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Piano regionale per la cooperazione internazionale (L.R. 17/99)
Piano regionale per la Promozione di una cultura della Pace (L.R. 55/97)
2007-2010
Programma Operativo America Latina e Caraibi
2010
Direzione Generale della Presidenza
Settore Attività Internazionali
Indice:
Analisi della zona di cooperazione in termini di punti di forza e di debolezza, la
strategia prescelta
1.1 Il contesto latinoamericano
1.1.2 Aggiornamento dell’analisi di contesto per l’anno 2010
1.2 Le politiche delle Organizzazioni Internazionali
1.2.1 Il Millennium Development Goals e gli Istituti Internazionali
1.2.2 Le politiche dell’Unione Europea
1.2.2.1 Documenti strategici dell'Unione Europea per Subaree
1.3 Le politiche del Ministero degli Affari Esteri
1.3.1 Cooperazione del MAE per paese
1.4 Cooperazione decentrata
1.4.1 Cooperazione Regione Toscana
1.4.1.1 La cooperazione Toscana in America Latina: 20012006
1.4.1.2 Quadro dei progetti nell’area Latino America nell’anno
2007, 2008 e 2009.
1.4.2 Cooperazione sanitaria internazionale toscana
1.4.2.1 Progetti CSI in America Latina e nei Caraibi
Elenco delle sub aree (paesi /regioni/altro) nei quali si intende operare
Giustificazione delle priorità adottate alla luce delle priorità strategiche del Piano
di Indirizzo ex L.R. n. 17/99 e n. 55/97, dei documenti annuali, degli orientamenti
strategici del Ministero Affari Esteri, dell’Unione Europea e delle Organizzazioni
Internazionali per l’area
Priorità di intervento e obiettivi specifici
4.1 Le priorità individuate dal Tavolo America Latina e Caraibi
Modalità di esecuzione e gestione del Programma
5.1 - I gruppi di coordinamento tematici o di sub area geografica
5.2 - I Gruppi di Progetto
5.3 - Monitoraggio e valutazione
Piano finanziario unitario (specificazione del contributo regionale, degli altri
partners toscani, di contributi nazionali, comunitari e delle OO.II.)
Elenco indicativo dei progetti
7.1 Partecipazione e confronto esterno
7.2 Valutazione di coerenza. Tabella di coerenza priorità Regione Toscana
e progetti 2007, 2008 e 2009 del Tavolo America Latina e Caraibi.
Analisi della zona di cooperazione in termini di punti di forza e di
debolezza, la strategia prescelta.
Il contesto latinoamericano
La crisi economica
La crisi economico-finanziaria globale, manifestatasi impetuosamente a partire dalla metà
del 2008 negli Stati Uniti, sta coinvolgendo, come è ovvio in un’economia fortemente
interrelata, anche le economie del sub-continente latinoamericano.
Nonostante la congiuntura negativa sia infatti iniziata nel cuore delle economie più
avanzate, la prospettiva attuale è quella di una decelerazione globale sincronizzata che,
anche affidandosi a previsioni relativamente ottimistiche, durerà almeno per tutto l’anno
2009.
Secondo le ultime stime elaborate dalle Nazioni Unite, l’America Latina nel suo complesso
sperimenterà una forte diminuzione del PIL andando a interrompere il periodo di crescita
sostenuta nella quale si trovava da diversi anni. Mentre il PIL del 2008, nonostante un
rallentamento negli ultimi mesi dell’anno, cresce del 4,3%, il PIL del 2009 si prevede sarà
del - 0,3%, dato ancor più preoccupante se prendiamo in considerazione il PIL procapite.
Tra i motivi principali del coinvolgimento nella crisi delle economie latinoamericane
possiamo individuare:
La caduta del prezzo delle materie prime di esportazione
La restrizione creditizia a livello globale
La contrazione del flusso di rimesse degli emigranti dai paesi ad alto reddito
La recessione globale e la diminuzione del commercio internazionale colpiscono in
particolare le economie fortemente “votate” all’esportazione. Risulta quindi probabile che i
paesi del Centroamerica e dei Caraibi, assieme al Messico, siano tra i più colpiti. Per i
paesi dove il prelievo fiscale è fortemente legato al prezzo delle materie prime
(Venezuela, Ecuador, Cile, Bolivia, Argentina) sarà più difficile sostenere i programmi
sociali di contrasto alla crisi. Per altri, in particolare nei Caraibi e nel Centroamerica, vi
sarà un impatto negativo aggiuntivo dovuto alla diminuzione del turismo e delle rimesse
degli emigranti. La riduzione del volume delle rimesse colpisce soprattutto le fasce sociali
più deboli, essendo quelle maggiormente dipendenti da tale flusso di denaro, deteriorando
la già precaria situazione di milioni di indigenti di tutta l’area latinoamericana.
Per alcuni economisti, d’altronde, la diminuzione delle rimesse è da ritenersi marginale
rispetto alle conseguenze della drastica diminuzione del volume del commercio
internazionale e dal deterioramento dei termini di scambio delle materie prime. Inoltre,
perdurerà, si sostiene, per diverso tempo un finanziamento esterno privato molto
ristretto.
Le economie della regione affrontano comunque la crisi con una forza maggiore di quanto
avrebbero potuto fare nel passato, fatto dovuto principalmente al minor indebitamento
pubblico con l’estero e all’elevato livello di riserve internazionali, anche se ciò potrà solo
mitigare gli effetti della crisi.
Secondo le stime della CEPAL il paese più colpito dalla crisi sarà il Messico (-3%) seguito
dal Brasile (-1%) e dalla Costa Rica (-0,5%). Previsto un tasso di crescita zero per il Cile
e l’Ecuador e di poco superiore per altri paesi come la Colombia (0,5%), il Venezuela
(1%), il Nicaragua (1%), il Guatemala (1,5%) e l’Argentina (1,5%). Dovrebbero
mantenere invece tassi di crescita sostenuta paesi quali la Bolivia (3%), Cuba (3%) e il
Perù (3,5%).
L’impatto della crisi da un punto di vista di genere: il lavoro informale tra le donne è più alta
che tra gli uomini, e ciò fa presupporre una maggiore instabilità negli “ingressi” e una
minore protezione sociale.
Inoltre, molte tra le attività con una alta concentrazione di lavoro femminile, saranno
particolarmente colpite dalla crisi come le attività nell’industria del tessile, del turismo, dei
servizi finanziari e del lavoro domestico.
Il Contesto politico
A livello politico le forze di sinistra continuano a prevalere su quelle di destra e di centro,
confermando una tendenza avviatasi negli ultimi anni del XX secolo. Tale tendenza è
ravvisabile sia dal rafforzamento dei movimenti popolari in gran parte del sub-continente
latinoamericano (in particolare di quelli promotori delle istanze delle popolazioni indigene)
sia dai risultati delle contese elettorali e di quelle referendarie promosse per istituire nuove
Costituzioni progressiste (Bolivia, Ecuador).
Sono quattro i paesi dove si sono svolte elezioni a livello nazionale nell’arco di tempo che
va dal 2008 ai primi mesi del 2009: Paraguay, Ecuador, El Salvador e Repubblica
Dominicana.
In Paraguay sale alla Presidenza della Repubblica Fernando Lugo, vincendo le
elezioni nell’aprile 2008 come candidato della composita Alianza Patriotica para el
Cambio, formata da numerosi partiti di sinistra e dal Partito Liberale e sostenuta da molti
movimenti sociali organizzati. Con l’insediamento di Fernando Lugo, ex vescovo vicino
alle tesi della Teologia della liberazione, si interrompe il dominio praticamente
incontrastato della forza conservatrice Partido Colorado, al potere in Paraguay da oltre
sessant’anni.
In El Salvador sale al governo il Fronte Farabundo Martì per la Liberazione
Nazionale (Flmn) a distanza di più di vent’anni dall’ascesa al potere della
ultraconservatrice Alleanza Repubblicana Nazionalista (Arena) – considerata l’erede
politica degli squadroni della morte attivi a cavallo del 1980 - e a quindici anni dagli accordi
di pace che hanno posto fine alla sanguinosa guerra civile. Il candidato del Fronte (per la
prima volta non un ex-guerrigliero) Mauricio Funes vince con il 51,3% al ballottaggio che
lo opponeva al candidato di Arena, Rodrigo Avila.
L’unica tornata elettorale dove non ha prevalso una forza dichiaratamente di
sinistra è stata quella per la Presidenza della Repubblica Dominicana. Il Presidente
uscente Leonel Fernandez Reyna, alla guida della forza di centro di impostazione
liberista, il Partido de la Liberacion Dominicana, dopo esser stato in carica dal 1996 al
2000 e dal 2004 al 2008 viene riconfermato Presidente nel maggio 2008 ottenendo il 53%
dei voti al ballottaggio.
In Ecuador è stato riconfermato Presidente della Repubblica Raffael Correa,
economista, cattolico di sinistra che ha ottenuto un largo vantaggio nelle recenti elezioni
dell’Aprile 2009. Correa, candidato de la Alianza Pais, è sostenuto anche dai movimenti
indigeni organizzati nella CONAIE (Confederación de Nacionalidades Indígenas del
Ecuador), importante realtà che ha avuto un ruolo decisivo nelle elezioni tenutesi nel
paese andino negli ultimi anni. La vittoria elettorale di Correa segue di alcuni mesi un altro
importante successo ottenuto dal Presidente in carica, l’istituzione di una nuova
Costituzione progressista, dalla Alianza Pais fortemente sostenuta.
La nuova Carta costituzionale, ratificata da un referendum popolare con quasi il
70% dei voti, stabilisce, tra le altre: un maggior controllo statale in diversi settori strategici
(tra i quali vengono menzionati quello dell’energia, delle telecomunicazioni, delle risorse
naturali, dei trasporti, del petrolio, della biodiversità e delle telecomunicazioni) attraverso
la creazione di imprese statali o miste a maggioranza di capitale statale; possibilità di
ottenere un secondo mandato presidenziale; controllo dell’Esecutivo sulla politica
monetaria e finanziaria; possibilità di revocare il mandato di tutte le cariche
rappresentative, inclusa quella del Presidente della Repubblica, tramite voto popolare;
divieto di installare basi militari straniere sul territorio nazionale; la plurinazionalità dello
Stato ecuadoriano –storica rivendicazione del movimento indigeno – riconoscendo come
lingue ufficiali anche il quechua e il shuar.
Molto simile alla Costituzione ecuadoriana, come simile è il processo politico che
ha portato alla proposta del nuovo testo Costituzionale, è quella boliviana. Ratificata
anch’essa a larga maggioranza da un recente referendum popolare, la nuova
Costituzione potrebbe favorire un superamento dei molteplici conflitti che attraversano il
paese: quello per lo sfruttamento delle risorse energetiche, quello etnico (tra una
maggioranza indigena ed una minoranza blancoide), quello tra i poteri e gli interessi
nazionali e quelli stranieri, emersi apertamente, fortemente interrelati tra loro, nel tentativo
di secessione della regione più ricca (quanto meno di materie prime) di Santa Cruz.
Non è stata invece ratificata dal referendum popolare la nuova Costituzione
promossa dal Presidente Hugo Chavez in Venezuela, dove, sebbene con un piccolo
margine, ha vinto il fronte dei contrari. Tra i cambiamenti più discussi proposti nella nuova
Costituzione vi era l’eliminazione di un vincolo del numero dei mandati per il Presidente
della Repubblica. Tale modifica è stata ripresentata separatamente nel febbraio del 2009,
attraverso una proposta di riforma costituzionale dei soli cinque articoli oggetto della
materia, ottenendo questa volta l’approvazione nel referendum popolare.
Nel 2008 il conflitto colombiano, che attanaglia il Paese da ormai più di
quarant’anni, è tornato al centro della politica diplomatica internazionale oltre che
dell’interesse dell’opinione pubblica non solo latinoamericana, principalmente a causa
della vicenda di Ingrid Betancourt, tenuta prigioniera dalle Farc nella foresta per oltre sei
anni. La Betancourt, sequestrata durante la campagna elettorale Presidenziale nel
febbraio del 2003 dalla guerriglia colombiana, è stata liberata il 2 luglio 2008, secondo
quanto riferito dal governo, a seguito di una operazione di intelligence condotta da una
task force dell’esercito colombiano. La liberazione della Betancourt, calorosamente
accolta dall’opinione pubblica mondiale e da una parte importante della società civile che
si era mobilitata per il suo rilascio, rimane però ad oggi solo una delle poche notizie
positive provenienti dalla Colombia, dove, a fronte di alcune progressi ottenuti in termine
di sicurezza in certe parti del paese, non sembra esserci una strategia politica di lungo
periodo capace di risolvere alla radice i problemi del conflitto e di quelli ad esso legati,
primo tra tutti quello dei desplazados che continuano ad aumentare.
La Commissione Nazionale di Riparazione e Riconciliazione (CNRR) afferma che
“la risposta istituzionale in relazione con la ristrutturazione dei gruppi illegali armati in
alcune regioni ha ottenuto successo, però è stato insufficiente per contenere le
organizzazioni nel loro complesso”; sostiene inoltre la CNRR che “prima di tutto è
necessario intervenire per eliminare degli aspetti che permettono il funzionamento di
questi gruppi: le ingenti fonti di finanziamento, i loro legami politici, il reclutamento dei
giovani e la permissività degli attori statali”.
Il vice-presidente della Repubblica della Colombia, in rappresentanza del governo,
si è dovuto presentare davanti al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Inite per
difendere l’operato dell’esecutivo degli ultimi anni, accusato di aver ripetutamente violato i
diritti umani alimentando la violenza nei confronti della popolazione civile e manipolando le
informazioni in merito al conflitto con la guerriglia (con i cosiddetti “falsos positivos”).
Infine, uno studio promosso dalla Confederazione Sindacale Internazionale ha
mostrato come l’America Latina sia il continente dove è più pericoloso svolgere attività di
tipo sindacale. Lo studio, pubblicato nel dicembre del 2008, nel quale sono stati presi in
esame 138 paesi, denuncia nell’ultimo anno l’uccisione di 91 sindacalisti in tutto il mondo;
di loro ben 39 erano colombiani. L’inchiesta definisce come preoccupante, per i numerosi
atti di violenza subiti, anche la situazione dei sindacalisti in Guatemala e in Peru.
