La fine della “sottocultura”. Prima antologia italiana di racconti d

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La fine della “sottocultura”. Prima antologia italiana di racconti d
CONFERENZA MULTIDISCIPLINARE DI “STUDI DI GENERE”
PRIMA CONFERENZA DI “STUDI DI GENERE”: OMOSESSUALITÀ FEMMINILE NELLA
CULTURA ITALIANA
PISA, 15 APRILE 2010
Erika Papagni (University of Toronto) [email protected]
La fine della “sottocultura”. Prima antologia italiana di racconti d’amore di
donne tra donne.
Princeps vuole dire “ciò che viene prima” (Introduzione Principesse messe a nudo,
Principesse Azzurre 3: racconti d’amore e di vita donne tra donne. A cura di Delia
Vaccarello. Milano, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori 2005, p.7).
Le Principesse Azzurre sono le parole autentiche che per prime affiorano alle labbra
quando veniamo in contatto con noi stesse, sono le nostre grida di libertà. (Introduzione
Chi ha paura delle “principesse”? Principesse Azzurre Crescono: racconti d’amore e di
vita di donne tra donne. A cura di Delia Vaccarello. Milano, Piccola Biblioteca Oscar
Mondadori 2006, p. 6).
Principesse Azzurre 1: racconti d’amore e di vita di donne tra donne. A cura di Delia
Vaccarello. Milano, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori 2003.
Il titolo dell’introduzione è La coralità dell’intramare. È una raccolta di 17 racconti, uno
dei quali è una storia a fumetti. È divisa in cinque sezioni intitolate: Cercami, Madri in
viaggio, Incursioni in Paradiso, Quando sarò grande e Guardarsi alle spalle.
Principesse Azzurre 2: racconti d’amore e di vita di donne tra donne. A cura di Delia
Vaccarello. Milano, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori 2004.
Il titolo dell’introduzione è Miracoli. È composta da 23 racconti, due dei quali sono
storie a fumetti. Ed è divisa in sei sezioni: Il cielo in una stanza, Lucida follia, Relazioni
pericolose, Vite separate, Fantaironia, Lesbiche di tutto il mondo….
Principesse Azzurre 3: racconti d’amore e di vita di donne tra donne. Milano, Piccola
Biblioteca Oscar Mondadori 2005.
Il titolo dell’introduzione è Principesse messe a nudo ed è divisa in 6 parti: Esploriamoci,
Continuiamo a consumarci, Apriamoci, Tocchiamoci, Guardiamoci e Amiamoci. È
composta da 22 racconti, di cui due storie a fumetti. Non è divisa in sezioni. Appaino per
la prima due racconti sul teatro lesbico: una commedia (L’estate scorsa giù al ghetto di
Margherita Giacobino) e un monologo (Il Duetto per voce sola di Paola Presciuttini). È
la più “letteraria” (Introduzione a Principesse Azzurre Crescono, p. 6).
Principesse Azzurre Crescono: racconti d’amore e di vita di donne tra donne. A cura
di Delia Vaccarello. Milano, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori 2006.
L’introduzione si intitola Chi ha paura delle “principesse”? È divisa in 5 parti: La Bella
e la Bestia, Eros e politica, La parola e i nuovi silenzi, La vita, prima e durante, ed
Esordi. È composta da 22 racconti e al posto del fumetto appare, in alcuni racconti,
l’illustrazione. Non è divisa in sezioni.
Principesse Azzurre Da Guardare: racconti d’amore e di vita di donne tra donne. A
cura di Delia Vaccarello. Milano, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori 2007.
L’introduzione si intitola Ammirateci! È composta da 20 racconti e non è divisa in
sezioni. In 5 racconti appaiono per la prima volta delle fotografie.
Eros Up! Principesse azzurre in amore. A cura di Delia Vaccarello. Milano, Piccola
Biblioteca Oscar Mondadori 2008.
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L’introduzione si intitola Mistero. È composta da 11 racconti e non è divisa in sezioni.
Questo volume è privo di storie a fumetti, foto e illustrazioni.
Pressoché Amanti: racconti d’amore e di vita di donne tra donne. Milano, Piccola
Biblioteca Oscar Mondadori 2009. L’introduzione si intitola Sortilegio. È composta da
13 racconti e non è divisa in sezioni. Anche questo volume è privo di storie a fumetti,
foto e illustrazioni.
