Artisti . Corriere dell arte
Transcript
Artisti . Corriere dell arte
Corriere7__ 29/03/12 15:51 Pagina 1 L’arte di vendere l’arte autentica Corso Tassoni, 56 - Torino Tel. 011 4377770 www. santagostinoaste.it [email protected] P e R I o D I C o D I C U L T U R a e I n F o R M a z I o n e Fondato da Carlo accossato nel 1994 L’arte di vendere l’arte autentica CORRIEREdell’ARTE Direzione e Redazione: P.za Zara, 3 - 10133 Torino. Tel. 011 6312666 - Fax 011 6317243 - Cell. 377 4648901 E-Mail: [email protected] - www.corrieredellarte.it Art. 2 Comma 2 Legge 662/96 - Pubblicità inferiore al 45% Spedizione in abbonamento postale anno XvIII - n° 7 - venerdì 6 aprile 2012 COURRIER DES € 2,50 ARTS Corso Tassoni, 56 - Torino Tel. 011 4377770 www. santagostinoaste.it [email protected] I mondi infiniti di Joan Miró Il Corriere dell’Arte è on-line e su facebook con oltre 5000 contatti da tutto il mondo Chiostro del Bramante, Roma È FaBRIzIo FLoRIan un Miró intensamente sperimentale e manierista, e a tratti crepuscolare e malinconico, quello che si può ammirare nella splendida mostra, dal titolo Miró! Poesia e luce (a cura di Maria Luisa Lax Cacho), allestita nel Chiostro del Bramante e prodotta e Joan Miró, “Oiseaux”, 1973, Fundació Pilar i Joan Miró, Mallorca, © Successió Miró by SIAE 2012 foto © Joan Ramón Bonet & David Bonet courtesy Archivo Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca Caboni oltre la malinconia Alla Galleria Davico – Torino I e LIsa PaRMesanI n mostra fino al 10 maggio presso la Galleria Davico una selezione di 35 opere di Leonardo Caboni, pittore romano. Le pennellate stese con mano colta e precisa, che il gallerista emilio Gargioni definisce “esteticamente maniacale, tanto sono realisticamente perfette”, disegnano un mondo che pare senza tempo, sospeso tra il reale e l’onirico. si tratta probabilmente di una reminescenza Leonardo Caboni, “Il sogno del Principe di Montenevoso” delle fascinazioni giovanili per De Chirico e arnold Böcklin, sviluppate da Caboni attraverso una squisita maturità tecnica, che incanta lo spettatore nell’illusione bidimensionale. Una luce surreale caratterizza le sue opere, come in Natura morta con Napoleone e carillon, sormontato dall’effigie di un piccolo dodo, dove le ombre sembrano allungare la permanenza dei personaggi che a testa alta guardano l’orizzonte del proprio declino. I soggetti dipinti svelano una passione segue a pag. 2 quando l’artista catalano decide di stabilirsi a Palma di Mallorca nel nuovo studio progettato dall’amico architetto Josep Lluís sert, e conclusasi con la morte nel 1983. Immerso in un paesaggio mediterraneo fatto di luce, cielo, terra e mare, Miró ripensa radicalmente la propria arte incrociando i furori iconoclasti del dadaismo con nuovi stimoli provenienti dalle ricerce più avanzate dell’arte contemporanea e spingendo la propria iconografia ai limiti dell’astrazione e dell’essenzialità. a partire dagli anni sessanta, l’artista abbandona progressivamente il cavalletto in favore di una «fisicità» pittorica fatta di azioni dirette sulla te- la: Miró dipinge a terra, cammina sulle proprie tele, vi si stende sopra producendo spruzzi e gocciolamenti come nel Senza titolo del 1966, dove si combinano olio, acrilico e carboncino nero con segni di colore rosso e blu. ancora più stupefacenti i paesaggi monocromi degli anni segue a pag. 2 Marina Abramović - AM- Fabrizio Vatieri organizzata da arthemisia Group, 24 ore Cultura – Gruppo 24 ore, DaRT Chiostro del Bramante, in collaborazione con Fundació Pilar i Joan Miró e con il patrocinio dell’ambasciata di spagna. Un’ottantina di opere, di cui 50 olii di grande formato, terrecotte, bronzi e acquerelli, appartenenti all’ultima stagione creativa iniziatasi nel 1956, La regina della performance art Tutto su Marina Abramović al Pac di Milano n Rosa CaRnevaLe el 1974 una giovanissima artista serba si presentava al pubblico della galleria milanese Diagramma con una performance dal titolo Rhythm 4. sola e nuda in una stanza della galleria, veniva ripresa da una telecamera che trasmetteva le immagini in un’altra stanza dello spazio espositivo, dove il pubblico assisteva in diretta. L’artista accostava il volto ad un ventilatore molto potente riempendosi i polmoni d’aria fino allo svenimento. La giovane performer si chiamava Marina abramović. erano i primi passi di una carriera che sarebbe esplosa in pochi anni, facendo dell’artista una delle voci più La torta della nonna La GAM di Torino ai tempi della krísis aDRIano oLIvIeRI se dovessimo attribuire un’identità fisica alla crisi, in ogni sua forma e intensità, la più consona sarebbe forse quella del popolo italiano anche quando, proprio nei momenti più bui, i nostri connazionali si rendono protagonisti di brillanti quanto imprevedibili risorgimenti. L’etimologia greca e latina del termine “crisi” non lascia scampo tuttavia: criterio, discernimento e distinzione sono i concetti che risiedono nel- la parola e che se non divengono momento per una più alta riflessione e opportunità per una positiva trasformazione restano una parentesi fra prolungati periodi di annebbiamento delle facoltà cognitive. era curiosa l’arietta che si respirava alla GaM di Torino in occasione dell’inaugurazione della mostra “strangers”. nulla di particolarmente diverso dal solito ma certamente più casereccia la presentazione, introspettivo l’argomento, rustico il catalogo che è un qua- autorevoli dell’arte contemporanea mainstream. oggi, dopo 38 anni, Marina abramović ritorna a Milano con un nuovo progetto pensato per gli spazi del Padiglione d’arte Contemporanea. Ma questa volta non possiamo raccontare la storia di una presenza ma quella, invece, di una profonda assenza. Dopo anni in cui ci ha abituato a soffrire, a commuoverci e a interagire direttamente col suo corpo di artista, Marina ci abbandona facendo vestire direttamente a noi i panni dei performers. Diventare un’opera d’arte con Marina è facile: basta donarle due ore e mezza del proprio tempo, firmare un contratto con l’artista, abbandonare telefoni cellulari, IPad e ogni oggetto tecnologico e ve- derno a cura dello staff museale. Inclinazione al fai da te ravvisabile anche nel riallestimento periodico delle collezioni, negli spazi della Wunderkammer e nel magazine MaG. s’inizia a narrare la propria storia quando si è vecchi e la GaM, come documenta questa mostra dedicata alle acquisizioni comprese fra periodo informale e Pop art, di storia ne ha alle spalle. se è fatale che la carenza di risorse inviti a una meditazione sulla propria natura, ogni decisione presa in questi momenti, e non solo per il museo torinese, potrebbe fare la futura differenza fra vivere e sopravvivere. Quell’arietta, alla segue a pag. 2 quale ci riferivamo prima, deve diventare un salutare uragano. Bisogna tornare ai fondamentali, alla torta della nonna cucinata con quei quattro ingredienti trovati in dispensa: essere capaci di scrivere la propria storia, agire in modo coraggioso, scommettere sui talenti locali, conoscere se stessi come prerogativa ad ogni azione e non rimedio dell’ultima ora. I bookmakers inglesi darebbero sconfitta questa ipotetica new wave; conoscono il Bel Paese e sanno che il nostro carattere s’identifica con la crisi come occasione per lo scatto eroico e perenne alibi perché nulla cambi. I.P. Corriere7__ 29/03/12 12:37 Pagina 2 CORRIEREdell’ARTE COURRIER Pagina 2 DES ARTS 6 Aprile 2012 Continua da pag. 1 I mondi infiniti di Joan Miró Settanta: opere di grande formato dove il segno dell’artista si fa visionario e minimalista e dove non è difficile scorgere la sua predilezione, almeno in questa fase, per i neri di Franz Kline e di Robert Motherwell e per la calligrafia orientale. Una semplificazione formale che lo stesso artista metteva in relazione con la pittura romanica catalana: «A poco a poco, sono arrivato ad impiegare so- lo una quantità ridotta di forme e colori. Non è la prima volta che si dipinge con una tavolozza di colori assai ridotta: è così che venivano realizzati gli affreschi del X secolo […] I miei personaggi hanno subito lo stesso processo di semplificazione. Così ridotti all’essenziale, sono più umani e più vivi che se li avessi raffigurati in ogni dettaglio». Da segnalare infine una piccola, ma preziosa, presenza di sculture, frutto anch’esse di in- Continua da pag. 1 Caboni oltre la malinconia per gli animali, che diventano chiave di lettura dell’intero lavoro: il rospo contrapposto all’iconografia dell’imperatore bizantino Federico II ricorda l’effimerità della gloria e del lusso; la civetta, simbolo per eccellenza della chiaroveggenza, vigile sul Sogno del Principe di Montenevoso; due canarini enfatizzano la giovialità che evoca l’antica maschera di Pulcinella posta sopra lo stesso davanzale, mentre due lepri alzate sulle zampe posteriori festeggiano Il franco cacciatore, rappresentato come una statua relegata nel passato. Un’azione energica percuote La profezia del gabbiano che assiste alla cattura a mani nude di un tonno, sotto un cielo plumbeo per la tempesta in arrivo. L’artista sottolinea lo stretto legame che esiste tra il mondo animale e quello antropico, considerato nella sua natura brada, evidente anche nelle opere in cui la figura umana non è presente, come nel Soliloquio di un pappagallo dai colori squillanti, o in tense sperimentazioni durate tutta la vita: dai bronzi come Donna (1966) e L’Equilibrista (1969), agli assemblaggi come Personaggi (dopo il 1973) che riunisce pittura e scultura, alle terrecotte (Senza titolo, 1981) e alle ceramiche (Senza titolo, 1981). Chiostro del Bramante Via della Pace – Roma Miró! Poesia e luce Fino al 10 giugno Info: 06 68809036 Prodigio controluce, dove un rinoceronte ritratto da basso si staglia in tutta la sua maestosa presenza, quasi a manifestare la potenza di una natura di fronte alla quale l’uomo rimane inerme. Caboni indaga il proprio “Io” universale, una ricerca introspettiva che riflette una malinconica solitudine latente nell’essere umano: “credo che alla malinconia non si possa fuggire – spiega l’artista – c’è chi cerca di evitarla e chi, come me, ci convive rendendola così piacevole e, perché no, accogliente”. E forse per questo l’animale che spesso torna dipinto nei suoi lavori è proprio il gatto, a rappresentare la nostra condizione imperfetta: animale di compagnia dal carattere schivo e solitario, nonostante gli affetti sinceri che si creano nell’ambiente domestico. Galleria Davico Galleria Subalpina 30 – Torino Leonardo Caboni Fino al 10 maggio Info: 011 5629152 Sagome feline tra sogno e realtà Luisa Conte nelle sale del Conte Verde a Rivoli (TO) L ELIO RABBIONE uisa dei gatti. Prendendo a prestito dai titoli della Gina Lagorio, scrittrice nata sotto le stelle di Cherasco. Quello di Luisa Conte per i compagni felini è un amore vero, è una cura affettuosa, è una comprensione (reciproca?) costruita giorno dopo giorno, un riempirsi le stanze della grande casa con le vecchie glorie, con gli ultimi nati, con chi chiede all’improv- viso un ricovero. E allora ecco che la vita si trasporta in quell’arte che da tempo la Conte ha fatto sua, quei gatti prendono corpo sulla tela, o tra le pagine di un libro. Emozioni feline, personale importante, sguardo a tutto tondo su di un intero mondo, debutta venerdì 13 aprile, nelle sale della Casa del Conte Verde a Rivoli, per chiudersi il 27. Una parte è dedicata alle tavole che intervallano il testo di “Storia di un amore senza fine”, edito da Luisa Conte, The Union Jack’s cat, acrilico su tavola, 2011 L’Autore Libri Firenze, libro d’amore per Camilla gattina “tigrata con il pelo morbido come la seta”, costruzione perfetta di avventure e sentimenti, capace di catturare graficamente, con ricchezza di colori e di segni precisi, le tante azioni, rubando occhi dolci o stralunati, affettuosità imbastite negli angoli delle stanze, protezioni che abbracciano esserini indifesi, mani che carezzano, tetti che riparano, istrionismi con tanto di cornice teatrale, sguardi sospettosi e giochi in comune: il tutto colto con proprietà gesti e annotazioni, con ricchezze cromatiche, con divertimento e partecipazione. Come il gioco in uno specchio, quei ritratti felini antropomorfizzano, captano le sembianze di un altro mondo e le fanno proprie. Ritornano alla mente certi cartoons, preziose inquadrature di titoli antichi, ogni cosa immersa nella padronanza del segno lieve, nel raggiungimento della stesura esatta e mai ripensata. E poi c’è ampio spazio nel proseguire della mostra per le carte da gioco, ancora gatti che con simpatia e perfetta geometria si camuffano in regine e re o in dorati jolly ammiccanti. E ancora i felini che magrittianamente sono ritagliati su cieli azzurri per incorporare con linee sinuose angoli di città, necessari di un solo segno perché l’immediato racconto abbia vita (godetevi La chatte de la tour parigina, o La chatte de Bruges che lascia intravedere squarci di antichi palazzi, con eleganza e poeticamente riflessi in un corso d’acqua, o The Union Jack’s cat che abbraccia in una calma che sa di mistero le luci e le ombre della sera posate sulle sponde del Tamigi). Un discorso ampio che, con il continuo stimolo di una fantasia che conosce pochi confini, festosa, estremamente semplice in una ricchezza che altri deborderebbero in un calligrafismo fuori controllo, porta alla compagnia serrata del benefico feticcio, ad un travestimento che può toccare la Marylin – che qui sarà ovviamente Catylin – con la mitica gonna bianca rialzata dallo sbuffo della metropolitana o le maschere veneziane o le gatte/geishe che ripropongono gesti di mondi lontani e antichi. Acrilici, acquerelli, sovrapposizioni dorate, tutto concorre ad un suggestivo ordine d’ambiente, ogni cosa pare ormai prendere corpo da sé: attraverso la sbrecciatura di una palizzata, l’inattesa, assolutamente non studiata sagoma felina lascia alle sue spalle ferrosi detriti per darci “dopo la tempesta” uno squarcio di mare rappacificato, un orizzonte azzurro, un cielo di nubi bianchissime. E’ il mondo tranquillo, contemplativo, felpato di Luisa Conte. E dei suoi gatti. Casa del Conte Verde Via Fratelli Piol 8 – Rivoli “Emozioni feline” Personale di Luisa Conte Dal 13 al 27 aprile Continua da pag. 1 La regina della performance art stire un camice bianco. Poi non resta che chiudere gli occhi e dimenticare ogni pensiero per rilassarsi tra panche di legno, alti scranni costellati di cristalli provenienti dal Brasile, cuffie isolanti e magneti che creano strani campi di energia. Marina, con la sua treccia di capelli neri, il completo scuro e il