energia pulita

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energia pulita
il
pianetaterra
il
periodico fondato da Ciro Vigorito
pianeta terra
Mensile di informazione e cultura
dell’Ambiente, dell’Energia, delle Fonti Rinnovabili
e della Qualità della vita
Comitato di Redazione
Simone Togni, Peppe Iannicelli, Stefania Abbondandolo,
Ciro Annunziato, Arturo Cocco
Direttore responsabile
Peppe Iannicelli
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sommario
Anno IX • Settembre_2012
3
Hanno collaborato a questo numero
Ferdinando Boero, Leonardo Boff, Idalaura Cappiello,
Giampiero Castellotti, Domenico Coduto, Vittorio
De Piano, Silvia Martone, Ilaria Pimental, Gabriele Salari,
Simone Togni, Concetta Voto
Editoriale
Peppe Iannicelli
www.ilpianetaterra.it
[email protected]
Devis e gli altri, contadini di “ritorno”
Giampiero Castellotti
Registrazione n. 66 del 5 giugno 2003
presso il Tribunale di Napoli
La città del futuro è smart
Gabriele Salari
Proprietario del Periodico
gps srl Gruppo Problem Solving [n° ROC 10011]
Inquinamento e salute
Vittorio De Piano
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mixassociati srl
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effeci
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di ciascun numero, la scelta degli articoli e il tempo di
pubblicazione. La riproduzione, anche parziale degli scritti
e dei grafici pubblicati su “il pianeta terra” è consentita
previa autorizzazione e citando ovviamente la fonte.
L’energia di una liberalizzazione mai nata
Simone Togni
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Festa per i mille MegaWatt in Italia
Silvia Martone
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Vento e silenzio
Concetta Voto
Energia Pulita > Newsletter ANEV
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La canapa trova casa
Idalaura Cappiello
Roma e il Ponentino
Ilaria Pimental
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Energia per far ripartire l’Italia
Ciro Annunziato
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Se l’economia si dimentica dell’ecologia
Ferdinando Boero
Biociviltà della buona speranza
Leonardo Boff
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In viaggio con il vento
Domenico Coduto
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editoriale
Don’t stop thinking about tomorrow. Non smettere di pensare al futuro.
Abbiamo deciso di urlarlo fin dalla copertina del numero settembrino di
Pianeta Terra.
Dopo il rigenerante otium estivo, il mese di Settembre è quello della ripresa. È il momento dei buoni proponimenti. Mi metterò a dieta, smetterò
di fumare, andrò finalmente in palestra, migliorerò la mia condizione professionale ed il mio stipendio.
Appunto pensiamo al futuro lastricandolo di buone intenzioni che spesso - come quelle sulla strada dell’Inferno - rimangono tali sommerse dalle
brume autunnali.
Noi invece ci crediamo e vogliamo pensare al futuro sebbene viviamo
in un paese che appare sommerso dalle macerie del passato. La Germania
investe il 3 per cento del suo PIL sulla ricerca e l’innovazione, l’Italia arriva
a stento all’uno per cento. Con uno spread così evidente, forse addirittura
più grave di quello drogato dalla speculazione finanziaria, la speranza di ritornare ad esser un paese competitivo sulla scena internazionale è davvero
simili ai proponimenti dietetici post agostani.
Eppur si muove. Nonostante l’inadeguatezza normativa, il peso asfissiante di una burocrazia pletorica e di una classe dirigente parassita il vento soffia ancora ed inserisce dinamici elementi di sviluppo imprenditoriale,
occupazionale, sociale.
Le energie rinnovabili sono ormai una strada senza ritorno. Non mancheranno le resistenze ideologiche ed interessate, ma nulla potrà esser
come prima. Anche perché l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali si
estende anche all’edilizia, all’agricoltura, alla stessa vita urbana. Le smart
city potrebbero restituire alla città il ruolo guida che la post-modernità ha
offuscato nella metropolizzazione caotica.
Non smettere di pensare al futuro. Per “il Pianeta Terra” non è un semplice invito. Possiamo e vogliamo farlo diventare un impegno ed uno stile
di vita.
Peppe Iannicelli
Direttore de “il Pianeta Terra”
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pianeta terra
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Simone Togni*
L’energia di una
liberalizzazione mai nata
Se a pagare devono essere sempre i più deboli
allora è meglio nazionalizzare la produzione
di energia elettrica in Italia
*Presidente Anev
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La lunga fase di transizione
verso un sistema energetico di
nuova concezione e più sostenibile da un punto di vista economico,
tecnologico e ambientale, è iniziata e dipenderà dal legislatore e dal
regolatore far sì che avvenga in
modo graduale, economicamente
efficiente per i consumatori e con
la minor conflittualità possibile
tra i produttori.
Le recenti decisioni del Governo sulla revisione dei meccanismi
di aggiudicazione dei sostegni alle
fonti rinnovabili, tortuosi, pesanti
e inefficienti, insieme al drastico
ridimensionamento dei livelli di
incentivi, stridono con le ancor
più recenti decisioni sull’anticipazione del capacity payment che deve
dare invece supporto agli impianti fossili che non dovessero esser
chiamati a produrre per inefficienza e mancanza di domanda.
La reale inefficienza della gestione economica del sistema
elettrico e l’assurda finzione di
avere un sistema di mercato reale nel nostro Paese si è scontrata
finalmente con la realtà dei fatti,
le rinnovabili sono tecnologie vincenti se messe sullo stesso piano
delle altre e quindi bisogna incentivare anche le fossili per evitare
che i grandi produttori riducano
troppo i guadagni.
La domanda viene spontanea,
non sarebbe meglio continuare
a ridurre tasse, aiuti e privilegi
anche alle fossili e far finalmente funzionare un mercato che in
questa fase di calo dei consumi e
eccesso di capacità produttiva ha
visto in alcuni casi addirittura crescere il prezzo del kWh?
In fondo poi deve essere compreso che l’energia elettrica è un
prodotto come un altro e quindi
ha intrinsecamente un valore diverso a seconda di come, dove e
quando viene prodotta.
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Diverso è produrre energia bruciando carbone o petrolio o gas, di
giorno o di notte, nel nord o nel
centro o nelle isole del nostro Paese.Proprio per questo la regolazione dovrebbe intervenire in modo
netto, ristabilendo pochi ma centrali criteri che sgombrino il campo dalla stratificata serie di norme
che si sono sovrapposte negli anni,
ristabilendo il criterio della priorità del dispacciamento sulla base
delle reali esigenze del sistema, e
non come aiuti di stato a questa o
quella industria.
L’interrompibilità della fornitura, la separazione in zone del
mercato, le posizioni dominanti
in talune aree di taluni operatori,
la remunerazione di servizi di rete
ecc. dovrebbero essere tutti riaffrontati organicamente alla luce
della modifica avvenuta negli ultimi anni dal sistema elettrico e soprattutto per le ulteriori modifiche
che interverranno da qui in avanti.
Il modello energetico dei prossimi anni sarà, ed è già stato deciso, incentrato su efficienza, basso
livello di emissioni, indipendenza
energetica, mobilità e generazione
distribuita.
Per far sì che questo possa avvenire a fianco della modifica del
mix di produzione, serve un significativo intervento infrastrutturale nelle reti, nei sistemi e negli
apparecchi che l’energia trasportano, trasformano e consumano,
finalizzato a rendere funzionale e
molto più elastico il sistema elettrico del nostro Paese.
Per capirci solo tramite una ottimizzazione di sistemi, reti e apparecchi, tutti dialoganti, potremo
arrivare ad avere efficienze significative e risparmi energetici reali,
ma il problema è che a fronte di
questo si avrebbe un significativo
calo dei prezzi dell’energia, conseguenza di un calo dei picchi di
il
domanda, e un enorme risparmio
di energia primaria dovuta alla
minore importazione di prodotti
petroliferi dall’estero.
Sfruttare le rinnovabili quando queste sono disponibili, regola
principale, poi sfruttare a pieno le
fonti più efficienti e meno costose dovrebbe essere non un punto
di arrivo ma il naturale funzionamento di un sistema efficiente che
debba ridurre il costo di importazione e con esso la dipendenza
energetica del proprio sistema
elettrico.
Il punto è che questa modifica di funzionamento del sistema
comporterebbe
inevitabilmente una riduzione degli utili per i
produttori derivante dall’efficientamento del mercato senza più
paracadute per chi ha sbagliato
investimento, e questo significa
che per essere realizzata servirebbe una politica svincolata dalle
lobbies del settore elettrico che
certamente non sono quelle delle
rinnovabili…
L’Italia quindi dovrebbe finalmente riscrivere un quadro di regole certe e trasparenti, mettendo
in competizione vera i produttori,
differenziando il valore di ogni
fonte di produzione secondo il reale valore della stessa sulla base
di un mix di produzione predeterminato.
D’altra parte la produzione di
energia elettrica basa anche sulla
sua natura di bene di pubblica utilità il suo valore strategico per il
Paese, e quindi la regolamentazione di questo comparto dovrebbe
seguire principi di interesse pubblico che innanzitutto dovrebbero privilegiare il soddisfacimento
della domanda con le modalità
più equilibrate, quindi evidentemente minori costi e minore consumo di risorse finite.
Forse proprio queste conside-
pianeta terra
razioni, e la consapevolezza che
difficilmente il legislatore o il regolatore possano opporsi con drastici interventi ad un sistema che
vede pochi operatori troppo forti
in grado ancora di condizionare le
scelte di questo mondo.
La mancanza di fiducia in
un sistema che per risparmiare
stronca la crescita delle rinnovabili e dopo un mese regala soldi
ai fossili per non produrre, è figlia
della constatazione che con l’aumentare delle problematiche per i
produttori i sacrifici vengono fatti
pagare sempre e solo ai pochi deboli.
Forse sarebbe meglio tornare
ad una nazionalizzazione della
produzione elettrica, almeno finiremmo di prendere in giro chi
con coraggio, intraprendenza e inventiva ha provato a fidarsi di una
liberalizzazione che, nei
fatti, non è ancora nata
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Giampiero Castellotti
Devis e gli altri,
contadini di “ritorno”
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La crisi cambia la vita.
Nasce una nuova sensibilità ambientale.
Così sempre più giovani scoprono la terra.
Stando peggio finiscono per stare meglio…
Giovani contadini “di ritorno”
nel terzo millennio. Una scelta
esistenziale densa di significati.
Tornare innanzitutto a vivere nella natura riscoprendo il rapporto
simbiotico tra uomo e ambiente.
Attuare in modo attivo e coerente la sensibilità ecologica. Ma
soprattutto assaporare il sottile
piacere della rinuncia: fuori dal
gruppo, dal consumismo, dalla
frenesia, dall’intossicazione. Stare
meglio stando peggio, ai limiti del
primordiale. Un’opzione radicale.
Controcorrente. Addirittura “coraggiosa”.
È l’ardua strada imboccata da
un giovane friulano. All’anagrafe
Devis Bonanni, classe 1984. Il lavoro di programmatore gli stava
stretto. Così ha detto basta.
Al bando la monotonia dei circuiti elettrici. Meglio lo spettacolo
della terra. Con i semi che germinano e “i piedi nudi sul sentiero
per parlare con gli antenati”, come
racconta.
Dapprima un orto di famiglia,
preso in carico a vent’anni. Poi, tre
anni dopo, la sfida totale: il varo di
un’azienda agricola con un nome
da monito: “Pecoranera”. Ovvero
uscito dal gregge.
Per una nuova e solitaria dimensione di vita. Eremitaggio,
anarchia, ma anche ipersensibilità. Tutto su mille e cinquecento
metri quadrati ereditati da nonno
Lorenzo. Poi altri acquistati o coltivati in concessione.
Sono trascorsi sei anni da allora. Non senza difficoltà. Una casa
di legno per contrastare il freddo
di Raveo, piena Carnia. La moria
degli animali. Le piante infestanti. I capricci della serra. Sudore
vero che accompagna le produzioni: farina di mais, fagioli, patate,
zucche. Le frittatone per cena, le
patate bollite, l’insalata di radicchio. Ma anche pomodori, verdure,
melanzane, uova offerte da cinque
galline, preziosità biologiche vendute come eccedenze. E il pannello fotovoltaico che assicura energia quotidiana, un vero e proprio
simbolo che incarna una filosofia
di vita. Così come il boiler, o bollitore, dotato di una piccola camera
per accendervi un fuoco e assicurare docce calde.
Devis non ha ceduto alle comodità. Ha ancora le mani sporche di
terra. Anzi, le ha fatte imbrattare
anche a qualche compagno d’avventura.
E ha raccontato la sua esperienza. Prima in un blog (www.
progettopecoranera.it), ancora attivo.
Poi in un libro di successo, Pecoranera, edito da Marsilio a marzo
scorso. Subito un grande successo in periodo di crisi: perché alla
terra che Devis coltiva con cura, lo
spread non fa né caldo né freddo.
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Chi è Devis Bonanni
Devis Bonanni, 28 anni, è nato e cresciuto a Raveo, in Friuli. Appassionato di filosofia, lettore appassionato di Tommaso Campanella, Friedrich Engels e dei pensatori anarchici, visita alcuni ecovillaggi in Italia
e all’estero e a soli 23 anni decide di abbandonare l’impiego di tecnico informatico per intraprendere un
cammino in sintonia con la natura. Così diventa contadino a tempo pieno, lanciando il progetto “Pecora
Nera” basato su autosufficienza alimentare ed energetica e su uno stile di vita frugale ed ecosostenibile.
Dal 2003 racconta la sua esperienza sul blog www.progettopecoranera.it e la sua rete s’arricchisce di
“discepoli”.
Un movimento crescente
L’agricoltura, benché abbia vissuto lunghe stagioni di assoluta difficoltà, è oggi uno dei comparti che sta
reagendo meglio alla crisi internazionale. Grazie anche a tanti giovani che puntano alla terra per il proprio
futuro. In Italia, soltanto nel primo trimestre 2012, sono nate ben 9 mila aziende agricole guidate dagli
under 30 (il triplo di quelle “adulte”), che hanno portato a 61 mila il numero complessivo di imprese
gestite dai giovani. Un rinnovamento generazionale che sta cambiando anche il modo di fare agricoltura:
la metà s’è assicurato certificazioni di qualità e investe in vendita diretta e filiera corta, uno su tre è in fase
di espansione aziendale, uno su quattro punta sulle agroenergie. Poi, secondo i dati Coldiretti/Swg, agriturismo (18%) ed export (8%). Ma la rivoluzione è soprattutto culturale. Da una parte si scoprono nuovi
e originali business: è il caso, nella piemontese Carmagnola, della coltivazione di prodotti cinesi destinati
ai ristoranti della zona o, in Sicilia, delle prime banane italiane prodotte dalla giovane Letizia Marcerò.