1. Il titolo dell’introduzione al primo volume La coralità dell’intramare:
“Del legare insieme da dentro, del narrare e del vivere senza mai esiliare le emozioni.
Potremmo anche, scomponendo in altro modo il termine, farci trasportare dalle
innumerevoli suggestioni della parola mare e di quell’’intra’ che accenna a intimi e
misteriosi viaggi, a sconosciuti approdi, e mai prescrive l’estraneità a ciò che sentiamo di
più vero. La coralità dell’intramare, canto a più voci, non vive più da Cenerentola, dalla
Bella addormentata, da Biancaneve vessata. È padrona della sua casa ed è lei a sedurre; è
una bella donna e tiene gli occhi aperti. Nella ‘matrigna’, nella donna che si guarda allo
specchio, vede anche l’immagine, deformata da occhi estranei, di colei che –facciamo
un’ipotesi- ama di amore proibito ciò che vogliono farle odiare. La coralità dell’intramare
non ha smesso, infatti, di credere alle favole. Alle sue. E ne vuole scrivere e leggere
ancora. Tante. Ancora…Vuole offrire e ricevere un grembo di storie capace di dare la
vita, di sussurrare all’orecchio delle innamorate: «Voi esistete». È fedele ai sogni,
all’eterna promessa di un racconto che sente sempre attingibile la sorgente dell’amore.
Nutre l’ingenua e tenace aspettativa di un sentimento che dura e riprende dopo che ogni
crepuscolo, attraversando la notte argentata dei desideri, che svelano e catturano, che
accendono e creano. Non ha smesso di credere alle Principesse azzurre.” (Principesse
azzurre: racconti d’amore e di vita di donne tra donne. A cura di Delia Vaccarello.
Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 2003. Pp. 13-14).
2. Film Anna dei miracoli (titolo originale The Miracle Worker del regista Arthur Penn,
anno 1962). LA LUCE DELLE PAROLE ILLUMINA L’OSCURITÀ.
L’esperienza di Helen: “Pur essendo sorda e cieca, la protagonista riconosce la sua
esperienza nella parola che non sente, ma che riesce a pronunciare per esprimere il suo io.
La piccola Helen non era riuscita ad apprendere l’uso del linguaggio. Non sentendo
parlare, tutte le parole per lei si erano ammalate di silenzio. Ed erano diventate
movimenti immotivati sulle labbra. Movimenti che poteva ripetere per automatico
accostamento avvicinandosi alle cose, toccandole. Non riusciva a capire che ‘quelle
parole’ rappresentavano ‘quelle cose’, che il ‘suono acqua’ significava la ‘cosa acqua’.
Gli sforzi di Anna, l’educatrice, vanno in tutte le direzioni, sono immani. Helen sembra
sopraffatta, annichilita da una stupidità immotivata. Rinchiusa nella sua selvatichezza.
Ma Helen non capisce solo perché non sente e non vede, ed è per questo che non può
apprezzare l’uso collettivo della parola e la sua funzione. Una parola è come una storia, ci
vogliono almeno due persone per dare a entrambe vita. Helen è sorda, è isolata. Finché
succede l’imprevedibile. Sollecitata dalla sua Anna, con amore, e con l’incisività che
l’amore deve avere, si accosta alla fontana. Il getto forte dell’acqua, all’improvviso,
accende in lei la possibilità dell’espressione. Afferra ciò che fino adesso le è apparso
misterioso: dalle labbra possono nascere i suoni, e le parole che lei può pronunciare
riescono a farle comunicare l’esperienza primordiale di quel contatto. Possono espandere
fuori di lei ciò che vive nell’interiorità e non sempre con chiarezza. L’acqua sembra
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entrarle dentro, l’immagine si forma nell’intimità del suo essere. È viva, forte, placenta
che scorre. Non può tenerla tutta per sé. Il miracolo sarebbe sprecato. La vita è urlo che
non si può soffocare. Ricorda il buio e il battito che arriva dal cuore di quel corpo caldo
con cui è stata, tempo prima, tutt’uno. Cerca il cordone ombelicale. Non trova nulla: il
sangue ha smesso di scorrere all’unisono, adesso a colmare la separazione può esserci
solo un corpo nuovo, sconosciuto. Il corpo delle parole. Si avventura. Esplora. Sfida.