suo sguardo altero e magnetico, la vediamo alla preview per la stampa. Assiste ai preparativi della performance per qualche ora, poi fugge. Rimarrà a Milano pochi giorni, lasciando l’esperimento milanese in mano ad alcuni fidati assistenti. Le performance degli anni Settanta sembrano ormai lontanissime. L’arte vissuta sulla propria pelle, sottoponendosi a prove estreme di resistenza fisica e psichica, una pratica accantonata, almeno per questa occasione. Scordatevi il lirismo di Great Wall of China (1988) con cui, dopo aver percorso 2500 chilometri dagli estremi opposti della muraglia cinese, Marina Abramović e Ulay, storico compagno dell’artista, si incontrarono al centro per concludere la loro storia d’amore o la forza di Balkan Baroque, opera monumentale realizzata alla Biennale di Venezia nel 1997 in cui Marina puliva un cumulo di ossa avvolta da un fetore insopportabile e che valse all’artista il Leone d’Oro. Dopo anni di ferite, tagli, bruciature, serpenti avvolti intorno al collo, pistole puntate alla tempia, vicende autobiografiche trasformate in arte e soprattutto dopo una performance totalizzante come The Artist is Present, presentata due anni fa al Moma di New York (per tre mesi, 7 ore al giorno, la Abramović è stata immobile e in silenzio davanti a oltre 1400 persone che, uno alla volta, le si sono sedute di fronte), si direbbe che Marina abbia voluto lasciare a noi la propria eredità e anche la fatica di sottoporsi a ore di immobilità e silenzio. Il suo corpo, Marina Abramović ha deciso invece di regalarlo generosamente, durante questo breve soggiorno italiano, ai media: dalle copertine delle riviste femminili più glamour alle trasmissioni televisive come “Quelli che il calcio” (dove è apparsa accanto a Valeria Marini), fino alla comparsata nel nuovo programma di Fabio Volo, la Abramović non si è proprio risparmiata. Viene quasi da rimpiangere l’artista che viveva girando l’Europa con il compagno Ulay in un furgone Citroen, cucendo maglioni di lana e realizzando performance storiche. Oggi i maglioni di lana sono diventati costosissimi completi Givenchy e Costume National e Marina gira il mondo in aereo passando da un evento all’altro. Il furgone è stato riesumato ed esposto al Moma come reliquia di una vita passata e lontana. Ma è la stessa artista ad ammonirci: “Se sei alternativo a 19 anni lo sarai anche a 20, 30, 40, 50, ma io ho 63 anni, non voglio più essere alternativa”. E adesso chiudete gli occhi e liberate la mente. Pac- Padiglione d’Arte Contemporanea Via Palestro 16 – Milano “Marina Abramović. The Abramović Method” Fino al 10 giugno Info: 02 54915 Corriere7__ 29/03/12 12:37 Pagina 3 L MASSIMO CENTINI Jannis Kounellis Imparare il rispetto CORRIEREdell’ARTE COURRIER 6 Aprile 2012 a ricerca artistica che contrassegna l’opera di Jannis Kounellis non necessita di molte premesse: si è infatti al cospetto di un lavoro che oltre a essere ampiamente storicizzato, ha certamente aperto nuove strade di indagine estetica, a partire dai tempi dell’innovativa Arte povera. Attualmente l’artista greco è ospite della galleria “Giorgio Persano” e dopo oltre vent’anni ritorna a Torino con un’installazione di grande interesse. È costituita da quattordici grande strutture a forma di cavalletto che sostengono altrettanti ferri sui quali sono agganciati pesanti soprabiti scuri, uniti tra loro da cuciture la cui rozzezza è fortemente enfatizzata. Non ha titolo questo singolare complesso, che si struttura all’interno di un tracciato narrativo di grande suggestione; protagonisti naturalmente i materiali utilizzati, che han- DES ARTS Pagina 3 oltre i luoghi comuni per la storia e la cultura Alla Galleria Persano di Torino no il ruolo di dar vita a un corteo muto, che affida la sua dialettica all’angolo di osservazione, alla mediazione dei simbolismi che sono una sorta di moto perpetuo all’interno del processo conoscitivo sorretto dal continuo incontro/scontro tra significante e significato. Kounellis che ha sempre saputo “mettere in scena” anche quanto apparentemente non sembrerebbe far parte dei domini dell’arte, ha la capacità di slacciarsi dai ceppi delle convezioni, dando così spazio a un universo la cui dinamica via via giunge ad affidarsi ai principi dell’opera aperta. Il riverbero antropologico si smarca dalle regolamentazioni connesse alla pura “Senza Titolo”, 2012. Ferro, ganci, cappotti, spago 420x235x235cm fisicità, la presenza umana si interseca infatti a dimensioni che rimandano a contesti nei quali la parametrizzazione dello spazio e del tempo non può essere effettuata attraverso regole formali condivise. In quella processione di materiali che scivolano oltre le dune della visibilità, l’immaginario si conquista il privilegio di orchestrare l’empatia. Il ferro domina è impone il ritmo dell’orchestrazione, trattiene, arresta e chiude; il tessuto persegue un tracciato che invece cerca di dare spazio, ancora, ai vortici sopravvissuti di una forza interiorizzata attraverso la quale provare a bypassare i freni che il metallo impone. Il percorso che ci pare suggerisca questa installazione di Jannis Kounellis, è di fatto l’alter ego della nostra quasi costante lotta per cercare di andare oltre luoghi comuni e imposizioni. Forse anche noi siamo come quei pesanti soprabiti che vorrebbero essere dominio del vento e liberi di affidarsi ai moti naturali. Ma ci sono sempre dei “ferri” e poi cuciture che arrestano il desiderio del volo: istanza irrefrenabile che sorregge l’illusione, o semplicemente ci lascia intravedere qualcosa che somiglia alla libertà. Galleria Giorgio Persano Via Principessa Clotilde 45 - Torino Jannis Kounellis Fino al 16 giugno Info: 011 835527 I vangeli astratti di Demarchi Alla Chiesa del SS Sudario - Torino N ADELE ROVERETO on poteva esserci sede più idonea della Chiesa del SS. Sudario per esporre il ciclo dei Vangeli Astratti di Roberto Demarchi, la cui intensa carica religiosa ha contribuito ad impreziosire la struttura, creando uno stupendo connubio tra edificio sacro e manifestazione del divino e della fede che l’accompagna. La ieraticità delle opere di Demarchi ha dato, infatti, vita ad una Alcune delle opere di Roberto Demarchi all’interno della Chiesa del SS. Sudario particolarissima Via Crucis innervata su una drammatica climax che, avviata dalle pareti laterali della Chiesa, ha raggiunto l’akmè proprio nell’abside – come una moderna “Biblia pauperum” – con i momenti salienti della Passione di Cristo. La potenza icastica del linguaggio binario adottato dall’artista, interamente impostato sul quadrato e sul rettangolo (apparentemente semplicissimo, eppur così innovativo e suggestivo), conferisce una profonda nota di pathos agli episodi neotestamentari, in cui campeggia la figura, concreta o evocata, di Cristo. L’epifania della divinità è il nodo focale di ogni quadro, attorno alla quale si snoda un episodio Philippe Daverio allo Spazio Oberdan di Milano MICHELA TORNIELLI DI CRESTVOLANT oi siamo il prodotto della nostra storia”, cosi dice Philippe Daverio all’attento pubblico che ha affollato, la sera del 26 marzo, l’auditorium dello Spazio Oberdan a Milano. Il foyer di Viale Vittorio Veneto si conferma centro nevralgico della cultura milanese, instancabile sostegno delle iniziative più varie, il suo compito è ancora quello difendere la qualità. Così ha ospitato una spiritosa serata di riflessione, parte del ciclo d’incontri “Vedo dunque sono” promosso dall’Associazione Italia Nostra. Il titolo dell’iniziativa, di eco cartesiano, denota una profonda attenzione al tema dello sguardo. Se il rapporto tra ego e sguardo permette di definire l’arte come veicolo di conoscenza allora la realtà si presenta come rivelazione e l’arte potrebbe essere considerata uno strumento conoscitivo più completo della scienza stessa. Protagonista del progetto Philippe Daverio, dandy ritardatario di professione e critico d’arte per passione, spiega l’urgenza di una nuova visione dell’arte che superi le considerazioni ottuse della contemporaneità. Così propone una nuova metodologia che prevalga – seppure poco ortodossa - sull’ambigua e confusa idea di bellezza: il Pettegolezzo. Cosi come per la “chiacchiera” anche nella storia dell’arte bisogna sapere e capire per poter fare. Il professore non dimentica di introdurre la sua ultima pubblicazione “Museo immaginato”, rilettura originale e personalissima dei principali capolavori della storia dell’arte. Philippe Daverio N evangelico, a cominciare dalla pericope di S. Giovanni (1,1), “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio”: un tripudio di oro pallido, luminosissimo, scaturito da una sequenza di tre quadrati concentrici (chiaro riferimento alla Trinità), costruiti sull’intersezione delle diagonali del quadrato principale. E, nel prosieguo della vicenda terrena del Cristo, il ductus di Demarchi tocca vertici epocali nella trasfigurazione della Parola divina, giungendo a dimostrare che, se la pittura teoplastica ha una potenza eccezionale di comunicazione, la resa astratta può addirittura superarla, esprimendone un toccante misticismo: la vera Fede, sfrondata di sovrastrutture teologicamente complesse, spesso affidate ad un’acribia tanto compulsiva quanto – forse – sterile, si manifesta per il tramite – paradossale! – di una Ragione che vuole capire, innanzitutto, il dramma esistenziale del Figlio di Dio, prefigurazione dell’uomo, e la vera portata del messaggio cristiano. Si spiegano, così, da una parte la presenza di episodi neotestamentari tradizionalmente non inseriti nella Via Crucis (“Cristo e l’adultera”, “La resurrezione di Lazzaro”, “La cena di Emmaus”), dall’altra l’analisi del doloroso silenzio e della consapevole solitudine di Cri- Una collezione ideale che scatenerà le gelosie degli appassionati. Heritage, traduzione inglese del nostro “patrimonio culturale”, è un termine che meglio definisce le responsabilità di noi cittadini nei confronti del Capitale culturale del paese: ereditare e conservare per tramandare. L’Italia può ancora essere ridisegnata e riorganizzata – dice Daverio - ma è prima necessario formare una solida identità nazionale, solo cosi si potrà imparare il rispetto per la storia e la cultura. Spazio Oberdan Viale Vittorio Veneto, 2 – Milano Info: 02 77406300 sto dinnanzi alla sentenza di morte. “Cristo di fronte al sinedrio” è l’emblema dell’esclusione, che ogni essere sperimenta nella sua vita davanti al giudizio degli uomini, e che diviene qui coscienza della propria diversità. La figura del Dio-Uomo rifulge nella grandezza del suo isolamento come quella di un eroe della tragedia greca, consapevole dell’ineluttabilità del suo destino; un crescendo di superba concitazione cromatica, scandita da toni sempre più rossi, vede il compimento della Passione, collocato nella vertiginosa verticalità sopra l’altare. La violenza del dramma finale di Cristo (preceduta da un mirabile “Cristo e Barabba”, dove i due condannati sembrano scambiarsi le identità in un doloroso gioco di vita e di morte, attraverso i due rettangoli di oro vivissimo) viene stemperata dalla visone de ”La Sindone”, posizionata sul pulpito di destra: due sole tonalità, grigio e nero, a ricordare la passata esperienza terrena, definitivamente conclusa sul piano umano, ma pur sempre gravida di ripercussioni nel mondo. Chiesa del SS Sudario Via Piave ang. Via San Domenico Torino I Vangeli Astratti di Roberto Demarchi Mostra conclusa Corriere7__ 29/03/12 12:37 Pagina 4 CORRIEREdell’ARTE Trasparenze cristalline COURRIER Pagina 4 DES ARTS 6 Aprile 2012 Carla Chiaberta alla Galleria La Conchiglia I ENZO PAPA l dibattito sull’acquarello quale tecnica pittorica compiuta o come integrativo coloristico di disegni, incisioni e progetti è sempre acceso e, nonostante i pregevoli esempi di opere ad acquarello entrati nella storia dell’arte, la diatriba non accenna a spegnersi, aggravata da preconcetti senza alcun fondamento, se non il carattere del supporto cartaceo, più sensibile delle tele o delle tavole per pittura. Onora e conferisce valore artistico alla pittura all’acquerello una tradizione di grandi Firme dell’Arte, le quali hanno nobilitato una tecnica difficilissima che richiede padronanza avanzata e sicurezza di disegno, di chiaroscuro, di colorismo, di rapidità, non necessarie alle altre tecniche. Paul Klee, professore al Bauhaus, ha trattato l’acquarello astratto, lodandolo come “il più brillante, proprio per la trasparenza dei colori, i più simili alla luce naturale”. Le valenze artistiche e tecniche dell’acquarello sono sempre più riconosciute, anche attraverso l’attività di riaffermazione messa in atto dall’Associazione Italiana Acquerellisti, della quale fa parte Carla Chiaberta, artista che pratica la pittura dei pigmenti ad acqua con la pu- Carla Chiaberta, “Stella di Natale” rezza e la trasparenza propria di una tecnica esercitata da quasi tutti i Grandi, da Dürer in poi. L’Artista vanta un curriculum professionale costellato di premi, di riconoscimenti e di mostre in Italia e all’estero, dalla Russia, alla Spagna, al Messico ed agli Usa, e dall’Irlanda e Gran Bretagna, fino al Sud-Africa. La pittura di Carla Chiaberta si connota per caratteristiche personali e specifiche, interconnesse nella procedura e negli esiti. Le tematiche privilegiano i soggetti naturalistici, come gli elementi della flora e le ariose vedute di sintesi, in cui la sensibilità dell’Artista ha migliore occasione di manifestarsi. Le figure ed i ritratti completano i temi degli acquerelli di Carla Chiaberta, la quale usa la tecnica “pura” secondo le premesse dell’AIA (Associazione Acquerellisti), intendendo per purezza lo schietto uso del pigmento semplicemente diluito. Ne deriva una pittura “di colore”, in cui ogni elemento si conforma e si configura solamente con le tinte “quasi sanza far disegno” (direbbe Vasari), procedura che ha fatto le fortune dei “Ragazzi degli Anni Trenta” dell’Ottocento, ai quali l’Artista può essere assimilata come pittrice in prolungamento neoimpressionista. La pittura di Carla è straordinariamente trasparente, fin troppo, a volte, tanto da irradiare il biancore del foglio come fosse una fonte luminosa che rende diafano il dipinto, leggero ed impalpabile, senza campi o zone d’ombra, facendo apparire il soggetto visto attraverso una vetrofania, anche quando gli strumenti di lavoro dell’Artista rendono insaturi le tinte che richiederebbero una saturazione simile ai colori dell’arcobaleno. Le specificità della pittura di Carla Chiaberta riflettono un temperamento docile e talvolta timido, in riguardo ad una Natura che richiede rispetto anche nella