Tacciano le armi nella striscia di Gaza Tacciano le

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Tacciano le armi nella striscia di Gaza Tacciano le
Anno XIV, Numero 6, Luglio 2014
In Questo umero
2 FESTA DEI
VOLONTARI
Nella V di volontariato
la C di comunità
2 CAMPO BIMBI 2014
La foresta, la festa e
l’amicizia che resta
3 A TU PER TU CON
ANNA
“Sei a casa dove stai
bene, con chi ti vuole
bene”
3 TURISMO RESPONSABILE
Partire o Restare,
comunque donare
4 ETIOPIA PER IL
FUTURO?
Un progetto integrato
per la gestione
dell’acqua
4 ORTOTOUR
Un’occasione per
conoscere i nostri
specialissimi amici
contadini
L’estate calda delle guerre
Tacciano le armi nella striscia di Gaza
«Rivolgo a tutti voi un accorato appello a continuare a pregare con insistenza per la pace
in Terra Santa, alla luce dei tragici eventi degli ultimi giorni. Ho ancora nella memoria il vivo ricordo dell’incontro dell’8 giugno scorso con il Patriarca Bartolomeo, il Presidente Peres e il Presidente Abbas, insieme ai quali abbiamo invocato il dono della pace e ascoltato la chiamata a spezzare la spirale dell’odio e della violenza. Qualcuno potrebbe pensare che tale incontro sia avvenuto invano. Invece no, perché la preghiera ci aiuta a non lasciarci vincere dal male né rassegnarci a che la violenza e l’odio prendano il sopravvento
sul dialogo e la riconciliazione. Esorto le parti interessate e tutti quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e internazionale a non risparmiare la preghiera e alcuno sforzo per far cessare ogni ostilità e conseguire la pace desiderata per il bene di tutti. E invito
tutti ad unirvi nella preghiera. Ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu
la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di
dire: "mai più la guerra!"; "con la guerra tutto è distrutto!".
Con questo accorato appello, domenica 13 Luglio Papa Francesco ha riportato
l’attenzione del mondo sulla tragedia che si sta consumando per l’ennesima volta in Terra
Santa e particolarmente nella striscia di Gaza dove centinaia di persone sono già morte
sotto i colpi dell’artiglieri israeliana. Chi può dire se effettivamente Hamas utilizzi i civili
come scudi umani, se nasconda le armi in ospedali e uffici pubblici per evitare che diventino bersagli come denunciano le autorità di Tel Aviv? Quello che è certo è che persone
comuni muoiono in strada, in casa, o magari, come è accaduto in un recente raccapricciante episodio, in orfanatrofio. E se certo l’islamismo radicale fa paura, è i guerriglieri
palestinesi continuano a lanciare razzi a centinaia verso le città israeliane, di fatto i morti
si contano soprattutto da una parte: la sproporzione delle forze in campo e delle tecnologie in gioco è evidente. Ma gli israeliani non possono certo dirsi al sicuro: chiunque al
mattino vada a lavorare o a scuola vive con la continua paura di trovarsi disgraziatamente sulla traiettoria di un missile palestinese meno sghembo degli altri o di un razzo che
sfugga al mitizzato sistema di protezione iron dome o, ancora più banalmente, nel raggio
d’azione di un‘autobomba all’angolo della strada. Si capisce allora, ancora più chiaramente, quanto il messaggio del Papa, quantunque incardinato sui pilastri cristiani della
speranza e della preghiera, sia, un pragmatico e universale incitamento alla lucidità e alla
saggezza. Coloro che esercitano il potere dovrebbero lavare gli occhi dall’odio che acceca per rendersi conto che la violenza non può che generare una spirale mostruosa, un
pozzo senza fondo di vendette e risentimento, un gorgo insaziabile di morte che alla fine
travolge tutto e tutti.
Nei rigurgiti di islamismo fondamentalista, sempre più forti di tanti paesi, si scorge non
tanto una reale adesione religiosa ad uno stile di vita che è oggettivamente penalizzante
per la libertà, soprattutto delle donne, quanto la disperazione di chi, sconfitto ed umiliato,
si lega a persone che, con mistificazioni e violenze, appaiono tuttavia le uniche capaci di
contrapporsi ad un occidente ai loro occhi sempre più arrogante e cinico. Quale strategia
adottiamo per ricucire, per sottrarre potenziali adepti agli eserciti dei sedicenti califfi?