Helen muove le labbra insieme ad Anna e pronuncia ciò che non ha mai sentito. Lo
stupore disegna sul suo volto, sulle linee del viso, lungo il tremolio della fronte, lo
sguardo che gli occhi non possono avere. È il risveglio non è più sola. Il movimento
delle labbra non è più senza senso, non è mera imitazione. Helen è riscattata dalla
confusione, dalla caducità, dalla condanna a morte. Grazie alla funzione
sovratemporale del segno e alla possibilità della comunicazione, tutta la gioia del contatto
fresco, limpido, vivificante sopravvive all’attimo e all’isolamento. Helen ha trovato il
senso. La parola lo esprime. Inizia la condivisione.” (Introduzione Miracoli,
Principesse azzurre 2: racconti d’amore e di vita di donne tra donne. Milano: Arnoldo
Mondadori Editore, 2004. Pp. 16-17).
Delia Vaccarello, ci chiede: “Quante di noi sono tante piccole ‘Helen’ e tante ‘Anna dei
miracoli’? Quante pronunciano ciò che non hanno mai ascoltato? Quante, sfidando
ostacoli all’apparenza insormontabili, scovano la vita lì dove una tradizione escludente la
vuole impensabile? Quante di noi superano la sordità, il non aver sentito per tanto tempo
parlare di loro stesse? Quante si liberano dal rifiuto della condivisione? Quante si
abbandonano all’espressione, per non morire più in quei territori dell’isolamento così
contigui all’irrealtà? Per vivere attraverso le parole?
È un invito: partiamo da ciò con cui abbiamo un contatto fresco, limpido, vivificante.
Mettiamo al mondo parole nuove, primogenite che lasciano traccia. Pronunciamo ‘parole
principesse’. Sono terra, acqua. Miracoli.” (Introduzione Miracoli, Principesse azzurre 2:
racconti d’amore e di vita di donne tra donne. Milano: Arnoldo Mondadori Editore,
2004. Pp. 17-18).
3. Intervista esclusiva (marzo 2009) al Dott. Luigi Sponzilli, Direttore Marketing
Mondadori.
All'inizio l'operazione ha avuto un certo successo, nel tempo quel successo è andato
scemando, tanto che a questo punto abbiamo deciso di chiudere la serie. È un fatto anche
normale, se vogliamo, considerando che sempre, da un punto di vista editoriale, queste
operazioni in più installment si infiacchiscono e alla fine vengono percepite dal pubblico
come ripetitive e poco innovative. Comunque:
1) How many reprints for every edition? Il primo della serie ha collezionato quattro
edizioni, i successivi fra le 2 e le 3.
2) How many copies for every reprint? 3) How many copies printed in Italy? How
many sold in Italy? In totale a oggi abbiamo venduto 35.000 copie circa di tutta la serie,
partendo però da circa 10.000 del primo per finire alle 3000 circa dell'ultimo (Eros Up!)
4) How many copies sold abroad? Ahimè, non sono in grado di dirglielo, credo sia un
dato minimo e irrilevante. Se invece intende edizioni straniere, ahimè nessuna.
5) Are you aware of any reviews, critiques, or editorials, about the publication? Be',
sì, certo, un po' di recensioni e di articoli sono usciti, in qualche caso anche su quotidiani
nazionali (pochi, purtroppo, e sempre meno), più su magazine femminili, e più ancora nei
vari blog e siti "di settore" (se mi passa l'infelice espressione).
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6) Are you aware of any conferences, television programs, or the like? Delia
Vaccarello è una giornalista dell'Unità che si è conquistata una certa autorevolezza nel
campo delle culture delle differenze. È stata ospite una volta di Corrado Augias per la
trasmissione Storie Italiane di RaiUno, e ha fatto qualche passaggio in tv locali (non mi
chieda quali, non sarei più in grado di ricostruirlo).
7) Have there been any translations of the publication or any of its contents? 8) Has
it received international recognition? Purtroppo, temo che il fenomeno "Principesse
azzurre" non abbia avuto alcuna eco all'estero, soprattutto considerando che nessuno dei
libri o dei racconti in essi inseriti è mai stato tradotto. Insomma, una buona operazione
che all'inizio ha suscitato un certo scalpore e qualche interesse, che si è poi un po’
logorato, vuoi perché la formula della raccolta di racconti finisce con l'essere percepita
con l'essere di routine, vuoi perché è cambiato il mercato editoriale (che oggi ingigantisce
pochissimi fenomeni di grande successo e comprime, se non penalizza, il resto). Vuoi
anche perché è un po’ cambiata la società e l'atteggiamento su questi temi. Ma questo
lascio a lei giudicarlo...
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