resa pittorica, e così l’Artista si pone deferente al cospetto dei suoi fiori o dei suoi paesaggi, in un comportamento di affetto e devozione nell’accarezzare con i pennelli ed i colori la fragilità del Creato: in tal senso Carla esprime la sua affettività come madre della Grande Madre Natura, riassunta tutta nel richiamo del fiore, soggetto denso di allusioni e metafore, di allegorie e di significati traslati, come insegnarono già gli Antenati che usavano l’espressione “sub rosa dictum” (detto sotto il simbolo della rosa, cioè sotto metafora), essendo la rosa la regina dei fiori. La mostra merita essere visitata non solo per la qualità intrinseca delle opere esposte, ma anche per cogliere i significati latenti che l’Artista inconsapevolmente trasmette di sé e della Natura, sua ispiratrice. Galleria La Conchiglia Torino, via Zumaglia 13 bis Carla Chiaberta. Acquerelli 12 aprile – 26 maggio Info: 011 6991415 Le incisioni di Mariella Pelissero V Libertà di espressione Libri d’artista al Senso del Segno – Torino I ELISA PARMESANI l tour espositivo che segue il progetto Claudio Claudi e il libro d’artista è giunto alla sua seconda tappa, ospitato nella sede dell’Associazione Culturale Incisione e Disegno Senso del Segno a Torino e conclusa il 31 marzo, un evento nato in collaborazione con Claudia Canavesi e Roberto Gianinetti del Kaus Centro Internazionale per l’Incisione Artistica di Urbino. Sui tavoli sono stati esposti ventiquattro libri d’artista realizzati con le tradizionali tecniche della vanovic. Un connubio tra immagine e parola realizzato con la massima libertà di tecnica, il minimo comune denominatore in un gruppo di artisti provenienti da culture e paesi diversi. La stessa idea è declinata in più forme, arricchita di nuove sfumature, senza comprometterne l’identità primigenia. Nei lavori di Pecic, di Kzrywkowska, di Sumskyte si ritrovano così sparse, intere o spezzate, incise a pressione a secco o pregne di colore, le parole della poesia di Claudi che invoca al silenzio. Di straordinaria espressività i disegni in bianco e nero di Vukovic, contrappo- Laura Selmistraytite, Mi porterà lontano, 2009, xilografia a colori calcografia, della xilografia e della tipografia a caratteri mobili, rilegati a mano in tiratura limitata a non più di sei esemplari. Tre di questi sono stati incisi da venticinque artisti provenienti da Lituania, Albania, Italia, Lussemburgo, Polonia, Spagna, Stati Uniti e Svizzera, interrogandosi su “Il doppio senso dell’incisore”. Un omaggio al decimo anniversario dei corsi estivi internazionali del Kaus che porta l’attenzione sul diverso significato nell’arte incisoria di termini comuni, come “mordere”, che in gergo tecnico significa “acidare”, metaforicamente raffigurato da Giovanni Piccini per mezzo di teste di cane lupo rosso sangue, mentre Alessandro Fornaci “sbarba” un ritratto in litografia in tre momenti successivi. Gli altri libri in mostra rappresentano ognuno la personale interpretazione dei versi del poeta Claudio Claudi, letto da artisti come Marlena Wojnicz, Robert Jundo e Nikola Sta- precisa dai graffi calibrati, destinati a lasciare sulla lastra un segno ma anche un senso riconoscibile, derivati certo dall’osservazione acuta dei lavori di un Durer, di un Morandi, di un Rembrandt, sti ai colori accesi delle “Ombre” di Kairienne, stesi con matrici di recupero in legno o linoleum. La fruibilità stessa del libro non è tradita. Il pubblico è infatti stato invitato a indossare i guanti per prendere in mano questi piccoli capolavori e sfogliarli, toccarli, perfino annusarli. Sfiorando con le dita leggere le pagine, si avvertono i segni tracciati con la matrice, strumento dell’antico mestiere che ancora conserva, come nota Cecilia Giampaoli, direttrice del Kaus insieme a Giuliano Santini, la memoria gestuale dell’incisore mentre trasferisce la sua visione artistica nella realtà materiale. Senso del Segno Via Duchessa Jolanda 34 – Torino Claudio Claudi e il libro d’artista Conclusa il 31 marzo Info: 011 4473998 Alla Senesi Arte di Savigliano GIORGIO BARBERIS isibili al pubblico sino al 15 aprile nelle sale espositive di via Cernaia 19 di Savigliano, i pregevoli lavori di Mariella Pelissero, di elevata e poliedrica formazione artistica, tutti condotti con la difficile tecnica dell’incisione, “…rivelano l’eccitazione ludica dell’azione grafica - come ben sottolinea in un suo saggio Ermanno Barovero – ed una continua attenzione alla disciplina e alla ricerca segnica che,a volte in modo anche severo, la costringe a ripetuti interventi sulla lastra, senza per questo perdere la freschezza che contraddistingue tutto il suo lavoro”. Del resto per Mariella Pellissero l’incisione è un modo per aderire al vero. Così nelle malinconie dei chiaroscuri, dà vita a paesaggi e scene lacustri con una finezza senza pari, scrutando nell’intimità del suo stato d’animo, oppure forgia situazioni varie di vita ed ancora rende scabri ed essenziali paesaggi e immagini che esprimono attraverso un’elegante ricerca formale il sentimento assoluto dell’artista. Altrove queste intuizioni diventano pretesti più che sufficienti per “ scrivere in forma” usando tocchi di colore ed accostamenti di alto valore stilistico e poetico nei quali si avverte l’eco remota di un sentire amorevolmente la natura dove il tacito infinito andar del tempo rimanda tutto a una suggestiva grammatica dell’abbandono dei sensi. Nel linguaggio dell’incisione dell’artista emerge pertanto tutta la propria originalità, il controllo esercitato sull’opera, la concentrazione del lavoro artistico nella poetica della forma. La sua grande peculiarità è dare corpo e materia all’immagine delle “cose” restando aderente alla resa del visibile. Il tutto caratterizzato da una trama Mariella Pelissero uno Chardin o un Goya. Ed in questo incedere, scelte di volta in volta le possibilità dell’incisione diretta ed indiretta,con una particolare predilezione per la puntasecca e le morbidezze che solo questa tecnica consente al singolo segno ed agli intrecci semplici, Mariella Pellissero esprime tutto l’amore per un genere di arte che affina sempre di più lavorando sul campo. Modus operandi che le ha permesso di sviluppare uno stile altamente personale dove le potenzialità espressive del bianco, del nero, delle scale dei grigi e degli insert di colore e dei lineari monocromi restituiscono tratti di luminosità davvero sorprendenti ai prediletti soggetti che vanno dall’aria all’acqua, dalla terra alla vegetazione a varie forme di vita in un ensemble piacevole ed accattivante. Galleria Senesi Arte Via Cernaia, 19 – Savigliano (CN) “Luoghi d’acqua” – Incisioni di Mariella Pelissero Fino al 15 aprile Info: 0172 712922 Corriere7__ 29/03/12 12:37 Pagina 5 DINO ACCIARO Il segno di tale opera evidenzia come sussista anche nel mondo dell’informale una continua ricerca di un equilibrio tra lo spazio e il non-spaSaporito zio.In quest’ultimo si sovrappongono mondi paralleli, infiniti, donando al pubblico una luce lunare, forse un pò malinconica, colma di poesia. Sulla tela s’intersecano frammenti, ritagli non richiamanti figure in particolare ma esaltano le forme con vibrante energia. Tratti che ricordano un pò il famoso Burri, cercano di far capire come la figura nell’opera non debba essere essenziale ma in uno spazio universale, il colore così come il gesto intuitivo rappresentino un punto di partenza per una pittura sorprendentemente unica. [email protected] - 340 3150110 ALBA D’ALPAOS VALERIA CARBONE GIUSI BERGANDI Sensazioni a colori L’opera dai tratti informali evidenzia come l’energia espressiva della pittrice sia in continua evoluzione. La figura non è delineata in modo appieno ma la gestualità e la forza del colore diventano due elementi essenziali. Il ritmo delle parti che richiamano la natura è di certo appassionato e vitale e vuole allontanarsi da una visione realistica negativa accostando dunque il colore talvolta irruente alla gioia di vivere. Il suo tratto non è di certo classicheggiante ma, inserendo gli elementi naturali in uno spazio quasi tridimensionale, nascono vibrazioni suggestive talvolta metaforiche. [email protected] - 347 0082561 MARA DE STEFANIS La pittrice realizza quest’opera non ponendo l’accento sulla figura realizzata con cura e abilità ma donando alla stessa un’espressione pittorica particolare. La postura del soggetto è in fase L’Essere di contemplezione, quasi in un momento di assoluto abbandono; in tale spazio pittorico, la gestualità simbolica è importante. Tra i simboli e tra i giochi di colore ecco un fiore che rappresenta una nuova vita donata non dalla naturale procreazione ma dall’astrazione della realtà. Nascono racconti e linguaggi di un mondo interiore che evidenziano l’essenziale. Il dolore di tale parto immaginario porta il pubblico a riflettere sull’ambito della diversità, scaturendo suggestioni ed emozioni naturali. In uno spazio infinito ove i pensieri più reconditi viaggiano seguendo un percorso primitivo, ecco nascere delle figure, degli uomini che secondo l’affascinante pensiero della pittrice, sono costretti ad abbandonare la loro terra, sacrificandosi. Sdradicati L’opera nasce traendo ispirazione da alcune scene di un balletto ed il titolo,“sradicati”,ora si riferisce ad un allontanamento dal loco natio, ora gesti cromatici scelti con accuratezza dalla De Stefanis evidenziano un bosco animato al quale si domanda un altro sacrificio.Le vibrazioni emozionali sono parecchie, il soggetto raffigurato in primo piano è colmo di simbologie rimandanti a tratti il noto Dalì. GUILLERMINA RIVERA (IN ARTE GUIKNY) ROBERTO RUBIOLIO L’opera dell’artista, seguendo letteralmente il titolo, avvicina il pubblico ai tratti dei pittori che richiamano il romanticismo. Il volto del noto personaggio dei fumetti Captain America, così come la dolcezza dell’abbraccio rappresentano un modo per raccontare il magma dell’animo. La forza espressiva dell’immagine, così come i colori forti, molto realistici, narrano non solo un “episodio” di un fuIl bacio metto ma si creano spazi surreali, infiniti che donano la possibilità di sognare. Intorno ai due soggetti raffigurati con maestria ecco atmosfere delicate, impalpabili appartenenti forse al mondo dell’ “io” più nascosto. [email protected] Un ipotetico riferimento mitologico è presente nell’opera di Rivera. Cassandra, figlia del noto Priamo, viene ricordata nelle leggende dell’Iliade come una donna, in seguito poetessa, bellissima, protagonista di varie vicende leggendarie. L’opera della pittrice con giochi di sfumature e di linee geometriche un pò picassiane, evidenzia un linguaggio Cassandra compositivo personale, avvicinando alcuni suoi tratti ai noti cubisti. Le pennellate di Rivera sono sapienti, ricercate ma anche mutevoli, avvicinandosi un pò ad un’espressività armoniosa, colma di lirismo. Non c’è frantumazione ma energia e dinamismo. www.guikniart.com - [email protected] 346 4747130 [email protected] - 335 1378404 [email protected] Con molta eleganza e rara abilità tecnica la pittrice propone un’opera ove i contenuti richiamano il vero, la realtà quotidiana. Proprio partendo dalla stessa realtà, dalle carte sparse, i moti della sua anima evidenziano uno spazio onirico, Carte sparse un suo piccolo luogo nascosto. Dal disordine di tali carte, s’intravede una scelta di colori ben precisa, atta ad evidenziare come possano nascere labirinti artistici che regalano emozioni e impressioni del tutto soggettive. La tecnica dell’opera è particolare, evidenzia un desiderio di assoluta contemporaneità della pittrice; tali carte, ritagli di giornali, raccontano i colori del quotidiano, memorie, appropriandosi di una luce propria derivante dall’animo. [email protected] ANNAMARIA MICCOLI Ambientazioni impalpabili e pennellate di colore a tratti corpose rappresentano il medesimo connubio che nasce tra il ritmo di un sentimentale tango e il gioco di movimenti leggeri, trasparenti quasi fluttuanti. Il polittico della pittriSulle ali del Tango ce dona al pubblico vibrazioni naturali, del tutto involontarie, proprio come accade nel tango. Ogni tocco, tratto dell’opera è studiato con cura allontanandosi dalla totalizzante rappresentazione dal vero e da dogmatismi per immergersi in un dialogo fra più parti. Energia e sentimento spiccano in un orizzonte infinito ove la poesia dei movimenti viaggia insieme alla passione del ballo argentino. http://www.sitohd.com/miccoliannamaria [email protected] LOREDANA ZUCCA La griglia cromatica della pittrice si compone in ogni opera e in modo speciale in questa, di toni scelte creando una personale armonia stilistica. Nasce così un linguaggio cromatico che vuole donare al pubblico vibrazioni ove lo stesso colore compie un viaggio fluttuante concretizzandosi poi in soggetti.Al centro del quadro è raffigurata una donna con pennellate energiche ed abili che suscitano un certo dinamismo. Il mondo più intrinseco tuttavia fuoriesce e nell’opera ecco librarsi Chiarore Lunare particolari che esprimono forti sentimenti, attimi di stupore. La pittrice si sofferma su quel momento ove la luna illumina la donna e ciò che la circonda. Quell’attimo è poesia. [email protected] - 331 2525371 Corriere7_6-11 29-03-2012 15:11 Pagina 6 CO RRIEREdell’ARTE COURRIER Pagina 6 DES ARTS 6 Aprile 2012 Alle OGR di Torino ritorna la mostra “Fare gli Italiani” Collettiva alla Galleria Silvy Bassanese di Biella Inaugurata dal premier Mario Monti L’Io e l’Altro secondo tre giovani artisti NIVES MARIA SALVO D opo il grande successo di pubblico, quasi 600 mila visitatori in 9 mesi e arricchita di una sezione espositiva, ha debuttato il 18 marzo, per la seconda volta, la mostra Fare gli Italiani.A tagliare il nastro quest’anno è stato il Presidente del Consiglio Mario Monti, accompagnato dal Prefetto di Torino Alberto di Pace, dai ministri Fornero, Profumo e Balduzzi e dalle massime autorità cittadine. Ancora una volta i protagonisti della mostra siamo noi. Anche il luogo è lo stesso: quel tempio dell’archeologia industriale che sono le Officine Grandi Riparazioni (OGR), l’enorme costruzione di ghisa e mattoni dove venivano portate per la manutenzione locomotive e carrozze ferroviarie. La mostra perde la Quadreria, la prima sala con i quadri che accoglieva i visitatori all’inizio della visita, ed acquista invece una parte interattiva, a cura di Carlo Pession, e Riccardo Massa, dedicata all’ Italia pre-unitaria, e un secondo spazio che mostra il passaggio da un’Italia divisa e multicentrica ad una Italia unita ed economicamente forte, dal titolo “La porta dell’unità”. Walter Barberis e Giovanni De Luna