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Specie protette dalla Direttiva Uccelli
CANAPIGLIA
Specie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
NOME SCIENTIFICO: Anas strepera
Canapiglia, di Maurizio Bonora
Canapiglia, di Maurizio Bonora
Canapiglia, di Christian Fallini
Ordine: Anseriformes Famiglia: Anatidae
Specie acquatica di medie dimensioni, la Canapiglia ha un areale di diffusione che va dall'Europa centrale e meridionale
all'Asia centrale, sino agli stati centro-occidentali del Nord America. Habitat prediletto, le acque tranquille - dolci o
salmastre - di laghi, stagni, fiumi e lagune, dove trova riparo nella vegetazione emergente o sulle sponde, mentre molto di
rado è stata avvistata in mare.
Anatra di superficie talvolta osservata in associazione con Anas penelope (Fischione), la Canapiglia è una specie gregaria,
che vive in genere in piccoli gruppi, in Italia concentrati per lo più nelle zone acquitrinose dell'alto Adriatico, nelle regioni
centrali e in Sardegna, aree in cui si concentra il grosso della popolazione svernante proveniente dall'Europa centrale, in
special modo dalla Germania e dalla Repubblica Ceca. Nonostante sia considerata in pericolo d'estinzione, in Italia la
Canapiglia è cacciabile.
Principale elemento distintivo tra i sessi è dato dal becco - grigio scuro nei maschi, chiaro e con bordo arancione nelle
femmine - e dal piumaggio - più scuro nei maschi - mentre caratteristiche comuni sono lo specchio alare bianco, nero e
bruno-rossiccio, il ventre bianco, la coda arrotondata e le zampe giallo-arancio.
Più marcate le differenze nel periodo riproduttivo, quando la testa del maschio si fa grigio chiaro, così come il petto, che
diviene screziato, mentre i fianchi si ricoprono di un piumaggio vermicolato e il sottocoda è nero. Lunga intorno ai 50 cm,
con un'apertura alare di poco inferiore al metro che le consente un volo rapido e un po' a scatti, la Canapiglia ha un peso
medio di circa 800 grammi, anche se può variare da poco meno di 500 a oltre 1.300.
I vegetali costituiscono la parte preponderante dell'alimentazione della Canapiglia, anche se nel suo β€œmenù” non mancano
insetti, molluschi, anfibi e piccoli pesci. Come le altre anatre di superficie, immerge soltanto il capo per cibarsi,
muovendosi soprattutto nelle ore notturne e raccogliendo preferibilmente a pelo d'acqua la vegetazione strappata dai
fondali da altre specie.
Come le altre anatidi, la Canapiglia è monogama. Le coppie si formano nel corso della migrazione e restano unite fino
alla deposizione delle uova, che avviene tra aprile e giugno. È la femmina a costruire il nido, scegliendo di preferenza
aree con arbusti, vegetazione fitta e giunchi a non più di 20 metri dall'acqua. Vengono deposte dalle 8 alle 12 uova, che la
femmina cova per circa 4 settimane. E sempre la femmina si occupa di accudire i pulcini, che lasciano presto il nido ma
diventano indipendenti dopo circa 7 settimane.
Prospettive
Non siamo in grado, a oggi, di calcolare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per questa specie, presente in Italia
da circa un trentennio ma con un popolazioni dall'andamento imprevedibilmente variabile, soggette a notevoli differenze
tra un anno e l'altro. Sono pochi, in particolare, i dati sinora raccolti sulla Canapiglia come specie nidificante, mentre ne è
ben monitorato lo svernamento.
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Le prime colonie di Canapiglia in Italia risalgono alla metà degli anni Settanta, eppure il numero delle coppie nidificanti
ha subito nel tempo dilatazioni seguite da improvvise contrazioni. Più stabile la popolazione svernante, che conta tra i 6 e
gli 8mila individui, pur con un'accertata tendenza alla diminuzione registrata nel corso dell'ultimo decennio del secolo
scorso.