E ancora del pane per diabetici ideato dal pugliese Gioacchino De Leo o il menù per celiaci proposto
nell’agriturismo cuneese di Diego Bonifacino. Nel contempo, su internet è un fiorire di siti e blog per
un’agricoltura sostenibile ed autosufficiente a livello energetico. Tra i tanti, “Pascolo vagante” (promosso
da una giovane laureata piemontese in scienze ambientali esperta di alpeggi) e “Briblo” (curato da un
inglese che vive a Vetralla, appassionato di energie alternative).
Fattorie autosufficienti
Uno dei modelli internazionali è la “Comunità Oogst”. Un po’ come le nostre città ideali del rinascimento,
si tratta di un sistema di aziende agricole autosufficienti per agricoltori, ideato dai progettisti olandesi
di Tjep. In una serra centrale si coltiva il cibo, mentre nei campi circostanti vengono fatte crescere altre
colture per sfamare il bestiame. La comunità è dotata di una turbina eolica centrale che garantisce
l’energia per soddisfare la comunità. L’acqua potabile è raccolta dalla condensazione nella serra. Uno
schema ideale che trova applicazione pratica in esempi sempre più numerosi e diversificati. Anche in
Italia. A Bagno di Romagna, ad esempio, “La fattoria dell’autosufficienza” ha iniziato a prendere forma su
68 ettari nel 2011. È gestita da un gruppo di giovani, nel segno della totale sostenibilità: insediamenti in
bioedilizia, casette di legno, orti, animali da cortile, alberi da frutto, produzione di legna, raccolta di erbe
spontanee. E soprattutto produzioni senza pesticidi o concimi chimici e niente packaging o trasporto
per il cibo (quindi meno rifiuti). L’energia è autoprodotta perché, come spiegano in azienda, “facendo
così compiamo un grande passo avanti nel vivere senza petrolio, cosa che prima o poi dovremo fare,
riduciamo l’inquinamento, risparmiamo denaro sui consumi, acquisiamo potere e lo togliamo alle multinazionali che gestiscono il mercato delle risorse planetarie, energetiche e non, calano indirettamente
gli enormi consumi di acqua dovuti alle centrali termoelettriche e atomiche, si fanno meno interessanti
le guerre per la spartizione delle ultime risorse disponibili sul Pianeta”. Lo slogan finale? “Meno Pil e più
Bil, cioè Benessere interno lordo. Del resto «non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che
l’ha generato», come diceva Albert Einstein.
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Denis, gli chiediamo, l’esilio può
essere una risposta al momento che
stiamo vivendo o è comunque una
sconfitta?
«L’esilio, più spirituale che sociale o fisico, è una conseguenza
del navigare controcorrente - ci
risponde il biondissimo friulano.
A modo mio sto interpretando
necessità emergenti della nostra
società, dal contatto con la Natura (scritta con la maiuscola) ad un
benessere non più strettamente
legato all’avere.
La mia peculiarità sta nel fatto
di aver messo insieme tanti aspetti del cambiamento e di averlo
vissuto in prima persona con una
spolverata di poesia. Ma conosco
molte altre persone che, come me,
stanno apprezzando gli aspetti di
un futuro che in questo presente
ha il sapore di marginalità».
Marginalità associata al “piacere”
della rinuncia e alla “decrescita felice”?
«La rinuncia è stimolante, nel
senso che mi ha spinto a ristrutturare le mie abitudini. Un caso
esemplificativo è stato l’abbandono dell’auto in favore della bicicletta e dei mezzi pubblici.
Senza un motore sotto il sedere si va più lenti e si arriva meno
lontano, ma questo ci permette di
rivalutare ciò che sta vicino, di riflettere sulle mete e la loro importanza, di spostarci con maggiore
intelligenza.
Certo, se la rinuncia e la decrescita sono di pochi, si finirà per
essere discriminati da una realtà
che viaggia ad altre velocità. Ma
se abbiamo visto giusto sarà più
facile cambiare per scelta che per
necessità».
Lei, nel suo libro, dà un quadro anche ironico dei suoi colleghi agricoltori.
A pagina 87, ad esempio, scrive che
«l’allevatore è da sempre un tipo stra-
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no, si possono notare certi personaggi
che scorazzano per il contado a bordo
dei propri trattori e affermare, con certezza matematica: quello ha delle vacche che lo aspettano da qualche parte.
Non è una questione di silhouette, solitamente generosa, né dell’immancabile salopette verde marchiata mangificio tal dei tali. È piuttosto l’insieme
di elementi invisibili a informarci che,
senza ombra di dubbio, ci troviamo di
fronte un allevatore». Come vede, allora, il futuro complessivo dell’agricoltura italiana?
«La mia è una risposta da
profano dell’agricoltura professionale. A mio parere, gran parte
delle storture della nostra filiera
alimentare sono conseguenza della distanza tra chi produce il cibo
e chi lo consuma. In mezzo ci sta
di tutto, dal lucro alla mistificazione alimentare.
Dobbiamo riuscire ad accorciare la filiera, le persone devono sapere dove e come viene prodotto
il cibo.
Un ottimo esempio sono i Gas,
i gruppi d’acquisto. Se ciò non è
possibile nelle grandi città, realizziamolo almeno nei piccoli centri.
Il secondo punto, strettamente
correlato, è la tradizione alimentare che è sempre stata legata al
mondo agricolo circostante.
Se nessuno mangia più la polenta, se i giovani non sanno che si
fa con la farina di mais e non con
quella di frumento, come potrò
pensare di coltivare un prodotto
sano e legato al territorio?
L’agricoltura non è un settore
come gli altri e proteggerlo da contaminazioni internazionali non
dev’essere un tabù.
Il mio sogno è però un altro:
che la gente scelga di mangiare
locale per intelligenza, cultura e
sensibilità»
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Gabriele Salari
La città del futuro è smart
Cresce l’impegno italiano e internazionale
per le città intelligenti,
l’eolico e il microeolico
possono fare la differenza
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Sem
pre
A Rio+20, l’UNEP (United Nations Environment Programme)
ha lanciato un’iniziativa di carattere mondiale per trasformare le
città in smart cities, partendo dalla riduzione dell’inquinamento,
ottimizzando l’uso delle risorse,
migliorando l’efficienza energetica e aumentando l’impiego delle
rinnovabili.
Il “Global Initiative for Resource-Efficient Cities” lavorerà
con le autorità locali, le imprese
e la società civile per cercare di
trovare una soluzione ai principali problemi delle nostre città,
dalla riqualificazione del patrimonio edilizio all’uso efficiente delle
risorse idriche, fino al problema
della gestione sostenibile dei rifiuti.
In questo modo l’UNEP spera
di coinvolgere nel suo programma
almeno 200 Paesi entro il 2015, intervenendo a 360 gradi e partendo
prima di tutto dall’innovazione
tecnologica, in cui le città dovrebbero progressivamente investire
sempre maggiori forze economiche e lavorative.
“Con la crescente urbanizzazione
Entro il 2050
e la prol’80% della popolazione
gressiva
mondiale vivrà nelle città, con un
riduzioflusso migratorio di circa 3 milioni di
ne delle
persone in poco più di 80 anni. Già oggi,
risorse,
pur ricoprendo solo il 3% della superficie
c’è un
totale della Terra, le aree metropolitane
urgente
rappresentano la principale fonte di spreco
bisogno
e di inquinamento, dove si produce più
di un’adella metà dei rifiuti mondiali, si emette
z i o n e
fino all’80% delle sostanze nocive
coordipresenti in atmosfera e si
nata sulla
consumano il 75%
sostenibilità
delle risorse
urbana,
essenziale sia per
prevenire il degrado
irreversibile delle risorse e
degli ecosistemi, sia per promuo-
14
+
ad
t
t
i
c
ini
vere i molteplici vantaggi di una
città più pulita, dotata di edifici
efficienti, priva di inquinamento e
sicura per i propri abitanti” afferma Achim Steiner, sottosegretario generale e direttore esecutivo
dell’UNEP.
Sulla stessa linea “la strategia
italiana per un’Agenda Digitale”,
elaborata dal governo tecnico, che
interessa sei settori, tra cui proprio Smart cities & communities.
Il Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca
(MIUR), dopo il bando dello scorso
2 marzo (Smart Cities and Communities e Social Innovation) rivolto alle regioni del Sud (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) ne
ha pubblicato un altro da 655,5
milioni di euro per le “Smart Cities
and Communities”, rivolto a tutte
le regioni italiane.
Dei 655,5 milioni di euro sui
quali i progetti che saranno selezionati potranno contare, 170
milioni saranno erogati come contributo alle spese e 485,5 milioni
come credito agevolato.
I progetti dovranno proporre
soluzioni innovative ai problemi
in ambiti urbani e metropolitani,
affrontando temi quali la mobilità, la sicurezza, l’educazione, il
risparmio energetico e l’ambiente.
Più eolico, più smart
Le strategie per disegnare le
smart cities possono essere le più
varie, ma l’eolico è spesso un punto d forza del progetto.
Il progetto “Genova Smart
City”, ad esempio, vedrà nel Piano
Energetico Ambientale Portuale
(PEAP) un forte impulso all’energia eolica.
Le pale verranno piazzate sulla diga foranea, i tetti degli edifici verranno coperti con pannelli
il
solari e verrà ricavata energia
anche dalle onde del mare grazie
ad impianti appositi. Ma saranno
inseriti all’interno del porto anche dei sistemi di cogenerazione e
trigenerazione, oltre ad una serie
di interventi di efficientamento
energetico sugli edifici e sull’illuminazione pubblica, cosa che
coinvolgerà anche la movimentazione delle merci.
I finanziamenti al progetto arriveranno da un fondo di 11 miliardi
di euro per incrementare le energie pulite e diminuire le emissioni
di CO2 in trenta città d’Europa.
Per Genova l’investimento sarà
di 60 milioni di euro, buona parte
dei quali andranno nel PEAP, che
vede coinvolti l’Autorità Portuale
della città, la Provincia e il centro
scientifico Muvita.
L’elettrificazione della banchine nella zona delle Riparazioni
Navali permetterà di alimentare
da terra e con fonti rinnovabili le
navi ormeggiate e non dover tenere accesi i motori ausiliari. Una
misura che impedirà l’emissione
di 10 mila tonnellate di anidride
carbonica.
Il Ministero dell’ambiente ha
avuto invece la buona idea di indire un concorso per finanziare progetti green: circa 300 le adesioni,
52 i progetti che verranno sostenuti con un bando da 27 milioni,
che ha mosso investimenti per 60
milioni di euro.
Impianti eolici a misura di condominio sono tra i progetti che vedranno così la luce.
“Con il nostro progetto “De urbis vento” - spiega Elena Cattani,
ingegnere dell’università di Bologna - installeremo dei prototipi di
impianti di micro-eolico alti solo
un metro e mezzo sui tetti di edifici urbani di 7-8 piani in quattro
città, ovvero Bologna, Aversa, Livorno e Castelluccio dei Sauri.
pianeta terra
Questi impianti sfrutteranno
sia il vento che il moto di corrente
ascensionale dell’aria, per esempio nel vano delle scale: in questo
modo potranno coprire fino al 18%
del fabbisogno energetico dell’intero edificio”.
Un vero e proprio mix rinnovabile in grado di alleggerire i consumi e l’impronta ecologica degli
edifici
Cina smart
Progettata dal governo cinese in collaborazione con quello di Singapore, i lavori
sono iniziati nel 2008 e termineranno nel
2020. La nuova ecocittà cinese si trova a
40 chilometri da Tianjin, una città in forte
crescita, e a 150 dalla capitale.
Non solo, è stata costruita su un territorio
occupato in precedenza da una discarica,
scelto proprio perché inquinato e non
coltivabile.
Naturalmente è stato bonificato “per dimostrare che è possibile ripulire un’area
degradata e renderla utile e vivibile, senza
privare il territorio di risorse utili”, come
hanno detto gli ideatori di questa città del
futuro.
Tianjin Eco-city prevede di ospitare
350mila abitanti, la metà dei quali lavorerà in loco già dal 2013.
Spostarsi sarà facile: il trasporto ecologico
è un elemento chiave della pianificazione,
per incrementare l’utilizzo dei mezzi pubblici, ibridi. La pianta della città favorirà
anche pedoni e ciclisti.
Grande spazio, infatti, al verde e al blu.
Vegetazione e fonti d’acqua saranno parte
integrante della struttura.
Così come i sistemi integrati di riciclaggio
dei rifiuti e di produzione di energia elettrica tramite fonti rinnovabili come eolico,
solare e geotermico.
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il
pianeta terra
Vittorio De Piano
Inquinamento e salute
Battaglia sociale e opportunità di mercato
tra risanamento dell’aria, salute e qualità
della vita
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pianeta terra
Inquinamento dell’aria: cosa è
cambiato negli ultimi decenni? Se
si considera che attualmente ogni
cittadino ha a disposizione 0,34
metri quadri di isole pedonali e
3,8 metri quadri di zone a traffico
limitato, rispetto al quasi zero di
trent’anni fa (fonte: Legambiente),
se ne deriva che sul lungo periodo
qualcosa è accaduto.
Fino ad oggi gli effetti diretti
sulla salute dell’inquinamento e
dello smog in generale sono stati oggetto di ricerche scientifiche,
programmi amministrativi o politici e campagne mediatiche, meno
sovente di azioni legali e richieste
di risarcimento.
Nel nostro Paese si è mosso il
Codacons che, al grido “oltre due
milioni di persone nel mondo
muoiono ogni anno
a causa dello smog,
più di 8.500 in Italia”,
ha deciso di avviare
Il Rapporto
un’azione di risarci:
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occasioni i limiti
Nazionale
consentiti per legdi Risanamento
ge. Così, al costo
di sei Euro, si ha la
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dell’A
possibilità di aderire all’azione collettiva che punta a ottenere un
risarcimento di duemila euro a
cittadino partecipante per i danni
subiti alla salute.
Segno di una ritrovata lotta
all’inquinamento (o semplicemente segno dei tempi), l’iniziativa ricalca alcune esperienze
estere, particolarmente statunitensi, che in ambiti simili hanno
riscosso successo; basti pensare a
quanto accaduto per il mercato di
tabacchi e sigarette.
L’azione del Codacons segue di
non molto la diffusione dei risul-
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tati di una ricerca dell’International Agency for Research on Cancer
(parte dell’OMS), che ha puntato il
dito contro gli scarichi dei motori
diesel, considerati “causa di cancro ai polmoni”.
In tal senso il presidente
dell’Agenzia, Christopher Portier,
ha spiegato: «Le prove scientifiche
sono inconfutabili e le conclusioni del gruppo di lavoro sono state
unanimi: le emanazioni dei motori diesel causano il tumore del
polmone», andando così a classificare i gas di scarico come sostanze cancerogene certe, mentre
in precedenza erano annoverati
come sostanze “probabilmente”
cancerogene per l’uomo; non una
questione di semiotica, ma di sostanza.
La notizia ha ovviamente creato non poche reazioni in diversi
paesi, creando una spaccatura tra
associazioni di riferimento che si
sono sostanzialmente schierate su
due fronti contrastanti di valutazione.