tornano a raccontarci i 150 anni della nostra storia e lo fanno “mettendoli letteralmente in scena”, rappresentandoli attraverso una pluralità di narrazioni e di linguaggi in questa grandissima un’installazione artistica, dal forte impatto visivo ed emozionale. Si tratta di un percorso espositivo che, alla fine, produce conoscenza storica, consapevolezza, appartenenza. Un’ipotesi storiografica sufficientemente forte rende compatta e unitaria l’architettura della mostra, che pur si giova di apporti eterogenei, di una molteplicità di competenze, di sguardi, di invenzioni, di creatività. In questo senso, la nostra storia è raccontata come segnata da una progressiva integrazione di spazi, realtà e appartenenze, all’inizio separate e conflittuali. Il nodo concettuale che si è inteso sciogliere si riferisce al progetto ottocentesco e novecentesco di “fare gli italiani”, guardando alla sua capacità di assorbire progressivamente le varie fratture che attraversano la nostra storia, strutturali, sociali, politiche, ideologiche (città/campagna, centro/periferia, Nord/Sud, borghesia/proletariato, classi dirigenti/popolo, laici/cattolici, minoranze attive/maggioranza passiva e plebiscitariamente mobilitata, centralisti/federalisti, Paese reale/Paese legale, monarchici/repubblicani, ecc.), in un equilibrio dinamico, in un lavorìo che ha conosciuto cadute e rallentamenti, ma che è comunque andato avanti, incessantemente, fino a oggi. Il presente è il punto di arrivo della mostra, le sue priorità e le sue urgenze sono la griglia attraverso cui valutare il passato; è un presente che interroga, interagisce, interpreta e persino provoca il nostro passato, attento agli elementi di continuità ma anche a quelli di rottura. Il tutto raccontato dalla forza descrittiva della fotografia e dei grandi mezzi di comunicazione di massa e poi dal cinema, dal genio di Rossellini, De Sica, Zavattini, Fellini, Visconti, Monicelli, dal teatro, quello musicale di Giuseppe Verdi e quello di prosa di Pirandello e De Filippo. Alla Galleria d’Arte La Telaccia di Torino Fabio Zeppa, il colore e la materia DAVIDE TAURO È in corso fino all’11 aprile presso la Galleria d’Arte “La Telaccia” di Torino, la mostra personale di Fabio Zeppa, artista simbolista amante di colore e materia, capace di utilizzare un linguaggio del tutto personale e capace di accattivare il fruitore attraverso passaggi innovativi decisamente all’avanguardia. Le opere esposte in galleria raccontano un percorso che narra di vuoti e di pieni, di materiali inusuali, utilizzati con grande disinvoltura e precisione in grado di delineare forme sagomate avvolte in suggestive atmosfere. “Affascinato dalla materia e dalle forme di sperimentazione che essa offre per creare uniche ed irripetibili opere scultoree - spiega nel catalogo il critico dell’arte M. Malì - l’artista Fabio Zeppa, adottando un simbolismo nuovo altamente personale si dedica con moderna concezione allo studio di ogni elemento”. Le opere di Zeppa aprono a nuove dimensioni emozionali canalizzate verso un’impostazione tecnica decisamente originale e una decisa ricercatezza compositiva. “Con coerenza e vitalità Fabio Zeppa, “Galassia barrata”, 2008, inox, plexiglas, neon - continua Malì © l’artista / LaTelaccia - Zeppa trasforma ogni elemento in sorprendente espressività tanto da riuscire a FRANCO FORZANI BORRONI togliere il freddo dela materia per imprimere il calore dell’europa, marzo 2012. Menmozione e il valore del puro sentre le cassandre qualunquitimento. Serenità di spirito e seste già sentono risuonare vero impegno, è questa la ricerca campane a morto per il futuro deldell’artista che approda sempre l’Unione, c’è chi ancora crede alcon una ricorrente evoluzione e la vitalità dei nostri popoli, i quali responsabile scelta dei material, - quando non troppo impegnati a segno di un interessante discorso, massacrarsi in guerre militari od davvero convincente e leggero”. economiche - testimoniano ad ogni pie’ sospinto la capacità di camGalleria d’Arte biare il mondo, o almeno di proLa Telaccia varci. Questo uno dei molti possiVia Santarosa 1 bili eserghi della mostra Rudolf Torino Steiner. Alchimia del quotidiano, Personale di Fabio Zeppa ospitata al Vitra Design Museum Fino all’11 aprile dal 15 ottobre 2011 al 1° maggio. Info: 011 5628220 E MARIA TERESA MOLINERIS N uovo interessante appuntamento d’arte alla Galleria Silvy Bassanese Arte Contemporanea di Biella. Tre giovani artisti per un programma espositivo ancora una volta giovane e brillante: Ego et Alter, con Laura Brambilla, Diego Pasqualin e Marco Pedrana. Curata da Chiara Acquadro, autrice del testo critico che accompagna l’esposizione, la nuova mostra propone opere di carattere diverso, impostate però sullo stesso tema di riflessione dell’uomo su se stesso e del suo rapportarsi all’altro. Un esito di “conoscenza” quello della ricerca di Marco Pedrana, affermato artista biellese che presenta le sue opere su tela come ammassi di folla in cui l’individuo cerca, in un convulso accorrere di corpi indistinti, la propria identità. Sono figure senza volto e senza nome la cui realtà è affidata alla massiccia espressività dei corpi in tensione e movimento. “I personaggi, come quelli dei pit- togrammi primitivi - scrive Chiara Acquadro - si presentano come archetipo eterno, si incontrano e si scontrano, vale a dire ‘entrano in contatto’, giungono a conoscersi.” A lato, Laura Brambilla; qui sotto, Diego Pasqualin; in basso a sinistra, Marco Pedrana Gioco di monadi, si potrebbe definire, dove l’incontro si risolve in un “conoscersi” che non è ancora propriamente, o non potrà essere mai, un vero “condividere”. Diego Pasqualin, nativo di Varallo Sesia, artista, scultore e docente, interpreta l’incontro a livello più profondo, un “momento” a cui l’individuo prepara se stesso attraverso i sistemi e gli ornamenti con i quali il corpo si abbellisce. Sono anelli, orecchini dal sapore arcaico, contenitori per cosmetici con citazioni classicheggianti. “È l’uomo che compie un atto di autocreazione in base a ciò che assimila dall’esterno”, scrive la Acquadro. E l’esito è quello di una sorprendente e gradevole serie di oggetti, che l’artista ha realizzato utilizzando il rodhoid, un materiale ricavato dal cotone Vitra Design Museum – Weil am Rhein (RFT) Rudolf Steiner e i gesti quotidiani Un ambiente della mostra a Weil sul Reno, foto Thomas Dix © Vitra Design Museum Certo, il Vitra è ormai assurto a tutti gli effetti al ruolo di tempio del design contemporaneo, e come tale la sua collezione permanente sarà già stata oggetto di pellegrinaggi da parte dei lettori del Correre dell’Arte. Ugualmente le scuole steineriane sono oggi così diffuse che ciascuno di noi ha almeno una coppia di amici con figli particolarmente insopportabili proprio perché - ci spiegano - favoriti ad esprimere la loro spontaneità secondo gli insegnamenti dell’antroposofia. E questo per tacere dell’agricoltura biodinamica, altra intuizione del geniale Rudolf, sempre più vissuta come l’ultimo ba- luardo di salvezza contro gli assalti del junk food. Ma che c’entra dunque Steiner con il Vitra? C’entra, perché l’ex-filologo, ordinatore degli scritti scientifici di Wolfgang Goethe, e poi di Schopenhauer, e infine degli archivi di Friedrich Neitzsche, fu innanzi tutto un architetto. Si può anzi dire che il passaggio dalla teosofia all’antroposofia, ovvero da quelle investigazioni sul sacro che attraverso la metafora del Golgota avevano rimesso l’uomo al centro dell’indagine, ha implicato necessariamente uno studio e uno sviluppo dell’idea dello spazio attorno all’uomo: quindi la dimensione abitativa, l’archi- pressato e ridotto in lastre lucenti e malleabili, che l’artista modula e scolpisce secondo la propria fantasia e creatività. Laura Brambilla , biellese, artista e docente di discipline pittoriche, racchiude invece la propria meditazione in se stessa, dando vita ad acquerelli trasformati in “paesaggi dello spirito”, come luoghi di meditazione e di espressione, affidati a una garbata policromia ottenuta con colori vegetali, residui di macchie lasciate da sostanze diverse, sabbia e strappi di giornale provenienti da varie nazioni e scritti in diverse lingue. Una sorta di “istantanee del pensiero”, secondo la curatrice della mostra, che riconosce all’artista “la capacità di rappresentare l’emergere dell’uomo-individuo dal magma ribollente delle sensazioni provate dall’uomo-materia, fatto di Terra”. Un’esposizione ancora una volta gradevole ed elegante in una delle più note e attive gallerie biellesi. Galleria Silvy Bassanese Arte Contemporanea Via Galilei 45 – Biella “Ego et Alter” Laura Brambilla Diego Pasqualin Marco Pedrana Fino al 27 aprile Info: 015 355414 tettura d’interni, gli spazi sociali, ecc. La prova del nove sta a pochi chilometri di distanza, perché una volta compiuta la visita a Weil am Rhein potete entrare in Svizzera e a pochi chilometri trovarvi a Dornach, vero e proprio villaggio steineriano, dominato dall’imponente Goetheanum (seconda versione, il primo finì in cenere), sede della Società Antroposofica Universale. Loro, gli steineriani di oggi, un po’ utopisti, un po’ illuminati, vi parleranno delle specie di farfalle che, grazie all’adozione dell’agricoltura biodinamica, sono tornate a Dornach dopo molti anni che ne erano sparite. E se le farfalle apprezzano, perché noi no? “Rudolf Steiner Die Alchemie des Alltags” “Rudolf Steiner Alchimia del quotidiano” Vitra Design Museum Charles-Eames-Str. 1 Weil am Rhein (BRD) Fino al 1° maggio Info:www.design-museum.de Goetheanum Rüttiweg 45 – Dornach (CH) Info: www.goetheanum.org Corriere7_6-11 29-03-2012 15:13 Pagina 7 CORRIEREdell’ARTE COURRIER 6 Aprile 2012 Plurispazialismo o arte simultanea o arte racconto Avanguardia artistica e di pensiero che introduce nuovi paradigmi e indica una via per la pace e la sicurezza A lla Galleria S.S. Annunziata di Torino si è svolta un’interessante Personale di Gian Luigi Castelli. Prendendo spunto da un volantino distribuito in occasione della personale chiariamo e inquadriamo l’arte di Castelli. Gian Luigi Castelli creò il Plurispazialismo nel 1999. Egli s’ispirò ai tagli del pittore spazialista Lu- “Evoluzione dal Matriarcato e dal Patriarcato all'età della persona (Personarcato) e oltre” cio Fontana che fanno intuire spazi al di là della tela, spazi che Castelli identificò nei plurali spazi mentali ove collaborano inconscio e conscio e si realizzano il rimando ad altro, soluzioni mai definitive e la capacità di raccontare: un fluire cioè di pensieri e significanti che prende corpo nelle sue opere facendo pervenire alla logica delle sensazioni, pulsioni, emozioni e idee organizzate; Castelli va quindi oltre Cézanne che si era fermato a dar corpo alle idee pervenendo alla logica delle sensazioni organizzate come si nota osservando come l’idea di mela è stata rappresentata nel quadro “Tenda, fruttiera, caraffa e piatto con frutta”. Castelli ha introdotto nell’arte la visione della fisica quantistica con la sua indeterminazione probabilistica e sovrapposizione simultanea degli stati. Come esemplificazione consideriamo le linee rosse del quadro “Demian” (quadro il cui titolo non era stato indicato nella sopraccitata personale), esse contengono, infatti, in sovrapposizione simultanea varie possibili interpretazioni che l’osservatore può personalmente far “collassare” e determinare in modo probabilistico e indeterminato a priori: tali linee possono essere interpretate come ovali, visi, petali di un tremulo fiore in sboccio, l’aggrapparsi al grigiore della vita, l’oscillare tra la felicità e la tristezza, ecc., interpretazioni che si moltiplicano nell’ambito delle correlazioni suggerite dal quadro e possono essere organizzate in racconti. Queste caratteristiche delle opere di Castelli, sembianti campi di forma provvisti di potenziale informativo, permettono anche all’operante fruitore di queste opere di diventare un artista io creatore e di creare una propria immagine del quadro, immagine che egli può comunque modificare senza bloccarsi su un’unica rappresentazione. Il quadro “Demian” suscita pertanto varie interpretazioni, pensieri e racconti che l’osservatore è invitato a scrivere su un quaderno posto davanti al quadro nelle relative istallazioni “Fabbrica di pensieri” e “Fabbrica di racconti”. Scrivendo e leggendo gli scritti degli altri, ciascun osservatore, nonché operatore creatore, può rendersi conto che il quadro viene arricchito da interpretazioni, pensieri e racconti propri e altrui e che non solo il quadro viene arricchito, ma anche se stesso in una reciproca collaborazione che fa intuire i valori delle differenze tra ciascuna persona e della dignità e singolarità di ciascuno. Ci si può, così, rendere conto che la collabora- NEWYORK NEWYORK foto © aut. Happening e installation art negli scatti di Robert McElroy DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MAURO LUCENTINI L a scomparsa di Bob McElroy, l’unico fotografo che ci abbia lasciato una documentazione esauriente degli happening durante l’epoca molto limitata in cui venivano creati da un gruppo di pittori a Manhattan e in California tra la fine degli anni ’50 e gli Anni ’60 circa, ha richiamato l’attenzione su quella che fu una corrente veramente “seminal” - per usare un ter- mine una volta tanto assolutamente appropriato - dell’arte contemporanea. Ora, come del resto desideravano gli autori, sono in gran parte dimenticati. Ma ne discendono in maniera diretta movimenti come l’arte concettuale, la performance art e la installation art che dominano oggi la straordinaria quantità di fiere, biennali e triennali che si tengono soprattutto in America ma anche in altre parti del mondo. Tra queste correnti e gli happening c’è un’altra differenza di fondo, che tut- zione è più fattiva dello scontro e che la logica della collaborazione, foriera di pace e sicurezza, può sostituire quella dello scontro che insanguina tuttora il mondo. Ricordiamo che Demian è un personaggio dello scrittore Hermann Hesse, personaggio che, presa coscienza di sé e dei connessi non sé, è diventato interprete della volontà della natura volta al nuovo; egli però, uomo del suo tempo intriso della logica scontro, vede nella guerra il mezzo per realizzare il nuovo, salvo poi, vivendola, rendersi conto che la guerra non rispetta le persone, la loro dignità e i loro diritti umani. Castelli con le sue opere ha valorizzato la persona effettuando anche un percorso vertente sui temi: “Umanesimo trascendentale” in cui si evidenzia la capacità umana di dare ordine al caos e di sviscerare, nel