Dalla prima Guerra del Golfo nel ‘90, accumuliamo un deficit diplomatico disastroso che
oggi rischiamo di rendere incolmabile attraverso l’applicazione su larga scala della “roboguerra”. Razzi lanciati da droni automatici o comandati da una comoda poltrona, magari
dall’altra parte del globo, che sentimento possono far crescere se non l’odio profondo di
chi si vede equiparato alla controfigura di un pupazzo da play-station? Un war-game dove però il sangue è vero e i morti sono persone in carne ed ossa con storie di vita e amicizie, bambini forse, aneliti troncati di felicità sicuramente.
Con la speranza che, nel momento in cui questo CISV’informa sarà nelle vostre case si
sia perlomeno pervenuti ad un cessate il fuoco duraturo in Palestina, vi presento brevemente il numero di luglio. Contiene alcuni resoconti di attività comunitarie dell’ultimo periodo: il campo bimbi, la festa dei volontari a Reaglie, i primi appuntamenti di OrtoTour e
la sesta edizione del Campo interassociativo. Ma siccome l’aria del nostro CISV’informa
è quella di chi riempie i polmoni con il respiro del mondo, troverete anche un bel reportage di Federico Perotti dall’Etiopia, i flash delle prime impressioni al rientro in Italia rilasciate dalla nostra splendida volontaria Anna Calavita ed una finestra sul turismo responsabile. Buona lettura e buone vacanze (ricordando sempre che la vacanza è, in primo luogo,
una dimensione dello spirito) e arrivederci al quindicesimo anno di CISV’informa.
Paolo Martella
2
Festa dei Volontari
Nella V di volontariato la C di comunità
Domenica 6 luglio il rinfresco, gentilmente offerto
da alcune nuvole di passaggio, ha vivacizzato la festa
dei volontari e delle volontarie CISV, una occasione di
incontro tra volontari sul
campo e volontari in italia.
Deliziati dalla superba paella di Alejandro De Ben,
dallle coreografiche panne
cotte di Stefano e da altre
sfiziosissime torte dolci e
salate, I presenti hanno potuto apprezzare quanto
grande sia la platea delle
persone che vogliono bene
alla CISV e si spendono per
dar luogo con successo alle
varie iniziative, attività e progetti. Ritrovarsi insieme e
scoprirsi parte di una stessa
squadra ci fa sentire lo
spirito più vero dell’essere
comunità
Campo Bimbi 2014
La foresta, la festa e l’amicizia che resta
Anche quest'anno il Campo CISV dei bambini si è risolto in una bella esperienza
di condivisione, di gioco intelligente, di amicizia e di festa.
Per noi tutti, ragazzi e animatori, è stata una vera e propria "ricreazione a partire dalla creazione", o, in termini più laici ma non per questo meno spirituali, una
pausa di meditazione che ci siamo concessi sulla incantevole bellezza della Natura, misteriosamente offerta in custodia a noi, ospiti del pianeta Terra.
Ed è degno di nota che, nonostante il meteo non sempre favorevole e l'impossibilità di dar luogo alla gita prevista domenica mattina, le attività si siano comunque succedute con il ritmo incalzante (quantunque mai stressante) che deve caratterizzare un momento formativo breve ma sistematicamente centrato sul tema. Speriamo che le parole ed i gesti che ci siamo scambiati ci aiutino nella vita
di tutti i giorni, e dico "ci" non casualmente, perché anche per noi adulti il cammino per una reale "solidarietà con la foresta" (che è poi un altro modo di dire
"solidarietà con le generazioni future") è irto di ostacoli e deve essere costruito
giorno per giorno, con scelte che spesso non ci vengono affatto spontanee.