Il Contesto sociale
Accanto a queste trasformazioni è d’obbligo sottolineare, tra gli elementi di continuità con
il passato, la iniqua distribuzione della ricchezza, che vede ancora oggi l’America Latina
detenere lo spiacevole primato di continente con la più alta sperequazione di reddito.
La popolazione dell’America Latina consta attualmente, secondo le stime fornite dalle
Nazioni Unite nel 2009, di 586 milioni abitanti e, stando al tasso di crescita attuale (intorno
al 1,2% annuo), dovrebbe raggiungere le 593 milioni nel 2010. Di queste, il 22% vive nelle
zone rurali.
Il tasso di crescita più significativo (nel quinquennio 2005-2010) è stato stimato in
Guatemala (2,5%), in Honduras (2%) e Bolivia (2%).
Progressi ne sono stati compiuti, anche se non in tutti i paesi, nella direzione di una
diminuzione della povertà: nel 2005 diminuisce del 3,3% la popolazione che vive sotto la
soglia di povertà e del 2% quella sotto la soglia della povertà estrema.
I paesi che hanno ottenuto i migliori risultati nella lotta alla povertà sono l’Argentina e il
Venezuela, dove gli indigenti sono diminuiti dal 2002 al 2006 nel primo caso dal 20,9% al
7,2% e nel secondo dal 22,2% al 9,9%. Al contrario, in paesi come Paraguay, Bolivia e
Honduras, gli indici di povertà sono rimasti, dal 2002 al 2006, pressoché invariati se non,
come nel caso della Bolivia, peggiorati.
Nonostante alcuni segnali di miglioramento a livello continentale, permane ad oggi una
larga fascia della popolazione in situazione di emarginazione economica e sociale. Più di
un terzo della popolazione complessiva infatti vive ancora in condizione di povertà, fattore
che continua a spingere numerose persone a emigrare, sia in altri continenti che in altri
luoghi all’interno del proprio paese. Questa tendenza, unita alla mancanza o alla
inadeguatezza di politiche sociali e di pianificazione territoriale, ha fatto sì che negli ultimi
decenni si sviluppassero enormi e fatiscenti periferie (slums) in buona parte dei grandi
agglomerati urbani latinoamericani. Gli slums, le “periferie improvvisate”, cambiano nome
da una metropoli all’altra: favelas a Rio de Janeiro, pueblos jovenes attorno a Lima,
ranchos a Caracas, villas miserias a Buenos Aires, ma ovunque vi si ritrovano le stesse
precarie condizioni di vita. Nelle baraccopoli vive attualmente quasi il 30% dell’intera
popolazione latinoamericana.
Si stimano inoltre 23 milioni di persone in condizioni di disoccupazione aperta e 103 milioni
che lavorano nel settore informale: il deficit di occupazione formale raggiunge quindi le
126 milioni di persone.
Il lavoro minorile, anche se in diminuzione, è tuttora molto diffuso e coinvolge, secondo le
ultime stime dell'Organizzazione Mondiale del Lavoro, circa 6 milioni di bambini. La
maggior parte di essi lavora nelle zone rurali nelle attività della propria famiglia; gli altri
minori lavorano nell’industria, in attività legate al turismo o (soprattutto le bambine) come
domestici. Infine è molto diffuso il lavoro minorile in strada, legato al fenomeno, altrettanto
diffuso, dell'economia informale nelle grandi città del continente.
Le aree di conflitto armato sono ad oggi relativamente delimitate, mentre permane in varie
zone un forte conflitto sociale legato in particolare ai problemi dei diritti delle popolazioni
indigene e all’uso e alla proprietà della terra e dell’acqua. La Colombia rappresenta
certamente la zona più calda dell’America Latina, dove la guerra civile si protrae da più di
quarant’anni con il rischio, sempre presente, che il conflitto coinvolga anche altri paesi
della regione.
Le trasformazioni politiche in atto nel continente passano anche attraverso la rinascita dei
movimenti sociali e, in particolare, la rinascita dei movimenti indigeni. Dalla resistenza
non-violenta degli zapatisti in Chiapas agli scioperi di massa organizzati dai sindacati degli
indigeni campesinos in Bolivia, dalle lotte di resistenza del popolo Mapuche in Cile fino alle
realtà dell’autorganizzazione della Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador,
tutto il continente è attraversato dal ritrovato attivismo dei movimenti indigeni, i grandi
assenti nella realizzazione della società moderna in America Latina.
Assistiamo infatti oggi a una rivalutazione della cultura e della tradizione dei nativi che si
muove parallelamente alla nascita e allo sviluppo di realtà politiche organizzate dagli
indigeni stessi, capaci di incidere con forza anche nelle elezioni politiche nazionali. Le
elezioni a capo dello Stato di diversi leader indigeni o meticci (Evo Morales, sindacalista
cocalero di etnia aymara eletto in Bolivia, ne rappresenta certamente il caso più
eclatante) è un chiaro segnale di questo processo. Inoltre, sulla scia del processo di
normazione a livello internazionale (che nel 2007, dopo vent’anni di negoziati, ha visto
approvare la Dichiarazione Universale dei Diritti delle popolazioni indigene delle Nazioni
Unite, appoggiata da tutti i paesi del continente latinoamericano, ad eccezione della
Colombia), numerosi ordinamenti nazionali hanno inserito puntuali previsioni per la tutela
delle popolazioni indigene. Tra questi: il diritto alla non discriminazione; il diritto alla
integrità culturale; il diritto alla proprietà, all’accesso, all’uso e al controllo delle proprie
terre e risorse; il diritto allo sviluppo e a una vita dignitosa; il diritto alla partecipazione
politica.
Nonostante ciò, le previsioni normative vengono frequentemente disattese o risultano
inefficaci sul piano sostanziale e gli indigeni rimangono tuttora la fascia di popolazione più
a rischio di cadere nella povertà e nell’emarginazione sociale, mostrando come il
processo di riconquista dei diritti avviato dai nativi americani sia solamente agli inizi.
Infine la maggior parte degli indicatori relativi alla sostenibilità ambientale mostra un grave
degrado, tanto dell’ambiente naturale che di quello costruito. La situazione è
preoccupante, per una regione che concentra quasi la metà delle foreste tropicali e sette
dei 25 ecosistemi più ricchi del mondo. Incorporare i principi dello sviluppo sostenibile alle
politiche e ai programmi nazionali e ribaltare la tendenza all’esaurimento delle risorse
naturali era uno degli obiettivi della Dichiarazione del Millennio, che gli Stati dell'America
Latina non stanno rispettando. La superficie boscosa si sta riducendo molto
velocemente. La deforestazione, che ha raso al suolo 46,7 milioni di ettari tra il 1990 e il
2000, avanza a una percentuale annuale dello 0,5% nella regione, il doppio della media
mondiale. Qui si trova il 40% delle specie vegetali e animali del pianeta. Delle 178
“ecoregioni” identificate in America Latina e Caraibi, il 77% sono minacciate. Solo in
America del Sud, vive il 47 % delle specie animali catturate illegalmente in tutto il mondo.
Inoltre, negli ultimi anni, in America Latina come in buona parte del mondo, si è dovuta
affrontare l’emergenza della crescita esponenziale dei prezzi dei prodotti alimentari che
hanno colpito in particolare, stando ai dati del 2007 forniti dalla Banca Mondiale, la Bolivia,
il Brasile, il Cile, la Jamaica e l’Uruguay. Sempre più in ambito internazionale viene
riconosciuto come la crescita degli investimenti nei biocombustibili di prima generazione
(dei quali il Brasile è uno dei maggior produttori), sebbene crei nuove possibilità per un
nuovo sviluppo sostenibile, porti con sè rischi significativi, tra i quali, appunto, l’aumento
dei prezzi dei prodotti agroalimentari. D’altronde la FAO rileva come ancora sia molto
difficile determinare quale sia la reale incidenza del mercato dei biocarburanti sul mercato
dei prodotti alimentari, sottolineando come anche numerosi altri fattori influiscano
sull’attuale aumento del prezzo dei prodotti agricoli (l’aumento del prezzo del petrolio,
l’aumentata domanda dei nuovi consumatori cinesi e indiani, la spesa per i fertilizzanti, le
politiche di restrizione alle esportazioni, le speculazioni finanziarie).
1.1.2 Aggiornamento dell’analisi di contesto per l’anno 2010
L’analisi del contesto dell’America Latina nel 2009 che segue si occupa principalmente
dell’impatto della crisi economica mondiale sulla regione. Se da una parte molti analisti si
sono soffermati sulla durata relativamente breve della crisi, con la conseguente ripresa
prevista a partire già dal 2010, e sulla sostanziale tenuta del sistema economico
latinoamericano (con riguardo principalmente ai dati del PIL e dell’inflazione) rispetto ad
altri momenti di crisi del recente passato che hanno attraversato il subcontinente, altri
hanno evidenziato le gravi ricadute in termini di costi sociali sulla popolazione che, a
differenza degli indici macroeconomici, non forniscono segnali positivi nemmeno per il
2010. Le difficoltà maggiori interessano soprattutto le categorie più vulnerabili, come
donne, bambini e minoranze etniche. La crisi acuisce quindi quel divario tra la
popolazione ricca e quella povera che già faceva della regione latinoamericana il
continente con la più alta sperequazione di reddito.
Gli indici aggiornati degli MDG (Obiettivi del Millennio per lo Sviluppo) mostrano un
rallentamento dei progressi ottenuti dalla regione negli ultimi anni; ad oggi risulta però
ancora difficile valutare con esattezza l’entità delle ricadute della crisi sulla popolazione.
Per quanto riguarda le tendenze politiche è sostanzialmente confermata, nel 2009, la
maggiore forza e dinamicità delle forze progressiste. La controtendenza manifestata in
alcuni Paesi determina d’altronde uno scenario politico incerto per quanto riguarda il
prossimo futuro. Le presidenziali in Brasile previste per il 2010 rappresenteranno,
secondo molti, il momento di consolidamento, o al contrario di rottura, del delicato
equilibrio acquisito dalle forze di sinistra negli ultimi anni.
Prosegue infine il percorso di integrazione – economica e politica – regionale, sebbene le
recenti vicende legate alla crisi in Honduras dimostrino la persistente fragilità delle
istituzioni democratiche in alcuni Paesi e un’incapacità del subcontinente di incidere,
come soggetto forte e autonomo, sul piano internazionale.
1.1.2.1 Impatto della crisi economica
Indici macroeconomici
Dopo sei anni di sostenuta crescita economica la regione latinoamericana e caraibica nel
2009 registra, secondo le stime dell’ultima analisi economica della CEPAL (Comisión
Económica para América Latina y el Caribe), una caduta del 1,7% del PIL, e circa del
2,8% del PIL pro capite. L’impatto della crisi economica è stato molto forte in particolare
nella parte finale del 2008 e in quella iniziale del 2009, colpendo, anche se in maniera
molto diversa, tutti i Paesi della regione. Sebbene infatti gli effetti negativi si siano
manifestati prevalentemente in Messico e in alcuni paesi dei Caraibi e del Centroamerica,
tutti i paesi della regione hanno subito un forte rallentamento o arretramento rispetto agli
ultimi anni.
Si registra, in particolare, una forte caduta delle esportazioni, determinata dal tracollo del
commercio a livello internazionale che ha influito in primis sull’abbassamento del prezzo
delle materie prime. Allo stesso tempo ha influito significativamente la contrazione delle
rimesse e la diminuzione delle attività legate al turismo penalizzando in particolar modo il
Messico e i Caraibi.
Gli investimenti stranieri hanno registrato una caduta di poco inferiore al 40%. La forte
contrazione degli investimenti privati è stata solamente in parte controbilanciata dalle
politiche pubbliche anticongiunturali che hanno contribuito ad accelerare il processo di
recupero del secondo semestre.
A fronte quindi di alcuni paesi che, nonostante una relativa decelerazione, hanno
mantenuto una crescita positiva, come Bolivia (3,5%), Repubblica Domenicana e
Panama (2,5%), ve ne sono una gran parte che hanno subito un forte arretramento come
Venezuela (-2,3%), El Salvador (2,5%), Honduras (3%), Paraguay (-3,5%) e Messico
(-6,7%). Quest’ultimo, in particolare, ha subito oltremodo gli effetti della congiuntura
sfavorevole dato il forte legame economico con gli Stati Uniti, epicentro della crisi
finanziaria.
Secondo molti analisti, le stime mostrano nel complesso, se confrontate con dati relativi
ad altre crisi del passato, una parziale tenuta dell’economia latinoamericana determinata
in gran parte dal maggiore peso acquisito dallo Stato, essenziale per implementare
politiche pubbliche anticicliche, unitamente a una politica più accorta per quanto riguarda
l’indebitamento.
L’aumento della spesa pubblica, e in particolare l’incremento e la maggiore efficacia dei
programmi sociali, hanno in qualche misura contenuto i costi sociali della crisi che,
sebbene significativamente alti, avrebbero potuto manifestarsi ancora più violentemente.
Costi sociali
La popolazione latinoamericana e caraibica al di sotto della soglia di povertà è nel 2008 il
33% , 180 milioni di persone, mentre quella al di sotto della soglia della indigenza (o
povertà estrema) il 12,9% , 71 milioni di persone.
Il tasso di popolazione in condizione di povertà (con meno di 2 dollari al giorno) continua,
seppure con un forte rallentamento rispetto a prima della crisi, a decrescere, mentre
quello relativo alla popolazione in condizione di povertà estrema (meno di 1 dollaro al
giorno) aumenta – dal 2008 - dello 0,3%. Tale aumento significa, in termini assoluti, 5
milioni di indigenti in più in tutta l’area, dato particolarmente preoccupante per un
continente che ha, nella iniqua distribuzione del reddito, uno dei fattori di criticità maggiori.
Soprattutto Paesi come il Venezuela, l’Uruguay e l’Ecuador, che avevano
intrapreso un importante processo di riduzione della povertà, incontrano nel 2008 molte
difficoltà a confermare la tendenza positiva.
Dall’analisi della diffusione della povertà emerge inoltre la evidente persistenza, e
in molti casi l’approfondimento, di uno schema fortemente vincolato a variabili di età,
genere ed etnia.
La incidenza della povertà nei bambini minori di 15 anni è quasi il doppio di quella
nella popolazione di età superiore ai 15 anni; tale differenza è aumentata nella maggior
parte dei Paesi della regione, con incrementi maggiori in Brasile, Panama e Uruguay.
