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Piano regionale per la cooperazione internazionale (L.R. 17/99) Piano regionale per la Promozione di una cultura della Pace (L.R. 55/97) 2007-2010 Programma Operativo America Latina e Caraibi 2010 Direzione Generale della Presidenza Settore Attività Internazionali Indice: Analisi della zona di cooperazione in termini di punti di forza e di debolezza, la strategia prescelta 1.1 Il contesto latinoamericano 1.1.2 Aggiornamento dell’analisi di contesto per l’anno 2010 1.2 Le politiche delle Organizzazioni Internazionali 1.2.1 Il Millennium Development Goals e gli Istituti Internazionali 1.2.2 Le politiche dell’Unione Europea 1.2.2.1 Documenti strategici dell'Unione Europea per Subaree 1.3 Le politiche del Ministero degli Affari Esteri 1.3.1 Cooperazione del MAE per paese 1.4 Cooperazione decentrata 1.4.1 Cooperazione Regione Toscana 1.4.1.1 La cooperazione Toscana in America Latina: 20012006 1.4.1.2 Quadro dei progetti nell’area Latino America nell’anno 2007, 2008 e 2009. 1.4.2 Cooperazione sanitaria internazionale toscana 1.4.2.1 Progetti CSI in America Latina e nei Caraibi Elenco delle sub aree (paesi /regioni/altro) nei quali si intende operare Giustificazione delle priorità adottate alla luce delle priorità strategiche del Piano di Indirizzo ex L.R. n. 17/99 e n. 55/97, dei documenti annuali, degli orientamenti strategici del Ministero Affari Esteri, dell’Unione Europea e delle Organizzazioni Internazionali per l’area Priorità di intervento e obiettivi specifici 4.1 Le priorità individuate dal Tavolo America Latina e Caraibi Modalità di esecuzione e gestione del Programma 5.1 - I gruppi di coordinamento tematici o di sub area geografica 5.2 - I Gruppi di Progetto 5.3 - Monitoraggio e valutazione Piano finanziario unitario (specificazione del contributo regionale, degli altri partners toscani, di contributi nazionali, comunitari e delle OO.II.) Elenco indicativo dei progetti 7.1 Partecipazione e confronto esterno 7.2 Valutazione di coerenza. Tabella di coerenza priorità Regione Toscana e progetti 2007, 2008 e 2009 del Tavolo America Latina e Caraibi. Analisi della zona di cooperazione in termini di punti di forza e di debolezza, la strategia prescelta. Il contesto latinoamericano La crisi economica La crisi economico-finanziaria globale, manifestatasi impetuosamente a partire dalla metà del 2008 negli Stati Uniti, sta coinvolgendo, come è ovvio in un’economia fortemente interrelata, anche le economie del sub-continente latinoamericano. Nonostante la congiuntura negativa sia infatti iniziata nel cuore delle economie più avanzate, la prospettiva attuale è quella di una decelerazione globale sincronizzata che, anche affidandosi a previsioni relativamente ottimistiche, durerà almeno per tutto l’anno 2009. Secondo le ultime stime elaborate dalle Nazioni Unite, l’America Latina nel suo complesso sperimenterà una forte diminuzione del PIL andando a interrompere il periodo di crescita sostenuta nella quale si trovava da diversi anni. Mentre il PIL del 2008, nonostante un rallentamento negli ultimi mesi dell’anno, cresce del 4,3%, il PIL del 2009 si prevede sarà del - 0,3%, dato ancor più preoccupante se prendiamo in considerazione il PIL procapite. Tra i motivi principali del coinvolgimento nella crisi delle economie latinoamericane possiamo individuare: La caduta del prezzo delle materie prime di esportazione La restrizione creditizia a livello globale La contrazione del flusso di rimesse degli emigranti dai paesi ad alto reddito La recessione globale e la diminuzione del commercio internazionale colpiscono in particolare le economie fortemente “votate” all’esportazione. Risulta quindi probabile che i paesi del Centroamerica e dei Caraibi, assieme al Messico, siano tra i più colpiti. Per i paesi dove il prelievo fiscale è fortemente legato al prezzo delle materie prime (Venezuela, Ecuador, Cile, Bolivia, Argentina) sarà più difficile sostenere i programmi sociali di contrasto alla crisi. Per altri, in particolare nei Caraibi e nel Centroamerica, vi sarà un impatto negativo aggiuntivo dovuto alla diminuzione del turismo e delle rimesse degli emigranti. La riduzione del volume delle rimesse colpisce soprattutto le fasce sociali più deboli, essendo quelle maggiormente dipendenti da tale flusso di denaro, deteriorando la già precaria situazione di milioni di indigenti di tutta l’area latinoamericana. Per alcuni economisti, d’altronde, la diminuzione delle rimesse è da ritenersi marginale rispetto alle conseguenze della drastica diminuzione del volume del commercio internazionale e dal deterioramento dei termini di scambio delle materie prime. Inoltre, perdurerà, si sostiene, per diverso tempo un finanziamento esterno privato molto ristretto. Le economie della regione affrontano comunque la crisi con una forza maggiore di quanto avrebbero potuto fare nel passato, fatto dovuto principalmente al minor indebitamento pubblico con l’estero e all’elevato livello di riserve internazionali, anche se ciò potrà solo mitigare gli effetti della crisi. Secondo le stime della CEPAL il paese più colpito dalla crisi sarà il Messico (-3%) seguito dal Brasile (-1%) e dalla Costa Rica (-0,5%). Previsto un tasso di crescita zero per il Cile e l’Ecuador e di poco superiore per altri paesi come la Colombia (0,5%), il Venezuela (1%), il Nicaragua (1%), il Guatemala (1,5%) e l’Argentina (1,5%). Dovrebbero mantenere invece tassi di crescita sostenuta paesi quali la Bolivia (3%), Cuba (3%) e il Perù (3,5%). L’impatto della crisi da un punto di vista di genere: il lavoro informale tra le donne è più alta che tra gli uomini, e ciò fa presupporre una maggiore instabilità negli “ingressi” e una minore protezione sociale. Inoltre, molte tra le attività con una alta concentrazione di lavoro femminile, saranno particolarmente colpite dalla crisi come le attività nell’industria del tessile, del turismo, dei servizi finanziari e del lavoro domestico. Il Contesto politico A livello politico le forze di sinistra continuano a prevalere su quelle di destra e di centro, confermando una tendenza avviatasi negli ultimi anni del XX secolo. Tale tendenza è ravvisabile sia dal rafforzamento dei movimenti popolari in gran parte del sub-continente latinoamericano (in particolare di quelli promotori delle istanze delle popolazioni indigene) sia dai risultati delle contese elettorali e di quelle referendarie promosse per istituire nuove Costituzioni progressiste (Bolivia, Ecuador). Sono quattro i paesi dove si sono svolte elezioni a livello nazionale nell’arco di tempo che va dal 2008 ai primi mesi del 2009: Paraguay, Ecuador, El Salvador e Repubblica Dominicana. In Paraguay sale alla Presidenza della Repubblica Fernando Lugo, vincendo le elezioni nell’aprile 2008 come candidato della composita Alianza Patriotica para el Cambio, formata da numerosi partiti di sinistra e dal Partito Liberale e sostenuta da molti movimenti sociali organizzati. Con l’insediamento di Fernando Lugo, ex vescovo vicino alle tesi della Teologia della liberazione, si interrompe il dominio praticamente incontrastato della forza conservatrice Partido Colorado, al potere in Paraguay da oltre sessant’anni. In El Salvador sale al governo il Fronte Farabundo Martì per la Liberazione Nazionale (Flmn) a distanza di più di vent’anni dall’ascesa al potere della ultraconservatrice Alleanza Repubblicana Nazionalista (Arena) – considerata l’erede politica degli squadroni della morte attivi a cavallo del 1980 - e a quindici anni dagli accordi di pace che hanno posto fine alla sanguinosa guerra civile. Il candidato del Fronte (per la prima volta non un ex-guerrigliero) Mauricio Funes vince con il 51,3% al ballottaggio che lo opponeva al candidato di Arena, Rodrigo Avila. L’unica tornata elettorale dove non ha prevalso una forza dichiaratamente di sinistra è stata quella per la Presidenza della Repubblica Dominicana. Il Presidente uscente Leonel Fernandez Reyna, alla guida della forza di centro di impostazione liberista, il Partido de la Liberacion Dominicana, dopo esser stato in carica dal 1996 al 2000 e dal 2004 al 2008 viene riconfermato Presidente nel maggio 2008 ottenendo il 53% dei voti al ballottaggio. In Ecuador è stato riconfermato Presidente della Repubblica Raffael Correa, economista, cattolico di sinistra che ha ottenuto un largo vantaggio nelle recenti elezioni dell’Aprile 2009. Correa, candidato de la Alianza Pais, è sostenuto anche dai movimenti indigeni organizzati nella CONAIE (Confederación de Nacionalidades Indígenas del Ecuador), importante realtà che ha avuto un ruolo decisivo nelle elezioni tenutesi nel paese andino negli ultimi anni. La vittoria elettorale di Correa segue di alcuni mesi un altro importante successo ottenuto dal Presidente in carica, l’istituzione di una nuova Costituzione progressista, dalla Alianza Pais fortemente sostenuta. La nuova Carta costituzionale, ratificata da un referendum popolare con quasi il 70% dei voti, stabilisce, tra le altre: un maggior controllo statale in diversi settori strategici (tra i quali vengono menzionati quello dell’energia, delle telecomunicazioni, delle risorse naturali, dei trasporti, del petrolio, della biodiversità e delle telecomunicazioni) attraverso la creazione di imprese statali o miste a maggioranza di capitale statale; possibilità di ottenere un secondo mandato presidenziale; controllo dell’Esecutivo sulla politica monetaria e finanziaria; possibilità di revocare il mandato di tutte le cariche rappresentative, inclusa quella del Presidente della Repubblica, tramite voto popolare; divieto di installare basi militari straniere sul territorio nazionale; la plurinazionalità dello Stato ecuadoriano –storica rivendicazione del movimento indigeno – riconoscendo come lingue ufficiali anche il quechua e il shuar. Molto simile alla Costituzione ecuadoriana, come simile è il processo politico che ha portato alla proposta del nuovo testo Costituzionale, è quella boliviana. Ratificata anch’essa a larga maggioranza da un recente referendum popolare, la nuova Costituzione potrebbe favorire un superamento dei molteplici conflitti che attraversano il paese: quello per lo sfruttamento delle risorse energetiche, quello etnico (tra una maggioranza indigena ed una minoranza blancoide), quello tra i poteri e gli interessi nazionali e quelli stranieri, emersi apertamente, fortemente interrelati tra loro, nel tentativo di secessione della regione più ricca (quanto meno di materie prime) di Santa Cruz. Non è stata invece ratificata dal referendum popolare la nuova Costituzione promossa dal Presidente Hugo Chavez in Venezuela, dove, sebbene con un piccolo margine, ha vinto il fronte dei contrari. Tra i cambiamenti più discussi proposti nella nuova Costituzione vi era l’eliminazione di un vincolo del numero dei mandati per il Presidente della Repubblica. Tale modifica è stata ripresentata separatamente nel febbraio del 2009, attraverso una proposta di riforma costituzionale dei soli cinque articoli oggetto della materia, ottenendo questa volta l’approvazione nel referendum popolare. Nel 2008 il conflitto colombiano, che attanaglia il Paese da ormai più di quarant’anni, è tornato al centro della politica diplomatica internazionale oltre che dell’interesse dell’opinione pubblica non solo latinoamericana, principalmente a causa della vicenda di Ingrid Betancourt, tenuta prigioniera dalle Farc nella foresta per oltre sei anni. La Betancourt, sequestrata durante la campagna elettorale Presidenziale nel febbraio del 2003 dalla guerriglia colombiana, è stata liberata il 2 luglio 2008, secondo quanto riferito dal governo, a seguito di una operazione di intelligence condotta da una task force dell’esercito colombiano. La liberazione della Betancourt, calorosamente accolta dall’opinione pubblica mondiale e da una parte importante della società civile che si era mobilitata per il suo rilascio, rimane però ad oggi solo una delle poche notizie positive provenienti dalla Colombia, dove, a fronte di alcune progressi ottenuti in termine di sicurezza in certe parti del paese, non sembra esserci una strategia politica di lungo periodo capace di risolvere alla radice i problemi del conflitto e di quelli ad esso legati, primo tra tutti quello dei desplazados che continuano ad aumentare. La Commissione Nazionale di Riparazione e Riconciliazione (CNRR) afferma che “la risposta istituzionale in relazione con la ristrutturazione dei gruppi illegali armati in alcune regioni ha ottenuto successo, però è stato insufficiente per contenere le organizzazioni nel loro complesso”; sostiene inoltre la CNRR che “prima di tutto è necessario intervenire per eliminare degli aspetti che permettono il funzionamento di questi gruppi: le ingenti fonti di finanziamento, i loro legami politici, il reclutamento dei giovani e la permissività degli attori statali”. Il vice-presidente della Repubblica della Colombia, in rappresentanza del governo, si è dovuto presentare davanti al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Inite per difendere l’operato dell’esecutivo degli ultimi anni, accusato di aver ripetutamente violato i diritti umani alimentando la violenza nei confronti della popolazione civile e manipolando le informazioni in merito al conflitto con la guerriglia (con i cosiddetti “falsos positivos”). Infine, uno studio promosso dalla Confederazione Sindacale Internazionale ha mostrato come l’America Latina sia il continente dove è più pericoloso svolgere attività di tipo sindacale. Lo studio, pubblicato nel dicembre del 2008, nel quale sono stati presi in esame 138 paesi, denuncia nell’ultimo anno l’uccisione di 91 sindacalisti in tutto il mondo; di loro ben 39 erano colombiani. L’inchiesta definisce come preoccupante, per i numerosi atti di violenza subiti, anche la situazione dei sindacalisti in Guatemala e in Peru. Il Contesto sociale Accanto a queste trasformazioni è d’obbligo sottolineare, tra gli elementi di continuità con il passato, la iniqua distribuzione della ricchezza, che vede ancora oggi l’America Latina detenere lo spiacevole primato di continente con la più alta sperequazione di reddito. La popolazione dell’America Latina consta attualmente, secondo le stime fornite dalle Nazioni Unite nel 2009, di 586 milioni abitanti e, stando al tasso di crescita attuale (intorno al 1,2% annuo), dovrebbe raggiungere le 593 milioni nel 2010. Di queste, il 22% vive nelle zone rurali. Il tasso di crescita più significativo (nel quinquennio 2005-2010) è stato stimato in Guatemala (2,5%), in Honduras (2%) e Bolivia (2%). Progressi ne sono stati compiuti, anche se non in tutti i paesi, nella direzione di una diminuzione della povertà: nel 2005 diminuisce del 3,3% la popolazione che vive sotto la soglia di povertà e del 2% quella sotto la soglia della povertà estrema. I paesi che hanno ottenuto i migliori risultati nella lotta alla povertà sono l’Argentina e il Venezuela, dove gli indigenti sono diminuiti dal 2002 al 2006 nel primo caso dal 20,9% al 7,2% e nel secondo dal 22,2% al 9,9%. Al contrario, in paesi come Paraguay, Bolivia e Honduras, gli indici di povertà sono rimasti, dal 2002 al 2006, pressoché invariati se non, come nel caso della Bolivia, peggiorati. Nonostante alcuni segnali di miglioramento a livello continentale, permane ad oggi una larga fascia della popolazione in situazione di emarginazione economica e sociale. Più di un terzo della popolazione complessiva infatti vive ancora in condizione di povertà, fattore che continua a spingere numerose persone a emigrare, sia in altri continenti che in altri luoghi all’interno del proprio paese. Questa tendenza, unita alla mancanza o alla inadeguatezza di politiche sociali e di pianificazione territoriale, ha fatto sì che negli ultimi decenni si sviluppassero enormi e fatiscenti periferie (slums) in buona parte dei grandi agglomerati urbani latinoamericani. Gli slums, le “periferie improvvisate”, cambiano nome da una metropoli all’altra: favelas a Rio de Janeiro, pueblos jovenes attorno a Lima, ranchos a Caracas, villas miserias a Buenos Aires, ma ovunque vi si ritrovano le stesse precarie condizioni di vita. Nelle baraccopoli vive attualmente quasi il 30% dell’intera popolazione latinoamericana. Si stimano inoltre 23 milioni di persone in condizioni di disoccupazione aperta e 103 milioni che lavorano nel settore informale: il deficit di occupazione formale raggiunge quindi le 126 milioni di persone. Il lavoro minorile, anche se in diminuzione, è tuttora molto diffuso e coinvolge, secondo le ultime stime dell'Organizzazione Mondiale del Lavoro, circa 6 milioni di bambini. La maggior parte di essi lavora nelle zone rurali nelle attività della propria famiglia; gli altri minori lavorano nell’industria, in attività legate al turismo o (soprattutto le bambine) come domestici. Infine è molto diffuso il lavoro minorile in strada, legato al fenomeno, altrettanto diffuso, dell'economia informale nelle grandi città del continente. Le aree di conflitto armato sono ad oggi relativamente delimitate, mentre permane in varie zone un forte conflitto sociale legato in particolare ai problemi dei diritti delle popolazioni indigene e all’uso e alla proprietà della terra e dell’acqua. La Colombia rappresenta certamente la zona più calda dell’America Latina, dove la guerra civile si protrae da più di quarant’anni con il rischio, sempre presente, che il conflitto coinvolga anche altri paesi della regione. Le trasformazioni politiche in atto nel continente passano anche attraverso la rinascita dei movimenti sociali e, in particolare, la rinascita dei movimenti indigeni. Dalla resistenza non-violenta degli zapatisti in Chiapas agli scioperi di massa organizzati dai sindacati degli indigeni campesinos in Bolivia, dalle lotte di resistenza del popolo Mapuche in Cile fino alle realtà dell’autorganizzazione della Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador, tutto il continente è attraversato dal ritrovato attivismo dei movimenti indigeni, i grandi assenti nella realizzazione della società moderna in America Latina. Assistiamo infatti oggi a una rivalutazione della cultura e della tradizione dei nativi che si muove parallelamente alla nascita e allo sviluppo di realtà politiche organizzate dagli indigeni stessi, capaci di incidere con forza anche nelle elezioni politiche nazionali. Le elezioni a capo dello Stato di diversi leader indigeni o meticci (Evo Morales, sindacalista cocalero di etnia aymara eletto in Bolivia, ne rappresenta certamente il caso più eclatante) è un chiaro segnale di questo processo. Inoltre, sulla scia del processo di normazione a livello internazionale (che nel 2007, dopo vent’anni di negoziati, ha visto approvare la Dichiarazione Universale dei Diritti delle popolazioni indigene delle Nazioni Unite, appoggiata da tutti i paesi del continente latinoamericano, ad eccezione della Colombia), numerosi ordinamenti nazionali hanno inserito puntuali previsioni per la tutela delle popolazioni indigene. Tra questi: il diritto alla non discriminazione; il diritto alla integrità culturale; il diritto alla proprietà, all’accesso, all’uso e al controllo delle proprie terre e risorse; il diritto allo sviluppo e a una vita dignitosa; il diritto alla partecipazione politica. Nonostante ciò, le previsioni normative vengono frequentemente disattese o risultano inefficaci sul piano sostanziale e gli indigeni rimangono tuttora la fascia di popolazione più a rischio di cadere nella povertà e nell’emarginazione sociale, mostrando come il processo di riconquista dei diritti avviato dai nativi americani sia solamente agli inizi. Infine la maggior parte degli indicatori relativi alla sostenibilità ambientale mostra un grave degrado, tanto dell’ambiente naturale che di quello costruito. La situazione è preoccupante, per una regione che concentra quasi la metà delle foreste tropicali e sette dei 25 ecosistemi più ricchi del mondo. Incorporare i principi dello sviluppo sostenibile alle politiche e ai programmi nazionali e ribaltare la tendenza all’esaurimento delle risorse naturali era uno degli obiettivi della Dichiarazione del Millennio, che gli Stati dell'America Latina non stanno rispettando. La superficie boscosa si sta riducendo molto velocemente. La deforestazione, che ha raso al suolo 46,7 milioni di ettari tra il 1990 e il 2000, avanza a una percentuale annuale dello 0,5% nella regione, il doppio della media mondiale. Qui si trova il 40% delle specie vegetali e animali del pianeta. Delle 178 “ecoregioni” identificate in America Latina e Caraibi, il 77% sono minacciate. Solo in America del Sud, vive il 47 % delle specie animali catturate illegalmente in tutto il mondo. Inoltre, negli ultimi anni, in America Latina come in buona parte del mondo, si è dovuta affrontare l’emergenza della crescita esponenziale dei prezzi dei prodotti alimentari che hanno colpito in particolare, stando ai dati del 2007 forniti dalla Banca Mondiale, la Bolivia, il Brasile, il Cile, la Jamaica e l’Uruguay. Sempre più in ambito internazionale viene riconosciuto come la crescita degli investimenti nei biocombustibili di prima generazione (dei quali il Brasile è uno dei maggior produttori), sebbene crei nuove possibilità per un nuovo sviluppo sostenibile, porti con sè rischi significativi, tra i quali, appunto, l’aumento dei prezzi dei prodotti agroalimentari. D’altronde la FAO rileva come ancora sia molto difficile determinare quale sia la reale incidenza del mercato dei biocarburanti sul mercato dei prodotti alimentari, sottolineando come anche numerosi altri fattori influiscano sull’attuale aumento del prezzo dei prodotti agricoli (l’aumento del prezzo del petrolio, l’aumentata domanda dei nuovi consumatori cinesi e indiani, la spesa per i fertilizzanti, le politiche di restrizione alle esportazioni, le speculazioni finanziarie). 1.1.2 Aggiornamento dell’analisi di contesto per l’anno 2010 L’analisi del contesto dell’America Latina nel 2009 che segue si occupa principalmente dell’impatto della crisi economica mondiale sulla regione. Se da una parte molti analisti si sono soffermati sulla durata relativamente breve della crisi, con la conseguente ripresa prevista a partire già dal 2010, e sulla sostanziale tenuta del sistema economico latinoamericano (con riguardo principalmente ai dati del PIL e dell’inflazione) rispetto ad altri momenti di crisi del recente passato che hanno attraversato il subcontinente, altri hanno evidenziato le gravi ricadute in termini di costi sociali sulla popolazione che, a differenza degli indici macroeconomici, non forniscono segnali positivi nemmeno per il 2010. Le difficoltà maggiori interessano soprattutto le categorie più vulnerabili, come donne, bambini e minoranze etniche. La crisi acuisce quindi quel divario tra la popolazione ricca e quella povera che già faceva della regione latinoamericana il continente con la più alta sperequazione di reddito. Gli indici aggiornati degli MDG (Obiettivi del Millennio per lo Sviluppo) mostrano un rallentamento dei progressi ottenuti dalla regione negli ultimi anni; ad oggi risulta però ancora difficile valutare con esattezza l’entità delle ricadute della crisi sulla popolazione. Per quanto riguarda le tendenze politiche è sostanzialmente confermata, nel 2009, la maggiore forza e dinamicità delle forze progressiste. La controtendenza manifestata in alcuni Paesi determina d’altronde uno scenario politico incerto per quanto riguarda il prossimo futuro. Le presidenziali in Brasile previste per il 2010 rappresenteranno, secondo molti, il momento di consolidamento, o al contrario di rottura, del delicato equilibrio acquisito dalle forze di sinistra negli ultimi anni. Prosegue infine il percorso di integrazione – economica e politica – regionale, sebbene le recenti vicende legate alla crisi in Honduras dimostrino la persistente fragilità delle istituzioni democratiche in alcuni Paesi e un’incapacità del subcontinente di incidere, come soggetto forte e autonomo, sul piano internazionale. 1.1.2.1 Impatto della crisi economica Indici macroeconomici Dopo sei anni di sostenuta crescita economica la regione latinoamericana e caraibica nel 2009 registra, secondo le stime dell’ultima analisi economica della CEPAL (Comisión Económica para América Latina y el Caribe), una caduta del 1,7% del PIL, e circa del 2,8% del PIL pro capite. L’impatto della crisi economica è stato molto forte in particolare nella parte finale del 2008 e in quella iniziale del 2009, colpendo, anche se in maniera molto diversa, tutti i Paesi della regione. Sebbene infatti gli effetti negativi si siano manifestati prevalentemente in Messico e in alcuni paesi dei Caraibi e del Centroamerica, tutti i paesi della regione hanno subito un forte rallentamento o arretramento rispetto agli ultimi anni. Si registra, in particolare, una forte caduta delle esportazioni, determinata dal tracollo del commercio a livello internazionale che ha influito in primis sull’abbassamento del prezzo delle materie prime. Allo stesso tempo ha influito significativamente la contrazione delle rimesse e la diminuzione delle attività legate al turismo penalizzando in particolar modo il Messico e i Caraibi. Gli investimenti stranieri hanno registrato una caduta di poco inferiore al 40%. La forte contrazione degli investimenti privati è stata solamente in parte controbilanciata dalle politiche pubbliche anticongiunturali che hanno contribuito ad accelerare il processo di recupero del secondo semestre. A fronte quindi di alcuni paesi che, nonostante una relativa decelerazione, hanno mantenuto una crescita positiva, come Bolivia (3,5%), Repubblica Domenicana e Panama (2,5%), ve ne sono una gran parte che hanno subito un forte arretramento come Venezuela (-2,3%), El Salvador (2,5%), Honduras (3%), Paraguay (-3,5%) e Messico (-6,7%). Quest’ultimo, in particolare, ha subito oltremodo gli effetti della congiuntura sfavorevole dato il forte legame economico con gli Stati Uniti, epicentro della crisi finanziaria. Secondo molti analisti, le stime mostrano nel complesso, se confrontate con dati relativi ad altre crisi del passato, una parziale tenuta dell’economia latinoamericana determinata in gran parte dal maggiore peso acquisito dallo Stato, essenziale per implementare politiche pubbliche anticicliche, unitamente a una politica più accorta per quanto riguarda l’indebitamento. L’aumento della spesa pubblica, e in particolare l’incremento e la maggiore efficacia dei programmi sociali, hanno in qualche misura contenuto i costi sociali della crisi che, sebbene significativamente alti, avrebbero potuto manifestarsi ancora più violentemente. Costi sociali La popolazione latinoamericana e caraibica al di sotto della soglia di povertà è nel 2008 il 33% , 180 milioni di persone, mentre quella al di sotto della soglia della indigenza (o povertà estrema) il 12,9% , 71 milioni di persone. Il tasso di popolazione in condizione di povertà (con meno di 2 dollari al giorno) continua, seppure con un forte rallentamento rispetto a prima della crisi, a decrescere, mentre quello relativo alla popolazione in condizione di povertà estrema (meno di 1 dollaro al giorno) aumenta – dal 2008 - dello 0,3%. Tale aumento significa, in termini assoluti, 5 milioni di indigenti in più in tutta l’area, dato particolarmente preoccupante per un continente che ha, nella iniqua distribuzione del reddito, uno dei fattori di criticità maggiori. Soprattutto Paesi come il Venezuela, l’Uruguay e l’Ecuador, che avevano intrapreso un importante processo di riduzione della povertà, incontrano nel 2008 molte difficoltà a confermare la tendenza positiva. Dall’analisi della diffusione della povertà emerge inoltre la evidente persistenza, e in molti casi l’approfondimento, di uno schema fortemente vincolato a variabili di età, genere ed etnia. La incidenza della povertà nei bambini minori di 15 anni è quasi il doppio di quella nella popolazione di età superiore ai 15 anni; tale differenza è aumentata nella maggior parte dei Paesi della regione, con incrementi maggiori in Brasile, Panama e Uruguay. L’esposizione alla povertà delle donne è molto superiore se confrontata con quella degli uomini in tutti i paesi del subcontinente. I paesi con il gap più alto sono: Argentina, Cile, Costa Rica, Panama, Venezuela, Repubblica Domenicana e Uruguay. La situazione lavorativa delle donne si caratterizza, inoltre, per livelli sempre più alti di precarietà e informalità. La informalità, così come per gli uomini, risponde alla difficoltà di accedere al limitato numero di lavori formali disponibili ma, per quel che riguarda le donne, anche alla necessità di flessibilità richiesta da queste di fronte alle responsabilità familiari. Gli impieghi formali, attualmente, discriminano le donne riconoscendo loro difficilmente le peculiari necessità relative alla maternità, ai lavori domestici e all’attenzione nella crescita dei figli. Sono inoltre in crescita costante, dal 1990 al 2007, le famiglie monoparentali (con un solo genitore, in genere la madre), causa importante di scivolamento nella povertà estrema per milioni di persone. Infine, il tasso di povertà dei gruppi indigeni e afrodiscendenti supera da 1,2 fino a 3,4 volte quello del resto della popolazione. Un dato che sottolinea come, nonostante gli sforzi a livello politico affrontati in diversi Paesi, la condizione di vita degli indigeni sia ancora tendenzialmente molto più precaria del resto della popolazione. La caduta del salario reale è stata in parte mitigata dal rallentamento dell’inflazione al 13% nel 2008 e al 4,5% nel 2009. La decelerazione dell’inflazione è dovuta principalmente all’abbassamento dei prezzi, a livello mondiale, degli alimenti e dell’energia, particolarmente influenti soprattutto nel bilancio delle fasce di reddito più basse. La OIL – Organizzazione del Lavoro Internazionale – nel Panorama Laboral pubblicato nel 2009, sottolinea come la diminuzione di disoccupazione ottenuta negli ultimi anni sarà in gran parte persa per gli effetti della crisi. Nel 2009 si stima che il numero di disoccupati potrebbe aumentare tra l’ 1,4 e i 2,4 milioni di persone. Inoltre la debolezza della domanda di lavoro, in particolare del settore privato, imprime un arretramento del tasso di crescita degli impieghi formali negli ultimi anni. Tra i settori più colpiti ci sono l’industria manifatturiera e l’edilizia. Nelle aree urbane, secondo le stime della OIL, addirittura 6 occupati su 10 sono impegnati in lavori informali. Prospettive per il 2010 La rapidità del recupero osservabile nel secondo semestre del 2009 fa prevedere, anche se con un margine di dubbio relativamente alto, che la regione possa ritornare ad avere, già nel 2010, tassi di crescita simili a quelli antecedenti la crisi. Il tasso di crescita della r egione per il 2010 s ar à, s ec ondo la O ECD ( HYPERLINK "http:// www.oecd.org/"Organisation for Economic Co-operation and Development), del 4,3%, e del 4,1% secondo la CEPAL , con una crescita più sostenuta nell’America del Sud e meno nell’America Centrale e nei Caraibi. La prevista crescita del PIL non riuscirà però, secondo le stime della OECD, come della CEPAL e della OIT, a mitigare l’aumento della disoccupazione e della povertà che potrebbe crescere, dall’inizio della crisi alla fine del 2010, fino a 7 punti percentuali (39 milioni di persone). Avranno più facilità di crescita economica quei mercati nazionali più grandi e diversificati (Brasile, Colombia, Argentina) e con una maggiore partecipazione dell’Asia - in particolare della Cina (Argentina, Brasile, Cile, Perù). 