Giulio Rospigliosi: un Papa pistoiese - Pistoia Turismo

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Giulio Rospigliosi: un Papa pistoiese
Papa Clemente IX. Itinerari pistoiesi
Il prestigio della famiglia Rospigliosi, tra le più importanti di Pistoia, e la generosità del papa pistoiese Clemente IX, hanno
lasciato un segno importante nella storia della città e sui suoi monumenti.
Museo Rospigliosi
Nel museo si conserva una ricca collezione di opere d'arte tra cui il Ritratto di Clemente IX con cornice monumentale ed
il letto dove la tradizione vuole abbia dormito il Papa, opere di Ludovico e Giacinto Gemignani, copie di dipinti di Nicolas
Poussin.
Cattedrale di San Zeno e Museo Capitolare
La Famiglia Rospigliosi partecipò all'arredo della nuova tribuna della cattedrale finanziando la realizzazione di tre pale, la
Resurrezione (1602) di Cristofano Allori, la Discesa dello Spirito Santo (1603-04) di Gregorio Pagani, l'Ascensione di
Cristo(1606) di Benedetto Veli e le due statue di San Jacopo e San Zeno (1603) in terracotta dorata.
Dopo l'incendio che nel 1641 devastò gran parte dei beni del Capitolo, i Rospigliosi offrirono alla Cattedrale numerosi doni
tra cui un raffinato calice (1641) ed una serie di reliquari come il reliquiario di San Bartolomeo (1663) ed il reliquario di
San Bonifacio (1661). Le opere si trovano oggi al Museo Capitolare.
Museo Civico
Il Museo conserva il Ritratto di Papa Clemente IX (1669), copia del Maratta, l'Allegoria del dominio dei Medici su Pistoia
(1666) di Giacinto Gemignani, la Pianta della città di Pistoia, commissionata da Giulio Rospigliosi (1657) e allegata al
volume Historie di Pistoia e fazioni d'Italia (1656) di Michelangelo Salvi.
Palazzo Rospigliosi di via del Duca
Il palazzo della famiglia papale conserva ancora oggi la testimonianza del mecenatismo dei Rospigliosi nella cappella
affrescata nel 1633 da Giovanni Mannozzi da Sangiovanni, con episodi della vita di santa Cateri-na, in onore della madre
del papa.
Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola (poi dello Spirito Santo)
Imponente fu l'impegno della famiglia Rospigliosi nella costruzione della nuova chiesa (1647) che celebrava il prestigio
della famiglia papale. Oltre alle tele di Ludovico Gemignani per le cappelle di patronato Rospigliosi, Giulio fece realizzare
il bellissimo organo dal gesuita fiammingo William Hermans. Per l'altar maggiore si rivolse a Gian Lorenzo Bernini (1670)
e per la pala Apparizione di Cristo a Sant'Ignazio (1667-1669) a Pietro da Cortona.
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Chiesa dei Santi Prospero e Filippo
Girolamo di Taddeo Rospigliosi, 1622, commissionò la ristrutturazione della chiesa in occasione della canonizzazione di
san Filippo Neri. Il reliquario di San Giordano di pertinenza della chiesa fu donato nel 1655 da Giulio Rospigliosi. Chiesa
della Madonna dell'Umiltà
Tra le famiglie pistoiesi i Rospigliosi furono tra i primi a beneficiare la Chiesa. Ai lati dell'altar mag-giore sono le due
cappelle di patronato (1580) della famiglia Rospigliosi con gli affreschi Vita di Maria, Storie della vita di Gesù e della
Vergine e due pale, l'Annunciazione (1586) di Ludovico Buti e l'Assunzione di Giovan Battista Naldini o Francesco
Morandini detto il Poppi.
Il Tesoro della chiesa conserva un calice (1641) donato da Caterina (madre del papa) e un gradino argenteo d'altare
(1643) donato da Camillo (fratello del papa).
Chiesa della Madonna dell'Umiltà
Tra le famiglie pistoiesi i Rospigliosi furono tra i primi a beneficiare la Chiesa. Ai lati dell'altar maggiore sono le due
cappelle di patronato (1580) della famiglia Rospigliosi con gli affreschi Vita di Maria, Storie della vita di Gesù e della
Vergine e due pale, l’Annunciazione (1586) di Ludovico Buti e l’Assunzione di Giovan Battista Naldini o
Francesco Morandini detto il Poppi. Il Tesoro della chiesa conserva un calice (1641) donato da Caterina (madre del
papa) e un gradino argenteo d'altare (1643) donato da Camillo (fratello del papa).
Chiesa e Convento di San Domenico
Nel 1668-1670 Giulio Rospigliosi ed il fratello fanno sistemare sulle pareti del transetto della chiesa i monumenti funebri
(eseguiti a Roma, bottega Gian Lorenzo Bernini) per la tomba dei genitori Girolamo e Caterina Rospigliosi e dello zio
Pompeo, fratello di Girolamo.
Per interesse di Giulio Rospigliosi si conservano due dipinti, San Sebastiano curato da Sant'Irene di Giacinto Gemignani
(1642), e San Michele Arcangelo di Giovan Francesco Romanelli (641). Sull' altare della crociera destra si trova San
Carlo Borromeo con la famiglia Rospigliosi (1613) pala di Jacopo Chimenti detto l'Empoli.
Villa Rospigliosi - Lamporecchio (Spicchio)
La decisione di costruire un palazzo nuovo a Lamporecchio, terra d'origine della famiglia, fu presa da Giulio Rospigliosi
dopo la sua elezione al soglio pontificio (1667). Affidò il progetto a Gian Lorenzo Bernini, che si avvalse del suo più stretto
collaboratore Mattia de'Rossi. Rigorosa all'esterno, al pianterreno la villa presenta un inaspettato spazio scenico ovale a
volta, esaltato dalla decorazione pittorica attribuita a Ludovico Gemignani (Apollo sul carro del Sole e Aurora, e allegorie
dei Segni dello Zodiaco). Di fronte alla villa venne realizzata, su progetto di Mattia de'Rossi la cappella dei Santi Simone
e Giuda, chiusa da cupola e completamente affrescata.
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LA STORIA
Giulio Rospigliosi (1600-1669) si trasferì ancora giovane da Pistoia a Roma dove nel 1667 divenne Papa con il nome di
Clemente IX. Per quasi un trentennio fu indiscusso protagonista della cultura della Roma barocca. Mecenate,
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collezionista e protettore dei più importanti artisti di quel periodo (Gian Lorenzo Bernini, Pietro da Cortona, Giacinto e
Ludovico Gemignani, Claude Lorrain, Nicolas Poussin, Mattia Preti), è stato il principale interprete del melodramma
italiano.
Nel 1637 venne rappresentato al nuovo teatro Barberini il melodramma " Chi soffre speri" (apparato scenico di Gian
Lorenzo Bernini), prima commedia musicale italiana e uno dei più alti risultati della poesia italiana per musica.
Molte testimonianze del legame di Giulio Rospigliosi con Pistoia rimangono nella sua villa di campagna, a Spicchio di
Lamporecchio, nelle chiese, nei conventi e nei musei di Pistoia.
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