rispetto del trascendente, il trascendentale che può apparire irraggiungibile, “Coscienza del sé e del connesso non sé” che porta a un atteggiamento consapevole e responsabile e “Amore comprensivo e disinteressato” che apre all’altro con condivisione e con la conversazione. La logica della collaborazione viene, così integrata e rafforzata da questo percorso tematico che esemplifichiamo rispettivamente con i quadri “Ulisse”, “Demian” e “Maria Teresa di Calcutta”. Pertanto la persona viene valorizzata, anche sopra classificazioni e divisioni caduche nel tempo, e viene indicata una via per la pace e la sicurezza, come è stato evidenziato nella personale presso la galleria S.S. Annunziata. Al termine del percorso della personale è stato esposto, , Il quadro “Evoluzione: dal Matriarcato e dal Patriarcato all’era della persona (Personarcato) e oltre”, quadro col quale Castelli intende celebrare l’avvento dell’era della persona, che ha denominato “Personarcato”. È stata esposta l’istallazione “Fabbrica di racconti” relativa a quadri dei quali non è stato indicato il titolo. Alla richiesta di scrivere un racconto i visitatori hanno scritto brevi, ma significativi racconti. Anche in altre mostre sono state esposte le istallazioni “Fabbrica di pensieri” e “Fabbrica di racconti” e si è notato che scrivere un racconto è più difficile che scrivere giudizi e emozioni. Riportiamo alcuni racconti scritti da visitatori delle personali di Castelli, visitatori che, raccontando, ci fanno vivere l’immagine che si sono creati del quadro. Relativamente al quadro “Demian”, primo quadro esposto senza titolo: “Dall’orizzonte provenivano grandi onde messaggere che sembravano voler avvolgere e sovrastare una persona che dondolava la testa. Era felice e triste, i suoi occhi brillavano e si rattristavano. Un grande uccello le passò davanti dirigendosi verso l’orizzonte, la guardava intensamente con due occhi misteriosi. Le sembrò di poter volare con lui verso la serenità e la pace sorvolando altre persone che si agitavano come fiammelle. La volta celeste avvolgeva un luminoso sorgere del sole”. tavia non smentisce la strettissima parentela. Gli happening erano mossi soltanto dalla speranza, degli autori non meno che degli spettatori, di squarciare per un attimo il velo della realtà. Era l’arte come vita. Non offrivano spiegazioni: “Io non dico che sia arte. Io uso questa parola tanto per non cominciare discussioni inutili”, diceva il pittore newyorkese Allan Kaprow (anche se nato a Atlantic City), che era stato il primo a tentarli, sotto la spinta della filosofia e dell’estetica buddista Zen allora dominanti in America, e magari con l’aiuto dell’acido lisergico o lsd. Le correnti che pullulano invece oggi sul mercato sono il contrario: pretendono di conoscere in partenza la realtà e la impongono con rappresentazioni fiduciose e magari polemiche. Quanto all’eredità più immediata, la performance art, i suoi confini con il teatro sono vaghi, mentre negli happening non vi era alcun rapporto tra le due forme. McElroy, che lavorava per Newsweek, era affascinato dagli sforzi del piccolo gruppo, tutti pittori - ne facevano parte, oltre a Kaprow, Jim Dine, Red Grooms, Claes Oldenburg, Robert Whitman, Carolee Schmeemann e pochi altri - di raggiungere per qualche istante la realtà. Cercava di non lasciarsi sfuggire nessuna delle improvvisazioni che qualcuno di loro effettuava in una o altra parte di Manhattan, e ci si intrufolava – ma nel suo tempo libero e per così dire a spese proprie, perché Newsweek non sembrava interessata - e scattava e scattava la sua Nikon senza poter usare il flash, ciò che lo avrebbe evidentemente fatto entrare involontariamente nell’azione. In quell’ambiente lo conoscevano tutti. Adesso la sua faccia e alcune delle sue foto appaiono sui necrologi dei giornali, ma c’è anche una straordinaria coincidenza. Meno di due settimane prima della sua morte si era aperta nella prestigiosa Pace Gallery la prima mostra mai tenuta di tutte le sue foto insieme alle non molte altre oggi reperibili - “Maria Teresa di Calcutta” Relativamente al secondo quadro esposto senza titolo: “Una persona si trovava in una caverna, sentiva il vento che soffiava. Si affacciò, vide vele che portavano lontano. A una vela si aggrappò con forza. Volava con essa nel mondo. Mille volti incontrò, pensosi, sereni, arrabbiati. Era teso ad aprire varchi al suo pensare. Cadeva e si rialzava con vigore. Il mondo gli si apriva e sentiva che il trascendentale gli si svelava. Una corsa sospinto da meraviglia e curiosità. Anche il tempo volava, il fisico cedeva, smunto si abbandonò al suo mondo pieno di ricordi, pensieri, e così trasvolò nella trascendenza, nel mondo dell’aldilà. Qualcuno su di lui si chinò per cercare di captare da quello sguardo ormai spento un mondo ricco e singolare”; “Un animale vorticoso e mostruoso uscito da un recinto sem- DES ARTS Pagina 7 bra voler inghiottire sotto lo sguardo indifferente di persone che nel recinto sono immerse nei loro pensieri e faccende. Fuori dal recinto si svolge una vita turbolenta in cui ci si sforza per farsi spazio e sopravvivere, ci si aggrappa al terreno e sullo stesso alla fine si giace”. Si può quindi notare che ciascun quadro di Castelli può suscitare racconti differenti e i concetti si plasmano nell’infinito del racconto. Tentando una breve sintesi storica, Castelli prosegue il cammino dell’arte in cui il pittore da rappresentatore di una realtà esterna con Van Gogh, diventando un artista io creatore, ha iniziato a estrinsecare il suo interno rappresentando emozioni e idee che possono o non possono essere recepite dagli osservatori; ora, con Castelli, i quadri raccontano anche e anche il fruitore dell’opera può liberamente recepire e raccontare, diventando anche lui un artista io creatore. L’arte di Castelli possiamo quindi chiamarla anche Arte del racconto e Arte del raccontato, infatti le sue opere comeArte del raccontare oltre a raccontare possono essere raccontate. Dal Plurispazialismo è nata l’Arte racconto. www.plurispazialismo.com Qui sotto, da sinistra, le istallazioni “Fabbrica di Pensieri” e“Fabbrica di Racconti”, relative al quadro “Demian” e “Fabbrica di Racconti”, relativa al quadro“Ulisse” (in mostra i dipinti sono stati presentati senza il titolo) 380 in tutto, ma 285 di McElroy sugli happening. È stato il primo riconoscimento della sua opera, sia pure in modo incidentale perchè la mostra Happenings: New York 1958-1963 riguardava il fenomeno estetico, mentre lui, la sua intuizione critica, il suo talento professionale venivano in gioco solo marginalmente. Ma è stato anche il primo reale sforzo di riportare all’attualità lo happening, senza il quale questa decisiva ma, per la sua stessa natura, difficilmente documentabile fase dell’arte contemporanea si sarebbe ancora più cancellata dalla coscienza generale. Quella di McElroy, insomma, si è rivelata veramente anch’essa arte come vita, come intendeva Kaprow, o, nel caso particolare, come morte. Il fotografo è scomparso a 84 anni, senza sapere nulla della celebrazione indiretta tributatatagli dall’esposizione da Pace, perchè già da tempo l’Alzheimer gli aveva fatto perdere contatto con il mondo. Gli sopravvivono la moglie e le sue foto. Allan Kaprow (a destra) e Lucas Samaras nell’happening “Yard”, ideato da Kaprow ed eseguito sul retro della Galleria Martha Jackson di New York, nella primavera 1961, foto di Robert McElroy © aut./ThePaceGallery lic. VAGA, New York Corriere7_6-11 29-03-2012 15:19 Pagina 8 CO RRIEREdell’ARTE COURRIER Pagina 8 DES ARTS 6 Aprile 2012 Luce Gallery – Torino Dopo la “Biennale”, un’eclettica Collettiva alla Galleria ViviArteViva Profondità in superficie Nel dedalo di frammenti della creatività LUCA STERPONE I ELENA PIACENTINI I l 3 aprile la Galleria Luce Gallery di Torino ha inaugurato la mostra Surface in Volume. Sono qui presentate sedici opere in una vasta e articolata collettiva di sette giovani artisti: Jonathan Binet, Sarah Crowner, Julian Hoeber, Oliver Laric, William J. O’Brien, Angel Otero e Mika Tajima, valenti interpreti dell’Arte contemporanea. La mostra, curata da Margherita Artoni, persegue le finalità espositive manifestate dalla Luce Gallery nell’anno corrente: palesare le nuove esperienze estetiche dell’arte contemporanea europea e americana, presentando artisti che osano la sperimentazione del labile e affascinante confine tra arte bidimensionale e tridimensionalità dell’ elemento pittorico. Gli artisti scelti investigano la costruzione del campo pittorico in maniera inattesa e inconsueta, attraverso materiali alternativi, inconsuete geometrie e valori cromatici ora grevi, ora lievi. Silenti e irreali i panni-struttura di Jonathan Binet, in cui l’uso replicato dello spray monocolore detta il ritmo del tempo e riconduce tacitamente alla prestigiosa influenza del gesto. Cromaticamente e strutturalmente autorevoli le costruzioni formali delle tele di Sarah Crowner, la quale eredita la vitalità plastica dei movimenti futuristi per introdurre un originale collage di multiformi sfumature. Molto intenso il sistema costruttivo dei simboli visivi di Julian Hoeber; nei cui lavori si intravede un felice ma rapido riferimento all’Optical Art attraverso elementi modulari e flessioni cromatiche legate alla propria cultura visiva, al cinema e alla figurazione pittorica; significativi quanto enigmatici gli indicatori alfanumerici relativi ai titoli delle opere, i quali vogliono porre importanza alla anormalità del genio artistico. Nei lavori Julian Hoeber, “Execution Changes #5”, 2012, acrilico su pannello © l’artista/LuceGallery di William O’Brien si avverte la cognizione intrinseca dell’artista riguardo alla dimensione confusa dell’esistenza umana contemporanea, caratterizzata da una infinita dialettica tra ordine e caos, visivamente rappresentata mediante l’impiego di potenti contrasti cromatici e l’attenta figurazione geometrica.Di risultanza fantascientifica la cangiante tela di Oliver Laric: su di una superficie bidimensionale, centinaia di piccoli ologrammi circolari commissionati dall’artista alle fabbriche cinesi di Shenzen riproducono l’immagine della divinità classica bifronte. Emotivamente coinvolgenti le tele oil skin di Angel Otero: l’artista, seguendo la linea del suo percorso artistico, fonde e trasforma la forza materica di David Hammons, l’espressionismo astratto di De Kooning e l’energia cromatica di Joan Mitchell in originalissime superfici di consistenza realmente epidermica. Di natura equilibrata e ugualmente fitta di input estetici sono le figurazioni geometriche di Mika Tajima: pannelli in plexiglass fitti di gradazioni cromatiche ed impreziositi da trame serigrafiche che accompagnano, attraverso l’architettura e i pattern strutturali, le attività umane. Gli Ultraveristi I l Salotto dell’Arte è giunto al suo ultimo appuntamento dedicato alla Post-Avanguardia Italiana, in cui affronta l’Ultraverismo pittorico. L’obiettivo di questi maestri è dimostrare che la realtà è il fine ultimo, da cui partire e dare luce ai dati della verità oggettiva deprivata delle sperimentazioni tradizionali, utili ed essenziali per raggiungere la conoscenza del mondo. Marco Giovanni Gianolio descrive scene del suo tempo neodadaisticamente, per mezzo di as- semblaggi ideali correlati fumettisticamente in accostamenti di matrice pop. Giuseppe Lettere, invece, è il cantore solitario della bellezza attraverso la rappresentazione del corpo, dell’incarnato e di una sensualità trasmessa dalla forma. I suoi involucri formali sono contenitori passionali fondati sull’immediatezza percettiva, ottenuta mediante la ricerca della posa e della luce. Dall’altra parte Paolo Terdich, descrive i connotati della realtà, per mezzo di estrapolazioni pure che animano la finzione in realismo. Umberto Viapiano, parte da un fo- tografismo che esclude polemicamente la figura umana, calandosi in un neo-vedutismo cosciente, che anima la natura. Sino alle incarnazioni di Giuseppe Mallia, precisionista iperrealistico che coglie la sostanza delle cose filtrando lo spazio ed i connotati più intimi della materia. Se gli obiettivi dell’arte contemporanea rendevano l’artista un filosofo Pop, concettuale o poverista, i connotati Post-avanguardisti, riprendono in considerazione l’importanza della tecnica, del colore-luce, della formacontenitore, rendendo nuovamente l’artista artista, l’opera opera, l’emozione emozione. Questi maestri-cantori, traducono il Medioevo Romantico nella svolta definitiva, assorbendone sicuramente la lezione sino a configurarla in un discorso nuovo. Sono la chiave di volta del Virtualesimo nascente, nella speranza che il mondo oggettivo a cui tanto mirano, li tenga finalmente in considerazione. Salotto dell’Arte Via Argonne 1/c Torino “Post-Avanguardia Italiana: Ultraveristi” Fino al 7 aprile Info: 011 0743717 smo e buon successo, in un certo modo scandiscono il tempo del finito, del certo per creare un connubio con lo stesso infinito. L’arte è una grande abilità labirintica in quanto si avvale della pluralità di tecniche, forme, soggetti, studio dei colori. Tale universo artistico nasce dall’io più recondito, piuttosto sconosciuto per emergere poi attraverso vibranti emozioni, quelle che la vita dona o anche derivanti dal sogno. La mostra si è inaugurata contemporaneamente presso la Biblioteca civica Dietrich Bonhoffer di corso Corsica 55 a Torino e il 31 marzo ha avuto luogo un secondo appuntamento di incontro per gli artisti e per gli appassionati d’arte. L’esposizione si concluderà il 12 aprile prossimo. Galleria ViviArteViva di Mirandolina Via Madonna delle Rose 34/c Torino “Labirinti d’Arte di Torino Esposizioni” Collettiva Fino al 12 aprile Info: 347 9453075 “No Milk Today” di Massimo Giordano © l’artista/ArteFiano Luce Gallery C.so S. Maurizio 25 Torino “Surface in Volume” Collettiva Fino al 16 giugno Info: 011 8141011 “Post-Avanguardia” al Salotto dell’Arte – Torino ANDREA DOMENICO TARICCO l 27 marzo scorso si è inaugurata la mostra dal titolo Labirinti d’Arte di Torino Esposizioni, presso la Galleria ViviArteViva di via Madonna delle Rose 34/c a Torino. La location dell’eclettica gallerista Mirandolina è in continuo rinnovamento ed ogni opera esposta è ricca di assoluta qualità e singolarità. Durante l’inaugurazione Silvia Ferrara ha presentato la mostra con note critiche personali ed è da evidenziare l’ottima organizzazione e la bravura della gallerista, nonchè abile pittrice, Mirandolina. La collettiva ospita artisti di talento e desidera essere un prosieguo ridondante ma più familiare dell’evento