Un risultato molto positivo sicuramente l'abbiamo già attenuto ed è quello più evidente (sebbene non necessariamente più importante) della solidarietà internazionale. La differenza tra quote di partecipazione, contributi liberi per il progetto raccolti nel corso della Messa, rimborsi non riscossi, da un lato, e spese, dall'altro, ha
portato ad un avanzo di gestione di più di 1000 euro che, come dichiarato nel corso della giornata conclusiva, è stato destinato al progetto CISV Pozzi d'acqua in
Niger. Nelle poche cifre elencate qui sotto si riporta la sintesi della gestione economica del Campo CISV dei bambini 2014.
USCITE (in euro)
ENTRATE (in euro)
619,53 Quote di partecipazione:
1725,00
Alimentari:
Souvenir e Animazione:
82,00 Contributi liberi per progetto Niger: 650,00
Fraternità, spese varie:
200,00 Alimentari non rimborsati:
40,00
CISV-Coop, pernottamenti: 505,00 Spese animazione non rimborsate: 82,00
Totale Uscite:
1406,53 Totale Entrate:
2497,00
Avanzo di gestione:
1090,47 destinato al Progetto Pozzi in Niger
Anno XIV, Numero 6, Luglio 2014
3
A tu per tu con Anna
“Sei a casa dove stai bene, con chi ti vuole bene”
bene”
Il ritorno a “casa” di una cooperante
La nostra Anna Calavita, 31 anni, laurea in
veterinaria, ha trascorso gli ultimi 8 anni della sua vita in Sahel lavorando nei progetti
CISV per il diritto al cibo e lo sviluppo agropastorale in Mali, Senegal, Niger e Burkina
Faso. In questi giorni Anna ha terminato il
suo prezioso lavoro e ha fatto ritorno in Italia, nella propria casa in provincia di Torino.
Nelle righe che seguono ha voluto condividere con noi la sua gioia per la casa ritrovata e la sua nostalgia per “l’altra” casa, quella
africana, che ha dovuto salutare.
Partenza da quella "casa" (in Africa)
Niente grandi feste, sarei stata a disagio.
Non festeggiavo in cuor mio.
Qualche chiamata col nodo in gola. Qualche
riga per i più cari. Qualche abbraccio per i
più vicini. Per tutti gli altri a Bamako: «Kodio,
per favore, salutali tu da parte mia».
Il buio davanti. Sai cosa lasci ma non sai cosa troviE: ma come, non sto tornando a
"casa"?
Arrivo in questa "casa" (in Italia)
Accorgermi che la proporzione di toubab
(bianchi)/farafi (neri) è improvvisamente invertita.
Cercare di riconoscere negli immigrati che
incrocio la lingua parlata, cercare di capire
da dove arrivano per sentire un po' il calore
di "casa".
Evitare la domanda: "Contenta di essere tornata a casa?".
Bisogno di isolarmi per capire dove sono,
cosa ci faccio qui, cosa devo fare ora.
Sentirmi come se mi fossi improvvisamente
trasferita là dove passavo le vacanze.
Ritrovarmi tra discorsi di gruppo e sentirmi
come una persona che guarda i pesci in un
acquario. Me ne sono andata ma il mondo
non si è fermato, tante cose sono cambiate
e non sono sicura di capire quello che questi
pesci dicono, quello che provano.
Chiedermi cosa è stato reale di questi anni.
Quello che è stato sembra svanire, diventare un sogno. O già lo era?
"Casa"
La "casa" non esiste. Sei a "casa" là dove
stai bene, là dove c'è chi ti vuole bene e a
cui tu vuoi bene. Non serve nient'altro e non
c'è niente di più indispensabile per sentirsi a
"casa".
E poi, comunque, a "casa" prima o poi si torna sempre, ovunque essa sia. Non importa
quante ce ne siano.
Qualche chiamata
col nodo in gola.
Qualche riga per i più
cari. Qualche
abbraccio per i più
vicini. Per tutti gli
altri a Bamako:
«Kodio, per favore,
salutali tu da parte
mia».
Il buio davanti. Sai
cosa lasci ma non sai
cosa trovi…: ma
come, non sto
Anna Calavita
tornando a "casa"?