L’esposizione alla povertà delle donne è molto superiore se confrontata con quella
degli uomini in tutti i paesi del subcontinente. I paesi con il gap più alto sono: Argentina,
Cile, Costa Rica, Panama, Venezuela, Repubblica Domenicana e Uruguay. La situazione
lavorativa delle donne si caratterizza, inoltre, per livelli sempre più alti di precarietà e
informalità. La informalità, così come per gli uomini, risponde alla difficoltà di accedere al
limitato numero di lavori formali disponibili ma, per quel che riguarda le donne, anche alla
necessità di flessibilità richiesta da queste di fronte alle responsabilità familiari. Gli
impieghi formali, attualmente, discriminano le donne riconoscendo loro difficilmente le
peculiari necessità relative alla maternità, ai lavori domestici e all’attenzione nella crescita
dei figli. Sono inoltre in crescita costante, dal 1990 al 2007, le famiglie monoparentali (con
un solo genitore, in genere la madre), causa importante di scivolamento nella povertà
estrema per milioni di persone.
Infine, il tasso di povertà dei gruppi indigeni e afrodiscendenti supera da 1,2 fino a
3,4 volte quello del resto della popolazione. Un dato che sottolinea come, nonostante gli
sforzi a livello politico affrontati in diversi Paesi, la condizione di vita degli indigeni sia
ancora tendenzialmente molto più precaria del resto della popolazione.
La caduta del salario reale è stata in parte mitigata dal rallentamento dell’inflazione al 13%
nel 2008 e al 4,5% nel 2009. La decelerazione dell’inflazione è dovuta principalmente
all’abbassamento dei prezzi, a livello mondiale, degli alimenti e dell’energia,
particolarmente influenti soprattutto nel bilancio delle fasce di reddito più basse.
La OIL – Organizzazione del Lavoro Internazionale – nel Panorama Laboral pubblicato
nel 2009, sottolinea come la diminuzione di disoccupazione ottenuta negli ultimi anni sarà
in gran parte persa per gli effetti della crisi. Nel 2009 si stima che il numero di disoccupati
potrebbe aumentare tra l’ 1,4 e i 2,4 milioni di persone.
Inoltre la debolezza della domanda di lavoro, in particolare del settore privato, imprime un
arretramento del tasso di crescita degli impieghi formali negli ultimi anni. Tra i settori più
colpiti ci sono l’industria manifatturiera e l’edilizia. Nelle aree urbane, secondo le stime
della OIL, addirittura 6 occupati su 10 sono impegnati in lavori informali.
Prospettive per il 2010
La rapidità del recupero osservabile nel secondo semestre del 2009 fa prevedere,
anche se con un margine di dubbio relativamente alto, che la regione possa ritornare ad
avere, già nel 2010, tassi di crescita simili a quelli antecedenti la crisi. Il tasso di crescita
della r egione per il 2010 s ar à, s ec ondo la O ECD ( HYPERLINK "http://
www.oecd.org/"Organisation for Economic Co-operation and Development), del 4,3%, e
del 4,1% secondo la CEPAL , con una crescita più sostenuta nell’America del Sud e
meno nell’America Centrale e nei Caraibi.
La prevista crescita del PIL non riuscirà però, secondo le stime della OECD, come della
CEPAL e della OIT, a mitigare l’aumento della disoccupazione e della povertà che
potrebbe crescere, dall’inizio della crisi alla fine del 2010, fino a 7 punti percentuali (39
milioni di persone).
Avranno più facilità di crescita economica quei mercati nazionali più grandi e diversificati
(Brasile, Colombia, Argentina) e con una maggiore partecipazione dell’Asia - in particolare
della Cina (Argentina, Brasile, Cile, Perù).
1.1.2.2 Diritti umani
MDG - Obiettivi del millennio per lo sviluppo
A distanza di nove anni dalla Conferenza nella quale i leader mondiali stabilirono gli
obiettivi per liberare l’umanità dai mali della povertà, della fame dell’analfabetismo e dalle
malattie più gravi, le Nazioni Unite pubblicano il Report del 2009 che analizza i progressi
compiuti in tale direzione.
Questi i dati, per ogni Obiettivo, relativi all’America Latina:
Obiettivo 1- Eliminare la povertà estrema e la fame:
dimezzare, entro il 2015, la percentuale delle persone con reddito inferiore a 1 dollaro:
11% (1990); 11% (1999); 8% (2005)
dimezzare, entro il 2015, la percentuale di persone che soffrono la fame: 11% (1990); 6%
(2007)
Obiettivo 2- Raggiungere l’istruzione elementare universale:
garantire che, entro il 2015, tutti i bambini e le bambine, ovunque vivano, completino il
ciclo degli studi elementari: 94% (2000); 95% (2007)
Obiettivo 3 – Promuovere l’uguaglianza fra i sessi e conferire potere e responsabilità alle
donne
eliminare le disparità di genere, entro il 2015, nell’istruzione elementare e secondaria.;
97% (1999); 97% (2007)
Obiettivo 4 – Diminuire la mortalità infantile
ridurre di due terzi, entro il 2015, il tasso di mortalità dei minori di 5 anni: 54% (1990); 24%
(2007)
Obiettivo 5 – Migliorare la salute materna
ridurre di tre quarti, entro il 2015, il tasso di mortalità materna: 180 (1990) 130 (2005) ogni
100.000 parti
Obiettivo 6 – Combattere l’HIV/AIDS, la malaria e altre malattie
fermare entro il 2015 e cominciare a invertire il tasso di diffusione dell’HIV/AIDS. Fermare
entro il 2015 e cominciare a invertire l’incidenza della malaria e di altre importanti malattie:
propagazione dell’AIDS: 150 (1990) 148 (2007) casi ogni 100.000 abitanti
Obiettivo 7 – Garantire la sostenibilità ambientale:
emissioni di biossido di carbonio (in 1000 milioni di tonnellate per metro cubo): 1,1 (1990);
1,6 (2006)
variazione netta della superficie coperta da boschi: -4,5 (1990-2000); -4,7 (2000-200
5)
Obiettivo 8 – Sviluppare una collaborazione globale per lo sviluppo:
interessi sul debito in proporzione agli ingressi sulle esportazioni: 22% (2000); 8% (2007)
Per raggiungere gli obiettivi del millennio vengono avanzate alcune raccomandazioni:
Nei paesi più colpiti dal recente aumento dei prezzi dei prodotti alimentari è necessario
aumentare la disponibilità alimentare e implementare politiche sociali per sostenere la
fascia di popolazione più colpita.
Rivitalizzare gli sforzi per aumentare i lavori formali e decenti, con una particolare
attenzione rivolta alle donne e ai giovani.
Intensificare l’impegno per il diritto all’educazione per tutti i bambini, in particolare per quelli
che vivono nelle comunità rurali.
Migliorare la condizione di vita per coloro che vivono in povertà nelle aree urbane.
Rendere prioritarie le attività per la salvaguardia dell’ambiente. Sono risultati inadeguati,
fino ad oggi, gli sforzi per arrestare il cambiamento climatico, la deforestazione, la perdita
di biodiversità e la desertificazione.
Indigeni e conflitti
La rivolta delle comunità indigene in Perù, che ha raggiunto l’apice nel giugno dello scorso
anno, ricolloca al centro del dibattito latinoamericano, e non solo, la cosiddetta “questione
indigena”, legata alla difficile definizione dei diritti delle popolazioni originarie negli
ordinamenti nazionali e dei limiti da porre alla espansione del mercato globale. Gli indigeni
peruviani, circa 8-9 milioni, rappresentano il 40% della popolazione. I gruppi più numerosi
sono le popolazioni Quechua e Aymara. La regione amazzonica presenta una maggiore
varietà e dispersione di gruppi etnolinguistici.
Nel 2009 vengono emanati dal governo aprista di Alan Garcia, alcuni decreti legislativi
volti a favorire l’investimento privato nella foresta amazzonica in applicazione del Trattato
di Libero Commercio firmato con gli Stati Uniti nel 2006. Per le comunità indigene, che con
la terra hanno una relazione ancestrale radicalmente differente rispetto alla visione
occidentale i decreti vengono interpretati come una grave violazione dei loro valori più
profondi.
Dopo 55 giorni di protesta decisa, ma pacifica, delle organizzazioni indigene nella regione
di Bagua Grande inizia la violenta repressione dei militari. La Asociación Pro Derechos
Humanos (APRODEH) ha denunciato almeno 133 detenuti e 189 feriti. La CEAS
(Comisión Episcopal de Acción Social), la Coordinadora Nacional de Derechos Humanos
e la ONG Human Rights Watch contano decine di vittime tra i civili.
La mobilitazione degli peruviana degli indigeni segue le tante altre mobilitazioni dei nativi
latinoamericani. Negli ultimi decenni è rinato, infatti, un importante fronte indigeno, capace
di creare innovative forme di movimento e di organizzazione a livello regionale, nazionale
e transnazionale (quali la CONAIE in Ecuador, il MAS in Bolivia, la ONIC in Colombia e
all’EZLN e il CNI in Messico), che ha saputo sempre mantenere una significativa
autonomia dal panorama politico tradizionale ma si è rilevato capace, allo stesso tempo,
di incidere anche sulle dinamiche governative e istituzionali. Nonostante ciò le
rivendicazioni dei popoli indigeni risultano ancora attuali e, nonostante un importante
riconoscimento politico avvenuto negli ultimi anni, molti diritti rimangono inevasi o
concessi solamente sul piano formale.
1.1.2.3 Ambiente
Cambiamenti climatici e principali disastri naturali
Il cambiamento climatico è espresso fondamentalmente nell’aumento della temperatura
media, nella modificazione dei modelli delle precipitazioni, nell’innalzamento del livello del
mare, nella riduzione della superficie coperta dalla neve e dai ghiacci e nella
modificazione dei modelli degli eventi estremi e dei disastri naturali.
Le conseguenze del cambiamento climatico sono particolarmente rilevanti per i paesi
dell’America Latina e dei Caraibi. La elevata sensibilità climatica di alcune attività
economiche, come l’agricoltura e il turismo, la perdita di biodiversità e, soprattutto, la
perdita di vite umane legate all’aumento di fenomeni atmosferici estremi rivelano
l’importanza di sviluppare una efficace strategia per uno sviluppo sostenibile, differente
dal modello attuale.
I disastri ambientali hanno prodotto nel 2009 un danno stimato in circa 10.000 miliardi di
dollari, superando significativamente i danni prodotti mediamente nell’arco temporale che
va dal 2000 al 2008. La severità dei disastri in America Latina e nei Caraibi ha colpito
particolarmente i settori economici del turismo e dell’agricoltura.
Terremoto ad Haiti
Il 12 Gennaio 2010 Haiti viene colpita da un forte terremoto che provoca una delle più
gravi catastrofi umanitarie degli ultimi decenni. Lo United States Geological Survey
localizza, a circa 25 kilometri dalla capitale Port-au-Prince, la scossa principale di
magnitudo 7,0. A questa sono seguite altre scosse di magnitudo tra i 5,0 e i 5,9 gradi.
Haiti è lo Stato più povero del continente americano, con l’80% della popolazione che vive
al di sotto della soglia di povertà e il 54% al di sotto di quella della povertà estrema.
Attanagliato da una lunga instabilità politica, fortemente legato all’andamento delle rimesse
provenienti dagli emigranti all’estero, subisce significativamente il peso di un debito estero
molto alto ed è al 153° posto, sui 177 Paesi considerati, nella classifica basata sull’indice
di sviluppo umano. Quasi il 70% della popolazione lavora nel comparto agricolo che
rappresenta, nonostante l’arretratezza tecnologica, quasi un terzo dell’economia
nazionale. Il settore dei servizi, legato principalmente al turismo, rappresenta il 40% circa
dell’economia del paese mentre è praticamente inesistente il settore industriale. L’ultima
grave recessione che ha attraversato il Paese (legata alla situazione di instabilità politica
interna) risale al 2004, mentre piccoli segnali positivi sono emersi nel 2009 quando, a
dispetto di gran parte degli altri Paesi latinoamericani, l’economia nazionale cresce,
secondo le stime della CEPAL, del 2%.
A causa delle difficoltà strutturali del sistema pubblico del Paese e in seguito ai gravi danni
alle infrastrutture di mobilità e comunicazione, non è ancora possibile definire con
certezza il numero di vittime del sisma.
Secondo l’ultimo aggiornamento della OCHA – Office for the Coordination of
Humanitarian Affairs – i corpi recuperati sono 112.250, mentre il bilancio finale delle
vittime potrebbe arrivare, si stima, intorno alle 200.000 persone. Circa 3 milioni di haitiani,
più di un terzo della popolazione totale, avrebbero subito danni diretti dal terremoto e oltre
un milione di persone potrebbero trovarsi senza una casa.
Centinaia di migliaia di persone si sono accalcate nelle piazze, o in bidonville
improvvisate, senza servizi igienici e raggiunte con difficoltà dai centri di emergenza
predisposti per la distribuzione di acqua e viveri. Uno dei rischi più temuti è la diffusione di
epidemie dovute alle precarie condizioni di igiene e alla contaminazione dell’acqua.
Il terremoto ha colpito in modo particolare la capitale Port-au-Prince, distruggendo, o
danneggiando gravemente, molti edifici governativi, il parlamento, la sede della missione
delle Nazioni Unite in Haiti e gran parte degli edifici pubblici come ospedali, scuole,
stazioni di polizia, dei pompieri ecc.
Immediatamente sono partiti ingenti aiuti umanitari internazionali. Fin da subito, e in mezzo
a molte polemiche, sono apparse evidenti le enormi difficoltà incontrate per gestire la
prima fase dell’emergenza. Secondo le Nazioni Unite, il sisma che ha colpito Haiti, “è il
peggior disastro che abbia dovuto affrontare l’Organizzazione in termini di logistica, dato il
completo collasso del governo locale e delle infrastrutture”.
Dopo le operazioni per la prima emergenza sarà necessario intervenire, con il sostegno
della comunità internazionale e con il pieno coinvolgimento delle autorità locali, per avviare
la fase di ricostruzione e di sviluppo.
Deforestazione
In una regione con un’estensione relativamente alta della zona boschiva e con un
grado di sviluppo relativamente basso, le foreste sono molto vulnerabili. Come emerge
dalla più recente analisi sulla situazione globale a riguardo, elaborato dalla FAO nel
Report 2009, tra il 1990 e il 2005 la regione latinoamericana ha perso quasi 64 milioni di
ettari, un 7% della complessiva superficie boschiva. Più di una terza parte della
deforestazione mondiale è avvenuta in America Latina.