1.1.2.2 Diritti umani MDG - Obiettivi del millennio per lo sviluppo A distanza di nove anni dalla Conferenza nella quale i leader mondiali stabilirono gli obiettivi per liberare l’umanità dai mali della povertà, della fame dell’analfabetismo e dalle malattie più gravi, le Nazioni Unite pubblicano il Report del 2009 che analizza i progressi compiuti in tale direzione. Questi i dati, per ogni Obiettivo, relativi all’America Latina: Obiettivo 1- Eliminare la povertà estrema e la fame: dimezzare, entro il 2015, la percentuale delle persone con reddito inferiore a 1 dollaro: 11% (1990); 11% (1999); 8% (2005) dimezzare, entro il 2015, la percentuale di persone che soffrono la fame: 11% (1990); 6% (2007) Obiettivo 2- Raggiungere l’istruzione elementare universale: garantire che, entro il 2015, tutti i bambini e le bambine, ovunque vivano, completino il ciclo degli studi elementari: 94% (2000); 95% (2007) Obiettivo 3 – Promuovere l’uguaglianza fra i sessi e conferire potere e responsabilità alle donne eliminare le disparità di genere, entro il 2015, nell’istruzione elementare e secondaria.; 97% (1999); 97% (2007) Obiettivo 4 – Diminuire la mortalità infantile ridurre di due terzi, entro il 2015, il tasso di mortalità dei minori di 5 anni: 54% (1990); 24% (2007) Obiettivo 5 – Migliorare la salute materna ridurre di tre quarti, entro il 2015, il tasso di mortalità materna: 180 (1990) 130 (2005) ogni 100.000 parti Obiettivo 6 – Combattere l’HIV/AIDS, la malaria e altre malattie fermare entro il 2015 e cominciare a invertire il tasso di diffusione dell’HIV/AIDS. Fermare entro il 2015 e cominciare a invertire l’incidenza della malaria e di altre importanti malattie: propagazione dell’AIDS: 150 (1990) 148 (2007) casi ogni 100.000 abitanti Obiettivo 7 – Garantire la sostenibilità ambientale: emissioni di biossido di carbonio (in 1000 milioni di tonnellate per metro cubo): 1,1 (1990); 1,6 (2006) variazione netta della superficie coperta da boschi: -4,5 (1990-2000); -4,7 (2000-200 5) Obiettivo 8 – Sviluppare una collaborazione globale per lo sviluppo: interessi sul debito in proporzione agli ingressi sulle esportazioni: 22% (2000); 8% (2007) Per raggiungere gli obiettivi del millennio vengono avanzate alcune raccomandazioni: Nei paesi più colpiti dal recente aumento dei prezzi dei prodotti alimentari è necessario aumentare la disponibilità alimentare e implementare politiche sociali per sostenere la fascia di popolazione più colpita. Rivitalizzare gli sforzi per aumentare i lavori formali e decenti, con una particolare attenzione rivolta alle donne e ai giovani. Intensificare l’impegno per il diritto all’educazione per tutti i bambini, in particolare per quelli che vivono nelle comunità rurali. Migliorare la condizione di vita per coloro che vivono in povertà nelle aree urbane. Rendere prioritarie le attività per la salvaguardia dell’ambiente. Sono risultati inadeguati, fino ad oggi, gli sforzi per arrestare il cambiamento climatico, la deforestazione, la perdita di biodiversità e la desertificazione. Indigeni e conflitti La rivolta delle comunità indigene in Perù, che ha raggiunto l’apice nel giugno dello scorso anno, ricolloca al centro del dibattito latinoamericano, e non solo, la cosiddetta “questione indigena”, legata alla difficile definizione dei diritti delle popolazioni originarie negli ordinamenti nazionali e dei limiti da porre alla espansione del mercato globale. Gli indigeni peruviani, circa 8-9 milioni, rappresentano il 40% della popolazione. I gruppi più numerosi sono le popolazioni Quechua e Aymara. La regione amazzonica presenta una maggiore varietà e dispersione di gruppi etnolinguistici. Nel 2009 vengono emanati dal governo aprista di Alan Garcia, alcuni decreti legislativi volti a favorire l’investimento privato nella foresta amazzonica in applicazione del Trattato di Libero Commercio firmato con gli Stati Uniti nel 2006. Per le comunità indigene, che con la terra hanno una relazione ancestrale radicalmente differente rispetto alla visione occidentale i decreti vengono interpretati come una grave violazione dei loro valori più profondi. Dopo 55 giorni di protesta decisa, ma pacifica, delle organizzazioni indigene nella regione di Bagua Grande inizia la violenta repressione dei militari. La Asociación Pro Derechos Humanos (APRODEH) ha denunciato almeno 133 detenuti e 189 feriti. La CEAS (Comisión Episcopal de Acción Social), la Coordinadora Nacional de Derechos Humanos e la ONG Human Rights Watch contano decine di vittime tra i civili. La mobilitazione degli peruviana degli indigeni segue le tante altre mobilitazioni dei nativi latinoamericani. Negli ultimi decenni è rinato, infatti, un importante fronte indigeno, capace di creare innovative forme di movimento e di organizzazione a livello regionale, nazionale e transnazionale (quali la CONAIE in Ecuador, il MAS in Bolivia, la ONIC in Colombia e all’EZLN e il CNI in Messico), che ha saputo sempre mantenere una significativa autonomia dal panorama politico tradizionale ma si è rilevato capace, allo stesso tempo, di incidere anche sulle dinamiche governative e istituzionali. Nonostante ciò le rivendicazioni dei popoli indigeni risultano ancora attuali e, nonostante un importante riconoscimento politico avvenuto negli ultimi anni, molti diritti rimangono inevasi o concessi solamente sul piano formale. 1.1.2.3 Ambiente Cambiamenti climatici e principali disastri naturali Il cambiamento climatico è espresso fondamentalmente nell’aumento della temperatura media, nella modificazione dei modelli delle precipitazioni, nell’innalzamento del livello del mare, nella riduzione della superficie coperta dalla neve e dai ghiacci e nella modificazione dei modelli degli eventi estremi e dei disastri naturali. Le conseguenze del cambiamento climatico sono particolarmente rilevanti per i paesi dell’America Latina e dei Caraibi. La elevata sensibilità climatica di alcune attività economiche, come l’agricoltura e il turismo, la perdita di biodiversità e, soprattutto, la perdita di vite umane legate all’aumento di fenomeni atmosferici estremi rivelano l’importanza di sviluppare una efficace strategia per uno sviluppo sostenibile, differente dal modello attuale. I disastri ambientali hanno prodotto nel 2009 un danno stimato in circa 10.000 miliardi di dollari, superando significativamente i danni prodotti mediamente nell’arco temporale che va dal 2000 al 2008. La severità dei disastri in America Latina e nei Caraibi ha colpito particolarmente i settori economici del turismo e dell’agricoltura. Terremoto ad Haiti Il 12 Gennaio 2010 Haiti viene colpita da un forte terremoto che provoca una delle più gravi catastrofi umanitarie degli ultimi decenni. Lo United States Geological Survey localizza, a circa 25 kilometri dalla capitale Port-au-Prince, la scossa principale di magnitudo 7,0. A questa sono seguite altre scosse di magnitudo tra i 5,0 e i 5,9 gradi. Haiti è lo Stato più povero del continente americano, con l’80% della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà e il 54% al di sotto di quella della povertà estrema. Attanagliato da una lunga instabilità politica, fortemente legato all’andamento delle rimesse provenienti dagli emigranti all’estero, subisce significativamente il peso di un debito estero molto alto ed è al 153° posto, sui 177 Paesi considerati, nella classifica basata sull’indice di sviluppo umano. Quasi il 70% della popolazione lavora nel comparto agricolo che rappresenta, nonostante l’arretratezza tecnologica, quasi un terzo dell’economia nazionale. Il settore dei servizi, legato principalmente al turismo, rappresenta il 40% circa dell’economia del paese mentre è praticamente inesistente il settore industriale. L’ultima grave recessione che ha attraversato il Paese (legata alla situazione di instabilità politica interna) risale al 2004, mentre piccoli segnali positivi sono emersi nel 2009 quando, a dispetto di gran parte degli altri Paesi latinoamericani, l’economia nazionale cresce, secondo le stime della CEPAL, del 2%. A causa delle difficoltà strutturali del sistema pubblico del Paese e in seguito ai gravi danni alle infrastrutture di mobilità e comunicazione, non è ancora possibile definire con certezza il numero di vittime del sisma. Secondo l’ultimo aggiornamento della OCHA – Office for the Coordination of Humanitarian Affairs – i corpi recuperati sono 112.250, mentre il bilancio finale delle vittime potrebbe arrivare, si stima, intorno alle 200.000 persone. Circa 3 milioni di haitiani, più di un terzo della popolazione totale, avrebbero subito danni diretti dal terremoto e oltre un milione di persone potrebbero trovarsi senza una casa. Centinaia di migliaia di persone si sono accalcate nelle piazze, o in bidonville improvvisate, senza servizi igienici e raggiunte con difficoltà dai centri di emergenza predisposti per la distribuzione di acqua e viveri. Uno dei rischi più temuti è la diffusione di epidemie dovute alle precarie condizioni di igiene e alla contaminazione dell’acqua. Il terremoto ha colpito in modo particolare la capitale Port-au-Prince, distruggendo, o danneggiando gravemente, molti edifici governativi, il parlamento, la sede della missione delle Nazioni Unite in Haiti e gran parte degli edifici pubblici come ospedali, scuole, stazioni di polizia, dei pompieri ecc. Immediatamente sono partiti ingenti aiuti umanitari internazionali. Fin da subito, e in mezzo a molte polemiche, sono apparse evidenti le enormi difficoltà incontrate per gestire la prima fase dell’emergenza. Secondo le Nazioni Unite, il sisma che ha colpito Haiti, “è il peggior disastro che abbia dovuto affrontare l’Organizzazione in termini di logistica, dato il completo collasso del governo locale e delle infrastrutture”. Dopo le operazioni per la prima emergenza sarà necessario intervenire, con il sostegno della comunità internazionale e con il pieno coinvolgimento delle autorità locali, per avviare la fase di ricostruzione e di sviluppo. Deforestazione In una regione con un’estensione relativamente alta della zona boschiva e con un grado di sviluppo relativamente basso, le foreste sono molto vulnerabili. Come emerge dalla più recente analisi sulla situazione globale a riguardo, elaborato dalla FAO nel Report 2009, tra il 1990 e il 2005 la regione latinoamericana ha perso quasi 64 milioni di ettari, un 7% della complessiva superficie boschiva. Più di una terza parte della deforestazione mondiale è avvenuta in America Latina. Tutti i paesi dell’America del Sud, ad eccezione del Cile e dell’Uruguay, hanno avuto una perdita netta della superficie boschiva. Il Brasile, la Colombia e l’Ecuador sono tra i dieci paesi con la maggiore biodiversità e continuano a non proteggere adeguatamente il proprio patrimonio naturale. Migliore è la situazione nell’area caraibica dove si è avuto un aumento, seppur ridotto, della superficie boschiva, principalmente a Cuba. Il cambio d’uso dei terreni (per la crescente domanda di olio di palma, soia, cacao, caffè e carne bovina), il commercio internazionale di legname illegale e il cambiamento climatico sono le cause principali della deforestazione crescente in America Latina. Le prospettive, secondo la FAO, sono diverse per quello che riguarda le varie sub-aree della regione latinoamericana e caraibica. Nei Caraibi, dove la densità della popolazione è abbastanza elevata, la crescita dell'urbanizzazione porterà a un declino nell'agricoltura. Molti terreni lasciati incolti, quindi, saranno nuovamente inglobati nella foresta. In Sud America, invece, la previsione è che la pratica della deforestazione prosegua anche nel prossimo futuro. L'elevato costo del cibo e del petrolio continueranno a rendere vantaggioso convertire le aree forestali in piantagioni. La gestione sostenibile delle foreste resterà una sfida in molte regioni dove la proprietà stessa dei terreni rimane spesso indefinita. Nonostante l’attività di rimboschimento sia destinata ad aumentare, grazie ai continui investimenti e alla crescita della domanda mondiale di legno, non pare che sia sufficiente per fermare nel suo complesso la deforestazione dell’Amazzonia. 1.1.2.4. Tendenze politiche Elezioni In sintesi le elezioni presidenziali 2009 presentate in ordine cronologico: El Salvador Il Fronte Farabundo Martì per la Liberazione Nazionale (FLMN) sale al governo a distanza di più di vent’anni dall’ascesa al potere della ultraconservatrice Alleanza Repubblicana Nazionalista (ARENA) – considerata l’erede politica degli squadroni della morte attivi a cavallo del 1980 - e a quindici anni dagli accordi di pace che hanno posto fine alla sanguinosa guerra civile. Il candidato del Fronte (per la prima volta non un exguerrigliero) Mauricio Funes vince con il 51,3% al ballottaggio che lo opponeva al candidato di ARENA, Rodrigo Avila. Ecuador Viene riconfermato Presidente della Repubblica, con largo consenso, Raffael Correa, economista, cattolico di sinistra. Correa, candidato di Alianza Pais, è sostenuto anche dai movimenti indigeni organizzati nella CONAIE (Confederación de Nacionalidades Indígenas del Ecuador), importante realtà che ha avuto un ruolo decisivo nelle elezioni tenutesi nel paese andino negli ultimi anni. La vittoria elettorale di Correa segue di alcuni mesi un altro importante successo ottenuto dal Presidente in carica: l’istituzione di una nuova Costituzione progressista, dalla Alianza Pais fortemente sostenuta. Panama Nel piccolo paese centroamericano, da sempre legato alle vicende di carattere internazionale che hanno interessato l’omonimo canale artificiale, vince il magnate dei supermercati, di impostazione neoliberale, Ricardo Martinelli, candidato dell’alleanza Cambio Democratico. Ricardo Martinelli supera, ottenendo oltre il 60% dei consensi, la candidata della alleanza centrista sostenuta dal Partido Revolucionario Democratico Balbina Herrera. Quest’ultima, succeduta alla guida del partito all’ex Presidente uscente Martin Torrijos, si ferma al 37% dei voti. Honduras Le elezioni hondureñe di novembre giungono dopo mesi di forte conflittualità interna, seguiti al colpo di stato del 28 Giugno ai danni del Presidente in carica Manuel Zelaya. I militari deportano il Presidente dichiarandosi contrari, così come parte del partito di governo, il Partido Liberal de Honduras, all’ipotesi promossa da Zelaya di costituire una Assemblea Costituente per redigere una nuova Costituzione. Il Presidente del Parlamento, Roberto Micheletti, lo sostituisce e giura come Presidente della Repubblica. Le Nazioni Unite, in linea con le posizioni della OSA (Organizzazione degli Stati Americani) e della UE (Unione Europea), approvano una risoluzione che chiede il ritorno “immediato e senza condizioni” del Presidente Zelaya. Seguono proteste, agitazioni e scontri che si susseguono per vari mesi in tutto l’Honduras con un bilancio di centinaia di feriti e decine di morti. Il Governo presieduto da Micheletti, complice uno sfaldamento nella comunità internazionale, rimane in carica fino alle elezioni previste per il 29 Novembre, considerate illegittime dalle forze di opposizione che decidono di non presentarsi. Le elezioni, svoltesi a distanza di 5 mesi dal colpo di stato, vengono vinte, con un netto vantaggio sugli altri candidati, da Porfirio Lobo del Partido Nacional, principale forza della destra hondureña. Lo stesso Porfirio Lobo, importante esponente dell’imprenditoria agricola, era stato battuto di misura nelle precedenti elezioni del 2005 dal deposto Presidente Zelaya. Secondo il Tribunal Supremo Electoral la partecipazione alle urne è del 61% degli aventi diritto, cifra contestata dall’opposizione per la quale non supererebbe il 40%. Il Governo di Porfirio Lobo, riconosciuto solo da una parte, seppur significativa, della comunità internazionale (nel continente americano dagli USA, Colombia, Peru, Costa Rica e Panama), entrerà in carica il 27 Gennaio 2010. Uruguay In contemporanea con le elezioni hondureñe si svolgono le elezioni in Uruguay. In continuità con il Presidente uscente, l’ex sindaco di Montevideo Tabarè Vàzquez, ottiene la Presidenza della Repubblica Pepe Mujica candidato del Fronte Amplio, partito del centro-sinistra uruguayano al governo dal 2005. Il Fronte Amplio ottiene la maggioranza anche nelle due camere: Congreso e Senado. Pepe Mujica ottiene il 52% dei voti superando di 9 punti percentuali al ballottaggio il conservatore Alberto Lavalle, del Partito Nazionale. Ex guerrigliero Tupamaro, per 13 anni prigioniero nella dittatura dei militari degli anni Settanta e Ottanta, Mujica rappresenta la parte più a sinistra dell’eterogenea forza del Fronte Amplio mentre la parte più moderata, sarà rappresentata al Governo dal Vice Presidente Danilo Astori. Bolivia Le elezioni in Bolivia arrivano a poco meno di un anno di distanza dalla promulgazione della nuova Costituzione del gennaio 2009. La nuova Costituzione è stata approvata con il 64% dei voti a favore e, assieme all’approvazione del tetto di 5 mila ettari di estensione per i latifondi, permette di riprendere l’azione politica del governo del MAS frenata dai tentativi separatisti delle regioni orientali del paese e dall’impasse politica creatasi per l’indizione del referendum. La nuova Costituzione prevede la costruzione di uno Stato “unitario, sociale e di diritto plurinazionale” e riconosce la democrazia di tipo rappresentativa, diretta e comunitaria. Sostiene una maggiore azione di controllo dello Stato nell’economia nazionale e riconosce alle comunità indigene, nelle zone stabilite, i seguenti diritti: la proprietà esclusiva sulle proprie risorse forestali, il diritto all’autonomia e all’autogoverno indigeno, un sistema giudiziario autonomo e una quota minima di parlamentari di origine india. Nella Costituzione si prevede, inoltre, la possibilità di ottenere un secondo mandato per la carica di Presidente della Repubblica. Grazie a tale modifica Evo Morales, già vincitore delle elezioni del 2005, si ripresenta per le elezioni del 6 dicembre 2009. Morales ottiene, come previsto, un ampio successo raggiungendo il 64% dei voti mentre Reyes Villa, il principale avversario della coalizione conservatrice Convergencia, si ferma al 26%. La vittoria di Morales e del Mas (ottenuta anche in buona parte delle roccaforti della oposicion derechista delle regioni orientali), permetterà a Morales di dare continuità e approfondire il percorso intrapreso con il primo governo del 2005 e iniziato sulla spinta dei movimenti sociali nei primi anni del XXI secolo. Cile Il 17 Gennaio 2010 si svolge in Cile il ballottaggio per assegnare la carica di Presidente della Repubblica. Il candidato conservatore Sebastian Piñera ottiene il 51,6% dei voti contro il 48,4% dell’esponente del centrosinistra Eduardo Frei. La vittoria di Piñera permette alla destra di andare al governo per la prima volta dal ritorno della democrazia in Cile, ponendo fine alla fase di supremazia della Concertacion, basata sull’alleanza tra la democrazia cristiana e il partito socialista cileni. Sebbene la posizione del governo moderato della socialista Bachelet si sia mantenuto sempre particolarmente cauto nello stabilire legami politici con gli altri esecutivi della sinistra sudamericana, la vittoria della destra, nel Paese economicamente più sviluppato dell’America Latina, potrebbe aprire nuovi scenari geopolitici nella regione. Una visione d’insieme In linea generale prosegue la predominanza sperimentata negli ultimi anni dalle forze progressiste su quelle conservatrici. Tale movimento non è compatto né uniforme ma composito e variegato. Differenze esistono nella gestione economica, nella visione dei poteri dello Stato e nelle relazioni internazionali. Fra i tratti comuni risaltano l’impegno sociale, la crescita del ruolo dello Stato nell’economia, l’introduzioni di nuovi diritti per le popolazioni originarie e una forte personalizzazione della politica. Sebbene la maggior parte di queste amministrazioni rappresentino una rottura con il periodo neoliberale degli anni novanta, e su questo basino gran parte del sostegno popolare, alcune continuano ad aderire ai precetti liberisti seppure fortemente mitigati. Le larghe vittorie “indigeniste” di Correa in Ecuador e di Morales in Bolivia confermano come in questi Paesi lo strappo con il passato (dominio da sempre di forze conservatrici ed elitarie) non sia un fatto episodico e momentaneo ma l’inizio di un processo che non si esaurirà a breve e continuerà ad essere un riferimento per nuove e interessanti forme di democrazia. Se a Panama la vittoria della destra rappresenta una sostanziale continuità con il recente passato, la sconfitta, se confermata al secondo turno, della sinistra moderata in Cile potrebbe aprire un asse in controtendenza con le aspirazioni politiche del resto del subcontinente – definito da alcuni analisti il “fronte della sponda oceanica” che va dal Messico fino al Cile passando da Colombia e Perù – riavvicinando l’America Latina all’alleato storico: gli Stati Uniti. La crisi hondureña, infine, dove si sono incrociate problematiche strutturali interne con complesse relazioni internazionali, ripropone pratiche antidemocratiche scomparse dal panorama latinoamericano degli ultimi anni. Quello che ne emerge è la fragilità che caratterizza ancora oggi le istituzioni in alcuni paesi della regione e l’incapacità – o mancanza di volontà – della comunità internazionale di salvaguardare le fondamenta democratiche nell’area. Regionalismi Permangono difficoltà e perplessità sulla proposta nordamericana dell’ALCA (Area di Libero Commercio delle Americhe). Il progetto di un trattato di libero scambio dal Canada all’Argentina è stato lanciato da George Bush nel 1990, dopo una fase di accelerazione con l’amministrazione Clinton, è stato formalmente congelato, a seguito delle forti critiche di governi, movimenti e organizzazioni sindacali nel Summit di Mar del Plata del 2004. Gli Stati Uniti proseguono promuovendo l’adozione di trattati di libero scambio bilaterali, senza però affossare definitivamente, come emerso anche dal Summit di Trinitad e Tobago del 2009, la possibilità di inglobare, nel medio periodo, tutti i trattati di libero scambio all’interno di un unico accordo complessivo. In aperta contrapposizione al progetto dell’ALCA si situa l’accordo dell’ALBA, (Alternativa Bolivariana para los pueblos de nuestra America), sostenuto principalmente dal governo Venezuelano. Incentrato sullo sviluppo economico endogeno della regione latinoamericana si fonda sulla creazione di fondi compensatori, su di una forte attenzione al settore agricolo e sulla creazione di trattati regionali con trattamenti differenziati per Paese a seconda del grado di sviluppo. Nonostante la crescente visibilità dell’Accordo negli ultimi anni l’ALBA difficilmente potrà allargarsi a tutto il subcontinente, considerata la forte connotazione ideologica del progetto. Nel 2008 a Brasilia, c’è stata la firma del trattato costitutivo di UNASUR (Unione delle Nazioni Sudamericane), nato dalle ceneri della Comunità Sudamericana delle Nazioni, a sua volta nata dall’integrazione del Mercosur e della Comunità Andina nel 2004. Al progetto, che prende a modello l’integrazione dell’Unione Europea, partecipano tutti gli Stati dell’America del Sud. Cautamente il progetto di libero scambio dell’area sudamericana si sta rafforzando e, per molti analisti, ha concrete possibilità di riuscita sul medio periodo. Relazioni internazionali e prospettive per il 2010 Con l’avvio dell’amministrazione Obama, nel gennaio 2009, inizia un periodo di ridefinizione del ruolo degli Stati Uniti nella regione latinoamericana. Nonostante i recenti difficili rapporti tra l’amministrazione statunitense e molti dei governi latinoamericani, i dati economici evidenziano la presenza di un legame economico ancora molto forte tra le due regioni: il 50% delle esportazioni latinoamericane sono assorbite dagli USA, che riforniscono il subcontinente di quasi il 40% delle sue importazioni. Gli Stati Uniti hanno inoltre incrementato il numero di basi militari e operazioni militari congiunte in America Latina nel corso degli ultimi anni. L’Unione Europea è il principale attore per la cooperazione internazionale, il secondo investitore straniero e il secondo partner commerciale dopo gli Stati Uniti (il primo per quanto riguarda la zona del Mercosur). Secondo i dati dell’UE i flussi commerciali con l’America Latina sono più che raddoppiati negli ultimi quindici anni. Infine emerge il ruolo della Cina, con la quale gli scambi commerciali e le relazioni politiche hanno conosciuto un’esplosione esponenziale. Seppur ancora relativamente ridotte se confrontate con quelle statunitensi, negli ultimi dieci anni le importazioni dalla Cina sono più che quadruplicate mentre le esportazioni verso la Cina più che quintuplicate. Ugualmente significativi sono i molti finanziamenti diretti – stabiliti con accordi politici direttamente con il governo cinese - per l’ammodernamento delle infrastrutture nella regione. Nel complesso è riscontrabile negli ultimi anni una maggiore autonomia della regione sul piano internazionale. In particolare il ruolo del Brasile è andato progressivamente rafforzandosi, sia a livello continentale che mondiale. L’assunzione di una più marcata autonomia rispetto alle grandi potenze mondiali è frenata però dal persistere principalmente di due problemi: la dipendenza economica e tecnologica dai paesi industrializzati (che, per quanto affievolita, rimane forte) e un andamento economico ancora molto legato alla stabilità dei prezzi internazionali delle materie prime (estremamente variabili, come abbiamo visto nell’ultimo anno). Fonti principali CEPAL, Balance preliminar de las economias de America Latina y el Caribe, Nazioni Unite, 2009 CEPAL, Panorama social de America Latina, Nazioni Unite, 2009 CEPAL, La economia del cambio climatico en America Latina y el Caribe, Nazioni Unite 2009 CEPAL, El rostro de la pobreza en las ciudades de America Latina y el Caribe, Nazioni Unite 2009 FAO, Situacion de los bosques en el mundo, 2009 Gardini, Gian Luca, L’America Latina nel XXI secolo, Quality paperbacks, Carocci, Roma 2009 Giraudo, Laura, La questione indigena in America Latina, Quality paperbacks, Carocci, Roma 2009 Nazioni Unite, Objetivos de desarrollo del Milenio, Informe, 2009 OCDE, Informe Perspectivas Económicas de América Latina 2010, 2009 HYPERLINK "http://www.biblioteca.clacso.edu.ar"www.biblioteca.clacso.edu.ar HYPERLINK "http://www.cepal.org"www.cepal.org HYPERLINK "http://www.hrv.com"www.hrv.com HYPERLINK "http://www.ilo.org"www.ilo.org www.nuevamayoria.com HYPERLINK "http://www.ocde.org"www.ocde.org HYPERLINK "http://www.revistadesarrollohumano.org"www.revistadesarrollohumano.org HYPERLINK "http://www.survival.com"www.survival.com HYPERLINK "http://www.un.org"www.un.org HYPERLINK "http://www.undp.org"www.undp.org HYPERLINK "http://www.un-habitat.org"www.un-habitat.org www.worldbank.org 1.2 Le politiche delle Organizzazioni Internazionali 1.2.1 Il Millennium Development Goals e gli Istituti Internazionali Le Nazioni Unite, attraverso l’analisi degli impegni assunti con la Dichiarazione del Millennio nel settembre del 2000, individuano 5 principali sfide-obiettivi per il futuro del continente latinoamericano. Il primo impegno dei MDG (il dimezzamento della povertà estrema entro il 2015) esige un proseguimento della crescita sui livelli degli ultimi anni (comunque non inferiore al 3% per abitante) e una crescita maggiore (superiore al 4% annuo) per quei paesi la cui crescita è stata invece più lenta fino ad ora. La crescita non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi di sviluppo della regione ma occorre che sia affiancata da adeguate politiche sociali improntate all’equità Insieme alla riduzione della povertà e della fame come impegno urgente nel breve periodo, è necessario investire nel capitale umano attraverso programmi sociali come i trasferimenti di fondi condizionati per assicurare l’assistenza per il primo e il secondo ciclo scolastico per i programmi di alimentazione scolastica e di attenzione medica preventiva da rivolgere soprattutto alle donne in gravidanza e ai neonati. E’ indispensabile che i paesi raggiungano un nuovo “patto fiscale” che assicuri l’uso efficiente delle risorse dello Stato, la trasparenza nella loro utilizzazione, una chiara rendicontazione e una maggior disponibilità finanziaria per compiere nuove azioni sociali. E’ necessario inoltre un aumento dell’assistenza per lo sviluppo dei paesi più poveri della regione come la Bolivia, il Guatemala, la Guyana, Haiti, e il Nicaragua; E’ necessaria una conclusione positiva delle negoziazioni tra gli Stati che permettano l’accesso ai mercati dei paesi sviluppati, delle esportazioni latinoamericane (come degli altri paesi in via di sviluppo), in particolar modo dei prodotti agricoli. Da un recente studio della Comision Economica para America Latina y el Caribe (CEPAL) delle Nazioni Unite, emerge una significativa diminuzione della partecipazione dell’America Latina sul totale dei flussi degli Aiuti ufficiali allo sviluppo diretti verso i paesi poveri. Il 13,3% degli aiuti totali nel decennio 1980-1990, quelli diretti verso il continente latinoamericano, diventano il 12,9% nel decennio 1991-2001 e il 9,4% nel quadriennio 2002-2006. La Commisione, anche in seguito all’analisi di questi dati, sottolinea l’importanza di cogliere due importanti sfide per il futuro. Migliorare la capacità di utilizzo di meccanismi nuovi di finanziamento come quelli della cooperazione triangolare Sud-Sud e Nord-Sud e tentare di valorizzare le risorse delle rimesse degli emigrati che rappresentano il 30% del totale dei flussi finanziari netti in arrivo nel continente. Aiuti allo sviluppo dai paesi OCSE verso il continente latinoamericano: Aiuti allo sviluppo ricevuti per paese in valore assoluto (in dollari) e in percentuale Paese Colombia Nicaragua Honduras Haiti Bolivia Guatemala Peru Messico Ecuador Guyana Altri Totale in milioni di $ in percentuale 988 733 587 581 581 487 468 247 189 173 1876 6910 14 11 9 8 8 7 7 4 3 3 27 100 Aiuti allo sviluppo per paese donatore in valore assoluto (in dollari) e in percentuale. Paese Stati Uniti Europa Spagna Germania Giappone Canada Francia IDB Svezia Olanda Altri Totale in milioni di $ in percentuale 1955 826 784 447 432 370 305 216 187 168 1220 6910 28 12 11 6 6 5 4 3 3 2 18 100 Le politiche dell’Unione Europea Gli ambiti d’azione verso cui l’Unione Europea intende indirizzare e concentrare la programmazione del periodo 2007-2013 sono tre, definiti durante il Summit di Guadalajara del maggio 2004, il Summit di Vienna del maggio 2006 ed il Summit di Lima del maggio 2008. Promuovere la coesione sociale quale obiettivo comune e settore prioritario delle relazioni tra la Comunità e l'America latina, tramite la lotta contro la povertà, l'ineguaglianza e l'esclusione. Particolare attenzione, secondo la UE, va prestata alla protezione sociale e alle politiche fiscali; agli investimenti produttivi finalizzati a creare maggiore e migliore occupazione; alle politiche volte a combattere la discriminazione; alle politiche di contrasto al consumo e al traffico di droga; ai miglioramenti nei servizi sociali fondamentali, in particolare salute e istruzione. Il programma per l’attuazione della priorità numero 1 prevede: l’elaborazione di strategie e di politiche sociali, anche per quanto riguarda la componente fiscale; sostegno alla cooperazione intraregionale come promozione del dialogo tra i governi; sostegno alla partecipazione della società civile, in particolare dei popoli indigeni e degli afrodiscendenti emarginati; attenzione alle regioni più povere, alle zone svantaggiate e alle popolazioni più emarginate; rafforzamento delle sinergie positive tra la coesione sociale e la tutela dell’ambiente, mediante un miglioramento dell’integrazione dei progetti volti a ridurre la povertà e a migliorare la gestione delle risorse naturali sostenibili. All’interno di questo ambito l’Unione Europea individua un sottosettore per il controllo del traffico di droga, operante attraverso la cooperazione e la condivisione dell’intelligence e delle altre informazioni con le