Turismo Responsabile
Partire o Restare, comunque donare
Il turismo con il suo indotto è oggi la principale attività economica a livello mondiale. Circa
6 miliardi di spostamenti all'anno generano
3.500 miliardi di $ di fatturato, il 6-7% del Pil
mondiale, dando lavoro a 127 milioni di persone. Il tasso di crescita dell’industria turistica è del 4% per il prossimo quinquennio. Ma
cresce anche lo squilibrio tra Nord e Sud del
pianeta: basti pensare che circa l'85% della
spesa per spostamenti internazionali è sostenuta dai residenti di soli 20 paesi (Ue, Usa,
Canada e Giappone in testa), il 15% della popolazione mondiale. Siamo in tema vacanziero e chiedersi qual è la propria impronta ecologica, anche in relazione agli spostamenti
che effettuiamo, può essere un ulteriore modo di pensare all’ambiente e alla nostra qualità di vita. Stiamo imparando a fare scelte di
consumo
critico
e
sostenibile
nell’alimentazione, nell’abbigliamento, per
l’energia e, perché no, anche nella scelta dei
mezzi di trasporto quando andiamo in vacanza. Il turismo responsabile si preoccupa anche di questo, di privilegiare viaggi a piedi o
con mezzi meno inquinanti e che abbiamo il
minor impatto ambientale possibile, oltre naturalmente a sviluppare forme di viaggio che
siano strumenti di contrasto alla povertà e di
creazione di attività sostenibili economica-
mente e socialmente. Al tradizionale tour in
Senegal, Paese in cui è nata e si è consolidata l’esperienza CISV nel settore del turismo responsabile, dal 2013 siamo presenti
anche in Benin, con 6 circuiti turistici che
portano a scoprire la natura e la cultura di
un paese ricco di storia, ma ancora poco conosciuto. Dunque il primo invito per chi deve ancora decidere la destinazione è di partire e fare diretta esperienza dei viaggi, che
prevedono una quota di solidarietà, la visita
ai progetti CISV che sostengono le attività
locali e sono proposti in partnership con
Viaggi Solidali; il secondo, per
chi resta a casa o va altrove,
è pensare di sostenere con una donazione i progetti in Benin e in Senegal, attraverso
un metaforico “viaggio a distanza”.
> Con 35 € aiuti a formare gli
abitanti di un villaggio del Benin nell’accoglienza turistica
> Con 50 € sostieni le donne
in Senegal a creare laboratori
artigianali per i visitatori. Info:
www.cisvto.org, > cosa facciamo > Benin oppure Senegal; [email protected]
Anno XIV, Numero 6, Luglio 2014
in forma
4
4
Etiopia per il futuro?
Un progetto integrato per la gestione dell’acqua
l’Etiopia è un grande
paese di 80 milioni di
persone, con un PIL in
crescita, un ruolo
centrale nella politica
e negli equilibri di tutta
la zona. D’altra parte
la povertà è evidente
ovunque: la maggior
parte della popolazione
rurale continua a
vivere come 10 o 20
anni fa
Da circa un anno e mezzo
CISV sta collaborando nel
WATSAM, un progetto di formazione e “capacity building”
nel settore dell’acqua ad Arba
Minch nel sud dell’Etiopia.
Si tratta di un progetto triennale diretto dall’Associazione
Hydroaid, espressione di alcuni Enti locali piemontesi,
struttura dedicata alla formazione di tecnici dei paesi terzi
nei settori dell’acqua potabile,
dell’igiene e gestione delle
acque reflue e dei rifiuti. Al
progetto partecipano, tra gli
altri, il Politecnico di Torino, la
SMAT e l’Ente Acque della
Sardegna.
I partners locali sono il Municipio, la società pubblica
dell’acqua e l’Università locale di Arba Minch, cittadina di
circa 100 mila abitanti, sede
universitaria, situata a circa
500 km a sud dell’Etiopia,
nella zona dei laghi Chomo e Abaya, in una
zona ricca di interessi paesaggistici e antropologici.
L’obiettivo del progetto, co-finanziato da fondi
europei, è accrescere le capacità e
l’organizzazione degli enti di Arba Minch nella gestione ed espansione dei servizi di acqua potabile, e gestione delle acque reflue.
