tagikistan diga di rogun

Transcript

tagikistan diga di rogun
we build value
TAGIKISTAN
DIGA DI ROGUN
Rogun, la diga dei record
Il futuro energetico del Tagikistan è affidato ad una diga. La più alta del mondo e la più potente della
regione, che da sola avrà il compito di raddoppiare la produzione energetica del Paese.
Il suo nome è Rogun ed è un progetto per sfruttare l’enorme potenziale idroelettrico del Tagikistan, lo
stato che sorge dalle ceneri dell’Impero Persiano, stretto tra le catene montuose del Trans-Alay nel
Nord e del Pamir nel Sud.
Un progetto da 3,9 miliardi di dollari, affidato a Salini Impregilo (leader mondiale nel settore hydro),
dopo un lungo periodo di confronto e una visita dei rappresentanti del governo Tagiko presso le grandi
dighe che il Gruppo sta costruendo in Etiopia.
Il Progetto
Sfruttare il potenziale idroelettrico del Pamir, che riunisce alcune delle montagne più maestose
dell’area centroasiatica (l’altitudine supera i 5.000 metri), deviare il corso del fiume Vakhsh, e infine
costruire una diga alta 335 metri in rockfill e nucleo di argilla è un’opera colossale, complessa per i
tantissimi aspetti inediti rispetto alle opere già realizzate nel settore, ma comunque grandiosa per
l’impatto che potrà avere sullo sviluppo del Paese.
Per tutte queste ragioni, il Rogun HPP (Hydropower Project) è stato diviso in quattro lotti, che
comprendono tutte le opere, dalla diga fino alla centrale idroelettrica. I primi lotti prevedono la
deviazione del fiume Vakhsh che sarà fatto confluire in due gallerie di deviazione realizzate sottoterra,
in modo da mettere all’asciutto le fondamenta della diga. Un’operazione molto complessa che, per via
della portata idrica del fiume, potrà essere completata solo nei mesi invernali, quando le montagne
sono innevate e il livello dell’acqua si riduce.
Una volta completato tutto il progetto, la produzione energetica sarà garantita da 6 turbine da 600 MW
ciascuna che, a piena capacità, avranno una potenza installata di 3.600 MW, pari a 3 reattori nucleari.
L’impatto di Rogun
In un Paese che conta poco più di 8 milioni di abitanti,
dove solo il 7% del terreno è coltivabile e circa 1 milione
di persone lavora all’estero spedendo a casa i risparmi per
sostenere le famiglie, l’impatto di un’opera del genere
può essere decisivo in termini di sviluppo economico.
In primo luogo, il Rogun HPP è fondamentale per ridurre
le carenze energetiche che si verificano ogni anno e che
colpiscono migliaia di famiglie incidendo sui loro
fabbisogni di luce e di riscaldamento. Il progetto
contribuirà positivamente anche allo sviluppo dell’attività
agricola, permettendo uno sfruttamento più efficiente
dell’acqua come risorsa naturale per finalità irrigue.
L’impatto più significativo della nuova diga però sarà legato principalmente al suo enorme potenziale
energetico che permetterà al Tagikistan di diventare un punto di riferimento regionale nel settore.
Pakistan e Afghanistan si sono infatti già candidati per acquistare parte dell’energia prodotta da Rogun
e lo stesso faranno molti altri Paesi confinanti. Prova ne sia il fatto che nelle scorse settimane è stato
lanciato un progetto parallelo che prevede la modernizzazione di una rete elettrica che collega
Tagikistan e Pakistan.
Uno strumento in più per portare l’elettricità di Rogun al di fuori dei confini nazionali.
ALLEGATO 1
PROFILO PAESE
Il Tagikistan è un paese montagnoso ubicato nella regione di Asia Centrale, parte dell’ex Unione
sovietica. La capital è Dushanbe, e conta 8.5 milioni di abitanti (2015).
Il paese confina con il Kyrgyzstan a nord, con l’Uzbekistan ad ovest, con l’Afghanistan a sud e con la
Cina ad est.
Secondo i dati della Banca Mondiale, il prodotto interno lordo del Tajikistan era di 9.2 miliardi di
dollari nel 2014.
L’attività mineraria è prevalente nel Paese, in particolare l’estrazione di platino, oro e uranio. Anche
l’agricoltura gioca un ruolo importante, soprattutto il cotone.
Il Tagikistan è descritto dalla Banca Mondiale come un paese di reddito medio basso e con
infrastrutture inadeguate. La produzione energetica deriva quasi completamente da impianti
idroelettrici ma è insufficiente e inaffidabile, rappresentando un ostacolo allo sviluppo
dell’economia e agli sforzi per ridurre la povertà.
Quasi il 70 percento della popolazione soffre di mancanza d’elettricità durante l’inverno. Una
mancanza, secondo le stime, di almeno2000 GWh, il 20% della domanda durante questa stagione.