Interventi utili alla conservazione della specie nel nostro Paese devono comprendere la salvaguardia degli ambienti umidi
e la limitazione di qualsiasi attività che possa recare disturbo agli individui, specialmente durante la riproduzione. Tra i
provvedimenti consigliati, a tal proposito, avrebbe grande rilievo un'adeguata regolamentazione della caccia, in
applicazione dell'articolo 7 della Direttiva Uccelli, che impone il divieto in tale periodo dell'anno.
Tenendo conto dell'attuale, cattivo stato di conservazione della specie a livello nazionale e anche alla luce di quanto
prescritto da un'altra direttiva – la n. 79/409/CEE – sarebbe quindi opportuno consentire l'attività venatoria nel solo
periodo compreso tra il 10 ottobre e 31 dicembre, limitando in tal modo anche l'azione di disturbo sugli individui
svernanti impegnati nella ricerca di cibo in vista della migrazione di ritorno.
Minacce
La principale fonte di pericolo per la sopravvivenza della specie è l'uomo. L'inquinamento delle zone umide, la
cementificazione e l'antropizzazione di porzioni sempre più vaste di territorio costituiscono la prima minaccia per la
Canapiglia, unitamente alla caccia, consentita su larga parte dell'areale.
La caccia costituisce un fattore di rischio anche in maniera indiretta: non è infatti infrequente, soprattutto in Spagna,
rinvenire individui morti a causa dell'ingestione di pallini di piombo. Nella porzione settentrionale del continente (in
special modo in Finlandia) la Canapiglia è inoltre predata dal visone americano.
Protezione delle aree di nidificazione, limitazione del disturbo da parte dell'uomo nel periodo riproduttivo e
regolamentazione dell'attività venatoria sono le azioni che è opportuno mettere in atto per migliorare le condizioni di
conservazione della specie.
Stato di salute
Nel territorio dell'Unione Europea la Canapiglia gode di un buono stato di salute ed è stata inserita nell'Allegato II della
Direttiva uccelli. A livello continentale la Canapiglia è invece considerata come specie in pericolo di estinzione, e così
anche in Italia, dove è stata inserita nella Lista Rossa Nazionale, pur in assenza di un Piano d'Azione sulla specie.
Ciononostante, in Italia è la Canapiglia è cacciabile, ai sensi della legge 157/92.
Un moderato aumento della popolazione è stato registrato tra il 1970 e il 1990 nell'Unione Europea, dove nidificano dalle
20mila alle 28mila coppie, pari a circa un terzo di quelle complessivamente presenti nel continente, mentre si contano
circa 90mila individui svernanti. Percentualmente ridotto il contributo dell'Italia per quel che riguarda gli individui
stanziali: nel nostro Paese nidificano dalle 50 alle 100 coppie, con cifre in diminuzione nel corso degli anni Novanta.
È invece consistente il numero degli individui svernanti nella penisola: la quota, sul totale della popolazione europea, si
aggira infatti attorno al 10%, il che attribuisce all'Italia notevole responsabilità per la conservazione della specie.
Semaforo
L'andamento altalenante della popolazione nidificante nel nostro Paese rende difficoltoso tracciare il trend demografico di
questa specie. I dati in nostro possesso ci consentono tuttavia di parlare, per la Canapiglia, di cattivo stato di
conservazione: se l'habitat è nel complesso stabile, l'esiguità delle colonie le rende vulnerabili a diversi fattori di rischio,
in primis disturbo antropico e caccia.
Fattore
Range
Popolazione
2/3
Stato di salute
In espansione, ma fluttuante
Fluttuante e molto ridotta
Stato di conservazione
Favorevole
Cattivo
Habitat delle specie
Complessivo
Stabile ma localmente disturbato
Favorevole
Cattivo
Canto
Simile a quello del Germano reale, il canto della Canapiglia è tuttavia più debole e roco ed è connotato in modo
caratteristico da brevi versi emessi ritmicamente e in rapida successione
3/3