Tra gli oppositori in Italia Federauto che, attraverso il presidente
Pavan Bernacchi, ha criticato da
prima l’attendibilità dei “proclami” dell’Organizzazione che in
alcuni casi del passato “non sono
corrisposti al vero”, per poi sottolineare come la ricerca si sia concentrata su “motori industriali” e
non motori veicolari. Infine, “catalizzatore e filtro anti-particolato,
insieme ad altri accorgimenti tecnici, hanno da tempo stroncato le
emissioni degli scarichi”.
La chimica verde per risolvere
il problema. Se le associazioni si
muovono contro gli effetti dell’inquinamento negli agglomerati urbani d’Italia e gli istituti di ricerca
scientifica si adoperano per certificarne la pericolosità, le aziende
trovano proprio in questo settore nuove opportunità di mercato.
il
pianeta terra
L’inquinamento acustico
Un problema collegato e complementare a quello della qualità dell’aria nelle città e rappresentato
dall’inquinamento acustico cui le popolazioni sono quotidianamente sottoposte. Un settore di difficile
interpretazione perché mediaticamente meno d’impatto e in concreto anche meno analizzato rispetto
al corrispettivo ambientale.
Secondo Legambiente, infatti, se in Europa più di duecento milioni di persone sono esposte a eccessivi
livelli di rumore, in Italia solo dieci capoluoghi di provincia hanno installato centraline fisse per il monitoraggio. Inoltre, solo il 37% del territorio nazionale ricade in aree sottoposte a studio e pianificazione di
rischio e possibili interventi in questo ambito.
Quello dell’inquinamento acustico non è un problema da sottovalutare, considerando ad esempio che
l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto questo problema come possibile causa di problemi cardiaci, disturbi del sonno e dell’udito.
Una questione particolarmente avvertita dalla popolazione. Stando ai dati Istat 2011, il 32,6% degli italiani
che vivono in città considera tra le principali preoccupazioni proprio l’eccesso di rumore, preceduto da
traffico e inquinamento dell’aria; tutti fenomeni collegati e interdipendenti.
Salute e Ambiente
Benzene (C6H6), Monossido di Carbonio (CO), Ossidi di Azoto (NOx), Ossidi di Zolfo (SOx), Ozono
(O3), Particolato (PM). Sono questi alcuni dei principali inquinanti protagonisti di frequenti studi e ricerche sugli effetti dell’esposizione per persone e ambiente.
Secondo il Rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) “Air Quality in Europe 2011”, il Benzene
è “cancerogeno per l’uomo, può causare difetti alla nascita e la leucemia. Può influenzare il sistema nervoso centrale, la produzione del sangue e può anche danneggiare il sistema immunitario. Ha un effetto
tossico acuto sulla vita acquatica. Si accumula nei tessuti, soprattutto negli invertebrati. Causa problemi
nell’apparato riproduttore e a cambiamenti nell’aspetto o nel comportamento. Può danneggiare le foglie
delle colture agricole e causare la morte delle piante. È un gas serra che contribuisce al riscaldamento
dell’atmosfera”.
Il Monossido di Carbonio “può causare mal di testa, vertigini e stanchezza, malattie cardiache e danni al
sistema nervoso. Provoca effetti anche sugli animali, ma è improbabile che si registrino le concentrazioni
necessarie in ambiente naturale, salvo eventi catastrofici quali incendi. Contribuisce alla formazione di
gas a effetto serra come CO2 e O3”.
Gli Ossidi di Azoto hanno “effetti sul fegato, i polmoni, la milza e il sangue. Può portare all’aggravarsi di
malattie polmonari e infezioni dell’apparato respiratorio. Contribuisce all’acidificazione ed eutrofizzazione del suolo e dell’acqua, portando a cambiamenti nella diversità delle specie. Può formare acido nitrico
a danno delle superfici degli edifici”.
Gli Ossidi di Zolfo “possono aggravare l’asma e ridurre la funzione polmonare oltre ad infiammare le vie
respiratorie. Può causare malessere generale, mal di testa ed ansia. Contribuiscono all’acidificazione del
suolo e delle acque superficiali. Causano danni alla vegetazione e perdite di specie locali nei sistemi acquatici e terrestri. Contribuisce alla formazione di particelle di solfato e al raffreddamento dell’atmosfera”.
L’Ozono è “irritante per occhi, il naso, la gola e i polmoni. Può distruggerne i tessuti portando a diminuzione della loro funzione. Provoca sintomi respiratori come tosse e respiro corto, asma e altre malattie
polmonari. I danni alle piante da O3 possono alterare la struttura dell’ecosistema, ridurre la biodiversità
e diminuire l’assorbimento della CO2. Può causare una riduzione nei raccolti delle specie coltivate”.
Il Particolato causa “malattie cardiovascolari e polmonari, attacchi cardiaci e aritmie. Può influenzare il
sistema nervoso centrale, il sistema riproduttivo e causare il cancro. Ha effetti anche sugli animali. Influenza i processi di crescita delle piante e gli altri processi degli ecosistemi. Ha effetti negativi su edifici e
manufatti artistici. A seconda delle dimensioni delle particelle può avere effetti sul clima”.
19
il
pianeta terra
PM10 - Superamenti del limite medio giornaliero di protezione
della salute umana (50 μg/m3)
nei capoluoghi di provincia nel 2011, rispetto alla centralina peggiore
Superamenti consentiti in un anno: 35.
Fonte: elaborazione Legambiente su dati Arpa, Comuni, Province, Regioni.
Città
Centralina
peggiore
Superamenti
1TorinoGrassi
158
2MilanoSenato
131
3Verona
Borgo Milano
130
4AlessandriaD’Annunzio
125
5Monza
via Machiavelli
121
6AstiBaussano 117
7Brescia
Villaggio Sereno
113
8Vicenza
Quartiere Italia
112
9Cremona via Fatebenefratelli 109
10 Frosinone*Scalo
108
11 Mantova
via Ariosto
108
12 Pavia
piazza Minerva
103
13 Treviso
via Lancieri Novara 102
14 Bergamo via Garibaldi
98
15 RovigoCentro
98
16 Lodi
viale Vignati
96
17 Cagliari
piazza Sant’Acendrace 94
18 PadovaMandria
94
19 ParmaMontebello
93
20 Venezia
parco Bissuola
91
21 Modena
via Nonantola
90
22 Vercelli
Campo Coni
90
23 Ancona
via Bocconi
88
24 Reggio E.Timavo
86
25 NovaraRoma
84
26 PiacenzaGiordani-Farnese 81
27 BiellaLamarmora 77
28 RiminiAbete
74
Città
Centralina
peggiore
Superamenti
29 Como
viale Cattaneo
30 Ferrara
via Bellonci
31 Varese
via Copelli
32 Bologna
Porta San Felice
33 RomaTiburtina
34 Pescara
viale Bovio
35 RavennaCaorle
36 Terni
Le Grazie
37 Lecco
via Amendola
38 Palermo
Di Blasi
39 Napoli
Osserv. Astronomico
40 FirenzeMosse
41 Benevento Ospedali Civili Riuniti
42 Macerata via Vittoria
43 Avellino
Ospedale Moscati
44 ForlìRoma
45 PordenoneCentro
46 Taranto
via Machiavelli
47 Trento
via Bolzano
48 PisaBorghetto
49 Sondrio
via Mazzini
50 Udine
piazzale Osoppo
51 Perugia
Ponte San Giovanni
52 PratoRoma
53 Trieste
via Carpineto
54 Pesaro
via Scarpellini
55 CuneoAlpini
*dato relativo al 30 dicembre 2011
Emissioni dei principali inquinanti in Italia nel 2009
Fonte: Rapporto Mal’Aria su base ISPRA - Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera 2011
Sostanze inquinanti
Quantità (Gg)
PM10173
di cui PM2,5144
NOx981
SOx231
CO2.617
IPA119 (in Mg/anno)
Benzene7,8
20
76
72
69
69
69
69
68
68
64
63
62
59
58
54
48
48
47
45
45
44
44
44
43
43
43
39
36
il
Sono diverse, infatti, le imprese
e i gruppi più o meno piccoli che
hanno sperimentato o lanciato prodotti e tecnologie capaci di
contrastare, ridurre o eliminare la
presenza di agenti dannosi e altamente pericolosi nell’aria respirata dall’uomo.
È questo il caso dell’italiana
Italcementi, che ha ripensato il
classico cemento attraverso un
agente denominato Tx Active, che
consente di accelerare la decomposizione degli inquinanti attraverso reazioni.
Su una linea molto simile anche i composti chimici o biologici
dust suppressant (inibitori di polveri), che hanno la capacità di fissare al suolo lo smog derivante dagli
scarichi delle automobili, funzionando come una sorta di collante
misto al manto stradale.
La sperimentazione è già avvenuta in Paesi come la Germania,
l’Inghilterra e la Norvegia, mentre
per Italia è stato il Piemonte ad
aprirsi a questa nuova possibilità
con la città di Torino e, si prevede,
anche Novara e Vercelli.
I risultati della ricerca. Secondo il Rapporto 2012 Mal’Aria diffuso da Legambiente, nel 2011:
“Se da una parte aumentano le
città che rispettano i limiti per l’ozono, peggiorano quelle che sono
oltre i valori di legge per il biossido
di azoto e i superamenti del PM10.
(…) Sarà stata forse colpa
del clima meno piovoso rispetto all’anno precedente, ma sicuramente la mancanza di misure strutturali per combattere
l’inquinamento e l’assenza del
tanto sospirato Piano nazionale di
risanamento dell’aria non hanno
contribuito a guarire la situazione.
(…) Non possiamo però dare
solo la colpa all’assenza di pioggia
o al ridotto numero di centraline
- per il monitoraggio -. Le cause
pianeta terra
dell’inquinamento
atmosferico
sono chiare da tempo. Sono i processi industriali e di produzione
dell’energia o, in città, prevalentemente il traffico veicolare e i riscaldamenti, a essere le principali
fonti di emissioni di polveri fini,
ossidi di azoto e degli altri inquinanti.
È su questi settori che bisogna
intervenire”.
Questa l’analisi, ma in termini
di soluzioni: “Per limitare le auto
in città servono serie politiche di
mobilità sostenibile e di potenziamento del trasporto pubblico
locale e si deve pensare più seriamente anche al modo di ridurre
il flusso dei pendolari in entrata.
Sono circa undici milioni le persone che ogni giorno si spostano
per recarsi al lavoro o nei luoghi di
studio e di questi solo 2,8 milioni
sceglie il treno.
(…) Eppure aumentare di 1000
unità i treni in circolazione o investire a lungo termine per portare
i passeggeri ad almeno 4 milioni,
porterebbe benefici non solo alla
qualità della vita, ma ridurrebbe
anche le congestioni del traffico
e comporterebbe un certo risparmio di emissioni in atmosfera, stimate da Legambiente in una
riduzione
dal
3,3% al 5,5%
di PM10”
21
il
22
pianeta terra
il
pianeta terra
Silvia Martone
Festa per i mille MegaWatt
in Italia
L’azienda tedesca Enercon chiude il 2012
con un importante traguardo dedicato a due
milioni di persone
La società tedesca Enercon,
produttrice di aerogeneratori dal
1984, taglia il traguardo dei 1000
MW in Italia con l’installazione di
una turbina E101 da 3 MW nel Parco Eolico Gorsexio, nel Comune di
Mele a Genova.
La Enercon è presente sul territorio nazionale dal 2003 con varie
sedi divise tra attività di Sales, Amministrazione, Site Assessment,
Logistica, Project Management,
Installazione e Manutenzione.
Nel giro di pochi anni l’azienda
tedesca, già costruttore leader a
livello mondiale, è riuscita ad affermarsi anche in Italia con una
presenza considerevole nei principali Parchi Eolici nazionali, tanto
far attestare il mercato italiano al
terzo posto per ordine di importanza tra le attività commerciali
Enercon.
Il 2012 si è prospettato da subito come un anno propizio, con
l’installazione in Puglia a Volturino di turbine per 2300 kW, cui
sono seguiti gli 800 kW nel Parco
di Bovino Serrone, i 2000 kW a
Santomenna e 4600 kW di Savona.
23
il
pianeta terra
L’Azienda
Fondata nel 1984 in Germania da Aloys Wobben e un piccolo gruppo di ingegneri, ENERCON oggi è leader mondiale nella progettazione, produzione, installazione e manutenzione
di aerogeneratori per la produzione di energia
da fonte eolica.
La storia di questo successo è singolare e altrettanto lo è la sua eccezionale crescita, giacché
conta attualmente circa 14 mila dipendenti e
più di 19.000 installati generatori eolici. ENERCON si è permanentemente insediata in Italia
dal 2003 e, ad oggi, la sua struttura annovera
circa 200 dipendenti divisi tra Sales, Amministrazione, Site Assessment, Logistica, Project
Management, Installazione e Manutenzione.
Con l’installazione della prima E-101 da 3 MW,
ha abbondantemente superato i 1000 MW di
potenza elettrica connessa in Italia.
I Prodotti
Con la sua gamma prodotti, ENERCON riesce
a coprire un ampio range di potenza, dagli 800
kW ai 3 MW, con varie tipologie turbine che si
rendono adatte alle diverse condizioni di vento
dei siti italiani:
• E-44 900 kW: torre in acciaio da 45m a 55m,
classe di vento 1A
• E-48 800 kW: torre in acciaio da 50m a 76m;
classe di vento 2A
• E-53 800 kW: torre in acciaio da 60m a 73m,
classe di vento S
• E-70 E4 2300 kW: torre in acciaio/cemento da
64m a 113m, classi di vento 1A, 2A, S
• E-82 E2 2000 kW: torre in acciaio/cemento da
78m a 138m, classe di vento 2A
• E-82 E2 2300 kW: torre in acciaio/cemento da
78m a 138m, classe di vento 2A
• E-82 E3 3000 kW: torre in acciaio/cemento da
78m a 138m, classi di vento 1A, 2A
• E-92 E2 2350 kW: torre in acciaio/cemento da
85m a 138m, classe di vento 2A
• E-101 3050 kW: torre in cemento da 99m a
135m, classe di vento 2A
24
Non va trascurato inoltre che
il Parco più grande d’Italia, in Sardegna, vanta la presenza di 69 turbine Enercon E70 per una potenza
complessiva di 160 MW.
La cifra tonda dei 1000 MW verrà raggiunta con l’installazione di
una turbina da 3MW, che rappresenta una novità in quanto per la
prima volta verrà installata una
turbina di così grande potenza
nella parte centro settentrionale
dell’Italia.
Le caratteristiche che rendono
innovativa questa macchina sono
il generatore sincrono anulare con
sistema direct drive, il raffreddamento aria/acqua, pale rinforzate
con fibra di vetro e fibra di carbonio, controllo elettronico retroazionato dei parametri della corrente immessa in rete ed il sistema
certificato di storm control.
È evidente che la piena fiducia
degli investitori italiani nei confronti di questo colosso dalla trentennale esperienza abbia premiato
negli anni, consolidandone la presenza e rafforzando l’interesse di
nuovi clienti sia per le accattivanti
innovazioni tecnologiche che per
le attività di manutenzione.
