energia pulita
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il pianetaterra il periodico fondato da Ciro Vigorito pianeta terra Mensile di informazione e cultura dell’Ambiente, dell’Energia, delle Fonti Rinnovabili e della Qualità della vita Comitato di Redazione Simone Togni, Peppe Iannicelli, Stefania Abbondandolo, Ciro Annunziato, Arturo Cocco Direttore responsabile Peppe Iannicelli re al fu turo. a s n e p i d re N on smette sommario Anno IX • Settembre_2012 3 Hanno collaborato a questo numero Ferdinando Boero, Leonardo Boff, Idalaura Cappiello, Giampiero Castellotti, Domenico Coduto, Vittorio De Piano, Silvia Martone, Ilaria Pimental, Gabriele Salari, Simone Togni, Concetta Voto Editoriale Peppe Iannicelli www.ilpianetaterra.it [email protected] Devis e gli altri, contadini di “ritorno” Giampiero Castellotti Registrazione n. 66 del 5 giugno 2003 presso il Tribunale di Napoli La città del futuro è smart Gabriele Salari Proprietario del Periodico gps srl Gruppo Problem Solving [n° ROC 10011] Inquinamento e salute Vittorio De Piano Coordinamento e realizzazione editoriale mixassociati srl Progetto grafico effeci Stampa Arti Grafiche Cecom srl Bracigliano (Sa) Per la realizzazione di questa rivista è stata scelta carta composta al 100% da fibre riciclate Pubblicità mixassociati srl telefono e fax 0824.310933 e-mail [email protected] Servizio Abbonamenti telefono e fax 0824.310933 e-mail [email protected] Delle opinioni manifestate sugli scritti o siglati sono responsabili i singoli Autori dei quali il Comitato di Redazione intende rispettare la piena libertà di giudizio. La collaborazione alla rivista è aperta a tutti gli interessati, tuttavia è compito della Redazione definire i contenuti di ciascun numero, la scelta degli articoli e il tempo di pubblicazione. La riproduzione, anche parziale degli scritti e dei grafici pubblicati su “il pianeta terra” è consentita previa autorizzazione e citando ovviamente la fonte. L’energia di una liberalizzazione mai nata Simone Togni 4 8 12 16 Festa per i mille MegaWatt in Italia Silvia Martone 22 26 Vento e silenzio Concetta Voto Energia Pulita > Newsletter ANEV 38 La canapa trova casa Idalaura Cappiello Roma e il Ponentino Ilaria Pimental 44 Energia per far ripartire l’Italia Ciro Annunziato 48 Se l’economia si dimentica dell’ecologia Ferdinando Boero Biociviltà della buona speranza Leonardo Boff 62 In viaggio con il vento Domenico Coduto 58 55 29 editoriale Don’t stop thinking about tomorrow. Non smettere di pensare al futuro. Abbiamo deciso di urlarlo fin dalla copertina del numero settembrino di Pianeta Terra. Dopo il rigenerante otium estivo, il mese di Settembre è quello della ripresa. È il momento dei buoni proponimenti. Mi metterò a dieta, smetterò di fumare, andrò finalmente in palestra, migliorerò la mia condizione professionale ed il mio stipendio. Appunto pensiamo al futuro lastricandolo di buone intenzioni che spesso - come quelle sulla strada dell’Inferno - rimangono tali sommerse dalle brume autunnali. Noi invece ci crediamo e vogliamo pensare al futuro sebbene viviamo in un paese che appare sommerso dalle macerie del passato. La Germania investe il 3 per cento del suo PIL sulla ricerca e l’innovazione, l’Italia arriva a stento all’uno per cento. Con uno spread così evidente, forse addirittura più grave di quello drogato dalla speculazione finanziaria, la speranza di ritornare ad esser un paese competitivo sulla scena internazionale è davvero simili ai proponimenti dietetici post agostani. Eppur si muove. Nonostante l’inadeguatezza normativa, il peso asfissiante di una burocrazia pletorica e di una classe dirigente parassita il vento soffia ancora ed inserisce dinamici elementi di sviluppo imprenditoriale, occupazionale, sociale. Le energie rinnovabili sono ormai una strada senza ritorno. Non mancheranno le resistenze ideologiche ed interessate, ma nulla potrà esser come prima. Anche perché l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali si estende anche all’edilizia, all’agricoltura, alla stessa vita urbana. Le smart city potrebbero restituire alla città il ruolo guida che la post-modernità ha offuscato nella metropolizzazione caotica. Non smettere di pensare al futuro. Per “il Pianeta Terra” non è un semplice invito. Possiamo e vogliamo farlo diventare un impegno ed uno stile di vita. Peppe Iannicelli Direttore de “il Pianeta Terra” il 4 pianeta terra il pianeta terra Simone Togni* L’energia di una liberalizzazione mai nata Se a pagare devono essere sempre i più deboli allora è meglio nazionalizzare la produzione di energia elettrica in Italia *Presidente Anev 5 il pianeta terra La lunga fase di transizione verso un sistema energetico di nuova concezione e più sostenibile da un punto di vista economico, tecnologico e ambientale, è iniziata e dipenderà dal legislatore e dal regolatore far sì che avvenga in modo graduale, economicamente efficiente per i consumatori e con la minor conflittualità possibile tra i produttori. Le recenti decisioni del Governo sulla revisione dei meccanismi di aggiudicazione dei sostegni alle fonti rinnovabili, tortuosi, pesanti e inefficienti, insieme al drastico ridimensionamento dei livelli di incentivi, stridono con le ancor più recenti decisioni sull’anticipazione del capacity payment che deve dare invece supporto agli impianti fossili che non dovessero esser chiamati a produrre per inefficienza e mancanza di domanda. La reale inefficienza della gestione economica del sistema elettrico e l’assurda finzione di avere un sistema di mercato reale nel nostro Paese si è scontrata finalmente con la realtà dei fatti, le rinnovabili sono tecnologie vincenti se messe sullo stesso piano delle altre e quindi bisogna incentivare anche le fossili per evitare che i grandi produttori riducano troppo i guadagni. La domanda viene spontanea, non sarebbe meglio continuare a ridurre tasse, aiuti e privilegi anche alle fossili e far finalmente funzionare un mercato che in questa fase di calo dei consumi e eccesso di capacità produttiva ha visto in alcuni casi addirittura crescere il prezzo del kWh? In fondo poi deve essere compreso che l’energia elettrica è un prodotto come un altro e quindi ha intrinsecamente un valore diverso a seconda di come, dove e quando viene prodotta. 6 Diverso è produrre energia bruciando carbone o petrolio o gas, di giorno o di notte, nel nord o nel centro o nelle isole del nostro Paese.Proprio per questo la regolazione dovrebbe intervenire in modo netto, ristabilendo pochi ma centrali criteri che sgombrino il campo dalla stratificata serie di norme che si sono sovrapposte negli anni, ristabilendo il criterio della priorità del dispacciamento sulla base delle reali esigenze del sistema, e non come aiuti di stato a questa o quella industria. L’interrompibilità della fornitura, la separazione in zone del mercato, le posizioni dominanti in talune aree di taluni operatori, la remunerazione di servizi di rete ecc. dovrebbero essere tutti riaffrontati organicamente alla luce della modifica avvenuta negli ultimi anni dal sistema elettrico e soprattutto per le ulteriori modifiche che interverranno da qui in avanti. Il modello energetico dei prossimi anni sarà, ed è già stato deciso, incentrato su efficienza, basso livello di emissioni, indipendenza energetica, mobilità e generazione distribuita. Per far sì che questo possa avvenire a fianco della modifica del mix di produzione, serve un significativo intervento infrastrutturale nelle reti, nei sistemi e negli apparecchi che l’energia trasportano, trasformano e consumano, finalizzato a rendere funzionale e molto più elastico il sistema elettrico del nostro Paese. Per capirci solo tramite una ottimizzazione di sistemi, reti e apparecchi, tutti dialoganti, potremo arrivare ad avere efficienze significative e risparmi energetici reali, ma il problema è che a fronte di questo si avrebbe un significativo calo dei prezzi dell’energia, conseguenza di un calo dei picchi di il domanda, e un enorme risparmio di energia primaria dovuta alla minore importazione di prodotti petroliferi dall’estero. Sfruttare le rinnovabili quando queste sono disponibili, regola principale, poi sfruttare a pieno le fonti più efficienti e meno costose dovrebbe essere non un punto di arrivo ma il naturale funzionamento di un sistema efficiente che debba ridurre il costo di importazione e con esso la dipendenza energetica del proprio sistema elettrico. Il punto è che questa modifica di funzionamento del sistema comporterebbe inevitabilmente una riduzione degli utili per i produttori derivante dall’efficientamento del mercato senza più paracadute per chi ha sbagliato investimento, e questo significa che per essere realizzata servirebbe una politica svincolata dalle lobbies del settore elettrico che certamente non sono quelle delle rinnovabili… L’Italia quindi dovrebbe finalmente riscrivere un quadro di regole certe e trasparenti, mettendo in competizione vera i produttori, differenziando il valore di ogni fonte di produzione secondo il reale valore della stessa sulla base di un mix di produzione predeterminato. D’altra parte la produzione di energia elettrica basa anche sulla sua natura di bene di pubblica utilità il suo valore strategico per il Paese, e quindi la regolamentazione di questo comparto dovrebbe seguire principi di interesse pubblico che innanzitutto dovrebbero privilegiare il soddisfacimento della domanda con le modalità più equilibrate, quindi evidentemente minori costi e minore consumo di risorse finite. Forse proprio queste conside- pianeta terra razioni, e la consapevolezza che difficilmente il legislatore o il regolatore possano opporsi con drastici interventi ad un sistema che vede pochi operatori troppo forti in grado ancora di condizionare le scelte di questo mondo. La mancanza di fiducia in un sistema che per risparmiare stronca la crescita delle rinnovabili e dopo un mese regala soldi ai fossili per non produrre, è figlia della constatazione che con l’aumentare delle problematiche per i produttori i sacrifici vengono fatti pagare sempre e solo ai pochi deboli. Forse sarebbe meglio tornare ad una nazionalizzazione della produzione elettrica, almeno finiremmo di prendere in giro chi con coraggio, intraprendenza e inventiva ha provato a fidarsi di una liberalizzazione che, nei fatti, non è ancora nata 7 il pianeta terra Giampiero Castellotti Devis e gli altri, contadini di “ritorno” 8 il pianeta terra La crisi cambia la vita. Nasce una nuova sensibilità ambientale. Così sempre più giovani scoprono la terra. Stando peggio finiscono per stare meglio… Giovani contadini “di ritorno” nel terzo millennio. Una scelta esistenziale densa di significati. Tornare innanzitutto a vivere nella natura riscoprendo il rapporto simbiotico tra uomo e ambiente. Attuare in modo attivo e coerente la sensibilità ecologica. Ma soprattutto assaporare il sottile piacere della rinuncia: fuori dal gruppo, dal consumismo, dalla frenesia, dall’intossicazione. Stare meglio stando peggio, ai limiti del primordiale. Un’opzione radicale. Controcorrente. Addirittura “coraggiosa”. È l’ardua strada imboccata da un giovane friulano. All’anagrafe Devis Bonanni, classe 1984. Il lavoro di programmatore gli stava stretto. Così ha detto basta. Al bando la monotonia dei circuiti elettrici. Meglio lo spettacolo della terra. Con i semi che germinano e “i piedi nudi sul sentiero per parlare con gli antenati”, come racconta. Dapprima un orto di famiglia, preso in carico a vent’anni. Poi, tre anni dopo, la sfida totale: il varo di un’azienda agricola con un nome da monito: “Pecoranera”. Ovvero uscito dal gregge. Per una nuova e solitaria dimensione di vita. Eremitaggio, anarchia, ma anche ipersensibilità. Tutto su mille e cinquecento metri quadrati ereditati da nonno Lorenzo. Poi altri acquistati o coltivati in concessione. Sono trascorsi sei anni da allora. Non senza difficoltà. Una casa di legno per contrastare il freddo di Raveo, piena Carnia. La moria degli animali. Le piante infestanti. I capricci della serra. Sudore vero che accompagna le produzioni: farina di mais, fagioli, patate, zucche. Le frittatone per cena, le patate bollite, l’insalata di radicchio. Ma anche pomodori, verdure, melanzane, uova offerte da cinque galline, preziosità biologiche vendute come eccedenze. E il pannello fotovoltaico che assicura energia quotidiana, un vero e proprio simbolo che incarna una filosofia di vita. Così come il boiler, o bollitore, dotato di una piccola camera per accendervi un fuoco e assicurare docce calde. Devis non ha ceduto alle comodità. Ha ancora le mani sporche di terra. Anzi, le ha fatte imbrattare anche a qualche compagno d’avventura. E ha raccontato la sua esperienza. Prima in un blog (www. progettopecoranera.it), ancora attivo. Poi in un libro di successo, Pecoranera, edito da Marsilio a marzo scorso. Subito un grande successo in periodo di crisi: perché alla terra che Devis coltiva con cura, lo spread non fa né caldo né freddo. 