istituzioni giuridiche competenti nella regione, nonché tra le autorità dell’UE, dell’America Latina e dei Caraibi. incoraggiare una maggiore integrazione regionale, anche tramite il sostegno ai diversi processi di integrazione regionale e all'interconnessione delle infrastrutture di rete, assicurando al contempo la complementarietà con le attività sostenute dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e da altre istituzioni Il programma per l’attuazione della priorità numero 2 prevede: promuovere l’integrazione e l’intensificazione delle relazioni economiche nella regione latinoamericana, migliorandone al tempo stesso la rete di connessioni, favorendone lo sviluppo sostenibile; promuovere una migliore intesa e impostazioni comuni tra le due regioni, attraverso il dialogo sulle politiche e sugli strumenti nei settori interessati, a livello normativo e a livello economico; promuovere lo sviluppo delle infrastrutture e la creazione di un contesto sicuro per le attività economiche attraverso reti integrate, tenendo conto delle dimensioni sociali e ambientali. investimenti nelle risorse umane attraverso una programmazione destinata a migliorare l’insegnamento e l’istruzione a livello superiore, con la finalità di avvicinare il mondo accademico al mondo del lavoro. Tale programma avrà lo scopo di promuovere l’immagine dell’Europa in America Latina e di conferire la visibilità adeguata alle attività promosse. L’attuazione di questa terza priorità prevede: miglioramento delle capacità degli istituti d’istruzione superiore latinoamericani, anche a livello amministrativo; intensificazione del dialogo sui sistemi di istruzione superiore; favorire il riconoscimento reciproco tra istituti (soprattutto in ambito di insegnamento, formazione e diplomi) e favorire la mobilità degli insegnanti; promuovere il collegamento in rete degli istituti d’istruzione superiore, dei centri di ricerca e formazione e delle imprese. I principali Programmi per l’attuazione delle suddette priorità avviati dall’Unione Europea sono: per l’ambito della coesione sociale e territoriale EUROSOCIAL e URBAL (194 milioni di euro previsti per il periodo 2007-2013), per l’integrazione regionale AL-INVEST e @LIS (139 milioni di euro) e per l’istruzione superiore ALFA e ERASMUS MUNDUS (223 milioni di euro). EUROSOCIAL: è una iniziativa di cooperazione tecnica della Commissione Europea per promuovere la coesione sociale in America Latina attraverso lo scambio di esperienze tra le amministrazioni pubbliche responsabili della gestione della giustizia, dell’educazione, dell’occupazione, della fiscalità e della salute. Uno dei propositi di EUROsociAL è quello di costruire reti sostenibili di amministrazioni pubbliche europee e latinoamericane nei settori prioritari e attraverso le reti poter condividere esperienze positive e negative e poter trarre conoscenza da esse, pur con la consapevolezza di contesti culturali, politici ed istituzionali profondamente differenti. Lo strumento principale di lavoro è lo scambio di buone pratiche ed esperienze tra amministrazioni pubbliche europee e latinoamericane nei cinque settori prioritari. La Commissione Europea sta discutendo le linee strategiche pe la seconda fase di Eurosocial. URBAL: lanciato nel 1995, URBAL riunisce più di 680 collettività locali intorno a dei progetti che riguardano vari temi come la partecipazione, lo sviluppo ambientale e urbanistico, lo sviluppo economico, la società dell’informazione e il consolidamento della democrazia. Svolge un ruolo significativo per favorire lo scambio diretto di esperienze tra realtà dell’America Latina ed europee. Alcuni degli obiettivi: sviluppare le capacità di gestione delle collettività locali attraverso la formazione delle risorse umane,aumentare la partecipazione delle collettività locali nell’ambito internazionale; diffondere buone pratiche di sviluppo locale europee e latinoamericane rispettando le specificità locali, promuovere l’associazione tra collettività locali e rappresentanti della società civile; rafforzare le capacità di azione delle città e delle regioni nello sviluppo sociale, economico e culturale, incluso per la creazione di nuovi servizi pubblici. E’ partita nel dicembre 2008 la terza fase del Programma. AL-INVEST: è un programma di cooperazione economica i cui obiettivi sono l’appoggio alla internazionalizzazione della piccola e media impresa dell’America Latina, in collaborazione con i partner europei, al fine di contribuire alla coesione sociale della regione. @LIS: si propone di rafforzare la cooperazione tra Unione Europea e America Latina nell’ambito della società dell’informazione. Il Programma, creato dalla Commisione Europea nel dicembre del 2001, ha come obiettivo quello di rispondere alle necessità delle collettività locali, aumentando le capacità di interconnessione tra le collettività di ricerca delle due regioni, integrando l’America Latina nella Società Globale dell’Informazione. All’interno del Programma si sviluppano quattro settori tematici: la e-Education, la eInclusion, e-Governance e la e-Health. ALFA: partecipano 27 paesi dell’Unione Europea e 18 dell’America Latina (Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Peru, Uruguay e Venezuela). L’obiettivo del Programma è quello di sviluppare la cooperazione istituzionale e la formazione tecnico-scientifica tra Istituti di Educazione Superiore dell’Unione Europea e dell’America Latina. 1.2.2.1 Documenti strategici dell'Unione Europea per Sub-aree L'Unione Europea è inoltre fortemente interessata al percorso di rilancio degli organismi di cooperazione sovranazionali latinoamericani quali l’Organizzazione degli Stati Centroamericani, la Comunità Andina e il Mercosur. Il documento di strategia regionale per l'Organizzazione degli Stati Centroamericani 2007 -2013 Il Documento si occupa dei seguenti paesi: Costa Rica, Panama, Salvador, Honduras, Nicaragua e Guatemala. Tre le priorità per la Strategia Regionale dell’America centrale: Rafforzare il sistema istituzionale per l’integrazione regionale rendendo effettiva la capacità di tutte le parti coinvolte nel processo; Consolidare l’unione doganale e le relative politiche di armonizzazione, sostenendo lo sviluppo del commercio intra ed extra regionale, favorendo il libero movimento dei beni ed evitare barriere tecniche al commercio. Verrà fornito supporto per il processo di integrazione economica, tenendo in considerazione i risultati della valutazione unitaria in ambito di integrazione regionale in America Centrale ottenuta dal Gruppo di Lavoro congiunto costituito ad hoc. Rafforzare la sicurezza regionale è un obiettivo prioritario per i Paesi dell’America centrale e va perseguito fornendo supporto alla cooperazione tra le autorità nazionali, quali le forze di polizia e i sistemi giudiziari della regione. I programmi. I programmi associati a questa area focale potrebbero coinvolgere anche attività quali: il miglioramento della conoscenza reciproca tra i sistemi giuridici e legali degli Stati membri; operazioni congiunte di sorveglianza delle frontiere; sviluppo di un sistema regionale di informazione tariffaria riguardante i passaggi alle frontiere; progetti di cooperazione regionale tra polizia e autorità giudiziarie; scambi delle migliori pratiche per l’individuazione dei criminali e per la prevenzione e la lotta contro il traffico illegale; studi per rafforzare ulteriormente l’effettività del sistema legale a livello regionale. La coerenza verrà assicurata attraverso il supporto necessario fornito in ambito di sicurezza, good governance e politica sociale nel contesto delle strategie nazionali dei singoli Paesi. I finanziamenti previsti per il periodo 2007-2013 destinati all’area dell’America Centrale sono di 75 milioni di euro dei quali 20 destinati al rafforzamento del sistema istituzionale per l’integrazione regionale, 47 al consolidamento dell’unione doganale e alle relative politiche di armonizzazione e 8 al rafforzamento della sicurezza generale. Documento di strategia regionale per la comunità andina 2007-2013 L’organizzazione regionale delle Ande, detta Comunità Andina (CAN), è formata da Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù ed è una delle più antiche del continente latinoamericano. Tre le priorità per la regione andina: Integrazione economica e sociale, da sviluppare attraverso quattro obiettivi specifici: accrescere l’integrazione economica regionale attraverso una legislazione armonizzata (settori di beni e servizi, dogane, diritti di proprietà intellettuale ed industriale, ecc.); incidere sulla crescita del mercato interno e di quello con l’UE; promuovere la facilitazione dell’ingresso degli standard internazionali quali quelli del WCO (Organizzazione Mondiale delle Dogane); rendere la CAN più appetibile per gli investimenti diretti esteri; sostenere l’integrazione dell’economia CAN in quella mondiale Coesione economica e sociale: stimolare un ulteriore sviluppo della politica sociale della CAN , attraverso l’avvio di un approccio integrato alla coesione economica e sociale, ivi incluse la riduzione della povertà, il coinvolgimento sociale, la qualità e la creazione d’occupazione; incoraggiare i progetti di sviluppo territoriale; rafforzare le sinergie positive per la coesione sociale e la protezione ambientale, integrando la gestione sostenibile delle risorse naturali ai progetti finalizzati alla riduzione della povertà. 3) Lotta al traffico della droga stimolare un approccio integrato alle politiche anti-droga; fornire analisi e consulenza politica per assistere i governi nazionali nella lotta contro la droga. Il contributo finanziario complessivo per il periodo 2007-2013 è di 50 milioni di euro. Fino al 2010, momento di revisione intermedia dei progetti, verranno stanziati per le prime due priorità 13 milioni cadauna e 6,5 milioni per la terza. Documento di strategia regionale del MERCOSUR Al Mercosur partecipano, come membri a pieno titolo, Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. I settori d’intervento prioritario: Supporto all’istituzionalizzazione del Mercosur; attraverso il rafforzamento dell’efficacia e dell’efficienza delle istituzioni. Sostegno all’approfondimento del Mercosur e all’attuazione del futuro Accordo di Associazione UE – Mercosur; incoraggiando l’integrazione del mercato e della produzione del Mercosur; la sicurezza alimentare e la creazione di un’area fito-sanitaria del Mercosur e promuovendo la protezione ambientale attraverso lo sviluppo sostenibile della regione e la gestione sostenibile delle risorse sanitarie. Rafforzamento e promozione della partecipazione della società civile, della conoscenza del processo d’integrazione regionale e della mutua comprensione e visibilità. Attraverso, ad esempio, il rafforzamento del settore cinematografico e audiovisivo del Mercosur per promuovere l’identità regionale e la creazione di workshop, seminari e altre attività finalizzate a fornire personale esperto di assistenza per ogni questione riguardante l’integrazione regionale, trasmettendo l’esperienza in materia dell’Unione Europea. E’ previsto un finanziamento di 50 milioni di euro per il periodo 2007-2013. Country Strategy paper 2007-2013 Peru: Obiettivi della cooperazione della CE L’impegno della CE sarà rivolto laddove è stata acquisita una maggiore esperienza e capacità: nel sostegno allo stato di diritto e al rafforzamento della governabilità; nel sostegno allo sviluppo sociale integrale in regioni particolarmente svantaggiate e appoggiando il processo di decentramento in atto in Perù. Queste due priorità sono anche quelle del Governo peruviano. 1. Sostegno alla modernizzazione dello Stato e al rafforzamento di governabilità e inclusione sociale Sostenere il Governo nel suo sforzo di modernizzazione e di miglioramento della qualità e della dotazione di servizi pubblici Sostenere il Governo nel suo sforzo di consolidamento delle politiche statali Contribuire a far sì che l’Accordo Nazionale stabilisca Accordi di buona governabilità a livello regionale e a livello nazionale, garantendo e supervisionando il rispetto dei consensi ottenuti e delle politiche stabilite e già avviate Includere gli aspetti trasversali come il rispetto dei diritti dell’uomo, l’uguaglianza di genere, i diritti delle comunità indigene e dell’ambiente nel processo di pianificazione e di definizione delle politiche Per quanto riguarda nello specifico l’inclusione sociale: Contribuire al coordinamento delle istituzioni incaricate di concedere una carta di identità a tutti i cittadini peruviani Sviluppare interventi nel settore sanitario, con particolare attenzione alla salute materna, alla nutrizione infantile e all’educazione sanitaria. 2. Sostegno allo sviluppo sociale integrato in regioni particolari rafforzando la coesione sociale Contribuire alla riduzione della povertà e della povertà estrema e al miglioramento della coesione sociale nelle zone scelte Contribuire alla implementazione del processo di decentramento dal basso attraverso la capacitazione degli attori locali e il rafforzamento della loro interlocuzione con lo Stato. Nicaragua: Obiettivi generali della Strategia di risposta della CE: Aumento della coesione sociale concentrando l’azione sui settori del sostegno alla democrazia e alla governance e sostegno all’educazione e integrazione regionale. 1. Consolidamento delle democrazia e governance, in particolare accesso alla giustizia, trasparenza del sistema elettorale, proprietà della terra. Gli interventi devono supportare la modernizzazione delle istituzioni e creare una cultura della trasparenza. Inoltre il tema della proprietà della terra sarà affrontato sia attraverso il sostegno al sistema catastale e di registrazione dei titoli di proprietà, sia mediante una prospettiva più vasta che includa l’uso del territorio, tematiche ambientali, servizi sociali, pianificazione urbana, ecc. 2. Formazione del Capitale umano, in particolare miglioramento dell’educazione di base, focus sulla popolazione rurale e indigena, educazione professionalizzante, inserimento nei curricula scolastici dei temi correlati all’uguaglianza di genere, diritti umani, cittadinanza, tematiche regionali educazione ambientale. 3. Sviluppo economico e commercio In aggiunta all’investimento nel capitale umano, la coesione sociale significa anche la presenza di effettivi meccanismi di redistribuzione, per l’implementazione dei quali il Nicaragua necessita di supporto istituzionale per portare avanti le riforme necessarie. Inoltre, per contribuire alla crescita economica equa e sostenibile dovranno essere intraprese specifiche azioni volte a rafforzare il commercio e l’integrazione regionale. Tematiche trasversali: Sviluppo delle aree rurali, sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale. Guatemala: Obiettivi della cooperazione fra CE e Guatemala: - Sostenere il processo di riconciliazione nazionale stabilito con gli Accordi di Pace del 1996, contribuendo alla creazione e al rafforzamento delle condizioni politiche e socio economiche per la loro adeguata implementazione, concentrandosi sulla coesione sociale (riduzione della povertà, lotta alla disuguaglianza e all’esclusione), sulla governance e sui diritti umani. - Assicurare che non ci sia un passo indietro nei risultati finora raggiunti nel processo di trasformazione, democratizzazione e sviluppo del Paese e che le riforme essenziali costituiscano parte importante dell’agenda politica nazionale. - Sostenere l’integrazione del Guatemala nella regione e nell’economia mondiale e rafforzare i legami commerciali con la UE attraverso il consolidamento dell’integrazione regionale. Obiettivi generali della Strategia di risposta della CE: Raggiungere una maggiore coesione sociale e sicurezza cittadina attraverso strategie economiche e sociali integrate e un processo di integrazione regionale generato da condizioni più favorevoli allo sviluppo del commercio. A sostegno della strategia di risposta della UE alle sfide della Guatemala, l’assistenza si concentrerà sui seguenti settori di intervento: 1. Coesione sociale e sicurezza cittadina, migliorando le capacità locali rispetto a governance, democratizzazione, rispetto dei diritti umani, legalità, e accesso all’educazione e al mercato del lavoro. L’obiettivo sarà ridurre la disparità negli indicatori fra la media nazionale e quelle dei settori più marginali della popolazione, combattendo la discriminazione di genere. 2. Promuovere una democrazia rispettosa dei popoli indigeni e dei loro diritti in ambito economico, sociale e produttivo. 3. Ridurre la violenza sociale attraverso l’integrazione dei giovani nella società e il sostegno al settore giudiziario come requisito per la riduzione degli attuali indici di violenza e insicurezza. 4. Crescita economica e commercio: focalizzato sullo sviluppo economico soprattutto delle aree rurali e/o isolate, lotta alla povertà, alla denutrizione, alla marginalizzazione e alla disuguaglianza di genere. Il sostegno allo sviluppo economico completa gli obiettivi di tutela ambientale, comprendenti la gestione sostenibile e valorizzazione delle risorse, l’educazione ambientale di base ecc.). Tematiche trasversali: Promozione e rispetto dei diritti umani, parità di genere, democrazia, governance, diritti dell’infanzia e degli indigeni, sostenibilità ambientale, lotta all’HIV. Tutela del patrimonio culturale. Colombia Obiettivo fondamentale della Strategia dell’UE per la Colombia: Contribuire alla pace e alla stabilità senza perdere di vista il grande potenziale economico che comporta per la Regione Andina la Colombia pacificata. per ottenere un effetto a breve termine sul conflitto in Colombia: la UE apporterà assistenza alle vittime della violenza inclusi gli sfollati interni e i rifugiati in paesi frontalieri. Per ottenere un effetto a medio termine volto alla risoluzione del conflitto: la UE cercherà di promuovere la pace a livello locale e nazionale Per ottenere un effetto a lungo termine volto alla risoluzione del conflitto: la UE cercherà di promuovere lo sviluppo per tutti (politiche di coesione sociale e sviluppo economico e commerciale). Lo sviluppo per tutti include la tutela dell’ambiente e la conservazione della biodiversità, la lotta contro l’HIV, la promozione della cultura, dell’informazione, dello sviluppo tecnologico, della ricerca e dell’educazione. A sostegno della strategia di risposta della UE alle sfide della Colombia, l’assistenza si concentrerà sui seguenti settori di intervento: 1. Pace e stabilità, comprendente lo sviluppo alternativo: Obiettivo generale: Favorire in varie regioni della Colombia, grazie al sostegno alle istituzioni locali e alla difesa dei diritti umani e dei diritti fondamentali, uno sviluppo umano sostenibile, la riduzione delle attività illecite (produzione e traffico di droghe...), la creazione di spazi di convivenza cittadina, promovendo il dialogo per la pace e lo sviluppo socioeconomico sostenibile come mezzi per risolvere il conflitto. Obiettivi specifici: consolidazione delle azioni di pace, rafforzamento delle capacità istituzionali; sviluppo locale integrale e pluridimensionale, rafforzamento delle capacità istituzionali relative; sostegno ai processi di stabilizzazione socio-economica dei gruppi di popolazione, comunità e vittime del conflitto inclusi i rifugiati. Beneficiari: popolazione vulnerabile, sfollati, comunità, organizzazioni sociali e autorità locali, istituzioni e autorità nazionali. 2. Stato di diritto, giustizia e diritti umani: Obiettivo generale: Rafforzare lo Stato di Diritto attraverso un sistema giudiziario e di polizia più efficace, garantire i diritti umani, la governance e promuovere il dialogo sociale. Obiettivi specifici: rafforzare le capacità di risposta del sistema giudiziario e di polizia; migliorare la capacità dello stato di intensificare il dialogo con la popolazione sui temi dei diritti umani e di partecipazione cittadina; contribuire allo sviluppo del dialogo sociale. 3. Competitività e commercio: Obiettivo generale: Rafforzare la capacità del Paese di integrarsi in un’economia globalizzata Obiettivi specifici: aumentare la competitività e la capacità dei soggetti economici, sostenere la distribuzione dei prodotti fabbricati a livello locale nei mercati nazionali e internazionali, promuovere i prodotti provenienti dalle zone di sviluppo alternativo in cui si stabiliscano progetti produttivi per lottare contro le coltivazioni illegali. Argentina: Si considera necessario superare l’impostazione centrata sulle attività di cooperazione basate su misure palliative avviate nel periodo immediatamente successivo alla crisi, per indirizzare le attività verso la promozione di uno sviluppo economico di medio e lungo periodo e il rafforzamento della coesione sociale e l’opportunità di impiego. I programmi di cooperazione si centreranno quindi su 3 priorità: 1. Il rafforzamento del sistema di educazione e di formazione. I programmi finanziati si occuperanno dell’integrazione o della reintegrazione dei giovani nel percorso di educazione formale per rafforzare la loro capacità di inserimento lavorativo. 2. Il miglioramento della competitività economica del Paese, Il miglioramento della competitività è considerato intrinsecamente vincolato al rafforzamento del settore della piccola e media impresa. La cooperazione della CE promuoverà lo sviluppo di un ambiente imprenditoriale più propizio, così come sosterrà un miglioramento nella competitività, nella produzione e nella capacità di esportazione delle PMI argentine. Allo stesso tempo favorirà il consolidamento di un ambiente favorevole al commercio e agli investimenti. 3. Rafforzamento delle relazioni bilaterali e del rapporto tra la CE e l’Argentina. Il programma poggerà su due attività principali: l’appoggio al processo di dialogo politico nel settore chiave degli interessi comuni -segnalati dal Comitato Congiunto CE-Argentina del dicembre 2004 celebrato a Buenos Aires- e la intensificazione delle relazioni e dell’interscambio universitario tra la UE e l’Argentina attraverso l’istituzione di un sistema di borse di studio. Inoltre, quando possibile, si sosterrà l’integrazione di priorità trasversali come: l’uguaglianza di genere, i diritti umani e la protezione dell’ambiente naturale. Bolivia La futura strategia di cooperazione della CE con la Bolivia ha come obiettivo quello di appoggiare lo sforzo del Paese per ridurre la povertà e raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Le attività si dirigeranno al sostegno della coesione sociale (riduzione della povertà, delle disuguaglianze e dell’esclusione sociale) e dell’integrazione regionale. Le priorità strategiche di intervento: 1. Creazione di opportunità economiche sostenibili di lavoro dignitoso in imprese micro, piccole e di media dimensione (PYME) Gli interventi saranno diretti a stabilire un vincolo tra crescita della produttività e la competitività del settore della produzione. Altro aspetto importante è quello della formazione e orientamento professionale. L’obiettivo è contribuire a costruire un sistema di formazione e orientamento lavorativo integrato capace di rispondere alla domanda di lavoro attuale e futura. I programmi incorporeranno materie trasversali come l’utilizzo della territorio e le azioni dirette a ridurre le diseguaglianze dovute al genere e alla razza. 2. Sostegno alla lotta della Bolivia contro la produzione e il traffico illegale di droga attraverso lo sviluppo integrale e la razionalizzazione della produzione della coca attraverso un meccanismo di controllo sociale. La campagna promossa dal Governo mira ad “allineare” la produzione alla domanda legale della foglia di coca. Il risanamento legale riceverà l’appoggio speciale da parte della CE, inclusa la creazione di sistemi di informazione geografica satellitare e programmi di formazione per le organizzazioni dei coltivatori. 3. Gestione sostenibile delle risorse naturali, in particolare attraverso l’appoggio alla gestione integrata dei bacini fluviali internazionali. L’abbondante patrimonio naturale della Bolivia e della sua riconosciuta importante biodiversità si vede minacciata principalmente per la rapida deforestazione, per la contaminazione dell’acqua e il deterioramento della qualità del terreno che colpisce le popolazioni più povere. La Bolivia ha creato un quadro normativo ambientale moderno, tuttavia rimane praticamente inapplicato. Le attività della cooperazione della CE sosterranno gli sforzi del Governo boliviano per la capacitazione delle istituzioni di ricevere e applicare norme in favore di una gestione sostenibile delle risorse naturali. Ecuador La strategia di risposta della CE è centrata su due obiettivi: incrementare la quantità e la qualità della spesa sociale del Governo e sostenere la competitività e l’accesso al mercato delle piccole e medie imprese, le quali sono quelle che con maggiore probabilità possono creare nuova occupazione. Questi due settori coincidono con le priorità politiche del governo di Rafael Correa, eletto alla Presidenza dell’Ecuador nel novembre del 2006 Obiettivi della cooperazione CE 1. Contribuire all’aumento della spesa sociale dello Stato per migliorare l’accesso ai servizi sociali delle comunità marginali e svantaggiate. Le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari, dell’educazione e ad altri servizi sociali in Ecuador si riflettono nell’arretramento dello sviluppo economico del paese: disoccupazione, povertà, mancanza di fiducia nella governabilità e nelle istituzioni, mancanza di integrazione interculturale. Fino ad ora il settore ecuadoriano della sanità è stato quello che ha ricevuto la maggior parte dei contributi della CE (progetto Esmeralda e PASSE). Ciò potrà giustificare altri interventi nel settore dove i programmi europei hanno ormai acquisito una discreta esperienza. Vari elementi portano però a sostenere principalmente programmi di cooperazione rivolti al settore del’educazione. Come la maggior parte degli organismi internazionali, la CE considera l’educazione come un elemento fondamentale per lo sviluppo umano sostenibile e vincola la propria strategia al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Alcune attività potranno essere destinate a promuovere l’accesso all’educazione e ad altri servizi sociali come: interventi mirati nelle zone con un tasso maggiore di povertà e una forte concentrazione di gruppi svantaggiati (popolazioni indigene e afrodiscendenti), lavorando congiuntamente con le autorità locali e regionali. Si studieranno azioni specifiche per aumentare il tasso di scolarizzazione dei bambini lavoratori e combattere la tratta e lo sfruttamento sessuale dei bambini e degli adolescenti. 2. Creare prospettive economiche sostenibili e promuovere l’integrazione regionale sostenendo la micro, la piccola e la media imprenditorialità. Basandosi sulla struttura attuale del lavoro, l’obiettivo consiste essenzialmente nell’intervenire sugli aspetti produttivi, strutturali e istituzionali vincolati alla produttività, la competitività e l’accesso al mercato sia rurali che urbane creando impieghi dignitosi. 1.3 Le politiche del Ministero degli Affari Esteri Nel dicembre del 2008 il MAE approva il documento sulle Linee guida e gli indirizzi di programmazione per la cooperazione italiana allo sviluppo nel triennio 2009-2010. Per l’area dell’America Latina e Caraibi il MAE destinerà il 15% del totale dei fondi disponibili per le attività sul canale bilaterale in ciascuno degli anni del triennio. All’interno dell’Area dei paesi andini sono state individuate come zone prioritarie i paesi della Bolivia, dell’Ecuador e del Peru. La Bolivia, in quanto presenta gli indici più bassi tra i paesi dell’America meridionale, saranno rivolti interventi principalmente nel settore sanitario, agricolo, dell’ambiente e gestione del territorio e, trasversalmente, con programmi a favore dell’infanzia. In Ecuador e in Perù i settori nei quali il MAE intende operare nel prossimo triennio sono: sanità, agricoltura e sicurezza alimentare, ambiente e gestione del territorio, governance e società civile. Negli altri paesi della regione, in particolare in Colombia, si proseguiranno, eventualmente con interventi di consolidamento dei risultati raggiunti, i programmi in corso o per i quali vi sono impegni. Non verranno comunque avviate nuove iniziative. Città prioritaria: La Paz Per l’area dell’America Centrale e Caraibi verranno considerati paesi prioritari per la cooperazione italiana El Salvador e Guatemala e, come priorità numero due, Haiti. El Salvador sarà prioritario per la cooperazione italiana, anche alla luce del ruolo che il nostro paese svolgerà nel Sica (Sistema de la Integracion Centro- Americana), dove ha lo status di osservatore. I settori che verranno maggiormente presi in considerazione nel prossimo triennio saranno quelli dell’istruzione, della sanità e del sostegno alla società civile, anche relativamente ai minori. In Guatemala sarà avviata dal 2009 la realizzazione dei progetti di recente approvati, operando principalmente nel settore agricolo, della governance e dell’istruzione. Haiti: Visto il rinnovato impegno internazionale nel paese, la cooperazione italiana potrà contribuire a programmi di sicurezza alimentare. In Honduras e Repubblica Dominicana verranno conclusi – o eventualmente completati con il consolidamento dei risultati raggiunti – i programmi in corso o per i quali è stato assunto un impegno, senza nuove iniziative nel triennio. L’area dei Caraibi orientali, infine, è oggetto di una priorità settoriale, attraverso iniziative già in essere, in materia di ambiente e tutela del territorio nelle piccole isole, con particolare riferimento all’attenzione che gli Obiettivi del Millennio riservano ai bisogni dei paesi meno avanzati, di quelli privi di sbocco al mare e dei piccoli stati insulari in via di sviluppo. Città prioritaria: Città del Guatemala, Tegucigalpa Nel Cono Sur, in ragione degli indici di sviluppo raggiunti dalla regione e dei rilevanti volumi finanziari attivati in Argentina e Uruguay negli anni della crisi economica, la cooperazione italiana si limiterà al consolidamento delle iniziative avviate nei due paesi citati, soprattutto nel settore sanitario e di sostegno alla micro, piccola e media impresa, in particolare attraverso lo strumento della cooperazione decentrata. In Brasile, paese destinatario di importanti iniziative nel settore ambientale (protezione della foresta amazzonica, formazione nel settore dell’acqua e riqualificazione delle favelas), di volta in volta si valuterà la possibilità di finanziare – anche avvalendosi dell’apporto della cooperazione decentrata – progetti di dimensioni limitate, principalmente di capacity building e institutional building, destinati a consolidare i risultati ottenuti e a rafforzare le politiche pubbliche contro la povertà in ambito urbano e rurale. Nello svolgimento delle proprie azioni, la cooperazione italiana allo sviluppo, compresa quella rivolta ai paesi latinoamericani, assume i seguenti principi ispiratori: la promozione dei principi di “good governance”, esemplificati nel rispetto dei diritti umani, dello Stato di diritto e della trasparenza amministrativa; la coerenza tra le varie politiche connesse allo sviluppo, come l’apertura dei mercati a beneficio dei PVS, l’adozione di flussi pubblici di aiuto, la promozione degli investimenti diretti esteri e l’attenzione alla sostenibilità del debito dei PVS; il coordinamento tra soggetti donatori nazionali e multilaterali, con l’obiettivo di evitare scelte contraddittorie nell’allocazione delle risorse; la complementarietà tra le attività di sostegno sanitario, di educazione e di formazione delle risorse umane, di assistenza alimentare, di sviluppo rurale e delle piccole e medie imprese e delle infrastrutture, di tutela del patrimonio culturale; la collaborazione tra i vari soggetti attivi sul territorio italiano come le ONG (per una cooperazione orizzontale), gli Enti locali (per una cooperazione decentrata), le imprese (soprattutto le PMI), le università, con l’obiettivo di trasferire conoscenze nei PVS e capacità amministrative. 