I vantaggi che l’azienda tedesca
poterà in Italia con i 1000 MW di
installato consentiranno di evitare
1 milione e 200 tonnellate di CO2 e
di soddisfare il fabbisogno di energia di 2 milioni di persone.
Il contributo che viene dato in
termini di benefici ambientali e di
risparmio energetico è notevole,
specie in questo momento storico che vede la “crisi energetica” e
i “cambiamenti climatici”, come le
principali problematiche che affliggono il nostro Pianeta.
Non vanno poi trascurati i benefici diretti per il nostro Paese.
I comuni che ospitano impianti
all’interno dei loro terreni demaniali, ottengono una remunerazio-
il
pianeta terra
ne che contribuisce ad aumentare
indipendenza energetica dall’esteil bilancio comunale stesso, aspetro, miglioramento della bilancia
to che non va trascurato in questo
commerciale, crescita e sviluppo,
periodo di tagli anche alle amminuovi posti di lavoro» commenta
nistrazioni locali.
Ferrari «Nonostante ciò abbiamo
In questo caso il Comune di
grande fiducia nelle risorse del
Mele beneficerà del 3% del fattusettore e soprattutto crediamo in
rato annuo, che potrà reinvestire
una azienda come la Enercon che
in servizi pubblici per i cittadini.
ha sempre fatto dell’impegno verI 1000 MW di Enercon verranso la qualità totale, dell’attenzione
no festeggiati a metà settembre
al Cliente e della visione strategica
presso il Parco Eolico Gorsexio alla
di lungo periodo i suoi principali
presenza delle istituzioni locali,
valori»
come il Sindaco di Mele, e della
stampa locale e nazionale.
Mauro Ferrari, Responsabile
della filiale commerciale italiana
di Enercon esprime così la sua
soddisfazione «Raggiungere un
simile traguardo nel corso di un
anno come il 2012, particolarmente negativo per il settore, rende
ancora più soddisfacente questo
obiettivo, che grazie all’eccellente
lavoro di tutto il team italiano della Enercon, si è potuto realizzare.»
In Italia è stata recepita recentemente la Direttiva Comunitaria
sulle FER, con un anno di ritardo
e con una certa delusione da parte degli operatori del settore che
hanno visto ridursi tutta una
I vantaggi
serie di opportunità che lo
che
l’azienda
tedesca
sviluppo di energia eolica
avrebbe portato, con un
poterà in Italia con i 1000
ulteriore irrigidimento
MW di installato consentiranno di
della normativa e degli
evitare
1 milione e 200 tonnellate di
iter autorizzativi.
CO2 e di soddisfare il fabbisogno
A fronte di ciò, le
aspettative future
di energia di 2 milioni di persone.
dell’azienda teutonica in Italia sono
Raggiungere un simile traguardo nel
speranzose:
«C’è
corso di un anno come il 2012, particolargrande
dispiacere
per la mancanza di
mente negativo per il settore, rende
una visione concreta
ancora più soddisfacente questo
da parte della politica
obiettivo, che grazie all’eccellente
riguardo alle considerevoli opportunità per il
lavoro di tutto il team italiano
paese che le energie rinnodella Enercon, si è potuto
vabili potrebbero garantire:
realizzare.
25
il
26
pianeta terra
il
pianeta terra
Concetta Voto
Vento e silenzio
Navigare a velocità ridotta può sembrare una perdita
di tempo, invece aiuta a ritrovare il senso e la qualità
del viaggiare stesso
27
il
pianeta terra
Ho vissuto un’esperienza meravigliosa al largo dell’isola di Ponza. Ero imbarcata su una splendida barca a vela che fino ad allora
però, absit iniuria verbis, aveva
navigato a motore per consentirci di ottimizzare i tempi di giorni
estivi sempre frenetici ed incalzanti.
Il Comandante scrutò il cielo
e la scia dell’imbarcazione; comprese la direzione e la potenza del
vento. Restò qualche attimo in silenzio ed ordinò di spegnere tutto
a bordo. Spegnere la radio, spegnere i cellulari, spegnere il motore,
spegnere il gioioso e vacuo chiacchiericcio barcaiolo; e spiegare le
vele, con gesti semplici e precisi.
Lo spin ed il genoa si gonfiarono in pochi secondi. Il “Don
Pedros” cominciò a navigare sospinto soltanto dalla forza della
corrente marina e dal soffio del
vento. Mi ero sistemata a prua legandomi ad una cima per impedire che un’onda anomala mi spingesse fuori bordo. Ebbi un brivido
lungo e caldo.
Mi sentivo al centro dell’universo avendo attorno a me soltanto il mare, il cielo, i gabbiani che
planavano lungo la scia dell’imbarcazione. Un raggio di sole lambiva il pelo dell’acqua rendendola
iridescente in tutte le gradazioni
cromatiche dall’oro allo smeraldo.
Mille pensieri si affollavano
nella mente immersa in tanta beatitudine. La barca avanzava lenta
percorrendo sei chilometri all’ora.
L’isola di Palmarola verso la quale
eravamo diretti sembrava un miraggio lontano ed inarrivabile. Ma
nessuno dell’equipaggio sembrava
dolersene più di tanto.
Il tempo e lo spazio si dilatavano all’infinito rispetto alle nostre
schizzate abitudini quotidiane.
È stata un’esperienza emotivamente intensa ma anche terapeu-
28
tica. Il silenzio, la contemplazione
della natura, l’incedere lento sono
ormai lontani dal nostro modo di
vivere.
Navigare a velocità ridotta può
sembrare una perdita di tempo,
invece aiuta a ritrovare il senso
e la qualità del viaggiare stesso.
Troppe volte nella nostra giornata siamo più attenti alla meta da
raggiungere che alla qualità del
viaggio.
Nel torpore beato di quegli attimi mi sono venute alla mente le
parole del poeta Baudelaire: non c’è
nessuna felicità in fondo alla strada, la
felicità è la strada da percorrere insieme. Una rotta nella quale il vento
era protagonista.
Quando venne riacceso il motore, quando la radio riprese a
gracchiare, quando i cellulari cominciarono nuovamente a trillare
feci molta fatica a scuotermi da
tanta beatitudine.
Avevo però imparato la lezione.
Cercherò di trovare sempre nella
mia giornata, anche quando non
sarò a bordo di una barca a vela,
degli attimi di silenzio e contemplazione della natura che Dio ci ha
donato.
Il viaggio della mia giornata
sarà certamente più gratificante e
proficuo quando riuscirò a cogliere la carezza del vento
energia pulita
Newsletter ANEV associazione nazionale energia del vento
settembre 2012
ANEV al Salone Internazionale
delle Energie rinnovabili
Tutte le attività dell’Associazione ad Eolica Expo Mediterranean
Fiera di Roma, 5_7 settembre 2012
Siamo giunti alla decima
edizione di Eolica Expo Mediterranean, il Salone Internazionale per l’Energia dal Vento
in programma dal 5 al 7 settembre 2012 presso la Fiera di
Roma, dove come ogni anno
l’ANEV sarà presente con una
serie di eventi.
Un’opportunità da non perdere per raccogliere importanti
contatti internazionali e confrontarsi con gli operatori del
mercato, nell’unica fiera del
bacino del Mediterraneo, che
negli ultimi 10 anni è diventata la quinta fiera mondiale del
settore.
L’ANEV curerà l’organizzazione del Convegno inaugurale
di mercoledì 5 settembre “Il
contributo del settore eolico ad
una nuova fase di riorganizzazione e rinnovamento nel comparto energetico nazionale”, in
cui si parlerà della situazione
attuale del settore dopo l’attuazione del D.lgs 28/2011 con i
rappresentanti delle istituzioni
competenti e i rappresentanti
delle aziende di settore.
Il convengo rappresenta un
importante momento di dibattito su un argomento, come
quello della normativa di settore, che catalizzerà l’interesse
di molte delle aziende operanti
nell’eolico, che aspettano da
tempo chiarimenti e certezze
sul tema.
Rappresentanti dell’ANEV
saranno presenti in gran parte
delle sessioni convegnisti che
della Fiera.
Inoltre come ogni anno da
4 al 7 settembre si terrà il Corsodi Formazione ANEV Eolico di
Base: tecnica, normativa, ambiente ed esperienza sul campo”. Il corso organizzato ormai
da anni, rappresenta un’eccellenza, ospitando relatori dall’esperienza consolidata e di fama
nazionale ed internazionale nel
settore eolico.
Ecco il programma del convegno inaugurale:
Mercoledì, 5 Settembre 2012
Centro Congressi, Sala Aurelia
Sessione Inaugurale
Il contributo del settore eolico
ad una nuova fase di riorganizzazione e rinnovamento nel
comparto energetico nazionale
Sessione sponsorizzata da Erg Renew
11.00 - 11.10
Apertura dei lavori
e introduzione
Chair: Simone Togni
Presidente ANEV
11.10 - 11.25
Corrado Clini
Ministro dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare
11.25 - 11.40
Sara Romano
Direzione generale per l’energia nucleare, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica - Ministero dello
Sviluppo Economico
11.40 - 11.55
Francesco Ferrante
Senato della Repubblica, Membro
della 13a Commissione permanente
Territorio, Ambiente, Beni Ambientali
11.55 - 12.10
Cesare Cursi
Senato della Repubblica, Presidente
della X Commissione permanente Industria, Commercio e Turismo
12.10 - 12.25
Edo Ronchi
Presidente Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile
1
2.25 - 12.40
Nando Pasquali
Amministratore Delegato GSE
12.40 - 12.55
Pasquale De Vita
Presidente Confindustria Energia
12.55 - 13.10
Massimo Derchi
Amministratore Delegato Erg Renew
Newsletter
Campania: modificare il Piano
Energetico Ambientale Regionale
L’ANEV auspica che il PEAR venga corretto nei punti di contrasto con le
norme comunitarie e nazionali, presupposto per far ripartire lo sviluppo
e l’occupazione nella Green Economy anche in questa regione
Il Consiglio Regionale della
Campania ha rinviato l’analisi
e l’approvazione delle norme
per l’attuazione del Piano Energetico Ambientale Regionale
- PEAR.
Premesso che l’ANEV non
entra nel merito di quanto i
pubblici decisori legittimamente
decidano, con il dovuto riguardo dei rispettivi ruoli, si prende
comunque atto che l’analisi del
PEAR è stata rinviata per ulteriori approfondimenti, alla luce dei
palesi profili di incostituzionalità che erano in essa contenuti,
correttamente evidenziati dagli
Uffici dell’Assessore competente, Sergio Vetrella.
Rispetto al passato, quando invece il Consiglio Regionale della Campania approvò la
nota Legge Colasanto, la legge
del 1° Luglio 2011, Disposizioni
Urgenti in materia di Impianti
Eolici, la differenza di impostazione è significativa, infatti il
Consiglio Regionale in questo
caso ha ritenuto di approfondire la questione onde evitare
ulteriori brutte figure promulgando provvedimenti normativi
con palesi profili di illegittimità
costituzionale.
Molti ricordano probabil-
mente che la richiamata Legge “Colasanto fu debitamente
impugnata dalla Presidenza del
Consiglio dei Ministri per i palesi profili di incostituzionalità
in essa contenuti, forse però
non tutti sanno che tale impugnazione fu bloccata a valle di
una comunicazione della Regione stessa che dichiarava di
aver fatto cessare la materia del
contendere avendo abrogato
la norma, salvo poi provvedere
con una altrettanto illegittima
proroga contenuta nella Legge
delle Castagne che prorogava, dopo che era scaduta, tale
norma senza peraltro darne
evidenza alcuna alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri.
In relazione a quest’ultima,
il Consiglio dei Ministri in data
20 luglio 2012 ha deliberato
l’impugnativa dinnanzi alla Corte Costituzionale della Legge
Regione Campania n. 13 del
21/05/2012 “Interventi per il
sostegno e la promozione della
castanicoltura e modifiche alla
Legge regionale 27 gennaio
2012, n. 1” (Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale
2012 e pluriennale 2012-2014
della Regione Campania-Legge
finanziaria regionale 2012) in
quanto contiene disposizioni in
contrasto con i principi statali in
materia di ordinamento civile e
buon andamento della pubblica amministrazione.
Come risaputo, la Legge
regionale impugnata andava
a prorogare ulteriormente una
proroga già scaduta di una
abrogazione anomala, quella
della nota Legge Colasanto che
imponeva il vincolo di 800 mt
di distanza tra aerogeneratori.
La deliberazione del Consiglio dei Ministri ha evidentemente preso in considerazione
le indicazioni dell’ANEV, supportate dal parere legale espresso
dallo Studio Sciumè e che tale
decisione del Consiglio rafforza
il cambiamento di tendenza
che la Regione Campania ha
dimostrato, volendo approfondire, nella persona dell’Assessore Vetrella, competente allo
sviluppo economico, gli eventuali profili di incostituzionalità
già dall’ANEV segnalati e contenuti nell’emanando disegno di
legge per il PEAR della Regione
Campania.
Tornando invece al caso
specifico, il Consiglio Regionale
edotto dei profili di incostituzionalità e illegittimità della norma
Newsletter
prodotta dalla Commissione
Ambiente che travalicava largamente quando previsto dalle
normative Comunitarie e Nazionali, ha correttamente voluto
rimandare la discussione ed il
confronto sul testo immaginiamo per verificare tali profili, e
per evitare quindi di incorrere
nell’ennesimo pastrocchio normativo che quotidianamente
intasa la Suprema Corte.
L’ANEV, nella sua funzione
di Associazione riconosciuta
nonché di rappresentanza degli
operatori dell’eolico come sempre si limita a fornire elementi affinché i pubblici decisori
possano assumere le proprie
determinazioni nel modo più
corretto. Inoltre l’ANEV tiene a
precisare e a ribadire che molto
peggio di una chiara posizione
di chiusura nei confronti di una
tecnologia (che non sarebbe
ovviamente condivisibile) è una
posizione di falso impegno allo
sviluppo delle fonti rinnovabili
bloccato poi da norme illegittime, tranelli burocratici e manovre di basso respiro.
Quest’ultimo modo di agire
infatti ottiene lo stesso risultato
di bloccare il settore della Green Economy (e chi lo fa se ne
assumerà la responsabilità etica oltre che politica), facendo
perdere alla Regione Campania
posti di lavoro, sviluppo e investimenti di cui gli autori noti
di tali azioni dovranno essere
chiamati a rispondere di fronte
alla popolazione per le scelte
politiche assunte, sempre che
non vengano rilevati profili di illegittimità per i quali invece sarebbero giustamente chiamati a
rispondere anche direttamente.
Il nostro deve tornare ad
essere uno Stato di Diritto e gli
imprenditori seri vogliono rap-
portarsi oggi più che mai con
Istituzioni serie, non è più accettabile che vengano armate
battaglie a mezzo stampa che
sulla base di bugie conclamate
tentano di supportare attacchi
personali e interessi di parte.
Secondo l’ISPO del Prof.