9 il pianeta terra Chi è Devis Bonanni Devis Bonanni, 28 anni, è nato e cresciuto a Raveo, in Friuli. Appassionato di filosofia, lettore appassionato di Tommaso Campanella, Friedrich Engels e dei pensatori anarchici, visita alcuni ecovillaggi in Italia e all’estero e a soli 23 anni decide di abbandonare l’impiego di tecnico informatico per intraprendere un cammino in sintonia con la natura. Così diventa contadino a tempo pieno, lanciando il progetto “Pecora Nera” basato su autosufficienza alimentare ed energetica e su uno stile di vita frugale ed ecosostenibile. Dal 2003 racconta la sua esperienza sul blog www.progettopecoranera.it e la sua rete s’arricchisce di “discepoli”. Un movimento crescente L’agricoltura, benché abbia vissuto lunghe stagioni di assoluta difficoltà, è oggi uno dei comparti che sta reagendo meglio alla crisi internazionale. Grazie anche a tanti giovani che puntano alla terra per il proprio futuro. In Italia, soltanto nel primo trimestre 2012, sono nate ben 9 mila aziende agricole guidate dagli under 30 (il triplo di quelle “adulte”), che hanno portato a 61 mila il numero complessivo di imprese gestite dai giovani. Un rinnovamento generazionale che sta cambiando anche il modo di fare agricoltura: la metà s’è assicurato certificazioni di qualità e investe in vendita diretta e filiera corta, uno su tre è in fase di espansione aziendale, uno su quattro punta sulle agroenergie. Poi, secondo i dati Coldiretti/Swg, agriturismo (18%) ed export (8%). Ma la rivoluzione è soprattutto culturale. Da una parte si scoprono nuovi e originali business: è il caso, nella piemontese Carmagnola, della coltivazione di prodotti cinesi destinati ai ristoranti della zona o, in Sicilia, delle prime banane italiane prodotte dalla giovane Letizia Marcerò. E ancora del pane per diabetici ideato dal pugliese Gioacchino De Leo o il menù per celiaci proposto nell’agriturismo cuneese di Diego Bonifacino. Nel contempo, su internet è un fiorire di siti e blog per un’agricoltura sostenibile ed autosufficiente a livello energetico. Tra i tanti, “Pascolo vagante” (promosso da una giovane laureata piemontese in scienze ambientali esperta di alpeggi) e “Briblo” (curato da un inglese che vive a Vetralla, appassionato di energie alternative). Fattorie autosufficienti Uno dei modelli internazionali è la “Comunità Oogst”. Un po’ come le nostre città ideali del rinascimento, si tratta di un sistema di aziende agricole autosufficienti per agricoltori, ideato dai progettisti olandesi di Tjep. In una serra centrale si coltiva il cibo, mentre nei campi circostanti vengono fatte crescere altre colture per sfamare il bestiame. La comunità è dotata di una turbina eolica centrale che garantisce l’energia per soddisfare la comunità. L’acqua potabile è raccolta dalla condensazione nella serra. Uno schema ideale che trova applicazione pratica in esempi sempre più numerosi e diversificati. Anche in Italia. A Bagno di Romagna, ad esempio, “La fattoria dell’autosufficienza” ha iniziato a prendere forma su 68 ettari nel 2011. È gestita da un gruppo di giovani, nel segno della totale sostenibilità: insediamenti in bioedilizia, casette di legno, orti, animali da cortile, alberi da frutto, produzione di legna, raccolta di erbe spontanee. E soprattutto produzioni senza pesticidi o concimi chimici e niente packaging o trasporto per il cibo (quindi meno rifiuti). L’energia è autoprodotta perché, come spiegano in azienda, “facendo così compiamo un grande passo avanti nel vivere senza petrolio, cosa che prima o poi dovremo fare, riduciamo l’inquinamento, risparmiamo denaro sui consumi, acquisiamo potere e lo togliamo alle multinazionali che gestiscono il mercato delle risorse planetarie, energetiche e non, calano indirettamente gli enormi consumi di acqua dovuti alle centrali termoelettriche e atomiche, si fanno meno interessanti le guerre per la spartizione delle ultime risorse disponibili sul Pianeta”. Lo slogan finale? “Meno Pil e più Bil, cioè Benessere interno lordo. Del resto «non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato», come diceva Albert Einstein. 10 il Denis, gli chiediamo, l’esilio può essere una risposta al momento che stiamo vivendo o è comunque una sconfitta? «L’esilio, più spirituale che sociale o fisico, è una conseguenza del navigare controcorrente - ci risponde il biondissimo friulano. A modo mio sto interpretando necessità emergenti della nostra società, dal contatto con la Natura (scritta con la maiuscola) ad un benessere non più strettamente legato all’avere. La mia peculiarità sta nel fatto di aver messo insieme tanti aspetti del cambiamento e di averlo vissuto in prima persona con una spolverata di poesia. Ma conosco molte altre persone che, come me, stanno apprezzando gli aspetti di un futuro che in questo presente ha il sapore di marginalità». Marginalità associata al “piacere” della rinuncia e alla “decrescita felice”? «La rinuncia è stimolante, nel senso che mi ha spinto a ristrutturare le mie abitudini. Un caso esemplificativo è stato l’abbandono dell’auto in favore della bicicletta e dei mezzi pubblici. Senza un motore sotto il sedere si va più lenti e si arriva meno lontano, ma questo ci permette di rivalutare ciò che sta vicino, di riflettere sulle mete e la loro importanza, di spostarci con maggiore intelligenza. Certo, se la rinuncia e la decrescita sono di pochi, si finirà per essere discriminati da una realtà che viaggia ad altre velocità. Ma se abbiamo visto giusto sarà più facile cambiare per scelta che per necessità». Lei, nel suo libro, dà un quadro anche ironico dei suoi colleghi agricoltori. A pagina 87, ad esempio, scrive che «l’allevatore è da sempre un tipo stra- pianeta terra no, si possono notare certi personaggi che scorazzano per il contado a bordo dei propri trattori e affermare, con certezza matematica: quello ha delle vacche che lo aspettano da qualche parte. Non è una questione di silhouette, solitamente generosa, né dell’immancabile salopette verde marchiata mangificio tal dei tali. È piuttosto l’insieme di elementi invisibili a informarci che, senza ombra di dubbio, ci troviamo di fronte un allevatore». Come vede, allora, il futuro complessivo dell’agricoltura italiana? «La mia è una risposta da profano dell’agricoltura professionale. A mio parere, gran parte delle storture della nostra filiera alimentare sono conseguenza della distanza tra chi produce il cibo e chi lo consuma. In mezzo ci sta di tutto, dal lucro alla mistificazione alimentare. Dobbiamo riuscire ad accorciare la filiera, le persone devono sapere dove e come viene prodotto il cibo. Un ottimo esempio sono i Gas, i gruppi d’acquisto. Se ciò non è possibile nelle grandi città, realizziamolo almeno nei piccoli centri. Il secondo punto, strettamente correlato, è la tradizione alimentare che è sempre stata legata al mondo agricolo circostante. Se nessuno mangia più la polenta, se i giovani non sanno che si fa con la farina di mais e non con quella di frumento, come potrò pensare di coltivare un prodotto sano e legato al territorio? L’agricoltura non è un settore come gli altri e proteggerlo da contaminazioni internazionali non dev’essere un tabù. Il mio sogno è però un altro: che la gente scelga di mangiare locale per intelligenza, cultura e sensibilità» 11 il 12 pianeta terra il pianeta terra Gabriele Salari La città del futuro è smart Cresce l’impegno italiano e internazionale per le città intelligenti, l’eolico e il microeolico possono fare la differenza 13 il pianeta terra Sem pre A Rio+20, l’UNEP (United Nations Environment Programme) ha lanciato un’iniziativa di carattere mondiale per trasformare le città in smart cities, partendo dalla riduzione dell’inquinamento, ottimizzando l’uso delle risorse, migliorando l’efficienza energetica e aumentando l’impiego delle rinnovabili. Il “Global Initiative for Resource-Efficient Cities” lavorerà con le autorità locali, le imprese e la società civile per cercare di trovare una soluzione ai principali problemi delle nostre città, dalla riqualificazione del patrimonio edilizio all’uso efficiente delle risorse idriche, fino al problema della gestione sostenibile dei rifiuti. In questo modo l’UNEP spera di coinvolgere nel suo programma almeno 200 Paesi entro il 2015, intervenendo a 360 gradi e partendo prima di tutto dall’innovazione tecnologica, in cui le città dovrebbero progressivamente investire sempre maggiori forze economiche e lavorative. “Con la crescente urbanizzazione Entro il 2050 e la prol’80% della popolazione gressiva mondiale vivrà nelle città, con un riduzioflusso migratorio di circa 3 milioni di ne delle persone in poco più di 80 anni. Già oggi, risorse, pur ricoprendo solo il 3% della superficie c’è un totale della Terra, le aree metropolitane urgente rappresentano la principale fonte di spreco bisogno e di inquinamento, dove si produce più di un’adella metà dei rifiuti mondiali, si emette z i o n e fino all’80% delle sostanze nocive coordipresenti in atmosfera e si nata sulla consumano il 75% sostenibilità delle risorse urbana, essenziale sia per prevenire il degrado irreversibile delle risorse e degli ecosistemi, sia per promuo- 14 + ad t t i c ini vere i molteplici vantaggi di una città più pulita, dotata di edifici efficienti, priva di inquinamento e sicura per i propri abitanti” afferma Achim Steiner, sottosegretario generale e direttore esecutivo dell’UNEP. Sulla stessa linea “la strategia italiana per un’Agenda Digitale”, elaborata dal governo tecnico, che interessa sei settori, tra cui proprio Smart cities & communities. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), dopo il bando dello scorso 2 marzo (Smart Cities and Communities e Social Innovation) rivolto alle regioni del Sud (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) ne ha pubblicato un altro da 655,5 milioni di euro per le “Smart Cities and Communities”, rivolto a tutte le regioni italiane. Dei 655,5 milioni di euro sui quali i progetti che saranno selezionati potranno contare, 170 milioni saranno erogati come contributo alle spese e 485,5 milioni come credito agevolato. I progetti dovranno proporre soluzioni innovative ai problemi in ambiti urbani e metropolitani, affrontando temi quali la mobilità, la sicurezza, l’educazione, il risparmio energetico e l’ambiente. Più eolico, più smart Le strategie per disegnare le smart cities possono essere le più varie, ma l’eolico è spesso un punto d forza del progetto. Il progetto “Genova Smart City”, ad esempio, vedrà nel Piano Energetico Ambientale Portuale (PEAP) un forte impulso all’energia eolica. Le pale verranno piazzate sulla diga foranea, i tetti degli edifici verranno coperti con pannelli il solari e verrà ricavata energia anche dalle onde del mare grazie ad impianti appositi. Ma saranno inseriti all’interno del porto anche dei sistemi di cogenerazione e trigenerazione, oltre ad una serie di interventi di efficientamento energetico sugli edifici e sull’illuminazione pubblica, cosa che coinvolgerà anche la movimentazione delle merci. I finanziamenti al progetto arriveranno da un fondo di 11 miliardi di euro per incrementare le energie pulite e diminuire le emissioni di CO2 in trenta città d’Europa. Per Genova l’investimento sarà di 60 milioni di euro, buona parte dei quali andranno nel PEAP, che vede coinvolti l’Autorità Portuale della città, la Provincia e il centro scientifico Muvita. L’elettrificazione della banchine nella zona delle Riparazioni Navali permetterà di alimentare da terra e con fonti rinnovabili le navi ormeggiate e non dover tenere accesi i motori ausiliari. Una misura che impedirà l’emissione di 10 mila tonnellate di anidride carbonica. Il Ministero dell’ambiente ha avuto invece la buona idea di indire un concorso per finanziare progetti green: circa 300 le adesioni, 52 i progetti che verranno sostenuti con un bando da 27 milioni, che ha mosso investimenti per 60 milioni di euro. Impianti eolici a misura di condominio sono tra i progetti che vedranno così la luce. “Con il nostro progetto “De urbis vento” - spiega Elena Cattani, ingegnere dell’università di Bologna - installeremo dei prototipi di impianti di micro-eolico alti solo un metro e mezzo sui tetti di edifici urbani di 7-8 piani in quattro città, ovvero Bologna, Aversa, Livorno e Castelluccio dei Sauri. pianeta terra Questi impianti sfrutteranno sia il vento che il moto di corrente ascensionale dell’aria, per esempio nel vano delle scale: in questo modo potranno coprire fino al 18% del fabbisogno energetico dell’intero edificio”. Un vero e proprio mix rinnovabile in grado di alleggerire i consumi e l’impronta ecologica degli edifici Cina smart Progettata dal governo cinese in collaborazione con quello di Singapore, i lavori sono iniziati nel 2008 e termineranno nel 2020. La nuova ecocittà cinese si trova a 40 chilometri da Tianjin, una città in forte crescita, e a 150 dalla capitale. Non solo, è stata costruita su un territorio occupato in precedenza da una discarica, scelto proprio perché inquinato e non coltivabile. Naturalmente è stato bonificato “per dimostrare che è possibile ripulire un’area degradata e renderla utile e vivibile, senza privare il territorio di risorse utili”, come hanno detto gli ideatori di questa città del futuro. Tianjin Eco-city prevede di ospitare 350mila abitanti, la metà dei quali lavorerà in loco già dal 2013. Spostarsi sarà facile: il trasporto ecologico è un elemento chiave della pianificazione, per incrementare l’utilizzo dei mezzi pubblici, ibridi. La pianta della città favorirà anche pedoni e ciclisti. Grande spazio, infatti, al verde e al blu. Vegetazione e fonti d’acqua saranno parte integrante della struttura. Così come i sistemi integrati di riciclaggio dei rifiuti e di produzione di energia elettrica tramite fonti rinnovabili come eolico, solare e geotermico. 