1.3.1 Cooperazione del MAE per paese Argentina Fino al 1993 l’Italia è stato il primo Paese donatore dell’Argentina. Successivamente il ridimensionamento degli stanziamenti complessivi per l’America Latina hanno determinato una graduale riduzione della cooperazione italiana in Argentina, legato anche all’incremento del livello di reddito del paese latinoamericano, che, con il progressivo aumento di reddito procapite, è stato dichiarato non eleggibile a beneficiare ulteriori crediti d’aiuto. Successivamente alla crisi dell’economia Argentina del 2001 sono stati tempestivamente riattivati, in gran parte, i diversi canali di cooperazione. Negli anni che vanno dal 2002 al 2006 le attività si sono indirizzate verso progetti orientati allo sviluppo produttivo; alla creazione di infrastrutture; al rafforzamento del sistema sanitario e delle politiche sociali; alla protezione dell’ambiente e alla formazione (attraverso la cooperazione inter-universitaria). Attualmente sono in corso iniziative per un valore superiore ai 150 milioni di euro. Va inoltre sottolineato il significativo apporto delle ONG italiane che hanno proceduto in particolare alla formazione dei piccoli produttori agricoli e di operatori sociali per l’assistenza a donne, giovani a rischio e anziani; alla promozione dell’artigianato aborigeno; alla creazione di reti intermunicipali; al miglioramento dell’accesso al mercato del lavoro e alla costituzione di micro-imprese e cooperative. I principali interventi del MAE in corso: Formazione e informazione Progetto di alta formazione per quadri e dirigenti dei paesi del Mercosur (Argentina, Uruguay, Brasile e Paraguay) Industria e artigianato Programma Integrato di cooperazione tecnica per lo sviluppo economico Programma a favore della piccola e media impresa italo-argentina e argentina attraverso il sostegno a progetti a elevato impatto sociale Multisettoriale Programma di riduzione della povertà e miglioramento delle condizioni di vita di madri e minori (attivo anche in Uruguay e Paraguay) Bolivia Le tipologie di intervento della cooperazione italiana in Bolivia, sia attraverso doni che crediti d’aiuto, sono attuate attraverso la cooperazione bilaterale, la cooperazione multilaterale (con progetti eseguiti da agenzie delle Nazioni Unite quali FAO, WFP, UNODC, UNICEF), progetti di ONG e aiuti di emergenza. I crediti d’aiuto riguardano principalmente l’ambito delle infrastrutture. La maggior parte delle ONG italiane sono presenti nei dipartimenti di Potosì, La paz, Cochabamba, Sucre e Tarija con interventi principalmente negli ambiti dello sviluppo rurale, della sanità dell’educazione e del turismo sostenibile. Nel giugno del 2002 è stato firmato l’accordo per la cancellazione del debito, per un ammontare di circa 68 milioni di dollari. I fondi liberati sono utilizzati dal Governo della Bolivia nei settori della sanità e dell’educazione. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: Sanità Il progetto di importante dell’area boliviana della cooperazione italiana è rivolto al sostegno e allo sviluppo socio-sanitario nel dipartimento di Potosì Minori Per la difesa dei minori, istituzionalizzazione dell’Istituto per la difesa dell’infanzia e dell’adolescenza della municipalità di El Alto Multisettoriale Assieme all’Unicef, un Programma sub regionale della regione andina per i servizi di base contro la povertà Brasile L’ineleggibilità del Brasile all’erogazione di crediti d’aiuto per l’elevato reddito pro-capite, ha limitato gli interventi italiani, storicamente molto numerosi. Tuttavia, la grande sperequazione di reddito all’interno del paese latinoamericano, inducono a sostenere anche per il futuro interventi specialmente nel campo della riduzione della povertà attraverso il sostegno alle politiche pubbliche mirate ad una più equa ripartizione della ricchezza nazionale. Oltre al tema della governance molte iniziative sono rivolte alla tutela dell’ambiente come condizione fondamentale per uno sviluppo sostenibile. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: Formazione e informazione Progetto di alta formazione per quadri dirigenti dei Paesi del Mercosur (Argentina, Uruguay, Brasile, Paraguay) Formazione di educatori sociali a Recife Multisettoriale Programma integrato di emergenza per la promozione dei servizi socio-sanitari per donne, adolescenti e bambini in condizioni di vulnerabilità Cile Con un pacchetto di oltre 150 miliardi di lire, l’Italia ha svolto fino ai primi anni novanta un ruolo molto importante nella cooperazione con il Cile. In base alle direttive dell’OCSE, il Cile non è più eleggibile a ricevere crediti d’aiuto, dato il significativo miglioramento economico del paese che registra un reddito procapite superiore ai 4000 dollari. I pochi interventi ancora in atto sono promossi da ONG o da istituzioni universitarie. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: Formazione e informazione Sviluppo di un centro di formazione ed assistenza di imprenditori della piccola e media impresa Colombia La cooperazione italiana in Colombia, iniziata nel 1971 e proseguita a ritmo sostenuto fino alla metà degli anni novanta, è andata progressivamente diminuendo sia a causa delle restrizioni degli stanziamenti a favore dell’America Latina sia a causa delle difficoltà di operare nelle zone di forte conflittualità tra la guerriglia e il governo. L’Italia ha partecipato nel luglio 2000 alla conferenza internazionale di Madrid per discutere delle prospettive del processo di pace adottato dal Governo colombiano sotto il nome di Plan Colombia che affronta i temi della pace, dello sviluppo umano e della lotta al narcotraffico. Tale piano resta estremamente controverso in ragione della sua componente militare che si teme possa portare ad una recrudescenza della conflittualità interna. L’Italia intende attivare progetti di sviluppo concordati con tutte le componenti interessate della società civile colombiana per sostenere, attraverso la partecipazione della gente, iniziative a sostegno della pace e a favore dei processi di democratizzazione nel Paese. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: Agricoltura e Pesca Coordinamento delle attività agricole e sviluppo delle colture orticole nei perimetri urbani a favore degli sfollati Minori Iniziativa a sostegno dei bambini e degli adolescenti ex-combattenti in Colombia Multisettoriale Assistenza vittime catastrofi naturali Costa Rica Le attività della cooperazione italiana con il Costa Rica sono rimaste a lungo bloccate a causa del contenzioso sorto tra i due Governi, determinato dal mancato rimborso di un credito d’aiuto. Il paese non è eleggibile a ricevere iniziative a dono dato l’elevato reddito procapite (8000 dollari). In precedenza, erano stati attivati numerosi progetti, il più importante dei quali avviato nel 1988 per un valore di circa 100 milioni di dollari. Attualmente la cooperazione italiana sostiene alcuni progetti soprattutto nei settori dello sviluppo agricolo e del risanamento ambientale, all’interno dei canali multilaterali. Cuba Attualmente la cooperazione italiana si sta dirigendo sempre più verso l’impegno per le politiche di decentramento e per lo sviluppo produttivo, mentre in passato aveva privilegiato interventi d’emergenza volti a mitigare le conseguenze di calamità naturali e a superare il deficit alimentare del paese. Nel 2003 l’Italia, seguendo la linea dell’Unione Europea, ha imposto nuove sanzioni a Cuba, interrompendo di fatto tutte le relazioni con il paese caraibico. DI conseguenza, l’iter di tutte le iniziative che non fossero già in corso di realizzazione è stato interrotto. Sono rimaste perciò attive solamente le azioni finanziate attraverso le Agenzie delle Nazioni Unite, Ong e Organismi Internazionali. Nel giugno di quest’anno, appena una settimana prima della stesura di questo testo, l’Unione Europea ha deciso di revocare le sanzioni diplomatiche Cuba. Ecuador La cooperazione italiana in Ecuador è rivolta principalmente ad iniziative per la riduzione della povertà come strumento per favorire l’attenuazione delle tensioni sociali e militari della regione andina e per combattere il narcotraffico. Nel 2003 è stato firmato un accordo che prevede la conversione delle rate legate al debito per un quinquennio. I fondi liberati vengono utilizzati per finanziare programmi di lotta alla povertà e di protezione dell’ambiente. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: Sanità Interventi nel settore sanitario conseguenti all’eruzione del vulcano Tungurahua Programma di cooperazione socio sanitaria a sostegno del Piano binazionale di pace Migliorare la qualità dei servizi di salute nella zona di frontiera della Provincia di Loja Ambiente Intervento per la salvaguardia ambientale e lo sviluppo sostenibile nell’arcipelago delle Galapagos El Salvador L’Italia ha investito quasi 100 milioni di dollari in programmi di cooperazione per El Salvador, diventando uno dei maggiori donatori del paese. La cooperazione italiana è impegnata principalmente nella promozione dello sviluppo umano e nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale, con interventi finalizzati a incoraggiare e sostenere gli sforzi per la riduzione della povertà e per l’effettivo godimento dei diritti umani e civili da parte di tutta la popolazione salvadoregna. L’intervento italiano si concentra soprattutto nel settore sociale; nell’appoggio alle politiche di decentramento e pianificazione partecipata dello sviluppo; nella sicurezza alimentare e nello sviluppo delle micro e piccole imprese. Le aree che hanno maggiormente beneficiato dell’intervento italiano sono i Dipartimenti di Morazan, Sonsonate e Ahuachapàn. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: Genere Empowerment economico e partecipazione delle donne nei sistemi di Governance e di sviluppo locale (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua) Winner: Women Into the New Network for Entrepreneurial Reinforcement – Latin America Network (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Uruguay) Minori Prevenzione ed eliminazione del lavoro minorile nelle discariche di El Salvador, Guatemala e Honduras Programma di lotta contro l’abuso, lo sfruttamento ed il traffico dei bambini ed adolescenti in America Centrale (El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua) Multisettoriale Prevenzione ed eliminazione del lavoro minorile nelle discariche di El Salvador, Guatemala e Honduras Guatemala Le attività della cooperazione italiana in Guatemala sono rivolte principalmente alla lotta alla povertà e al sostegno delle fasce più povere della popolazione. I principali settori di intervento della nostra cooperazione in questi ultimi anni sono stati l’agricoltura, la sanità e la formazione professionale. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: Genere Winner: Women Into the New Network for Entrepreneurial Reinforcement – Latin America Network (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Uruguay) Empowerment economico e partecipazione delle donne nei sistemi di Governance e di sviluppo locale (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua) Minori Programma di lotta contro l’abuso, lo sfruttamento ed il traffico dei bambini ed adolescenti in America Centrale (El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua) Guyana Rispondendo alle sollecitazioni della Banca Mondiale e del Fondo Monetario nel 1998 è stato deciso un intervento per riequilibrare la bilancia dei pagamenti del Paese con un finanziamento di due milioni di dollari tramite un contributo volontario all’FMI e con un Commodity Aid a dono di quattro milioni di dollari. Quest’ultimo, a causa della riduzione delle risorse finanziarie, è stato trasformato in credito d’aiuto. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: Multisettoriale Riabilitazione, manutenzione e costruzione delle opere di drenaggio e irrigazione nelle zone dei fiumi Mahaica, Mahaicony e Abary Haiti Le iniziative della cooperazione italiana verso Haiti sono rivolte principalmente all’emergenze seguite a catastrofi naturali. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: Sanità Sostegno al sistema sanitario in seguito alle alluvioni che hanno colpito il paese Honduras Interventi volti in particolare alla realizzazione di grandi opere infrastrutturali, a partire dal 1988, finanziate con lo strumento del credito d’aiuto, nel settore dell’energia e dell’approvvigionamento idrico. Inoltre, la cooperazione italiana, si è indirizzata verso la promozione delle politiche di sviluppo umano, di lotta alla povertà e all’esclusione sociale, nel quadro degli accordi regionali di pace. L’Honduras fa parte dei paesi destinatari dell’iniziativa HIPC (Heavily Indebted Poor Countries) che prevede la cancellazione del debito estero dei paesi più poveri. L’Accordo, firmato nel 2005, prevede la cancellazione del debito per un valore superiore ai 50 milioni di dollari. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: Sanità Programma a credito di aiuto per la fornitura di equipaggiamenti e attrezzature per il nuovo ospedale pediatrico di Tegucigalpa Genere Winner: Women Into the New Network for Entrepreneurial Reinforcement – Latin America Network (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Uruguay) Empowerment economico e partecipazione delle donne nei sistemi di Governance e di sviluppo locale (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua) Minori Programma di lotta contro l’abuso, lo sfruttamento ed il traffico dei bambini ed adolescenti in America Centrale (El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua) Prevenzione ed eliminazione del lavoro minorile nelle discariche di El Salvador, Guatemala e Honduras Nicaragua Il Nicaragua, in virtù di una situazione economica assai precaria, è uno tra i principali destinatari della cooperazione italiana. L’impegno è rivolto principalmente a sostenere le politiche per la riduzione della povertà, soprattutto nelle aree rurali più isolate, e al rafforzamento dei diritti umani e civili della popolazione nicaraguense. Il Governo italiano ha inoltre cancellato la totalità del debito del Nicaragua, sia per quanto riguarda i crediti d’aiuto che quelli commerciali. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: Genere Winner: Women Into the New Network for Entrepreneurial Reinforcement – Latin America Network (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Uruguay) Minori Empowerment economico e partecipazione delle donne nei sistemi di Governance e di sviluppo locale (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua) Programma di lotta contro l’abuso, lo sfruttamento ed il traffico dei bambini ed adolescenti in America Centrale (El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua) Paraguay Gli interventi della cooperazione italiana riguardano prevalentemente i programmi promossi dalle ONG o dalle Organizzazioni Internazionali. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: Formazione e informazione Progetto di alta formazione per quadri dirigenti dei Paesi del Mercosur (Argentina, Uruguay, Brasile, Paraguay) Genere Winner: Women Into the New Network for Entrepreneurial Reinforcement – Latin America Network (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Uruguay) Multisettoriale Riduzione della povertà e miglioramento delle condizioni di vita di madri e minori (Argentina, Uruguay, Paraguay) Perù Tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta, il Peru ha beneficiato di un ingente volume di aiuti da parte della cooperazione italiana, pari a circa 250 milioni di euro, tra doni e crediti d’aiuto. Negli anni successivi, le risorse dirette al Peru sono sensibilmente diminuite. Con gli Accordi del 2001 (il Peru è il primo paese ad aver firmato l’accordo di conversione del debito) è stata decisa la conversione della parte del debito estero del Peru con l’Italia in programmi di sviluppo e lotta alla povertà. Per gestire i programmi allo sviluppo, gestiti dalla cooperazione italiana, derivanti dalla conversione del debito, è stato creato un apposito Fondo Italo-Peruviano. Tra il 2002 e il 2004 il Fondo ha promosso 141 progetti per un ammontare complessivo di quasi 90 milioni di dollari. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: Sanità Programma di cooperazione socio sanitaria a sostegno del Piano binazionale di pace Migliorare la qualità dei servizi di salute nella zona di frontiera della Provincia di Loja Governo e società Progetto di riparazione a favore delle vittime della violenza politica per sviluppare la democrazia nella provincia di Quanta, dipartimento di Ayachuco Commercio e turismo Opportunità turistiche nel corridoio andino Huamachuco-Yanasara nella regione La Libertad Piccoli paesi caraibici Antigua e Barbuda, Barbados, Belize, Dominica, Giamaica, Grenada, Guyana, Monserrat, St.a Lucia, St. Kittis and Nevis, St. Vincent and Grenadines, Suriname, Trinidad e Tobago. Tali paesi presentano un livello procapito mediamente più elvato rispetto al resto dell’America Centrale. Per tale motivo le attività della cooperazione italiana sono quasi esclusivamente multilaterali, sia sul canale dell’emergenza che su quello ordinario Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: Sanità Programma regionale dell’UNICEF per il miglioramento della formazione scolastica di base e della salute degli adolescenti HYPERLINK "http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziative/ SchedaIniziativa.asp?id_paese=43&id_temi=4" Governo e Società Sostegno alla ”Connectivity Agenda” del CARICOM Repubblica Dominicana Negli ultimi anni la cooperazione italiana si è diretta principalmente verso l’ambito della protezione dell’infanzia e dell’adolescenza a rischio. In precedenza l’impegno, che in parte prosegue tuttora, era rivolto in particolare verso il sostegno allo sviluppo di infrastrutture orientate al settore agricolo e a quello sociale. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: HYPERLINK "http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziative/ SchedaIniziativa.asp?id_paese=44&id_temi=11" Agricoltura e Pesca Appoggio alla Federazione di Cooperative risicole ”El Pozo” ed all’ampliamento della sua base associativa Rete regionale per il sostegno all’impresa caffeicola familiare Uruguay La cooperazione in Uruguay dell’Italia, attualmente tra i maggiori donatori internazionali, si rivolge essenzialmente alle iniziative a elevato impatto sociale favorendo i programmi volti al recupero dell’occupazione e al consolidamento di una rete di piccole e medie imprese. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE. HYPERLINK "http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziative/ SchedaIniziativa.asp?id_paese=45&id_temi=1" Formazione e Informazione Progetto di alta formazione per quadri dirigenti dei Paesi del Mercosur (Argentina, Uruguay, Brasile, Paraguay) HYPERLINK "http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziative/ SchedaIniziativa.asp?id_paese=45&id_temi=2" Sanità Sostegno alla spesa sociale pubblica, aiuto al sistema sanitario HYPERLINK "http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziative/ SchedaIniziativa.asp?id_paese=45&id_temi=14" Genere Winner: Women Into the New Network for Entrepreneurial Reinforcement – Latin America Network (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Uruguay) HYPERLINK "http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziative/ SchedaIniziativa.asp?id_paese=45&id_temi=18" Multisettoriale Riduzione della povertà e miglioramento delle condizioni di vita di madri e minori (Argentina, Uruguay, Paraguay) Venezuela Il Venezuela sta progressivamente alzando il proprio reddito pro-capite. Anche per questo motivo le attività di cooperazione italiane si stanno fortemente ridimensionando. Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE: HYPERLINK "http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziative/ SchedaIniziativa.asp?id_paese=46&id_temi=18" Multisettoriale Forniture di apparecchiature e impianti per la nuova sede dell’Università Simon Bolivar di Caracas 1.4 Cooperazione decentrata All’interno del sistema di cooperazione italiana ha assunto progressivamente maggior rilevanza la cooperazione decentrata, definita come l’azione di cooperazione allo sviluppo realizzata dalle autonomie locali in un rapporto di partenariato con istituzioni omologhe dei PVS. In Italia, sul piano normativo, la politica di aiuto allo sviluppo è fondata sulla legge 49/1987, dove viene ufficialmente riconosciuta una funzione propositiva e attuativa alle autonomie locali nell’azione di cooperazione allo sviluppo governativa. Nel 2000 il MAE decide di promulgare le cosiddette “Linee di indirizzo e modalità attuative”, dalle quali emerge la possibilità per le Regioni, nell’ambito della cooperazione allo sviluppo, di favorire la partecipazione di tutte le realtà istituzionali e della società civile presenti nel territorio, creando sinergie fondamentali per il trasferimento e il pieno sfruttamento delle capacità e delle professionalità esistenti in materia. Sebbene anche per la cooperazione decentrata italiana, come per gli Organismi Internazionali, la UE e il MAE, l’America Latina non rappresenti un’area geografica d’intervento prioritaria, vi sono alcune considerazioni che possono portare a ritenere le Regioni soggetti particolarmente importanti per l’attività di cooperazione nel continente: La prima è riconducibile alla forte presenza di comunità italiane nell’area latinoamericana che mantengono un legame molto forte con il territorio della regione di provenienza (per quanto riguarda la Toscana, l’America Latina rappresenta l’area geografica dove si concentra il maggior numero di Associazioni di Toscani all’estero con una sfera di influenza che l’ultimo censimento del Mae ha valutato intorno alle 40.000 unità). L’associazionismo italiano all’estero, dal quale non si discosta quello toscano, sta vivendo da almeno un decennio a questa parte una fase di mutazione dovuta in buona parte al blocco del flusso migratorio e al conseguente aumento medio dell’età dei migranti di prima e seconda generazione. Tale fenomeno, in costante crescita, sta determinando un riposizionamento dell’associazionismo, in particolare quello di terza e quarta generazione, che risulta essere più legato e sensibile alle questioni di carattere economico-socialeambientale del Paese di residenza con riferimento alle fasce sociali più svantaggiate. Di conseguenza il “riposizionamento” -ancora in corso- può essere una grande opportunità per la stessa cooperazione decentrata in quanto si verrebbero a coniugare da una parte la capacità finanziaria, di elaborazione e di gestione possedute dalle ONG e degli Enti Locali della Toscana, dall’altra la buona conoscenza dei problemi del territorio, il radicamento nelle società locali e in generale il buon rapporto con le autorità e le amministrazioni locali, delle Associazioni dei toscani all’estero. La seconda risiede nel fatto che, considerata l’internazionalizzazione delle Regioni uno degli scopi principali della cooperazione decentrata italiana, è un obiettivo più facile da perseguire in territori a medio (anziché a basso) reddito, categoria questa a cui appartengono buona parte dei paesi latinoamericani. La terza ragione è l’attenzione che una larga parte della società civile italiana presta ai movimenti di liberazione e di resistenza dei popoli latinoamericani. Anche molte amministrazioni rispondendo positivamente agli stimoli provenienti dalla società civile dei loro territori, hanno seguito il percorso dei Forum Sociali e degli incontri di Porto Alegre, creando numerosi partenariati con autonomie latinoamericane impegnate in percorsi di democrazia partecipativa. La quarta considerazione riguarda il consistente aumento dei flussi migratori dal continente diretti verso l’Europa e l’Italia. Il rapporto immigrazione-cooperazione si esplicita nell’adozione da parte della cooperazione decentrata del concetto di co-sviluppo, con il quale si riconosce ai migranti il ruolo di attori dello sviluppo sia nel paese di destinazione che in quelli di origine. In Toscana sono particolarmente numerose soprattutto la comunità proveniente dai paesi andini. 1.4.1 Cooperazione Regione Toscana Con il Documento di attuazione per l’anno 2009 del Piano regionale della cooperazione internazionale e delle attività di partenariato 2007-2010 (Legge 17/99) vengono ripuntualizzati gli obiettivi generali della cooperazione internazionale della Regione Toscana. Il documento si propone di fornire indirizzi per il riorientamento della programmazione per l’anno 2009 e per il miglioramento della qualità dei processi di cooperazione del sistema toscano innalzando la qualità della progettazione, attraverso una valutazione degli interventi 2005-2009 e introducendo nuove procedure per la realizzazione dei Progetti dei Tavoli di area geografica e dei Progetti di interesse regionale. In particolare, per la macroarea latinoamericana, vengono così indirizzate le attività all’interno delle tre grandi macroaree: Mercosur, Area andina, Centro America e Caraibi: Nella zona del Mercosur, l’impegno è rivolto a consolidare le esperienze di cooperazione decentrata, promuovendo esperienze innovative nel settore dello sviluppo economico locale; Nelle zone dell’Area andina e del Centro America e Caraibi, l’obiettivo è quello di sviluppare e consolidare le attività a sostegno delle politiche integrate di riduzione della povertà, di inclusione sociale e di lotta contro le ineguaglianze e l’emarginazione sociale, a partire dai gruppi etnici minoritari, con particolare attenzione alle donne e ai minori, di accesso ai servizi sanitari di base (acqua, salute), all’istruzione e alla formazione professionale, di sovranità e sicurezza alimentare; per favorire processi di riconciliazione, riduzione degli squilibri territoriali, valorizzazione delle risorse locali. In tutta l’area latinoamericana le iniziative dovranno essere integrate da azioni di costruzione della governance multilivello, al fine di sostenere i processi di decentramento amministrativo e le capacità di gestione delle politiche a livello territoriale, favorendo la nascita e il rafforzamento di reti di enti locali e i progetti transfrontalieri. Verrà infine sostenuto lo sviluppo di Progetti paese e Progetti di area regionale. Tabella riassuntiva priorità Ministero degli Esteri e Regione Toscana nella macroarea latinoamericana. AREA PRIORITA’ PRIORITA’ PROGRAMMA PROGRAMMA PROGRAMMA GEOGRAFICH GEOGRAFICH ZIONE 2009 : ZIONE 2009: ZIONE E R.T. 2008 E MAE 2009 ALLINEAMENT ALLINEAMENT 2009:ALTRE O PRIORITA’ O PRIORITA’ PRIORITA' R.T R.T.- MAE R.T.- MAE (complementari 2009 (sussidiarietà) età) AMERICA America del LATINA Nord: Messico, Cono Sud: Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Area Andina: Bolivia Colombia, Ecuador, Perù, Centro America: Guatemala, Nicaragua, Caraibi: Cuba, Repubblica Dominicana 1° Priorità Area Andina BOLIVIA, ECUADOR, PERU', Centro America: EL SALVADOR, GUATEMALA 2° Priorità Haiti Guatemala, Brasile,Argenti Nicaragua,Rep Perù na,Cile ubblica Dominicana, Colombia 1.4.1.1 La cooperazione Toscana in America Latina: 2001- 2006 Nonostante l’America Latina non sia stata identificata dalla Regione Toscana come una zona prioritaria d’intervento, rimane uno dei destinatari privilegiati dei progetti di cooperazione degli attori toscani. Per questo motivo anche l’azione della Regione Toscana si è andata evolvendo, registrando una crescita sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo dei progetti. Gli obiettivi del Piano regionale della cooperazione internazionale della Toscana, per il periodo 2001-2005, erano finalizzati alla creazione di un sistema regionale fondato sull’azione di reti di attori locali, capace di integrare tutti i soggetti operanti nella cooperazione, partendo dalle loro competenze e conoscenze, sostenuto dal supporto di adeguati strumenti per il suo sviluppo. Il Piano, inoltre, poneva in rilievo il ruolo che avrebbero svolto gli Enti locali, per la loro capacità di mobilitare le risorse presenti nel territorio, e l’importanza dell’agire in partenariato. Attraverso la promozione del partenariato si è inteso sviluppare una nuova relazione di reciprocità e corresponsabilità, maggiormente aperta all’interdipendenza tra le diverse sfere delle relazioni internazionali (culturale, sociale, ambientale, economica, politica), rispondendo alla necessità di trovare un approccio più coerente e complesso ai temi dello sviluppo. Un elemento cardine della strategia del piano è stato poi rappresentato dalla previsione di un lavoro organizzato per aree geografiche, riprendendo le modalità organizzative delle grandi organizzazioni internazionali, europee e nazionali. Oltre alla realtà dei Tavoli di coordinamento regionali, esistono altre esperienze di cooperazione decentrata presenti sul territorio e appoggiate dalla Regione Toscana, alla quale hanno aderito numerose realtà della società civile che, attraverso la firma di protocolli di intesa con i territori destinatari, hanno appoggiato processi e iniziative, scambi di esperienze e processi di decentramento. Numerosi Enti locali, inoltre, si sono dimostrati attenti alle pratiche di democrazia partecipativa sperimentate da molte autonomie locali latinoamericane, così come agli incontri dei Forum Sociali Mondiali tenuti a Porto Alegre, ne è conseguita la nascita di numerosi gemellaggi e collaborazioni, come quella tra il Comune di Firenze e la città di Porto Alegre e quella tra la Regione Toscana e lo Stato del Rio Grande do Sul. Tra le tante esperienze nell’area attivate in questi anni vale la pena menzionare: il programma PDHL/Cuba con i Comitati Locali toscani, il programma di cooperazione tra la Toscana e il Dipartimento di Leon in Nicaragua, il programma Habana-Ecopolis promosso da ONG, associazioni e Università, il programma di cooperazione tra il territorio aretino e quello della Provincia di Salcedo nella Repubblica Dominicana e la rete di solidarietà di vari Enti locali e associazioni con i municipi autonomi del Chiapas. Attualmente la Regione Toscana è impegnata su alcuni progetti che hanno concluso il loro primo ciclo di attuazione, e che, in gran parte, sono in fase di presentazione per il finanziamento di secondi cicli: In Argentina il Progetto FOSEL - Formazione per lo Sviluppo Economico Locale- (del quale una parte sarà gestita direttamente dal MAE) ha come obiettivo la promozione di processi di sviluppo socio-economico locale stabile ed equo nelle Province di Buenos Aires, Santa fè, Cordoba e Mendoza. Il progetto è stato approvato dal Comitato Direzionale della DGCS del MAE, è in corso di definizione la convenzione tra la Regione capofila, Friuli Venezia Giulia, ed il MAE. In Brasile il Progetto “Percorso di collaborazione per l'implementazione di politiche di sviluppo locale integrato tra le Regioni Emilia Romagna, Marche, Toscana, Umbria ed il Governo Federale del Brasile” ha l’intento di promuovere lo sviluppo locale di alcuni territori. Il progetto è stato approvato dal Comitato Direzionale della DGCS del MAE, è in corso di definizione la convenzione tra la Regione capofila, Umbria, ed il MAE, si prevede che in autunno comincino le attività di progetto. In Guatemala il Progetto di ricerca “Politiche di riconciliazione in Guatemala tra passato e futuro” si propone di analizzare il processo di riconciliazione in atto nel paese al fine di formulare raccomandazioni tese ad individuare nuovi strumenti al sostegno di tale processo. Lo studio, che ha come soggetto attuatore