Mannheimer l’81% degli Italiani vuole l’eolico, l’Europa ce lo
chiede e il Paese ne ha bisogno
per rilanciare l’economia, l’occupazione e lo sviluppo, non è
più sopportabile che gli interessi generali vengano difesi solo
dalla società civile e che invece
alcuni rappresentanti delle Istituzioni pensino solo ad interessi di parte.
L’ANEV chiede quindi che
la Regione assuma le proprie
decisioni con trasparenza e
correttezza, analizzando i rilievi che gli uffici giuridici dell’
Assessore competente hanno
sollevato, per poter consentire
alle aziende di poter operare
in un contesto normativo fatto
di certezza, legalità, stabilità e
legittimità costituzionale, sempre nel rispetto dell’ambiente
come il Protocollo per un corretto inserimento dell’eolico
nel territorio e nel paesaggio
sottoscritto da ANEV, LEGAMBIENTE, e GREENPEACE impone alle aziende
dell’ANEV.
Il nostro deve
tornare ad essere uno
Stato di Diritto e
gli imprenditori seri vogliono
rapportarsi oggi più che mai con
Istituzioni serie, non è più
accettabile che vengano
armate battaglie a mezzo
stampa che sulla base di bugie
conclamate tentano di supportare attacchi personali
e interessi di parte.
Newsletter
Dopo Rio+20 continua il dibattito sul futuro energetico
Un’economia verde
per far uscire l’Italia dalla crisi
Appuntamento a Rimini per gli Stati Generali
della Green Economy. 39 le imprese e le associazioni
promotrici. L’intervento dell’Unione Europea e dell’OCSE
Dopo la Conferenza di Rio+20, presentato a Roma il programma
di iniziative che porterà agli Stati generali della Green Economy e
alla realizzazione di un Programma per lo sviluppo di una green
economy in Italia.
Sono 39 le organizzazioni di imprese promotrici e, decine gli
incontri preparatori.
Trecento esperti impegnati in 8 gruppi di lavoro su temi strategici,
circa 2.000 tecnici e rappresentanti della società civile coinvolti in
Assemblee nazionali tematiche, 39 organizzazioni di imprese, decine
di incontri preparatori.
Questo il vasto processo partecipativo che si concluderà a Rimini
nell’ ambito di Ecomondo, il 7 e 8 novembre prossimi, con gli Stati
Generali della Green Economy, dove sarà presentato un Programma
per lo sviluppo di una green economy, quale contributo per far uscire
l’Italia dalla crisi.
L’avvio di questo percorso, promosso dal Ministero dell’Ambiente
e dal Comitato Organizzatore degli Stati Generali della Green Economy, è stato presentato nel corso di una conferenza stampa, cui
ha partecipato il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini - rientrato dal
Summit delle Nazioni Unite di Rio+20, dedicato proprio alla green
economy - alla presenza dei rappresentanti delle associazioni di imprese promotrici dell’iniziativa.
A Rimini, il 7 e l’8 novembre, il Programma per lo sviluppo della Green Economy sarà presentato e discusso con rappresentanti
dell’Unione Europea e dell’OCSE, delle principali organizzazioni delle
imprese e dei sindacati, del mondo politico e parlamentare, delle
associazioni ambientaliste e dei consumatori, di Enti locali e Regioni.
Nell’occasione verrà anche presentato un Rapporto sulla Green
Economy, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in
collaborazione con l’Enea.
Newsletter
WEB ANEV
Interviste, approfondimenti, materiali informativi, foto, video e segnalazioni, tutto ciò che riguarda il
settore eolico passa anche per la rete e per le moderne forme di comunicazione. Proprio per questo,
l’ANEV ha attivato due specifici canali sul social network Facebook (facebook/anev.italia), sul social
media You Tube (youtube/ANEVeolico) e da oggi anche su Twitter (ANEVEolico).
Le tre iniziative sono un utile e ulteriore mezzo di consultazione dell’attività dell’Associazione e uno
strumento immediato per ottenere informazioni sul mondo dell’eolico. Oltre ai tre canali segnalati,
tutte le notizie utili sono disponibili sul sito www.anev.org, dove si possono trovare anche
ricerche, studi, pubblicazioni e materiale stampa.
Social network e social media
nuove frontiere per comunicare
l’Energia del Vento
Eolico Italiano
Pr.
CI
FG
FG
FG
FG
PA
PA
FG
MS
MS
RC
BN
FG
FG
FG
FG
BN
SA
SV
SV
AV
FG
AV
AO
PZ
Sito
Portoscuso
Casalvecchio Puglia
Roseto Val Fortore
Bovino
Volturino
Petralia Sottana
Petralia Sottana
Castelluccio Valmag.
Fondachelli Fantina
Novara di Sicilia
Bagaladi
Ginestra Schiavoni
S. Marco in Lamis
Bovino Serrone
Deliceto
Ascoli Satriano
Castelpagano
Santomenna
Cairo Montenotte
Savona Savignano Irpino
Faeto
Bisaccia
Saint Denis
Melfi - La Rucola
Operatore
Enel GreenPower
Jackson Srl
Mario Srl
Paul Srl
Ferrovie Gargano
Falck Renewables
Falck Renewables
Asja Ambiente
SER
SER
Enel GreenPower
Wind farm U. Avino
Alerion
Energeol
Whysol
Whysol
Accornero Spa
Eolica Santomenna Srl
FERA
FERA
Daunia Savignano Srl
Margherita S.r.l.
Ansaldo Energia
Saint Denis Vento Srl
Sigma Wind
Allaccio
rete
N°
aerog.
Gen. 2012
Gen. 2012
Gen. 2012
Gen. 2012
Gen. 2012
Gen. 2012
Gen. 2012
Gen. 2012
Gen. 2012
Gen. 2012
Gen. 2012
Feb. 2012
Feb. 2012
Mar. 2012
Mar. 2012
Mar. 2012
Apr. 2012
Apr. 2012
Apr. 2012
Apr. 2012
Apr. 2012
Apr. 2012
Mag. 2012
Mag.2012
Mag.2012
19
1
1
1
12
19
7
1
28
28
39
5
10
1
3
2
4
10
3
1
5
9
22
3
1
235
Modello
Siemens SWT2.3-93
Leitwind LTW77
Leitwind LTW77
Leitwind LTW77
Enercon E-70
Gamesa G5X
Gamesa G5X
Gamesa G5X
Gamesa G5X
Gamesa G5X
Gamesa G5X
GE 2,5-100
REpower 3.4M104
Enercon E-53
REpower MM92
REpower MM92
REpower MM92
Enercon E-82
Enercon E-82
Enercon E-82
REpower MM92
REpower MM92
Vestas V90
Vestas V52
Enercon E-53
Potenza Diametro Altezza Potenza
(kW)
(m)
(m)
(MW)
Totale al 31/12/2011
6.877,84
2300
1000
1000
1000
2300
850
850
850
850
850
850
2500
3.370
800
2050
2050
2050
2000
2300
2300
2050
2050
3000
850
800
Totale dal 1/1/2012 370,70
93
77
77
77
70
58
52
58
52
52
52
100
104
53
92,5
92,5
92,5
78
82
82
92,5
92,5
90
52
53
370,70
80
65
65
65
64
65
65
65
55
55
55
75
78,5
73
98,5
98,5
78,5
85
78
78
78,5
78,5
80
55
60
43,70
1,00
1,00
1,00
27,60
16,15
5,95
0,85
23,80
23,80
33,15
12,50
33,70
0,80
6,15
4,10
8,20
20,00
6,90
2,30
10,25
18,45
66,00
2,55
0,80
7.248,54
Newsletter
Calendario Eventi
12-14 settembre 2012
Short Course on Regulation Economics, Law and Governance
Roma - Università La Sapienza
4 - 7 settembre 2012
Corso di formazione ANEV
“Eolico di Base: tecnica, normativa, ambiente ed esperienza sul campo”
Eolica Expo Mediterranean - Nuova Fiera di Roma
http://www.anev.org/?page_id=88/
5 - 7 settembre 2012
OWEMES 2012
Roma - Italia
10 - 12 ottobre 2012
1st International Off-grid Renewable Energy Conference
Accra, Ghana
Organizer: ARE, ECREEE, IRENA
14 - 17 ottobre 2012
CanWEA’s 28th Annual Conference and Exhibition
Toronto, Ontario, Canada
Organizer: CanWEA - Canadian Wind Energy Association
16 -18 ottobre 2012
China Wind Power 2012
GWEC, CREIA. Beijing, Cina.
http://www.chinawind.org.cn/home.html
22 - 24 ottobre 2012
Windaba 2012 Conference and Exhibition
South African Wind Energy Association (SAWEA).
Cape Town, Sudafrica.
http://www.windaba.co.za/
7 - 9 novembre 2012
Corso di Formazione ANEV Specialistico: Il Minieolico
Ecomondo Key Energy - Fiera di Rimini
http://www.anev.org/?page_id=88/
Newsletter
10 - 11 novembre 2012
Corso di Formazione ANEV Specialistico
“I nuovi meccanismi di incentivazione dell’Eolico”
Ecomondo Key Energy - Fiera di Rimini
http://www.anev.org/?page_id=88/
28 - 30 novembre 2012
Wind Power India 2012
GWEC - Global Wind Energy Council. Chennai, India
http://www.gwec.net/index.php?id=43
23 - 31 gennaio 2013
Mexico Wind Power 2013
GWEC - Global Wind Energy Council/ AMDEE. Mexico City
4 -7 febbraio 2013
EWEA 2013 Annual Event
EWEA - European Wind Energy Association Messe Wien, Vienna, Austria
KLIMAENERGY 2012
5a Fiera Internazionale delle Energie Rinnovabili per usi commerciali e pubblici
Bolzano, 20 -22 settembre 2012
A breve avrà luogo la 5a edizione di Klimaenergy. Ad oggi hanno aderito alla fiera specializzata già quasi
200 espositori La fiera è accompagnata da un ricco programma:
• Congresso internazionale con 5 moduli
• Workshops sulla tematica attuale dei PAES
• Enertours agli impianti locali
• Premiazione del Klimaenergy-Award
• Seminari delle Associazioni di categoria
• Seconda edizione della fiera specializzata Klimamobility
Per info visita il sito www.klima-enegy.it
Newsletter
FORUM ITALIA - CENTRO AMERICA
Antigua - Guatemala, 26 novembre 2012
Il 26 novembre 2012 si svolgerà ad Antigua in Guatemala il Forum Italia - Centro America, organizzato
dall’Istituto Italo - latino Americano, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall’ICE Agenzia.
Il Forum si articolerà in quattro sessioni dedicate alla collaborazione nei diversi ambiti: politico, economico, accademico-culturale e cooperazione.
Alla sessione plenaria della mattina, durante la quale verranno presentate le opportunità economiche dei
paesi del Centro America, seguiranno nel pomeriggio gli incontri bilaterali tra le aziende italiane partecipanti ed i rappresentanti dei paesi centro americani aderenti all’iniziativa.
Il Forum si svolgerà presso l’Hotel Santo Domingo di Antigua. La partecipazione rappresenta un’occasione per conoscere le realtà economico commerciali dei Paesi centro-americani attraverso le presentazioni
dei Rappresentanti Governativi e dei Rappresentanti degli Organismi addetti allo sviluppo delle Piccole e
Medie Imprese. I settori prioritari che presentano opportunità di sviluppo dei rapporti di collaborazione
industriale e commerciale per le imprese italiane, sono:
• Energie Rinnovabili;
• Agroalimentare ed Innovazione Agricola;
• Turismo;
• Restauro Patrimonio Artistico;
• Infrastrutture;
• Infrastrutture viarie, autostradali e ferroviarie;
La partecipazione al Forum è gratuita. Le spese di viaggio e di alloggio sono a carico dei singoli partecipanti. Per partecipare registrati al seguente link entro e non oltre il 30 settembre 2012: https://sites.
google.com/a/ice.it/forum-italia-centro-america-ice/
Per le aziende o associazioni interessate, sarà possibile proseguire la missione in forma personalizzata,
con l’organizzazione di visite e incontri con le istituzioni e le associazioni di riferimento locali, in Guatemala così come negli altri Paesi aderenti al Sistema di Integrazione Centro Americana, SICA (Costa Rica,
El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama) grazie al supporto ed al coordinamento dell’IILA.
Eventuali desiderata per il prosieguo della missione andranno inviati via mail, sempre entro il 30 settembre 2012, all’indirizzo: [email protected] e p.c. a: [email protected]
SOUTH AFRICA
new opportunities for Italian companies in the renewable energy market”
Milano, 24 settembre - Ambrosianeum, via delle Ore 3 dalle 9.00 - 13.00
La giornata si aprirà con un key note speech del prof. Wikus Van Niekerk, Direttore del Centro Studi Rinnovabili e Sostenibilità della prestigiosa Università di Stellenbosch (Cape Town).
Seguirà la testimonianza del caso Enel Sharp con Riccardo Amoroso e di altre aziende presenti con successo nel mercato sudafricano delle energie rinnovabili.
Per i partner dell’OIR la partecipazione al seminario è gratuita (previa iscrizione). Per tutti gli altri soggetti
il costo è di euro 300 + IVA fino al 31 luglio; successivamente sarà di euro 500 + IVA.
Per visionare il programma e iscriversi: http://www.agici.it/eventi/24_09_12_seminario.php
In occasione del seminario verrà presentato il Report Agici “Challenges and Opportunities in South Africa’s
Energy Sector”.
Nessuno può fermare il vento...
...ma noi possiamo estrarne
tutta la sua energia.
siamo presenti a:
5-7
settembre
2012
HALL 7
D12 E11
www.idnamic.com
il
pianeta terra
Idalaura Cappiello
La canapa trova casa
Anche i mattoni tra le innumerevoli applicazioni
di questa straordinaria pianta,
un antico vanto italiano
Una casa di canapa?
Non è l’abitazione di una tribù
di indigeni in qualche lontano villaggio e nemmeno la capanna di
una favola. È invece - per quanto riguarda i materiali - l’ultima
frontiera dell’ecoinnovazione in
edilizia e al tempo stesso la dimostrazione che questa pianta si usa
veramente per tutto: dai biscotti
al sapone, dai vestiti ai quaderni,
fino alle case, appunto (vedi box 2).
Il mattone in canapa è un materiale biocomposito ottenuto mi-
38
scelando i trucioli della parte legnosa della pianta con la calce.
I vantaggi più evidenti, oltre al
rispetto dell’ambiente nel processo produttivo, sono due: l’altissimo potere isolante termo-acustico
e la capacità di “respirare”, cioè di
regolare l’umidità presente nell’edificio.
Ne derivano un notevole risparmio energetico e un eccellente comfort abitativo.
Non a caso il mattone vegetale è molto utilizzato per i famosi
il
pianeta terra
39
il
pianeta terra
Equilibrium, azienda specializzata in bioedilizia che nel 2011 ha portato per prima in Italia il
Biomattone® e le soluzioni costruttive in Natural Beton®, parteciperà al MADE Expo 2012,
evento internazionale sull’architettura, il design e l’edilizia che si svolgerà dal 17 al 20 Ottobre a
Fiera Milano Rho.