conclusosi da poco legato alla Biennale di Venezia e promosso da Vittorio Sgarbi. Vi partecipano: C. Alderucci, L. Andriano, B. Benny Antonello, S. Cagliero, F. Chiarotto, A. D’Alpaos, G. Detti, G. Di Gifico, E. Eandi, E. Falcone, R. Ferrari, A. Ferri, L. Lo Vermi, M. Maffucci, P.D. Magri, N. Mangino, G. Manolio, G. Margheriti, N. Parigi, G. Pitruzzello, S. Rollero, M. Scaletti, V. Salati, M. Serra, G. Sesia della Merla, S. Zoccali e L. Zucca. Soffermandomi sul titolo ideato per la mostra l’attenzione volge al senso del labirinto. Simbolo del non limite fin dai tempi più antichi, permette di oltrepassare l’infinito caos per ripartire dal senso dell’ordine. In tale contesto i talentuosi artisti che espongono con entusia- In mostra alla Galleria Arte Fiano di Torino Gli stati d’animo di Massimo Giordano NIVES MARIA SALVO L ’emozione è garantita ai visitatori della mostra No Milk Today, allestita ad Arte Fiano fino al 7 aprile. Massimo Giordano nato a Valperga Canavese (To), farmacista, ha espresso con i suoi dipinti tutto il suo mondo interiore filtrato attraverso i ricordi infantili. E questo mondo impregnato di sogni e nostalgie lo si può perfettamente cogliere nei trenta oli e tecniche miste su tela prodotte dal 1990 ad oggi nell’evolversi della sua maturità artistica. Ma partiamo dall’inizio. Il titolo. Lui l’avrebbe chiamata semplicemente Stati d’animo, anzi sarebbe andato ancora oltre, non dando nessun titolo, evidenziando meglio e con più chiarezza che una mostra è semplicemente una questione di ascoltare quello che succede nel mondo delle arti. La mostra viaggia su due binari paralleli ma divergenti. Un binario corre indietro verso l’intimità dello studio dell’artista artigiano che, nella manualità, ritrova la sua ragione d’esistere. L’altro binario corre invece sempre più velocemente verso la contemporaneità più assoluta e immediata, alla ricerca del segno personale e della velocità. Ne sono frutto Art Deco e Carnival, in mostra uno accanto all’altro, in cui i toni rossi e gialli della seconda tela preludono allo spostamento verso i colori primari, accesi e brillanti, mentre le linee nere si dissolvono in macchie di colore informali. In Palme l’artista mette in cornice la cultura americana, mentre in Marylin Monroe esalta un mito del Paese a stelle e strisce, che presenta in un gioco di contrasti, reso dal dominare del bianco e nero. Magnifiche os- sessioni, magnifiche emozioni che per mezzo del cinema e della televisione, sono entrate nel nostro quotidiano. Giordano dimostra poi la sua creatività e la sua incessante volontà di sperimentare con materiali e forme nuove, incorporando alla pittura sabbia, cereali e materiali diversi, e pitturando dentro e fuori bottiglie di vetro, rigorosamente della Centrale del Latte. Scrosta una tela, come il muro di un museo e vi dipinge Rosa graffiata, in Turquoise roses realizza su uno sfondo neutro figure di fiori, asciutte, lineari, impavide come soldatini di piombo. Dopo alcuni dipinti ancora riconducibili alla tradizione pittorica, in Tango argentino le forme dei fiori anticipano la semplificazione che l’artista torinese perfezionerà negli ultimi anni. Il percorso espositivo si conclude all’insegna dell’avanguardia e dell’astrazione materica di Fiamme, che mette in luce nuove possibilità creative di dipingere un universo in cui tutto è possibile, in cui per qualsiasi cosa non si deve essere sorpresi o cessare di esserlo per ciò che vi si scopre. Galleria Arte Fiano Via Fiano 14 – Torino “No Milk Today” Personale di Massimo Giordano Fino al 7 aprile Info: 340 5526730 Corriere7_6-11 29-03-2012 15:42 Pagina 9 CORRIEREdell’ARTE Spettacoli COURRIER 6 Aprile 2012 DES ARTS Pagina 9 “The coast of Utopia” con la regia di Giordana “Il giorno della civetta” all’Erba Rivoluzionari cecoviani E la voce di Sciascia alla fine commuove ELIO RABBIONE I l più lungo applauso credo debba andare a Michela Cescon, alla sua intelligente caparbietà nell’inseguire e nel concretizzare il progetto di The coast of Utopia, all’aver saputo legarsi gli Stabili di Torino e di Roma, di aver raccolto per più di sette ore di spettacolo, preceduto da tre anni di progettazione e da tre mesi di prove, 31 attori, 68 persone in totale impegnate con maestranze, tecnici e staff produttivo, tutti quanti nell’accettazione del minimo sindacale. Il testo di Tom Stoppard, bellissimo, intenso di fatti e di emozioni, ricco di sguardi sul privato e sulla Storia, cultore di sentimenti e di ribellioni, di opposte idee tra moti cruenti e proposizioni coltivate in mezzo a pacate riforme, di chiacchiere e di grandi ideali, porta lo spettatore dentro trentacinque anni dell’Ottocento, dal ’33 al ’68, in tre tappe che hanno i significativi titoli di Viaggio, Naufragio e Salvataggio. Tra ideali e disperati fallimenti, accompagna scrittori e liberi pensatori, rivoluzionari e critici che paiono usciti da un quadro cecoviano, ci mostra il giovane Michail Bakunin che contro un padre privo di orizzonti compone e disfa la vita della casa, delle sorelle che l’adorano in special modo, il teorico Herzen con i suoi viaggi e le sue fughe, con i salotti entro cui raccogliere nell’Europa in cerca di occasioni libertarie ogni fuoriuscito, con i tradimenti e gli amori assoluti della consorte, pronta a concedersi al proprio seduttore e con i lutti che caratterizzarono la propria vita, il critico Belinski con le sue invettive dense come raramente s’è sentito su di un palcoscenico, gli occhi cri- Una scena di “The coast of Utopia” (II, “Naufragio”), foto di Fabio Lovino © aut. tici e disincantati al tempo stesso dello scrittore Turgenev. Come un’ombra s’intravede Puskin morire in duello, si parla del giovane Dostoevskij, c’è Marx con parole piene di astio nei confronti di Mazzini, c’è l’intellighenzia del secolo che attraversa saloni e boschi, che sogna trasformazioni sociali e s’imbatte nella crudeltà del ‘48 parigino, quando i carri ferroviari rigurgitavano di cadaveri. C’è San Pietroburgo e Londra e Parigi, c’è Bakunin imprigionato e spedito in Siberia, c’è il tempo che scorre, a tratti disordinatamente, ma estremamente chiaro all’attenzione dello spettatore, in un meccanismo tutto cinematografico che Marco Tullio Giordana conosce bene e porta a teatro, in un gioco di flashback che anticipano fatti successivi. Si discute di libertà e di bellezza, si intravede il domani, si fanno i conti con un presente dove l’incertezza è sovrana, dove l’Uomo è alla ricerca di una sicurezza che difficilmente potrà trovare. Giordana si conferma un grande narratore (siamo dinanzi alla meglio gioventù di quel secolo?) e pure un attentissimo indagatore dell’animo umano, fa funzionare il suo palcoscenico come Gullotta all’Alfieri con le “Comari di Windsor” Falstaff come un vecchio fauno L a Grande Elisabetta, innamoratasi delle avventure di Falstaff nell’Enrico IV, se n’ebbe a male nell’udire dalla bocca di madama Quickly nell’Enrico V la morte del cavaliere e intimò al Bardo di farlo tornare a vita terrena e per di più innamorato: se n’ebbe davvero a male, ha scritto qualcuno, come l’intero popolo inglese quando, un paio di secoli dopo, Conan Doyle fece annegare il suo Sherlock Holmes in un torrente e si sentì costretto in quattro e quattr’otto a resuscitarlo. Per cui nelle Allegre comari di Windsor il vecchio John Falstaff manda lettere d’amore in fotocopia all’agguerrito duo madama Page/madama Ford che sapranno ripagarlo con una moneta ben diverse, tra bastonature e bagni nel Tamigi e assalti di falsi folletti e fate nella grande scena finale del bosco. La regia di Fabio Grossi, come se il bailamme di inganni e di arrivi e partenze non bastasse, sovrabbonda con le musiche di Germano Mazzocchetti per vari intermezzi musicali e canzoncine a commento; mentre costruisce un isolotto ben delimitato intorno alla crapula di sir John, al suo viso rubiz- zo, ai suoi pantaloni a sbuffo, al suo ventre nudo ed estremamente debordante, alla sua spassosa cialtroneria: forse alterando un po’ la fisionomia che da sempre ci siamo immaginata, sbilanciando il ritmo della commedia, ingolfandolo per tutta la prima parte e riuscendo finalmente a sferzarlo nella seconda con un conseguente divertimento del pubblico finora restìo alla risata. Falstaff viene ad assumere con più forza i tratti del vecchio fauno inappagato, se ne crea un personaggio impoverito, la sua tracotanza, la stupida superbia, il suo essere fatuo a tutti i costi, quella vena di intima mestizia rimangono lontani in un disegno registico che per troppo tempo lascia prevalere il colore dei bellissimi costumi di Luigi Perego (sua anche quella Elisabetta da carnevale di Viareggio al centro della scena che vomita questo e quello) o i movimenti coreografici di Monica Codena con buona pace della chiarezza dei vari personaggi, qualcuno ridotto a macchietta, più boccaccesco che shakespeariano, costretto ad insulsi giochi di parole tra il francese ed il latino maccheronico rapportati ad un meglio non si potrebbe, inventa con le scene e le luci di Gianni Carluccio scene corali o sipari e anfratti dello spirito che contribuiscono a fare grande uno spettacolo, forse tra i migliori visti nella stagione. Fondali colorati, piccoli cenni, lampadari o tronchi calati dall’alto, tavole imbandite, tutto concorre visivamente a quella perfezione. Tra i dialoghi di Stoppard, venati di malinconia ma pure ricchi di un’ironia e di un divertimento in alcuni casi davvero da memoria eterna, vive in crescendo i suoi personaggi un folto gruppo d’attori, tra cui vanno almeno citati Luca Lazzareschi, Roberta Caronia, Luigi Diberti, un grande Corrado Invernizzi, Giorgio Marchesi e Denis Fasolo (li ritrovate ancora con Giordana nella tragedia cinematografica di Piazza Fontana), Paola D’Arienzo, Bob Marchese. I costumi di Francesca Sartori e Elisabetta Antico attraversano in varie tonalità tutta un’epoca, un sogno a parte all’interno dello spettacolo. Dopo Torino, l’Argentina di Roma: con la speranza che il grande, encomiabilissimo progetto di Utopia non si fermi qui. adattamento sguinzagliato verso la più normale e accattivante modernità. Nello spettacolo che non smette di strizzare l’occhio al pubblico, di gran lunga la vincono gli intermezzi femminili; Leo Gullotta sembra voler nascondere la mobilità del suo viso dietro un trucco eccessivo: e anche questo è un piccolo peccato di queste Comari. (e. rb.) MAX FIRINU I l debutto de Il giorno della civetta al Teatro Erba è, come da promessa, da annoverare tra i migliori della stagione corrente. La Sicilia di Sciascia del secolo scorso, specchio di ridotte dimensioni per riflettere al meglio, tramite una grande lezione di teatro italiano, l’Italia che respiriamo e tocchiamo anche nei nostri giorni. Il determinato capitano Bellodi della natia Parma e i suoi uomini di stanza al commissariato di un paese di poche migliaia di abi- tanti; un sordo colpo di lupara che fa trasalire il pubblico; un omicidio da risolvere, ricorrente e sul quale si stende la dura legge dell’omertà; Bellodi vedrà fino alla fine del posto, tra riflessi del sole e della luna, ma la verità si paga a caro prezzo nella terra dove la gente non crede alle idee. Già il nome alla regia di Fabrizio Catalano, nipote del Maestro stesso, è preannuncio della grandiosità del progetto. Se Sebastiano Summa negli abiti del capitano dei carabinieri tocca una sublimità che non necessita presentazioni, strappando l’applauso più appassionato già al primo ingresso in scena, il realismo del testo firmato da Gaetano Aronica (impressionante nei panni dell’onorovele, spietato come la Sicilia descritta sui quotidiani) chiama in causa una poeticità così ben amalgamata al quotidiano da far riaprire gli occhi del pubblico su una mafia con la quale ci si è troppo imposti di convivere. Il magistrale intreccio sce- Diverse storie d’amore I nico incornicia alla perfezione ogni singolo interprete, tra i quali Rosa dal volto di Morgana Forcella, la principale e inconsapevole vittima, destinata a una condanna immeritata, che include il conciso addio con Bellodi nel finale. L’impressionante lavoro di luci di Alessandro Pezza si tinge dei colori delle personalità dei personaggi, mescolando sorrisi, battute sincere e tragedia vivida. Impressionante la scenografia a firma di Antonia Petrocelli e Gilda Cerullo, da un funzionale gusto artistico quasi espressionista. E quando Bellodi si trasferisce svanendo nelle nebbie della sua terra, ma anche in quelle della sconfitta, la voce di Sciascia avvolge il palco, in contrasto con le occhiate dei vincitori, per rammentare ancora una volta che le agognate idee mai presenti sono il sangue dei vinti. Un appuntamento a cui nessuno stimatore dei palcoscenici torinesi dovrà mancare. Immenso, come anche e sempre Guerrini. messa in scena dello spettacolo comico Lo voglio, per la regia di Enrico Fasella. Sei giovani attori (Davide Carbone, Lara Cortese, Sara Lessona,Antonella Morello, Giulio Prosperi e Fabiano Rastelli) e un giovane autore (Stefano Gullotta), dopo essersi diplomati al Corso Professionale per attori e attrici erogato dalla Fondazione Teatro Nuovo, si cimentano in questa divertente e coinvolgente commedia: battute sarcastiche, giochi di parole e doppi sensi un divertito utilizzo di espressioni e figure tratte dal quotidiano, con una fantasiosa ricerca di situazioni capaci di coinvolgere il pubblico. Una storia d’amore in cui due coppie intersecano il loro incontro tra bugie e sotterfugi per giungere a un finale inaspettato e che lascia le porte aperto a molte ipotesi. l cartellone Fiore all’occhiello ospita l’innovativo spettacolo Giulietta e Romeo Live 3D, in scena al Teatro Alfieri dal 13 al 15 aprile. Per la regia di Claudio Insegno, testi di Massimo Smith e musiche di Bruno Coli, è il primo musical ad avere delle scenografie proiettate in 3D live HD e personaggi virtuali in Video 3D che si integrano con cantanti e ballerini sul palco. La vicenda, la successione temporale degli avvenimenti e le caratteristiche principali dei personaggi sono quelle del testo shakespeariano. Le uniche concessioni riguardano i costumi di scena e le scenografie: la Verona di Shakespeare rivivrà in un tempo ibrido tra quello originario e la nostra contemporaneità. La tecnologia Live 3D consente di dare maggiore dinamicità Il protagonista Elio Germano (Pietro) e gli altri attori sul set di “Magnifica presenza” di Ozpetek alle scenografie, garantendo un risultato straordinario. Grazie agli appositi occhiali polarizzati in 3D, il pubblico può vedere particolari unici, godere di effetti speciali fino ad ora mai utilizzati in campo