15 il 16 pianeta terra il pianeta terra Vittorio De Piano Inquinamento e salute Battaglia sociale e opportunità di mercato tra risanamento dell’aria, salute e qualità della vita 17 il pianeta terra Inquinamento dell’aria: cosa è cambiato negli ultimi decenni? Se si considera che attualmente ogni cittadino ha a disposizione 0,34 metri quadri di isole pedonali e 3,8 metri quadri di zone a traffico limitato, rispetto al quasi zero di trent’anni fa (fonte: Legambiente), se ne deriva che sul lungo periodo qualcosa è accaduto. Fino ad oggi gli effetti diretti sulla salute dell’inquinamento e dello smog in generale sono stati oggetto di ricerche scientifiche, programmi amministrativi o politici e campagne mediatiche, meno sovente di azioni legali e richieste di risarcimento. Nel nostro Paese si è mosso il Codacons che, al grido “oltre due milioni di persone nel mondo muoiono ogni anno a causa dello smog, più di 8.500 in Italia”, ha deciso di avviare Il Rapporto un’azione di risarci: te n mento contro quaie b m a Leg rantacinque città italiane, ree di aver o n ia P n occorre u superato in troppe occasioni i limiti Nazionale consentiti per legdi Risanamento ge. Così, al costo di sei Euro, si ha la a ri dell’A possibilità di aderire all’azione collettiva che punta a ottenere un risarcimento di duemila euro a cittadino partecipante per i danni subiti alla salute. Segno di una ritrovata lotta all’inquinamento (o semplicemente segno dei tempi), l’iniziativa ricalca alcune esperienze estere, particolarmente statunitensi, che in ambiti simili hanno riscosso successo; basti pensare a quanto accaduto per il mercato di tabacchi e sigarette. L’azione del Codacons segue di non molto la diffusione dei risul- 18 tati di una ricerca dell’International Agency for Research on Cancer (parte dell’OMS), che ha puntato il dito contro gli scarichi dei motori diesel, considerati “causa di cancro ai polmoni”. In tal senso il presidente dell’Agenzia, Christopher Portier, ha spiegato: «Le prove scientifiche sono inconfutabili e le conclusioni del gruppo di lavoro sono state unanimi: le emanazioni dei motori diesel causano il tumore del polmone», andando così a classificare i gas di scarico come sostanze cancerogene certe, mentre in precedenza erano annoverati come sostanze “probabilmente” cancerogene per l’uomo; non una questione di semiotica, ma di sostanza. La notizia ha ovviamente creato non poche reazioni in diversi paesi, creando una spaccatura tra associazioni di riferimento che si sono sostanzialmente schierate su due fronti contrastanti di valutazione. Tra gli oppositori in Italia Federauto che, attraverso il presidente Pavan Bernacchi, ha criticato da prima l’attendibilità dei “proclami” dell’Organizzazione che in alcuni casi del passato “non sono corrisposti al vero”, per poi sottolineare come la ricerca si sia concentrata su “motori industriali” e non motori veicolari. Infine, “catalizzatore e filtro anti-particolato, insieme ad altri accorgimenti tecnici, hanno da tempo stroncato le emissioni degli scarichi”. La chimica verde per risolvere il problema. Se le associazioni si muovono contro gli effetti dell’inquinamento negli agglomerati urbani d’Italia e gli istituti di ricerca scientifica si adoperano per certificarne la pericolosità, le aziende trovano proprio in questo settore nuove opportunità di mercato. il pianeta terra L’inquinamento acustico Un problema collegato e complementare a quello della qualità dell’aria nelle città e rappresentato dall’inquinamento acustico cui le popolazioni sono quotidianamente sottoposte. Un settore di difficile interpretazione perché mediaticamente meno d’impatto e in concreto anche meno analizzato rispetto al corrispettivo ambientale. Secondo Legambiente, infatti, se in Europa più di duecento milioni di persone sono esposte a eccessivi livelli di rumore, in Italia solo dieci capoluoghi di provincia hanno installato centraline fisse per il monitoraggio. Inoltre, solo il 37% del territorio nazionale ricade in aree sottoposte a studio e pianificazione di rischio e possibili interventi in questo ambito. Quello dell’inquinamento acustico non è un problema da sottovalutare, considerando ad esempio che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto questo problema come possibile causa di problemi cardiaci, disturbi del sonno e dell’udito. Una questione particolarmente avvertita dalla popolazione. Stando ai dati Istat 2011, il 32,6% degli italiani che vivono in città considera tra le principali preoccupazioni proprio l’eccesso di rumore, preceduto da traffico e inquinamento dell’aria; tutti fenomeni collegati e interdipendenti. Salute e Ambiente Benzene (C6H6), Monossido di Carbonio (CO), Ossidi di Azoto (NOx), Ossidi di Zolfo (SOx), Ozono (O3), Particolato (PM). Sono questi alcuni dei principali inquinanti protagonisti di frequenti studi e ricerche sugli effetti dell’esposizione per persone e ambiente. Secondo il Rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) “Air Quality in Europe 2011”, il Benzene è “cancerogeno per l’uomo, può causare difetti alla nascita e la leucemia. Può influenzare il sistema nervoso centrale, la produzione del sangue e può anche danneggiare il sistema immunitario. Ha un effetto tossico acuto sulla vita acquatica. Si accumula nei tessuti, soprattutto negli invertebrati. Causa problemi nell’apparato riproduttore e a cambiamenti nell’aspetto o nel comportamento. Può danneggiare le foglie delle colture agricole e causare la morte delle piante. È un gas serra che contribuisce al riscaldamento dell’atmosfera”. Il Monossido di Carbonio “può causare mal di testa, vertigini e stanchezza, malattie cardiache e danni al sistema nervoso. Provoca effetti anche sugli animali, ma è improbabile che si registrino le concentrazioni necessarie in ambiente naturale, salvo eventi catastrofici quali incendi. Contribuisce alla formazione di gas a effetto serra come CO2 e O3”. Gli Ossidi di Azoto hanno “effetti sul fegato, i polmoni, la milza e il sangue. Può portare all’aggravarsi di malattie polmonari e infezioni dell’apparato respiratorio. Contribuisce all’acidificazione ed eutrofizzazione del suolo e dell’acqua, portando a cambiamenti nella diversità delle specie. Può formare acido nitrico a danno delle superfici degli edifici”. Gli Ossidi di Zolfo “possono aggravare l’asma e ridurre la funzione polmonare oltre ad infiammare le vie respiratorie. Può causare malessere generale, mal di testa ed ansia. Contribuiscono all’acidificazione del suolo e delle acque superficiali. Causano danni alla vegetazione e perdite di specie locali nei sistemi acquatici e terrestri. Contribuisce alla formazione di particelle di solfato e al raffreddamento dell’atmosfera”. L’Ozono è “irritante per occhi, il naso, la gola e i polmoni. Può distruggerne i tessuti portando a diminuzione della loro funzione. Provoca sintomi respiratori come tosse e respiro corto, asma e altre malattie polmonari. I danni alle piante da O3 possono alterare la struttura dell’ecosistema, ridurre la biodiversità e diminuire l’assorbimento della CO2. Può causare una riduzione nei raccolti delle specie coltivate”. Il Particolato causa “malattie cardiovascolari e polmonari, attacchi cardiaci e aritmie. Può influenzare il sistema nervoso centrale, il sistema riproduttivo e causare il cancro. Ha effetti anche sugli animali. Influenza i processi di crescita delle piante e gli altri processi degli ecosistemi. Ha effetti negativi su edifici e manufatti artistici. A seconda delle dimensioni delle particelle può avere effetti sul clima”. 19 il pianeta terra PM10 - Superamenti del limite medio giornaliero di protezione della salute umana (50 μg/m3) nei capoluoghi di provincia nel 2011, rispetto alla centralina peggiore Superamenti consentiti in un anno: 35. Fonte: elaborazione Legambiente su dati Arpa, Comuni, Province, Regioni. Città Centralina peggiore Superamenti 1TorinoGrassi 158 2MilanoSenato 131 3Verona Borgo Milano 130 4AlessandriaD’Annunzio 125 5Monza via Machiavelli 121 6AstiBaussano 117 7Brescia Villaggio Sereno 113 8Vicenza Quartiere Italia 112 9Cremona via Fatebenefratelli 109 10 Frosinone*Scalo 108 11 Mantova via Ariosto 108 12 Pavia piazza Minerva 103 13 Treviso via Lancieri Novara 102 14 Bergamo via Garibaldi 98 15 RovigoCentro 98 16 Lodi viale Vignati 96 17 Cagliari piazza Sant’Acendrace 94 18 PadovaMandria 94 19 ParmaMontebello 93 20 Venezia parco Bissuola 91 21 Modena via Nonantola 90 22 Vercelli Campo Coni 90 23 Ancona via Bocconi 88 24 Reggio E.Timavo 86 25 NovaraRoma 84 26 PiacenzaGiordani-Farnese 81 27 BiellaLamarmora 77 28 RiminiAbete 74 Città Centralina peggiore Superamenti 29 Como viale Cattaneo 30 Ferrara via Bellonci 31 Varese via Copelli 32 Bologna Porta San Felice 33 RomaTiburtina 34 Pescara viale Bovio 35 RavennaCaorle 36 Terni Le Grazie 37 Lecco via Amendola 38 Palermo Di Blasi 39 Napoli Osserv. Astronomico 40 FirenzeMosse 41 Benevento Ospedali Civili Riuniti 42 Macerata via Vittoria 43 Avellino Ospedale Moscati 44 ForlìRoma 45 PordenoneCentro 46 Taranto via Machiavelli 47 Trento via Bolzano 48 PisaBorghetto 49 Sondrio via Mazzini 50 Udine piazzale Osoppo 51 Perugia Ponte San Giovanni 52 PratoRoma 53 Trieste via Carpineto 54 Pesaro via Scarpellini 55 CuneoAlpini *dato relativo al 30 dicembre 2011 Emissioni dei principali inquinanti in Italia nel 2009 Fonte: Rapporto Mal’Aria su base ISPRA - Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera 2011 Sostanze inquinanti Quantità (Gg) PM10173 di cui PM2,5144 NOx981 SOx231 CO2.617 IPA119 (in Mg/anno) Benzene7,8 20 76 72 69 69 69 69 68 68 64 63 62 59 58 54 48 48 47 45 45 44 44 44 43 43 43 39 36 il Sono diverse, infatti, le imprese e i gruppi più o meno piccoli che hanno sperimentato o lanciato prodotti e tecnologie capaci di contrastare, ridurre o eliminare la presenza di agenti dannosi e altamente pericolosi nell’aria respirata dall’uomo. È questo il caso dell’italiana Italcementi, che ha ripensato il classico cemento attraverso un agente denominato Tx Active, che consente di accelerare la decomposizione degli inquinanti attraverso reazioni. Su una linea molto simile anche i composti chimici o biologici dust suppressant (inibitori di polveri), che hanno la capacità di fissare al suolo lo smog derivante dagli scarichi delle automobili, funzionando come una sorta di collante misto al manto stradale. La sperimentazione è già avvenuta in Paesi come la Germania, l’Inghilterra e la Norvegia, mentre per Italia è stato il Piemonte ad aprirsi a questa nuova possibilità con la città di Torino e, si prevede, anche Novara e Vercelli. I risultati della ricerca. Secondo il Rapporto 2012 Mal’Aria diffuso da Legambiente, nel 2011: “Se da una parte aumentano le città che rispettano i limiti per l’ozono, peggiorano quelle che sono oltre i valori di legge per il biossido di azoto e i superamenti del PM10. (…) Sarà stata forse colpa del clima meno piovoso rispetto all’anno precedente, ma sicuramente la mancanza di misure strutturali per combattere l’inquinamento e l’assenza del tanto sospirato Piano nazionale di risanamento dell’aria non hanno contribuito a guarire la situazione. (…) Non possiamo però dare solo la colpa all’assenza di pioggia o al ridotto numero di centraline - per il monitoraggio -. Le cause pianeta terra dell’inquinamento atmosferico sono chiare da tempo. Sono i processi industriali e di produzione dell’energia o, in città, prevalentemente il traffico veicolare e i riscaldamenti, a essere le principali fonti di emissioni di polveri fini, ossidi di azoto e degli altri inquinanti. È su questi settori che bisogna intervenire”. Questa l’analisi, ma in termini di soluzioni: “Per limitare le auto in città servono serie politiche di mobilità sostenibile e di potenziamento del trasporto pubblico locale e si deve pensare più seriamente anche al modo di ridurre il flusso dei pendolari in entrata. Sono circa undici milioni le persone che ogni giorno si spostano per recarsi al lavoro o nei luoghi di studio e di questi solo 2,8 milioni sceglie il treno. (…) Eppure aumentare di 1000 unità i treni in circolazione o investire a lungo termine per portare i passeggeri ad almeno 4 milioni, porterebbe benefici non solo alla qualità della vita, ma ridurrebbe anche le congestioni del traffico e comporterebbe un certo risparmio di emissioni in atmosfera, stimate da Legambiente in una riduzione dal 3,3% al 5,5% di PM10” 21 il 22 pianeta terra il pianeta terra Silvia Martone Festa per i mille MegaWatt in Italia L’azienda tedesca Enercon chiude il 2012 con un importante traguardo dedicato a due milioni di persone La società tedesca Enercon, produttrice di aerogeneratori dal 1984, taglia il traguardo dei 1000 MW in Italia con l’installazione di una turbina E101 da 3 MW nel Parco Eolico Gorsexio, nel Comune di Mele a Genova. La Enercon è presente sul territorio nazionale dal 2003 con varie sedi divise tra attività di Sales, Amministrazione, Site Assessment, Logistica, Project Management, Installazione e Manutenzione. Nel giro di pochi anni l’azienda tedesca, già costruttore leader a livello mondiale, è riuscita ad affermarsi anche in Italia con una presenza considerevole nei principali Parchi Eolici nazionali, tanto far attestare il mercato italiano al terzo posto per ordine di importanza tra le attività commerciali Enercon. Il 2012 si è prospettato da subito come un anno propizio, con l’installazione in Puglia a Volturino di turbine per 2300 kW, cui sono seguiti gli 800 kW nel Parco di Bovino Serrone, i 2000 kW a Santomenna e 4600 kW di Savona. 