Per la manifestazione realizzerà, in collaborazione con CibicWorkshop, un’abitazione in calce e
canapa di 70 mq che sarà esposta nell’area Green Home Design presso il Padiglione 5.
L’intento sarà mostrare che è possibile realizzare edifici biocompatibili ad emissioni zero con
elementi che assorbono più CO2 di quella immessa nell’ambiente per la loro produzione.
Equilibrium, azienda lombarda che lo scorso anno ha portato in Italia il Biomattone® e le soluzioni costruttive ecocompatibili in Natural Beton®, parteciperà al MADE Expo 2012 con un’installazione unica nel suo genere.
Assieme all’architetto Aldo Cibic realizzerà un’abitazione di 70 mq, in scala 1:1, interamente composta da legno, calce e canapa, che sarà esposta nell’area Green Home Design nel il Padiglione
5 di Fiera Milano.
L’obiettivo sarà mostrare al pubblico internazionale della manifestazione le interessanti caratteristiche e le enormi potenzialità di un materiale, il biocomposito di calce e canapa, che permette di
realizzare edifici ad alta efficienza energetica, biocompatibili e ad emissioni zero, e che possiede
la particolare caratteristica di “sequestrare”, ovvero assorbire, CO2 grazie alle caratteristiche biologiche delle materie prime di cui è composto.
Costruire un’abitazione con calce e canapa significa infatti garantire all’edificio l’isolamento termo-acustico, la salubrità degli ambienti, la permeabilità al vapore, il confort abitativo, il ridottissimo impatto ambientale, ma soprattutto la capacità di contrastare i cambiamenti climatici. Questo
perchè la canapa è la pianta che produce più biomassa al mondo, crescendo in soli quattro mesi
fino a sei metri di altezza e assorbendo grandi quantità di biossido di carbonio durante il suo
breve e prolifico ciclo vitale.
«Siamo molto orgogliosi di aver stretto questa partnership con un architetto così bravo e apprezzato per una delle manifestazioni più importanti del mondo per il settore» spiega Paolo Ronchetti, General Manager di Equilibrium. «L’installazione che realizzeremo darà modo ai visitatori
del MADE Expo di toccare con mano un materiale da costruzione innovativo e ricco di qualità
sotto ogni aspetto. È per queste ragioni che, da quando l’abbiamo portato per primi in Italia, ha
iniziato a diffondersi notevolmente, permettendoci di avviare la produzione in proprio in uno
stabilimento che prima sfornava cemento e ora realizza un materiale decisamente più amico
delle persone e dell’Ambiente».
Equilibrium e l’architetto Aldo Cibic
realizzano una casa in calce e canapa per il MADE Expo 2012
Equilibrium è un’impresa olistica che opera nell’emergente settore della bioedilizia, dei materiali da costruzione naturali e delle tecnologie per l’efficienza energetica.
L’installazione in calce e canapa, realizzata assieme all’architetto Aldo Cibic, sarà esposta nel Padiglione 5 di
Fiera Milano durante il MADE Expo, evento internazionale sull’architettura, il design e l’edilizia che si svolgerà
tra il 17 e il 20 Ottobre 2012.
Il Biomattone® e il Natural Beton® sono interamente prodotti in Italia in un ex stabilimento destinato alla
produzione di blocchi in cemento in provincia di Bergamo, riconvertito da Equilibrium in un impianto di produzione di un materiale altamente ecosostenibile.
Maggiori informazioni sul sito istituzionale: www.equilibrium-bioedilizia.com
Ufficio stampa Equilibrium:
Press Play - Comunicazione e pubbliche relazioni
Alessandro Tibaldeschi | +39-333-6692430 | [email protected]
40
il
pianeta terra
Identikit del mattone “verde”
Composizione
• Truciolato vegetale di canapa;
• Legante a base di calce idrata e additivi naturali.
Il truciolato di canapa si ottiene dallo stelo della
pianta, nella sua parte più dura e legnosa (Canapulo) e svolge la funzione di massa, che nel cemento hanno la sabbia e il pietrisco; la calce serve
a “mineralizzare” la componente vegetale, proteggendola dalla possibilità di decomporsi, di incendiarsi o di essere aggredita da insetti o roditori.
La calce si ottiene tramite cottura di pietra calcarea a temperature più basse rispetto a quelle del
cemento. Il legante è una miscela di calce studiata
appositamente per potersi combinare al meglio
con il truciolato vegetale di canapa, materiale ricco
di silice.
Applicazioni in edilizia del biocomposito
• Nuove costruzioni: muratura di tamponamento,
tavolati divisori, isolamento termico e acustico
di tetti, sottotetti e vespai, trattamenti antimuffe.
• Ristrutturazioni: cappotti interni ed esterni per
muratura di tamponamento, tavolati divisori,
isolamento termico e acustico di tetti, sottotetti
e vespai, trattamenti antimuffe.
La canapa, una pianta dalle mille risorse
La canapa è una pianta molto robusta. Cresce sia
in pianura che in montagna, fino a 1500 metri di
quota, non richiede irrigazione né concimazione
se non in situazioni eccezionali. Inoltre, cresce più
velocemente delle piante infestanti, per cui le fa
morire: è “autodiserbante”. Insomma, può essere
coltivata rispettando l’ambiente, senza particolari
difficoltà. Ciò che davvero sorprende è la quantità
di usi ai quali si presta, vediamo una breve panoramica riferita alle diverse parti della pianta.
• Foglie o fiori: tisane, birre, caramelle;
• Seme: cibo per animali, molto proteico; olio
alimentare, integratori ricchi di Omega 3; oli
per cosmetici; farina per alimentazione umana,
priva di glutine e quindi adatta ai soggetti intolleranti;
• Fibra: prodotti tessili per abbigliamento o arredamento, corde, sacchi, teli per l’industria, pasta
per carta;
• Parte legnosa: pannelli isolanti per l’edilizia, mattoni, pareti divisorie.
L’Italia, storicamente, era uno dei produttori di canapa più importanti del mondo. Nel dopoguerra la
coltivazione fu vietata per impedire lo smercio di
sostanze stupefacenti da essa derivate. Nel 1998
il divieto è stato rimosso per le varietà a basso
contenuto di cannabinoidi (le droghe). Da allora
l’interesse per la canapa si è rinnovato ed è in
crescita, anche se nel nostro Paese ci sono solo
due impianti di trasformazione. Per chi volesse approfondire c’è Assocanapa (www.assocanapa.it),
l’associazione nazionale dei produttori.
41
il
pianeta terra
“cappotti” che vengono oggi proposti per migliorare l’efficienza
energetica dei condomini un po’
datati. Il truciolato di canapa, infatti, è ricco di microscopici alveoli
pieni d’aria, nei quali si susseguono continui processi di microcondensazione e microevaporazione,
che bloccano il passaggio del caldo e del freddo dall’esterno all’interno dell’edificio.
In Italia, al momento, esiste un
solo produttore di questo materiale: la società lombarda Equilibrium, che ha registrato i marchi
Biomattone e Natural Beton.
L’azienda è una start up, nata
solo l’anno scorso, dopo anni di
studio e ricerca in Europa, che ha
riconvertito in provincia di Bergamo un vecchio impianto di calcestruzzi, dismesso - come molti
altri - per via della crisi delle costruzioni tradizionali.
La combinazione di canapa e
calce si usa in edilizia dalla fine
del Medioevo: le prime applicazioni di cui si ha notizia risalgono al
XV secolo.
La tecnologia canapa-calce è
stata sviluppata in maniera crescente in Francia a partire da venti anni fa come soluzione per il
restauro di edifici storici, ma è rimasta una nicchia in ambito pioneristico e artigianale. La ricerca
accademica recente ha definito e
spiegato le proprietà intrinseche
del biocomposito.
Quanto ai costi, ci si aspetterebbe un costo poco concorrenziale, perchè siamo abituati a considerare ciò che è “bio” come un
prodotto di nicchia.
Invece il prezzo dei prodotti a
base di calce e canapa risulta essere allineato a quello degli altri
isolanti naturali attualmente in
commercio e utilizzati per la riqualificazione energetica degli
edifici.
42
Inoltre, in caso di nuova costruzione il mattone di canapa
risulta addirittura più economico
dei sistemi tradizionali in laterizio
e cemento: fino al 20% in un’abitazione di classe A.
«Il motivo è presto chiarito dice Daniele Lombardo, responsabile marketing di Equilibrium - un
muro di calce e canapa svolge entrambe le funzioni, fin qui considerate separate, di muratura e di
isolante.
È un unico materiale omogeneo, quando nell’edilizia tradizionale si tende ad accoppiare più
materiali minerali, sintetici, naturali in stratigrafia (per es. blocco in
laterizio più cappotto in polistirene).
In questo modo vengono risolti
anche i problemi di umidità interstiziale che normalmente nascono dove finisce un materiale e ne
inizia un altro, a causa del diverso
valore di permeabilità al vapore
dei materiali impiegati»
il
pianeta terra
43
il
44
pianeta terra
il
pianeta terra
Ilaria Pimental
Roma
e il Ponentino
La trasformazione urbanistica l’ha reso quasi
impercettibile, ma il rapporto tra la Capitale ed
il suo vento resta scolpito nell’immaginario collettivo
tra canzoni d’amore, detti popolari e pellicole
cinematografiche
Il Ponentino è un vento lieve occidentale, una brezza di mare, che spira
nella stagione estiva ed è principalmente avvertito sulle coste dell’Italia
centrale, in particolare della Toscana meridionale e del Lazio.
45
il
pianeta terra
Raggiunge punte massime di
circa 20 nodi sul litorale antistante la città di Roma. Il Ponentino è
il vento più noto fra quelli che spirano su Roma, sebbene nella concezione popolare s’intenda con
questo termine il vento di Ponente
che si leva sul far della sera nella
stagione calda.
Che dilizia! Senti quer venterello
salato, quer freschetto fino fino
dell’onne, che le move er ponentino,
che pare stiano a fa’ a nisconnerello!
Cesare Pascarella Eppuro er mare...
N
Dati gli orari e le stagioni in cui
lo si avverte (a Roma è in realtà più
presente in primavera, ma la sensazione di refrigerio è più distinta
nei crepuscoli estivi), questo vento
è divenuto oggetto di una particolare percezione popolare, ben presto elemento di tradizione popolaresca istintiva, nella coincidenza
del suo levarsi con l’ora del riposo,
della cena (rito fra i più importanti
della romanità) e dell’amore.
Dell’amore il Ponentino divenne nel tempo allusivo e romantico
riferimento e custode, complice
creatore di produttive atmosfere
soprattutto per il corteggiamento,
silenzioso messaggero delle note di
fiduciosi stornelli, di amorosi versi
cantati che questo vento, si riteneva, potesse rendere ammaliatori.
Ed era, secondo proprio un
antico stornello, la miglior scusa
per poter assestare una ciocca di
capelli dell’amata, forse davvero
scomposta da qualche refolo, e
per restare nei paraggi a provare
una tenera incerta carezza.
Prestame er Ponentino
più malandrino che ciai
Armando Trovajoli, Renato Rascel, Roma nun
fa’ la stupida stasera” (Rugantino).
Sottintesa cornice delle liturgie
46
alimentari serali che Fellini descrisse in “Roma”, e forse di Roma,
er Ponentino è in realtà rinfrescante ragione e condizione dell’uso romano di cenare, quando possibile,
all’aperto, trasportando fra le case
aromi di cucinato e trasformando le stanche strade in profumate promesse del ristoro, unendo le
singole abitazioni, i singoli nuclei
familiari, nel rito della cena che si
fa così distintamente collettivo, di
rione. Come appunto espressivamente colto dal cineasta.
D’intorno, intanto, svaniscono
i fumi ed i vapori della giornata
operosa, ed i monti lontani come il
Terminillo o quelli più vicini come
i Castelli, riguadagnano nitidezza
nell’aria purificata, rassicurando a
vista i Romani che i monti sono ancora là, a carpire da questo vento
echi e fragranze della Caput mundi.
E se dopo la cena risoffiasse, vuole
sempre la proverbialità degli stornelli, volano di nascosto le notizie,
si sviluppano in segreto i progetti,
si decidono sacralmente le cose di
casa, tramano di traverso le spie e
vitaminici si svegliano i pazzi.
Vedé passà er Ponentino
vedere passare il Ponentino
(Modo di dire romano riferito a persone di particolare acume o informatissime)
La crescita urbanistica della
Capitale, unitamente alle costruzioni di edifici di altezza rilevante
nelle periferie come ad esempio il
“Nuovo Corviale”, ha via via indebolito la capacità di penetrazione
di questo delicato zéfiro, così che
oggi non è più possibile apprezzarne la presenza se non nelle primissime fasce urbane ad Occidente.
La notazione, già di riscontro
diffuso, fu “ufficializzata” da Giulio
Carlo Argan, storico dell’arte ed ex
sindaco della Capitale, sul principio degli anni Ottanta
il
pianeta terra
47
il
48
pianeta terra
il
pianeta terra
Ciro Annunziato
Energia
per far ripartire l’Italia
Nonostante la crisi ed il crollo dei consumi, cresce la
domanda d’energia. Dodici regioni italiane registrano
un preoccupante deficit energetico.
Analisi dei bollettini Terna sull’energia elettrica nazionale
49
il
pianeta terra
Non smettere di pensare al futuro,
questo è la mission che si siamo
dati come redazione per l’anno editoriale che affronteremo.
Ma per pensare al futuro bisogna comprendere correttamente
il presente e il passato. La consapevolezza e la memoria delle cose
e dei fatti resta sempre la miglior
fonte per ripensare il futuro.
Con questo spirito da questo
numero introdurremo un bollettino dei dati pubblicati da TERNA
S.P.A. sull’energia elettrica nazionale.
L’obiettivo è dare una visione
comparata dei dati che permetta di
avere il senso complessivo di quello che sta succedendo. Nel primo
semestre di ogni anno Terna pubblica i Dati statistici sull’energia
elettrica in Italia relativi all’annualità precedente.
Questa pubblicazione fornisce,
da un lato, il quadro della consistenza degli impianti elettrici e
della loro produzione di energia
elettrica distinta per tipo di operatore elettrico - produttore o autoproduttore; dall’altro, una disaggregazione dei consumi di energia
elettrica secondo diversi criteri
merceologici e territoriali. Il numero degli operatori censito da Terna
nel 2011 è stato di 2.118, con la seguente articolazione:
Autoproduttori 389
Operatori del mercato elettrico 1.729
di cui distributori 153
Totale 2.118
Il quadro generale: famiglie più povere,
crollano i consumi
Fuori di ogni dubbio l’attività
economica nazionale ha perso forza nel corso dell’anno influenzata
dal rallentamento internazionale
e della tensioni sui debiti sovrani dell’area euro realizzando una
variazione media annua del PIL di
50
appena +0,4% (rispetto allo +1,8%
dell’anno precedente). Semplificando le specificità di ogni paese
la crescita reale del PIL dell’area
dell’euro può essere sintetizzata in
un +1,5% (+1,9% nel 2010).