Tutti i paesi dell’America del Sud, ad eccezione del Cile e dell’Uruguay, hanno
avuto una perdita netta della superficie boschiva. Il Brasile, la Colombia e l’Ecuador sono
tra i dieci paesi con la maggiore biodiversità e continuano a non proteggere
adeguatamente il proprio patrimonio naturale.
Migliore è la situazione nell’area caraibica dove si è avuto un aumento, seppur
ridotto, della superficie boschiva, principalmente a Cuba.
Il cambio d’uso dei terreni (per la crescente domanda di olio di palma, soia, cacao,
caffè e carne bovina), il commercio internazionale di legname illegale e il cambiamento
climatico sono le cause principali della deforestazione crescente in America Latina.
Le prospettive, secondo la FAO, sono diverse per quello che riguarda le varie
sub-aree della regione latinoamericana e caraibica. Nei Caraibi, dove la densità della
popolazione è abbastanza elevata, la crescita dell'urbanizzazione porterà a un declino
nell'agricoltura. Molti terreni lasciati incolti, quindi, saranno nuovamente inglobati nella
foresta. In Sud America, invece, la previsione è che la pratica della deforestazione
prosegua anche nel prossimo futuro. L'elevato costo del cibo e del petrolio continueranno
a rendere vantaggioso convertire le aree forestali in piantagioni. La gestione sostenibile
delle foreste resterà una sfida in molte regioni dove la proprietà stessa dei terreni rimane
spesso indefinita. Nonostante l’attività di rimboschimento sia destinata ad aumentare,
grazie ai continui investimenti e alla crescita della domanda mondiale di legno, non pare
che sia sufficiente per fermare nel suo complesso la deforestazione dell’Amazzonia.
1.1.2.4. Tendenze politiche
Elezioni
In sintesi le elezioni presidenziali 2009 presentate in ordine cronologico:
El Salvador
Il Fronte Farabundo Martì per la Liberazione Nazionale (FLMN) sale al governo a
distanza di più di vent’anni dall’ascesa al potere della ultraconservatrice Alleanza
Repubblicana Nazionalista (ARENA) – considerata l’erede politica degli squadroni della
morte attivi a cavallo del 1980 - e a quindici anni dagli accordi di pace che hanno posto
fine alla sanguinosa guerra civile. Il candidato del Fronte (per la prima volta non un exguerrigliero) Mauricio Funes vince con il 51,3% al ballottaggio che lo opponeva al
candidato di ARENA, Rodrigo Avila.
Ecuador
Viene riconfermato Presidente della Repubblica, con largo consenso, Raffael
Correa, economista, cattolico di sinistra. Correa, candidato di Alianza Pais, è sostenuto
anche dai movimenti indigeni organizzati nella CONAIE (Confederación de
Nacionalidades Indígenas del Ecuador), importante realtà che ha avuto un ruolo decisivo
nelle elezioni tenutesi nel paese andino negli ultimi anni. La vittoria elettorale di Correa
segue di alcuni mesi un altro importante successo ottenuto dal Presidente in carica:
l’istituzione di una nuova Costituzione progressista, dalla Alianza Pais fortemente
sostenuta.
Panama
Nel piccolo paese centroamericano, da sempre legato alle vicende di carattere
internazionale che hanno interessato l’omonimo canale artificiale, vince il magnate dei
supermercati, di impostazione neoliberale, Ricardo Martinelli, candidato dell’alleanza
Cambio Democratico.
Ricardo Martinelli supera, ottenendo oltre il 60% dei consensi, la candidata della
alleanza centrista sostenuta dal Partido Revolucionario Democratico Balbina Herrera.
Quest’ultima, succeduta alla guida del partito all’ex Presidente uscente Martin Torrijos, si
ferma al 37% dei voti.
Honduras
Le elezioni hondureñe di novembre giungono dopo mesi di forte conflittualità
interna, seguiti al colpo di stato del 28 Giugno ai danni del Presidente in carica Manuel
Zelaya. I militari deportano il Presidente dichiarandosi contrari, così come parte del partito
di governo, il Partido Liberal de Honduras, all’ipotesi promossa da Zelaya di costituire una
Assemblea Costituente per redigere una nuova Costituzione. Il Presidente del
Parlamento, Roberto Micheletti, lo sostituisce e giura come Presidente della Repubblica.
Le Nazioni Unite, in linea con le posizioni della OSA (Organizzazione degli Stati
Americani) e della UE (Unione Europea), approvano una risoluzione che chiede il ritorno
“immediato e senza condizioni” del Presidente Zelaya. Seguono proteste, agitazioni e
scontri che si susseguono per vari mesi in tutto l’Honduras con un bilancio di centinaia di
feriti e decine di morti.
Il Governo presieduto da Micheletti, complice uno sfaldamento nella comunità
internazionale, rimane in carica fino alle elezioni previste per il 29 Novembre, considerate
illegittime dalle forze di opposizione che decidono di non presentarsi.
Le elezioni, svoltesi a distanza di 5 mesi dal colpo di stato, vengono vinte, con un
netto vantaggio sugli altri candidati, da Porfirio Lobo del Partido Nacional, principale forza
della destra hondureña. Lo stesso Porfirio Lobo, importante esponente dell’imprenditoria
agricola, era stato battuto di misura nelle precedenti elezioni del 2005 dal deposto
Presidente Zelaya. Secondo il Tribunal Supremo Electoral la partecipazione alle urne è
del 61% degli aventi diritto, cifra contestata dall’opposizione per la quale non supererebbe
il 40%.
Il Governo di Porfirio Lobo, riconosciuto solo da una parte, seppur significativa,
della comunità internazionale (nel continente americano dagli USA, Colombia, Peru, Costa
Rica e Panama), entrerà in carica il 27 Gennaio 2010.
Uruguay
In contemporanea con le elezioni hondureñe si svolgono le elezioni in Uruguay. In
continuità con il Presidente uscente, l’ex sindaco di Montevideo Tabarè Vàzquez, ottiene
la Presidenza della Repubblica Pepe Mujica candidato del Fronte Amplio, partito del
centro-sinistra uruguayano al governo dal 2005. Il Fronte Amplio ottiene la maggioranza
anche nelle due camere: Congreso e Senado.
Pepe Mujica ottiene il 52% dei voti superando di 9 punti percentuali al ballottaggio il
conservatore Alberto Lavalle, del Partito Nazionale. Ex guerrigliero Tupamaro, per 13
anni prigioniero nella dittatura dei militari degli anni Settanta e Ottanta, Mujica rappresenta
la parte più a sinistra dell’eterogenea forza del Fronte Amplio mentre la parte più
moderata, sarà rappresentata al Governo dal Vice Presidente Danilo Astori.
Bolivia
Le elezioni in Bolivia arrivano a poco meno di un anno di distanza dalla
promulgazione della nuova Costituzione del gennaio 2009. La nuova Costituzione è stata
approvata con il 64% dei voti a favore e, assieme all’approvazione del tetto di 5 mila ettari
di estensione per i latifondi, permette di riprendere l’azione politica del governo del MAS
frenata dai tentativi separatisti delle regioni orientali del paese e dall’impasse politica
creatasi per l’indizione del referendum. La nuova Costituzione prevede la costruzione di
uno Stato “unitario, sociale e di diritto plurinazionale” e riconosce la democrazia di tipo
rappresentativa, diretta e comunitaria. Sostiene una maggiore azione di controllo dello
Stato nell’economia nazionale e riconosce alle comunità indigene, nelle zone stabilite, i
seguenti diritti: la proprietà esclusiva sulle proprie risorse forestali, il diritto all’autonomia e
all’autogoverno indigeno, un sistema giudiziario autonomo e una quota minima di
parlamentari di origine india.
Nella Costituzione si prevede, inoltre, la possibilità di ottenere un secondo
mandato per la carica di Presidente della Repubblica. Grazie a tale modifica Evo Morales,
già vincitore delle elezioni del 2005, si ripresenta per le elezioni del 6 dicembre 2009.
Morales ottiene, come previsto, un ampio successo raggiungendo il 64% dei voti
mentre Reyes Villa, il principale avversario della coalizione conservatrice Convergencia,
si ferma al 26%. La vittoria di Morales e del Mas (ottenuta anche in buona parte delle
roccaforti della oposicion derechista delle regioni orientali), permetterà a Morales di dare
continuità e approfondire il percorso intrapreso con il primo governo del 2005 e iniziato
sulla spinta dei movimenti sociali nei primi anni del XXI secolo.
Cile
Il 17 Gennaio 2010 si svolge in Cile il ballottaggio per assegnare la carica di
Presidente della Repubblica. Il candidato conservatore Sebastian Piñera ottiene il 51,6%
dei voti contro il 48,4% dell’esponente del centrosinistra Eduardo Frei. La vittoria di Piñera
permette alla destra di andare al governo per la prima volta dal ritorno della democrazia in
Cile, ponendo fine alla fase di supremazia della Concertacion, basata sull’alleanza tra la
democrazia cristiana e il partito socialista cileni. Sebbene la posizione del governo
moderato della socialista Bachelet si sia mantenuto sempre particolarmente cauto nello
stabilire legami politici con gli altri esecutivi della sinistra sudamericana, la vittoria della
destra, nel Paese economicamente più sviluppato dell’America Latina, potrebbe aprire
nuovi scenari geopolitici nella regione.
Una visione d’insieme
In linea generale prosegue la predominanza sperimentata negli ultimi anni dalle
forze progressiste su quelle conservatrici. Tale movimento non è compatto né uniforme
ma composito e variegato. Differenze esistono nella gestione economica, nella visione dei
poteri dello Stato e nelle relazioni internazionali. Fra i tratti comuni risaltano l’impegno
sociale, la crescita del ruolo dello Stato nell’economia, l’introduzioni di nuovi diritti per le
popolazioni originarie e una forte personalizzazione della politica. Sebbene la maggior
parte di queste amministrazioni rappresentino una rottura con il periodo neoliberale degli
anni novanta, e su questo basino gran parte del sostegno popolare, alcune continuano ad
aderire ai precetti liberisti seppure fortemente mitigati.
Le larghe vittorie “indigeniste” di Correa in Ecuador e di Morales in Bolivia
confermano come in questi Paesi lo strappo con il passato (dominio da sempre di forze
conservatrici ed elitarie) non sia un fatto episodico e momentaneo ma l’inizio di un
processo che non si esaurirà a breve e continuerà ad essere un riferimento per nuove e
interessanti forme di democrazia.
Se a Panama la vittoria della destra rappresenta una sostanziale continuità con il
recente passato, la sconfitta, se confermata al secondo turno, della sinistra moderata in
Cile potrebbe aprire un asse in controtendenza con le aspirazioni politiche del resto del
subcontinente – definito da alcuni analisti il “fronte della sponda oceanica” che va dal
Messico fino al Cile passando da Colombia e Perù – riavvicinando l’America Latina
all’alleato storico: gli Stati Uniti.
La crisi hondureña, infine, dove si sono incrociate problematiche strutturali interne
con complesse relazioni internazionali, ripropone pratiche antidemocratiche scomparse
dal panorama latinoamericano degli ultimi anni. Quello che ne emerge è la fragilità che
caratterizza ancora oggi le istituzioni in alcuni paesi della regione e l’incapacità – o
mancanza di volontà – della comunità internazionale di salvaguardare le fondamenta
democratiche nell’area.
Regionalismi
Permangono difficoltà e perplessità sulla proposta nordamericana dell’ALCA (Area
di Libero Commercio delle Americhe). Il progetto di un trattato di libero scambio dal
Canada all’Argentina è stato lanciato da George Bush nel 1990, dopo una fase di
accelerazione con l’amministrazione Clinton, è stato formalmente congelato, a seguito
delle forti critiche di governi, movimenti e organizzazioni sindacali nel Summit di Mar del
Plata del 2004. Gli Stati Uniti proseguono promuovendo l’adozione di trattati di libero
scambio bilaterali, senza però affossare definitivamente, come emerso anche dal Summit
di Trinitad e Tobago del 2009, la possibilità di inglobare, nel medio periodo, tutti i trattati di
libero scambio all’interno di un unico accordo complessivo.
In aperta contrapposizione al progetto dell’ALCA si situa l’accordo dell’ALBA,
(Alternativa Bolivariana para los pueblos de nuestra America), sostenuto principalmente
dal governo Venezuelano. Incentrato sullo sviluppo economico endogeno della regione
latinoamericana si fonda sulla creazione di fondi compensatori, su di una forte attenzione
al settore agricolo e sulla creazione di trattati regionali con trattamenti differenziati per
Paese a seconda del grado di sviluppo. Nonostante la crescente visibilità dell’Accordo
negli ultimi anni l’ALBA difficilmente potrà allargarsi a tutto il subcontinente, considerata la
forte connotazione ideologica del progetto.
Nel 2008 a Brasilia, c’è stata la firma del trattato costitutivo di UNASUR (Unione
delle Nazioni Sudamericane), nato dalle ceneri della Comunità Sudamericana delle
Nazioni, a sua volta nata dall’integrazione del Mercosur e della Comunità Andina nel 2004.
Al progetto, che prende a modello l’integrazione dell’Unione Europea, partecipano tutti gli
Stati dell’America del Sud. Cautamente il progetto di libero scambio dell’area
sudamericana si sta rafforzando e, per molti analisti, ha concrete possibilità di riuscita sul
medio periodo.
Relazioni internazionali e prospettive per il 2010
Con l’avvio dell’amministrazione Obama, nel gennaio 2009, inizia un periodo di
ridefinizione del ruolo degli Stati Uniti nella regione latinoamericana. Nonostante i recenti
difficili rapporti tra l’amministrazione statunitense e molti dei governi latinoamericani, i dati
economici evidenziano la presenza di un legame economico ancora molto forte tra le due
regioni: il 50% delle esportazioni latinoamericane sono assorbite dagli USA, che
riforniscono il subcontinente di quasi il 40% delle sue importazioni. Gli Stati Uniti hanno
inoltre incrementato il numero di basi militari e operazioni militari congiunte in America
Latina nel corso degli ultimi anni.
L’Unione Europea è il principale attore per la cooperazione internazionale, il
secondo investitore straniero e il secondo partner commerciale dopo gli Stati Uniti (il
primo per quanto riguarda la zona del Mercosur). Secondo i dati dell’UE i flussi
commerciali con l’America Latina sono più che raddoppiati negli ultimi quindici anni.