Si svolgono quindi corsi, seminari, sessioni di
formazione teorico-pratiche sia in loco sia in
Italia destinate a migliorare il management, la
qualità dei trattamenti dell’acqua, la manutenzione delle reti, e di conseguenza estendere servizi di qualità per la popolazione urbana e semi urbana.
Come CISV svolgiamo alcuni interventi relativi alle politiche, al coinvolgimento della popolazione, alla collaborazione tra i diversi attori: un obiettivo che ci siamo dati con i partners locali è quello di dotare la città di un
piano integrato sulla gestione delle acque reflue e l’igiene. Non esistono infatti fognature
e gli scarichi urbani di una popolazione crescente stanno causando un peggioramento
delle condizioni igienico-sanitarie della città.
E qui il discorso si può allargare all’intero paese: l’Etiopia è un grande paese di 80 milioni
di persone, con un PIL in crescita, un ruolo
centrale nella politica e negli equilibri di tutta
la zona, con una generazione di giovani che
sta formandosi per un futuro migliore nelle
molte università, con una capitale – Addis Abeba – che vive uno sviluppo urbanistico ed
edilizio rapido e disordinato; d’altra parte la
povertà è evidente ovunque, i mendicanti ad
Addis Abeba sono moltissimi, la maggior parte della popolazione rurale continua a vivere
come 10 o 20 anni fa e non sente molto gli
effetti della crescita del paeseE.
Un paese in cui la cooperazione internazionale – anche quella italiana – continua ad investire molto per le tante ragioni che abbiamo ricordato: per questo motivo potrebbe essere interessante per CISV, e per la Fondazione ProgettoMondo che stiamo costruendo
insieme alle altre ong del gruppo, ipotizzare
un impegno nuovo in quel paese anche a
partire dai contatti e dalle collaborazioni che
si stanno avviando con il progetto attuale, e
dagli altri amici ed organizzazioni presenti in
Etiopia (come il nostro Andrea che collabora
con la cooperazione italiana e gli amici di
LVIA).
Forse ci aggiorneremo presto da Addis Abeba!
Federico Perotti
OrtoTour
Un’ occasione per conoscere la rete dei
nostri specialissimi amici contadini
Un'immersione nel verde, foglie, fiori, piante, rocce e montagne.
Acqua fresca, farina, sole e soluzioni nuove e antiche per affrontare il mestiere di contadino nella società degli anni duemila.
Siamo a metà degli OrtoTour - gite con le mani nella terra, gli occhi nel verde, il cuore felice - proposte da CISV nei mesi di giugno, luglio, settembre e ottobre. Nella prima tappa abbiamo raggiunto la Cascina Barban tra le montagne della Val Borbera per
festeggiare con musica, teatro e buona cucina la vita "rurale";
nella seconda ci siamo lasciati contagiare dai meravigliosi segreti dell'orto sinergico alla Cascina dei Frutasè, vicino a Cumiana.
Per le tappe di settembre e ottobre c'è ancora tempo e tanta voglia di svegliarsi con il sole, fare una gita insieme per scoprirsi
più che mai parte della Terra.
Per info: http://cisvto.org/eventi/ortotour-0
Sara Colombo
Anno XIV, Numero 6, Luglio 2014
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Campo Interassociativo
Ragionando sul “potere” senza pregiudizi
Il tema del potere è stato al centro della sesta edizione del campo interassociativo, tenuto a Pracatinat dal 11 al 13 luglio scorso.
“Liberi di potere, liberi dal potere” è il titolo
più che eloquente dell’appuntamento di studio e approfondimento promosso da Abitare
la Terra, Acli Torino, Azione Cattolica, Agesci, Centro Studi Bruno Longo, CISV, GiOC e
Meic.
Importanti e significativi i contributi provenienti dal teologo Rocco d'Ambrosio e dal sociologo Sergio Manghi, dai quali il potere è emerso come dimensione da non demonizzare e che riguarda ciascuno nella propria comune esperienza di vita. E' il nome di un'esperienza umana che in quanto tale ha caratteristiche ambivalenti, con risvolti positivi
quando consente crescita, partecipazione,
capacità di indirizzo e di tenuta dell'insieme e
forme di perversione quando non risponde
più alle finalità per cui è stato costituito diventando abuso o manifestandosi nel suo contrario, nell'impotenza e nell'incapacità.
