso; mentre, il 3,4% ha dovuto rinunciare al finanziamento perché
eccessivamente oneroso. Il confronto con il dato del panel nordestino, mostra come
quest’ultimo abbia dovuto fare i conti con una maggiore difficoltà di accesso al credito
dal momento che il 64,4% ha lamentato condizioni più gravose e solo il 23,6% ha
ricevuto il prestito senza obblighi aggiuntivi.
In generale, il 39,3% del campione ha dichiarato di aver percepito una maggiore
restrizione nella concessione del credito da parte delle banche e, in particolare, come
dichiara il 55,5% delle imprese tale restrizione è stata maggiore in relazione alla
richiesta di finanziamenti a breve. Tale dato appare in controtendenza sia rispetto a
quanto rilevato nel panel nordestino, sia in relazione ai dati di Banca d’Italia che
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evidenziano una progressiva rimodulazione dei prestiti alle imprese a favore di quelli
inferiori ai 12 mesi.
Un ulteriore fenomeno che sta emergendo in questa fase critica è quello della richiesta,
anche parziale, di rientro degli affidamenti da parte delle banche nei confronti delle
imprese. Nell’agroindustria tale istanza è stata registrata dal 13,6% del campione,
mentre per il panel il dato a novembre era pari al 19,7%.
Infine, si è cercato di comprendere anche la dinamica del costo del denaro sempre negli
ultimi tre mesi: il 67,7% del campione dichiara esserci stato un aumento dei tassi di
interesse applicati; mentre il 30,5% dichiara di aver registrato una stabilità.
Pur con qualche maggiore restrizione, quindi, la sensazione è che il mondo
agroindustriale possa ancora positivamente appoggiarsi alla partnership con il mondo
bancario per affrontare la crisi e le prospettive di investimento.
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Graf. 1 – Nel caso la Sua impresa avesse bisogno di nuovo capitale di rischio, quale
è la fonte principale verso cui si indirizzerebbe? (val. %)
Banca
4,8
3,3 3,3 0,3
Consorzi fidi delle
associazioni di categoria
12,1
Finanziamenti pubblici
Familiari/amici
76,2
Investitori privati
Apertura del capitale ai
lavoratori
Fonte: Fondazione Nord Est – Friuladria Crédit Agricole (febbraio 2012, n. casi 715)
Tab. 1 – Se negli ultimi tre mesi ha fatto richiesta di nuovo credito, il credito …
(val. %)
Agorindustria
Panel Nord Est
… è stato
concesso
alle
condizioni
usuali
… è stato
concesso
ma a
condizioni
più gravose
delle usuali
… non è
stato
concesso
41,1
23,6
42,6
64,6
12,9
8,8
…
l’azienda
ha dovuto
rinunciare
al prestito,
condizioni
troppo
gravose
3,4
3,0
Totale
100,0
100,0
Fonte: Fondazione Nord Est – Friuladria Crédit Agricole (febbraio 2012, n. casi 715, novembre 2011, n.
casi 266)
Tab. 2 – La restrizione del credito è stata maggiore per… (val. %)
… i finanziamenti a
breve termine
(<12 mesi)
Agroindustria
Panel Nord Est
55,2
44,5
… i finanziamenti a
medio-lungo termine
(> 12 mesi)
44,8
55,5
Totale
100,0
100,0
Fonte: Fondazione Nord Est – Friuladria Crédit Agricole (febbraio 2012, n. casi 715, novembre 2011, n.
casi 266)
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Nota metodologica
L’indagine, promossa da Friuladria – Crédit Agricole, è stata progettata e realizzata
dalla Fondazione Nord Est.
La popolazione oggetto di campionamento è costituita dall’insieme delle imprese dei
settori dell’industria agroalimentare attivi nel Nord Est italiano. Il campione ammonta
per quanto riguarda i dati della congiuntura a 715 unità, per capitalizzazioni e
finanziamenti a 750 unità.
Le imprese sono state estratte fra quelle iscritte alle CCIAA del Friuli Venezia Giulia,
del Trentino e del Veneto.
Il campione è stato stratificato per quote in base alle seguenti variabili: provincia
(dell’unità locale), settore ATECO 2007 (codici a 2 cifre: 10-11-12) e classe
dimensionale.
Dal campione sono state escluse tutte le attività di panificazione (ateco07 10.71.10),
nelle quali l’attività prevalente fosse il commercio al dettaglio e il numero addetti non
superasse le 5 unità. Tale scelta è stata motivata dal fatto che l’indagine è rivolta a
organizzazioni di stampo manifatturiero e non commerciale.
Le interviste sono state realizzate telefonicamente con un sistema misto C.A.T.I. –
C.A.W.I. (Computer Assisted Telephone/Web Interviewing), in febbraio 2012 per la
congiuntura e a novembre 2011 per capitalizzazione e finanziamenti dalla società di
rilevazione Questlab srl.
Daniele Marini ha diretto l’indagine e assieme a Silvia Oliva e Carlo Bergamasco ha
impostato l’indagine. Fabio Marzella ha elaborato i dati. Silvia Oliva ha realizzato il
report finale.
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