Infine emerge il ruolo della Cina, con la quale gli scambi commerciali e le relazioni
politiche hanno conosciuto un’esplosione esponenziale. Seppur ancora relativamente
ridotte se confrontate con quelle statunitensi, negli ultimi dieci anni le importazioni dalla
Cina sono più che quadruplicate mentre le esportazioni verso la Cina più che
quintuplicate. Ugualmente significativi sono i molti finanziamenti diretti – stabiliti con
accordi politici direttamente con il governo cinese - per l’ammodernamento delle
infrastrutture nella regione.
Nel complesso è riscontrabile negli ultimi anni una maggiore autonomia della
regione sul piano internazionale. In particolare il ruolo del Brasile è andato
progressivamente rafforzandosi, sia a livello continentale che mondiale. L’assunzione di
una più marcata autonomia rispetto alle grandi potenze mondiali è frenata però dal
persistere principalmente di due problemi: la dipendenza economica e tecnologica dai
paesi industrializzati (che, per quanto affievolita, rimane forte) e un andamento
economico ancora molto legato alla stabilità dei prezzi internazionali delle materie prime
(estremamente variabili, come abbiamo visto nell’ultimo anno).
Fonti principali
CEPAL, Balance preliminar de las economias de America Latina y el Caribe, Nazioni Unite,
2009
CEPAL, Panorama social de America Latina, Nazioni Unite, 2009
CEPAL, La economia del cambio climatico en America Latina y el Caribe, Nazioni Unite 2009
CEPAL, El rostro de la pobreza en las ciudades de America Latina y el Caribe, Nazioni Unite
2009
FAO, Situacion de los bosques en el mundo, 2009
Gardini, Gian Luca, L’America Latina nel XXI secolo, Quality paperbacks, Carocci, Roma
2009
Giraudo, Laura, La questione indigena in America Latina, Quality paperbacks, Carocci, Roma
2009
Nazioni Unite, Objetivos de desarrollo del Milenio, Informe, 2009
OCDE, Informe Perspectivas Económicas de América Latina 2010, 2009
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www.worldbank.org
1.2
Le politiche delle Organizzazioni Internazionali
1.2.1
Il Millennium Development Goals e gli Istituti Internazionali
Le Nazioni Unite, attraverso l’analisi degli impegni assunti con la Dichiarazione del
Millennio nel settembre del 2000, individuano 5 principali sfide-obiettivi per il futuro del
continente latinoamericano.
Il primo impegno dei MDG (il dimezzamento della povertà estrema entro il 2015) esige un
proseguimento della crescita sui livelli degli ultimi anni (comunque non inferiore al 3%
per abitante) e una crescita maggiore (superiore al 4% annuo) per quei paesi la cui
crescita è stata invece più lenta fino ad ora.
La crescita non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi di sviluppo della regione ma
occorre che sia affiancata da adeguate politiche sociali improntate all’equità
Insieme alla riduzione della povertà e della fame come impegno urgente nel breve
periodo, è necessario investire nel capitale umano attraverso programmi sociali
come i trasferimenti di fondi condizionati per assicurare l’assistenza per il primo e il
secondo ciclo scolastico per i programmi di alimentazione scolastica e di attenzione
medica preventiva da rivolgere soprattutto alle donne in gravidanza e ai neonati.
E’ indispensabile che i paesi raggiungano un nuovo “patto fiscale” che assicuri l’uso
efficiente delle risorse dello Stato, la trasparenza nella loro utilizzazione, una chiara
rendicontazione e una maggior disponibilità finanziaria per compiere nuove azioni
sociali. E’ necessario inoltre un aumento dell’assistenza per lo sviluppo dei paesi più
poveri della regione come la Bolivia, il Guatemala, la Guyana, Haiti, e il Nicaragua;
E’ necessaria una conclusione positiva delle negoziazioni tra gli Stati che permettano
l’accesso ai mercati dei paesi sviluppati, delle esportazioni latinoamericane (come
degli altri paesi in via di sviluppo), in particolar modo dei prodotti agricoli.
Da un recente studio della Comision Economica para America Latina y el Caribe (CEPAL)
delle Nazioni Unite, emerge una significativa diminuzione della partecipazione dell’America
Latina sul totale dei flussi degli Aiuti ufficiali allo sviluppo diretti verso i paesi poveri. Il
13,3% degli aiuti totali nel decennio 1980-1990, quelli diretti verso il continente
latinoamericano, diventano il 12,9% nel decennio 1991-2001 e il 9,4% nel quadriennio
2002-2006. La Commisione, anche in seguito all’analisi di questi dati, sottolinea
l’importanza di cogliere due importanti sfide per il futuro. Migliorare la capacità di utilizzo di
meccanismi nuovi di finanziamento come quelli della cooperazione triangolare Sud-Sud e
Nord-Sud e tentare di valorizzare le risorse delle rimesse degli emigrati che
rappresentano il 30% del totale dei flussi finanziari netti in arrivo nel continente.
Aiuti allo sviluppo dai paesi OCSE verso il continente latinoamericano:
Aiuti allo sviluppo ricevuti per paese in valore assoluto (in dollari) e in percentuale
Paese
Colombia
Nicaragua
Honduras
Haiti
Bolivia
Guatemala
Peru
Messico
Ecuador
Guyana
Altri
Totale
in milioni di $
in percentuale
988
733
587
581
581
487
468
247
189
173
1876
6910
14
11
9
8
8
7
7
4
3
3
27
100
Aiuti allo sviluppo per paese donatore in valore assoluto (in dollari) e in
percentuale.
Paese
Stati Uniti
Europa
Spagna
Germania
Giappone
Canada
Francia
IDB
Svezia
Olanda
Altri
Totale
in milioni di $
in percentuale
1955
826
784
447
432
370
305
216
187
168
1220
6910
28
12
11
6
6
5
4
3
3
2
18
100
Le politiche dell’Unione Europea
Gli ambiti d’azione verso cui l’Unione Europea intende indirizzare e concentrare la
programmazione del periodo 2007-2013 sono tre, definiti durante il Summit di Guadalajara
del maggio 2004, il Summit di Vienna del maggio 2006 ed il Summit di Lima del maggio
2008.
Promuovere la coesione sociale quale obiettivo comune e settore prioritario delle
relazioni tra la Comunità e l'America latina, tramite la lotta contro la povertà,
l'ineguaglianza e l'esclusione. Particolare attenzione, secondo la UE, va prestata alla
protezione sociale e alle politiche fiscali; agli investimenti produttivi finalizzati a creare
maggiore e migliore occupazione; alle politiche volte a combattere la discriminazione; alle
politiche di contrasto al consumo e al traffico di droga; ai miglioramenti nei servizi sociali
fondamentali, in particolare salute e istruzione.
Il programma per l’attuazione della priorità numero 1 prevede:
l’elaborazione di strategie e di politiche sociali, anche per quanto riguarda la componente
fiscale;
sostegno alla cooperazione intraregionale come promozione del dialogo tra i governi;
sostegno alla partecipazione della società civile, in particolare dei popoli indigeni e degli
afrodiscendenti emarginati;
attenzione alle regioni più povere, alle zone svantaggiate e alle popolazioni più
emarginate;
rafforzamento delle sinergie positive tra la coesione sociale e la tutela dell’ambiente,
mediante un miglioramento dell’integrazione dei progetti volti a ridurre la povertà e a
migliorare la gestione delle risorse naturali sostenibili.
All’interno di questo ambito l’Unione Europea individua un sottosettore per il controllo del
traffico di droga, operante attraverso la cooperazione e la condivisione dell’intelligence e
delle altre informazioni con le istituzioni giuridiche competenti nella regione, nonché tra le
autorità dell’UE, dell’America Latina e dei Caraibi.
incoraggiare una maggiore integrazione regionale, anche tramite il sostegno ai diversi
processi di integrazione regionale e all'interconnessione delle infrastrutture di rete,
assicurando al contempo la complementarietà con le attività sostenute dalla Banca
europea per gli investimenti (BEI) e da altre istituzioni
Il programma per l’attuazione della priorità numero 2 prevede:
promuovere l’integrazione e l’intensificazione delle relazioni economiche nella regione
latinoamericana, migliorandone al tempo stesso la rete di connessioni, favorendone lo
sviluppo sostenibile;
promuovere una migliore intesa e impostazioni comuni tra le due regioni, attraverso il
dialogo sulle politiche e sugli strumenti nei settori interessati, a livello normativo e a livello
economico;
promuovere lo sviluppo delle infrastrutture e la creazione di un contesto sicuro per le
attività economiche attraverso reti integrate, tenendo conto delle dimensioni sociali e
ambientali.
investimenti nelle risorse umane attraverso una programmazione destinata a migliorare
l’insegnamento e l’istruzione a livello superiore, con la finalità di avvicinare il mondo
accademico al mondo del lavoro. Tale programma avrà lo scopo di promuovere
l’immagine dell’Europa in America Latina e di conferire la visibilità adeguata alle attività
promosse.
L’attuazione di questa terza priorità prevede:
miglioramento delle capacità degli istituti d’istruzione superiore latinoamericani, anche a
livello amministrativo;
intensificazione del dialogo sui sistemi di istruzione superiore;
favorire il riconoscimento reciproco tra istituti (soprattutto in ambito di insegnamento,
formazione e diplomi) e favorire la mobilità degli insegnanti;
promuovere il collegamento in rete degli istituti d’istruzione superiore, dei centri di ricerca
e formazione e delle imprese.
I principali Programmi per l’attuazione delle suddette priorità avviati dall’Unione Europea
sono: per l’ambito della coesione sociale e territoriale EUROSOCIAL e URBAL (194
milioni di euro previsti per il periodo 2007-2013), per l’integrazione regionale AL-INVEST e
@LIS (139 milioni di euro) e per l’istruzione superiore ALFA e ERASMUS MUNDUS (223
milioni di euro).
EUROSOCIAL: è una iniziativa di cooperazione tecnica della Commissione Europea per
promuovere la coesione sociale in America Latina attraverso lo scambio di esperienze tra
le amministrazioni pubbliche responsabili della gestione della giustizia, dell’educazione,
dell’occupazione, della fiscalità e della salute.
Uno dei propositi di EUROsociAL è quello di costruire reti sostenibili di amministrazioni
pubbliche europee e latinoamericane nei settori prioritari e attraverso le reti poter
condividere esperienze positive e negative e poter trarre conoscenza da esse, pur con la
consapevolezza di contesti culturali, politici ed istituzionali profondamente differenti.
Lo strumento principale di lavoro è lo scambio di buone pratiche ed esperienze tra
amministrazioni pubbliche europee e latinoamericane nei cinque settori prioritari.
La Commissione Europea sta discutendo le linee strategiche pe la seconda fase di
Eurosocial.
URBAL: lanciato nel 1995, URBAL riunisce più di 680 collettività locali intorno a dei
progetti che riguardano vari temi come la partecipazione, lo sviluppo ambientale e
urbanistico, lo sviluppo economico, la società dell’informazione e il consolidamento della
democrazia. Svolge un ruolo significativo per favorire lo scambio diretto di esperienze tra
realtà dell’America Latina ed europee. Alcuni degli obiettivi: sviluppare le capacità di
gestione delle collettività locali attraverso la formazione delle risorse umane,aumentare la
partecipazione delle collettività locali nell’ambito internazionale; diffondere buone pratiche
di sviluppo locale europee e latinoamericane rispettando le specificità locali, promuovere
l’associazione tra collettività locali e rappresentanti della società civile; rafforzare le
capacità di azione delle città e delle regioni nello sviluppo sociale, economico e culturale,
incluso per la creazione di nuovi servizi pubblici.
E’ partita nel dicembre 2008 la terza fase del Programma.
AL-INVEST: è un programma di cooperazione economica i cui obiettivi sono l’appoggio
alla internazionalizzazione della piccola e media impresa dell’America Latina, in
collaborazione con i partner europei, al fine di contribuire alla coesione sociale della
regione.
@LIS: si propone di rafforzare la cooperazione tra Unione Europea e America Latina
nell’ambito della società dell’informazione. Il Programma, creato dalla Commisione
Europea nel dicembre del 2001, ha come obiettivo quello di rispondere alle necessità delle
collettività locali, aumentando le capacità di interconnessione tra le collettività di ricerca
delle due regioni, integrando l’America Latina nella Società Globale dell’Informazione.
All’interno del Programma si sviluppano quattro settori tematici: la e-Education, la eInclusion, e-Governance e la e-Health.
ALFA: partecipano 27 paesi dell’Unione Europea e 18 dell’America Latina (Argentina,
Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala,
Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Peru, Uruguay e Venezuela).
L’obiettivo del Programma è quello di sviluppare la cooperazione istituzionale e la
formazione tecnico-scientifica tra Istituti di Educazione Superiore dell’Unione Europea e
dell’America Latina.
1.2.2.1 Documenti strategici dell'Unione Europea per Sub-aree
L'Unione Europea è inoltre fortemente interessata al percorso di rilancio degli organismi di
cooperazione sovranazionali latinoamericani quali l’Organizzazione degli Stati
Centroamericani, la Comunità Andina e il Mercosur.
Il documento di strategia regionale per l'Organizzazione degli Stati Centroamericani 2007
-2013
Il Documento si occupa dei seguenti paesi: Costa Rica, Panama, Salvador, Honduras,
Nicaragua e Guatemala.
Tre le priorità per la Strategia Regionale dell’America centrale:
Rafforzare il sistema istituzionale per l’integrazione regionale rendendo effettiva la
capacità di tutte le parti coinvolte nel processo;
Consolidare l’unione doganale e le relative politiche di armonizzazione, sostenendo lo
sviluppo del commercio intra ed extra regionale, favorendo il libero movimento dei beni ed
evitare barriere tecniche al commercio. Verrà fornito supporto per il processo di
integrazione economica, tenendo in considerazione i risultati della valutazione unitaria in
ambito di integrazione regionale in America Centrale ottenuta dal Gruppo di Lavoro
congiunto costituito ad hoc.