Il potere è un elemento di realtà, che non si
ha ma viene dato: in questo senso rimanda a
una fonte che può essere di diversa natura
(religiosa, istituzionale, legislativa o legata alla capacità della persona).
Ed è una dimensione che prende forma nelle
relazioni, a loro volta fondate sulla diversità
propria di ciascun essere umano, e che quindi assume caratteristiche positive o negative
a seconda di come queste relazioni sono gestite. Pone chi lo detiene in contatto con la vita altrui e lo porta a prendere decisioni per la
vita altrui. Da qui la necessità di passare da
un concetto di potere basato sul senso di colpa, legato a una connotazione di tipo
“sacrificale” delle relazioni, a uno fondato sul
senso di responsabilità, che trova, nella capacità di stare nel dubbio e di coltivare il dub-
bio, il proprio orizzonte di
riferimento e che spinge
nella logica di saper
“danzare” in modo sempre nuovo le possibilità di
relazione che vengono offerte.
Nei laboratori di approfondimento il tema del potere
è stato discusso secondo
vari ambiti: comunità cristiana, lavoro, lavoro e
giovani, famiglia e società.
Infine nella tavola rotonda
conclusiva, coordinata da
Marco Brunod dello studio APS, i vari responsabili delle associazioni
hanno potuto confrontarsi
su come questa dimensione è vissuta all'interno
delle proprie realtà. Uno
scambio voluto per mettere a fuoco come il potere viene gestito, partecipato e valutato e che si è svolto in un clima
di crescente amicizia e condivisione. Un
confronto che si è rilevato ricco e sincero,
partendo dalla constatazione, da una parte
della necessità della dimensione organizzativa per la realizzazione di esperienze associative, e dall’altra delle fatiche, delle contraddizioni e degli elementi positivi che si generano nel suo esercizio.
La visita del nostro Arcivescovo, il sabato pomeriggio, ci ha offerto un momento di rinnovata amicizia, vissuta con la celebrazione eucaristica e con un franco e aperto dialogo su
riflessioni e considerazioni emerse dai lavori
del campo.
Emerge la necessità
di passare ad un
concetto di potere
fondato sul senso di
responsabilità, che
trova, nella capacità
di stare nel dubbio e
di coltivare il dubbio,
il proprio orizzonte di
riferimento e che
spinge nella logica di
saper “danzare” in
modo sempre nuovo le
possibilità di relazione
Mario Sanguinetti che vengono offerte
CI HA LASCIATO PIERO BALLESIO
Ricordo Piero nel periodo a cavallo tra la fine degli anni 80 e l’inizio
del decennio successivo impegnato nella commissione progetti e
responsabile in Italia, insieme a Margherita Sabia, del progetto cooperative in Burundi. Poi si mise a disposizione della nascente cooperativa CISV Solidarietà dove ha ricoperto per diversi anni il ruolo
di Presidente.
Ha partecipato attivamente alla nostra vita associativa e comunitaria, sempre accompagnato dalla moglie Graziella con cui condivideva la stessa passione e impegno per quanto CISV realizzava o si
proponeva di realizzare. Lo ricordo presente in molte assemblee ma
anche in incontri dove si discuteva di questioni importanti, dove si
progettava la CISV del futuro. Sempre gentile e sorridente, attento
ad ascoltare e a capire i nodi delle questioni poste e pronto a esprimere il suo parere.
La memoria di Piero e delle cose belle che ha fatto per la CISV ci
accompagni con questa bella frase scelta dalla famiglia. “La vita
ricomincia sempre, il dolore diminuisce, l’amore resta”.
Mario Sanguinetti
Piero e Graziella ad una festa di anniversario
Anno XIV, Numero 6, Luglio 2014
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Una finestra aperta sul mondo
Burkina Faso, 13 mila bambini malnutriti
curati dopo l’emergenza carestia
Si è conclusa la seconda fase del progetto di emergenza dell'ong LVIA in Burkina
Faso, finalizzato a individuare e curare la malnutrizione infantile a seguito della carestia che ha colpito il paese e l’intera regione saheliana due stagioni fa, e che ancora
fa sentire le sue conseguenze.
