Prof. ANTONINO SAITTA Ordinario di Medicina Interna Università
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Prof. ANTONINO SAITTA Ordinario di Medicina Interna Università
Prof. ANTONINO SAITTA Ordinario di Medicina Interna Università degli Studi di Messina Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Medica Prof. Antonino Saitta, nato a Messina il 26-11-1948, laureato presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Messina il 29 luglio 1972 con il massimo dei voti, la lode accademica e dignità di stampa. Allievo interno presso l'Istituto di Patologia Speciale Medica (1969/70 e 1970/71) e presso la cattedra di Semeiotica Medica (1971/72) fino al conseguimento della laurea. Dopo la conclusione degli studi universitari è stato prima volontario presso la Cattedra di Semeiotica Medica, diretta dal prof. Giuseppe Squadrito sino al settembre 1973 e quindi da tale data nominato medico interno retribuito sul bilancio dell'Università, con le funzioni ed il trattamento degli assistenti incaricati fino al luglio 1974. Dal 19 luglio 1974, a seguito di concorso è stato nominato assistente di ruolo sempre presso la Cattedra di Semeiotica Medica fino all'ottobre 1978. Dall'1/11/1978 assistente di ruolo nell'Istituto di Clinica Medica Generale e Terapia Medica II, poi strutturato come Istituto Policattedra di Medicina Interna, dove nel marzo 1980 gli è stata conferita la nomina di Aiuto. Ha conseguito nella sessione relativa all'anno 1986 l'idoneità a Primario di Medicina Generale. Vincitore, per concorso nazionale, di un posto di professore di ruolo di II fascia, dal 2 ottobre 1985 ha svolto la sua attività come professore Associato di Terapia Medica presso l'Istituto di Medicina Interna, riorganizzato poi come Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Medica, diretto dal prof. G. Squadrito e dal 1998 dal prof. Nicola Frisina. Dal febbraio 1996 gli è stata assegnata dalla Facoltà la responsabilità primariale del servizio di "Diagnosi e Cura dell'Ipertensione Arteriosa". Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Interna dal 1998 al 2004 e dal 2007 a tutt’oggi. Dal novembre 1999 gli è stata affidata la responsabilità primariale della “Divisione di Terapia Medica e Malattie Aterosclerotiche” dotata di posti letto di degenza ordinaria ed in day hospital, incarico che a tutt’oggi ricopre. Dal 1 ottobre 2002 professore di I fascia per il settore scientifico-disciplinare MED/09: Medicina Interna presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Messina, Nell’ottobre 2004 è stato eletto Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Medica per il triennio 2004/2007. In atto il prof. Saitta insegna Medicina Interna agli studenti della Facoltà di Medicina e Chirurgia, è docente presso 7 Scuole di Specializzazione (Medicina Interna, Ematologia, Endocrinologia e Malattie del Ricambio, Medicina dello Sport, Farmacologia, Tossicologia, Pneumologia), è Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Interna della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Messina. Già componente del Consiglio Direttivo della Sezione Regionale Siciliana della Società Italiana di Medicina Interna, è attualmente Past President del Consiglio Direttivo della Sezione Regionale Siciliana della Società Italiana per lo Studio dell' Arteriosclerosi (S.I.S.A.) di cui è stato Presidente dal 2002 al 2007, ed è Delegato Regionale per la Sicilia della Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC). Il Prof. Saitta è autore di 335 pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali, di cui 210 in extenso, e di queste 118 indexate su PubMed e Current Contents, con un I.F. di 169,75. L’attività di ricerca è stata prevalentemente orientata nel campo dell’aterogenesi e dei fattori in essa coinvolti. Di rilievo gli studi pubblicati su riviste internazionali relativi al coinvolgimento delle citochine infiammatorie, delle molecole di adesione e dei fattori di crescita nel determinismo e nella progressione dell’aterogenesi dei soggetti ipertesi ed ipercolesterolemici, così come gli studi sui polimorfismi di geni (quali PON-1, PAF-AH, EC-SOD) coinvolti nei processi ossidativi, in grado di condizionare la progressione del danno ateromasico, con la valutazione anche degli effetti di trattamenti farmacologici capaci di influenzarne l’espressione e quindi il grado di progressione dell’aterosclerosi. Pubblicate su riviste internazionali di elevato livello (Am J Med, i.f. 4,907, Arteroscl Throm Vas Biol, i.f. 7,221) anche gli studi sulla disfunzione endoteliale nelle donne in postmenopausa e gli effetti di trattamenti (genisteina, tamoxifene) in grado di interferire sul turnover osseo, ma anche sulla produzione di NO e sulla funzione endoteliale. Un ulteriore filone di ricerca è rappresentato dagli effetti di un modello sperimentale di ischemia e riperfusione e dello stress ossidativo sulla espressione di fattori nucleari (Nf-kB) coinvolti nel danno da ischemia-riperfusione e da stress ossidativo, valutando nel contempo il ruolo di possibili inibitori nucleari, potenzialmente in grado di ridurre il danno ossidativo e quindi l’induzione dell’aterosclerosi. In atto l’attività di ricerca è rivolta anche verso lo studio delle cellule endoteliali progenitrici (EPC) circolanti, soprattutto per una valutazione del loro coinvolgimento nei processi di aterogenesi unitamente allo studio dei fattori che possono influenzarne la espressione e la funzionalità, valutando gli effetti di una loro possibile modulazione da parte di mirati approcci terapeutici. 1