teatrale: uno spettacolo imperdibile per gli appassionati di musical e non solo. Dal 12 al15 aprile il Teatro Gioiello diventa “vetrina” per sei giovani attori e un giovane autore grazie alla “Magnifica presenza” di Ferzan Ozpetek Fantasmi per le strade di Roma L a vita e la morte accompagnano l’ottava prova di Ferzan Ozpetek, entrano con candore nella realtà di ogni giorno, si mescolano, s’invadono a vicenda. Non è la prima volta, una danza raccoglieva le antiche presenze come quelle di oggi nel Salento di Mine vaganti, la bambina moriva e rientrava nella casa in Cuore sacro, ancora un ballo ad unire epoche differenti stava sotto gli occhi di Massimo Girotti nella Finestra di fronte. Un’idea registica, forse di più, un pensiero o una convinzione ben fissa nel cuore prima e nel cervello poi, scritta e vissuta perché tutto tramuti in magia, con leggerezza contaminata da nostalgia e memoria. In Magnifica presenza provate ad immaginare l’Eduardo di Questi fantasmi (magari avvicinati a Fantasmi a Roma) e legateli al Pirandello dei Sei personaggi (certo, non soltanto il figlio appartato, c’è il teatro, la finzione e la realtà, ci sono quei personaggi che premono perché l’autore faccia rivivere loro un’intera esistenza), bucate i cieli della capitale con ritmi orientali che ne allargano gli orizzonti: e avrete i cauchemars iniziali di Pietro, ventottenne catanese con il sogno dell’attore (i suoi provini pubblicitari somigliano al costume di Ozpetek di andare in giro, al suo arrivo in Italia, a presentar soggetti o a proporsi come aiuto regista), per il momento gran impastatore notturno di cornetti. E’ in cerca di casa: e quando tra quelle pareti e quelle stanze appena rimesse a posto, con una cura maniacale che invade più il campo femminile che quello maschile, il ragazzo vede prender corpo otto esseri che gli si riveleranno fantasmi in cerca di una spiegazione ad un passato che si perde nell’occupazione tedesca, ad una serata sul palcoscenico del Valle terminata per delazione, finita con la fuga e la morte, la situazione s’appacifica da uno stato di terrore ad un altro di convivenza felice, di reciproco aiuto. Non resta che tornare insieme nello stesso luogo che essi hanno abbandonato anni prima, e ripetere i gesti di allora. Raccontato con un sentimento e una passione che soltanto l’opera-mélo di Ozpetek raccoglie in sé, ma pure divertente e occasione per un piccolo giallo, Magnifica presenza pecca allo stesso tempo di quel passo leggero che il regista gli impone, sui titoli di coda si osserva beatamente la storia con gli occhi di Pietro/Elio Germano, ma si vorrebbe ritrovare qualche concreta asprezza che ci aveva totalmente fatto sognare in Saturno contro o nelle Fate ignoranti. Duri, anche per essi una morte al centro, forti, autenticamente commossi, disperati e allegri senza forzature. Elio Germano è un ottimo Pietro, il film è tutto suo, due occhioni spalancati sulla paura e sull’incredulità, sul candore, i sogni, le chiacchiere con i nuovi ospiti, la realtà dei provini sono piccoli capolavori. Un coro appropriato tutti gli altri, Buy, Puccini, Fiorello, Bosca; regina del viver pratico, Paola Minaccioni come salvifica cugina. Sopra tutti sta l’apparizione di Anna Proclemer, diva e strega dei destini altrui. (e. rb.) Corriere7_6-11 29-03-2012 15:32 Pagina 10 CO RRIEREdell’ARTE COURRIER Pagina 10 DES ARTS 6 Aprile 2012 TORINO e PIEMONTE “Strange rs Tr a I n f o rm a l e e P o p d all e C olle z io n i GA M ” GAM-Galleria Civica d’Ar te Moder na e Contemporanea di Torino Via Magenta 31 – Torino Fino al 10 giugno La volontà della GAM di Torino di valorizzare le proprie collezioni, concretizzata negli ultimi due anni con l’esposizione del patrimonio secondo un ordine tematico a rotazione, prosegue idealmente con la mostra temporanea dal titolo Strangers, ordinata da Riccardo Passoni negli spazi dell’Exhibition Area del primo piano del museo. Oltre ad offrire ai visitatori l’opportunità di scoprire un importante segmento per lo più sconosciuto della ricca collezione del museo, la rassegna permette di approfondire la storia della politica di acquisizioni, in questo caso di arte “straniera”, che negli anni ha permesso di annoverare la GAM tra i primi musei d’arte moderna e contemporanea in Italia e tra i più conosciuti in Europa. 60 opere in mostra di Josef Albers, Karel Appel, Hans Jean Arp, Allan D’arcangelo, Jim Dine, Jean Fautrier, Hans Glattfelder, Hans Hartung, Auguste Herbin, Asger Jorn, Gerald Laing, Roy Lichtenstein, Walther Linck, Alfred Manessier, André Masson, Louise Nevelson, Irving Penn, Pablo Picasso, Gerard Schneider, William Scott, Pierre Soulages, Pierre Tal Coat, Rufino Tamayo, Cy Twombly, Andy Warhol, John Wesley, Tom Wesselmann, Fritz Winter, Wols. “ G l i I m b ia nc hi n i ” Bor go Po e Decoratori Via Lanfranchi 28 – Torino Info: 011 8190672 Fotografie di rovine viste come luoghi interiori, scatti emozionali. Puntare l’obiettivo “ fuori “, sul disastro del mondo, per mettere a fuoco “ dentro “ di noi. Attraverso i colori estenuati dello sfacelo, i segni dell’invisibile groviglio di emozioni, ricordi, suggestioni che si agita nella nostra mente, e non si ferma mai. La ricerca ostinata della luce là dove regnano l’oscurità, il silenzio, l’abbandono. Selezione tratta dal progetto fotografico esposto al Photo Contest Manege di San Pietroburgo nel settembre 2011. sieme a dipinti preziosi e capolavori d’arte scorrono le vicende di un protagonista, intrigante e carismatico, della politica europea del Settecento, il Principe Eugenio di Savoia, raffinato collezionista, abile stratega militare, grande condottiero.?Un’importante occasione per ammirare 130 opere di celebri artisti (da Reni a Van Dyck, da Brueghel ai rinomati nomi della pittura fiamminga e olandese) che tornano a costituire -seppur per un periodo limitato- la “quadreria della Reggia” in attesa dell’allestimento definitivo della nuova Galleria Sabauda nella Manica Nuova di Palazzo Reale a Torino, dove ha luogo in contemporanea un’altra imperdibile esposizione. Con la mostra I quadri del Re, capolavori della pittura italiana ed europea appartenuti a prestigiose collezioni sabaude tornano ad arricchire le pareti della Reggia di Venaria, inseriti nel Teatro di Storia e Magnificenza, il suo percorso di visita recentemente rinnovato, e dunque offerti al godimento del grande pubblico. R e n a t o D ’ A g o s t i n “ To k y o U n t i t l e d ” PHOS Centr o Culturale Polifunzionale per la Fotografia e le Ar ti V isive diretto da Enzo Obiso Palazzo Buschetti Via Garibaldi 35 bis – Chieri (To) Fino al 15 aprile Info: 011 7604867 [email protected] - www.phos-sito.eu D’Agostin, giovane cosmopolita già affermato a livello internazionale, da sempre affascinato dall’iconografia giapponese, sulle orme dei suoi maestri Eikoh Hosoe e Ralph Gibson ritrae una Tpkyo insolita e suggestiva: tra scorci d’atmosfere surreali, un po’ Blade-Runner di Scott, un po’ Big Heat di Lang, la labirintica capitale del Sollevante, impressionata su pellicola (tramite mitica Leica) e stampata in splendido bianco-e-nero su carta baritata, appare un mosaico di frammenti di metropoli fuori dal tempo, anacronistica eppure attuale. (e.s.l.) “ C a p o l a v o r i d e l le C o l l ez io n i S a b a u d e U n a q u a d re r i a a l l a R e g g i a : l e r a cco l t e d el P r in cip e E u g en io ” Sale delle Ar ti Reggia di Venaria Reale Venaria (To) Fino al 9 settembre Dalle superbe collezioni della Galleria Sabauda di Torino una raffinata mostra integrata al percorso di visita della Reggia: in- “D a l le in c i s io n i r up e s t r i a S t e v e J o b s G l i s t ru m e n t i d e l l a c o m u n i c a z i o n e ” Castello di Racconigi Racconigi (Cn) Fino al 28 ottobre L’esposizione ripercorre il lungo e faticoso cammino compiuto dall’umanità dalle prime incisioni rupestri fino alla moderna comunicazione di massa. Tramite l’esposizione di attrezzature e congegni d’epoca vengono passate in rassegna le fondamentali scoperte che nel corso dei secoli hanno consentito di raggiungere gli attuali livelli di utilizzo della comunicazione globale. IL CORRIERE DELL’ARTE IL CORRIERE DELL’ARTE È REPERIBILE A MILANO PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE : È REPERIBILE A ROMA PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE : • P.za Castello • Molino delle Armi ang. Ticinese • C.so Magenta f.te Teatro Litta • C.so Garibaldi 83 • Via Boscovich 22 • P.le Principessa Clotilde • Bookstore Triennale • Bookstore Palazzo delle Stelline • Bookshop Villa Necchi Campiglio Via Mozart 14 • P.za Oberdan ang. v.le Piave • P.za Croce Rossa • P.za Colonna • P.za Colonna ang. l.go Chigi/Tritone • P.za S. Silvestro • L.go Argentina • Via Nomentana • C.so Francia • P.za Fontanella Borghese • P.za Porta Maggiore • Dorothy Circus Gallery Via dei Pettinari 76 • La Diagonale Libreria Via dei Chiavari 75 Segnalazioni della Settimana in ITALIA Vernissage Sabato 7 aprile – ore 18,00 Galleria Arte Fiano Via Fiano 14 – Torino Personale di Maria Teresa Guala Martedì 10 aprile – ore 18,30 Unique Galleria di Patrick Caputo C.so Vittorio Emanuele II 36 – Torino “Drammaturgia dello scambio” Personale di Giò Siciliano Mercoledì 11 aprile – dalle ore 17,30 alle 23,00 Studio Laboratorio di Anna Virando C.so Lanza 105 – Torino “Disegni e incisioni dal 1968 al 1978” di Olga Maggiora Giovedì 12 aprile – ore 14,30 Galleria La Telaccia Via Santarosa 1 – Torino “Sei artisti per sei Regioni” Collettiva Giovedì 12 aprile – ore 18,00 Galleria d’Arte Biasutti&Biasutti Via Bonafous 7/1 – Torino Donald Baechler Giovedì 12 aprile – ore 18,00 Galleria La Conchiglia Via Zumaglia 13 bis – Torino Mostra di acquerelli di Carla Chiaberta Giovedì 12 aprile – ore18,00 Terre d’Arte Galleria Via Maria Vittoria 20/A - Torino “L’Unico e la serie. 1951-1962 Ceramiche di Franco Meneguzzo” Venerdì 13 aprile – ore 18,00 Casa del Conte Verde Via F.lli Piol 8 – Rivoli (To) “Emozioni feline” Personale di Luisa Conte Sabato 14 aprile – ore 16,00 Galleria Arte per Voi P.za Conte Rosso 1 – Torino “Melodie in colore” Personale di Silvana Alasia Sabato 14 aprile– ore 18,30 Galleria Salotto dell’Arte Via Argonne 1 – Torino “Post-Avanguardia italiana” Collettiva Martedì 17 aprile – ore 18,00 Galleria Arte Città Amica Via Rubiana 15 – Torino “Appuntamento con l’Arte 2012” Opere degli Artisti CEDAS selezionati da G.G. Massara e A. Mistrangelo Giovedì 19 aprile – 18,30 MartinArte Laboratorio d’Arte e Corsi C.so Siracusa 24/A – Torino Personale di Sergio Vasco CORRIEREdell’ARTE COURRIER DES ARTS Dir ettor e Editoriale Pietro Panacci Dir ettor e Responsabile Virginia Colacino Condir ettor e Elio Rabbione Assistente di Dir ezione Chiara Pittavino Comitato di Redazione Giorgio Barberis, Rolando Bellini, Massimo Boccaletti, Franco Caresio, Angelo Caroli, Claudia Cassio, Massimo Centini, Fernanda De Bernardi, Marilina Di Cataldo, Gian Giorgio Massara, Alessandro Mormile, Massimo Olivetti, Enzo Papa, Lorenzo Reggiani, Gianfranco Schialvino, Maria Luisa Tibone Segreteria editoriale Anna Maria Perrone Cor rispondente da Berlino Sabatino Cersosimo Cor rispondente da New York Mauro Lucentini Hanno collaborato R. Carnevale, S. Ferrara, M. Firinu, F. Florian, F. Forzani Borroni, M.T. Molineris, A. Olivieri, E. Parmesani, E. Piacentini, A. Rovereto, N.M. Salvo, L. Sterpone, A.D. Taricco, D. Tauro, M. Tornielli di Crestvolant Realizzazione grafica interna a cura di E.S. Laterza e G. Vece Fotografo uf ficiale Antonio Attini Redazioni distaccate Milano Rosa Carnevale Tel. 339 1746312 Riva del Gar da per il Triveneto Valentina Paciolla Tel. 349 4172034 Fir enze Natalia Radicchio Tel. 333 8547025 Roma e Napoli Fabrizio Florian Tel. 388 9426443 Palermo Caterina Randazzo Tel. 334 1022647 Concessionaria di Pubblicità interna Stampa Arti Grafiche Civerchia Latina e Moncalieri (To) “ Di se gn i” Galleria d’Ar te Moder na di Albenga P.za San Michele 4 – Albenga (Sv) Fino al 2 giugno Info: 0182 544176 Una raccolta di opere su carta di importanti maestri antichi e moderni. L’esposizione offrirà l’occasione di ammirare opere originali, studi, disegni, incisioni e chine di grandi maestri che hanno operato tra la metà del quattrocento fino al ventesimo secolo, quali : Tiepolo, Mantegna, Delacroix, Kandinsky, Balthus ed altri. “ B a z a n Cu b a” F o t o g r a f i e d i E rn e s t o B a z a n Byline Photo Via Ariberto 31 – Milano Dal 24 aprile al 31 maggio Info: 02 94394014 Ventidue fotografie a colori (e alcuni scatti vintage) che raccontano il periodo trascorso dall’artista Ernesto Bazan, tra il 2001 e il 2005, con i contadini di Cuba, ritraendo la loro vita quotidiana. Scatti che riescono a cogliere l’aspetto più genuino dell’isola caraibica come il duro lavoro dei campi, la condivisione di un pasto, il fumare sigari dal sapore zuccherato fatti sapientemente dalle mani dei contadini, il sorseggiare bicchierini di rum. V i tsho is M wilambwe Bo ndo Primo Marella Galler y V.le Stelvio ang. via Valtellina – Milano Fino al 27 aprile Info: 02 87384885 Riposizionando la figura umana al centro dell’attività pittorica, il giovane artista congolese presenta collage su tela e installazioni che combinano differenti immagini ritagliate da riviste di moda africane ed internazionali. Sono corpi mutilati e confusi che costringono l’osservatore a riflettere sul contemporaneo stato sociale e politico della nostra società. “ I n c r ed i b il e Ca r t a ” Galleria Casa Dugnani Via Mazzini 10 Robecco s. Naviglio (Mi) Dal 6 al 27 maggio Info: 02 9471745 La mostra, curata da Vevé Benini, invita lo spettatore in un mondo di carta realizzato con le inedite installazioni di Caterina Crepax, Satsuki Oishi, Daniele Papuli, Elise Valdorcia e Nikki van Es.. Stupisce come un semplice foglio di carta posa essere variamente trasformato in ricchi abiti eleganti, sculture in cartapesta, oggetti d’uso domestico e ambientazioni dal forte impatto visivo. Distribuzione EditService S.r.l. - Leinì (To) Editor e Associazione Culturale Arte Giovani Torino - P.IVA 06956300013 Abbonamenti Annuale (22 nn.): euro 50,00 per l’Italia euro 120,00 per l’estero “ P i c a s s o e Vo l l a r d I l g e n i o e i l m e rc a n t e ” Istituto Veneto di Scienze Letter e ed Ar ti Palazzo Cavalli Franchetti C.po S. Stefano Venezia Dal 6 aprile al 8 luglio Info: 199 199 111 Per la prima volta in Italia una mostra, curata da Claudia Beltramo Ceppi, per raccontare il lungo e contrastato sodalizio tra Ambroise Vollard e Pablo Picasso. Esposte 150 opere, tra cui la serie completa delle incisioni della Suite Vollard, il capolavoro