Poesie di Stefania Buttò

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Poesie di Stefania Buttò
VITA e POESIE di STEFANIA BUTTÒ
Vola con me - Dedicata a PAPA' (Misterbianco 18/03/2000)
Vola con me su un tappetino bianco
vola con me sul cielo bianco.
Forse non ci fermeremo mai
ma comunque tu volerai.
E in qualunque posto io andrò
tu sempre mi troverai
ed io ti aspetterò
Un solo attimo (2005)
IV B ginnasio Liceo classico"DON BOSCO"
poesia premiata"PREMIO NAZIONALE DI POESIA NATALE 2005"
Attimi di incomprensioni
di sospiri
ed emozioni.
Attimi di libertà
di paura
e di fragilità.
Attimi di voglie
di ansie
di passioni.
Attimi di voler tornare a casa
di sentire un'anima calda.
Attimi di silenzio e di raccoglimento.
Attimi per cancellare
ed attimi per rinnovare.
Un attimo per fantasticare
una vita immortale.
Un attimo per sognare
un momento personale.
Un attimo, un solo attimo ancora per domandare
ad un bambino cos'è la felicita
e ti risponderà che non lo sa
Perché non si parla che di guerra e di dolore
in questo mondo senza cuore.
Un attimo ancora per immaginare
un bambino senza lacrime
un cuore privo di angosce,
ed un mondo di sola PACE!
Mamma - Festa della mamma 2008
In questo mondo così nero,
così cupo così severo.
In questi tempi così crudeli,
che ti regalano spesso dispiaceri.
In questi attimi così scontati,
così amari così disperati.
In tutto questo star male
si trova sempre qualcosa da salvare. In questo mondo così amaro
si trova anche la tenerezza
piano piano.
Si trova un sorriso in uno spiraglio,
si trova una soluzione per ogni sbaglio,
si trova forza nell’affrontare
qualsiasi dolore infernale,
si trova il coraggio per sorridere al prossimo
per guardare al futuro
per non immaginarlo pessimo.
Si trovano i giorni pieni d’amore
come questo mamma, di festa e passione.
Se sei mamma, sei oggi e domani,
se sei mamma,lo sei nella sofferenza e nei grandi festoni,
sei mamma sempre per in tutte le situazioni
Auguri mamma oggi è la tua festa!
Ricordi di un passato (2009)
Nei ricordi di un passato
forse ormai dimenticato,
della gente che ha sofferto
dei cadaveri che han fatto
delle vittime innocenti
vittime di uomini prepotenti.
Folgorati entusiasmati
Da un fürer senza coscienza
senza un sentimento senza ritegno senza un minimo di pentimento.
Un dominio prepotente
Di chi non ha pena del dolore della gente
C'è Chi l' ha affrontato,
Chi l'ha seguito,
ma soprattutto chi ha pagato.
Fanno ormai parte di un passato
Passato che fa parte di un storia
Ed è un passato che merita memoria.
"Tella mia è sorprendente" (2009)
Lei che bussa alla mia porta
che mi osserva che mi ascolta.
Non risponde non si oppone
non giudica non esprime un' opinione
Mi è fedele io lo so
E mi accetta qualunque cosa ho.
Non reagisce non si offende.
Sembra sciocco ma mi comprende.
I suoi occhi cioccolata
il suo pelo bianco ovatta
non ti chiedono mai nulla
Solo pazienza e pò d'amore.
lei in cambio ti da tutto
la sua vita, il suo cuore.
E' per me così importante
E' un cane non fa niente
Da un gran senso al mio presente
Tella mia è sorprendente
Il presente è futuro (2010)
Se nel pensiero di un rimpianto,
trovi sfogo trovi un senso.
Se in un ritaglio di una foto,
ritrovi un margine un sentimento.
Non è il passato che è passato
è il presente che è arrivato,
un presente un po’ più duro
e forse troppo duraturo.
E’ un presente che fa crescere
e ti rende grande il cuore
lo annega lo distrugge
Ma ti rende forte e paziente.
Così porti avanti il tuo presente
E ti convinci che è difficile
Ma impossibile non c’è niente.
E’ la vita quel che vuoi
Non c’e nulla più importante
Che il risveglio di un mattino,
di poter vedere il sole,
di sentirlo su di te,
poter udire le parole
e replicare con fervore.
Caro amico… - Dedicata a Peppe (2010)
Tu che in cielo sei andato
Tu che il mondo hai sorvolato
Tu che mi hai regalato:
la tua gioia,
il tuo sorriso.
Tu, con l’espressione viva sempre in viso.
Tu che in molte mie giornate
Mi ritorni alla mente,
Mi difendi mi sostieni,
Mi interpreti la vita ,
Mi confidi che è importante
Tu che l’hai sempre meritata
Che hai lottato per averla sempre tua
Tu che ogni giorno mi hai insegnato
Che Dio non ci ha mai dimenticato.