Rafforzare la sicurezza regionale è un obiettivo prioritario per i Paesi dell’America
centrale e va perseguito fornendo supporto alla cooperazione tra le autorità nazionali,
quali le forze di polizia e i sistemi giudiziari della regione. I programmi. I programmi
associati a questa area focale potrebbero coinvolgere anche attività quali: il miglioramento
della conoscenza reciproca tra i sistemi giuridici e legali degli Stati membri; operazioni
congiunte di sorveglianza delle frontiere; sviluppo di un sistema regionale di informazione
tariffaria riguardante i passaggi alle frontiere; progetti di cooperazione regionale tra polizia
e autorità giudiziarie; scambi delle migliori pratiche per l’individuazione dei criminali e per la
prevenzione e la lotta contro il traffico illegale; studi per rafforzare ulteriormente l’effettività
del sistema legale a livello regionale. La coerenza verrà assicurata attraverso il supporto
necessario fornito in ambito di sicurezza, good governance e politica sociale nel contesto
delle strategie nazionali dei singoli Paesi.
I finanziamenti previsti per il periodo 2007-2013 destinati all’area dell’America Centrale
sono di 75 milioni di euro dei quali 20 destinati al rafforzamento del sistema istituzionale
per l’integrazione regionale, 47 al consolidamento dell’unione doganale e alle relative
politiche di armonizzazione e 8 al rafforzamento della sicurezza generale.
Documento di strategia regionale per la comunità andina 2007-2013
L’organizzazione regionale delle Ande, detta Comunità Andina (CAN), è formata da
Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù ed è una delle più antiche del continente
latinoamericano.
Tre le priorità per la regione andina:
Integrazione economica e sociale, da sviluppare attraverso quattro obiettivi specifici:
accrescere l’integrazione economica regionale attraverso una legislazione
armonizzata (settori di beni e servizi, dogane, diritti di proprietà intellettuale ed
industriale, ecc.);
incidere sulla crescita del mercato interno e di quello con l’UE;
promuovere la facilitazione dell’ingresso degli standard internazionali quali quelli del WCO
(Organizzazione Mondiale delle Dogane);
rendere la CAN più appetibile per gli investimenti diretti esteri;
sostenere l’integrazione dell’economia CAN in quella mondiale
Coesione economica e sociale:
stimolare un ulteriore sviluppo della politica sociale della CAN , attraverso
l’avvio di un approccio integrato alla coesione economica e sociale, ivi incluse la
riduzione della povertà, il coinvolgimento sociale, la qualità e la creazione
d’occupazione;
incoraggiare i progetti di sviluppo territoriale;
rafforzare le sinergie positive per la coesione sociale e la protezione ambientale,
integrando la gestione sostenibile delle risorse naturali ai progetti finalizzati alla riduzione
della povertà.
3) Lotta al traffico della droga
stimolare un approccio integrato alle politiche anti-droga;
fornire analisi e consulenza politica per assistere i governi nazionali nella lotta contro la
droga.
Il contributo finanziario complessivo per il periodo 2007-2013 è di 50 milioni di euro. Fino
al 2010, momento di revisione intermedia dei progetti, verranno stanziati per le prime due
priorità 13 milioni cadauna e 6,5 milioni per la terza.
Documento di strategia regionale del MERCOSUR
Al Mercosur partecipano, come membri a pieno titolo, Argentina, Brasile, Paraguay e
Uruguay.
I settori d’intervento prioritario:
Supporto all’istituzionalizzazione del Mercosur; attraverso il rafforzamento dell’efficacia e
dell’efficienza delle istituzioni.
Sostegno all’approfondimento del Mercosur e all’attuazione del futuro Accordo di
Associazione UE – Mercosur; incoraggiando l’integrazione del mercato e della
produzione del Mercosur; la sicurezza alimentare e la creazione di un’area fito-sanitaria
del Mercosur e promuovendo la protezione ambientale attraverso lo sviluppo sostenibile
della regione e la gestione sostenibile delle risorse sanitarie.
Rafforzamento e promozione della partecipazione della società civile, della conoscenza
del processo d’integrazione regionale e della mutua comprensione e visibilità. Attraverso,
ad esempio, il rafforzamento del settore cinematografico e audiovisivo del Mercosur per
promuovere l’identità regionale e la creazione di workshop, seminari e altre attività
finalizzate a fornire personale esperto di assistenza per ogni questione riguardante
l’integrazione regionale, trasmettendo l’esperienza in materia dell’Unione Europea.
E’ previsto un finanziamento di 50 milioni di euro per il periodo 2007-2013.
Country Strategy paper 2007-2013
Peru:
Obiettivi della cooperazione della CE
L’impegno della CE sarà rivolto laddove è stata acquisita una maggiore esperienza e
capacità: nel sostegno allo stato di diritto e al rafforzamento della governabilità; nel
sostegno allo sviluppo sociale integrale in regioni particolarmente svantaggiate e
appoggiando il processo di decentramento in atto in Perù. Queste due priorità sono
anche quelle del Governo peruviano.
1. Sostegno alla modernizzazione dello Stato e al rafforzamento di governabilità e
inclusione sociale
Sostenere il Governo nel suo sforzo di modernizzazione e di miglioramento della
qualità e della dotazione di servizi pubblici
Sostenere il Governo nel suo sforzo di consolidamento delle politiche statali
Contribuire a far sì che l’Accordo Nazionale stabilisca Accordi di buona
governabilità a livello regionale e a livello nazionale, garantendo e supervisionando
il rispetto dei consensi ottenuti e delle politiche stabilite e già avviate
Includere gli aspetti trasversali come il rispetto dei diritti dell’uomo, l’uguaglianza di
genere, i diritti delle comunità indigene e dell’ambiente nel processo di
pianificazione e di definizione delle politiche
Per quanto riguarda nello specifico l’inclusione sociale:
Contribuire al coordinamento delle istituzioni incaricate di concedere una carta di
identità a tutti i cittadini peruviani
Sviluppare interventi nel settore sanitario, con particolare attenzione alla salute
materna, alla nutrizione infantile e all’educazione sanitaria.
2. Sostegno allo sviluppo sociale integrato in regioni particolari rafforzando la
coesione sociale
Contribuire alla riduzione della povertà e della povertà estrema e al miglioramento
della coesione sociale nelle zone scelte
Contribuire alla implementazione del processo di decentramento dal basso
attraverso la capacitazione degli attori locali e il rafforzamento della loro
interlocuzione con lo Stato.
Nicaragua:
Obiettivi generali della Strategia di risposta della CE:
Aumento della coesione sociale concentrando l’azione sui settori del sostegno alla
democrazia e alla governance e sostegno all’educazione e integrazione regionale.
1. Consolidamento delle democrazia e governance, in particolare accesso alla
giustizia, trasparenza del sistema elettorale, proprietà della terra. Gli interventi devono
supportare la modernizzazione delle istituzioni e creare una cultura della trasparenza.
Inoltre il tema della proprietà della terra sarà affrontato sia attraverso il sostegno al
sistema catastale e di registrazione dei titoli di proprietà, sia mediante una prospettiva più
vasta che includa l’uso del territorio, tematiche ambientali, servizi sociali, pianificazione
urbana, ecc.
2. Formazione del Capitale umano, in particolare miglioramento dell’educazione di
base, focus sulla popolazione rurale e indigena, educazione professionalizzante,
inserimento nei curricula scolastici dei temi correlati all’uguaglianza di genere, diritti umani,
cittadinanza, tematiche regionali educazione ambientale.
3. Sviluppo economico e commercio
In aggiunta all’investimento nel capitale umano, la coesione sociale significa anche la
presenza di effettivi meccanismi di redistribuzione, per l’implementazione dei quali il
Nicaragua necessita di supporto istituzionale per portare avanti le riforme necessarie.
Inoltre, per contribuire alla crescita economica equa e sostenibile dovranno essere
intraprese specifiche azioni volte a rafforzare il commercio e l’integrazione regionale.
Tematiche trasversali:
Sviluppo delle aree rurali, sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale.
Guatemala:
Obiettivi della cooperazione fra CE e Guatemala:
- Sostenere il processo di riconciliazione nazionale stabilito con gli Accordi di Pace del
1996, contribuendo alla creazione e al rafforzamento delle condizioni politiche e socio
economiche per la loro adeguata implementazione, concentrandosi sulla coesione sociale
(riduzione della povertà, lotta alla disuguaglianza e all’esclusione), sulla governance e sui
diritti umani.
- Assicurare che non ci sia un passo indietro nei risultati finora raggiunti nel processo di
trasformazione, democratizzazione e sviluppo del Paese e che le riforme essenziali
costituiscano parte importante dell’agenda politica nazionale.
- Sostenere l’integrazione del Guatemala nella regione e nell’economia mondiale e
rafforzare i legami commerciali con la UE attraverso il consolidamento dell’integrazione
regionale.
Obiettivi generali della Strategia di risposta della CE:
Raggiungere una maggiore coesione sociale e sicurezza cittadina attraverso strategie
economiche e sociali integrate e un processo di integrazione regionale generato da
condizioni più favorevoli allo sviluppo del commercio.
A sostegno della strategia di risposta della UE alle sfide della Guatemala, l’assistenza si
concentrerà sui seguenti settori di intervento:
1. Coesione sociale e sicurezza cittadina, migliorando le capacità locali rispetto a
governance, democratizzazione, rispetto dei diritti umani, legalità, e accesso
all’educazione e al mercato del lavoro. L’obiettivo sarà ridurre la disparità negli indicatori
fra la media nazionale e quelle dei settori più marginali della popolazione, combattendo la
discriminazione di genere.
2. Promuovere una democrazia rispettosa dei popoli indigeni e dei loro diritti in ambito
economico, sociale e produttivo.
3. Ridurre la violenza sociale attraverso l’integrazione dei giovani nella società e il
sostegno al settore giudiziario come requisito per la riduzione degli attuali indici di violenza
e insicurezza.
4. Crescita economica e commercio: focalizzato sullo sviluppo economico soprattutto
delle aree rurali e/o isolate, lotta alla povertà, alla denutrizione, alla marginalizzazione e
alla disuguaglianza di genere. Il sostegno allo sviluppo economico completa gli obiettivi di
tutela ambientale, comprendenti la gestione sostenibile e valorizzazione delle risorse,
l’educazione ambientale di base ecc.).
Tematiche trasversali:
Promozione e rispetto dei diritti umani, parità di genere, democrazia, governance, diritti
dell’infanzia e degli indigeni, sostenibilità ambientale, lotta all’HIV. Tutela del patrimonio
culturale.
Colombia
Obiettivo fondamentale della Strategia dell’UE per la Colombia:
Contribuire alla pace e alla stabilità senza perdere di vista il grande potenziale economico
che comporta per la Regione Andina la Colombia pacificata.
per ottenere un effetto a breve termine sul conflitto in Colombia: la UE apporterà
assistenza alle vittime della violenza inclusi gli sfollati interni e i rifugiati in paesi frontalieri.
Per ottenere un effetto a medio termine volto alla risoluzione del conflitto: la UE cercherà
di promuovere la pace a livello locale e nazionale
Per ottenere un effetto a lungo termine volto alla risoluzione del conflitto: la UE cercherà di
promuovere lo sviluppo per tutti (politiche di coesione sociale e sviluppo economico e
commerciale). Lo sviluppo per tutti include la tutela dell’ambiente e la conservazione della
biodiversità, la lotta contro l’HIV, la promozione della cultura, dell’informazione, dello
sviluppo tecnologico, della ricerca e dell’educazione.
A sostegno della strategia di risposta della UE alle sfide della Colombia, l’assistenza si
concentrerà sui seguenti settori di intervento:
1. Pace e stabilità, comprendente lo sviluppo alternativo:
Obiettivo generale: Favorire in varie regioni della Colombia, grazie al sostegno alle
istituzioni locali e alla difesa dei diritti umani e dei diritti fondamentali, uno sviluppo umano
sostenibile, la riduzione delle attività illecite (produzione e traffico di droghe...), la
creazione di spazi di convivenza cittadina, promovendo il dialogo per la pace e lo sviluppo
socioeconomico sostenibile come mezzi per risolvere il conflitto.
Obiettivi specifici: consolidazione delle azioni di pace, rafforzamento delle capacità
istituzionali; sviluppo locale integrale e pluridimensionale, rafforzamento delle capacità
istituzionali relative; sostegno ai processi di stabilizzazione socio-economica dei gruppi di
popolazione, comunità e vittime del conflitto inclusi i rifugiati.
Beneficiari: popolazione vulnerabile, sfollati, comunità, organizzazioni sociali e autorità
locali, istituzioni e autorità nazionali.
2. Stato di diritto, giustizia e diritti umani:
Obiettivo generale: Rafforzare lo Stato di Diritto attraverso un sistema giudiziario e di
polizia più efficace, garantire i diritti umani, la governance e promuovere il dialogo sociale.
Obiettivi specifici: rafforzare le capacità di risposta del sistema giudiziario e di polizia;
migliorare la capacità dello stato di intensificare il dialogo con la popolazione sui temi dei
diritti umani e di partecipazione cittadina; contribuire allo sviluppo del dialogo sociale.
3. Competitività e commercio:
Obiettivo generale: Rafforzare la capacità del Paese di integrarsi in un’economia
globalizzata
Obiettivi specifici: aumentare la competitività e la capacità dei soggetti economici,
sostenere la distribuzione dei prodotti fabbricati a livello locale nei mercati nazionali e
internazionali, promuovere i prodotti provenienti dalle zone di sviluppo alternativo in cui si
stabiliscano progetti produttivi per lottare contro le coltivazioni illegali.
Argentina:
Si considera necessario superare l’impostazione centrata sulle attività di cooperazione
basate su misure palliative avviate nel periodo immediatamente successivo alla crisi, per
indirizzare le attività verso la promozione di uno sviluppo economico di medio e lungo
periodo e il rafforzamento della coesione sociale e l’opportunità di impiego.
I programmi di cooperazione si centreranno quindi su 3 priorità:
1. Il rafforzamento del sistema di educazione e di formazione.
I programmi finanziati si occuperanno dell’integrazione o della reintegrazione dei giovani
nel percorso di educazione formale per rafforzare la loro capacità di inserimento
lavorativo.
2. Il miglioramento della competitività economica del Paese,
Il miglioramento della competitività è considerato intrinsecamente vincolato al
rafforzamento del settore della piccola e media impresa. La cooperazione della CE
promuoverà lo sviluppo di un ambiente imprenditoriale più propizio, così come sosterrà
un miglioramento nella competitività, nella produzione e nella capacità di esportazione
delle PMI argentine. Allo stesso tempo favorirà il consolidamento di un ambiente
favorevole al commercio e agli investimenti.