la Scuola Superiore di Sant’Anna e la Segreteria della Pace del Governo del Guatemala, è stato presentato in un seminario internazionale a Città del Guatemala nell’aprile 2009. Sempre in Guatemala si è concluso il progetto Umaya che sostiene la costituzione dell’Università Maya, nel quadro di un percorso più ampio della Regione Toscana per la valorizzazione delle culture indigene nel territorio latinoamericano, le attività di progetto hanno facilitato la formulazione dei documenti necessari al riconoscimento dell’Università Maya, ed è in via di presentazione, al Parlamento Guatemalteco, una proposta di legge per la partecipazione dello Stato alla Fondazione Umaya e quindi al sostegno all’iniziativa anche dal punto di vista finanziario della stessa Università. Inoltre, sulla base della esperienza maturata in questi anni è in presentazione, per il cofinanziamento, al MAE un progetto di sostegno ai municipi del Dipartimento di Sololà sul tema della sperimentazione di un nuovo modello di sviluppo integrato, materiale ed immateriale, a partire dai saperi maya e con tecnologie appropriate e sostenibili, con capofila il consorzio di ONG UCODEP e Mani Tese. In collaborazione con IILA (Istituto Italo Latino Americano) e Cespi (Centro Studi Politica Internazionale), nell’ambito del progetto:Progetto Fronteras Abiertas si sono sviluppate collaborazioni con gli enti locali:di due frontiere: Ecuador/Perù: con il Progetto Turismo Rurale nella zona di frontiera, in collaborazione con la Regione Piemonte e Perù/Bolivia/ Cile: Aymara sin Fronteras, in collaboazione con la Provincia Autonoma di Bolzano. L’assistenza tecnica della RegioneToscana si è concretizzata in stage di formazione in Italia dei funzionari dei governi subnazionali, ed in una missione di un tecnico per verificare la fattibilità di un progetto di sviluppo di un parco soprannazionale nel territorio del popolo Aymara che vive nella zona di frontiera. Il progetto intende sviluppare anche in America Latina le metodologie dei programmi transfrontalieri dell’Unione Europea. L’esperienza ha portato alla formulazione di un progetto sulla linea di cofinanziamento Attori statali e non statali della U.E., il progetto ha superato la prima fase di selezione ed è attualmente alla valutazione per il definitivo finaziamento. Per la Regione Toscana è partner il Settore Turismo della DG Sviluppo Economico. Progetti a valere su programmi europei: La Regione Toscana ha partecipato a due importanti Programmi Europei dedicati all’America Latina: URBAL e Eurosocial. URBAL Rete tematica di n. 4 coordinato dalla città di Madrid (España) - -”La ciudad como promotora de desarrollo económico”: - Progetto di tipo A: R4-P3-02 "Plan de Formación y Reciclaje de Técnicos de Desarrollo Local al Servicio del Mundo Empresarial". Coordinatore: Comune di Santa Cruz di Tenerife (Spagna); soci: Regione Toscana, Cámara Municipal Oliveira (Portugal) - Quito (Ecuador) - Gobierno Municipal de San Javier, de San Ignacio de Velasco, de Concepcion, Mancomunidad de Municipios Metropolitanos de Santa Cruz (Cotoca, el Torno, la Guardia, Porongo, Santa Cruz de la Sierra, Warnes) (Bolivia); Socios externos Consorcio Tranfrontaliero Bidasoa (España), PNUD Ecuador, CEPAD (Centro por la participación y el desarrollo sostenible) (Bolivia), Comité Interdistrectual de Desarollo de la Valle del Cusco (Bolivia.) URBAL Rete tematica n. 5° coordinato dalla città di Montevideo (Uruguay) - Politiche sociali urbane : - Progetto di tipo A: R5-P2-01 - "Empleo y ciudadanía activa de las mujeres”. Coordinatore: Prefettura di Sao Paulo ( Brasil); soci Regione Toscana - Vigo (España); Rosario (Argentina), Montevideo (Uruguay)soci esterni: REPEM (Rete di educazione popolare per le donne) Montevideo (Uruguay). URBAL Rete tematica di n. 6 coordinata dalla città di Málaga ( España) "Medio ambiente urbano”: - Progetto di tipo A: R6-A7-03 - "Mejorar el impacto de la gestión de los desechos sólidos y urbanos en términos de reducción de los gastos socioeconómicos y de respeto por el medioambiente”. Coordinatore: Comune di Arezzo Italia; Città Metropolitana di Lille (Francia) soci latinoamericani: Comune di Cuenca (Equador), Comune di Caceres (Brasile), Comune di Sourco ( Perù ), Comune di Arica ( Cile), Comuni Tres de Febrero e General Pico (Argentino); Soci esterni Ucodep ( Italia ). Progetto di tipo A: R6-P7-01 "Construyendo identidad local con la gestión ambiental". Coordinatore: Moro (Perú); soci: Regione Toscana, Diputación provincial de Granada (España) Espiral, Entidad de Serveis (España), Municipalidad San Joaquin (Chile), Municipalidad districtal de Huarango (Perú). Progetto di tipo B: R6-B4-06 "Desurbal: implementaciones de estrategias de comunicación/sensibilización y realización de actividades piloto para mejorar el impacto de la gestión de los desechos sólidos urbano en términos de reducción de los gastos socio-económicos y de respeto por el medio ambiente". Coordinatore Comune di Arezzo. Soci: Lille Métropole; Arica (Chile); Cuenca (Ecuador); General Pico e Tres de Febrero (Argentina); Santiago de Surco (Perù). Socio esterno Ucodep URBAL Rete tematica di n. n° 7 Coordinata dal Comune di Rosario (Argentina) “Gestión y control de la urbanización": - Progetto di tipo A: R7-P10-02: "Identificación de instrumentos de planificación de la urbanización: el enfoque multidisciplinar e integrado". Coordinatore: Regione Toscana; soci: Communautè di Payse d'Aix ( Francia), Ciudad de La Habana (Cuba); Municipio di Leon (Nicaragua); Prefeitura Porto Alegre (Brasil), municipio di Viña del Mar (Chile); Municipio Municipio Capilla del Monte (Argentina); Soci esterni Co.opera ( Italia ) - Progetto di tipo A: R7-A3-03 “O acceso ao solo e a habitação social em cidades grandes de regiões metropolitanas da América Latina e da Europa”- Coordinador Prefeitura Municipal di São Paulo; soci: Region Toscana, Area Metropolitana di Barcellona, Municipio di Rosario (Argentina); Ciudad de Buenos Aires (Argentina) - Progetto di tipo di B - R7- B1-05 “Interventi di pianificazione e riqualificazione urbana: l’approccio multidisciplinare ed integrato” Coordinatore Regione Toscana Italia; Communautè di Payse d'Aix ( Francia), Ciudad de La Habana (Cuba); Municipio di Leon (Nicaragua); Prefeitura Porto Alegre (Brasil), Municipio di Viña del Mar (Chile); Municipio Municipio Capilla del Monte (Argentina); Soci esterni Co.opera ( Italia ) - Progetto di tipo di B R9 -B11-“Sistema inter-municipal de capacitacion en planificacion y gestion local partecipativa” Coordinatore Preifetura di Porto Alegre, Brasil; soci Prefeitura di Belo Horizonte (Brasil) Distretto Metropolitano di Quito (Ecuador) municipio di Rosario, (Argentina), Municipio di San Salvador, (El Salvador), Municipio di Cuenca (Ecuador) , Comune di Barcellona (Spagna), Comune di Córdoba, España, Comune di D'Issy les Moulineaux (Francia) Regione Toscana, Università Federale dello Stato Rio Grande do Sul (Brasile), Centro Internazional de Gestion Urbana, (Ecuador). Inoltre sono stati presentati sul bando della UE URBAL III due progetti: sul Lotto I, un progetto nel settore della pianificazione, gestione territoriale e coesione sociale, “Gestione urbana e territoriale partecipativa: motore e fondamento della coesione sociale e territoriale.” che rappresenta l’evoluzione delle attività realizzate in precedenti progetti, il focus sarà l’uso degli strumenti di gestione dei territorio (GIS) per la gestione partecipativa dei territori, il rafforzamento istituzionale (catasto, informatizzazione della gestione dei servizi, ecc..) con un folto partenariato sia toscano che latinoamericano (Consorzio Co.Opera (Italia),- Municipio Centro Habana - - Municipio di Antigua (Guatemala) – -Municipio di Viña del Mar (Cile) - Comunidad Regional Punilla (Argentina) – León Nicaragua - enti collaboratori: Comuni di Pontedera, Follonica, Roccastrada, Livorno, Circondario Empolese Valdelsa Grupo para el Desarrollo Integral de la Capital: GDIC (Cuba), Stato di San Paolo), ed il partenariato europeo della Regione PACA (Provenza- Alpi - Costa Azzurra); sul lotto II il progetto“Oficina de Coordinacion y Orientacion (OCO)”- per la gestione del consorzio titolare delle attività di studio, coordinamento e appoggio tecnico, formazione e animazione di reti, diffusione dei risultati del programma Urbal. Capofila La Deputacion di Barcellona, partners Regione Toscana, Provincia di santa Fè (Ar), Bogotà (Co), San José (Costa Rica), FIIAP (Spagna). Eurosocial. La Regione Toscana partecipa alle attività dell'area SALUTE. Il consorzio EUROsociAL Salud è stato affidato ad un congiunto di istituzioni dell'Unione Europea e dell'America latina, che insieme condividono la responsabilità della gestione del complesso delle attività previste. Il coordinamento politico e strategico tra i membri del consorzio si sviluppa nell'ambito del Consiglio di Direzione, composto dai responsabili delle istituzioni parte del consorzio o da quelle persone precisamente delegate. Le funzioni generali del consorzio sono quelle di verificare il compimento degli obiettivi, il buon uso delle risorse, il coordinamento delle attività, la diffusione degli obiettivi e dei risultati del progetto. La componente italiana è composta dal Ministero della Salute e dalle regioni Emilia Romagna, Sicilia, Toscana e Umbria ed è rappresentata nel Comitato di Coordinamento di EUROsociAL dalla Fondazione Angelo Celli di Perugia. Il Comitato di Coordinamento di EUROsociAL Salud è composto dalle seguenti istituzioni: Coordinamento: Institut de Recherche pour le Développement (IRD) – Francia Soci: 1. Instituto de Salud Carlos III (España) 3. Fondazione Angelo Celli per una Cultura della Salute (Italia) 4. Organización Iberoamericana de Seguridad Social (España) 5. Escola Nacional de Saúde Pública Sergio Arouca (Brasil) 6. Fondo Nacional de Salud de Chile (Chile) 7. Instituto Nacional de Salud Pública (México) 8. Fundación ISALUD (Argentina) Oltre ai paesi che compongono il Comitato di Coordinamento del consorzio EUROsociAL salud, partecipano alle attività del consorzio anche quasi tutti i paesi latinoamericani. I paesi europei sono definiti “trasferenti”, molti dei paesi latinoamericani sono definiti “riceventi”, ed alcuni dei paesi latinoamericani sono sia trasferenti che riceventi. Per il periodo 2007-2010 il programma EUROsociAL, area SALUTE, persegue i seguenti obiettivi generali: Miglioramento della qualità della gestione dei sistemi sanitari Rafforzamento delle relazioni tra le istituzioni partecipanti (EU, AL) Intercambio di esperienze e buone pratiche Realizzazione di progetti pilota Promuovere la coesione sociale in America Latina Per l'anno 2008-2009 è stato approvato un unico Piano di Lavoro (PAT), all'interno del quale le attività del consorzio EUROsociAL salud sono state organizzate in cinque aree tematiche ognuna delle quali è coordinata da un membro europeo del consorzio e da uno o due membri latinoamericani. All'interno delle aree tematiche possono essere presentate le Buone Pratiche. Per ogni area tematica verranno raccolte delle schede descrittive delle Buone Pratiche che saranno poi presentate ai paesi riceventi, i quali successivamente potranno approfondire la conoscenza delle buone pratiche attraverso visite e intercambi. Ogni area tematica è coordinata da uno dei soci del consorzio. Ogni buona pratica presentata dovrà riferirsi ad una linea di intercambio. La componente italiana coordina l'area tematica V, partecipando però alle attività di altre aree tematiche. Le cinque aree, e le relative linee di intercambio, del PAT 2008-2009 sono le seguenti: Area Tematica I: Incremento dei livelli Copertura Socio-Sanitaria. Linee di Interscambio: Estensione della protezione socio-sanitaria a lavoratori agricoli non coperti. Integrazione interculturale della copertura socio-sanitaria a lavoratori appartenenti a popolazioni indigene Estensione della copertura socio-sanitaria a clandestini e migranti Sistemi di copertura per persone in condizioni particolarmente a rischio, anziani e disabili Area Tematica II: Governance dei Sistemi Sanitari, Ospedali e Servizi di Salute. Linee di Interscambio: Modelli e strategie di finanziamento. Partecipazione sociale e cittadinanza in salute. Governance e Gestione di Sistemi sanitari. La buona Governance degli Ospedali: esperienze e sfide per il settore pubblico. Area Tematica III: Servizi di Salute basati sulle cure primarie di qualità, con accesso efficiente e equo ai medicinali essenziali. Linee di Interscambio: Misure di regolamentazione atte a garantire l'accesso sostenibile ed equo ai farmaci essenziali. Politiche per l'accesso ai farmaci e uso razionale. Risorse umane necessarie per l'organizzazione e prestazione dei servizi al primo livello di attenzione in sistemi di salute strutturati sulle cure primarie. Le cure primarie come porta di ingresso del Sistema Sanitario: possibilità e limiti in America latina Area Tematica IV: Politiche per la Salute e controllo dei rischi. Linee di Interscambio: Rafforzamento dei sistemi di trasfusione e strategie di donazione altruista. Rafforzamento della donazione altruista e trapianti di organi. Epidemiologia e Salute Ambientale. Area Tematica V: Promozione di politiche per la salute per i settori più vulnerabili ed esclusi della comunità. Linee di Intercambio: Le Tecnologie per l'Informazione e la Comunicazione come strumento per migliorare la gestione e la qualità dei servizi di salute. Attività Intertematiche: La violenza di genere nel XXI secolo. Violenza infantile in America Latina. Salute Sessuale e Riproduttiva: un diritto per tutte le persone. 1.4.1.2 Quadro dei progetti nell’area Latino America nell’anno 2007, 2008 e 2009. P AESE P ROGETTO S OGGET ATTUATORE Argentina Desde la via Comune Follonica Ar gentina, Br asile, R ete del Uruguay, Colombia, sostegno agli attori Sur : T O dell’America del sud Brasile Sabor natur al do 116.000 ONG Cospe Sertao Brasile Pr oget t o R egi oni Regione Umbria Centro Italia Brasile Progetto Teatro Fondazione Teatr o Pontedera Colombia Il teatro di genere: 15.000 NOTE Micro progetto bando 2007 L.R 17/99 ONG Cospe dell’economia sociale Rep. Dominicana RT 14.958 Progetto del Tavolo AL/2007 Micro progetto bando 2007 L.R 17/99 50.000 PIR 60.000 PIR Associazione Medina s tr um ento per l o svi l uppo del l a 75.000 coesione sociale e del l a Progetto del Tavolo AL/2007 i denti tà femminile Cuba Nicaragua Energie dal sole Circolo Festambiente Sviluppo sostenibile 15.000 Micro progetto bando 2007 L.R 17/99 Comune di Pontedera del Dipartimento di 75.000 León e Managua - Progetto del Tavolo AL/2007 Nicaragua Nicaragua Progetto acqua Ass AUCS Nicaragua E m e r g e n z a Provincia di Pistoia inondazioni N i c ar agua, C uba, Inter venti Argentina, Cile pi ani fi c az i one e di 14.951 10.000 Micro progetto bando 2007 L.R 17/99 Emergenza Regione Toscana qualificazione urbana: URBAL B l ’ a p p r o c c i o i nter di sci pl i nar e e integrato Perù Em er genz a pos t Co.opi Toscana terremoto Rep Dominicana E m e r g e n z a inondazioni Ucodep 20.000 Emergenza 10.000 Emergenza Uruguay Sviluppo solidale e Coop Tangram p r o m o z i o n e Micro progetto bando 15.000 2007 L.R 17/99 cooperativismo N i c ar agua, C uba, U R BAL PON T E - Argentina, Cile Inter venti Comune di Follonica di pi ani fi c az i one e 50.000 qualificazione urbana: PIR - l ’ a p p r o c c i o i nter di sci pl i nar e e integrato Cile, Perù, Bolivia, Fr onter as Abier tas «Aym ar as Cespi IIlA sin 10.000 PIR 10.000 PIR Fronteras» Cile, Perù, Bolivia, Fr onter as Abier tas Ecuador «Turismorurale nelle Cespi IIlA zone di frontiera» Quadro dei progetti nell’area Latino America nell’anno 2008. PAESE Perù, Guatemala, Brasile Nicaragua Nicaragua Perù Colombia PROGETTO SOGGETTO R.T . NOTE Inclusione sociale ARCI 25.000,00 PIR TAVOLO Governance Comune di Pontedera 70.000,00 PIR TAVOLO Medina 83.000,00 PIR TAVOLO Sviluppo locale Consorzio Archè 88.000,00 PIR TAVOLO Sabor natur al do Comune di San 14.998,00 Microprogetto L.R. Sertao Gimignano C a n e l o n e s Cooper. Tangram Governance, Valorizzazione delle risorse Argentina, Uruguay, Colombia e per la collaborazione sudsud Brasile Brasile 17/99 15.000,00 cooperativopartecipaz Uruguay Microprogetto L.R. 17/99 i one di gi ovani e donne allo sviluppo locale Un caffè per tutti: pari Nicaragua opportunità integrazione sociale ASSOCIAZIONE MEDINA 15.000,00 Microprogetto L.R. 17/99 Comitato per la Cuba “Uragano Cuba” Cooperazione Decentrata Val di Cecina 30.000,00 Emergenza Perù Emergenza post terremoto 2^ tranche Co.opi Toscana America Latina Urbal III Lote 1 R.T. America Latina Urbal III Lote 2 Diputacion Barcelona. Brasile Brasil Proximo Regione Umbria Argentina Fosel Regione Friuli Venezia Giulia 20.000,00 Emergenza 6.000 Fondi Europei 100.000 Fondi Europei 64.283,49 MAE 52.291,67 MAE 1.4.2 Cooperazione sanitaria internazionale toscana La Cooperazione sanitaria rappresenta uno degli aspetti più importanti delle attività di cooperazione poiché risponde ad una esigenza primaria delle popolazioni assieme ad un miglioramento delle complessive condizioni di vita: è questo l’aspetto che rafforza e sostiene l’integrazione fra cooperazione sanitaria e tutte le altre attività di cooperazione internazionale. Nell’attuale contesto internazionale, la strategia generale cui tende il Sistema regionale toscano della cooperazione, comprende la promozione dello sviluppo umano sostenibile in una logica di approccio integrato, il rafforzamento della società civile e la creazione di reti di partenariato. Il quadro di riferimento Alcuni tra i testi che forniscono il quadro di riferimento per la cooperazione sanitaria internazionale toscana: La dichiarazione di Parigi (2005) Gli obiettivi del millennio (2000) La quarta Conferenza Mondiale sulla donna (Beijing 1995) con la Dichiarazione di Beijing La legge 49/1987 La dichiarazione di Alma Ata (1978) La legge regionale n. 26 del 22/05/2009, Disciplina delle attività europee e di rilievo internazionale della Regione Toscana I principi e la volontà Il Piano regionale per la cooperazione internazionale 2007–2010 (L.R. 17/99) delinea le finalità dell’azione della Regione Toscana: 1. promozione di interventi di cooperazione che producano riconciliazione e sviluppo, operando dalla parte delle vittime, secondo strategie dirette alla restituzione del diritto ad uno sviluppo umano e sostenibile alle vittime dei conflitti militari, economici, sociali e culturali del mondo; 2. promozione di interventi diretti a sostenere percorsi di sviluppo, anche con riferimento agli Obiettivi del Millennio, nei confronti delle comunità, dei gruppi sociali e degli individui vittime dei conflitti in tutte le periferie del Nord e del Sud del sistema mondo; 3. miglioramento dei processi di partecipazione dei soggetti toscani alle iniziative di cooperazione internazionale e di aiuto allo sviluppo. In questo quadro la salute viene intesa come un diritto fondamentale dell’uomo, costantemente violato dalla guerra e dalla povertà , in particolare nella vita dei bambini e delle donne del sud del mondo. Non c’è salute senza pace. Il diritto alla salute in quanto diritto inalienabile delle persone e delle comunità, diventa impegno primario, che coinvolge la politica e che i tecnici non possono eludere. La programmazione delle attività di cooperazione sanitaria della Regione Toscana, riveste un ruolo decisivo nell’ambito della sfida della cooperazione come contributo alla riconciliazione e allo di sviluppo nei paesi più svantaggiati del mondo. Tra le varie concause che alimentano tali differenze, troviamo: la debolezza finanziaria, la mancanza di risorse umane, tecniche e di buon governo dei sistemi sanitari; la pandemia di HIV/AIDS; la persistenza di alcune malattie infettive come la malaria, la tubercolosi e altre patologie infettive neglette per le quali la ricerca farmacologica è tuttora insufficiente. La Regione Toscana pertanto riconosce nell’obiettivo generale di “lotta alla povertà”, nella sua più ampia accezione, il focus di tutte le sue iniziative, perché soltanto attraverso il miglioramento delle condizioni di vita delle persone si può migliorare la Salute dei popoli. Priorità e indirizzi operativi La strategia regionale di CSI, per il periodo 2009-2010, riafferma il suo impegno verso la Salute come strumento per lo sviluppo, obiettivo dello sviluppo e soprattutto diritto umano, delineando nei suoi principi e raccomandazioni quelli forniti, ed ampiamente condivisi, dall’OMS, quali: intersettorialità degli interventi appropriatezza e sostenibilità nell’utilizzo delle tecnologie promozione dell’autosufficienza locale Tali principi dovranno orientare le azioni di cooperazione sanitaria nella consapevolezza che non basta limitarsi alla promozione di singole attività, ma che queste devono essere integrate nella rete dei servizi sanitari locali, creando le basi necessarie a garantire la sostenibilità dei nostri interventi. Non si tratta dunque solo di realizzare interventi umanitari o di emergenza, ma di costruire una vera e propria strategia il cui compito sia quello di contribuire in maniera efficiente ed efficace a creare delle condizioni che migliorino la salute delle popolazioni soprattutto di quelle più povere e vulnerabili - riducano la povertà e promuovano lo sviluppo umano sostenibile. Il lavoro svolto in questi ultimi anni ha visto perfezionarsi ulteriormente il percorso di strutturazione della strategia regionale di cooperazione sanitaria internazionale quale strategia ad hoc, distinta da quella complessiva di cooperazione internazionale, ma con essa necessariamente coerente ed integrata sotto il profilo delle finalità da perseguire. Il Piano Sanitario regionale 2008-2010 ha delineato compiutamente il quadro di riferimento della propria strategia di cooperazione che fornisce precise indicazioni sul carattere dei progetti di cooperazione sanitaria internazionale. Tali progetti dovrebbero essere strumentali alla garanzia dei seguenti obiettivi generali: lotta alla povertà: stato di salute e condizioni di vita sono strettamente interdipendenti. difesa dei diritti umani: il perseguimento di massimo livello di salute possibile è di per sé un diritto umano pertanto in forte correlazione con tutti gli altri diritti legati all’esistenza dignitosa della persona. Non è pertanto pensabile pensare un progetto di cooperazione senza tener conto di questi elementi. uguaglianza di genere: le analisi di genere hanno ampiamente dimostrato la diversità esistente tra l’universo maschile e quello femminile, anche nel campo della salute e delle malattie; allo stesso modo hanno evidenziato le disuguaglianze esistenti nell’accesso ai beni e alle risorse considerati essenziali. Diventa nostro compito lavorare per ridurre sempre di più il divario attuale. Nello specifico invece i progetti dovranno concorre a: 1.rafforzare i sistemi sanitari nel loro complesso attraverso supporto istituzionale ai sistemi sanitari pubblici miglioramento dei servizi di PHC (Primary Health Care); rafforzamento, anche in termini di qualità delle cure, dell’assistenza materna, neonatale e infantile potenziamento di infrastrutture e i sistemi di programmazione e controllo, di acquisto e distribuzione di farmaci formazione, motivazione e incremento delle risorse umane destinate al servizio sanitario; 2. intervenire per migliorare l’accessibilità ai farmaci essenziali (inclusi i farmaci antiretrovirali per il trattamento dell'AIDS) e ad altre prestazioni sanitarie; 3. agire sui diritti inerenti la salute sessuale e riproduttiva delle donne; 4. sostenere la lotta contro AIDS, TB e Malaria e altre malattie dimenticate; 5. intervenire sui diritti delle persone con disabilità; 6. potenziare la ricerca scientifica, lo sviluppo e l’innovazione in ambito sanitario non solo dei Paesi destinatari dei progetti, ma anche della Toscana; 7. creare sinergie con le tematiche di Ricerca e Sviluppo prevedendo strategie comuni e occasioni di contatto; Soggetti della rete della cooperazione internazionale sanitaria toscana - La Regione Toscana, con ruolo interregionale e di confronto nazionale e internazionale, con funzioni di coordinamento interno e di promozione dei progetti; - La A.O.U. Meyer come ente attuatore per conto della Regione Toscana di tutta la strategia; - Le Aziende Sanitarie, come soggetti promotori ed attuatori dei progetti (propri o di interesse regionale, attraverso la programmazione di Area Vasta); - Le Aree Vaste, come livello intermedio di programmazione e proposta, con ruolo di coordinamento delle Aziende Sanitarie; - La Agenzia Regionale per la Sanità (ARS); - Le Società della Salute; - L’Università e altri centri di ricerca. - Gli Enti Locali e le aziende di gestione di servizi pubblici locali; - Il Terzo Settore, ovvero quella pluralità di soggetti, organismi ed enti di natura privata senza fini di lucro, quali: Organizzazioni non governative – ONG Associazioni riconosciute e Fondazioni Organizzazioni di volontariato Associazioni non riconosciute Cooperative sociali -La Croce Rossa Italiana (CRI) e altri istituzioni nazionali e internazionali impegnati a pieno titolo nell’ambito della cooperazione sanitaria internazionale. Aree prioritarie di intervento Medio Oriente: in questo contesto le iniziative saranno volte a tutelare il diritto alla salute delle popolazioni palestinesi nonché al miglioramento dei rapporti tra Israele e Palestina. Africa Sub Sahariana: gli interventi avranno come contenuti prioritari la lotta all’epidemia dell’AIDS, TBC e Malaria e alle altre malattie dimenticate, il rinforzo dei sistemi sanitari pubblici con particolare attenzione alla PHC (Primary Health Care) e alla salute materno-infantile. Particolare attenzione verrà posta ai seguenti paesi: Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Congo, Rwanda); West Africa (Senegal, Burkina Faso); Est Africa (Kenya, Eritrea); Sud Africa (Swaziland, Sudafrica). Area Balcanica e l’Europa dell’Est: i progetti dovranno essere indirizzati al supporto e trasferimento di conoscenze e competenze per lo sviluppo dei sistemi sanitari e per la crescita complessiva della offerta di prestazioni sanitarie. Paesi arabi del Mediterraneo: come nel caso dell’area balcanica e l’Europa dell’Est, le progettualità saranno mirate al rafforzamento generale e complessivo dei sistemi sanitari locali. Non è tuttavia esclusa la possibilità di essere presenti anche in altri Paesi. 1.4.2.1 Progetti CSI in America Latina e nei Caraibi 1. I Progetti di Iniziativa Regionale (PIR) (L.R. n. 17/99) rappresentano lo strumento a disposizione della Regione per la realizzazione di azioni cui si riconosce una particolare rilevanza nell’ambito della strategia di cooperazione sanitaria. Progetti di Iniziativa Regionale 2007, 2008 e 2009 per la macroarea latinoamericana: 2007 TITOLO PAESE CONTRIBUTO RT BRASILE SOGGETTO PROPONENTE Madonnina del Grappa Unità di cure primarie in Brasile Ricerca di strategie per la prevenzione di abuso di alcool e droghe EUROSOCIAL Salud ECUADOR Bhalobasa onlus 1.800,00 AMERICA LATINA Fondazione Angelo Celli 25.000,00 SOGGETTO PROPONENTE AUSL 8 Arezzo CONTRIBUTO RT Fondazione Angelo Celli 25.000,00 SOGGETTO PROPONENTE AUSL 6 Livorno CONTRIBUTO RT 25.000,00 2008 TITOLO PAESE Sostegno al sistema locale di salute EUROSOCIAL Salud REPUBBLICA DOMINICANA AMERICA LATINA 40.000,00 2009 TITOLO PAESE Sostegno al Sistema Nazionale dei Trapianti in Ecuador Sostegno al sistema locale di salute ECUADOR REPUBBLICA DOMINICANA AUSL 8 Arezzo 27.979,00 EUROSOCIAL Salud AMERICA LATINA 25.000,00 Toscana e Chaco Boliviano BOLIVIA Fondazione Angelo Celli Università di Firenze, Clinica malattie infettive 26.950,00 51.726,00 2. I Progetti a Bando sono rivolti a sostenere iniziative proposte in particolare dal terzo settore. Progetti a bando 2007, 2008 e 2009 per la macroarea latinoamericana: TITOLO PAESE Progetto pilota per il controllo dell’epilessia nell’area rurale del Chaco boliviano Intervento igienico-sanitario urgente popolazione sfollata della comunità di san josecito, antiquia BOLIVIA COLOMBIA TITOLO PAESE Sviluppo dei servizi di salute e della partecipazione comunitaria nell'area di Limones, 2°annualità Progetto di salute comunitaria nell'area di conflitto del Bajo Atrato Progetto pilota per il controllo dell'epilessia nell'area rurale del Chaco Boliviano. 