Io che ti ritrovo nei miei sogni
Tu che vivi accanto a me:
cullami,
amami,
come io amo te…
Colei che non abbandona (luglio 2010)
Tra le rocce e il sol levante
nasce bella e prepotente,
con il volto assai pulito
con lo sguardo di chi non ha mai mentito.
Pallida di bianco avvolta
colei a cui chiedi una svolta
colei che guardi come una madre,
colei che preghi nel dolore,
colei a cui parli senza timore.
Nella paura della notte
nelle angosce nei turbamenti,
nelle gioie e nei fallimenti
Io che la fede ho abbandonato
la madre mia ho cercato
e nei miei sogni l'ho incontrata
mi ha sempre guardata
ma mai parlata.
Ha visto in me tanta stanchezza
voltandosi serena mi ha lasciata
come a dirmi che il mio dolore
mi avrebbe un giorno ripagata.
Lasciando in me forza e speranza
ed una scia gelida che lenta mi accarezza.
Ridere... (2011)
Ridere, ridere
serve al tempo, a passare.
E' l' abitudine che oramai non riesci a frenare
è il quotidiano che continui a temere
L' angoscia, il dolore che si può avere
di chi ti è vicino e che sente il dolore
e che attende con te un futuro migliore.
Che attende la svolta,
che attende la vita
e la guarigione di ogni ferita
La vita è sempre vita (2011)
Ho paura del domani e del giorno che verrà.
Ho paura del domani e di che cosa accadrà.
Ho paura di un risveglio che non porti novità.
Ho paura di una vita fatta di staticità.
Ho paura di un domani che rimanga sempre fermo.
Ho paura di una situazione che diventi abitudine nel tempo
e poi cerchi l'imprevisto ,
il cambiamento
e poi cerchi un po’ di vita un movimento.
Vuoi che il tuo mondo vada avanti anche lento
ma che piano abbia atto un miglioramento
la puoi chiamare speranza, ottimismo, fede,
in mille modi, ha mille nomi
ma l' importante è cercare con costanza.
Malgrado sia sofferta
la tua vita è sempre vita.
L'orgoglio (Pasqua 2011)
Di fronte all' ignoranza,all' insipienza
L' orgoglio della gente è prepotenza
L' orgoglio che si schiera dinanzi al mondo
Che distrugge che affligge nel profondo
L' errore di non pentirsi
Di sentirsi superiore
Esser in grado di capire
che il perdono non è esser codardo
Tu tanto orgoglioso non credere di essere gagliardo
L' orgoglio non fa l'uomo
L' orgoglio non fa il signore
L' orgoglio ti impoverisce
L'animo e il cuore.
Il pianto (Ottobre 2011)
Il pianto è uno sfogo
un sostegno ignoto.
Per ira, vendetta
paura disfatta.
Un atto incontrollato
può distruggere un momento
o renderlo semplicemente eterno.
Piangi perché non hai più la forza
di continuare questa lotta
Piangi perché non è più finita
non tocchi la vetta di questa lunga salita
Perché non c'è un termine
una scadenza.
Piangi perché sai cos'è la sofferenza
e poi continui il tuo pianto
per ringraziare Dio ogni giorno
per riuscir a sentire il tuo volto ancor bagnato
dopo un pianto tormentato
per poter toccar la lacrima di una lotta
che ti ha sfinita.
E' il pianto
di chi ancora non si arrende
e affronta la salita.
Di chi piange ogni notte per la guerra infinita
fatta di continui sforzi
ma ancora mai fallita
Tre ragazzi - Dedicata a VALERIA, GIUSEPPE e DONATELLA (maggio 2012)
Buongiorno ragazzi
tutti e tre troppo buoni.
Buongiorno ragazzi
per me voi siete doni.
I jeans mi stavan stretti?
Le parole ancor di più:
sapevano del mondo e di quanto sia profondo.
Cadere nell'abisso, aver paura del buio
Oh Dio, come è brutto non ricordare
ciò che riuscivi a pensare!
Il cane nella stanza
l'acqua che scorreva
forse il ricordo di una vecchia chimera.
Pensieri (maggio 2012)
Nella cura
Nello specchio
E una soluzione
in guarigione
Il mio copione (giugno 2012)
Chiudi gli occhi
poi li riapri,
sembri dormire ed è come svenire.
Per risvegliarti guardi l'aurora
poi troppi tramonti, uguali ogni ora.
Gli chiedi uguale risveglio,
il respiro è lento
e va via da me.
Fa troppa rabbia,
mi spiace un po’ rimanere sola
con questa orrenda persona.
Cosa sono io in confronto?
Devo cercare,
devo riuscire,
a guardare dal basso.
Ho troppe cose da sistemare
e troppo da riuscire a trovare.
Provo e riprovo ad assemblare qualcosa,
il mio copione è nel terzo cassetto,
scritto e riscritto,
ma mai corretto.
Ho notato in una foto - Dedicata ai Nonni (2012)
Ho notato in una foto
come il tempo sia passato
com'è cambiato il mio capello
e come una ruga mi ha invecchiato.
Ho notato in una foto
come il mondo è andato avanti
e come si sono affrontati imprevisti e cambiamenti.