Il volume dei consumi delle famiglie italiane è rimasto sostanzialmente immutato rispetto a
quello dell’anno precedente (+0,2%
rispetto al 2010), anche per effetto
dalla riduzione degli acquisti per i
beni durevoli (-1,8%), non durevoli (-0,8%) e semidurevoli (-0,3%); a
questa tendenza si è contrapposto
un aumento (+1,6%) della spesa
per servizi.
Diminuisce ulteriormente anche il reddito disponibile reale
portando a -4,9% la cumulata dal
2007. Da due decenni ormai continua la tendenza alla riduzione della “propensione al risparmio delle
famiglie” con il saggio di risparmio
delle famiglie italiane (8,6%) su un
livello più basso di quello medio dei
paesi dell’area dell’euro (13,6%).
La spesa per investimenti fissi
lordi ha registrato una contrazione
(-1,9%); ad eccezione degli acquisti
di beni di trasporto (+1,5%), tutte
le altre componenti degli investimenti hanno mostrato variazioni
negative, più forti per le costruzioni (-2,8%) e meno per gli investimenti in macchinari e attrezzature (-1,5%) e per quelli in beni
immateriali (-1,3%) per effetto del
peggioramento delle condizioni di
accesso al credito.
Le esportazioni di beni e servizi
sono cresciute in volume soltanto
del 5,6%. In calo quindi rispetto
all’anno precedente (+11,6%), ma
con i soli beni al +7,0%.
Per effetto del calo della domanda anche le importazioni hanno subito una modesta crescita
(+0,4%, contro +12,7% nel 2010). Da
notare una netta contrazione delle celle fotovoltaiche rispetto alla
punta toccata nel 2010, quando le
il
pianeta terra
Bilancio dell’energia elettrica in Italia • 2011
GWh* 2011
2010
2011/2010
291.445,8
290.747,7
0,2%
47.202,1
53.795,2
-12,3%
218.486,1
220.984,0
-1,1%
• geotermica
5.315,2
5.046,5
5,3%
• eolica
9.774,4
9.047,7
8,0%
10.668,0
1.874,4
469,2%
2.538,6
4.453,6
-43,0%
Produzione destinata al consumo 288.907,2
286.294,1
0,9%
Produzione netta
• idrica
• termica
• fotovoltaica
Destinata ai pompaggi
Energia elettrica importata
47.519,6
45.986,9
3,3%
Energia elettrica esportata
1.787,3
1.826,5
-2,1%
334.639,5
330.454,5
1,3%
Perdite di rete
20.847,5
20.570,0
1,3%
CONSUMI
313.792,1
309.884,5
1,3%
RICHIESTA
Agricoltura
5.907,0 5.610,35,3%
Industria
140.039,6138.439,3 1,2%
Terziario
97.705,196.284,51,5%
Domestico
70.140,4 69.550,50,8%
*1 GWh = 1 milione di kWh
Principali fonti energetiche per la produzione termoelettrica netta (GWh *)
2011 2010
2011/2010
Solidi (carbone, lignite) 40.654,9 35.932,0 +13,1%
Gas naturale (metano) 140.617,0 148.313,0 -5,2%
Prodotti petroliferi (olio combustibile, ecc.) 7.633,6 8.926,7 -14,5%
Gas derivati (gas da altoforno, ecc.) 5.362,9 4.580,8 +17,1%
Altri combustibili (Syngas, RSU, biomasse,ecc.) 20.184,9 20.448,4 -1,3%
2.034,8 +60,1%
Altri combustibili (biogas, ecc.) 3.257,4 * 1 GWh = 1 milione di kWh
51
il
pianeta terra
Elettricità nelle Regioni • 2011
Fabbisogno
GWh*
Surplus
Deficit
GWh*
prod./fabb.
prod./fabb.
Valle d’Aosta 1.151,6 2.730,0 137,1%
Molise 1.514,1 3.060,1 102,1%
Puglia 20.579,8 38.151,8 85,4%
Calabria 6.536,6 10.720,8 64,0%
Liguria 6.714,1 10.507,0 56,5%
Trentino Alto Adige 7.058,0 10.949,6 55,1%
Sardegna 11.793,2 13.018,4 10,4%
Sicilia 22.088,1 22.933,2 3,8%
Veneto 31.390,8 12.851,4 -59,1%
Marche 8.101,2 3.652,5 -54,9%
19.142,8 10.006,5 -47,7%
5.831,4 3.831,3 -34,3%
Lombardia 69.585,6 46.860,7 -32,7%
Basilicata 3.000,1 2.115,4 -29,5%
Toscana 21.575,2 15.892,2 -26,3%
Lazio 25.078,0 18.621,8 -25,7%
7.064,0 5.659,2 -19,9%
Emilia Romagna 29.065,1 23.990,4 -17,5%
Piemonte 26.921,6 23.954,8 -11,0%
Friuli Venezia Giulia 10.448,3 9.400,1 -10,0%
334.639,5 288.907,2 -13,7%
Campania Umbria Abruzzi ITALIA * GWh = 1 milione di kWh
52
Produzione
il
relative agevolazioni fiscali hanno
toccato un valore massimo.
Lo scorso anno, considerando
i dati corretti per gli effetti di calendario, l’indice della produzione
industriale si è fermato sullo stesso livello raggiunto nel 2010, realizzando una variazione dello 0,0%
(+6,4% nel 2010).
Diminuisce la produzione
di beni di consumo
Considerando i raggruppamenti
principali di industrie, hanno registrato variazioni negative la produzione di beni di consumo (-2,9%) e
quella di energia (- 2,2%), mentre
è cresciuta la produzione di beni
strumentali (+3,2%) e di beni intermedi (+0,8%).
Considerando i singoli settori di
attività economica, la contrazione
è stata più forte nel settore tessile, abbigliamento, pelli e accessori (- 7,3%), nella fabbricazione di
prodotti chimici (-5,8%), nella fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso
domestico non elettriche (-4,9%).
Al contrario, la produzione è
cresciuta nella fabbricazione di
macchinari e attrezzature n.c.a.
(+8,6%), nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo
(+ 3,9%), nell’attività estrattiva
(+2,1%).
Nonostante l’incertezza normativa,
aumenta la domanda d’energia che
ammonta a 335,6 miliardi di kilowattora
Nella valutazione dei dati
sull’energia elettrica 2011 si dovrebbe tener conto anche dei fattori politici oltre che quelli economici
contingenti.
L’incertezza sui decreti, le decisioni contrastanti, la burocrazia ossessiva sono tra i fattori che
pianeta terra
rallentano gli investimenti delle
aziende.
In questo clima è però cresciuta la domanda di energia elettrica
(+1,3%).
Dai dati in suo possesso Terna ha potuto rilevare una crescita
complessiva dei consumi dell’1,3%
che coinvolge tutti i settori economici: l’Industria sale dell’1,2%, il
Terziario dell’1,5%, il Domestico
dello 0,8% e l’Agricoltura del 5,3%.
+7,8% è l’incremento complessivo
delle rinnovabili con la produzione
fotovoltaica che schizza a +466,5%.
Il 2011 ha confermato il primato del gas naturale, con una quota
del 64,4% della produzione termoelettrica.
Un dato rilevante è quello Regionale: 12 Regioni su 20 sono in
deficit di produzione rispetto al
fabbisogno. Cresce anche la potenza delle Centrali elettriche di 11.954
MW (+11,2% rispetto al 2010); per
effetto dello sviluppo repentino del
2011 il maggior incremento, circa
il 268% in più rispetto al 2010, si è
avuto nel parco fotovoltaico.
Il totale dell’energia richiesta in
Italia è stato pari a 334,6 miliardi di
kilowattora.
Dal punto di vista dei consumi
per settore economico è da rilevare
una dinamica positiva dell’Industria: +1,2% sul 2010.
Il settore industriale, con un
consumo di 140,0 miliardi di kWh,
ha rappresentato nel 2011 il 44,6%
del totale dei consumi (era il 44,7%
nel 2010).
Il maggior incremento in termini percentuali è stato registrato,
invece, per i consumi dell’Agricoltura, pari nel 2011 a 5,9 miliardi di
kWh (+5,3% rispetto al 2010).
Un incremento positivo, in linea
con quello del 2010, si è avuto per
i consumi del Terziario, con 97,7
miliardi di kWh (+1,5%) e del Domestico, pari a 70,1 miliardi di kWh
(+0,8%).
53
il
pianeta terra
Nel 2011, la richiesta di energia elettrica è stata soddisfatta per
l’86,3% da produzione nazionale,
per un valore pari a 288,9 miliardi
di kWh, con un aumento del 0,9%
rispetto al 2010.
La restante quota del fabbisogno (13,7%) è stata coperta dalle
importazioni nette dall’estero, per
un valore pari a 45,7 miliardi di
kWh, in aumento del 3,6% rispetto
all’anno precedente.
Per quanto riguarda, in particolare, la produzione nazionale, nel
2011 si registra un sensibile incremento delle fonti rinnovabili (bioenergie, idrica, eolica e fotovoltaica):
+7,8%.
La produzione eolica netta ha
raggiunto i 9,8 miliardi di kWh
(+8,0%) e la produzione fotovoltaica netta ha raggiunto il ragguardevole risultato di 10,7 miliardi di
kWh (+469,2%). Le produzioni da
fonte idrica e termica, che rappresentano rispettivamente il 16,2%
ed il 75,0% della produzione netta
nazionale, sono risultate in flessione rispetto all’anno precedente.
Tra i combustibili impiegati per
la produzione termoelettrica, si
conferma il primato del gas naturale: ammonta a 140,6 miliardi di
kWh la quantità di energia elettrica prodotta con gas naturale (in
calo del 5,2% rispetto al 2010), pari
al 64,4% della produzione termoelettrica complessiva.
Segue il carbone con una quota
pari al 18,6% (40,7 miliardi di kWh,
in aumento del 13,1% rispetto al
2010).
In termini di potenza installata, nel 2011 la potenza efficiente
netta di generazione ha raggiunto
i 118.443 MW, con un incremento
di 11.954 MW (+11,2% rispetto al
2010).
Il maggior incremento si è avuto nel settore fotovoltaico, ove risultano 9.303 MW in più, con una
crescita del 268,1% rispetto al 2010.
54
La maggioranza delle regioni italiane
ha un deficit energetico. Veneto,
Marche e Campania le più in difficoltà
Nel 2011 dodici regioni su venti
(erano 11 nel 2010) registrano un
deficit della produzione rispetto al
fabbisogno.
Il Veneto continua ad essere al
primo posto con un deficit elettrico del 59,1% (nel 2010 era pari al
57,6%), seguita dalle Marche che
si conferma al secondo posto con
deficit del 54,9% (era del 47,3% nel
2010) e dalla Campania che, con un
deficit del 47,7% (era del 43,6% nel
2010), si conferma nella terza posizione.
Tra le 9 regioni in attivo, invariate le prime due posizioni: al primo posto la Valle d’Aosta con un
surplus del 137,1% (+156,8% nel
2010) e al secondo posto il Molise
con +102,1% (+109,8% nel 2010); al
terzo posto troviamo invece la Puglia con un surplus del 85,4% (era
al quarto posto nel 2010 con un
surplus del 79,1%). I 334,6 miliardi
di kWh sono stati distribuiti per il
54,5% al Nord, per il 18,1% al Centro e per il 27,4% al Sud.
In valori assoluti il 2011 conferma la Lombardia come la regione
con la più alta domanda di energia elettrica: 69,6 miliardi di kWh
(20,8% del totale); seguono il Veneto (31,4 miliardi di kWh, pari al
9,4% del totale) e l’Emilia Romagna
(29,1 miliardi di kWh, pari al 8,7%
del totale).
I consumi elettrici per abitante sono stati pari nel 2011 a 5.168
kWh (erano 5.125 kWh nel 2010), di
cui 1.155 kWh negli usi domestici.
Il consumo pro-capite risulta
più elevato nell’Italia settentrionale (6.244 kWh/ab) rispetto all’Italia
centrale (4.729 kWh/ab) e al Mezzogiorno (3.986 kWh/ab)
il
pianeta terra
Ferdinando Boero
Se l’economia si dimentica
dell’ecologia
“L’ecologia studia fenomeni naturali, l’economia
fenomeni artificiali. Ma l’artificiale può permettersi di
coniare leggi e regole differenti da quelle naturali?”.
Questo quesito ha ispirato l’autore di “Economia senza
natura. La grande truffa”
Nel 1859 è stata pubblicata l’Origine delle specie, che ha cambiato
radicalmente il nostro modo di vedere il mondo.
La parola ecologia all’epoca
non esisteva ancora, l’avrebbe
coniata poco tempo dopo Ernst
Haeckel. Non esisteva la parola,
ma esisteva il concetto. E Darwin,
quando parlava della disciplina
che oggi chiamiamo ecologia, usava l’espressione economia della
natura.
L’economia si riferisce alle nostre attività, a come produciamo e
consumiamo acquisendo crediti e
contraendo debiti. L’economia della natura ha a che fare con attività simili, perché anche in natura
ci sono produttori e consumatori,
e i sistemi naturali funzionano in
modo simile a quelli economici.
O sarà il contrario? Chi c’era
prima? Noi o il resto della natura?
La risposta è ovvia: il resto della natura. Quindi queste regole,
55
il
pianeta terra
quelle che normano produzione
e consumo, sono regole naturali
che nel corso del tempo abbiamo
adattato al nostro vivere da uomini.
Prima abbiamo guardato dentro di noi (e abbiamo concepito
l’economia) poi abbiamo guardato fuori (sviluppando l’economia
della natura).Poi abbiamo cambiato parola, e l’economia della
natura è diventata ecologia. Forse
è stato un male. Se il termine fosse
rimasto lo stesso (economia) forse
sarebbe rimasto sempre evidente
lo stretto legame dell’economia
dell’uomo con quella della natura.
Ma non si può tornare indietro.
Le cose cambiano continuamente. Evolvono. Nulla rimane per
sempre uguale. La natura cambia
in continuazione, e così anche l’economia.
Ora il titolo di questo libro dovrebbe essere trasparente e chiaro. L’ecologia studia fenomeni
naturali, l’economia fenomeni
artificiali. Ma l’artificiale può permettersi di coniare leggi e regole
differenti da quelle naturali?
Conoscere l’economia della natura (e quindi l’ecologia) potrebbe
essere utile per capire l’economia?
Io penso di sì. Tuttavia non è previsto l’insegnamento dell’ecologia
(l’economia della natura) nei corsi
di laurea in economia (dell’uomo),
e gli economisti pensano che l’ecologia sia qualcosa di alieno alle
loro necessità formative.
Questo libro argomenta un’unica tesi: l’uomo fa parte della natura e le regole che inventa sono
alla fine soggette alle regole della
natura. Tutto qui. Non sembra così
ovvio?