.
Oltre i mondiali, la lotta per la terra nel
Brasile dimenticato
Mentre il Brasile cerca di offrire il suo volto migliore con i Mondiali, intere popolazioni
lottano contro l'espropriazione illegale delle terre. Piantando eucalipti in 962 milioni
di ettari nel Sud del Brasile, la società Fíbria ha creato un "deserto verde" dove non
è più possibile coltivare, cacciare, né usare l'acqua. Un reportage dal terreno su come un’impresa e uno stato stanno eliminando le popolazioni rurali.
Gli articoli completi possono essere letti sul sito:
http://www.volontariperlosviluppo.it/
Se c’è mai stato un tempo per la preghiera, questo è quel tempo.
Se c’è mai stato un luogo abbandonato, Gaza è quel luogo.
Signore che sei il creatore di tutti i bambini, ascolta la nostra preghiera in questo
giorno maledetto.
Dio che noi chiamiamo Benedetto, volgi il tuo volto verso questi, i bambini di Gaza, affinché possano conoscere le tue benedizioni, e il tuo rifugio, affinché possano conoscere la luce e il calore, dove ora c’è soltanto oscurità e fumo, e un
freddo che taglia e stritola la pelle.
Onnipotente che fai eccezioni, che noi chiamiamo miracoli, fa’ un’eccezione per
i bambini di Gaza.
Proteggili da noi e dai loro.
Risparmiali.
Guariscili.
Fa’ che stiano al sicuro.
Liberali dalla fame e dall’orrore e dalla furia e dal dolore.
Liberali da noi e liberali dai loro.
Restituisci loro l’infanzia rubata, il diritto alla nascita,
che è una promessa di paradiso.
Ravviva nella nostra memoria, o Signore, le sorti del bambino Ismaele, padre di
tutti i bambini di Gaza. Come il bambino Ismaele è stato senz’acqua e lasciato a
Foto: frontierenews.it
morire nel deserto di Beer-Sheba, talmente privato di ogni speranza che sua
madre non poteva sopportare di vedere la sua vita perdersi via nella sabbia.
Sii quel Signore, il Dio del nostro consanguineo Ismaele, che ha udito il suo grido e ha mandato il Suo angelo a confortare sua madre Agar.
Sii quel Signore, che fu con Ismaele quel giorno, e tutti i giorni a seguire.
Sii quel Dio, il Misericordioso, che aprì gli occhi di Agar quel giorno, e le mostrò
il pozzo dell’acqua, cosicché ella poté dare da bere al bambino Ismaele e salvargli la vita.
Redazione
Allah, che noi chiamiamo Elohim, tu che doni la vita, che conosci il valore e la
fragilità di ogni vita, invia i tuoi angeli a questi bambini.
Paolo Martella
Salvali, i bambini di quel luogo,
di Gaza la più bella, di Gaza la dannata
I contributi di informazione, riflessione e
In questo giorno, quando la trepidazione e la rabbia e il lutto che è chiamato
critica, così come foto e disegni, sono sem- guerra afferra i nostri cuori e li ricuce in cicatrici, noi ci rivolgiamo a te, Signore, il
pre graditi. Possono essere lasciati al CISV
cui nome è Pace:
o spediti tramite e-mail agli indirizzi:
Benedici questi bambini, e tienili lontano dal male.
Volgi lo sguardo verso di loro, Signore.
[email protected]
Mostra
loro,
come
se fosse per la prima volta, la luce e la bontà,
[email protected]
e la tua benevolenza travolgente.
Guardali, Signore. Permetti loro di vedere il tuo volto.
Il prossimo numero
E, come se fosse per la prima volta, dona loro la pace.
verrà chiuso in redazione nella 1a settiLevi Weiman-Kelman di Kol HaNeshama, rabbino a Gerusalemme.
(a cura di Bradley Burston, tratto dal quotidiano Haaretz).
mana di settembre
Anno XIV, Numero 6, Luglio 2014