23 il pianeta terra L’Azienda Fondata nel 1984 in Germania da Aloys Wobben e un piccolo gruppo di ingegneri, ENERCON oggi è leader mondiale nella progettazione, produzione, installazione e manutenzione di aerogeneratori per la produzione di energia da fonte eolica. La storia di questo successo è singolare e altrettanto lo è la sua eccezionale crescita, giacché conta attualmente circa 14 mila dipendenti e più di 19.000 installati generatori eolici. ENERCON si è permanentemente insediata in Italia dal 2003 e, ad oggi, la sua struttura annovera circa 200 dipendenti divisi tra Sales, Amministrazione, Site Assessment, Logistica, Project Management, Installazione e Manutenzione. Con l’installazione della prima E-101 da 3 MW, ha abbondantemente superato i 1000 MW di potenza elettrica connessa in Italia. I Prodotti Con la sua gamma prodotti, ENERCON riesce a coprire un ampio range di potenza, dagli 800 kW ai 3 MW, con varie tipologie turbine che si rendono adatte alle diverse condizioni di vento dei siti italiani: • E-44 900 kW: torre in acciaio da 45m a 55m, classe di vento 1A • E-48 800 kW: torre in acciaio da 50m a 76m; classe di vento 2A • E-53 800 kW: torre in acciaio da 60m a 73m, classe di vento S • E-70 E4 2300 kW: torre in acciaio/cemento da 64m a 113m, classi di vento 1A, 2A, S • E-82 E2 2000 kW: torre in acciaio/cemento da 78m a 138m, classe di vento 2A • E-82 E2 2300 kW: torre in acciaio/cemento da 78m a 138m, classe di vento 2A • E-82 E3 3000 kW: torre in acciaio/cemento da 78m a 138m, classi di vento 1A, 2A • E-92 E2 2350 kW: torre in acciaio/cemento da 85m a 138m, classe di vento 2A • E-101 3050 kW: torre in cemento da 99m a 135m, classe di vento 2A 24 Non va trascurato inoltre che il Parco più grande d’Italia, in Sardegna, vanta la presenza di 69 turbine Enercon E70 per una potenza complessiva di 160 MW. La cifra tonda dei 1000 MW verrà raggiunta con l’installazione di una turbina da 3MW, che rappresenta una novità in quanto per la prima volta verrà installata una turbina di così grande potenza nella parte centro settentrionale dell’Italia. Le caratteristiche che rendono innovativa questa macchina sono il generatore sincrono anulare con sistema direct drive, il raffreddamento aria/acqua, pale rinforzate con fibra di vetro e fibra di carbonio, controllo elettronico retroazionato dei parametri della corrente immessa in rete ed il sistema certificato di storm control. È evidente che la piena fiducia degli investitori italiani nei confronti di questo colosso dalla trentennale esperienza abbia premiato negli anni, consolidandone la presenza e rafforzando l’interesse di nuovi clienti sia per le accattivanti innovazioni tecnologiche che per le attività di manutenzione. I vantaggi che l’azienda tedesca poterà in Italia con i 1000 MW di installato consentiranno di evitare 1 milione e 200 tonnellate di CO2 e di soddisfare il fabbisogno di energia di 2 milioni di persone. Il contributo che viene dato in termini di benefici ambientali e di risparmio energetico è notevole, specie in questo momento storico che vede la “crisi energetica” e i “cambiamenti climatici”, come le principali problematiche che affliggono il nostro Pianeta. Non vanno poi trascurati i benefici diretti per il nostro Paese. I comuni che ospitano impianti all’interno dei loro terreni demaniali, ottengono una remunerazio- il pianeta terra ne che contribuisce ad aumentare indipendenza energetica dall’esteil bilancio comunale stesso, aspetro, miglioramento della bilancia to che non va trascurato in questo commerciale, crescita e sviluppo, periodo di tagli anche alle amminuovi posti di lavoro» commenta nistrazioni locali. Ferrari «Nonostante ciò abbiamo In questo caso il Comune di grande fiducia nelle risorse del Mele beneficerà del 3% del fattusettore e soprattutto crediamo in rato annuo, che potrà reinvestire una azienda come la Enercon che in servizi pubblici per i cittadini. ha sempre fatto dell’impegno verI 1000 MW di Enercon verranso la qualità totale, dell’attenzione no festeggiati a metà settembre al Cliente e della visione strategica presso il Parco Eolico Gorsexio alla di lungo periodo i suoi principali presenza delle istituzioni locali, valori» come il Sindaco di Mele, e della stampa locale e nazionale. Mauro Ferrari, Responsabile della filiale commerciale italiana di Enercon esprime così la sua soddisfazione «Raggiungere un simile traguardo nel corso di un anno come il 2012, particolarmente negativo per il settore, rende ancora più soddisfacente questo obiettivo, che grazie all’eccellente lavoro di tutto il team italiano della Enercon, si è potuto realizzare.» In Italia è stata recepita recentemente la Direttiva Comunitaria sulle FER, con un anno di ritardo e con una certa delusione da parte degli operatori del settore che hanno visto ridursi tutta una I vantaggi serie di opportunità che lo che l’azienda tedesca sviluppo di energia eolica avrebbe portato, con un poterà in Italia con i 1000 ulteriore irrigidimento MW di installato consentiranno di della normativa e degli evitare 1 milione e 200 tonnellate di iter autorizzativi. CO2 e di soddisfare il fabbisogno A fronte di ciò, le aspettative future di energia di 2 milioni di persone. dell’azienda teutonica in Italia sono Raggiungere un simile traguardo nel speranzose: «C’è corso di un anno come il 2012, particolargrande dispiacere per la mancanza di mente negativo per il settore, rende una visione concreta ancora più soddisfacente questo da parte della politica obiettivo, che grazie all’eccellente riguardo alle considerevoli opportunità per il lavoro di tutto il team italiano paese che le energie rinnodella Enercon, si è potuto vabili potrebbero garantire: realizzare. 25 il 26 pianeta terra il pianeta terra Concetta Voto Vento e silenzio Navigare a velocità ridotta può sembrare una perdita di tempo, invece aiuta a ritrovare il senso e la qualità del viaggiare stesso 27 il pianeta terra Ho vissuto un’esperienza meravigliosa al largo dell’isola di Ponza. Ero imbarcata su una splendida barca a vela che fino ad allora però, absit iniuria verbis, aveva navigato a motore per consentirci di ottimizzare i tempi di giorni estivi sempre frenetici ed incalzanti. Il Comandante scrutò il cielo e la scia dell’imbarcazione; comprese la direzione e la potenza del vento. Restò qualche attimo in silenzio ed ordinò di spegnere tutto a bordo. Spegnere la radio, spegnere i cellulari, spegnere il motore, spegnere il gioioso e vacuo chiacchiericcio barcaiolo; e spiegare le vele, con gesti semplici e precisi. Lo spin ed il genoa si gonfiarono in pochi secondi. Il “Don Pedros” cominciò a navigare sospinto soltanto dalla forza della corrente marina e dal soffio del vento. Mi ero sistemata a prua legandomi ad una cima per impedire che un’onda anomala mi spingesse fuori bordo. Ebbi un brivido lungo e caldo. Mi sentivo al centro dell’universo avendo attorno a me soltanto il mare, il cielo, i gabbiani che planavano lungo la scia dell’imbarcazione. Un raggio di sole lambiva il pelo dell’acqua rendendola iridescente in tutte le gradazioni cromatiche dall’oro allo smeraldo. Mille pensieri si affollavano nella mente immersa in tanta beatitudine. La barca avanzava lenta percorrendo sei chilometri all’ora. L’isola di Palmarola verso la quale eravamo diretti sembrava un miraggio lontano ed inarrivabile. Ma nessuno dell’equipaggio sembrava dolersene più di tanto. Il tempo e lo spazio si dilatavano all’infinito rispetto alle nostre schizzate abitudini quotidiane. È stata un’esperienza emotivamente intensa ma anche terapeu- 28 tica. Il silenzio, la contemplazione della natura, l’incedere lento sono ormai lontani dal nostro modo di vivere. Navigare a velocità ridotta può sembrare una perdita di tempo, invece aiuta a ritrovare il senso e la qualità del viaggiare stesso. Troppe volte nella nostra giornata siamo più attenti alla meta da raggiungere che alla qualità del viaggio. Nel torpore beato di quegli attimi mi sono venute alla mente le parole del poeta Baudelaire: non c’è nessuna felicità in fondo alla strada, la felicità è la strada da percorrere insieme. Una rotta nella quale il vento era protagonista. Quando venne riacceso il motore, quando la radio riprese a gracchiare, quando i cellulari cominciarono nuovamente a trillare feci molta fatica a scuotermi da tanta beatitudine. Avevo però imparato la lezione. Cercherò di trovare sempre nella mia giornata, anche quando non sarò a bordo di una barca a vela, degli attimi di silenzio e contemplazione della natura che Dio ci ha donato. Il viaggio della mia giornata sarà certamente più gratificante e proficuo quando riuscirò a cogliere la carezza del vento energia pulita Newsletter ANEV associazione nazionale energia del vento settembre 2012 ANEV al Salone Internazionale delle Energie rinnovabili Tutte le attività dell’Associazione ad Eolica Expo Mediterranean Fiera di Roma, 5_7 settembre 2012 Siamo giunti alla decima edizione di Eolica Expo Mediterranean, il Salone Internazionale per l’Energia dal Vento in programma dal 5 al 7 settembre 2012 presso la Fiera di Roma, dove come ogni anno l’ANEV sarà presente con una serie di eventi. Un’opportunità da non perdere per raccogliere importanti contatti internazionali e confrontarsi con gli operatori del mercato, nell’unica fiera del bacino del Mediterraneo, che negli ultimi 10 anni è diventata la quinta fiera mondiale del settore. L’ANEV curerà l’organizzazione del Convegno inaugurale di mercoledì 5 settembre “Il contributo del settore eolico ad una nuova fase di riorganizzazione e rinnovamento nel comparto energetico nazionale”, in cui si parlerà della situazione attuale del settore dopo l’attuazione del D.lgs 28/2011 con i rappresentanti delle istituzioni competenti e i rappresentanti delle aziende di settore. Il convengo rappresenta un importante momento di dibattito su un argomento, come quello della normativa di settore, che catalizzerà l’interesse di molte delle aziende operanti nell’eolico, che aspettano da tempo chiarimenti e certezze sul tema. Rappresentanti dell’ANEV saranno presenti in gran parte delle sessioni convegnisti che della Fiera. Inoltre come ogni anno da 4 al 7 settembre si terrà il Corsodi Formazione ANEV Eolico di Base: tecnica, normativa, ambiente ed esperienza sul campo”. Il corso organizzato ormai da anni, rappresenta un’eccellenza, ospitando relatori dall’esperienza consolidata e di fama nazionale ed internazionale nel settore eolico. Ecco il programma del convegno inaugurale: Mercoledì, 5 Settembre 2012 Centro Congressi, Sala Aurelia Sessione Inaugurale Il contributo del settore eolico ad una nuova fase di riorganizzazione e rinnovamento nel comparto energetico nazionale Sessione sponsorizzata da Erg Renew 11.00 - 11.10 Apertura dei lavori e introduzione Chair: Simone Togni Presidente ANEV 11.10 - 11.25 Corrado Clini Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 11.25 - 11.40 Sara Romano Direzione generale per l’energia nucleare, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica - Ministero dello Sviluppo Economico 11.40 - 11.55 Francesco Ferrante Senato della Repubblica, Membro della 13a Commissione permanente Territorio, Ambiente, Beni Ambientali 11.55 - 12.10 Cesare Cursi Senato della Repubblica, Presidente della X Commissione permanente Industria, Commercio e Turismo 12.10 - 12.25 Edo Ronchi Presidente Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile 1 2.25 - 12.40 Nando Pasquali Amministratore Delegato GSE 12.40 - 12.55 Pasquale De Vita Presidente Confindustria Energia 12.55 - 13.10 Massimo Derchi Amministratore Delegato Erg Renew Newsletter Campania: modificare il Piano Energetico Ambientale Regionale L’ANEV auspica che il PEAR venga corretto nei punti di contrasto con le norme comunitarie e nazionali, presupposto per far ripartire lo sviluppo e l’occupazione nella Green Economy anche in questa regione Il Consiglio Regionale della Campania ha rinviato l’analisi e l’approvazione delle norme per l’attuazione del Piano Energetico Ambientale Regionale - PEAR. Premesso che l’ANEV non entra nel merito di quanto i pubblici decisori legittimamente decidano, con il dovuto riguardo dei rispettivi ruoli, si prende comunque atto che l’analisi del PEAR è stata rinviata per ulteriori approfondimenti, alla luce dei palesi profili di incostituzionalità che erano in essa contenuti, correttamente evidenziati dagli Uffici dell’Assessore competente, Sergio Vetrella. Rispetto al passato, quando invece il Consiglio Regionale della Campania approvò la nota Legge Colasanto, la legge del 1° Luglio 2011, Disposizioni Urgenti in materia di Impianti Eolici, la differenza di impostazione è significativa, infatti il Consiglio Regionale in questo caso ha ritenuto di approfondire la questione onde evitare ulteriori brutte figure promulgando provvedimenti normativi con palesi profili di illegittimità costituzionale. Molti ricordano probabil- mente che la richiamata Legge “Colasanto fu debitamente impugnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per i palesi profili di incostituzionalità in essa contenuti, forse però non tutti sanno che tale impugnazione fu bloccata a valle di una comunicazione della Regione stessa che dichiarava di aver fatto cessare la materia del contendere avendo abrogato la norma, salvo poi provvedere con una altrettanto illegittima proroga contenuta nella Legge delle Castagne che prorogava, dopo che era scaduta, tale norma senza peraltro darne evidenza alcuna alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. In relazione a quest’ultima, il Consiglio dei Ministri in data 20 luglio 2012 ha deliberato l’impugnativa dinnanzi alla Corte Costituzionale della Legge Regione Campania n. 13 del 21/05/2012 “Interventi per il sostegno e la promozione della castanicoltura e modifiche alla Legge regionale 27 gennaio 2012, n. 1” (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012-2014 della Regione Campania-Legge finanziaria regionale 2012) in quanto contiene disposizioni in contrasto con i principi statali in materia di ordinamento civile e buon andamento della pubblica amministrazione. Come risaputo, la Legge regionale impugnata andava a prorogare ulteriormente una proroga già scaduta di una abrogazione anomala, quella della nota Legge Colasanto che imponeva il vincolo di 800 mt di distanza tra aerogeneratori. La deliberazione del Consiglio dei Ministri ha evidentemente preso in considerazione le indicazioni dell’ANEV, supportate dal parere legale espresso dallo Studio Sciumè e che tale decisione del Consiglio rafforza il cambiamento di tendenza che la Regione Campania ha dimostrato, volendo approfondire, nella persona dell’Assessore Vetrella, competente allo sviluppo economico, gli eventuali profili di incostituzionalità già dall’ANEV segnalati e contenuti nell’emanando disegno di legge per il PEAR della Regione Campania. Tornando invece al caso specifico, il Consiglio Regionale edotto dei profili di incostituzionalità e illegittimità della norma Newsletter prodotta dalla Commissione Ambiente che travalicava largamente quando previsto dalle normative Comunitarie e Nazionali, ha correttamente voluto rimandare la discussione