2° ECUADOR 2007 SOGGETTO PROPONENTE Centro mondialità e sviluppo reciproco (CMSR) Comune di Cascina 2008 SOGGETTO PROPONENTE ARCI Firenze DURATA PROGETTO 2 anni CONTRIBUTO RT in euro 24.916,00 1 anno 25.00,00 DURATA PROGETTO 24 mesi CONTRIBUTO RT in euro € 25.000,00 COLOMBIA Comune di Cascina 24 mesi € 25.000,00 BOLIVIA Ucodep 12 mesi € 25.000,00 Creazione anagrafica utenti assistenza sanitaria di Base Sostegno sanitario e formativo al centro di recupero nutrizionale infantile Bethania Progetto per la prevenzione e cura dell'AIDS neigiovani e nelle donne nella città dell'Avana REPUBBLICA DOMINICANA Comitato Aretino per la CD con la Repubblica Dominicana 9 mesi € 24.949,77 GUATEMALA Consorzio Metropoli s.c.s. Onlus 12 mesi € 14.900,00 CUBA Comitato Territoriale Arci Bassa Val di Cecina 35 mesi € 12.000,00 TITOLO PAESE Progetto di Salute comunitaria nell’area di conflitto del Bajo Altrato Programma comunitario per il controllo dell’ipertensione arteriosa area di Limones Migliorare l’accesso e la qualità dell’assistenza materno-infantile nei Centri Assistenza di Base COLOMBIA 2009 SOGGETTO PROPONENTE Comune di Cascina DURATA PROGETTO 24 mesi CONTRIBUTO RT in euro 25.000,00 ECUADOR ARCI Firenze 24 mesi € 25.000,00 REPUBBLICA DOMINICANA Comitato Aretino per la CD con la Rep. Dominicana 12 mesi € 24.650,00 1.5 Analisi punti di forza e debolezza, la strategia prescelta TEMI PUNTI DI FORZA PUNTI DEBOLEZZA 1 DIRITTI DI STRATEGIE Diminuzione, nel 2006, del 1.1 Inclusione sociale 3,2% della popolazione in condizione di povertà e del 2,0% di quella in condizione di pov er tà es tr em a (Panorama Social 2007, CEPAL -ONU) Sec ondo l e pr ev i s i oni , l’attuale crescita del PIL pro capite, attualmente intorno al 3%, sarà mantenuta anche nel 2008 (Panorama Social 2007 , CEPAL -ONU) Aumenta costantemente la speranza di vita (SOCIAL WATCH – 2004) La percentuale di analfabeti tra la popolazione maggiore di 15 anni scende dal 11,1% del 2000 al 9,5% del 2005 e la previsione è del 8,3% per il 2010 (CEPAL- ONU 2007) C auto otti m i s m o s ul l e prospettive della crescita del l ’ ec onom i a e del l o sviluppo sociale a medio periodo (World Bank) Il tasso di mortalità infantile per quinquennio scende dal 31,6 per mille del periodo 1995-2000 al 25,4 per mille del per i odo 2000- 2005 (Anuario de estadisticas social CEPAL- ONU 2007) Dal 2002 al 2006 Argentina e Venezuel a ottengono l a diminuzione maggiore del tasso di povertà. In Argentina i poveri passano Il tasso di disoccupazione, aumentato durante gli anni nov anta, di m i nui s c e l entam ente, ma costantemente, dal 2003 ad oggi (nel 1995- 9,3%; nel 2000 il 10,4; nel 2003 l’11%; nel 2005 il 9,1%; nel 2007 l’8%) (Anuario de estadisticas social CEPAL- ONU 2007) I tr asfer i m enti di fondi c ondi z i onati ( c om e i n Brasile) stabiliscono livelli minimi di reddito garantito e ampliano i diritti alla salute, al l ’ i str uzi one e al l ’ al i m entazi one, conferendo ai poveri una base giuridica per l’accesso alle pr estazioni ( UNDP 2007-2008) L' Assem bl ea Gener al e dell' Organizzazione degli Stati Americani (OEA) ha approvato all'unanimità una risoluzione che condanna duramente le violazioni dei di r i tti um ani bas ate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere. (Human Right Watch 2008). Il paese con il tasso di analfabetismo più basso è Cuba (0,2%) seguita da Uruguay (2,2%), Argentina (2,4%) e Cile (3,6). La gran parte delle coalizioni vincenti in anni recenti hanno conseguito tale successo gr az i e ad un nuov o 1.2 Indigeni La nascita di movimenti Vi ol az i oni dei di r i tti Politiche di integrazione indigeni come attori politici perpetuate in vari Stati ai sociale a partire dai gruppi in contesti democratici ha danni di minoranze etniche e etnici minoritari favorito la creazione di Stati oppositori politici (Human pluriculturali permettendo Right Watch 2008) l ’ avanzam ento del r iconoscim ento dei lor o A di s pet t o del l a l or o diritti (Panorama Social aumentata influenza politica, 2007, CEPAL -ONU) l e popol azi oni i ndi gene hanno fatto un passo troppo Le Costituzioni dell’Ecuador, pi ccol o del Venezuela e del Messico miglioramento economico e ver so il riconoscono esplicitamente i s oc i al e nel l a dec ade di r i t t i c ol l et t i v i del l e 1994-2004, e continuano a popolazioni indigene nel vi ver e i n condi zi oni di s ettor e del l a s al ute estr em a pover tà, bassa (Panorama Social 2007, educazi one CEPAL -ONU) discriminazione e (Banca Mondiale 2005) Nelle recenti presidenziali in Ecuador e Bolivia, i candidati Distanza tra i riconoscimenti vincenti hanno basato la loro nor m ativi a favor e deli affer m azione su di una i ndi geni e l ’ effetti v o piattafor m a politica che com pi m ento del l e l eggi i ncl udeva r i for m e (Panorama Social 2007, costituzionali CEPAL -ONU) per la riduzione della povertà In M essi co i l tasso di e dell'esclusione sociale, popol azi one i n estr em a rivolto prevalentemente alla povertà è 4 volte superiore estesa popolazione indigena tra gli indigeni che tra i non- del l e indigeni. In Bolivia i tre quarti cam pagne (International Idea 2007) della popolazione indigena vive al di sotto della soglia di Per la prima volta numerosi pov er t à e i n Equador indios o meticci sono stati raggiunge il 96% nelle zone eletti alla Presidenza della r ur ali. ( Banca M ondiale R epubbl i c a ( M or al es , 2005) Correa, Chavez, Toledo) fatto i m pens abi l e s ol o qualche anno fa Dopo venti anni di negoziati, con il voto favorevole di tutti i paesi latinoamericani (meno quello della Colombia che si è astenuta), è stata adottata dall’Assemblea Generale del l e N azi oni U ni te l a Dichiarazione Universale sui diritti dei popoli indigeni che stabilisce, in 46 articoli, il diritto alla proprietà della ter r a, del l ’ accesso al l e risorse naturali, al rispetto e l a pr es er v az i one del l e tr adi zi oni e al l a l i ber a autodeterminazione (ONU 2007) 1.3 Genere La per centual e di La percentuale dei seggi Pol i ti c he c ontr o l e anal fabeti s m o tr a l a occupati dalle donne nei i neguagl i anze, con popolazione femminile al di parlamenti nazionali è molto particolare attenzione alle sopra dei 15 anni era del bassa: del 14% a livello donne e ai minori 12,1% nel 2000, del 10,3% c onti nental e ( ul ti m o nel 2005 ed è attesa intorno rilevamento nel 2003). al 8,8% per il 2010 (Anuario A livello nazionale gli indici de es tadi s ti c as s oc i al più bassi nell’anno 2007 CEPAL- ONU 2007) appar tengono al Br asile (9%) e al Guatemala (8%). I Argentina e Costa Rica Più alti invece Costa Rica occupano una posizione ( 39% ) e C uba ( 36% ) superiore a diversi paesi (Anuario de estadisticas industrializzati (tra i quali social CEPAL- ONU 2007) l’Italia) per quanto riguarda l ’ uguagl i anza di gener e In Guatemala e Messico, (UNDP lo sviluppo umano dove anche la normativa non rapporto 2005) prevede forme di garanzia per la maternità, è forte la Due donne alla presidenza di discriminazione delle donne due grandi paesi del Sud sul lavoro (Human Rights Am er i ca: C r i sti na Watch 2008) Ferdinandez de Kirchner in Ar genti na e M i c hel l e Il tasso di disoccupazione Bachelet in Cile f em m i ni l e è del 40% superiore a quello maschile e il reddito mensile del 66% più basso (OIT- 2006) Secondo i dati de l’UNESCO la più grande porzione di analfabetismo tra le donne adulte la detiene la Bolivia e l a pi ù bassa l ’ U r uguay (UNESCO 2006) Persistenza di simboli, e meccanismi generatori della discriminazione di genere, ancorati ad una cultura di tipo patriarcale Molto alto il tasso di violenza s ul l e donne ( S O C I A L WATCH – 2004) 1.4 Minori Il tasso di mortalità infantile In Bolivia e Perù i tassi di Pol i ti c he c ontr o l e per quinquennio scende dal mortalità infantile sono 4 o 5 i neguagl i anze, con 31,6 per mille del periodo volte superiori tra i bambini particolare attenzione alle 1995-2000 al 25,4 per mille appartenenti al 20% più donne e ai minori del per i odo 2000- 2005 povero della popolaione. (Anuario de estadisticas Rispetto ai bambini del 20% social CEPAL- ONU 2007) pi ù r i c c o ( U N D P - l o sviluppo umano rapporto 2005, l a c ooper az i one internazionale a un bivio) Tasso di immatricolazione nelle scuole di primo livello La qual i tà del si stem a in crescita, anche se molto educati vo lenta: 93,2% nel 2000, 94,0 notevolmente a secondo dei nel 2005. luoghi; Argentina, Brasile, (Anuario de estadisticas Cile, Messico e, in particolar social CEPAL- ONU 2007) modo in Perù, sono i paesi var i a dove è stata riscontrata la peggiore distribuzione di In molti contesti il bambino è risultati all’interno del paese considerato un soggetto in (OCDE – 2007) grado di partecipare alla vita pol i ti ca e soci al e del l a I l s i s t em a s c ol as t i c o propria comunità r ar am ente pr ende i n considerazione le specificità dei m inor i lavor ator i in di ffi ci l i condi zi oni economiche alimentando così la diserzione scolastica Circa 6 milioni i bambini che lavor ano, pr incipalm ente nell’agricoltura, ma anche nell’industria, nel turismo e come domestici (OIT 2004) 1.5 Conflitto R affor z am ento del l e La crisi umanitaria che la Tutela dei diritti umani, nella capacità locali, ossia delle Colombia sta attraversando, loro accezione più ampia, reti sociali e istituzionali per peggiorata dal fenomeno s opr at t ut t o nel l e ar ee la costruzione di percorsi di dello spostamento forzato, è conflittuali e post-conflittuali pacificazione (UNDP 2008). c ons i der ata l a c r i s i um ani tar i a pi ù gr av e In C ol om bi a s or gono dell'emisfero occidentale e num er ose “ com uni tà di la terza peggior crisi globale pace”: comunità di contadini dopo quella della Repubblica per l a non- v i ol enz a, democratica di Congo e del autoproclamatesi neutrali Sudan (UNHCR, Rapporto rispetto al conflitto, che del l a v i s i ta del l ' al to denunc i ano l e r i petute commissario in Colombia, violazioni dei diritti umani 2004) nelle zone di guerra Nelle città latinoamericane, Sono in atto diversi processi assieme a quelle africane, si di integrazione politica a ritrova il più alto indice di livello continentale o sub- omicidi del mondo. regionale MDG 2007) (UN - Le reti criminali stanno crescendo, causando un aum ento del l a vi ol enza ur bana, s opr at t ut t o i n America Latina. Il paese maggiormente colpito è il Brasile dove è grande la v i ol enz a, s pec i al m ente verso giovani poveri. In ques to s ettor e del l a popol azi one i l tasso di omicidi è quasi 10 volte superiore a quello della popolazione generale (Social Watch 2004) Particolarmente vulnerabili sono i paesi andini caratterizzati da situazioni di pol ar i zzazi one pol i ti ca, vi ol enza e i nsi cur ezza (International Idea- 2008) In var i Stati il gover no reprime duramente le lotte di autodeter m i nazi one dei popoli indigeni (in particolare in Messico ai danni degli indigeni del Chiapas) In diversi paesi è ancora forte il trauma di recenti conflitti interni (è questo il caso del Guatemala dove vi furono 100 mila vittime e 1 milione di sfollati, soprattutto contadi ni i ndi geni nel l a guerra civile durata più di tre decenni) 2 LO SVILUPPO LOCALE 2 .1 Conte s to economico e PMI Secondo le previsioni la regione crescerà durante il 2008 del 4,7%, confermando una crescita significativa per L’America latina affronta il Pr om uover e esper i enze forte rischio di specializzarsi innovative come quella dei eccessivamente in materie di s tr etti , c apac i di prime (OCDE 2007) sper i m entar e econom i e solidali ed ecologiche, di il sesto anno consecutivo ( anc he s e m i nor e s e confrontata alla crescita del 2007 vicina al 6%) (CEPAL UN 2008- America Latina y el Caribe frente al nuevo escenario) L’aumento del prezzo degli alimenti e dell’energia avrà un impatto che porterà alla contrazione del consumo e del livello di attività, dato che c oi nv ol ger à i n m i s ur a maggiore i settori più poveri L’America del sud crescerà della popolazione (Cepal nel 2008 più del Messico, del 2008- America Latina y el Centroamerica e dei Caraibi C ar i be fr ente al nuevo ( C EPAL - U N 2008- escenario) America Latina y el Caribe frente al nuevo escenario) Numerosi programmi di ristrutturazione economica L’ i nfl az i one ( es c l us i ( pr i nci pal m ente atti vati Venezuela e Argentina) è durante gli anni novanta) stabilm ente sotto il 6% hanno diminuito le spese per (World Bank 2008) i l w el f ar e degl i S t at i latinoamericani A breve periodo dovrebbe esserci una diminuzione della domanda e del prezzo delle materie prime, anche se non è facile prevederlo con precisione. Ciò potrebbe incidere nelle esportazioni, nel s al do del l e par ti te correnti e nella crescita dell’intera America Latina (Cepal 2008- America Latina y el Caribe frente al nuevo escenario) commercio equo e solidale 2.2 Sviluppo rurale La FAO offre assistenza ai paesi membri dell'America Latina per lo sviluppo e la di v er s i f i c az i one del l a matrice energetica della regione nel contesto della piattaforma internazionale di bio-energia. Lo sviluppo di ques ta nuov a fonte energetica è una delle sfide c hi av e c he affr onta l a r egione, e deve esser e portata avanti garantendo che si sfruttino le opportunità di questa nuova tecnologia evitando i rischi per la sicurezza alimentare della popol azi one e la s os teni bi l i tà s oc i al e e ambientale. (FAO 2008) Crisi sicurezza alimentare: Valorizzazione del territorio la crescita dei prezzi dei nell’ambito del rispetto della prodotti alimentari ha colpito biodiversità locale, delle in particolar modo Bolivia, tipicità, delle tr adizioni, Brasile, Cile, Costa Rica, orientata a garantire, ad Gi am ai ca, N i car agua e esem pi o, Uruguay. Solo l’Argentina e diversificazione dei redditi la Repubblica Dominicana agli attori del mondo rurale hanno mantenuto lo stesso tasso di inflazione (Banca Mondiale 2008) L’apertura di una zona di libero scambio in tutto il c ont i nent e am er i c ano, dall’Alaska alla Terra del fuoco, sostenuta dal l ’ am m i ni s tr az i one americana, potrebbe avere gravi ripercussioni nelle attività dei piccoli contadini Possibilità di valorizzare (che non lavorano su grandi l’enorme ricchezza biologica economie di scala aperte al del continente. mercato internazionale) Per sa per tr e quar ti la di ver si tà geneti ca del l e c ol ti v az i oni agr i c ol e (CEPAL- UN 2005) I bassi livelli di produttività agr i c ol a nel l a r egi one centr oam er i cana hanno c om e c ontr opar ti ta l’estensione dell’informalità (Centroamerica CEPAL-UN 2008) una 2.3 Turismo Il tur i s m o i n quanto f enom eno ec onom i c o, culturale e sociale mondiale è un’attività che cresce r api dam ente che Gran parte degli introiti non Promozione del turismo r im angono sul ter r itor io sostenibile, comunitario e latinoamericano ma vengono responsabile intercettati dai tour operator occidentali contribuisce allo sviluppo economico e sociale delle nos tr e popol az i one D i ffus i one del tur i s m o sessuale specialmente per quanto riguarda la strategia globale della lotta alla pover tà. (Declaration of Galapagos 2002) Pressioni di tipo economico c r eano s i tuaz i oni di omologazione e perdita di identità dei paesaggi L' U nes c o s os t i ene l a C ar i bbean Al l i ance for Sus tai nabl e tour i s m (CAST), che promuove il t ur i s m o s os t eni bi l e e l ' uti l i z zo del l e ener gi e r innovabili nelle r egioni caraibiche. (UNESCO 2008) 3. Valorizzazione patrimonio territoriale 3 . 1 P a tri moni o culturale Sono ol tr e cento i si ti Spesso mancano adeguate Val or i zzazi one del c ons i der ati patr i m oni o capacità di conservazione patrimonio culturale come dell’umanità dall’UNESCO del patrimonio culturale fulcro di attività legate allo (Unesco 2007) Valorizzazione del ruolo di “custodi” del patrimonio culturale degli indigeni sviluppo locale 3.2 Tutela ambientale In America Latina si trovano Delle 178 “eco regioni” il 40% delle specie vegetali e identificate in America Latina animali di tutto il pianeta il 77 sono minacciate. La (UN – Habitat 2005) defor estazi one sta rapidamente riducendo la Cuba (+18%) e Uruguay superficie boscosa (raso al (+55%) sono stati gli unici suolo 46,7 milioni di ettari tra due Stati con aumento delle il 1990 e il 2000) avanzando zone boschive. (Anuario de ad una percentuale annua estadisticas social CEPAL- dello 0,5% della regione ONU 2007) (UN-HABITAT 2005) Le pr i m e v i t t i m e dei cambiamenti climatici e del m anc ato adattam ento saranno i poveri (UNDPsviluppo umano rapporto 2007-2008) Il cambiamento climatico aumenterà il numero delle persone denutrite (FAO, Conference 2008) D es er ti fi c az i one c om e fattor e di per di ta del l a sostenibilità, efficienza ed equità nella assegnazione del l e r i s or s e e nel l a d i s t r i b u z i o n e tr ans gener az i onal e del benes s er e ( C EPAL Pobreza, desertificación y degradación de tierras", 2005) Tra il 1970 e il 1999 si sono pr odotti 900 di s as tr i ecologici nel continente, con un costo annuo tra i 700 e i 3 milioni di dollari e 8 milioni di abi t az i oni di s t r ut t e (Anuario de estadisticas social CEPAL- ONU 2007) L’uso di fertilizzanti quasi 3 . 3 Co n o s c e n z e tradizionali Art 31 della Dichiarazione U ni v er s al e dei popol i indigeni, approvata in sede di Assemblea Generale ONU da tutti i paesi latinoamericani (eccetto la Colombia), riconosce i diritti di proprietà intellettuale dei popoli indigeni: “I popoli indigeni hanno il diritto di m antener e, contr ol l ar e, proteggere e sviluppare il proprio patrimonio culturale, le conoscenze tradizionali e l e espr essi oni cul tur al i tradizionali, così come le manifestazioni delle loro scienze, tecnologie e culture, includendo le risorse umane e genetiche, i sem i, le m edi c i ne, l e pr opr i e conoscenze sulle proprietà della flora e della fauna, le tradizioni orali, le letterature, i disegni, gli sport e i giochi tradizionali e le arti visive e r appr es ent at i v e. E s s i esercitano anche il diritto di m antener e, contr ol l ar e, proteggere e sviluppare i propri diritti di proprietà i ntel l ettual e s u tal e patr i m oni o c ul tur al e, conoscenze tradizionali ed es pr es s i oni c ul tur al i tradizionali. Congiuntamente ai popoli indigeni, gli Stati dovranno adottare misure efficaci per riconoscere e proteggere l’esercizio di tali diritti”. (Dichiarazione dei popoli indigeni del 2007 delle Nazioni Unite) Valorizzare le conoscenze indigene locali in diversi 4 GOVERNANCE LOCALE 4.1 Decentramento e c ompe te nze locali Processi di decentramento Il decentramento può portare Sostegno ai processi di legislativi e costituzionali ad un rafforzamento delle decentramento hanno per m es s o ( ad elite locali anziché delle esem pi o i n Br asi l e) l o popol az i oni ( U N D P l o Sostegno alle politiche di s v i l uppo di i m por tanti sviluppo umano 1993) tutel a am bi ental e e territoriale e la prevenzione esperienze di democrazie partecipative Rischio del decentramento è dei disastri a partire dal che le regioni a maggior coinvolgimento dei livelli L’ Am er i c a Lati na ha reddito raccolgano un gettito l ocal i di Gover no e l o m os tr ato i m por tanti più elevato e quindi ottenere s v i l uppo del l e l or o progressi specialmente per migliori servizi, ampliando il competenze quanto riguarda democrazia gap tra regioni ricche e e processi elettorali. povere all’interno del paese (UNDP lo sviluppo umano 1993) C om e di m os tr ato, nel 2005-2006 dall’andamento elettorale di 11 dei 18 paesi Spes s o m anc anz a di del l a competenze amministrative r egi one, i l ati noam er i c ani s tanno scegl i endo i l or o r appr es entanti tr am i te el ez i oni unani m em ente ritenute libere e corrette. (International Idea - 2008) Q uot a di popol az i one regionale che vive in paesi c on s i s t em i el et t or al i multipartitici: 95% (UNDP, lo sviluppo umano - 2002) e gestionali a livello locale. 4.2 Partecipazione Con differenze di forma e di R i s petto al pas s ato è Rafforzamento dei Governi i ntens i tà tr a i paes i necessario sviluppare un Locali e consolidamento latinoamericani, la società appr oc c i o pl ur al i s ta del l a c i v i l e or gani z z ata è al l ’ i nter no del si stem a partecipativa. cresciuta di importanza, politico: dare ai gruppi al di i ncl udendo nuovi attor i fuori delle istituzioni statali sociali, così come rinnovate formali lo spazio necessario dom ande e punti di a prendere parte ai processi mediazione (IBASE-CEPAL) decisionali (Social Watch – 2004) La crescente vitalità della società civile costituisce un apporto “democratizzante” delle istituzioni politiche, attraverso le esperienze di democrazia diretta e la m ol ti pl i c az i one dei movimenti sociali capaci di dare, per esempio, visibilità agli invisibili. (IBASE CEPAL) D i v er s e m uni c i pal i tà l ati noam er i c ano hanno avviato esperienze di bilanci partecipati: Porto Alegre, Brasile (1989); Montevideo, U r uguay ( 1990) ; Bel o Horizonte, Brasile (1993); Recife, Brasile (1997); Villa el Salvador in Lima, Perù (2000); Ilo, Perù (2000); C uauthtem oc , M es s i c o (2201); Cuenca, Ecuador (2001); Rosario e Buenos Aires, Argentina (2002); El Alto, Bolivia (2003) dem ocr azi a Fonti principali CEPAL-UN,2005, Pobreza, desertificación y degradación de tierra CEPAL-UN, 2007, Anuario estadistico de America Latina y el Caribe CEPAL-UN, 2008, America Latina y el caribe frente al nuevo escenario CEPAL-UN, 2008, Tendencias y desafios en la cooperacion internacional y la movilizacion de recursos para el desarrollo en America Latina y el Caribe, CEPAL-UN, 2009,Situacion y perspectivas para la economia mundial, Naciones Unidas CEPAL, 2009, America Latina y el Caribe: crecimiento estimado para el 2009 CEPAL, 2009, La actual crisis economica mundial: oportunidades y desafios para el desarrollo de America Latina. Comision Europea, 2007, Documento de Programacion Regional 2007-2013Declaration of Galapagos, Summit of Ibero-American and Caribbean Tourism and Environment Authoritism, Maggio 30-31 2002 FAO, Conference on World food- security: the challenges of climate change and bioenergy, 3-5 giugno, Roma, 2008 FAO, Situacion alimentaria en America Latina y en Caribe International Idea- Institute for Democracy and Electoral Assistance 2008 International Labour Office, 2002, A future without child labour: global report under the follow-up to the ILO declaration on fundamental principles and rigths at work OCDE, Prospettive economiche dell’America Latina, Istituto italo-latinoamericano, Roma, 13 febbraio 2008 Social Watch, 2004, la vera sicurezza: vincere le paure, rispondere ai bisogni UN, 2005, Objetivos de desarrollo del milenio: una mirada desde America Latina y el Caribe UNDP, 1993, decentrare per partecipare, lo sviluppo umano 4, rosemberg & sellier UNDP, 2000, I diritti umani, lo sviluppo umano 11, rosemberg & sellier UNDP, 2002, La qualità della democrazia, lo sviluppo umano 13, rosemberg & sellier UNDP, 2004, La democracia en America Latina, Hacia una democracia de ciudadanas y ciudadanos UNDP, 2004, La libertà culturale in un mondo di diversità, Lo sviluppo umano, Rosemberg & Sellier UNDP, 2005, La cooperazione internazionale a un bivio, Lo sviluppo umano, Rosemberg & Sellier UNDP, 2008, Resistere al cambiamento climatico, lo sviluppo umano rapporto 15, Rosemberg & Sellier UNDP, 2009, Colombia: las bandas emergentes siguen crescendo y preoccupando, Revista latinoamericana de desarrollo humano, N°56 Maggio 2009, UNESCO, Istitute for Statistics 2006 UNHCR, 2004, Rapporto della visita dell'alto commissario in Colombia World Bank, 2005, Indigenous peoples, poverty and human development in latin america: 1994-2004 World Bank, What are the facts about rising food prices and their affect on the region? HYPERLINK "http://www.worldbank.org" www.worldbank.org: Banca Mondiale HYPERLINK "http://www.hrw.org" www.hrw.org: Human Right Watchs HYPERLINK "http://www.ilo.org" www.ilo.org : Organizzazione Internazionale del Lavoro HYPERLINK "http://www.idea.int" www.idea.int: International Institute for Democracy and Electoral Assistance HYPERLINK "http://www.oecd.org" www.oecd.org : Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico HYPERLINK "http://www.unhabitat.org" www.unhabitat.org United Nations Human Settlements Programme www.un.org/millenniumgoals : Nazioni Unite sugli Obiettivi di sviluppo del millennio HYPERLINK "http://www.ibase.br" www.ibase.br: Istituto Brasileño de Analisi Social y Economico HYPERLINK "http://www.unesco.org" www.unesco.org: United Nations Educational Scientific and Cultural Organization HYPERLINK "http://www.undp.org" www.undp.org: United Nations Development Programme HYPERLINK "http://www.un.org" www.un.org: United Nations HYPERLINK "http://www.fao.org" www.fao.org: Food and Agriculture Organization of the Nations HYPERLINK "http://www.eclac.org" www.eclac.org: Comision Economica para America Latina y el Caribe 2. Elenco delle sub aree (paesi /regioni/altro) nei quali si intende operare La condivisione dell’approccio, oltre che degli obiettivi generali, è condizione necessaria affinché il lavoro del Tavolo sia armonico, coordinato e produttivo. Le linee contenute nel Piano regionale per la Cooperazione internazionale della Regione Toscana tracciano un quadro, pienamente condivisibile, nel quale l’idea di un accordo solidale fra territori, pure a diverso grado di sviluppo, è alla base di qualsiasi progetto, programma o azione di cooperazione. L’ elemento distintivo della cooperazione decentrata (che si è definita anche sotto la spinta del Sistema della cooperazione toscana) è proprio nel superamento della logica del mero aiuto per approdare ad un concetto più alto di cooperazione che diviene azione complessa di costruzione di reti di soggetti omologhi (istituzionali e non) che cooperano per il raggiungimento di un modello di sviluppo sostenibile, fondato sulla valorizzazione del patrimonio di risorse locali, sul superamento dei conflitti, sull’inclusione sociale, sul rispetto e la tutela dell’ambiente e delle diversità sociali e culturali, sulla democrazia partecipativa. A partire dall’approfondimento e dalla condivisione di questo approccio il Tavolo stabilisce i criteri di definizione e di selezione delle azioni che meglio lo interpretano. Dal lavoro svolto fino ad oggi, tenendo conto delle azioni attive tutt’ora, delle sinergie instaurate, della continuità progettuale, le macro aree tematiche prioritarie risultano essere: Governance locale: supporto allo sviluppo di processi democratici e partecipativi, pianificazione urbana e territoriale, accesso ai servizi di base; servizi pubblici locali, prevenzione e mitigazione dei disastri naturali attraverso corrette tecniche di gestione del territoriale, sostegno all’innovazione tecnologica, institucional building. Sviluppo economico locale: sviluppo rurale, produzioni tipiche, commercio equo, turismo responsabile, comunitario e sostenibilie, creazione e sostenibilità d’impresa; economia sociale. Valorizzazione e tutela del patrimonio territoriale: risorse naturali, sociali e culturali. Diritti umani e inclusione sociale: diritti di cittadinanza, promozione della cultura di pace, sviluppo umano integrato, coesione sociale. Saranno comunque priorizzate, qualora le azioni siano indirizzate alla società civile, quelle i cui beneficiari siano minori, donne, minoranze etniche, disabili. Per gli anni 2007, 2008, 2009 e 2010 sono state individuate le seguenti priorità geografiche: 2007: Nicaragua, Colombia, Argentina, Brasile, Colombia, Repubblica Domenicana, Uruguay. 2008: Nicaragua, Colombia, Perù, Guatemala, Brasile, Argentina, Uruguay. 2009: Colombia, Cuba, Guatemala, El Salvador, Repubblica Dominicana. 2010: Nicaragua, Colombia, Perù, Guatemala, Brasile, Argentina, Uruguay. 3. Giustificazione delle priorità adottate alla luce delle priorità strategiche del Piano di Indirizzo ex L.R. n. 17/99 e n. 55/97, dei documenti annuali, degli orientamenti strategici del Ministero Affari Esteri, dell’Unione Europea e delle Organizzazioni Internazionali per l’area Tavola di coerenza strategica con gli orientamenti strategici del MAE Programma operativo Tavolo America Latina Orientamenti strategici MAE, dell’Unione Europea e delle Organizzazioni Internazionali in America Latina GOVERNANCE LOCALE/ supporto allo s v i l u p p o d i p r o c e s s i d e mo c r a t i c i e part ec ipat iv i, pianif ic az ione urbana e territoriale, accesso ai servizi di base: servizi pubblici locali, prevenzione catastrofi naturali , sostegno all’innovazione tecnologica, institutional building. Organizzazioni Internazionali E’ obiettivo fondamentale dell’UNDP contribuire al rafforzamento della democrazia in America Lat ina, c ons olidare il ruolo della legge e promuovere la crescita della partecipazione della società civile. La UNDP è inoltre impegnata a supportare il processo di capacity building per affrontare i cambiamenti climatici e gli interventi in caso di disastri naturali. I recenti progetti della Banca Mondiale per il miglioramento del settore pubblico sono rivolti a: sostenere i sistemi di gestione finanziaria gov ernat iv i (Boliv ia, Colombia, Ec uador, Guatemala, Honduras) per fornire dati in tempo reale su tutte le transazioni finanziarie e sviluppare il controllo delle spese in maniera decentralizzata, e migliorare i progetti del settori sociali; implementare sistemi elettronici per il pagamento delle tasse in Guatemala; assistere il sistema giuridico in Perù; infine, per le azioni rivolte a tutto il continente, la banca mondiale si impegna a sostenere il miglioramento della gestione finanziaria e le capacità dei governi regionali e municipali, spesso criticati dai cittadini. (America Latina and Caribbean regional brief; www.worldbank.org) Unione Europea L’Unione Europea è impegnata a promuovere una migliore intesa e impostazioni comuni tra le regioni, attraverso il dialogo sulle politiche e sugli s t rument i nei s et t ori int eres s at i, a liv ello normativo e a livello economico. Programma EUROsociAL: è una iniziativa di cooperazione tecnica della Commissione Europea per promuovere la coesione sociale in America Latina attraverso lo scambio di esperienze tra le amministrazioni pubbliche responsabili della ges t ione della gius t iz ia, dell’educ az ione, dell’occupazione, della fiscalità e della salute. Programma URBAL: lanciato nel 1995, Urbal VALORIZZAZIONE E TUTELA DEL PATRIMONIO TERRITORIALE: risorse ambientali, culturali e sociali. Organizzazioni Internazionali Il settimo degli Obiettivi del Millennio individua c ome priorit ario “garant ire la s os t enibilit à ambientale” e, attraverso il Traguardo numero 9, a sostenere l’integrazione dei principi dello s v iluppo s os t enibile nelle polit ic he e nei programmi nazionali e riducendo la perdita delle risorse ambientali. Il decennio caratterizzato dai due grandi Vertici delle Nazioni Unite tenutisi a Rio (Earth Summit, 1992) e a Johannesburg (Sviluppo Sostenibile, 2002), ha definito la nuova filosofia che dovrebbe ispirare la crescita economica internazionale. In base ad essa il processo di sviluppo non può prescindere dalle esigenze di equilibrio sociale e di salvaguardia dell'ambiente che debbono essere c ons iderat e c ome part e int egrant e di t ale processo. La Organizzazione degli Stati Americani (OSA), nella Dichiarazione di Panama, Energia per lo sviluppo sostenibile, riconosce come priorità la necessità di promuovere energia pulita attraverso la ricerca, lo sviluppo e il trasferimento delle tecnologie non nocive per l’ambiente. Unione Europea Tra gli obiettivi generali nello Strumento di cooperazione allo sviluppo per l’America Lati na (DCI ) 2007-2013, l’Unione Europea individua il rafforzamento delle sinergie positive tra coesione sociale e la tutela dell’ambiente mediante una migliore integrazione dei progetti volti a ridurre la povertà e a migliorare la gestione delle risorse naturali sostenibili. Con il Pr ogr amma EURO-SOLAR l’Unione Europea intende sostenere la riduzione della povertà offrendo alle comunità rurali isolate senza elettricità l’accesso a una fonte rinnovabile di energia. Ministero degli Affari Esteri Varie iniziative del MAE hanno l’obiettivo di DIRITTI UMANI E INCLUSIONE SOCIALE/ diritti di cittadinanza in particolare per donne, minori e indigeni Organizzazioni Internazionali Priorità numero due dei Millennium Development Goals: garantire che tutti, ragazze e ragazzi, completino un corso di educazione primaria; e priorità numero quattro: ridurre di due terzi l’incidenza della mortalità per i bambini sotto i 5 anni. Priorità numero tre dei Millennium Development Goals: promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne. I traguardi da raggiungere relativi a tale priorità previsti dalla Dic hiaraz ione del Millennio s ono quello di e l i mi n a r e l e d i s u g u a g l i a n z e d i g e n e r e nell’educazione primaria e secondaria (fissato per il 2005 e raggiunto da una buona parte dei paesi latinoamericani) e nell’educazione dei livelli superiori (entro il 2015). La Convenzione sui diritti del bambino delle Nazioni Unite del 1989, è lo strumento giuridico ancora oggi fondamentale sul tema della tutela dell’infanzia, e contiene un elenco esaustivo dei diritti di cui il fanciullo deve ritenersi portatore. I diritti di tale Convenzione possono essere raggruppati in quattro categorie: libertà e diritti civili (diritto alla registrazione, all’identità e ad una corretta informazione; libertà di pensiero, coscienza e religione, di associazione); ambiente familiare e protezione alternativa (responsabilità dei genitori e il diritto a vivere nel proprio ambiente familiare); diritti relativi alla salute e al benessere (diritto ad un adeguato livello di vita, alla salute, alla sicurezza sociale, all’educazione e allo svago); diritti relativi ai minori in particolari circostanze (disabili, rifugiati, in conflitti armati, in casi di sfruttamento economico o sessuale). Nel luglio del 2000 viene creato, dal Consiglio Economico e Sociale (organo che coordina il lavoro economico e sociale delle Nazioni Unite), il Foro Permanente per le Questioni Indigene, con il mandato di: preparare e diffondere informazioni s u l l a q u e s t i o n e i n d i g e n a ; f o r mu l a r e Raccomandazioni e Programmi per conto del SVILUPPO ECONOMICO LOCALE: sviluppo rurale, produzioni tipiche, commercio equo, turismo responsabile, comunitario e sostenibilie, creazione e sostenibilità d’impresa; economia sociale, cooperativismo Organizzazioni Internazionali La CEPAL-NU sottolinea l’importanza crescente della mic ro f inanz a c ome s t rument o per potenziare l’accesso al sistema finanziario e canalizzare risorse verso le aree produttive dei gruppi con minor reddito. Oltre a ciò, viene segnalata la necessità di creare meccanismi che facilitino e migliorino la gestione del rischio e la assegnazione di risorse verso le piccole e medie imprese. Unione Europea Tra gli obiettivi generali della programmazione della c ooperaz ione dell’Uni one Eur opea in America Latina emerge la promozione dello sviluppo delle infrastrutture e la creazione di un contesto sicuro per le attività economiche attraverso reti integrate, tenendo conto delle dimensioni