grafico Minotauromachia, le 30 acqueforti originali per l’Histoire Naturelle di Buffon e le acqueforti dei Saltimbanchi, testimoni storici dello sviluppo della prima avanguardia artistica. “ T h ro u g h m y w i n d o w ” F o to gr afi e d i A ha e Magazzini del Sale Accademia delle Belle Ar ti e Bucintor o Dorsoduro 262/263/265 Venezia Fino al 24 aprile Info: 041 5205630 L’esposizione, che si avvale del patrocinio della Regione Veneto, curata da Keith H. Yoo, propone 114 fotografie selezionate tra gli oltre un milione di scatti che Ahae ha fatto negli ultimi due anni dalla stessa finestra del suo studio, nella Corea del Sud. Il passare delle stagioni modifica il paesaggio, solleticando l’artista attento allo studio di luce, colore e dettagli. “ Ge n es i : i mi ti d el l a s to r i a” P e r s o n a l e d i E n z o F i o re Complesso del Vittoriano Via S. Pietro in Carcere Roma Fino al 27 maggio Oltre settanta ritratti di personaggi celebri dell’arte, della musica, del cinema del secondo Novecento e 5 sculture, per offrire una panoramica sull’intera opera di Enzo Fiore. Tutte le opere sono realizzate con una tecnica che si avvale di muschio, foglie, radici, terra, pietre, resina e cemento, combinando insieme forme sospese tra realtà e fantasia. “un mondo tattile dell’immaginario, - secondo Achille Bonito Oliva, curatore della mostra - dove le figure acquistano una tridimensionalità fatta interamente di pittura, carne e pelle incorporate dentro l’alveo del quadro”. Arretrati: euro 4,00 c.c. postale n. 45958055 intestato a Corriere dell’Arte Associazione Culturale Arte Giovani Aut. Tribunale di Torino n. 4818 del 28/07/1995 A B B Ò N AT I al CORRIEREdell’ARTE a soli 50 euro per un anno 22 numeri a casa tua Corriere7_6-11 29-03-2012 15:33 Pagina 11 GIEMME S.r.l. Via Cuneo, 33 - 10044 Pianezza (TO) - Italy Tel. +39 011.2344400 - Fax +39 011.2344491 E-mail: [email protected] CORRIEREdell’ARTE COURRIER DES ARTS Gallerie Gallerie Roma ACCADEMIA Galleria Via Accademia Albertina 3/e – Torino - Tel. 011 885408 [email protected] Orario: 10,00-12,30/16,00-19,30; chiuso lunedì Fino al 19/4 “Dall’astratto al figurativo” Collettiva di Artisti contemporanei Opere di Accardi, Appel, Gilardi, Hartung, Paulucci, Rotella, Ruggeri, Tabusso et al. MARTINARTE Laboratorio d’Arte e Corsi C.so Siracusa, 24/a – Torino - Tel. 011 3433756 - Fax 011 3091323 Cell. 335 360545 [email protected] Orario: merc. e ven. 9,30-12,30/15,30-19,30; mart. e giov. 9,30-12,30/15,30-22,00 Sono aperte le iscrizioni ai corsi Dal 19/4 al 9/5 Personale di Sergio Vasco A.C.I. GALLERY Associazione Arte Cultura Immagine C.so Novara 20/f – Torino - Tel. 011 2483717 Orario: lun. - sab. 16,00-19,00 [email protected] MERCURIO Galleria d’Arte Contemporanea Via F.lli Calandra 20/F – Torino - Cell. 333 3656300 [email protected] - www.galleriamercurio.com In permanenza Opere di Roberto Demarchi ARTE CITTA’ AMICA Centro Artistico Culturale Via Rubiana 15 – Torino - Tel. 011 7717471- Fax 011 7768845 Orario: mart. - sab.16,00-19,00; dom. 10,00-12,00; lunedì chiuso Fino al 7/4 Premio Internazionale di Pittura, Disegno e Grafica 2012 II Collettiva (Artisti dalla M alla Z) Dal 17 al 29/4 “Appuntamento con l’Arte 2012” Opere degli Artisti CEDAS ARTE PER VOI Associazione Culturale P.za Conte Rosso 1 – Avigliana (To) Luigi Castagna - Tel. 011 9369179 - Cell. 339 2523791 [email protected] - www.artepervoi.it Paolo Nesta - Tel. 011 9328447 - Cell. 333 8710636 [email protected] Orario: sab. - dom. 15,00-19,00 Fino al 9/4 “1945-1971. Immagini sull’ ‘Officina’ di Dante Selva” Dipinti e grafiche Dal 14/4 al 13/5 “Melodie in colore” Personale di Silvana Alasia ART GALLERY LA LUNA Via Roma 92 – Borgo San Dalmazzo (Cn) - Cell. 347 3268116 [email protected] Orario: ven. 16,00-19,00; sab. 10,30-13,00/16,00-19,00; dom. 10,30-12,00 BOTTEGA D’ARTE SANREMO Associazione Culturale Dir. Maria Gioseffi - Via Canessa 35 – Sanremo (Im) Tel. 0184 574440 - Cell. 338 4364509 Orario: tutti i giorni 16,30-19,00; dom. chiuso Collettiva dei Soci GALLERIA ARTE FIANO Via Fiano 14 – Torino - Cell. 340 5526730 [email protected] Orario: mart. - sab.15,30-19,00 Fino al 7/4 Personale di Massimo Giordano Dal 7 al 19/4 Personale di Maria Teresa Guala GALLERIA CIRCOSTA Via dell’Arcivescovado, 9/18 – Torino - Tel. 011 5788238 - Fax 011 5788236 Collettiva di Artisti d’Avanguardia Italiani e Contemporanei dal 1927 ad oggi GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA EMMA INFANTE Via Des Ambrois 2 (p.za Carlina) – Torino - Cell. 347 9969524 [email protected] - www.emmainfante.com Orario: tutti i giorni 11,00-13,00/15,30-19,30; dom.e lun. chiuso GALLERIA D’ARTE LA BACHECA Via dei Pisani 1 – Cagliari - Tel. 070 663396 [email protected] - www.bachecarte.it GALLERIA FERRERO Arte Contemporanea Villa Nesi - Via Torino 29 – Ivrea (To) - Cell. 347 1414200 [email protected] - www.galleriaferrero.com Visite su appuntamento In permanenza Opere di Roberto Demarchi GALLERIA FOGLIATO Via Mazzini 9 – Torino - Tel. 011 887733 Orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-19,30; chiuso lunedì e festivi Fino al 28/4 Mostra del Novecento Piemontese GALLERIA LA CONCHIGLIA Via Zumaglia 13 bis – Torino - Tel. 011 6991415 - Cell. 347 8285604 [email protected] - www.laconchiglia-to.com Orario: mart. - ven. 15.00-19,00; sab. 10,00-12,00/15,00-19,00 Fino al 15/4 “Artisti degli alberi d’artista” c/o Villa Giulia – Pallanza Dal 12/4 al 26/5 Carla Chiaberta “Acquerelli” GALLERIA MARTORANO Via Gioberti 35 – Torino - Tel. 011 548794 [email protected] Orario: lun. - ven. 10,00-12,30/16-19,30; sab. 10,00-12,30/pomer. su app.to; dom. chiuso Fino al 10/4 “I caffè di Parigi” Personale di Michelangelo Cambursano GALLERIA MAURIZIO RINAUDO Via Buniva 14 – Pinerolo (To) - Cell. 339 7434005 In permanenza Opere di Maurizio Rinaudo GIORGIO MAROSI Galleria C.so Francia 209/B – Torino - Tel. 011 7495348 [email protected] Orario: 10,00-12,30/16-19,30 esclusi lunedì e festivi Artisti della Galleria LA GIARDINERA Casa dell’Arte e dell’Architettura Via Italia 90 bis – Settimo T.se (To) - Tel. 011 8028238 Orario: giov. - dom. 16,00-19,00 LA LANTERNA Galleria di Maristella SANDANO Direttore Artistico: Livio Pezzato - Via Santa Croce 7/c – Moncalieri (To) Tel. 011 644480 - Fax 011 6892962 [email protected] - www.lalanternaarte.com Orario: lun. - sab. 16,00-19,00 A. Arcidiacono, S. Attisani, G. Boffa, A. Ciocca, E. Colombotto Rosso, Gigli, E. Gribaudo, E. Longo, F. Maiolo, E. Maneglia, S. Manfredi, U. Nespolo, D. Pasquero, G. Peiretti, G. Pezzato, L. Pezzato, C. Pirotti, G. Sesia della Merla, F. Tabusso, G. Valerioti, naïf croati e grafica nazionale ed internazionale LA ROCCA Galleria Via della Rocca 4 – Torino - Tel. 011 8174644 - Fax 011 8129026 Orario: lun. - sab. 10,00-13,00/15,30-19,30; domenica chiuso Manifesti originali, grafica, multipli e dipinti GIEMME S.r.l. Via Cuneo, 33 - 10044 Pianezza (TO) - Italy Tel. +39 011.2344400 - Fax +39 011.2344491 E-mail: [email protected] MICRO’ Galleria di Maria Giovanna PIRAS P.za Vittorio Veneto 10 – Torino - Tel. 011 882602 [email protected] - www.galleriamicro.it Orario: mart. - ven. 16,00-19,30; sab. 10,30-12,30/16,00-19,30 PICTOR Accademia Via Pietro Micca, 4 – Torino - Tel./Fax. 011 5622969 Viale Roma, 26 - Venaria Reale (To) - Tel./Fax. 011 4593208 [email protected] - www.pictor.it - www.accademiapictor.com Orario: lun. - giov. 15,00-20,00 Sono aperte le iscrizioni ai corsi PIEMONTE ARTISTICO CULTURALE Galleria d’Arte dal 1957 P.za Solferino 7 – Torino - Tel./Fax 011 542737 [email protected] - www.piemonteartistico.it - presente su facebook Orario: lun. - sab. 15,30-19,30 Fino al 14/4 “Da moneta unica a unica moneta” Mostra di vignette umoristiche SALOTTO DELL’ARTE Associazione Culturale Via Argonne 1/C – Torino (zona precollina) Tel. 011 0743717 - Cell. 339 6807922 [email protected] - www.salottodellarte.com Orario: da mart. a sab. 16,30-19,30; domenica e lunedì chiuso Dal 14 al 28/4 Mostra “Post-Avanguardia italiana” SENESI Galleria d’Arte Via Cernaia 19 – Savigliano (Cn) - Tel. 0172 712922 www.senesiarte.com In permanenza Opere di Simonetta Carpini Fino al 15/4 “Luoghi d’acqua” Incisioni di Mariella Pelissero In preparazione III Premio Nazionale di Pittura “Leonardo” SENSO DEL SEGNO Associazione Artistico-culturale Disegno e Incisione Via Duchessa Jolanda 34 – Torino - Tel. 011 4473998 Orario: lun. - ven. 15,30-18,30 Artisti della Galleria SILVY BASSANESE ARTE CONTEMPORANEA Via Galileo Galilei 45 – Biella - Tel. 015 355414 Orario: mart. - ven. 16,30-19,30; sab. e festivi su appuntamento Fino al 27/4 “Ego et Alter” Opere di Laura Brambilla, Diego Pasqualin, e Marco Pedrana STORELLO Galleria d’Arte Via del Pino 54 – Pinerolo (To) - Tel. 0121 76235 Orario: mart. - sab. 9,00-12,15/15,30-19,00; lun. e dom. chiuso In permanenza Opere di Avataneo, Carena, Coco Cano, Faccincani, Fresu, Garis, Luzzati, Massucco, Musante STUDIO LABORATORIO di Anna VIRANDO C.so Giovanni Lanza 105 – Torino - Tel. 011 6601574 Orario: lun. - ven. 17,00-20,00 Dall’11/4 al 4/5 “Disegni e incisioni dal 1968 al 1978” di Olga Maggiora TEART Associazione Artistico-culturale Via Giotto 14 – Torino - Tel. 011 6966422 Orario: mart. - sab.17,00-19,00 TINBER ART GALLERY Via Albergian 20 – Pragelato (To) - Tel. 0122 78461 [email protected] Orario: sab. e dom. 10,00-12,30/15,30-19,00 Fino al 1/5 “Il silenzio delle cose” Mostra dedicata alle Opere di Sergio Saccomandi ULTIME FRONTIERE Galleria Via Varazze 11 – Torino - Tel. 349 8462892 Visite su appuntamento “Sulla rotta d’Italia” UNIQUE Galerie d’Art di Patrick CAPUTO C.so Vittorio Emanuele II 36 – Torino - Tel. 011 5617049 - Cell. 334 8017314 [email protected] - www.galerieunique.com Orario: mart.- sab. 10,00-12.30/15,00-19.30 In permanenza Opere di Roberto Piaia Dal 10/4 al 1/5 “Drammaturgia dello scambio” Personale di Giò Siciliano VAILATI Galleria d’Arte C.so Bramante 78 – Torino - Tel. 011 6967292 - Cell. 346 2326181 [email protected] Orario: lun. 15,30-19,30; mart. - ven. 9,30-12,30/15,30-19,30; sab. 9,30-12,30/15,30-19,30 Artisti della Galleria, tra i quali Asveri, Fr. Casorati, G. De Agostini, Musante, Ruggeri, Soffiantino e Tabusso Fino al 6/4 Francesco Musante VIVIARTEVIVA Galleria Artistica e Culturale Via Madonna delle Rose 34/C – Torino - Cell. 347 9453075 - Fax 011 3114769 [email protected] - www.viviarteviva.it Orario: lun. - sab.16,00-19,00 Fino al 12/4 “Labirinti d’Arte di Torino Esposizioni” Collettiva Gallerie Milano ANTIQUUM ORATORIUM PASSIONIS di S. AMBROGIO P.za Sant’Ambrogio – Milano - Cell. 335 6405004 [email protected] Visite su appuntamento FONDAZIONE GIANNI E ROBERTO RADICE Via Pierfrancesco Mola, 39 - Milano - Tel. 02 39214197 - Cell.: 347 1230644 Visita solo su appuntamento Opere della Fondazione LUCE Gallery C.so S. Maurizio 25 – Torino - Tel. 011 8141011 [email protected] - www.lucegallery.com Orario: mer. - sab. 15,30-19,30 Fino al 16/6 “Surface in Volume” Collettiva SPAZIOINMOSTRA Via Cagnola, 26 – Milano - Tel. 02 33105921 [email protected] - www.spazioinmostra.it Orario: lun. - giov. 15,30-19,30, ven. 13,00-16,00 LUNA ART COLLECTION Spazio espositivo Via Nazionale 73/1 – Cambiano (To) - Tel./Fax 011 9492688 [email protected] - www.luna-art-collection.com Orario: lun. - ven. 8,30-17,30; sab. 8,30-17.30 (previa telefonata) In permanenza serigrafie d’arte a tiratura limitata di Coco Cano, Francesco Casorati, Isidoro Cottino, Theo Gallino, Franco Negro, Ugo Nespolo, Ernesto Oldenburg, John Picking, Marco Puerari, Giorgio Ramella, Maurizio Rivetti, Francesco Tabusso, Silvio Vigliaturo STUDIO D’ARS Via Sant’Agnese, 12/8 – Milano - Tel. 02 860290/86450302 [email protected] - www.fondazionedars.it Orario: lun. - giov. 15,30-19,00; mart. 21,00-23,00; ven. 17,00-19,00; sab. e festivi chiuso MACRO - MUSEO ARTE CONTEMPORANEA ROMA Via Reggio Emilia, 54 – Roma - Tel. 06 671070400 www.macro.roma.museum/ MAXXI - MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLO Via Guido Reni - Roma - Tel. 06 3210181 www.fondazionemaxxi.it A.L.P.G.A.M.C. Associazione Ligure e Piemontese Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea GIAMPIERO BIASUTTI Arte Moderna e Contemporanea Via della Rocca 6/B – Torino - Tel. 011 8141099 - Fax 011 8158776 [email protected] - www.galleriabiasutti.com Orario: mart. - sab.10,30-12,30/15,30-19,30 Fino al 28/4 Maurizio Galimberti “Portraits, Landscapes and Still-file” BIASUTTI & BIASUTTI Galleria d’Arte Via Bonafous 7/1 – Torino - Tel. 011 8173511 Orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30 Dal 12/4 al 26/5 Donald Baechler CENTRO ARTE LA TESORIERA C.so Francia 268 – Torino - Tel. 011 7792147 Orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-20,00; lunedì e festivi chiuso o su appuntamento Fino al 14/4 “Pittura piemontese dall’800 al ’900” da Delleani, Lupo, Maggi, Pittara, Reycend a Casorati, Gilardi, Nespolo, Paulucci, Ruggeri, Tabusso DAVICO Galleria Gall. Subalpina 30 – Torino - Tel. 011 5629152 Orario: mart. - sab. 10,00-12,30/16-19,30; lunedì e festivi chiuso Fino al 10/5 Leonardo Caboni LA TELACCIA Galleria d’Arte Via Pietro Santarosa 1 (p.za Statuto) – Torino - Tel/Fax 011 5628220 www.latelaccia.it Orario: lun. - sab. 15,00-19,30 Fino all’11/4 Personale di Fabio Zeppa Dal 12 al 21/4 “Sei Artisti per sei Regioni” Collettiva NARCISO Galleria P.za Carlo Felice 18 - Torino - Tel. 011 543125 Orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30 Pittura e grafica del Novecento italiano TERRE D’ARTE Galleria Via Maria Vittoria 20/A – Torino - Tel./Fax. 011 19503453 www.terredarte.net Orario: lun. - sab. 10,30-13,00/16,30-19,30 Dal 12/4 al 12/5 “L’unico e la serie. 1951-1962 Ceramiche di Franco Meneguzzo” Arte Antica AVERSA Galleria Via Carlo Alberto 24 ang. Via Cavour – Torino - Tel. 011 532662 Orario: mart. - sab. 10,00-12,15/15,30-19,00 In permanenza Opere dell’Ottocento CASA D’ASTE DELLA ROCCA Via Della Rocca 33 – Torino - Tel. 011 8123070/888226 Fax 011 836244 [email protected] - www.dellarocca.net LUIGI CARETTO Galleria Via Maria Vittoria 10 – Torino - Tel. 011 537274 Orario: mart. - sab. 9,45-12,30/15,45-19,30 Pittori Fiamminghi e Olandesi SANT’AGOSTINO Casa d’Aste C.so Tassoni 56 – Torino - Tel. 011 4377770 - Fax 011 4377577 Orario: mart. - sab. 9,30-12,30/15,30-19,30 MARTINO BISSACCO BIENNALE DI VENEZIA Padiglione ITALIA, Torino 2011-2012 “Adriatico”, 50x60, tecnica mista su tavola, 2010 Curatore: Vittorio Sgarbi - Coordinatore: Giorgio Grasso - Direttore Artistico: Giorgia Cassini el d i t s i t r A CORRIEREdell’ARTE Venerdì 6 Aprile 2012 CORRIERE dell’ARTE Corriere7__ 29/03/12 12:38 Pagina 12