ed il confronto sul testo immaginiamo per verificare tali profili, e per evitare quindi di incorrere nell’ennesimo pastrocchio normativo che quotidianamente intasa la Suprema Corte. L’ANEV, nella sua funzione di Associazione riconosciuta nonché di rappresentanza degli operatori dell’eolico come sempre si limita a fornire elementi affinché i pubblici decisori possano assumere le proprie determinazioni nel modo più corretto. Inoltre l’ANEV tiene a precisare e a ribadire che molto peggio di una chiara posizione di chiusura nei confronti di una tecnologia (che non sarebbe ovviamente condivisibile) è una posizione di falso impegno allo sviluppo delle fonti rinnovabili bloccato poi da norme illegittime, tranelli burocratici e manovre di basso respiro. Quest’ultimo modo di agire infatti ottiene lo stesso risultato di bloccare il settore della Green Economy (e chi lo fa se ne assumerà la responsabilità etica oltre che politica), facendo perdere alla Regione Campania posti di lavoro, sviluppo e investimenti di cui gli autori noti di tali azioni dovranno essere chiamati a rispondere di fronte alla popolazione per le scelte politiche assunte, sempre che non vengano rilevati profili di illegittimità per i quali invece sarebbero giustamente chiamati a rispondere anche direttamente. Il nostro deve tornare ad essere uno Stato di Diritto e gli imprenditori seri vogliono rap- portarsi oggi più che mai con Istituzioni serie, non è più accettabile che vengano armate battaglie a mezzo stampa che sulla base di bugie conclamate tentano di supportare attacchi personali e interessi di parte. Secondo l’ISPO del Prof. Mannheimer l’81% degli Italiani vuole l’eolico, l’Europa ce lo chiede e il Paese ne ha bisogno per rilanciare l’economia, l’occupazione e lo sviluppo, non è più sopportabile che gli interessi generali vengano difesi solo dalla società civile e che invece alcuni rappresentanti delle Istituzioni pensino solo ad interessi di parte. L’ANEV chiede quindi che la Regione assuma le proprie decisioni con trasparenza e correttezza, analizzando i rilievi che gli uffici giuridici dell’ Assessore competente hanno sollevato, per poter consentire alle aziende di poter operare in un contesto normativo fatto di certezza, legalità, stabilità e legittimità costituzionale, sempre nel rispetto dell’ambiente come il Protocollo per un corretto inserimento dell’eolico nel territorio e nel paesaggio sottoscritto da ANEV, LEGAMBIENTE, e GREENPEACE impone alle aziende dell’ANEV. Il nostro deve tornare ad essere uno Stato di Diritto e gli imprenditori seri vogliono rapportarsi oggi più che mai con Istituzioni serie, non è più accettabile che vengano armate battaglie a mezzo stampa che sulla base di bugie conclamate tentano di supportare attacchi personali e interessi di parte. Newsletter Dopo Rio+20 continua il dibattito sul futuro energetico Un’economia verde per far uscire l’Italia dalla crisi Appuntamento a Rimini per gli Stati Generali della Green Economy. 39 le imprese e le associazioni promotrici. L’intervento dell’Unione Europea e dell’OCSE Dopo la Conferenza di Rio+20, presentato a Roma il programma di iniziative che porterà agli Stati generali della Green Economy e alla realizzazione di un Programma per lo sviluppo di una green economy in Italia. Sono 39 le organizzazioni di imprese promotrici e, decine gli incontri preparatori. Trecento esperti impegnati in 8 gruppi di lavoro su temi strategici, circa 2.000 tecnici e rappresentanti della società civile coinvolti in Assemblee nazionali tematiche, 39 organizzazioni di imprese, decine di incontri preparatori. Questo il vasto processo partecipativo che si concluderà a Rimini nell’ ambito di Ecomondo, il 7 e 8 novembre prossimi, con gli Stati Generali della Green Economy, dove sarà presentato un Programma per lo sviluppo di una green economy, quale contributo per far uscire l’Italia dalla crisi. L’avvio di questo percorso, promosso dal Ministero dell’Ambiente e dal Comitato Organizzatore degli Stati Generali della Green Economy, è stato presentato nel corso di una conferenza stampa, cui ha partecipato il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini - rientrato dal Summit delle Nazioni Unite di Rio+20, dedicato proprio alla green economy - alla presenza dei rappresentanti delle associazioni di imprese promotrici dell’iniziativa. A Rimini, il 7 e l’8 novembre, il Programma per lo sviluppo della Green Economy sarà presentato e discusso con rappresentanti dell’Unione Europea e dell’OCSE, delle principali organizzazioni delle imprese e dei sindacati, del mondo politico e parlamentare, delle associazioni ambientaliste e dei consumatori, di Enti locali e Regioni. Nell’occasione verrà anche presentato un Rapporto sulla Green Economy, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in collaborazione con l’Enea. Newsletter WEB ANEV Interviste, approfondimenti, materiali informativi, foto, video e segnalazioni, tutto ciò che riguarda il settore eolico passa anche per la rete e per le moderne forme di comunicazione. Proprio per questo, l’ANEV ha attivato due specifici canali sul social network Facebook (facebook/anev.italia), sul social media You Tube (youtube/ANEVeolico) e da oggi anche su Twitter (ANEVEolico). Le tre iniziative sono un utile e ulteriore mezzo di consultazione dell’attività dell’Associazione e uno strumento immediato per ottenere informazioni sul mondo dell’eolico. Oltre ai tre canali segnalati, tutte le notizie utili sono disponibili sul sito www.anev.org, dove si possono trovare anche ricerche, studi, pubblicazioni e materiale stampa. Social network e social media nuove frontiere per comunicare l’Energia del Vento Eolico Italiano Pr. CI FG FG FG FG PA PA FG MS MS RC BN FG FG FG FG BN SA SV SV AV FG AV AO PZ Sito Portoscuso Casalvecchio Puglia Roseto Val Fortore Bovino Volturino Petralia Sottana Petralia Sottana Castelluccio Valmag. Fondachelli Fantina Novara di Sicilia Bagaladi Ginestra Schiavoni S. Marco in Lamis Bovino Serrone Deliceto Ascoli Satriano Castelpagano Santomenna Cairo Montenotte Savona Savignano Irpino Faeto Bisaccia Saint Denis Melfi - La Rucola Operatore Enel GreenPower Jackson Srl Mario Srl Paul Srl Ferrovie Gargano Falck Renewables Falck Renewables Asja Ambiente SER SER Enel GreenPower Wind farm U. Avino Alerion Energeol Whysol Whysol Accornero Spa Eolica Santomenna Srl FERA FERA Daunia Savignano Srl Margherita S.r.l. Ansaldo Energia Saint Denis Vento Srl Sigma Wind Allaccio rete N° aerog. Gen. 2012 Gen. 2012 Gen. 2012 Gen. 2012 Gen. 2012 Gen. 2012 Gen. 2012 Gen. 2012 Gen. 2012 Gen. 2012 Gen. 2012 Feb. 2012 Feb. 2012 Mar. 2012 Mar. 2012 Mar. 2012 Apr. 2012 Apr. 2012 Apr. 2012 Apr. 2012 Apr. 2012 Apr. 2012 Mag. 2012 Mag.2012 Mag.2012 19 1 1 1 12 19 7 1 28 28 39 5 10 1 3 2 4 10 3 1 5 9 22 3 1 235 Modello Siemens SWT2.3-93 Leitwind LTW77 Leitwind LTW77 Leitwind LTW77 Enercon E-70 Gamesa G5X Gamesa G5X Gamesa G5X Gamesa G5X Gamesa G5X Gamesa G5X GE 2,5-100 REpower 3.4M104 Enercon E-53 REpower MM92 REpower MM92 REpower MM92 Enercon E-82 Enercon E-82 Enercon E-82 REpower MM92 REpower MM92 Vestas V90 Vestas V52 Enercon E-53 Potenza Diametro Altezza Potenza (kW) (m) (m) (MW) Totale al 31/12/2011 6.877,84 2300 1000 1000 1000 2300 850 850 850 850 850 850 2500 3.370 800 2050 2050 2050 2000 2300 2300 2050 2050 3000 850 800 Totale dal 1/1/2012 370,70 93 77 77 77 70 58 52 58 52 52 52 100 104 53 92,5 92,5 92,5 78 82 82 92,5 92,5 90 52 53 370,70 80 65 65 65 64 65 65 65 55 55 55 75 78,5 73 98,5 98,5 78,5 85 78 78 78,5 78,5 80 55 60 43,70 1,00 1,00 1,00 27,60 16,15 5,95 0,85 23,80 23,80 33,15 12,50 33,70 0,80 6,15 4,10 8,20 20,00 6,90 2,30 10,25 18,45 66,00 2,55 0,80 7.248,54 Newsletter Calendario Eventi 12-14 settembre 2012 Short Course on Regulation Economics, Law and Governance Roma - Università La Sapienza 4 - 7 settembre 2012 Corso di formazione ANEV “Eolico di Base: tecnica, normativa, ambiente ed esperienza sul campo” Eolica Expo Mediterranean - Nuova Fiera di Roma http://www.anev.org/?page_id=88/ 5 - 7 settembre 2012 OWEMES 2012 Roma - Italia 10 - 12 ottobre 2012 1st International Off-grid Renewable Energy Conference Accra, Ghana Organizer: ARE, ECREEE, IRENA 14 - 17 ottobre 2012 CanWEA’s 28th Annual Conference and Exhibition Toronto, Ontario, Canada Organizer: CanWEA - Canadian Wind Energy Association 16 -18 ottobre 2012 China Wind Power 2012 GWEC, CREIA. Beijing, Cina. http://www.chinawind.org.cn/home.html 22 - 24 ottobre 2012 Windaba 2012 Conference and Exhibition South African Wind Energy Association (SAWEA). Cape Town, Sudafrica. http://www.windaba.co.za/ 7 - 9 novembre 2012 Corso di Formazione ANEV Specialistico: Il Minieolico Ecomondo Key Energy - Fiera di Rimini http://www.anev.org/?page_id=88/ Newsletter 10 - 11 novembre 2012 Corso di Formazione ANEV Specialistico “I nuovi meccanismi di incentivazione dell’Eolico” Ecomondo Key Energy - Fiera di Rimini http://www.anev.org/?page_id=88/ 28 - 30 novembre 2012 Wind Power India 2012 GWEC - Global Wind Energy Council. Chennai, India http://www.gwec.net/index.php?id=43 23 - 31 gennaio 2013 Mexico Wind Power 2013 GWEC - Global Wind Energy Council/ AMDEE. Mexico City 4 -7 febbraio 2013 EWEA 2013 Annual Event EWEA - European Wind Energy Association Messe Wien, Vienna, Austria KLIMAENERGY 2012 5a Fiera Internazionale delle Energie Rinnovabili per usi commerciali e pubblici Bolzano, 20 -22 settembre 2012 A breve avrà luogo la 5a edizione di Klimaenergy. Ad oggi hanno aderito alla fiera specializzata già quasi 200 espositori La fiera è accompagnata da un ricco programma: • Congresso internazionale con 5 moduli • Workshops sulla tematica attuale dei PAES • Enertours agli impianti locali • Premiazione del Klimaenergy-Award • Seminari delle Associazioni di categoria • Seconda edizione della fiera specializzata Klimamobility Per info visita il sito www.klima-enegy.it Newsletter FORUM ITALIA - CENTRO AMERICA Antigua - Guatemala, 26 novembre 2012 Il 26 novembre 2012 si svolgerà ad Antigua in Guatemala il Forum Italia - Centro America, organizzato dall’Istituto Italo - latino Americano, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall’ICE Agenzia. Il Forum si articolerà in quattro sessioni dedicate alla collaborazione nei diversi ambiti: politico, economico, accademico-culturale e cooperazione. Alla sessione plenaria della mattina, durante la quale verranno presentate le opportunità economiche dei paesi del Centro America, seguiranno nel pomeriggio gli incontri bilaterali tra le aziende italiane partecipanti ed i rappresentanti dei paesi centro americani aderenti all’iniziativa. Il Forum si svolgerà presso l’Hotel Santo Domingo di Antigua. La partecipazione rappresenta un’occasione per conoscere le realtà economico commerciali dei Paesi centro-americani attraverso le presentazioni dei Rappresentanti Governativi e dei Rappresentanti degli Organismi addetti allo sviluppo delle Piccole e Medie Imprese. I settori prioritari che presentano opportunità di sviluppo dei rapporti di collaborazione industriale e commerciale per le imprese italiane, sono: • Energie Rinnovabili; • Agroalimentare ed Innovazione Agricola; • Turismo; • Restauro Patrimonio Artistico; • Infrastrutture; • Infrastrutture viarie, autostradali e ferroviarie; La partecipazione al Forum è gratuita. Le spese di viaggio e di alloggio sono a carico dei singoli partecipanti. Per partecipare registrati al seguente link entro e non oltre il 30 settembre 2012: https://sites. google.com/a/ice.it/forum-italia-centro-america-ice/ Per le aziende o associazioni interessate, sarà possibile proseguire la missione in forma personalizzata, con l’organizzazione di visite e incontri con le istituzioni e le associazioni di riferimento locali, in Guatemala così come negli altri Paesi aderenti al Sistema di Integrazione Centro Americana, SICA (Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama) grazie al supporto ed al coordinamento dell’IILA. Eventuali desiderata per il prosieguo della missione andranno inviati via mail, sempre entro il 30 settembre 2012, all’indirizzo: [email protected] e p.c. a: [email protected] SOUTH AFRICA new opportunities for Italian companies in the renewable energy market” Milano, 24 settembre - Ambrosianeum, via delle Ore 3 dalle 9.00 - 13.00 La giornata si aprirà con un key note speech del prof. Wikus Van Niekerk, Direttore del Centro Studi Rinnovabili e Sostenibilità della prestigiosa Università di Stellenbosch (Cape Town). Seguirà la testimonianza del caso Enel Sharp con Riccardo Amoroso e di altre aziende presenti con successo nel mercato sudafricano delle energie rinnovabili. Per i partner dell’OIR la partecipazione al seminario è gratuita (previa iscrizione). Per tutti gli altri soggetti il costo è di euro 300 + IVA fino al 31 luglio; successivamente sarà di euro 500 + IVA. Per visionare il programma e iscriversi: http://www.agici.it/eventi/24_09_12_seminario.php In occasione del seminario verrà presentato il Report Agici “Challenges and Opportunities in South Africa’s Energy Sector”. Nessuno può fermare il vento... ...ma noi possiamo estrarne tutta la sua energia. siamo presenti a: 5-7 settembre 2012 HALL 7 D12 E11 www.idnamic.com il pianeta terra Idalaura Cappiello La canapa trova casa Anche i mattoni tra le innumerevoli applicazioni di questa straordinaria pianta, un antico vanto italiano Una casa di canapa? Non è l’abitazione di una tribù di indigeni in qualche lontano villaggio e nemmeno la capanna di una favola. È invece - per quanto riguarda i materiali - l’ultima frontiera dell’ecoinnovazione in edilizia e al tempo stesso la dimostrazione che questa pianta si usa veramente per tutto: dai biscotti al sapone, dai vestiti ai quaderni, fino alle case, appunto (vedi box 2). Il mattone in canapa è un materiale biocomposito ottenuto mi- 38 scelando i trucioli della parte legnosa della pianta con la calce. I vantaggi più