3. Rafforzamento delle relazioni bilaterali e del rapporto tra la CE e l’Argentina.
Il programma poggerà su due attività principali: l’appoggio al processo di dialogo politico
nel settore chiave degli interessi comuni -segnalati dal Comitato Congiunto CE-Argentina
del dicembre 2004 celebrato a Buenos Aires- e la intensificazione delle relazioni e
dell’interscambio universitario tra la UE e l’Argentina attraverso l’istituzione di un sistema
di borse di studio.
Inoltre, quando possibile, si sosterrà l’integrazione di priorità trasversali come:
l’uguaglianza di genere, i diritti umani e la protezione dell’ambiente naturale.
Bolivia
La futura strategia di cooperazione della CE con la Bolivia ha come obiettivo quello di
appoggiare lo sforzo del Paese per ridurre la povertà e raggiungere gli Obiettivi di
Sviluppo del Millennio. Le attività si dirigeranno al sostegno della coesione sociale
(riduzione della povertà, delle disuguaglianze e dell’esclusione sociale) e dell’integrazione
regionale.
Le priorità strategiche di intervento:
1. Creazione di opportunità economiche sostenibili di lavoro dignitoso in imprese
micro, piccole e di media dimensione (PYME)
Gli interventi saranno diretti a stabilire un vincolo tra crescita della produttività e la
competitività del settore della produzione. Altro aspetto importante è quello della
formazione e orientamento professionale. L’obiettivo è contribuire a costruire un sistema
di formazione e orientamento lavorativo integrato capace di rispondere alla domanda di
lavoro attuale e futura.
I programmi incorporeranno materie trasversali come l’utilizzo della territorio e le azioni
dirette a ridurre le diseguaglianze dovute al genere e alla razza.
2. Sostegno alla lotta della Bolivia contro la produzione e il traffico illegale di
droga attraverso lo sviluppo integrale e la razionalizzazione della produzione
della coca attraverso un meccanismo di controllo sociale.
La campagna promossa dal Governo mira ad “allineare” la produzione alla domanda
legale della foglia di coca. Il risanamento legale riceverà l’appoggio speciale da parte della
CE, inclusa la creazione di sistemi di informazione geografica satellitare e programmi di
formazione per le organizzazioni dei coltivatori.
3. Gestione sostenibile delle risorse naturali, in particolare attraverso l’appoggio
alla gestione integrata dei bacini fluviali internazionali.
L’abbondante patrimonio naturale della Bolivia e della sua riconosciuta importante
biodiversità si vede minacciata principalmente per la rapida deforestazione, per la
contaminazione dell’acqua e il deterioramento della qualità del terreno che colpisce le
popolazioni più povere. La Bolivia ha creato un quadro normativo ambientale moderno,
tuttavia rimane praticamente inapplicato. Le attività della cooperazione della CE
sosterranno gli sforzi del Governo boliviano per la capacitazione delle istituzioni di
ricevere e applicare norme in favore di una gestione sostenibile delle risorse naturali.
Ecuador
La strategia di risposta della CE è centrata su due obiettivi: incrementare la quantità e la
qualità della spesa sociale del Governo e sostenere la competitività e l’accesso al
mercato delle piccole e medie imprese, le quali sono quelle che con maggiore probabilità
possono creare nuova occupazione. Questi due settori coincidono con le priorità politiche
del governo di Rafael Correa, eletto alla Presidenza dell’Ecuador nel novembre del 2006
Obiettivi della cooperazione CE
1. Contribuire all’aumento della spesa sociale dello Stato per migliorare l’accesso
ai servizi sociali delle comunità marginali e svantaggiate.
Le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari, dell’educazione e ad altri servizi sociali
in Ecuador si riflettono nell’arretramento dello sviluppo economico del paese:
disoccupazione, povertà, mancanza di fiducia nella governabilità e nelle istituzioni,
mancanza di integrazione interculturale.
Fino ad ora il settore ecuadoriano della sanità è stato quello che ha ricevuto la maggior
parte dei contributi della CE (progetto Esmeralda e PASSE). Ciò potrà giustificare altri
interventi nel settore dove i programmi europei hanno ormai acquisito una discreta
esperienza.
Vari elementi portano però a sostenere principalmente programmi di cooperazione rivolti
al settore del’educazione. Come la maggior parte degli organismi internazionali, la CE
considera l’educazione come un elemento fondamentale per lo sviluppo umano
sostenibile e vincola la propria strategia al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del
Millennio.
Alcune attività potranno essere destinate a promuovere l’accesso all’educazione e ad altri
servizi sociali come: interventi mirati nelle zone con un tasso maggiore di povertà e una
forte concentrazione di gruppi svantaggiati (popolazioni indigene e afrodiscendenti),
lavorando congiuntamente con le autorità locali e regionali.
Si studieranno azioni specifiche per aumentare il tasso di scolarizzazione dei bambini
lavoratori e combattere la tratta e lo sfruttamento sessuale dei bambini e degli
adolescenti.
2. Creare prospettive economiche sostenibili e promuovere l’integrazione
regionale sostenendo la micro, la piccola e la media imprenditorialità.
Basandosi sulla struttura attuale del lavoro, l’obiettivo consiste essenzialmente
nell’intervenire sugli aspetti produttivi, strutturali e istituzionali vincolati alla produttività, la
competitività e l’accesso al mercato sia rurali che urbane creando impieghi dignitosi.
1.3 Le politiche del Ministero degli Affari Esteri
Nel dicembre del 2008 il MAE approva il documento sulle Linee guida e gli indirizzi di
programmazione per la cooperazione italiana allo sviluppo nel triennio 2009-2010.
Per l’area dell’America Latina e Caraibi il MAE destinerà il 15% del totale dei fondi
disponibili per le attività sul canale bilaterale in ciascuno degli anni del triennio.
All’interno dell’Area dei paesi andini sono state individuate come zone prioritarie i
paesi della Bolivia, dell’Ecuador e del Peru. La Bolivia, in quanto presenta gli indici
più bassi tra i paesi dell’America meridionale, saranno rivolti interventi
principalmente nel settore sanitario, agricolo, dell’ambiente e gestione del territorio
e, trasversalmente, con programmi a favore dell’infanzia. In Ecuador e in Perù i
settori nei quali il MAE intende operare nel prossimo triennio sono: sanità,
agricoltura e sicurezza alimentare, ambiente e gestione del territorio, governance
e società civile. Negli altri paesi della regione, in particolare in Colombia, si
proseguiranno, eventualmente con interventi di consolidamento dei risultati
raggiunti, i programmi in corso o per i quali vi sono impegni. Non verranno
comunque avviate nuove iniziative.
Città prioritaria: La Paz
Per l’area dell’America Centrale e Caraibi verranno considerati paesi prioritari
per la cooperazione italiana El Salvador e Guatemala e, come priorità numero
due, Haiti.
El Salvador sarà prioritario per la cooperazione italiana, anche alla luce del ruolo
che il nostro paese svolgerà nel Sica (Sistema de la Integracion Centro-
Americana), dove ha lo status di osservatore. I settori che verranno
maggiormente presi in considerazione nel prossimo triennio saranno quelli
dell’istruzione, della sanità e del sostegno alla società civile, anche relativamente
ai minori.
In Guatemala sarà avviata dal 2009 la realizzazione dei progetti di recente
approvati, operando principalmente nel settore agricolo, della governance e
dell’istruzione.
Haiti: Visto il rinnovato impegno internazionale nel paese, la cooperazione italiana
potrà contribuire a programmi di sicurezza alimentare.
In Honduras e Repubblica Dominicana verranno conclusi – o eventualmente
completati con il consolidamento dei risultati raggiunti – i programmi in corso o per
i quali è stato assunto un impegno, senza nuove iniziative nel triennio.
L’area dei Caraibi orientali, infine, è oggetto di una priorità settoriale, attraverso
iniziative già in essere, in materia di ambiente e tutela del territorio nelle piccole
isole, con particolare riferimento all’attenzione che gli Obiettivi del Millennio
riservano ai bisogni dei paesi meno avanzati, di quelli privi di sbocco al mare e dei
piccoli stati insulari in via di sviluppo.
Città prioritaria: Città del Guatemala, Tegucigalpa
Nel Cono Sur, in ragione degli indici di sviluppo raggiunti dalla regione e dei
rilevanti volumi finanziari attivati in Argentina e Uruguay negli anni della crisi
economica, la cooperazione italiana si limiterà al consolidamento delle iniziative
avviate nei due paesi citati, soprattutto nel settore sanitario e di sostegno alla
micro, piccola e media impresa, in particolare attraverso lo strumento della
cooperazione decentrata.
In Brasile, paese destinatario di importanti iniziative nel settore ambientale
(protezione della foresta amazzonica, formazione nel settore dell’acqua e
riqualificazione delle favelas), di volta in volta si valuterà la possibilità di finanziare
– anche avvalendosi dell’apporto della cooperazione decentrata – progetti di
dimensioni limitate, principalmente di capacity building e institutional building,
destinati a consolidare i risultati ottenuti e a rafforzare le politiche pubbliche contro
la povertà in ambito urbano e rurale.
Nello svolgimento delle proprie azioni, la cooperazione italiana allo sviluppo, compresa
quella rivolta ai paesi latinoamericani, assume i seguenti principi ispiratori:
la promozione dei principi di “good governance”, esemplificati nel rispetto dei diritti umani,
dello Stato di diritto e della trasparenza amministrativa;
la coerenza tra le varie politiche connesse allo sviluppo, come l’apertura dei mercati a
beneficio dei PVS, l’adozione di flussi pubblici di aiuto, la promozione degli investimenti
diretti esteri e l’attenzione alla sostenibilità del debito dei PVS;
il coordinamento tra soggetti donatori nazionali e multilaterali, con l’obiettivo di evitare
scelte contraddittorie nell’allocazione delle risorse;
la complementarietà tra le attività di sostegno sanitario, di educazione e di formazione
delle risorse umane, di assistenza alimentare, di sviluppo rurale e delle piccole e medie
imprese e delle infrastrutture, di tutela del patrimonio culturale;
la collaborazione tra i vari soggetti attivi sul territorio italiano come le ONG (per una
cooperazione orizzontale), gli Enti locali (per una cooperazione decentrata), le imprese
(soprattutto le PMI), le università, con l’obiettivo di trasferire conoscenze nei PVS e
capacità amministrative.
1.3.1 Cooperazione del MAE per paese
Argentina
Fino al 1993 l’Italia è stato il primo Paese donatore dell’Argentina. Successivamente il
ridimensionamento degli stanziamenti complessivi per l’America Latina hanno determinato
una graduale riduzione della cooperazione italiana in Argentina, legato anche
all’incremento del livello di reddito del paese latinoamericano, che, con il progressivo
aumento di reddito procapite, è stato dichiarato non eleggibile a beneficiare ulteriori crediti
d’aiuto. Successivamente alla crisi dell’economia Argentina del 2001 sono stati
tempestivamente riattivati, in gran parte, i diversi canali di cooperazione. Negli anni che
vanno dal 2002 al 2006 le attività si sono indirizzate verso progetti orientati allo sviluppo
produttivo; alla creazione di infrastrutture; al rafforzamento del sistema sanitario e delle
politiche sociali; alla protezione dell’ambiente e alla formazione (attraverso la
cooperazione inter-universitaria). Attualmente sono in corso iniziative per un valore
superiore ai 150 milioni di euro. Va inoltre sottolineato il significativo apporto delle ONG
italiane che hanno proceduto in particolare alla formazione dei piccoli produttori agricoli e
di operatori sociali per l’assistenza a donne, giovani a rischio e anziani; alla promozione
dell’artigianato aborigeno; alla creazione di reti intermunicipali; al miglioramento
dell’accesso al mercato del lavoro e alla costituzione di micro-imprese e cooperative.
I principali interventi del MAE in corso:
Formazione e informazione
Progetto di alta formazione per quadri e dirigenti dei paesi del Mercosur (Argentina,
Uruguay, Brasile e Paraguay)
Industria e artigianato
Programma Integrato di cooperazione tecnica per lo sviluppo economico
Programma a favore della piccola e media impresa italo-argentina e argentina attraverso
il sostegno a progetti a elevato impatto sociale
Multisettoriale
Programma di riduzione della povertà e miglioramento delle condizioni di vita di madri e
minori (attivo anche in Uruguay e Paraguay)
Bolivia
Le tipologie di intervento della cooperazione italiana in Bolivia, sia attraverso doni che
crediti d’aiuto, sono attuate attraverso la cooperazione bilaterale, la cooperazione
multilaterale (con progetti eseguiti da agenzie delle Nazioni Unite quali FAO, WFP,
UNODC, UNICEF), progetti di ONG e aiuti di emergenza. I crediti d’aiuto riguardano
principalmente l’ambito delle infrastrutture. La maggior parte delle ONG italiane sono
presenti nei dipartimenti di Potosì, La paz, Cochabamba, Sucre e Tarija con interventi
principalmente negli ambiti dello sviluppo rurale, della sanità dell’educazione e del turismo
sostenibile. Nel giugno del 2002 è stato firmato l’accordo per la cancellazione del debito,
per un ammontare di circa 68 milioni di dollari. I fondi liberati sono utilizzati dal Governo
della Bolivia nei settori della sanità e dell’educazione.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
Sanità
Il progetto di importante dell’area boliviana della cooperazione italiana è rivolto al sostegno
e allo sviluppo socio-sanitario nel dipartimento di Potosì
Minori
Per la difesa dei minori, istituzionalizzazione dell’Istituto per la difesa dell’infanzia e
dell’adolescenza della municipalità di El Alto
Multisettoriale
Assieme all’Unicef, un Programma sub regionale della regione andina per i servizi di base
contro la povertà
Brasile
L’ineleggibilità del Brasile all’erogazione di crediti d’aiuto per l’elevato reddito pro-capite, ha
limitato gli interventi italiani, storicamente molto numerosi. Tuttavia, la grande
sperequazione di reddito all’interno del paese latinoamericano, inducono a sostenere
anche per il futuro interventi specialmente nel campo della riduzione della povertà
attraverso il sostegno alle politiche pubbliche mirate ad una più equa ripartizione della
ricchezza nazionale. Oltre al tema della governance molte iniziative sono rivolte alla tutela
dell’ambiente come condizione fondamentale per uno sviluppo sostenibile.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
Formazione e informazione
Progetto di alta formazione per quadri dirigenti dei Paesi del Mercosur (Argentina,
Uruguay, Brasile, Paraguay)
Formazione di educatori sociali a Recife
Multisettoriale
Programma integrato di emergenza per la promozione dei servizi socio-sanitari per
donne, adolescenti e bambini in condizioni di vulnerabilità
Cile
Con un pacchetto di oltre 150 miliardi di lire, l’Italia ha svolto fino ai primi anni novanta un
ruolo molto importante nella cooperazione con il Cile. In base alle direttive dell’OCSE, il
Cile non è più eleggibile a ricevere crediti d’aiuto, dato il significativo miglioramento
economico del paese che registra un reddito procapite superiore ai 4000 dollari. I pochi
interventi ancora in atto sono promossi da ONG o da istituzioni universitarie.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
Formazione e informazione
Sviluppo di un centro di formazione ed assistenza di imprenditori della piccola e media
impresa
Colombia
La cooperazione italiana in Colombia, iniziata nel 1971 e proseguita a ritmo sostenuto fino
alla metà degli anni novanta, è andata progressivamente diminuendo sia a causa delle
restrizioni degli stanziamenti a favore dell’America Latina sia a causa delle difficoltà di
operare nelle zone di forte conflittualità tra la guerriglia e il governo. L’Italia ha partecipato
nel luglio 2000 alla conferenza internazionale di Madrid per discutere delle prospettive del
processo di pace adottato dal Governo colombiano sotto il nome di Plan Colombia che
affronta i temi della pace, dello sviluppo umano e della lotta al narcotraffico. Tale piano
resta estremamente controverso in ragione della sua componente militare che si teme
possa portare ad una recrudescenza della conflittualità interna. L’Italia intende attivare
progetti di sviluppo concordati con tutte le componenti interessate della società civile
colombiana per sostenere, attraverso la partecipazione della gente, iniziative a sostegno
della pace e a favore dei processi di democratizzazione nel Paese.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
Agricoltura e Pesca
Coordinamento delle attività agricole e sviluppo delle colture orticole nei perimetri urbani a
favore degli sfollati
Minori
Iniziativa a sostegno dei bambini e degli adolescenti ex-combattenti in Colombia
Multisettoriale
Assistenza vittime catastrofi naturali
Costa Rica
Le attività della cooperazione italiana con il Costa Rica sono rimaste a lungo bloccate a
causa del contenzioso sorto tra i due Governi, determinato dal mancato rimborso di un
credito d’aiuto. Il paese non è eleggibile a ricevere iniziative a dono dato l’elevato reddito
procapite (8000 dollari). In precedenza, erano stati attivati numerosi progetti, il più
importante dei quali avviato nel 1988 per un valore di circa 100 milioni di dollari.