Eppure tutti i guai in cui ci siamo cacciati, e quelli in cui continuiamo a cacciarci, derivano dal
non aver capito questo semplicissimo concetto.
56
Basta poco per convincere persino un economista che l’economia della natura prevale sull’economia dell’uomo.
Qualche mese fa ero sul Leonardo Express, per andare da
Fiumicino a Roma, e ho iniziato
una discussione “da treno” con un
amico incontrato lì per caso. Con
lui c’era un signore molto serio
che, per un po’, è stato a sentire le
mie elucubrazioni sull’ambiente e
sull’uomo.
Ma a un certo punto il mare di
castronerie che (secondo lui) stavo
dicendo ha superato il limite ed è
sbottato: «Tutto questo va contro
le leggi dell’economia, e non si
può scherzare su queste cose! Si
devono valutare i costi e i benefici,
e su questo si decide! Il resto sono
chiacchiere!».
Io, ovviamente, chiedevo che
nei costi fossero inclusi anche i
costi ambientali, che gli economisti furbamente esternalizzano
(una bella parola per dire che non
li considerano: tanto li pagano gli
altri) nelle loro analisi.
In quel momento però non
volevo rispondere con sottili ragionamenti, e mi è venuta in
mente un’obiezione che ha annichilito il mio interlocutore: se le
leggi dell’economia e quelle della
natura entrano in conflitto, quali
prevarranno?
Fine della storia. Non possiamo
essere così arroganti da pensare
che siano quelle dell’economia a
prevalere. Se infrangiamo le leggi della natura a favore di quelle
dell’economia, la natura ce la farà
pagare cara, carissima. Anche in
termini economici.
Economisti, ingegneri e tanti
altri non conoscono le leggi della
natura, perché non fanno parte
dei loro programmi formativi.
Se le conoscessero non ci
avrebbero messo nei pasticci in
il
pianeta terra
cui ci troviamo ora. Intendiamoci, non sto dicendo di essere io a
conoscerle. Ne conosco qualcuna,
so che ci sono, che sono importanti, ma molte cose ancora ci sono
ignote. Ci siamo concentrati troppo su noi stessi, e abbiamo perso il
contatto con la realtà.
Non sono uno storico dell’economia, e neppure un economista.
Sono uno zoologo e un ecologoevoluzionista, un naturalista; e
forse è un vantaggio.
Cerco di capire regole naturali
alle quali, volenti o nolenti, dobbiamo sottostare. Se qualche economista leggerà questo libro, sono convinto che
lo troverà ingenuo nelle parti
di sua competenza, e troverà
di sicuro delle incongruenze,
almeno rispetto a quanto ha
studiato.
Tuttavia, considerata la
serie infinita di problemi che
la sua categoria professionale
ci sta facendo patire, visto che
abbiamo seguito alla lettera i
consigli dei suoi colleghi, forse
potrebbe fargli sorgere qualche
dubbio.
Voglia perdonare i miei errori
e cerchi di concentrarsi sulle parti
che non sono di sua competenza
(e sulle quali invece un pochino
sono ferrato) e forse, partendo da
nuovi dubbi, potrà trovare nuove
strade. In modo da far sì che la nostra economia sia comunque un
corollario di quella della natura,
così che l’economia comprenda
l’ecologia (che la capisca) e vi si
faccia comprendere: nel senso che
l’economia è tale solo se diventa
“della natura”
57
il
58
pianeta terra
il
pianeta terra
Leonardo Boff
Biociviltà
della buona speranza
Il teologo della Liberazione lancia un grido
d’allarme per il futuro del Pianeta. È a rischio
la stessa vita sulla Terra dove ogni anno
scompaiono fino a centomila specie viventi.
59
il
pianeta terra
Gli esseri umani guardano alla
Terra come a un deposito di risorse destinate solo a loro, senza rendersi conto che non siamo i soli ad
abitare la Terra e che non ne siamo i proprietari; non ci sentiamo
parte della natura, ma al di fuori
e al di sopra di essa, come suoi “signori e padroni”.
Dimentichiamo, tuttavia, l’esistenza di tutta la comunità della
vita visibile (il 5% della biosfera) e
dei quintilioni di quintilioni di microrganismi invisibili (il 95%) che
garantiscono la vitalità e la fecondità della Terra.
Tutti appartengono al condominio terrestre e hanno il diritto a
vivere e a convivere con noi. Senza
queste relazioni di interdipendenza, non potremmo neppure esistere. Finché siamo in tempo, però,
dobbiamo evitarlo.
Tale lacuna deriva dalla vecchia narrazione o cosmologia. Per
narrazione o cosmologia intendiamo la visione del mondo che
soggiace alle idee, alle pratiche, ai
costumi e ai sogni di una società,
attraverso la quale si cerca di spiegare l’origine, l’evoluzione, lo scopo dell’universo e della storia e il
posto riservato all’essere umano.
La nostra è attualmente la narrazione o cosmologia della conquista del mondo in vista del progresso e della crescita illimitata. Si
caratterizza come meccanicista,
deterministica, atomistica e riduzionista.
È in virtù di questa narrativa
che il 20% della popolazione mondiale controlla e consuma l’80% di
tutte le risorse naturali, che metà
delle grandi foreste è stata distrutta, che il 65% delle terre coltivabili
è andato perduto, che da 27mila
a 100mila specie di esseri viventi
scompaiono ogni anno (Wilson),
che più di mille prodotti chimici
sintetici, in maggioranza tossici,
60
sono riversati nella natura. E che
abbiamo costruito armi di distruzione di massa in grado di distruggere l’intera vita umana.
L’effetto finale è lo squilibrio
del sistema-Terra, che si traduce
nel riscaldamento globale. Con
i gas già accumulati, si arriverà
fatalmente ad un aumento di 3-4
gradi Celsius, il che renderà la vita
come la conosciamo praticamente
impossibile.
L’attuale crisi economico-finanziaria che sprofonda nazioni
intere nella miseria ci fa perdere
la percezione del rischio e cospira
contro qualunque cambiamento
necessario di direzione.
In contrapposizione a questa,
sorge la narrazione o cosmologia
della cura e della responsabilità
universale, che è potenzialmente
in grado di salvarci. E che ha trovato la sua migliore espressione
nella “Carta della Terra”.
Tale narrazione pone la nostra
realtà all’interno della cosmogenesi, quell’immenso processo evolutivo iniziato 13,7 miliardi di anni
fa. L’universo si sta continuamente espandendo, auto-organizzando e autocreando.
In esso tutto è interrelato e
nulla esiste al di fuori di questa
relazione. Cosicché tutti gli esseri
sono interdipendenti e collaborano tra loro al fine di garantire l’equilibrio di tutti i fattori. La missione umana risiede nel prendersi
cura di questa armonia sinfonica
e nel preservarla. Dobbiamo produrre non per l’accumulazione e
l’arricchimento privato, ma per un
livello di vita sufficiente e dignitoso per tutti, nel rispetto dei limiti e
dei cicli della natura.
Dietro tutti gli esseri opera l’Energia di fondo che ha dato origine
all’universo e lo sostiene, permettendo l’emergere di cose nuove. La
più spettacolare delle quali è data
il
pianeta terra
dalla Terra vivente e dagli esseri umani che ne costituiscono la
parte cosciente, con la missione
e la responsabilità di badare ad
essa.
È questa nuova narrazione a
garantire “il futuro che vogliamo”.
In caso contrario, verremmo spinti
fatalmente nel caos collettivo, con
conseguenze funeste.
Ed è per noi una fonte di ispirazione. Invece di fare affari con
la natura, ci poniamo nel suo seno
in profonda sintonia e sinergia,
rispettando i suoi limiti e perseguendo il buen vivir, che è l’armonia tra tutti e con la Madre Terra.
I tratti distintivi di questa nuova cosmologia sono la cura al posto della dominazione, il riconoscimento del valore intrinseco di
ogni essere anziché la sua mera
utilizzazione da parte dell’essere
umano, il rispetto per tutta la vita
e per i diritti della natura invece
del suo sfruttamento e l’articolazione della giustizia ecologica con
quella sociale.
Questa narrazione è più in accordo con le reali necessità umane
e con la logica dello stesso universo. Tale opzione punta non verso
l’abisso, ma verso il “futuro che
vogliamo”: una biociviltà della
buona speranza
61
il
pianeta terra
Domenico Coduto
In viaggio con il vento
C’è polvere di strada e acqua di fiumi; ci sono esseri,
continuità e altri posti che io non conoscevo
e che mi furono rivelati in questo tragitto.
Potrebbe anche essere il titolo
di queste pagine ma Canzoni nel
Vento è prima di tutto il titolo di
uno degli ultimi dischi pubblicati
dai Nomadi; uscito nel 2011 (primo album con etichetta “Nomadi”,
brand di casa della band emiliana)
è una raccolta di alcuni dei loro
brani più significativi, registrati
dal vivo durante i concerti tra il
1987 e il 1989.
Scorrendo le tracce vi troviamo titoli storici del loro repertorio
come Canzone del bambino nel vento
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(Auschwitz) - di nuovo il vento! oppure Ho difeso il mio amore, per
poi chiudere con la celeberrima Io
vagabondo, un vero e proprio must
per i fan dei Nomadi, un inno per
un’intera generazione cresciuta
tra le rivoluzioni del lungo ’68 italiano.
Ancora oggi a distanza di decenni dalla loro prima apparizione
i Nomadi continuano a far parlare
con i loro dischi e con i loro concerti in ogni parte d’Italia. E poco
importa se della formazione ori-
il
ginaria sia rimasto solamente lui,
l’inossidabile Beppe Carletti che
da dietro alle sue tastiere guida
il gruppo, ciò che conta è che ormai i Nomadi sono diventati una
vera e propria famiglia che ad ogni
concerto si riunisce per celebrare
e far rivivere un mito, generazione
dopo generazione.
Di tutt’altra storia e natura musicale è invece il lavoro di Giorgia
Ladra di vento, uscito nel 2003 subito dopo un vendutissimo Greatest
hits piazzato ai primi posti della
classifica dell’anno precedente.
Si tratta di un album che con
la classe e l’eleganza che contraddistingue l’artista, tratta in molti
brani temi di critica sociale.
Tra le tracce il fortunato singolo Gocce di memoria - che fece anche da colonna sonora al film La
finestra di fronte di Ferzan Ozpetek
- e anche Il vento del deserto brano
poco conosciuto del repertorio della cantante romana ma che evoca
il vento per parlare di riscatto e di
voglia di lottare allacciandosi ai
temi sociali che percorrono l’intero disco: conosci il vento del deserto
che / riscalda l’anima e guarda dentro
di te / coraggio alza su le braccia / anche per chi non ha la forza di credere
/ questo è per chi non ha pietà / e chi
ancora non sa / che è tempo di gridare
/ non si può dimenticare.
Disco poco conosciuto ma di
grande fascino è Vento uscito a
nome di Barbara Casini ed Enrico
Rava per l’etichetta francese Label
Bleu, un lavoro che vanta tra i suoi
crediti il pianoforte di Stefano Bollani, il contrabbasso di Giovanni
Tommaso e la batteria di Roberto
Gatto, come a dire alcuni dei fuoriclasse del jazz italiano ed internazionale.
Ma se ciò non bastasse ad incuriosirvi c’è anche l’accompagnamento dell’Accademia Filarmonica della Scala diretta da Paolo
pianeta terra
Silvestri, autore anche degli arrangiamenti, ad impreziosire un disco
raro da riscoprire e riascoltare.
Con un tuffo negli anni ’80 andiamo invece a ripescare Il vento
caldo dell’estate di Alice, un brano
da molti considerato come il suo
primo successo vero e proprio,
che, complice la collaborazione
con Franco Battiato, già da allora
attento alla sperimentazione elettronica e alle varie commistioni
della musica pop, si segnala per gli
arrangiamenti “all’avanguardia”.
Il brano venne pubblicato la
prima volta nell’album del 1980,
Capo Nord uscito per la Emi, ma è
stato poi inciso con diversi arrangiamenti dapprima nel 1987 nel
disco Elisir, e poi nel 2000 in Personal Juke Box.
Se volete invece cambiare completamente genere ed ascoltare
qualcosa che ha, in qualche modo,
ancora a che fare con il vento, vi
consigliamo Serenate per strumenti a fiato, un lavoro che contiene
una raccolta di brani di Antonin
Dovrak e Richard Strauss incisi
dall’ensemble I solisti del vento diretta da Etienne Siebens.
La vitalità e il movimento del
cinema d’azione uniti all’approfondimento psicologico dei personaggi sono i caratteri de Il vento che
accarezza l’erba, film di Ken Loach
che si è ispirato al vento per raccontare una di quelle storie difficili ma importanti che appassionano il regista britannico.
La pellicola, uscita nel 2006 gli
è valso la Palma d’Oro al cinquantanovesimo Festival di Cannes. Si
tratta di uno di quei film in cui alla
fine non sai bene da quale parte
stare e per chi tifare e pur lasciandoti con poche certezze vale una
visione attenta.
Un’opera molto riuscita che
riesce a raccontare con eleganza
la lotta, gli scontri, la violenza e
63
il
pianeta terra
Canzoni nel vento
Nomadi
Nomadi, 2011
Ladra di vento
Giorgia
Dischi di cioccolata/BMG, 2003
Vento
Barbara Casini, Enrico Rava
Label Bleu, 2000
Il vento caldo dell’estate
Alice
in Personal Juke Box
WEA, 2000
Serenate per strumenti
a fiato
I solisti del vento
Etcetera, 2004
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la battaglia quotidiana tra sogni e
bisogni.
Il titolo è rubato ai versi del poeta irlandese Robert Dwyer Joyce
The wind that shakes the barley la
cui traduzione letterale, Il vento che
scuote l’orzo, è decisamente più riuscita del titolo scelto dal regista.
D’altra parte è noto che la poesia ha una capacità di raccontare
in poche, sceltissime parole, emozioni, sentimenti e racconti che
decine di pagine non riuscirebbero
a descrivere con la stessa intensità e profondità di pensiero.
Restando in tema di poesia
possiamo suggerirvi i versi di Pablo Neruda, contenuti nella raccolta L’uva e il vento, un lungo
viaggio poetico attraverso paesi e
continenti diversi, tra i quali un
posto d’onore spetta sicuramente
all’Italia.
Nelle parole del poeta spagnolo: Nutro una certa predilezione per
L’uva e il vento, forse perché è il mio
libro più incompreso o perché attraverso le sue pagine io cominciai ad
andare per il mondo. C’è polvere di
strada e acqua di fiumi; ci sono esseri, continuità e altri posti che io non
conoscevo e che mi furono rivelati in
questo tragitto.
È la capacità dell’arte di portarci per mano in luoghi in cui non
siamo mai stati e di lasciarci liberi
di esplorare con la nostra immaginazione.
È la stessa capacità del vento, che con la sua forza è capace
di ispirare musica, canzoni, versi,
immagini che anche questa volta
ci auguriamo possano farvi conoscere spazi nuovi standovene comodamente seduti.
Buon viaggio!