evidenti, oltre al rispetto dell’ambiente nel processo produttivo, sono due: l’altissimo potere isolante termo-acustico e la capacità di “respirare”, cioè di regolare l’umidità presente nell’edificio. Ne derivano un notevole risparmio energetico e un eccellente comfort abitativo. Non a caso il mattone vegetale è molto utilizzato per i famosi il pianeta terra 39 il pianeta terra Equilibrium, azienda specializzata in bioedilizia che nel 2011 ha portato per prima in Italia il Biomattone® e le soluzioni costruttive in Natural Beton®, parteciperà al MADE Expo 2012, evento internazionale sull’architettura, il design e l’edilizia che si svolgerà dal 17 al 20 Ottobre a Fiera Milano Rho. Per la manifestazione realizzerà, in collaborazione con CibicWorkshop, un’abitazione in calce e canapa di 70 mq che sarà esposta nell’area Green Home Design presso il Padiglione 5. L’intento sarà mostrare che è possibile realizzare edifici biocompatibili ad emissioni zero con elementi che assorbono più CO2 di quella immessa nell’ambiente per la loro produzione. Equilibrium, azienda lombarda che lo scorso anno ha portato in Italia il Biomattone® e le soluzioni costruttive ecocompatibili in Natural Beton®, parteciperà al MADE Expo 2012 con un’installazione unica nel suo genere. Assieme all’architetto Aldo Cibic realizzerà un’abitazione di 70 mq, in scala 1:1, interamente composta da legno, calce e canapa, che sarà esposta nell’area Green Home Design nel il Padiglione 5 di Fiera Milano. L’obiettivo sarà mostrare al pubblico internazionale della manifestazione le interessanti caratteristiche e le enormi potenzialità di un materiale, il biocomposito di calce e canapa, che permette di realizzare edifici ad alta efficienza energetica, biocompatibili e ad emissioni zero, e che possiede la particolare caratteristica di “sequestrare”, ovvero assorbire, CO2 grazie alle caratteristiche biologiche delle materie prime di cui è composto. Costruire un’abitazione con calce e canapa significa infatti garantire all’edificio l’isolamento termo-acustico, la salubrità degli ambienti, la permeabilità al vapore, il confort abitativo, il ridottissimo impatto ambientale, ma soprattutto la capacità di contrastare i cambiamenti climatici. Questo perchè la canapa è la pianta che produce più biomassa al mondo, crescendo in soli quattro mesi fino a sei metri di altezza e assorbendo grandi quantità di biossido di carbonio durante il suo breve e prolifico ciclo vitale. «Siamo molto orgogliosi di aver stretto questa partnership con un architetto così bravo e apprezzato per una delle manifestazioni più importanti del mondo per il settore» spiega Paolo Ronchetti, General Manager di Equilibrium. «L’installazione che realizzeremo darà modo ai visitatori del MADE Expo di toccare con mano un materiale da costruzione innovativo e ricco di qualità sotto ogni aspetto. È per queste ragioni che, da quando l’abbiamo portato per primi in Italia, ha iniziato a diffondersi notevolmente, permettendoci di avviare la produzione in proprio in uno stabilimento che prima sfornava cemento e ora realizza un materiale decisamente più amico delle persone e dell’Ambiente». Equilibrium e l’architetto Aldo Cibic realizzano una casa in calce e canapa per il MADE Expo 2012 Equilibrium è un’impresa olistica che opera nell’emergente settore della bioedilizia, dei materiali da costruzione naturali e delle tecnologie per l’efficienza energetica. L’installazione in calce e canapa, realizzata assieme all’architetto Aldo Cibic, sarà esposta nel Padiglione 5 di Fiera Milano durante il MADE Expo, evento internazionale sull’architettura, il design e l’edilizia che si svolgerà tra il 17 e il 20 Ottobre 2012. Il Biomattone® e il Natural Beton® sono interamente prodotti in Italia in un ex stabilimento destinato alla produzione di blocchi in cemento in provincia di Bergamo, riconvertito da Equilibrium in un impianto di produzione di un materiale altamente ecosostenibile. Maggiori informazioni sul sito istituzionale: www.equilibrium-bioedilizia.com Ufficio stampa Equilibrium: Press Play - Comunicazione e pubbliche relazioni Alessandro Tibaldeschi | +39-333-6692430 | [email protected] 40 il pianeta terra Identikit del mattone “verde” Composizione • Truciolato vegetale di canapa; • Legante a base di calce idrata e additivi naturali. Il truciolato di canapa si ottiene dallo stelo della pianta, nella sua parte più dura e legnosa (Canapulo) e svolge la funzione di massa, che nel cemento hanno la sabbia e il pietrisco; la calce serve a “mineralizzare” la componente vegetale, proteggendola dalla possibilità di decomporsi, di incendiarsi o di essere aggredita da insetti o roditori. La calce si ottiene tramite cottura di pietra calcarea a temperature più basse rispetto a quelle del cemento. Il legante è una miscela di calce studiata appositamente per potersi combinare al meglio con il truciolato vegetale di canapa, materiale ricco di silice. Applicazioni in edilizia del biocomposito • Nuove costruzioni: muratura di tamponamento, tavolati divisori, isolamento termico e acustico di tetti, sottotetti e vespai, trattamenti antimuffe. • Ristrutturazioni: cappotti interni ed esterni per muratura di tamponamento, tavolati divisori, isolamento termico e acustico di tetti, sottotetti e vespai, trattamenti antimuffe. La canapa, una pianta dalle mille risorse La canapa è una pianta molto robusta. Cresce sia in pianura che in montagna, fino a 1500 metri di quota, non richiede irrigazione né concimazione se non in situazioni eccezionali. Inoltre, cresce più velocemente delle piante infestanti, per cui le fa morire: è “autodiserbante”. Insomma, può essere coltivata rispettando l’ambiente, senza particolari difficoltà. Ciò che davvero sorprende è la quantità di usi ai quali si presta, vediamo una breve panoramica riferita alle diverse parti della pianta. • Foglie o fiori: tisane, birre, caramelle; • Seme: cibo per animali, molto proteico; olio alimentare, integratori ricchi di Omega 3; oli per cosmetici; farina per alimentazione umana, priva di glutine e quindi adatta ai soggetti intolleranti; • Fibra: prodotti tessili per abbigliamento o arredamento, corde, sacchi, teli per l’industria, pasta per carta; • Parte legnosa: pannelli isolanti per l’edilizia, mattoni, pareti divisorie. L’Italia, storicamente, era uno dei produttori di canapa più importanti del mondo. Nel dopoguerra la coltivazione fu vietata per impedire lo smercio di sostanze stupefacenti da essa derivate. Nel 1998 il divieto è stato rimosso per le varietà a basso contenuto di cannabinoidi (le droghe). Da allora l’interesse per la canapa si è rinnovato ed è in crescita, anche se nel nostro Paese ci sono solo due impianti di trasformazione. Per chi volesse approfondire c’è Assocanapa (www.assocanapa.it), l’associazione nazionale dei produttori. 41 il pianeta terra “cappotti” che vengono oggi proposti per migliorare l’efficienza energetica dei condomini un po’ datati. Il truciolato di canapa, infatti, è ricco di microscopici alveoli pieni d’aria, nei quali si susseguono continui processi di microcondensazione e microevaporazione, che bloccano il passaggio del caldo e del freddo dall’esterno all’interno dell’edificio. In Italia, al momento, esiste un solo produttore di questo materiale: la società lombarda Equilibrium, che ha registrato i marchi Biomattone e Natural Beton. L’azienda è una start up, nata solo l’anno scorso, dopo anni di studio e ricerca in Europa, che ha riconvertito in provincia di Bergamo un vecchio impianto di calcestruzzi, dismesso - come molti altri - per via della crisi delle costruzioni tradizionali. La combinazione di canapa e calce si usa in edilizia dalla fine del Medioevo: le prime applicazioni di cui si ha notizia risalgono al XV secolo. La tecnologia canapa-calce è stata sviluppata in maniera crescente in Francia a partire da venti anni fa come soluzione per il restauro di edifici storici, ma è rimasta una nicchia in ambito pioneristico e artigianale. La ricerca accademica recente ha definito e spiegato le proprietà intrinseche del biocomposito. Quanto ai costi, ci si aspetterebbe un costo poco concorrenziale, perchè siamo abituati a considerare ciò che è “bio” come un prodotto di nicchia. Invece il prezzo dei prodotti a base di calce e canapa risulta essere allineato a quello degli altri isolanti naturali attualmente in commercio e utilizzati per la riqualificazione energetica degli edifici. 42 Inoltre, in caso di nuova costruzione il mattone di canapa risulta addirittura più economico dei sistemi tradizionali in laterizio e cemento: fino al 20% in un’abitazione di classe A. «Il motivo è presto chiarito dice Daniele Lombardo, responsabile marketing di Equilibrium - un muro di calce e canapa svolge entrambe le funzioni, fin qui considerate separate, di muratura e di isolante. È un unico materiale omogeneo, quando nell’edilizia tradizionale si tende ad accoppiare più materiali minerali, sintetici, naturali in stratigrafia (per es. blocco in laterizio più cappotto in polistirene). In questo modo vengono risolti anche i problemi di umidità interstiziale che normalmente nascono dove finisce un materiale e ne inizia un altro, a causa del diverso valore di permeabilità al vapore dei materiali impiegati» il pianeta terra 43 il 44 pianeta terra il pianeta terra Ilaria Pimental Roma e il Ponentino La trasformazione urbanistica l’ha reso quasi impercettibile, ma il rapporto tra la Capitale ed il suo vento resta scolpito nell’immaginario collettivo tra canzoni d’amore, detti popolari e pellicole cinematografiche Il Ponentino è un vento lieve occidentale, una brezza di mare, che spira nella stagione estiva ed è principalmente avvertito sulle coste dell’Italia centrale, in particolare della Toscana meridionale e del Lazio. 45 il pianeta terra Raggiunge punte massime di circa 20 nodi sul litorale antistante la città di Roma. Il Ponentino è il vento più noto fra quelli che spirano su Roma, sebbene nella concezione popolare s’intenda con questo termine il vento di Ponente che si leva sul far della sera nella stagione calda. Che dilizia! Senti quer venterello salato, quer freschetto fino fino dell’onne, che le move er ponentino, che pare stiano a fa’ a nisconnerello! Cesare Pascarella Eppuro er mare... N Dati gli orari e le stagioni in cui lo si avverte (a Roma è in realtà più presente in primavera, ma la sensazione di refrigerio è più distinta nei crepuscoli estivi), questo vento è divenuto oggetto di una particolare percezione popolare, ben presto elemento di tradizione popolaresca istintiva, nella coincidenza del suo levarsi con l’ora del riposo, della cena (rito fra i più importanti della romanità) e dell’amore. Dell’amore il Ponentino divenne nel tempo allusivo e romantico riferimento e custode, complice creatore di produttive atmosfere soprattutto per il corteggiamento, silenzioso messaggero delle note di fiduciosi stornelli, di amorosi versi cantati che questo vento, si riteneva, potesse rendere ammaliatori. Ed era, secondo proprio un antico stornello, la miglior scusa per poter assestare una ciocca di capelli dell’amata, forse davvero scomposta da qualche refolo, e per restare nei paraggi a provare una tenera incerta carezza. Prestame er Ponentino più malandrino che ciai Armando Trovajoli, Renato Rascel, Roma nun fa’ la stupida stasera” (Rugantino). Sottintesa cornice delle liturgie 46 alimentari serali che Fellini descrisse in “Roma”, e forse di Roma, er Ponentino è in realtà rinfrescante ragione e condizione dell’uso romano di cenare, quando possibile, all’aperto, trasportando fra le case aromi di cucinato e trasformando le stanche strade in profumate promesse del ristoro, unendo le singole abitazioni, i singoli nuclei familiari, nel rito della cena che si fa così distintamente collettivo, di rione. Come appunto espressivamente colto dal cineasta. D’intorno, intanto, svaniscono i fumi ed i vapori della giornata operosa, ed i monti lontani come il Terminillo o quelli più vicini come i Castelli, riguadagnano nitidezza nell’aria purificata, rassicurando a vista i Romani che i monti sono ancora là, a carpire da questo vento echi e fragranze della Caput mundi. E se dopo la cena risoffiasse, vuole sempre la proverbialità degli stornelli, volano di nascosto le notizie, si sviluppano in segreto i progetti, si decidono sacralmente le cose di casa, tramano di traverso le spie e vitaminici si svegliano i pazzi. Vedé passà er Ponentino vedere passare il Ponentino (Modo di dire romano riferito a persone di particolare acume o informatissime) La crescita urbanistica della Capitale, unitamente alle costruzioni di edifici di altezza rilevante nelle periferie come ad esempio il “Nuovo Corviale”, ha via via indebolito la capacità di penetrazione di questo delicato zéfiro, così che oggi non è più possibile apprezzarne la presenza se non nelle primissime fasce urbane ad Occidente. La notazione, già di riscontro diffuso, fu “ufficializzata” da Giulio Carlo Argan, storico dell’arte ed ex sindaco della Capitale, sul principio degli anni Ottanta il pianeta terra 47 il 48 pianeta terra il pianeta terra Ciro Annunziato Energia per far ripartire l’Italia Nonostante la crisi ed il crollo dei consumi, cresce la domanda d’energia. Dodici regioni italiane registrano un preoccupante deficit energetico. Analisi dei bollettini Terna sull’energia elettrica nazionale 49 il pianeta terra Non smettere di pensare al futuro, questo è la mission che si siamo dati come redazione per l’anno editoriale che affronteremo. Ma per pensare al futuro bisogna comprendere correttamente il presente e il passato. La consapevolezza e la memoria delle cose e dei fatti resta sempre la miglior fonte per ripensare il futuro. Con questo spirito da questo numero introdurremo un bollettino dei dati pubblicati da TERNA S.P.A. sull’energia elettrica nazionale. L’obiettivo è dare una visione comparata dei dati