sociali ed ambientali. AL-INVEST è un programma di cooperazione economica i cui obiettivi sono l’appoggio alla internazionalizzazione della piccola e media impresa dell’America Latina, in collaborazione con i partner europei, al fine di contribuire alla coesione sociale della regione. Ministero degli Affari Esteri Tra le priorità della cooperazione italiana allo sviluppo vi è la complementarietà tra le attività di assistenza alimentare, di sviluppo rurale e delle Pic c ole e Medie I mpres e (Pmi) e delle infrastrutture, di tutela del patrimonio culturale. L'Italia si impegna, inoltre, a sostenere il nuovo Fondo Fiduciario per la sicurezza alimentare e l'igiene degli aliment i, I s t it uit o dalla Fao, des t inando priorit ariament e i propri f ondi nell'aumento degli investimenti in agricoltura e nello sviluppo rurale intervenendo, in America Latina, principalmente nelle piccole isole dei Caraibi. L’aumento della produzione alimentare sostenuto dalla c ooperaz ione it aliana è pers eguit o attraverso la crescita della produttività delle Fonti principali CEPAL-UN, Trigesimo segundo peiodo de sesiones de la CEPAL, Repubblica Dominicana, 9 al 13 de junio de 2008 Ministero degli Affari Esteri, Linee guida della cooperazione italiana sulla tematica minorile Ministero degli Affari Esteri, Linee guida per la valorizzazione del ruolo delle donne e la promozione di un’ottica di genere nell’aiuto pubblico allo sviluppo dell’Italia Organizacion de los Estados Americanos, Declaracion de Panama: Energia para el desarrollo sostenible, sessione del 5 luglio del 2007 Organizzazione degli Stati Americani (OSA), Declaracion de Panama: Energia para el desarrollo sostenible, sessione del 5 luglio del 2007 Unione Europea, Relazione della Commissione al Consiglio, dell'11 giugno 2002, sulla valutazione dei progressi compiuti nella collaborazione con le popolazioni indigene Unione Europea, Strumento di cooperazione allo sviluppo per l’America Latina (DCI), Periodo 2007-2013 Unione Europea, Urbal Regional Aid Programme HYPERL INK " h ttp ://www.co o p e ra zio n e a llo svilu p p o .e ste ri.it" www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it HYPERLINK "http://www.eclac.cl" www.eclac.cl HYPERLINK "http://www.esteri.it" www.esteri.it HYPERLINK "http://www.eu.org" www.eu.org HYPERLINK "http://www.oas.org" www.oas.org HYPERLINK "http://www.programaeurosocial.eu" www.programaeurosocial.eu HYPERLINK "http://www.un.org" www.un.org HYPERLINK "http://www.un.org/millenniumgoals/" www.un.org/millenniumgoals/ HYPERLINK "http://www.undp.org" www.undp.org www.unicef.org HYPERLINK "http://www.worldbank.org" www.worldbank.org 4. Priorità di intervento e obiettivi specifici Dall’analisi di contesto e dei punti di forza e di debolezza individuati nel presente documento e a partire dagli indirizzi strategici prioritari stabiliti dal Governo Italiano, dall’Unione Europea e dai Programmi delle Nazioni Unite, prendendo atto degli indirizzi contenuti nel “Piano regionale per la cooperazione internazionale (L.R. 17/99) Periodo 2007-2010”: VALORI ZZAZI ONE E S V I L U P P O ECONOMICO LOCALE TUTELA DELLE R R I S O S E AMBIENTALI, SOCIALI E CULTURALI DI RI TTI UMA NI E G O V E RNA NCE INCLUSIONE SOCIALE LOCALE Promuovere esperienze Favorire le iniziative Sostegno integrato alle Sostegno ai processi di innovative quale quella che si collocano in un politiche di riduzione d e c e n t r a me n t o : • dei distretti sia contesto di sviluppo della povertà di r a f f o r z a me n t o d e i industriali che rurali, solidale, fondato sulle inclusione sociale e di Governi capaci di sperimentare risorse del territorio, lotta c o n s o l i d a me n t o e economie solidali ed capace di coniugare ineguaglianze e sviluppo ecologiche, sostenibilità, coesione l’emarginaz ione d e m o c r a z i a sociale e territoriale. sociale, a partire dai partecipativa. di c o mme r c i o e q u o e contro le solidale attraverso la dei gruppi etnici v aloriz z az ione dei minorit ari, territori nella particolare attenzione promozione del turismo alle donne e ai minori, sostenibile, comunitario di accesso ai servizi e res pons abile, per sanitari di base (acqua, sviluppare e rafforzare salute), all’istruzione e il tessuto sociale e alla f ormaz ione aumentare/differenziare professionale, di le fonti di reddito per i sovranità e sicurezza settori più svantaggiati, aliment are; in particolari femminili e salvaguardia del ruolo indigeni della con locali, della Sostegno alle politiche di tutela ambientale e territoriale e la prevenzione dei disastri a partire dal c o i n v o l g i me n t o d e i livelli locali di Governo e lo sviluppo delle loro competenze di medic ina tradizionale nella tutela della salute. Particolare attenzione dovrà avere la t ut ela dei dirit t i u ma n i , n e l l a l o r o accezione più ampia, soprattutto nelle aree post-conflittuali o in aree abitate da alte percentuali di popolazioni indigene. In particolare, processo nel di pac if ic az ione e di ris pet t o dei dirit t i u ma n i , u n a d e l l e priorità è la lotta contro l’impunità 4.1 Le priorità individuate dal Tavolo America Latina e Caraibi sono: Governance locale: supporto allo sviluppo di processi democratici e partecipativi, pianificazione urbana e territoriale, accesso ai servizi di base - servizi pubblici locali -, prevenzione di catastrofi naturali, sostegno all’innovazione tecnologica e institucional building. Sviluppo in forma condivisa di strategie territoriali di gestione dei sistemi urbani. Impegno rivolto principalmente al miglioramento delle capacità e degli strumenti di pianificazione urbana e territoriale che promuovano anche la coesione sociale e territoriale, attraverso la creazione di reti che vedano i territori protagonisti dell’interscambio di know how e della condivisione di buone prassi amministrative, in una strategia che individui nell’ente locale il soggetto che promuove ed indirizza le politiche di sviluppo, anche settoriali, nel territorio. In questa direzione vanno inserite le attività di sostegno ai processi di decentramento amministrativo in atto in larga parte dell’America Latina, con una particolare attenzione rivolta alle zone di post-conflitto. Strettamente connessi alle attività di rafforzamento delle istituzioni, saranno promossi interventi mirati a sviluppare capacità di implementare politiche per la difesa e per l’integrazione dei gruppi sociali più deboli con azioni dirette alla tutela sociale, all’accesso e alla qualificazione dell’istruzione e della formazione professionale, all’innovazione tecnologica nelle amministrazioni. Un forte impegno, infine, verrà rivolto al sostegno delle politiche di prevenzione dei disastri ambientali, con l’obiettivo di favorire la diffusione e l’applicazione di buone pratiche di tutela del territorio oltre che modelli organizzativi capaci di permettere ai governi di intervenire in caso di calamità naturali (soprattutto in zone particolarmente vulnerabili del continente come la Regione andina e i Caraibi, frequentemente colpite da terremoti e uragani con tragiche conseguenze). Valorizzazione e tutela del patrimonio territoriale: Sostegno alle politiche e alle attività di valorizzazione e tutela del patrimonio ambientale, sia naturale che antropico, patrimonio socio culturale -inteso come l’insieme degli elementi di identificazione del cittadino verso il proprio territorio. L’obiettivo è quello di favorire una cooperazione tra territori per il raggiungimento di un modello di sviluppo sostenibile capace di contrastare il processo di degrado territoriale attraverso il trasferimento e la condivisione di strumenti, tecniche e buone pratiche appropriate per risolvere le numerose criticità ambientali, sociali e culturali che affronta oggi il continente latinoamericano. Tra i vari ambiti su cui si intende intervenire possiamo menzionare la valorizzazione e tutela del patrimonio naturale (acqua, suolo, habitat originali, diversità agricola etc.) del patrimonio antropico (beni archeologici, architettonici, urbanistici, etc.) del patrimonio sociale (organizzazioni sociali come elementi di identificazione del cittadino, consuetudini sociali) e culturale (tradizioni e espressioni orali locali, arti dello spettacolo, eventi rituali e festivi, artigianato tradizionali, etc.) Tutela e valorizzazione del territorio che vanno intese anche e soprattutto come strumenti sia di sviluppo che di coesione sociale e territoriale. Sviluppo economico locale: sviluppo rurale, produzioni tipiche, commercio equo, turismo sostenibile, creazione e sostenibilità d’impresa, economia sociale, cooperativismo. Saranno sostenute le attività di miglioramento e innovazione delle produzioni tipiche dell’agricoltura e dell’artigianato e, in particolare, quelle attività che possano favorire il rafforzamento di aziende cooperative allo scopo di promuovere l’economia sociale, il cooperativismo e il commercio equo e solidale a livello nazionale e internazionale. Le iniziative della cooperazione toscana, inoltre, intendono sostenere lo sviluppo di un turismo sostenibile (ecologicamente sostenibile, economicamente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali, contro ogni forma di sfruttamento sessuale) come motore per uno sviluppo locale in grado di rispettare e valorizzare le tradizioni locali. Diritti umani e inclusione sociale: diritti di cittadinanza in particolare per donne, minori e indigeni e promozione della cultura della pace. Verranno rafforzate le azioni a sostegno dei diritti umani e diritti civili attraverso la costruzione di modelli che amplino la partecipazione ai processi decisionali nelle amministrazioni e nella società civile. Il sostegno a percorsi di emancipazione e protagonismo delle fasce sociali più vulnerabili (donne in contesti di conflitto o postconflitto, bambini e adolescenti lavoratori, minoranze etniche, comunità contadine etc.), testimonia la forte volontà di coinvolgere attivamente tutti gli attori interessati dai progetti di cooperazione tramite un approccio comunitario che valorizzi le capacità e le potenzialità di auto-gestione e auto-sviluppo presenti nelle zone più disagiate del continente. Promozione di una cultura della pace per una prospettiva che veda protagonisti dei percorsi di riconciliazione non solo i Governi ma anche la società civile. 5. Modalità di esecuzione e gestione del Programma 5.1 - I gruppi di coordinamento tematici o di sub area geografica Il Tavolo ha costituito gruppi di coordinamento di area tematica e/o sub area geografica finalizzati ad approfondimenti di tipo tematico o disciplinare e alla costruzione di reti (nel senso di sistemi organizzati di relazioni) all’interno dell’area: G.d.C di area geografica “Colombia “ E n t e / o rg a n izza zio n e / a sso cia zio n e responsabile del gruppo di lavoro Associazione Medina Dirit t i u ma n i e in c lu s io n e s o c ia le : riconciliazione, educazione alla pace, svilu p p o u ma n o in te g ra to , co e sio n e sociale, tutela e inserimento sociale e lavorativo dei rifugiati interni e delle popolazioni native e afrodescendientes; Tema specifico di lavoro del gruppo Sviluppo economico locale: creazione e sostenibilità d’impresa, economia sociale. Valorizzazione delle risorse locali: in particolare risorse umane e culturali, G o v e rn a n c e lo c a le : in p a rt ic o la re istitutional building, supporto allo sviluppo di processi democratici e partecipativi, accesso ai servizi di base, servizi pubblici locali. Territori: Dipartimento Valle del Cauca, in particolare municipio di Cali. Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica (Partenariato locale) Partner locali: Municipio di Cali, Provincia di Cali, Camara de Comercio de Cali, Univerisidad de la Valle del Cauca, Gruppo di Teatro La mascara (Cali); Si Mujer – Fundación de Servicios Integrales para la mujer; Edupar – Asociación educativa para la participación y la convivencia ciudadana, Fundación Mavi - Soggetti iscritti al tavolo aderenti Comunità Montana del Mugello, Comune di Follonica, Comune di Roccastrada, Fo n d a zio n e P o n t e d e ra Te a t ro , A sso cia zio n e Cu lt u ra le Co mp a g n ia Instabile dei Dintorni di Roccastrada, Istituzione Centro Nord-Sud; Associazione P ro co lo mb ia , Co o p i To sca n a , DI A F (Università di Firenze) Altri partnes 2. G.d.C di sub area geografica “Nicaragua” E n t e / o rg a n izza zio n e / a sso cia zio n e responsabile del gruppo di lavoro Comune di Pontedera Il tema specifico su cui il gruppo si propone di lavorare è lo Sviluppo Integrale del Territorio, declinato nei seguenti settori di intervento: G o v e rn a n c e lo c a le : in p a rt ic o la re istitutional building, supporto allo sviluppo di processi democratici e partecipativi, accesso ai servizi di base, servizi pubblici locali. Tema specifico di lavoro del gruppo Valorizzazione e tutela del patrimonio territoriale: in particolare valorizzazione e tutela del patrimonio naturale e culturale, con particolare attenzione alla cultura e dell’identità indigena. Sviluppo economico locale: turismo etico e sostenibile, creazione e sostenibilità d’impresa economia sociale, riconversione produttiva, Diritti umani e inclusione sociale: sviluppo u ma n o in te g ra to , co e sio n e so cia le , inserimento sociale e lavorativo dei gruppi sociali svantaggiati quali donne, disabili, minoranze etniche Territori:Nicaragua. Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica (Partenariato locale) Soggetti iscritti al tavolo aderenti Nel Dipartimento di León, i Comuni di L e ó n , L a P a z C e n t ro , N a g a ro t e , Quezalguaque, Malpaisillo, Telica, Santa Rosa del Peñon, Achuapa, El Sauce, El Jicaral. Nel Dipartimento di Managua, il comune di Ciudad Sandino. Partner: amministrazioni dei suddetti territori, ADMUL, Università UNI e UNAN, Associazione Los Pipitos, Xochitl Acalt, Comunità indigena di Sutiaba, Consejo Territorial Indigena, INETER, INTUR, Casa de Cultura de Leon, MINSA, SILAIS, Central de Trabajadores Sandinista Co mu n e d i F o llo n ic a , Circ o n d a rio Empolese Valdelsa, Comunità Montana del Mugello, Provincia di Pistoia, Comune di Portoferraio, Provincia di Livorno, A sso cia zio n e Me d in a , A sso cia zio n e Insieme per Ricordare Sara e Franco, COSPE, AUCS, DIAF, Università di Firenze (Facoltà di Architettura), Cooperativa AGAPE Comuni di Uzzano, Sambuca Pistoiese, L a mp o re c c h io , Mo n t e c a t in i T e rme , Larciano, Pistoia, Comune di Pescia, Massa e Cozzale, Ponte Buggianese, Montale, Cooperativa Medica Cino da Pistoia, Cgil territoriale di Pistoia, Altri partnes Comuni che compongono l'Associazione della Valdera: Bientina, Buti, Calcinaia, Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Lajatico, Lari, Palaia, Peccioli, Ponsacco. Maria a Monte, Terricciola 3. G.d.C di sub area geografica “Repubblica Domenicana” E n t e / o rg a n i z z a z i o n e / a s s o c i a z i o n e responsabile del gruppo di lavoro Comune di Arezzo Tema specifico di lavoro del gruppo Valorizzazione del territorio attraverso l’economia sociale e la sensibilizzazione sul tema del turismo responsabile Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica. (Partenariato locale) Re p u b b lica Do min ica n a P ro vin ce d i Salcedo e Monseñor Nouel, Asocain, Coscafè, Federacion de Campesinos hacia el Progresso, Secretaria de Estado de Educación Soggetti iscritti al tavolo aderenti Comune di Arezzo, Provincia di Arezzo, Provincia di Grosseto, Cisai (Unisi), Ucodep Altri partnes Co mit a t o A re t in o Co o p e ra zio n e Decentrata, Comune di S. Fiora. Centro Studi Turistici Firenze 4. G.d.C di area tematica:”Gestione sostenibile delle risorse naturali e ambientali” E n t e / o rg a n izza zio n e / a sso cia zio n e responsabile del gruppo di lavoro Tema specifico di lavoro del gruppo AUCS Associazione Universitaria per la Cooperazione e lo Sviluppo - onlus Il gruppo di lavoro si prefigge di lavorare nei seguenti settori di intervento: gestione sostenibile risorse idriche per la sicurezza e la sovranità alimentare; inquinamento e g e stio n e d e i rifiu ti; siste mi e n e rg e tici rinnovabili; rapporto tra sviluppo rurale e tutela della diversità agricola, alimentare e culturale; biodiversità intesa come corretta gestione delle risorse ittiche e faunistiche; salvaguardia, tutela e gestione sostenibile dei boschi delle foreste; conservazione e/o ripristino degli habitat naturali ed originari. Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica (Partenariato locale) NICARAGUA - dipartimento di Leon: UNAN L e o n , Mu n icip io d i L e o n , A DCA (A sso cia cio n De sa rro llo Co mu n it a rio Abangasca), Fondazione per lo sviluppo integrale della donna indigena di Sutiaba “Xochilt Acalt”, MCN CUBA - Provincia di Città dell’Avana: Grupo para el Desarrollo Integral de la Capital GUATEMALA – dipartimento di Sololà : Accion contra el Hambre ECUADOR – provincia di Manabí BRASILE – Stato Rio Grande do Norte: Coletivo Quan An, Instituto Potiguar de Juventude pela cidadania Soggetti iscritti al tavolo aderenti Diaf (Università di Firenze), Manitese Fire n ze , L e g a mb ie n t e To sca n a , wwf Toscana , aiab toscana, Fratelli dell’uomo, Peace games uisp toscana, A petit pas, Vivamazzonia Altri partnes Comune di Scandicci, Comune di Stazzema, Co mu n e d i P o p p i, Co mu n e d i S a n Casciano, Cooperativa TUA (altri in corso di definizione) 5. G.d.C di area tematica “Economia sociale” E n t e / o rg a n izza zio n e / a sso cia zio n e responsabile del gruppo di lavoro Tema specifico di lavoro del gruppo COSPE P ro mo zio n e d e ll’E co n o mia S o cia le in America Latina Argentina: capitale federale e Provincia di Buenos Aires – partners: ferycotra, Fecotra, Consorcio Productivo del Sur, Municipio di Quilmes. Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica (Partenariato locale) Uruguay:Montevideo – Partners :Canelones FCPU, Cudecoop, Intendenza Municipale di Canelones Brasile: San Paolo, Unisol Co lo mb ia : A s s o c ia z io n i A mmu s a r e Assomuca, Gobernaciòn de Antioqua, Municipios de Santa Rosa de Osos y Caucasia, Universidad EAFIT (Medellin) Soggetti iscritti al tavolo aderenti Cospe, Provincia di Siena, Comune di Empoli, Comune di Pontassieve, Comune di Arezzo, Comune di Barberino, Co&So Empoli, Co&So Siena, Co&So Firenze, Consorzio Archè, Cooperativa Tangram. Cooperativa Samarcanda, Consorzio Polis (in rosso da confermare) Altri partner 6. G.d.C di area tematica “Giovani, Donne e Nativi” E n t e / o rg a n iz z a z io n e / a s s o c ia z io n e responsabile del gruppo di lavoro ARCI TOSCANA Tema specifico di lavoro del gruppo Donne, Giovani (infanzia e adolescenza) e minoranze Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica (Partenariato locale) P E RU’, CO L O MB I A , NI CA RA G UA , GUATEMALA Soggetti iscritti al tavolo aderenti A RCI TO S CA NA - CO S P E -MA NI TE S E F I R E N Z E -A S S . A MI C I D E I B A MB I N I TOSCANA -ASS. PRO COLOMBIA- ASS. S A RA E FRA NCO - A S S . A MI CI DE L POPOLO GUARANI’ Altri partnes C O L L E T T I V O Q U A N A N , v a ri E E L L dell’aretino e del pistoiese ( i quali devono a n co ra co n fe rma re la lo ro vo lo n tà a partecipare al gruppo di lavoro). 7. G.d.C di area tematica “Pianificazione urbana e valorizzazione delle risorse culturali” E n t e / o rg a n izza zio n e / a sso cia zio n e responsabile del gruppo di lavoro Associazione Medina Tema specifico di lavoro del gruppo P ia n if ica zio n e u rb a n a e t e rrit o ria le , valorizzazione delle risorse locali materiali e immateriali. Nicaragua (Dipartimento di León): Partner: le amministrazioni dei Comuni di L e ó n , L a P a z Ce n t ro , Na g a ro t e , Quezalguaque, Malpaisillo, Telica, Santa Rosa del Peñon, Achuapa, El Sauce, El Jicaral; ADMUL, Università UNI, INETER. Colombia: Partner: Municipio di Cali, Provincia di Cali, Cámara de Comercio de Cali; Universidad de la Valle del Cauca; Gruppo di Teatro La mascara (Cali); Si Mujer – Fundación de Servicios Integrales para la mujer; Edupar – Asociación educativa para la participación y la convivencia ciudadana; Fundación Mavi Guatemala: Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica (Partenariato locale) Partner: Municipio di La Antigua Guatemala; Asociación de Arquitectos e Ingenieros de La Antigua. Perù: Municipi di El Carmen e Pueblo Nuevo, Instituto Nacional de Defensa Civil, Instituto Geofísico del Perù Chile: Municipio di Viña del Mar, Universidad de Valparaíso, Universidad de Las Américas, Cámara Regional de Turismo Argentina: Comunidad Regional Valle de Punilla, Municipio di Capilla del Monte, Provincia de Co rd o b a , Ag e n cia d e Tu rismo d e la Provincia de Córdoba, Cámara de Comercio de Cordoba, Soggetti iscritti al tavolo aderenti Comune di Pontedera, Comune di Follonica, Comune di Livorno, Comune di Portoferraio, Provincia di Pistoia, Circondario EmpoleseValdelsa, Comunità Montana del Mugello, Co o p i To sca n a – Co o p e ra zio n e in t e rn a zio n a le , A sso cia zio n e Fra t e lli dell’uomo, Associazione +SUD Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Costruzioni. Altri partnes Comune di Bientina, Comune di Buti, Comune di Calcinaia, Comune di Capannoli, Comune di Casciana Terme, Comune di Chianni, Comune di Crespina, Comune di Lajatico, Comune di Lari, Comune di Palaia, Comune di Peccioli, Comune di Ponsacco, Comune di S.Maria a Monte, Comune di Terricciola. Inoltre é stato proposto il Gruppo di Lavoro tematico “Turismo sostenibile, comunitario, responsabile” la cui costituzione si rinvia alla verifica della fattibiltà di un gruppo di lavoro comune con gli altri Tavoli di Area Geografica. A questi si sono aggiunti nel 2009 altri due Gruppi di Coordinamento: il G.d.C di area geografica per la Bolivia e quello per il Guatemala 8. G.d.C di area geografica “Bolivia” Ente/organizzazione/associazione responsabile del gruppo di lavoro Associazione di Volontariato e Cooperazione Internazionale Carretera Central Sviluppo locale Tema specifico di lavoro del gruppo Formazione professionale ai Giovani Microimpresa Microcredito Bolivia Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica Dipartimento di La Paz (Partenariato locale) Municipio di El Alto Dipartimento di Oruro Art Gold Bolivia Carretera Central di Siena Provincia di Siena Comune di Monteriggioni Comune di Livorno Arci Regionale Toscana Soggetti iscritti al tavolo aderenti Clinica Malattie Infettive e Tropicali, Università di Firenze Dipartimento di Urbanistica Università di Firenze Consorzio di Cooperative Sociali Archè Comitato Arci Bassa Val di Cecina (altri soggetti iscritti al tavolo che sono in via di contatto) UNDP UNOPS Comunità Montana del Frignano Comune di Pavullo Regione Emilia Romagna Comunità Montana dell’Amiata Senese Altri partnes CNA Siena Arci Siena Cooperativa Sociale Il Nodo (altri partner che sono in corso di contatto, in particolare Comuni interessati a sviluppare il tema dello scambio di Know How sulla gestione degli enti locali e della democrazia partecipata) 9. G.d.C di area geografica “Guatemala” Ente/organizzazione/associazione responsabile del gruppo di lavoro Consorzio Ucodep/Manitese. Nota: sarà a breve definito e comunicato un unico referente/coordinatore del gruppo Sviluppo locale Tema specifico di lavoro del gruppo Sicurezza idrica Valorizzazione cultura locale Corporacion de las Municipalidades Indigenas de Sololà Municipalidad de Sololà Departamento de Sololà Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica Consejos Comunitarios e Consejo Municipal de Desarrollo de Sololà (Partenariato locale) Consejo Nacional de Educacion Maya Fundacion Universidad Maya Fundacion Nahual Fundacion Guillermo Torelio Attualmente: Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale Soggetti iscritti al tavolo aderenti Dipartimento di scienze dell'educazione e dei processi culturali e formativi Water Right Fundation Si proporrà l’adesione al gruppo di coordinamento a tutti gli ex membri del Tavolo Guatemala Comune di Vicchio Comune di B. San Lorenzo (da verificare l’adesione formale) Comunità Montana del Mugello (da verificare l’adesione formale) Altri partners Si proporrà l’adesione al gruppo di coordinamento a tutti gli ex membri del Tavolo Guatemala Si proporrà l’adesione al gruppo di coordinamento a tutti gli ex membri del Tavolo Guatemala 5.2 - I Gruppi di Progetto Ciascun Tavolo di area geografica istituisce gruppi di progetto finalizzati alla elaborazione di progetti specifici con riferimento al proprio Programma Operativo. Con la decisione di istituzione del gruppo di progetto, il Tavolo è tenuto a indicarne la composizione (di norma molto contenuta), identificare le tematiche, l’ambito territoriale, gli obiettivi, le modalità di reperimento delle risorse e il termine temporale per la definizione della proposta di progetto che lo stesso Tavolo esaminerà e adotterà formalmente. Nella proposta progettuale deve essere chiaramente individuato il partenariato su cui si fonda l’iniziativa, sia con riferimento al territorio toscano che a quello locale in modo da valorizzare i saperi e le vocazioni di ciascun soggetto, individuando le responsabilità e i rispettivi segmenti operativi, nonchè le risorse apportate. Nell’anno 2007, 2008 e 2009 il Tavolo di America Latina ha proceduto alla formulazione dei seguenti progetti esecutivi sottoposti all’esame della Giunta Regionale per la valutazione finale e l’attribuzione del contributo al soggetto attuatore. PROGETTI TAVOLO AMERICA LATINA – ANNO 2007 N Paese Soggetto Proponente COMUNE PONTEDERA 1 Nicaragua 2 Colombia ASSOCIAZION E MEDINA 3 Argentina, Brasile, Colombia, Repubblica Domenicana, Uruguay COSPE Titolo progetto Sviluppo sostenibile del Dipartimento di Leon e Managua Il teatro di genere: strumento per lo sviluppo della coesione sociale e dell'identità femminile”. “RETE DEL SUR: Sostegno agli attori dell’economia sociale del sudamerica” Contributo concesso 75.000,00 75.000,00 116.000,00 PROGETTI TAVOLO AMERICA LATINA – ANNO 2008 N Paese Soggetto Proponente Titolo progetto Contributo concesso 1 ARCI TOSCANA “Juventud: Diritti in Rete” 25.000,00 2 Perù, Guatemala, Brasile Argentina, Uruguay, Brasile, Colombia CONSORZIO ARCHE' SIENA 88.000,00 3 Nicaragua COMUNE PONTEDERA 4 Colombia, Nicaragua, Perù ASSOCIAZION E MEDINA “Red del Sur: rafforzamento della rete sudamericana del settore della economia sociale” “Valorizzazione delle Risorse Sociali, Culturali e Ambientali dei Dipartimenti di Leòn e Managua (Nicaragua)” “Pianificazione delle Aree fragili: Strategie per il rafforzamento della coesione territoriale in Colombia, Nicargua, Perù” Titolo progetto Contributo concesso 59.850,00 83.000,00 70.000,00 PROGETTI TAVOLO AMERICA LATINA – ANNO 2009 N. Paese 1 Colombia 2 Cuba e Guatemala 3 El Salvador e Guatemala 4 Repubblica Dominicana Soggetto Proponente ASSOCIAZION E MEDINA CIRCONDARIO EMPOLESEVALDELSA COSPE ONG UCODEP Contarla para vivir Governare il territorio Gestione sostenibile delle risorse naturali e ambientali Ponte a cooperar 73.150,00 93.100,00 39.900,00 5.3 - Monitoraggio e valutazione Il processo di valutazione dei progetti di cooperazione si articolerà in due principali fasi (una di monitoraggio e una di valutazione ex post) e avrà i seguenti obiettivi: Seguire l’andamento dei progetti attuati da terzi rilevando lo stato di avanzamento degli stessi: attività realizzate, rispetto della tempistica, spese sostenute; il tutto confrontato con il cronogramma presentato in fase di approvazione del progetto. Valutare, dopo la loro conclusione, i progetti finanziati rilevando – presso gli attori toscani - i principali risultati e benefici ottenuti, le problematiche riscontrate, il rispetto dell’impostazione ex ante dell’intervento, le dinamiche di attuazione del progetto. Approfondire, attraverso un metodo partecipato di valutazione, i risultati ottenuti e i processi di cambiamento innescati dai progetti in un area specifica di intervento di particolare interesse nella strategia di sviluppo regionale. Creare degli strumenti di diffusione dei risultati per evidenziare le buone pratiche emerse dal sistema toscano di cooperazione decentrata. 5.3.1 - L’attività di monitoraggio dei progetti attuati da soggetti terzi, sarà realizzata attraverso la raccolta e l’analisi di dati e informazioni a circa metà del calendario previsto da ciascun progetto sui quali sarà predisposto un report. A tal fine verranno predisposte apposite schede di rilevazione dati da redigere ai soggetti proponenti i progetti. La scheda di monitoraggio sarà impostata per la rilevazione di indicatori e di informazioni utili a cogliere, in particolare, gli scostamenti tra attività previste ed i risultati attesi, lo sviluppo armonico delle attività, il rispetto della tempistica nello svolgimento delle attività, le attività già realizzate ed i risultati conseguiti nella prima fase del progetto, i fattori intervenuti nel determinare tali risultati, gli elementi di successo e quelli di difficoltà, le principali problematiche riscontrate in fase di avvio del progetto, la misurazione dello stato di attuazione finanziaria. 5.3.2 - La valutazione ex post si esprimerà sull’efficacia delle azioni realizzate rispetto agli obiettivi previsti, sui risultati, benefici e cambiamenti introdotti, sulla loro eventuale riproducibilità e sulla loro efficienza e sostenibilità. Le dimensioni da indagare saranno, in particolare, quelle relative a: scostamenti tra quanto previsto, desiderato, atteso e quanto effettivamente realizzato; eventi ed elementi - prevedibili e non prevedibili - emersi nel corso del processo di realizzazione dei progetti; reale efficacia delle attività realizzate; funzionamento del partenariato ed il ruolo di ciascun Partner; elementi che potrebbero contribuire alla sostenibilità; elementi di successo da riproporre o riprodurre – buone prassi – in una prospettiva di elaborazione di un sistema di benchmarking. 5.3.3 - Una particolare importanza verrà attribuita alla diffusione dei risultati emersi nelle valutazioni – in termini di “lessons learnt” - e delle cosiddette “best practices” del sistema della cooperazione. Un fondamentale contributo dato dalla valutazione – in itinere ed ex post - consiste nella possibilità di definire alcuni parametri quantitativi e qualitativi di performance (es. sulle metodologie e modalità progettuali, sull’implementazione/gestione puntuale degli interventi, sui fattori critici di successo, ecc.). Dalle indagini sul campo e da eventuali ulteriori approfondimenti ad hoc ci attendiamo l’identificazione di “best practices”, intese come progetti che presentino elevati standard qualitativi e positive performance in termini di gestione del progetto e di contributo allo sviluppo. L’insieme delle “best practices” potrà fra l’altro consentire l’elaborazione di un sistema di benchmarking utile all’impostazione di futuri interventi (valutazione ex-ante) e per il loro controllo in fase di attuazione (valutazione in itinere). 