Ho notato in una foto
come i colori sono cambiati,
sfondi in bianco e nero diventati colorati.
Ho notato in una foto
la mia vita che passava,
fatta di sacrifici e sforzi ed una fede d'oro che brillava.
Ho notato in una foto
come cresceva il mio pancione
e di come con tenacia si lavora per il pane.
Ho notato in una foto
la mia vita che cresceva
e i frutti di un amore che di famiglia forma aveva.
Ho notato in una foto
che il dolore rende forti
e di come tristezza e pianto han segnato dei momenti.
Ho notato in una foto
come la sofferenza diventa felicità
e di quanto si lotta per avere serenità.
Ho notato in una foto
come l'oro diventa argento
e di come questa famiglia abbia creato un fondamento.
Sto notando un questo momento
generazioni,il cambiamento.
Sto notando come un amore,abbia creato tanto stupore.
Sto notando come 50 anni siano passati ed io e te ancora uniti.
La netta ripresa (2012)
Rivolgi al futuro uno sguardo migliore,
rivolgi al futuro un gesto pieno d'amore
e chiedi al domani la quiete la resa.
Inquieto aspetti la netta ripresa
Paura di volare (2012)
La vertigine,
non è cadere in basso
se si è capaci
non si è in grado di cadere.
Si ripete sempre ormai
"é paura di volare"
Vittoria la chiamano (2012)
Un passo per volta
raggiungi la vetta
un passo alla volta
hai ciò che ti spetta.
La senti l`aspetti la senti già tua
vittoria la chiamano
adesso e da sempre
é questo il suo nome.
Un traguardo una nuova occasione.
la cerchi ogni giorno nelle piccole cose
e preghi il suo arrivo nelle vicende più dolorose.
Nel piccolo sogno che tieni alla mente
e nel desiderio di cambiare il tuo presente.
Vittoria, vittoria vuoi urlare ancora
poter dirlo alla gente,
tramutar il presente,
trasformare il passato
in un incubo ormai dimenticato.
Nel cammino della vita si incontrano persone speciali che lasciano una traccia indelebile e
un ricordo gioioso. Quando, poi, il Signore le chiama a sé, nel momento in cui tutto sembra finito,
riscopri il dono stupendo che hai ricevuto. Ti accorgi pure che questo dono è condiviso da
tantissimi altri e ciò non ti toglie niente, anzi ti fa capire quanto sei stato voluto bene. Comprendi
che ciò che accade nel mondo di bello o di brutto non è mai così lontano da te, che può toccarti da
un momento all’altro e spesso sconvolgere ogni cosa. Di tutto avrei voluto scrivere tranne che di
questo, ma c’è un Mistero che ci comprende tutti: è quello della vita e della morte. Così, alla fine
di giugno, Stefania a vent’anni è volata al cielo dopo una lunga e dolorosa malattia che l’ha colpita
dopo qualche mese dall’inizio del primo anno di liceo nella nostra scuola. Io sono stato un suo
docente, ma soprattutto beneficiario della grazia di aver avuto da lei vere e proprie lezioni di vita.
Ora, rileggendo le sue poesie, ripensando ad alcune discussioni di persona, in chat, al telefono con
lei, guardo la vita con occhi diversi. Mi rendo conto ancor di più di convivere col mistero della vita
e della morte, di essere in un progetto più grande di me, coinvolto allo stesso tempo nella storia
più bella e più dolorosa che si possa immaginare. Da Stefania ho imparato, e cercherò di farne
tesoro, che le tante occupazioni, i diversi impegni, la routine, il quotidiano frenetico, non deve
distogliere dai rapporti importanti, dal “tu per tu”, dal sentirsi anche telefonicamente con una
certa costanza, dal trovarsi magari dandosi una frequenza, dal non rimandare a domani. Sì,
domani, “un altro giorno”, mai lo stesso, mai più lo stesso! Grazie a Lei, alle sue parole poetiche e
al suo esempio, intuisco che il mistero in cui siamo immersi, a volte buio e triste, ha sempre con sé
una luce che orienta, che mostra “l’alba del terzo giorno”, del “chi cercate non è qui”, del Risorto
che ci renderà tutti come Lui. Il passaggio necessario e truce è quello della morte, Sorella Morte,
che ti strappa chi ami, ma che non lo tiene per sé, perché non può farlo, perché Cristo l’ha vinta
morendo egli stesso e risorgendo. Stefania non è più fisicamente con noi, si potrebbe dire
“prematuramente”. In realtà non possiamo conoscere i tempi di Dio e così forse proprio quelli
erano maturi, pronti per cogliere un bellissimo fiore da innestare in quello straordinario giardino
che è il Paradiso. Chi crede, pur soffrendo, sa che la nostra vita è fatta per il cielo e non vi è alcuna
forza di gravità che tenga. Mi piace pensare che magari in cielo c’era bisogno di un Angelo in più,
per la famiglia, per me, per gli amici, per il mondo. Grazie Stefania!
Marco Pappalardo