che permetta di avere il senso complessivo di quello che sta succedendo. Nel primo semestre di ogni anno Terna pubblica i Dati statistici sull’energia elettrica in Italia relativi all’annualità precedente. Questa pubblicazione fornisce, da un lato, il quadro della consistenza degli impianti elettrici e della loro produzione di energia elettrica distinta per tipo di operatore elettrico - produttore o autoproduttore; dall’altro, una disaggregazione dei consumi di energia elettrica secondo diversi criteri merceologici e territoriali. Il numero degli operatori censito da Terna nel 2011 è stato di 2.118, con la seguente articolazione: Autoproduttori 389 Operatori del mercato elettrico 1.729 di cui distributori 153 Totale 2.118 Il quadro generale: famiglie più povere, crollano i consumi Fuori di ogni dubbio l’attività economica nazionale ha perso forza nel corso dell’anno influenzata dal rallentamento internazionale e della tensioni sui debiti sovrani dell’area euro realizzando una variazione media annua del PIL di 50 appena +0,4% (rispetto allo +1,8% dell’anno precedente). Semplificando le specificità di ogni paese la crescita reale del PIL dell’area dell’euro può essere sintetizzata in un +1,5% (+1,9% nel 2010). Il volume dei consumi delle famiglie italiane è rimasto sostanzialmente immutato rispetto a quello dell’anno precedente (+0,2% rispetto al 2010), anche per effetto dalla riduzione degli acquisti per i beni durevoli (-1,8%), non durevoli (-0,8%) e semidurevoli (-0,3%); a questa tendenza si è contrapposto un aumento (+1,6%) della spesa per servizi. Diminuisce ulteriormente anche il reddito disponibile reale portando a -4,9% la cumulata dal 2007. Da due decenni ormai continua la tendenza alla riduzione della “propensione al risparmio delle famiglie” con il saggio di risparmio delle famiglie italiane (8,6%) su un livello più basso di quello medio dei paesi dell’area dell’euro (13,6%). La spesa per investimenti fissi lordi ha registrato una contrazione (-1,9%); ad eccezione degli acquisti di beni di trasporto (+1,5%), tutte le altre componenti degli investimenti hanno mostrato variazioni negative, più forti per le costruzioni (-2,8%) e meno per gli investimenti in macchinari e attrezzature (-1,5%) e per quelli in beni immateriali (-1,3%) per effetto del peggioramento delle condizioni di accesso al credito. Le esportazioni di beni e servizi sono cresciute in volume soltanto del 5,6%. In calo quindi rispetto all’anno precedente (+11,6%), ma con i soli beni al +7,0%. Per effetto del calo della domanda anche le importazioni hanno subito una modesta crescita (+0,4%, contro +12,7% nel 2010). Da notare una netta contrazione delle celle fotovoltaiche rispetto alla punta toccata nel 2010, quando le il pianeta terra Bilancio dell’energia elettrica in Italia • 2011 GWh* 2011 2010 2011/2010 291.445,8 290.747,7 0,2% 47.202,1 53.795,2 -12,3% 218.486,1 220.984,0 -1,1% • geotermica 5.315,2 5.046,5 5,3% • eolica 9.774,4 9.047,7 8,0% 10.668,0 1.874,4 469,2% 2.538,6 4.453,6 -43,0% Produzione destinata al consumo 288.907,2 286.294,1 0,9% Produzione netta • idrica • termica • fotovoltaica Destinata ai pompaggi Energia elettrica importata 47.519,6 45.986,9 3,3% Energia elettrica esportata 1.787,3 1.826,5 -2,1% 334.639,5 330.454,5 1,3% Perdite di rete 20.847,5 20.570,0 1,3% CONSUMI 313.792,1 309.884,5 1,3% RICHIESTA Agricoltura 5.907,0 5.610,35,3% Industria 140.039,6138.439,3 1,2% Terziario 97.705,196.284,51,5% Domestico 70.140,4 69.550,50,8% *1 GWh = 1 milione di kWh Principali fonti energetiche per la produzione termoelettrica netta (GWh *) 2011 2010 2011/2010 Solidi (carbone, lignite) 40.654,9 35.932,0 +13,1% Gas naturale (metano) 140.617,0 148.313,0 -5,2% Prodotti petroliferi (olio combustibile, ecc.) 7.633,6 8.926,7 -14,5% Gas derivati (gas da altoforno, ecc.) 5.362,9 4.580,8 +17,1% Altri combustibili (Syngas, RSU, biomasse,ecc.) 20.184,9 20.448,4 -1,3% 2.034,8 +60,1% Altri combustibili (biogas, ecc.) 3.257,4 * 1 GWh = 1 milione di kWh 51 il pianeta terra Elettricità nelle Regioni • 2011 Fabbisogno GWh* Surplus Deficit GWh* prod./fabb. prod./fabb. Valle d’Aosta 1.151,6 2.730,0 137,1% Molise 1.514,1 3.060,1 102,1% Puglia 20.579,8 38.151,8 85,4% Calabria 6.536,6 10.720,8 64,0% Liguria 6.714,1 10.507,0 56,5% Trentino Alto Adige 7.058,0 10.949,6 55,1% Sardegna 11.793,2 13.018,4 10,4% Sicilia 22.088,1 22.933,2 3,8% Veneto 31.390,8 12.851,4 -59,1% Marche 8.101,2 3.652,5 -54,9% 19.142,8 10.006,5 -47,7% 5.831,4 3.831,3 -34,3% Lombardia 69.585,6 46.860,7 -32,7% Basilicata 3.000,1 2.115,4 -29,5% Toscana 21.575,2 15.892,2 -26,3% Lazio 25.078,0 18.621,8 -25,7% 7.064,0 5.659,2 -19,9% Emilia Romagna 29.065,1 23.990,4 -17,5% Piemonte 26.921,6 23.954,8 -11,0% Friuli Venezia Giulia 10.448,3 9.400,1 -10,0% 334.639,5 288.907,2 -13,7% Campania Umbria Abruzzi ITALIA * GWh = 1 milione di kWh 52 Produzione il relative agevolazioni fiscali hanno toccato un valore massimo. Lo scorso anno, considerando i dati corretti per gli effetti di calendario, l’indice della produzione industriale si è fermato sullo stesso livello raggiunto nel 2010, realizzando una variazione dello 0,0% (+6,4% nel 2010). Diminuisce la produzione di beni di consumo Considerando i raggruppamenti principali di industrie, hanno registrato variazioni negative la produzione di beni di consumo (-2,9%) e quella di energia (- 2,2%), mentre è cresciuta la produzione di beni strumentali (+3,2%) e di beni intermedi (+0,8%). Considerando i singoli settori di attività economica, la contrazione è stata più forte nel settore tessile, abbigliamento, pelli e accessori (- 7,3%), nella fabbricazione di prodotti chimici (-5,8%), nella fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-4,9%). Al contrario, la produzione è cresciuta nella fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+8,6%), nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+ 3,9%), nell’attività estrattiva (+2,1%). Nonostante l’incertezza normativa, aumenta la domanda d’energia che ammonta a 335,6 miliardi di kilowattora Nella valutazione dei dati sull’energia elettrica 2011 si dovrebbe tener conto anche dei fattori politici oltre che quelli economici contingenti. L’incertezza sui decreti, le decisioni contrastanti, la burocrazia ossessiva sono tra i fattori che pianeta terra rallentano gli investimenti delle aziende. In questo clima è però cresciuta la domanda di energia elettrica (+1,3%). Dai dati in suo possesso Terna ha potuto rilevare una crescita complessiva dei consumi dell’1,3% che coinvolge tutti i settori economici: l’Industria sale dell’1,2%, il Terziario dell’1,5%, il Domestico dello 0,8% e l’Agricoltura del 5,3%. +7,8% è l’incremento complessivo delle rinnovabili con la produzione fotovoltaica che schizza a +466,5%. Il 2011 ha confermato il primato del gas naturale, con una quota del 64,4% della produzione termoelettrica. Un dato rilevante è quello Regionale: 12 Regioni su 20 sono in deficit di produzione rispetto al fabbisogno. Cresce anche la potenza delle Centrali elettriche di 11.954 MW (+11,2% rispetto al 2010); per effetto dello sviluppo repentino del 2011 il maggior incremento, circa il 268% in più rispetto al 2010, si è avuto nel parco fotovoltaico. Il totale dell’energia richiesta in Italia è stato pari a 334,6 miliardi di kilowattora. Dal punto di vista dei consumi per settore economico è da rilevare una dinamica positiva dell’Industria: +1,2% sul 2010. Il settore industriale, con un consumo di 140,0 miliardi di kWh, ha rappresentato nel 2011 il 44,6% del totale dei consumi (era il 44,7% nel 2010). Il maggior incremento in termini percentuali è stato registrato, invece, per i consumi dell’Agricoltura, pari nel 2011 a 5,9 miliardi di kWh (+5,3% rispetto al 2010). Un incremento positivo, in linea con quello del 2010, si è avuto per i consumi del Terziario, con 97,7 miliardi di kWh (+1,5%) e del Domestico, pari a 70,1 miliardi di kWh (+0,8%). 53 il pianeta terra Nel 2011, la richiesta di energia elettrica è stata soddisfatta per l’86,3% da produzione nazionale, per un valore pari a 288,9 miliardi di kWh, con un aumento del 0,9% rispetto al 2010. La restante quota del fabbisogno (13,7%) è stata coperta dalle importazioni nette dall’estero, per un valore pari a 45,7 miliardi di kWh, in aumento del 3,6% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda, in particolare, la produzione nazionale, nel 2011 si registra un sensibile incremento delle fonti rinnovabili (bioenergie, idrica, eolica e fotovoltaica): +7,8%. La produzione eolica netta ha raggiunto i 9,8 miliardi di kWh (+8,0%) e la produzione fotovoltaica netta ha raggiunto il ragguardevole risultato di 10,7 miliardi di kWh (+469,2%). Le produzioni da fonte idrica e termica, che rappresentano rispettivamente il 16,2% ed il 75,0% della produzione netta nazionale, sono risultate in flessione rispetto all’anno precedente. Tra i combustibili impiegati per la produzione termoelettrica, si conferma il primato del gas naturale: ammonta a 140,6 miliardi di kWh la quantità di energia elettrica prodotta con gas naturale (in calo del 5,2% rispetto al 2010), pari al 64,4% della produzione termoelettrica complessiva. Segue il carbone con una quota pari al 18,6% (40,7 miliardi di kWh, in aumento del 13,1% rispetto al 2010). In termini di potenza installata, nel 2011 la potenza efficiente netta di generazione ha raggiunto i 118.443 MW, con un incremento di 11.954 MW (+11,2% rispetto al 2010). Il maggior incremento si è avuto nel settore fotovoltaico, ove risultano 9.303 MW in più, con una crescita del 268,1% rispetto al 2010. 54 La maggioranza delle regioni italiane ha un deficit energetico. Veneto, Marche e Campania le più in difficoltà Nel 2011 dodici regioni su venti (erano 11 nel 2010) registrano un deficit della produzione rispetto al fabbisogno. Il Veneto continua ad essere al primo posto con un deficit elettrico del 59,1% (nel 2010 era pari al 57,6%), seguita dalle Marche che si conferma al secondo posto con deficit del 54,9% (era del 47,3% nel 2010) e dalla Campania che, con un deficit del 47,7% (era del 43,6% nel 2010), si conferma nella terza posizione. Tra le 9 regioni in attivo, invariate le prime due posizioni: al primo posto la Valle d’Aosta con un surplus del 137,1% (+156,8% nel 2010) e al secondo posto il Molise con +102,1% (+109,8% nel 2010); al terzo posto troviamo invece la Puglia con un surplus del 85,4% (era al quarto posto nel 2010 con un surplus del 79,1%). I 334,6 miliardi di kWh sono stati distribuiti per il 54,5% al Nord, per il 18,1% al Centro e per il 27,4% al Sud. In valori assoluti il 2011 conferma la Lombardia come la regione con la più alta domanda di energia elettrica: 69,6 miliardi di kWh (20,8% del totale); seguono il Veneto (31,4 miliardi di kWh, pari al 9,4% del totale) e l’Emilia Romagna (29,1 miliardi di kWh, pari al 8,7% del totale). I consumi elettrici per abitante sono stati pari nel 2011 a 5.168 kWh (erano 5.125 kWh nel 2010), di cui 1.155 kWh negli usi domestici. Il consumo pro-capite risulta più elevato nell’Italia settentrionale (6.244 kWh/ab) rispetto all’Italia centrale (4.729 kWh/ab) e al Mezzogiorno (3.986 kWh/ab) il pianeta terra Ferdinando Boero Se l’economia si dimentica dell’ecologia “L’ecologia studia fenomeni naturali, l’economia fenomeni artificiali. Ma l’artificiale può permettersi di coniare leggi e regole differenti da quelle naturali?”. Questo quesito ha ispirato l’autore di “Economia senza natura. La grande truffa” Nel 1859 è stata pubblicata l’Origine delle specie, che ha cambiato radicalmente il nostro modo di vedere il mondo. La parola ecologia all’epoca non esisteva ancora, l’avrebbe coniata poco tempo dopo Ernst Haeckel. Non esisteva la parola, ma esisteva il concetto. E Darwin, quando parlava della disciplina che oggi chiamiamo ecologia, usava l’espressione economia della natura. L’economia si riferisce alle nostre attività, a come produciamo e consumiamo acquisendo crediti e contraendo debiti. L’economia della natura ha a che fare con attività simili, perché anche in natura ci sono produttori e consumatori, e i sistemi naturali funzionano in modo simile a quelli economici. O sarà il contrario? Chi c’era prima? Noi o il resto della natura? La risposta è ovvia: il resto della natura. Quindi queste regole, 55 il pianeta terra quelle che normano produzione e consumo, sono regole naturali che nel corso del tempo abbiamo adattato al nostro vivere da uomini. Prima abbiamo guardato dentro di noi (e abbiamo concepito l’economia) poi abbiamo guardato fuori (sviluppando l’economia della natura).Poi abbiamo cambiato parola, e l’economia della natura è diventata ecologia. Forse è stato un male. Se il termine fosse rimasto lo stesso (economia) forse sarebbe rimasto sempre evidente lo stretto legame dell’economia dell’uomo con quella della natura. Ma non si può tornare indietro. Le cose cambiano continuamente. Evolvono. Nulla rimane per sempre uguale. La natura cambia in continuazione, e così anche l’economia. Ora il titolo di questo libro dovrebbe essere trasparente e chiaro. L’ecologia studia fenomeni naturali, l’economia fenomeni artificiali. Ma l’artificiale può permettersi di coniare leggi e regole differenti da quelle naturali? Conoscere l’economia della natura (e quindi l’ecologia) potrebbe essere utile per capire l’economia? Io penso di sì. Tuttavia non è previsto l’insegnamento dell’ecologia (l’economia della natura) nei corsi di laurea in economia (dell’uomo), e gli economisti pensano che l’ecologia sia qualcosa di alieno alle loro necessità formative. Questo libro argomenta un’unica tesi: l’uomo fa parte della natura e le regole che inventa sono alla fine soggette alle regole della natura. Tutto qui. Non sembra così ovvio? Eppure tutti i guai in cui ci siamo cacciati, e quelli in cui continuiamo a cacciarci, derivano dal non aver capito questo semplicissimo concetto. 