6. Piano finanziario unitario che specifichi il contributo regionale, quello degli altri partners toscani, il contributo nazionale, comunitario e delle OO.II. Contributo alle attività del tavolo: 2007 R e g i o n e 266.000,00 Toscana 2008 266.000,00 2009 266.000,00 2010 266.000,00 7. Elenco indicativo dei progetti. In armonia con le indicazioni contenute nel Piano Operativo approvato nella forma del PIR, i Tavoli di area geografica procedono alla formulazione del/i progetto/i esecutivo/i, che sottopongono all’esame della Giunta Regionale per la valutazione finale e l’attribuzione del contributo al soggetto attuatore. Prendendo atto del documento “Criteri comuni per l’individuazione delle priorità di lavoro e di impiego delle risorse disponibili per i PIR di iniziativa dei Tavoli Geografici” redatto a cura della Regione Toscana in data 31 luglio 2007, e sulla base dei contributi emersi nel dibattito del Tavolo America Latina, sono stati individuati, per l’anno 2010 i seguenti progetti: Giovani, donne e nativi P RIORITÀ TEMATICA P RIORITÀ GEOGRAFICA DESCRIZIONE E GIUSTIFICAZIONE Inclusione sociale e difesa dei diritti dei soggetti svantaggiati Perù, Guatemala e Brasile La presente proposta progettuale si pone in continuità con il progetto “Juventud: Diritti in Rete” finanziato dal tavolo America Latina nel 2008 finalizzato alla creazione di una rete di interscambio e collaborazione che potesse permettere l’innesco di forti processi di confronto metodologico e procedurale, sussidio, formazione, lobbying nei quadranti e nelle sedi internazionali. Proprio in forza delle attività progettuali svolte, degli ottimi risultati ottenuti nella creazione della rete e delle missioni di interscambio dal quale è emerso un forte bisogno di estensione della rete e di messa in opera di attività volte all’inclusione sociale dei beneficiari, si ritiene importante dare continuità e sviluppo al progetto “Juventud: Diritti in Rete” attraverso le seguenti linee direttrici: - valorizzazione e ottimizzazione della rete; - ampliamento della rete e coinvolgimento di n u o v e re a l t à (a re e g e o g ra f i c h e e partenariato) - imp le me n t a z io n e d i a t t iv it à v o lt e all’inclusione sociale degli adolescenti e dei giovani inseriti messi in rete. OBIETTIVO A TTIVITÀ PREVISTE Contribuire al soddisfacimento dei bisogni di base e delle opportunità di vita degli adolescenti e giovani dei paesi latino americani coinvolti attraverso iniziative e percorsi di inclusione sociale La presente scheda individua le linee direttrici delle attività previste mantenendo un basso livello di dettaglio poiché il gruppo di progetto intende recepire gli orientamenti d e l se min a rio ch e si re a lizze rà n e lla prossima primavera previsto nell’ambito del progetto 2008, in un’ottica di progettazione partecipata, punto cardine della rete. In linea generale, le attività di cui alla presente proposta progettuale saranno orientate verso: - P e rco rsi d i p ro mo zio n e d e lla partecipazione per le fasce sociali più vulnerabili; - Co rsi d i o rie n t a me n t o , f o rma zio n e professionale e avviamento al lavoro; - Interscambio, attraverso la rete, di buone prassi che possano permettere l’innesco di forti processi di confronto metodologico e procedurale, sussidio, formazione, lobbying nei quadranti e nelle sedi internazionali. RISULTATI ATTESI - Migliorate le capacità e competenze degli adolescenti e giovani delle fasce sociali più vu ln e ra b ili (b e n e f icia ri d ire t t i) a i f in i d e ll’in se rime n t o la vo ra t ivo e d e l protagonismo sociale. - Rafforzata e ampliata la rete P ARTENARIATO TOSCANO/ITALIANO/INTERNAZIONALE Arci Toscana (Referente Francesco Romizi), Uisp Comitato di Firenze: Ugo Bercilli, Uisp Solidarietà Firenze: Orlando Materassi, Amici dei Bambini (Referente Calogero Gugliotta), Peace Games (Referente Maria G ra z ia P u g lie s e ), Ma n it e s e Fire n z e (Referente Ilda Dreoni), Circolo Baobab (Donatella Bidini), Istituzione Centro Nord S u d d e lla P ro vin cia d i P isa (Ch ia ra Benvenuti), Progetto Agata Smeralda (Paola Parisi), RETE DI AMICIZIA CON LE RAGAZZE E I RAGAZZI DI STRADA AMISTRADA ONLUS, Comune di Arezzo, Comune di Cortona, Comune di Pisa, Provincia di Arezzo, Comune di Monte San Savino, Comune di Pistoia , Provincia di Pistoia , Comune di Scandicci LOCALE V ALORE DEL PROGETTO Coletivo Quan An (Referente: Antonino Condorelli, Brasile),Instituto Potiguar de Juventude pela Cidadania (IJC), Federação dos Trabalhgadores na Agricultura do Rio Gra n d e d o No rte (FETARN, Bra sile ), Secretaria de Estado de Educação e Cultura do Rio Grande do Norte (SEEC-RN, Brasile), Manthoc ( Referente Olga Rivera Román, Perù) , Adra: Adra - Agenzia Adventista para el Desarollo y Recursos Asistenciales ( Perù), Cometa ( Perù), Asociación Movimiento de Jóvenes de la Calle – MOJOCA( Guatemala), Centro Social Dom Lucas Moreira Neves ( Brasile), Città Don Bosco Corumbà ( Brasile) 110.000,00 CONTRIBUTO RT 80.000,00 euro (da definire) COFINAZIAMENTO PARTNERS 30.000,00 euro 2) Economia sociale P RIORITÀ TEMATICA Priorità Geografica Sviluppo economico locale Argentina, Brasile, Uruguay, Colombia, Guatemala DESCRIZIONE E GIUSTIFICAZIONE Si tratta di un intervento finalizzato al sostegno delle esperienze delle organizzazioni del mondo dell’economia sociale in alcuni paesi del Mercosur (Argentina,Brasile,Uruguay,Colombia) e del centro america (Guatemala); la maggior parte delle organizzazioni dell’economia sociale, “imprese sociali” coinvolte nell’azione (forme giuridiche quali cooperative e/o associazioni di piccoli produttori, ect..) sono affiliate a Federazioni e ad Organizzazioni cooperative. Queste organizzazioni di secondo e terzo livello tra cui alcuni partner dell’intervento proposto, FCPU Uruguay, UNISOL Brasile, FACTA e FUNDEMOS Argentina, hanno costituito il soggetto “Red del sur” nel quale confluiscono le organizzazioni delle imprese sociali. La rete suddetta nasce con l’intervento del tavolo AL del 2007 e viene supportata nel suo consolidarsi ed affermarsi con quello del 2008. La Colombia partecipa con le sue organizzazioni in quanto vuole inserirsi nell’idea progettuale della Red del sur e avviare scambi e filiere interregionali. L’esperienza del Guatemala invece permetterà ai principali partner de la “Red del Sur” di verificare la possibilita di ampliare l’incidenza politica della Red del sur nella regione centroamericana, individuando soggetti istituzionali che appoggiano le istanze continentali (Aci America) ed internazionali (Cicopa) del cooperativismo. Oggi con questa azione nel 2010 si intende: sostenere tutta la filiera dei diversi segmenti di prodotto delle imprese sociali (dal settore primario a quello dei servizi e del manufatturiero) nell’infrastruttura, assistenza tecnica e formazione e favorire, consolidare ed arricchire l’intercambio e le relazioni che si sono costituite con soggetti dell’economia sociale del mondo della cooperazione sociale del territorio toscano. Il settore dell’economia sociale rappresenta una delle opportunità e delle potenzialità piu interessanti per poter contrastare la povertà e per poter incidere nei processi di coesione sociale. La collaborazione con gli enti locali, prevista dall’azione e dal programma dell’UE nel quale si inserisce l’azione del PIR, si concretizza nella OBIETTIVO Obiettivi Generali: Contribuire al miglioramento dell’incidenza degli attori dell’ES sulla costruzione di politiche pubbliche Consolidare i percorsi di collaborazione tra soggetti dell’Economia sociale e Solidale di Mercosur e Centro America e della Regione Toscana Favorire l’inserimento socioeconomico di donne e giovani appartenenti a categorie svantaggiate, nella regione del Mercosur. Garantire la sostenibilità ambientale dei processi di produzione, trasformazione e commercializzazione Obiettivo Specifico Sostenere e consolidare le esperienze d ’e co n o mia so cia le (co o p e ra t ive , imp re se so cia li, a sso cia zio n i, e tc.) operanti nei settori dell’educazione, della produzione primaria, della gestione ambientale e del turismo responsabile, che includano donne e giovani a rischio, nella regione del Mercosur e del Centro America. ATTIVITÀ PREVISTE Uruguay p e rco rsi d i f o rma zio n e su l cooperativismo rivolta ai giovani dell’istituto di Solymar – UTU re a lizza zio n e d i st a g e p re sso cooperative del settore educativo sostegno nella preparazione di un progetto di investimento cooperativo partecipazione di soci di cooperative allo stage che si realizzerà in Italia Colombia p e rco rsi d i f o rma zio n e su l co o p e ra t ivismo rivo lt a a lle cooperative di donne re a lizza zio n e d i st a g e p re sso cooperative del settore educativo partecipazione di soci di cooperative allo stage che si realizzerà in Italia Argentina partecipazione di soci di cooperative allo stage che si realizzerà in Italia A TTIVITÀ PREVISTE Brasile percorsi di formazione legati ai temi del turismo responsabile e della conservazione delle risorse naturali formazione professionale per la formattazione di percorsi ecologici e municipali. formazione per giovani imprenditori, all’uso delle tecnologie informatiche corsi su gestione e creazione di a sso cia zio n i e co o p e ra t ive , finalizzati a fornire strumenti di gestione per gli operatori sia del settore turistico che degli altri settori, artigianato e pesca so ste g n o a p ro d u zio n e agroecologica e organizzazione sociale finalizzata al commercio, studi di mercato e rafforzamento della trasformazione partecipazione di soci di cooperative allo stage che si realizzerà in Italia Guatemala Allevamento di 100 mila tilapie al fine di mantenere la disponibilità di pesci di differenti età per garantire una produzione permanente, mig lio ra re l’a lime n ta zio n e d e lle famiglie ed assicurare la vendita dei pesci nei mercati locali. Accompagnamento puntuale nella gestione delle attività produttive di sussistenza e a fini commerciali: a lle va me n t o d i b e st ia me , o rt i familiari, alberi da frutta. Italia Diversificazione della produzione per migliorare l’alimentazione delle 45 famiglie. Realizzazione di stage con le cooperative e consorzi di coop. Sociali partner del Progetto, della durata di 7 gg prevede mo d u li fo rma tivi te ma tici in d ive rse a re e t e ma t ich e L e docenze saranno realizzate da p e rso n a le sp e cia lizza to d e i soggetti appartenenti al Gruppo di lavoro ES, principalmente Co o p e ra t ive e Co n so rzi RISULTATI ATTESI Ra ffo rza te le ca p a cità e competenze relative all’economia sociale di donne e giovani a rischio Consolidamento delle imprese di ES operanti nei settori dell’educazione, produzione primaria, della gestione a mb ie n ta le e d e l tu rismo re sp o n sa b ile e so ste n ib ile ch e valorizzino il territorio. Aumentata la capacità d’incidenza e la visibilità delle reti di Economia Sociale nel Mercosur, in America Centrale e in Italia P ARTENARIATO TOSCANO/ITALIANO/INTERNAZIONALE LOCALE V ALORE DEL PROGETTO CONTRIBUTO RT COFINAZIAMENTO PARTNERS COSPE, Consorzio Co&So Empoli, Coop Arca, Consorzio Metropoli, Comune Empoli, Provincia di Siena, Fratelli dell’Uomo, Coop. Samarcanda, Consorzio Arché, Comune Arezzo, Mani Tese. FCPU, UNISOL, FACTA, Fecotra, Ferycotra, CONIC, Sindicato dos Trabalhadores Rurais de Oriximiná, Sindicato dos Trabalhadores Rurais de Prainha, organizzazioni regionali CEAPAC e CEFT-BAM, olonia dei pescatori di Prainha Enti locali 238.000 110.000 (da definire) 127.000 Nicaragua P RIORITÀ TEMATICA Governance: Sostegno istituzionale e Pianificazione urbana e territoriale Diritti Umani e Inclusione sociale: formazione professionale e primo inserimento lavorativo dei giovani diversamente abili. Dirit t i Uma n i e I n c lu s io n e s o c ia le : promozione dei diritti sessuali e riproduttivi, educazione alla maternità e paternità responsabile I n c l u s i o n e s o c i o -e c o n o mi c a e p a ri opportunità: formazione professionale delle donne agricoltrici P RIORITÀ GEOGRAFICA Nicaragua DESCRIZIONE E GIUSTIFICAZIONE Il gruppo di Coordinamento Nicaragua si propone di intervenire nei Municipi di León e La Paz Centro articolando le priorità tematiche indicate a partire da proposte formulate direttamente dai partner locali. Il gruppo intende supportare il processo ormai p lu rie n n a le d i so ste g n o a llo svilu p p o integrale e alla coesione sociale del territorio in te rve n e n d o n e i se g u e n ti se tto ri: il sostegno alle istituzioni per il miglioramento della gestione del territorio, verrà affrontato supportando il Municipio di Leòn nella redazione dei due strumenti strategici fondamentali il Plan Maestro Estructural e il Plan Estratégico dal momento che gli attuali Piani sono ormai scaduti, allo stesso tempo l’in c lu s io n e s o c ia le s a rà p ro mo s s a intervenendo a favore di due categorie svantaggiate, i disabili e le donne. Il so st e g n o a i d isa b ili ve rrà re a lizza t a me d ia n te a ttività d i fo rma zio n e vo lte all’inserimento lavorativo in collaborazione con il Centro Los Pipitos di La Paz Centro, l’empowerment femminile verrà promosso co n la re a lizza zio n e d i a t t ivit à ch e contribuiscano alla riapertura del dibattito su ll’imp o rt a n za d e i d irit t i se ssu a li e riproduttivi e del ruolo della donna nelle scelte che riguardano la propria salute e la paternità e maternità responsabile. Lo sviluppo economico delle donne agricoltrici verrà inoltre promosso attraverso corsi di formazione e la realizzazione di progetti pilota per mettere in atto modelli produttivi t e c n o lo g ic a me n t e a v a n z a t i e d e c o sostenibili. Per quanto riguarda la componente di sostegno istituzionale, la proposta intende dare nuovo impulso al processo di sostegno istituzionale portato avanti dal Sistema Toscano di Cooperazione negli ultimi anni, a partire dalla richiesta esplicita del Municipio di Leon di essere sostenuto nelle fasi di sistematizzazione ed aggiornamento del suo sistema di pianificazione. Attualmente il Plan Maestro Estructural del Municipio de León, elaborato nel 1996 con durata di 15 anni è giunto al termine della propria vigenza e necessita di essere aggiornato, così come il Plan de Desarrollo Municipal, suo strumento attuativo e di gestione. Anche l’Ordenanza Municipal de Control urbano basata anch’essa sul Plan Maestro Estructural del 1996 ed elaborata in quello stesso anno è ormai obsoleta e deve essere aggiornata. Il Municipio di Leòn, OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVO S o s t e n e re le is t it u z io n i lo c a li n e l miglioramento della pianificazione e g e stio n e d e l te rrito rio me d ia n te il s u p p o rt o a ll’a g g io rn a me n t o d e g li strumenti strategici di pianificazione. Favorire l’inclusione sociale e le pari opportunità dei giovani diversamente a b ili a t t ra ve rso la f o rma zio n e professionale e l’inserimento lavorativo Promuovere la parità di genere e l’inclusione sociale delle donne attraverso una più diffusa coscienza dei diritti sessuali e riproduttivi. Favorire lo sviluppo economico dei nuclei famigliari basati sulla agricoltura di sussistenza, con particolare attenzione alle donne agricoltrici attraverso la f o rma zio n e p ro f e ssio n a le e la re a lizza zio n e d i mo d e lli p ro d u t t ivi replicabili ed eco-sostenibili. Obiettivi specifici S os te ne r e i pr oc e s s i l oc a l i di gov e rna nc e , inc lus ione s oc ia le e d economica attraverso l’aggiornamento degli strumenti strategici di pianificazione urbana e territoriale e la diffusione di una cultura delle pari opportunità che tuteli da un lato l’inserimento lavorativo dei giovani disabili e delle donne agricoltrici e dall’altro i diritti delle donne in ambito sessuale e riproduttivo. A TTIVITÀ PREVISTE Integrazione ed attualizzazione delle analisi territoriali e socioeconomiche Attivazione del processo partecipativo per l’elaborazione dei piani Redazione del “Plan de Ordenamiento Territorial Municipal” Re d a z io n e d e l “P la n d e De s a rro llo Municipal” 2.1 Realizzare un ciclo di corsi di formazione professionale volti all’inserimento lavorativo 2.2 Accompagnamento e sostegno ai giovani disabili nell’inserimento nel mondo del lavoro tramite tirocini lavorativi concordati con imprese e amministrazioni locali. 3.1 Attività di sensibilizzazione sul tema della pianificazione familiare, prevenzione d e lle g ra vid a n ze a d o le sce n zia li, su lla paternità e maternità responsabile (seminari, laboratori, materiale informativo, ecc.); 3.2 Laboratori di analisi partecipata della condizione attuale dei diritti della donna; 3.3 Conferenza internazionale sul tema della salute sessuale e riproduttiva e della maternità e paternità responsabile. 4.1 Realizzazione di talleres de capacitación per le donne imprenditrici 4.2 Realizzazione di investimenti pilota per l’ottenimento di modelli produttivi replicabili e con tecnologie appropriate e sostenibili RISULTATI ATTESI 1) Migliorato il processo di sostegno istituzionale aggiornando gli strumenti strategici di gestione del territorio del Municiio di Leon 2 )Fa vo rito l’in se rime n to la vo ra tivo d e i giovani disabili attraverso l’aumento delle competenze professionali e l’apertura di canali preferenziali di accesso al mondo del lavoro 3) Promosso una maggiore consapevolezza nella società dei diritti delle donne che ha contribuito a rafforzare l’empowerment femminile 4) Migliorate le capacità e i modelli produttivi sostenibili dei nuclei familiari di piccoli produttori agricoli. P ARTENARIATO TOSCANO/ITALIANO/INTERNAZIONALE LOCALE V ALORE DEL PROGETTO A sso cia zio n e Me d in a , Co mu n e d i Pontedera, Istituzione Centro Nord Sud, Provincia di Pisa, Circondario Empolese Valdelsa, Associazione Medina, Provincia di Livorno, Cospe, Associazione Mangrovia, Insieme per ricordare Sara e Franco ONLUS, Unione Valdera: Bientina, Buti, Calcinaia, Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Lajatico, Lari, Palaia, Peccioli, Ponsacco, Pontedera, Santa Maria a Mo n t e e Te rriccio la , A UCS , A I A B Toscana, Università Firenze DEISTAF, Università Viterbo, IFOAM Alcaldía de León, ADMUL (Asociación De p a rt a me n t a l Mu n icip io s d e L e ó n ), Alcaldía de La Paz Centro, Asociación Los P ip it o s , Min is t e rio d e la F a milia y S o lid a rid a d , Mo vimie n t o d e Mu je re s Trabajadoras y Desempleadas “María Elena Cuadra”; ong MARY BARREDA; Centro de Capacitación de la Mujer Obrera (CECAMOL E O N), A sso cia zio n e Ce n t ro d i Orientamento Familiare ed educazione sessuale Xochilt Acalt. Asociación de Mujeres Discapacitadas Las Golondrinas, A DCA A so cia cio n d e De sa rro llo Co mu n it a rio A b a n g a sca , MA RE NA Ministerio del Ambiente y los Recursos Na t u ra le s d e Nica ra g u a , UNA N Un iv e rs id a d Na c io n a l A u t ó n o ma d e Nica ra g u a , A TC - A S O CI A CI O N DE TRABAJADORES DEL CAMPO 170.000 CONTRIBUTO RT COFINAZIAMENTO 100.000 (da definire) PARTNERS 70.000 Il Gruppo di Lavoro Nicaragua, si propone inoltre di sostenere l’Associazione Insieme per ricordare Sara e Franco (le cui attività sono in sintonia con il lavoro del Gruppo, ma si sviluppano in un area diversa dal Dipartimanto di Leon in cui la presente proposta si concentra) nella formulazione e stesura di progetti per il reperimento di risorse da destinare alle attività di sostegno al Consultorio Sara e Franco a Managua. 7.1 Partecipazione e confronto esterno L’elaborazione della proposta Programma Operativo 2007-2010 del Tavolo America Latina è stata preceduta da un’intensa attività di confronto con i soggetti toscani della cooperazione. Tutta la documentazione è stata resa disponibile sul sito della Cooperazione Decentrata Toscana - http//cdt.iao.florence.it Per l’informazione ai soggetti interessati è stata utilizzata la posta elettronica attraverso l’indirizzario completo disponibile presso il Segretariato della cooperazione decentrata toscana gestito dall’Istituto Agronomico per l’Oltremare. 7.2 Valutazione di coerenza Tabella di coerenza priorità Regione Toscana e progetti 2007, 2008 e 2009 del Tavolo America Latina e Caraibi. Priorità Piano Regionale cooperazi one 2007/10 Priorità specifiche macroarea AMERICA LATINA E CARAIBI Progetti 2007 Progetti 2008 Progetti 2009 Summary: punti di forza e debolezza cooperazio ne (convergen za/ divergenze ) Titolo Progetto e aree interventoObiettivi del progettoTitolo Progetto e aree interventoObiettivi del progettoTitolo Progetto e aree interventoObiettivi del progettoSviluppo economico localePromuovere esperienze innovative quale quella dei distretti sia industriali che rurali, capaci di sperimentare economie solidali ed ecologiche, di commercio equo e solidale attraverso la valorizzazione dei territori. Sviluppare azioni integrate sul sostegno alla piccola e micro impresa.3) Titolo: Rete del Sur; sostegno agli attori dell’economia sociale del Sudamerica. Paesi: Argentina, Brasile, Uruguay, Colombia, Repubblica Dominicana.3) Consolidare e incrementare il livello di integrazione regionale e occupazionale di realtà organizzate di economia sociale.1)Titolo L’Economia Sociale come alternativa Paesi Argentina, Uruguay, Colombia, Brasile 1) Assistenza tecnica, formazione e dotazione di strumenti e capitale di start up, consorzi e associazioni di cooperative e imprese sociali 4) Titolo Repubblica Dominicana Paesi Repubblica Dominicana Supporto alle iniziative di differenziazione produttiva basata sulla valorizzazione delle agrobiodiversità locali. Molte e articolate le attività dirette a promuovere lo sviluppo economico locale Forte impegno rivolto al rafforzamento e alla valorizzazione del cooperativismo sociale e del commercio equo e solidale a livello nazionale e internazionale Mancano iniziative centrate sul tema del turismo sostenibile Sviluppare e rafforzare il tessuto sociale e aumentare/differenziare le fonti di reddito per i settori più svantaggiati, in particolare donne e indigeni. 2) Titolo: Sviluppo sostenibile del Dipartimento di Leon Paesi: Nicaragua 3) Titolo: Rete del Sur; sostegno agli attori dell’economia sociale Paesi:Argentina, Brasile, Uruguay, Colombia, Dominicana.2) Migliorare le capacità gestionali e produttive dei piccoli produttori agricoli locali 3) Contribuire all’affermazione dell’economia sociale come esperienza che coniughi efficienza economica con principi di democrazia, partecipazione e redistribuzione della ricchezza.2) Titolo Sviluppo sostenibile del Dipartimento di León y Managua (Nicaragua) Paesi Nicaragua.2) Sviluppo sostenibile Nicaragua. Diversificazione produttiva, mirati per lo più a sostenere le donne indigene Promozione del turismo sostenibile comunitario e responsabile.Valorizzazione e tutela delle risorse ambientali, sociali e culturaliFavorire le iniziative che si collocano in un contesto di sviluppo solidale, fondato sulle risorse del territorio, capace di coniugare sostenibilità e coesione sociale. 1) Titolo Il teatro di genere come strumento per lo sviluppo della coesione sociale e dell’identità femminile in Colombia. Paesi Colombia 2) Titolo: Sviluppo sostenibile del Dipart. di Leon Paesi: Nicaragua1) valorizzare le risorse culturali e artistiche dell’area; 2) Valorizzare le risorse locali, in particolare il patrimonio delle comunità indigene,al fine di favorire processi di rivitalizzazione sociale, culturale ed economica e di riconoscimento dell'identità2) Titolo Sviluppo sostenibile del Dipartimento di León y Managua Paesi Nicaragua 3) Titolo Pianificazione nelle aree fragili: rafforzamento della coesione territoriale Paesi Nicaragua, Guatemala, Peru, Colombia2) Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio archeologico precolombiano, gestione delle risorse idriche e territoriali per la sicurezza e la sovranità alimentare 3) Salvaguardia patrimonio architettonico e ambientale1) Titolo Gestione sostenibile delle risorse naturali e ambientali Paesi Guatemala, El Salvador 1) Sostenibilità dei processi di protezione e conservazione delle fonti d’acqua Attività rivolte a diversi ambiti della tutela del patrimonio naturale, antropico, sociale e culturale Diritti umani e inclusioni socialeSostegno integrato alle politiche di riduzione della povertà di inclusione sociale e di lotta contro le ineguaglianze e l’emarginazione sociale, a partire dai gruppi etnici minoritari, con particolare attenzione alle donne e ai minori, di accesso ai servizi sanitari di base (acqua e salute), all’istruzione e alla formazione professionale, di sovranità e sicurezza alimentare, di salvaguardia del ruolo della medicina tradizionale nella tutela della salute.1) Titolo Il teatro di genere come strumento per lo sviluppo della coesione sociale e dell’identità femminile in Colombia Paesi Colombia 2) Titolo: Sviluppo sostenibile del Dipartimento di Leon Paesi: Nicaragua1) rafforzare l'informazione, la riflessione e la discussione sulle tematiche di genere. Accesso alla cultura delle fasce marginali della popolazione. 2) Rafforzare i servizi sociali e migliorarne l'efficienza, specie rispetto ai gruppi sociali più svantaggiati: donne e bambini, favorendone l'inclusione sociale4) Titolo: Juventud: Diritti in comune Paesi: Peru, Guatemala, Brasile4) inclusione sociale, difesa dei diritti dei soggetti svantaggiati. Rafforzare il dialogo e lo scambio di esperienze di attori impegnati in attività di sostegno ai bambini e agli adolescenti. 4) Titolo Repubblica Dominicana Paesi Repubblica Dominicana Interventi rivolti alla inclusione dei soggetti più vulnerabili (esempio: le minoranze haitiane) Azioni dirette soprattutto a modelli di partecipazione attiva che favoriscano l’inclusione sociale dei soggetti più svantaggiati Poche iniziative centrate sul tema della sicurezza alimentare e della saluteParticolare attenzione dovrà avere la tutela dei diritti umani, nella loro accezione più ampia, soprattutto nelle aree postconflittuali o in aree abitate da alte percentuali di popolazioni indigene. In particolare, nel processo di pacificazione e di rispetto dei diritti umani, una delle priorità è la lotta contro l’impunità.1) Titolo Il teatro di genere come strumento per lo sviluppo della coesione sociale e dell’identità femminile in Colombia Paesi Colombia1) Migliorare la convivenza civile fra le comunità dei desplasados della zona di Santiago de Cali; ridurre gli indici di violenza contro le donne delle comunità di azione della proposta; formazione artistica e sociale delle donne sfollate 3) Titolo Colombia Paese Colombia3) Dialogo interculturale tra popolazione afrodiscendente e indigena desplazada e le comunità urbane di ricezione, aumentando le occasioni di conoscenza reciproca attraverso il teatro socialeGovernance localeSostegno ai processi di decentramento: rafforzamento dei Governi locali, consolidamento e sviluppo della democrazia partecipativa.2) Titolo: Sviluppo sostenibile del Dipartimento di Leon Paesi: Nicaragua 2) Miglioramento dei servizi sociali, sostegno alle istituzioni nella pianificazione e nella gestione urbana e territoriale, sostegno alle amministrazioni locali nel processi di decentramento1)Titolo L’Economia Sociale come alternativa Paesi Argentina, Uruguay, Colombia, Brasile 1) Scambio e studio comparato di esperienze di legislazione Impegno rivolto principalmente al sostegno della pianificazione nelle aree fragili e dei processi di decentramentoSostegno alle politiche di tutela ambientale e territoriale e la prevenzione dei disastri a partire dal coinvolgimento dei livelli locali di Governo e lo sviluppo delle loro competenze2) Titolo Sviluppo sostenibile del Dipartimento di León y Managua Paesi Nicaragua 3) Titolo Pianificazione nelle aree fragili:strategie per il rafforzamento della coesione territoriale Paesi Nicaragua, Guatemala, Peru, Colombia2) Anagrafe, discarica municipale, prevenzione e mitigazione dei disastri naturali attraverso corrette tecniche di gestione del territoriale 3) SIT, pianificazione territoriale di aree “fragili2) Titolo Pianificazione urbana e territoriale e valorizzazione delle risorse culturali Paesi Cuba, Guatemala 2) Sostegno alla implementazione di programmi di valorizzazione e recupero del patrimonio culturale PROGETTI 2007: 1) Il teatro di genere come strumento per lo sviluppo della coesione sociale e dell’identità femminile in Colombia. 2) Sviluppo sostenibile del Dipartimento di Leon. 3) Rete del Sud: sostegno agli attori dell’economia sociale del Sudamerica. PROGETTI 2008: 1) L’economia sociale come alternativa. 2) Sviluppo sostenibile del Dipartimento di León y Managua (Nicaragua). 3) Pianificazione nelle aree fragili: strategie per il rafforzamento della coesione territoriale. 4) Juventud: Diritti in comune. PROGETTI 2009: 1) Gestione sostenibile delle risorse naturali e ambientali 2) Pianificazione urbana e territoriale e valorizzazione delle risorse culturali 3) Colombia 4) Repubblica Dominicana CEPAL-UN, 2009,Situacion y perspectivas para la economia mundial, Naciones Unidas CEPAL-UN, 2009, Comunicado de prensa: A raiz de la crisis internacional,,1 abril 2009 CEPAL, 2009, La actual crisis economica mundial: oportunidades y desafios para el desarrollo de America Latina. CEPAL, 2009, America Latina y el Caribe: crecimiento estimado para el 2009 UNDP, 2009, Colombia: las bandas emergentes siguen crescendo y preoccupando, Revista latinoamericana de desarrollo humano, N°56 Maggio 2009, Amnesty Internacional: HYPERLINK "http://www.amnesty.org/en/news-and-updates/news/colombian-president-should-stopfalse-accusations-against-human-rights-groups" www.amnesty.org/en/news-and-updates/news/colombian-presidentshould-stop-false-accusations-against-human-rights-groups HYPERLINK "http://www.rebelion.org/noticia.php?id=76335&titular=39-de-los-91-sindicalistas-asesinados-en-todo-el-mundoel-pasado-a%C3%B1o-murieron-en-" http://www.rebelion.org/noticia.php?id=76335&titular=39-de-los-91-sindicalistasasesinados-en-todo-el-mundo-el-pasado-a%C3%B1o-murieron-en- CEPAL-UN, 2007, Anuario estadistico de America Latina y el Caribe. CEPAL-UN, 2007, Anuario estadistico de America Latina y el Caribe. UN, 2005, Objetivos de desarrollo del milenio: una mirada desde America Latina y el Caribe. HYPERLINK "http://www.ilo.org/ipec/Regionsandcountries/LatinAmericaandCaribbean/ lang--en/index.htm" http://www.ilo.org/ipec/Regionsandcountries/LatinAmericaandCaribbean/lang--en/index.htm HYPERLINK "http://www.un.org/esa/socdev/unpfii" http://www.un.org/esa/socdev/unpfii UNEP, 2005, Annual Report. World Bank, What are the facts about rising food prices and their affect on the region? HYPERLINK "http://www.worldbank.org" www.worldbank.org I biocarburanti attualmente più importanti sono l’etanolo e il biodisel. L’etanolo si produce, principalmente, a partire dalla canna da zucchero e il mais e, in misura minore, a partire dal grano. Il biodisel si produce principalmente con olio di colza e, in misura minore, con olio di palma e di soia. FAO, Conferencia de alto nivel sobre la seguridad alimentaria mundial: los desafios dek cambio climatico y la bioenergìa, Roma, 3-5 giugno, 2008 FAO, Situacion alimentaria en America Latina y en Caribe; www.fao.org UN, 2005, Objetivos de desarrollo del milenio: una mirada desde America Latina y el Caribe. CEPAL, 2008, Tendencias y desafios en la cooperacion internacional y la movilizacion de recursos para el desarrollo en America Latina y el Caribe. OCSE, 2009, Development aid at a glance statistics by region, sul complesso degli aiuti allo sviluppo nel continente latinoamericano. I dati si riferiscono al 2006. Associazioni Toscani all’estero in America Latina: Paese n. delle associazioni di adulti Argentina Brasile Cile Uruguay Venezuela 21 10 1 1 1 Totale delle Associazioni n. delle associazioni di giovani 13 8 1 1 67 Tot. 44 18 1 2 2 Mappatura dei settori ove operano i soggetti iscritti al Tavolo America Latina, settembre 2007 (risposte 49): Settori (ex Piano della Cooperazione 2007-2010) Soggetti Toscani % Gover nance l ocal e: ist it ut ional building, supporto allo sviluppo di processi democratici e partecipativi, pianificazione urbana e territoriale, accesso ai servizi di base; servizi publici locali 32 27.1 Sv i l uppo ec onom i c o l oc al e: commercio equo, turismo etico e so st en ib ilie, creaz io n e e sostenibilità d’impresa; economia sociale Valorizzazione e tutela del patrimonio territoriale: risorse ambientali, sociali e culturali Diritti umani e inclusione sociale: promozione della cultura di pace, sviluppo umano integrato, coesione sociale Totale indicazioni inviate 28 23.7 30 25.4 28 23.7 118 100,00 Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale –UNESCO 2003, art.2 - PAGE \* MERGEFORMAT 1 -