56 Basta poco per convincere persino un economista che l’economia della natura prevale sull’economia dell’uomo. Qualche mese fa ero sul Leonardo Express, per andare da Fiumicino a Roma, e ho iniziato una discussione “da treno” con un amico incontrato lì per caso. Con lui c’era un signore molto serio che, per un po’, è stato a sentire le mie elucubrazioni sull’ambiente e sull’uomo. Ma a un certo punto il mare di castronerie che (secondo lui) stavo dicendo ha superato il limite ed è sbottato: «Tutto questo va contro le leggi dell’economia, e non si può scherzare su queste cose! Si devono valutare i costi e i benefici, e su questo si decide! Il resto sono chiacchiere!». Io, ovviamente, chiedevo che nei costi fossero inclusi anche i costi ambientali, che gli economisti furbamente esternalizzano (una bella parola per dire che non li considerano: tanto li pagano gli altri) nelle loro analisi. In quel momento però non volevo rispondere con sottili ragionamenti, e mi è venuta in mente un’obiezione che ha annichilito il mio interlocutore: se le leggi dell’economia e quelle della natura entrano in conflitto, quali prevarranno? Fine della storia. Non possiamo essere così arroganti da pensare che siano quelle dell’economia a prevalere. Se infrangiamo le leggi della natura a favore di quelle dell’economia, la natura ce la farà pagare cara, carissima. Anche in termini economici. Economisti, ingegneri e tanti altri non conoscono le leggi della natura, perché non fanno parte dei loro programmi formativi. Se le conoscessero non ci avrebbero messo nei pasticci in il pianeta terra cui ci troviamo ora. Intendiamoci, non sto dicendo di essere io a conoscerle. Ne conosco qualcuna, so che ci sono, che sono importanti, ma molte cose ancora ci sono ignote. Ci siamo concentrati troppo su noi stessi, e abbiamo perso il contatto con la realtà. Non sono uno storico dell’economia, e neppure un economista. Sono uno zoologo e un ecologoevoluzionista, un naturalista; e forse è un vantaggio. Cerco di capire regole naturali alle quali, volenti o nolenti, dobbiamo sottostare. Se qualche economista leggerà questo libro, sono convinto che lo troverà ingenuo nelle parti di sua competenza, e troverà di sicuro delle incongruenze, almeno rispetto a quanto ha studiato. Tuttavia, considerata la serie infinita di problemi che la sua categoria professionale ci sta facendo patire, visto che abbiamo seguito alla lettera i consigli dei suoi colleghi, forse potrebbe fargli sorgere qualche dubbio. Voglia perdonare i miei errori e cerchi di concentrarsi sulle parti che non sono di sua competenza (e sulle quali invece un pochino sono ferrato) e forse, partendo da nuovi dubbi, potrà trovare nuove strade. In modo da far sì che la nostra economia sia comunque un corollario di quella della natura, così che l’economia comprenda l’ecologia (che la capisca) e vi si faccia comprendere: nel senso che l’economia è tale solo se diventa “della natura” 57 il 58 pianeta terra il pianeta terra Leonardo Boff Biociviltà della buona speranza Il teologo della Liberazione lancia un grido d’allarme per il futuro del Pianeta. È a rischio la stessa vita sulla Terra dove ogni anno scompaiono fino a centomila specie viventi. 59 il pianeta terra Gli esseri umani guardano alla Terra come a un deposito di risorse destinate solo a loro, senza rendersi conto che non siamo i soli ad abitare la Terra e che non ne siamo i proprietari; non ci sentiamo parte della natura, ma al di fuori e al di sopra di essa, come suoi “signori e padroni”. Dimentichiamo, tuttavia, l’esistenza di tutta la comunità della vita visibile (il 5% della biosfera) e dei quintilioni di quintilioni di microrganismi invisibili (il 95%) che garantiscono la vitalità e la fecondità della Terra. Tutti appartengono al condominio terrestre e hanno il diritto a vivere e a convivere con noi. Senza queste relazioni di interdipendenza, non potremmo neppure esistere. Finché siamo in tempo, però, dobbiamo evitarlo. Tale lacuna deriva dalla vecchia narrazione o cosmologia. Per narrazione o cosmologia intendiamo la visione del mondo che soggiace alle idee, alle pratiche, ai costumi e ai sogni di una società, attraverso la quale si cerca di spiegare l’origine, l’evoluzione, lo scopo dell’universo e della storia e il posto riservato all’essere umano. La nostra è attualmente la narrazione o cosmologia della conquista del mondo in vista del progresso e della crescita illimitata. Si caratterizza come meccanicista, deterministica, atomistica e riduzionista. È in virtù di questa narrativa che il 20% della popolazione mondiale controlla e consuma l’80% di tutte le risorse naturali, che metà delle grandi foreste è stata distrutta, che il 65% delle terre coltivabili è andato perduto, che da 27mila a 100mila specie di esseri viventi scompaiono ogni anno (Wilson), che più di mille prodotti chimici sintetici, in maggioranza tossici, 60 sono riversati nella natura. E che abbiamo costruito armi di distruzione di massa in grado di distruggere l’intera vita umana. L’effetto finale è lo squilibrio del sistema-Terra, che si traduce nel riscaldamento globale. Con i gas già accumulati, si arriverà fatalmente ad un aumento di 3-4 gradi Celsius, il che renderà la vita come la conosciamo praticamente impossibile. L’attuale crisi economico-finanziaria che sprofonda nazioni intere nella miseria ci fa perdere la percezione del rischio e cospira contro qualunque cambiamento necessario di direzione. In contrapposizione a questa, sorge la narrazione o cosmologia della cura e della responsabilità universale, che è potenzialmente in grado di salvarci. E che ha trovato la sua migliore espressione nella “Carta della Terra”. Tale narrazione pone la nostra realtà all’interno della cosmogenesi, quell’immenso processo evolutivo iniziato 13,7 miliardi di anni fa. L’universo si sta continuamente espandendo, auto-organizzando e autocreando. In esso tutto è interrelato e nulla esiste al di fuori di questa relazione. Cosicché tutti gli esseri sono interdipendenti e collaborano tra loro al fine di garantire l’equilibrio di tutti i fattori. La missione umana risiede nel prendersi cura di questa armonia sinfonica e nel preservarla. Dobbiamo produrre non per l’accumulazione e l’arricchimento privato, ma per un livello di vita sufficiente e dignitoso per tutti, nel rispetto dei limiti e dei cicli della natura. Dietro tutti gli esseri opera l’Energia di fondo che ha dato origine all’universo e lo sostiene, permettendo l’emergere di cose nuove. La più spettacolare delle quali è data il pianeta terra dalla Terra vivente e dagli esseri umani che ne costituiscono la parte cosciente, con la missione e la responsabilità di badare ad essa. È questa nuova narrazione a garantire “il futuro che vogliamo”. In caso contrario, verremmo spinti fatalmente nel caos collettivo, con conseguenze funeste. Ed è per noi una fonte di ispirazione. Invece di fare affari con la natura, ci poniamo nel suo seno in profonda sintonia e sinergia, rispettando i suoi limiti e perseguendo il buen vivir, che è l’armonia tra tutti e con la Madre Terra. I tratti distintivi di questa nuova cosmologia sono la cura al posto della dominazione, il riconoscimento del valore intrinseco di ogni essere anziché la sua mera utilizzazione da parte dell’essere umano, il rispetto per tutta la vita e per i diritti della natura invece del suo sfruttamento e l’articolazione della giustizia ecologica con quella sociale. Questa narrazione è più in accordo con le reali necessità umane e con la logica dello stesso universo. Tale opzione punta non verso l’abisso, ma verso il “futuro che vogliamo”: una biociviltà della buona speranza 61 il pianeta terra Domenico Coduto In viaggio con il vento C’è polvere di strada e acqua di fiumi; ci sono esseri, continuità e altri posti che io non conoscevo e che mi furono rivelati in questo tragitto. Potrebbe anche essere il titolo di queste pagine ma Canzoni nel Vento è prima di tutto il titolo di uno degli ultimi dischi pubblicati dai Nomadi; uscito nel 2011 (primo album con etichetta “Nomadi”, brand di casa della band emiliana) è una raccolta di alcuni dei loro brani più significativi, registrati dal vivo durante i concerti tra il 1987 e il 1989. Scorrendo le tracce vi troviamo titoli storici del loro repertorio come Canzone del bambino nel vento 62 (Auschwitz) - di nuovo il vento! oppure Ho difeso il mio amore, per poi chiudere con la celeberrima Io vagabondo, un vero e proprio must per i fan dei Nomadi, un inno per un’intera generazione cresciuta tra le rivoluzioni del lungo ’68 italiano. Ancora oggi a distanza di decenni dalla loro prima apparizione i Nomadi continuano a far parlare con i loro dischi e con i loro concerti in ogni parte d’Italia. E poco importa se della formazione ori- il ginaria sia rimasto solamente lui, l’inossidabile Beppe Carletti che da dietro alle sue tastiere guida il gruppo, ciò che conta è che ormai i Nomadi sono diventati una vera e propria famiglia che ad ogni concerto si riunisce per celebrare e far rivivere un mito, generazione dopo generazione. Di tutt’altra storia e natura musicale è invece il lavoro di Giorgia Ladra di vento, uscito nel 2003 subito dopo un vendutissimo Greatest hits piazzato ai primi posti della classifica dell’anno precedente. Si tratta di un album che con la classe e l’eleganza che contraddistingue l’artista, tratta in molti brani temi di critica sociale. Tra le tracce il fortunato singolo Gocce di memoria - che fece anche da colonna sonora al film La finestra di fronte di Ferzan Ozpetek - e anche Il vento del deserto brano poco conosciuto del repertorio della cantante romana ma che evoca il vento per parlare di riscatto e di voglia di lottare allacciandosi ai temi sociali che percorrono l’intero disco: conosci il vento del deserto che / riscalda l’anima e guarda dentro di te / coraggio alza su le braccia / anche per chi non ha la forza di credere / questo è per chi non ha pietà / e chi ancora non sa / che è tempo di gridare / non si può dimenticare. Disco poco conosciuto ma di grande fascino è Vento uscito a nome di Barbara Casini ed Enrico Rava per l’etichetta francese Label Bleu, un lavoro che vanta tra i suoi crediti il pianoforte di Stefano Bollani, il contrabbasso di Giovanni Tommaso e la batteria di Roberto Gatto, come a dire alcuni dei fuoriclasse del jazz italiano ed internazionale. Ma se ciò non bastasse ad incuriosirvi c’è anche l’accompagnamento dell’Accademia Filarmonica della Scala diretta da Paolo pianeta terra Silvestri, autore anche degli arrangiamenti, ad impreziosire un disco raro da riscoprire e riascoltare. Con un tuffo negli anni ’80 andiamo invece a ripescare Il vento caldo dell’estate di Alice, un brano da molti considerato come il suo primo successo vero e proprio, che, complice la collaborazione con Franco Battiato, già da allora attento alla sperimentazione elettronica e alle varie commistioni della musica pop, si segnala per gli arrangiamenti “all’avanguardia”. Il brano venne pubblicato la prima volta nell’album del 1980, Capo Nord uscito per la Emi, ma è stato poi inciso con diversi arrangiamenti dapprima nel 1987 nel disco Elisir, e poi nel 2000 in Personal Juke Box. Se volete invece cambiare completamente genere ed ascoltare qualcosa che ha, in qualche modo, ancora a che fare con il vento, vi consigliamo Serenate per strumenti a fiato, un lavoro che contiene una raccolta di brani di Antonin Dovrak e Richard Strauss incisi dall’ensemble I solisti del vento diretta da Etienne Siebens. La vitalità e il movimento del cinema d’azione uniti all’approfondimento psicologico dei personaggi sono i caratteri de Il vento che accarezza l’erba, film di Ken Loach che si è ispirato al vento per raccontare una di quelle storie difficili ma importanti che appassionano il regista britannico. La pellicola, uscita nel 2006 gli è valso la Palma d’Oro al cinquantanovesimo Festival di Cannes. Si tratta di uno di quei film in cui alla fine non sai bene da quale parte stare e per chi tifare e pur lasciandoti con poche certezze vale una visione attenta. Un’opera molto riuscita che riesce a raccontare con eleganza la lotta, gli scontri, la violenza e 63 il pianeta terra Canzoni nel vento Nomadi Nomadi, 2011 Ladra di vento Giorgia Dischi di cioccolata/BMG, 2003 Vento Barbara Casini, Enrico Rava Label Bleu, 2000 Il vento caldo dell’estate Alice in Personal Juke Box WEA, 2000 Serenate per strumenti a fiato I solisti del vento Etcetera, 2004 64 la battaglia quotidiana tra sogni e bisogni. Il titolo è rubato ai versi del poeta irlandese Robert Dwyer Joyce The wind that shakes the barley la cui traduzione letterale, Il vento che scuote l’orzo, è decisamente più riuscita del titolo scelto dal regista. D’altra parte è noto che la poesia ha una capacità di raccontare in poche, sceltissime parole, emozioni, sentimenti e racconti che decine di pagine non riuscirebbero a descrivere con la stessa intensità e profondità di pensiero. Restando in tema di poesia possiamo suggerirvi i versi di Pablo Neruda, contenuti nella raccolta L’uva e il vento, un lungo viaggio poetico attraverso paesi e continenti diversi, tra i quali un posto d’onore spetta sicuramente all’Italia. Nelle parole del poeta spagnolo: Nutro una certa predilezione per L’uva e il vento, forse perché è il mio libro più incompreso o perché attraverso le sue pagine io cominciai ad andare per il mondo. C’è polvere di strada e acqua di fiumi; ci sono esseri, continuità e altri posti che io non conoscevo e che mi furono rivelati in questo tragitto. È la capacità dell’arte di portarci per mano in luoghi in cui non siamo mai stati e di lasciarci liberi di esplorare con la nostra immaginazione. È la stessa capacità del vento, che con la sua forza è capace di ispirare musica, canzoni, versi, immagini che anche questa volta ci auguriamo possano farvi conoscere spazi nuovi standovene comodamente seduti. Buon viaggio!