Attualmente la cooperazione italiana sostiene alcuni progetti soprattutto nei settori dello
sviluppo agricolo e del risanamento ambientale, all’interno dei canali multilaterali.
Cuba
Attualmente la cooperazione italiana si sta dirigendo sempre più verso l’impegno per le
politiche di decentramento e per lo sviluppo produttivo, mentre in passato aveva
privilegiato interventi d’emergenza volti a mitigare le conseguenze di calamità naturali e a
superare il deficit alimentare del paese. Nel 2003 l’Italia, seguendo la linea dell’Unione
Europea, ha imposto nuove sanzioni a Cuba, interrompendo di fatto tutte le relazioni con il
paese caraibico. DI conseguenza, l’iter di tutte le iniziative che non fossero già in corso di
realizzazione è stato interrotto. Sono rimaste perciò attive solamente le azioni finanziate
attraverso le Agenzie delle Nazioni Unite, Ong e Organismi Internazionali. Nel giugno di
quest’anno, appena una settimana prima della stesura di questo testo, l’Unione Europea
ha deciso di revocare le sanzioni diplomatiche Cuba.
Ecuador
La cooperazione italiana in Ecuador è rivolta principalmente ad iniziative per la riduzione
della povertà come strumento per favorire l’attenuazione delle tensioni sociali e militari
della regione andina e per combattere il narcotraffico. Nel 2003 è stato firmato un accordo
che prevede la conversione delle rate legate al debito per un quinquennio. I fondi liberati
vengono utilizzati per finanziare programmi di lotta alla povertà e di protezione
dell’ambiente.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
Sanità
Interventi nel settore sanitario conseguenti all’eruzione del vulcano Tungurahua
Programma di cooperazione socio sanitaria a sostegno del Piano binazionale di pace
Migliorare la qualità dei servizi di salute nella zona di frontiera della Provincia di Loja
Ambiente
Intervento per la salvaguardia ambientale e lo sviluppo sostenibile nell’arcipelago delle
Galapagos
El Salvador
L’Italia ha investito quasi 100 milioni di dollari in programmi di cooperazione per El
Salvador, diventando uno dei maggiori donatori del paese. La cooperazione italiana è
impegnata principalmente nella promozione dello sviluppo umano e nella lotta alla povertà
e all’esclusione sociale, con interventi finalizzati a incoraggiare e sostenere gli sforzi per
la riduzione della povertà e per l’effettivo godimento dei diritti umani e civili da parte di tutta
la popolazione salvadoregna. L’intervento italiano si concentra soprattutto nel settore
sociale; nell’appoggio alle politiche di decentramento e pianificazione partecipata dello
sviluppo; nella sicurezza alimentare e nello sviluppo delle micro e piccole imprese. Le
aree che hanno maggiormente beneficiato dell’intervento italiano sono i Dipartimenti di
Morazan, Sonsonate e Ahuachapàn.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
Genere
Empowerment economico e partecipazione delle donne nei sistemi di Governance e di
sviluppo locale (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua)
Winner: Women Into the New Network for Entrepreneurial Reinforcement – Latin America
Network (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Uruguay)
Minori
Prevenzione ed eliminazione del lavoro minorile nelle discariche di El Salvador,
Guatemala e Honduras
Programma di lotta contro l’abuso, lo sfruttamento ed il traffico dei bambini ed adolescenti
in America Centrale (El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua)
Multisettoriale
Prevenzione ed eliminazione del lavoro minorile nelle discariche di El Salvador,
Guatemala e Honduras
Guatemala
Le attività della cooperazione italiana in Guatemala sono rivolte principalmente alla lotta
alla povertà e al sostegno delle fasce più povere della popolazione. I principali settori di
intervento della nostra cooperazione in questi ultimi anni sono stati l’agricoltura, la sanità e
la formazione professionale.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
Genere
Winner: Women Into the New Network for Entrepreneurial Reinforcement – Latin America
Network (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Uruguay)
Empowerment economico e partecipazione delle donne nei sistemi di Governance e di
sviluppo locale (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua)
Minori
Programma di lotta contro l’abuso, lo sfruttamento ed il traffico dei bambini ed adolescenti
in America Centrale (El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua)
Guyana
Rispondendo alle sollecitazioni della Banca Mondiale e del Fondo Monetario nel 1998 è
stato deciso un intervento per riequilibrare la bilancia dei pagamenti del Paese con un
finanziamento di due milioni di dollari tramite un contributo volontario all’FMI e con un
Commodity Aid a dono di quattro milioni di dollari. Quest’ultimo, a causa della riduzione
delle risorse finanziarie, è stato trasformato in credito d’aiuto.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
Multisettoriale
Riabilitazione, manutenzione e costruzione delle opere di drenaggio e irrigazione nelle
zone dei fiumi Mahaica, Mahaicony e Abary
Haiti
Le iniziative della cooperazione italiana verso Haiti sono rivolte principalmente
all’emergenze seguite a catastrofi naturali.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
Sanità
Sostegno al sistema sanitario in seguito alle alluvioni che hanno colpito il paese
Honduras
Interventi volti in particolare alla realizzazione di grandi opere infrastrutturali, a partire dal
1988, finanziate con lo strumento del credito d’aiuto, nel settore dell’energia e
dell’approvvigionamento idrico. Inoltre, la cooperazione italiana, si è indirizzata verso la
promozione delle politiche di sviluppo umano, di lotta alla povertà e all’esclusione sociale,
nel quadro degli accordi regionali di pace. L’Honduras fa parte dei paesi destinatari
dell’iniziativa HIPC (Heavily Indebted Poor Countries) che prevede la cancellazione del
debito estero dei paesi più poveri. L’Accordo, firmato nel 2005, prevede la cancellazione
del debito per un valore superiore ai 50 milioni di dollari.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
Sanità
Programma a credito di aiuto per la fornitura di equipaggiamenti e attrezzature per il
nuovo ospedale pediatrico di Tegucigalpa
Genere
Winner: Women Into the New Network for Entrepreneurial Reinforcement – Latin America
Network (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Uruguay)
Empowerment economico e partecipazione delle donne nei sistemi di Governance e di
sviluppo locale (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua)
Minori
Programma di lotta contro l’abuso, lo sfruttamento ed il traffico dei bambini ed adolescenti
in America Centrale (El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua)
Prevenzione ed eliminazione del lavoro minorile nelle discariche di El Salvador,
Guatemala e Honduras
Nicaragua
Il Nicaragua, in virtù di una situazione economica assai precaria, è uno tra i principali
destinatari della cooperazione italiana. L’impegno è rivolto principalmente a sostenere le
politiche per la riduzione della povertà, soprattutto nelle aree rurali più isolate, e al
rafforzamento dei diritti umani e civili della popolazione nicaraguense. Il Governo italiano
ha inoltre cancellato la totalità del debito del Nicaragua, sia per quanto riguarda i crediti
d’aiuto che quelli commerciali.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
Genere
Winner: Women Into the New Network for Entrepreneurial Reinforcement – Latin America
Network (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Uruguay)
Minori
Empowerment economico e partecipazione delle donne nei sistemi di Governance e di
sviluppo locale (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua)
Programma di lotta contro l’abuso, lo sfruttamento ed il traffico dei bambini ed adolescenti
in America Centrale (El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua)
Paraguay
Gli interventi della cooperazione italiana riguardano prevalentemente i programmi
promossi dalle ONG o dalle Organizzazioni Internazionali.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
Formazione e informazione
Progetto di alta formazione per quadri dirigenti dei Paesi del Mercosur (Argentina,
Uruguay, Brasile, Paraguay)
Genere
Winner: Women Into the New Network for Entrepreneurial Reinforcement – Latin America
Network (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Uruguay)
Multisettoriale
Riduzione della povertà e miglioramento delle condizioni di vita di madri e minori
(Argentina, Uruguay, Paraguay)
Perù
Tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta, il Peru ha beneficiato di un ingente
volume di aiuti da parte della cooperazione italiana, pari a circa 250 milioni di euro, tra doni
e crediti d’aiuto. Negli anni successivi, le risorse dirette al Peru sono sensibilmente
diminuite. Con gli Accordi del 2001 (il Peru è il primo paese ad aver firmato l’accordo di
conversione del debito) è stata decisa la conversione della parte del debito estero del
Peru con l’Italia in programmi di sviluppo e lotta alla povertà. Per gestire i programmi allo
sviluppo, gestiti dalla cooperazione italiana, derivanti dalla conversione del debito, è stato
creato un apposito Fondo Italo-Peruviano. Tra il 2002 e il 2004 il Fondo ha promosso 141
progetti per un ammontare complessivo di quasi 90 milioni di dollari.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
Sanità
Programma di cooperazione socio sanitaria a sostegno del Piano binazionale di pace
Migliorare la qualità dei servizi di salute nella zona di frontiera della Provincia di Loja
Governo e società
Progetto di riparazione a favore delle vittime della violenza politica per sviluppare la
democrazia nella provincia di Quanta, dipartimento di Ayachuco
Commercio e turismo
Opportunità turistiche nel corridoio andino Huamachuco-Yanasara nella regione La
Libertad
Piccoli paesi caraibici
Antigua e Barbuda, Barbados, Belize, Dominica, Giamaica, Grenada, Guyana,
Monserrat, St.a Lucia, St. Kittis and Nevis, St. Vincent and Grenadines, Suriname,
Trinidad e Tobago. Tali paesi presentano un livello procapito mediamente più elvato
rispetto al resto dell’America Centrale. Per tale motivo le attività della cooperazione
italiana sono quasi esclusivamente multilaterali, sia sul canale dell’emergenza che su
quello ordinario
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
Sanità
Programma regionale dell’UNICEF per il miglioramento della formazione scolastica di
base e della salute degli adolescenti
HYPERLINK "http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziative/
SchedaIniziativa.asp?id_paese=43&id_temi=4" Governo e Società
Sostegno alla ”Connectivity Agenda” del CARICOM
Repubblica Dominicana
Negli ultimi anni la cooperazione italiana si è diretta principalmente verso l’ambito della
protezione dell’infanzia e dell’adolescenza a rischio. In precedenza l’impegno, che in parte
prosegue tuttora, era rivolto in particolare verso il sostegno allo sviluppo di infrastrutture
orientate al settore agricolo e a quello sociale.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
HYPERLINK "http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziative/
SchedaIniziativa.asp?id_paese=44&id_temi=11" Agricoltura e Pesca
Appoggio alla Federazione di Cooperative risicole ”El Pozo” ed all’ampliamento della sua
base associativa
Rete regionale per il sostegno all’impresa caffeicola familiare
Uruguay
La cooperazione in Uruguay dell’Italia, attualmente tra i maggiori donatori internazionali, si
rivolge essenzialmente alle iniziative a elevato impatto sociale favorendo i programmi volti
al recupero dell’occupazione e al consolidamento di una rete di piccole e medie imprese.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE.
HYPERLINK "http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziative/
SchedaIniziativa.asp?id_paese=45&id_temi=1" Formazione e Informazione
Progetto di alta formazione per quadri dirigenti dei Paesi del Mercosur (Argentina,
Uruguay, Brasile, Paraguay)
HYPERLINK "http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziative/
SchedaIniziativa.asp?id_paese=45&id_temi=2" Sanità
Sostegno alla spesa sociale pubblica, aiuto al sistema sanitario
HYPERLINK "http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziative/
SchedaIniziativa.asp?id_paese=45&id_temi=14" Genere
Winner: Women Into the New Network for Entrepreneurial Reinforcement – Latin America
Network (El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Uruguay)
HYPERLINK "http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziative/
SchedaIniziativa.asp?id_paese=45&id_temi=18" Multisettoriale
Riduzione della povertà e miglioramento delle condizioni di vita di madri e minori
(Argentina, Uruguay, Paraguay)
Venezuela
Il Venezuela sta progressivamente alzando il proprio reddito pro-capite. Anche per
questo motivo le attività di cooperazione italiane si stanno fortemente ridimensionando.
Le principali iniziative in corso finanziate dal MAE:
HYPERLINK "http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/italiano/iniziative/
SchedaIniziativa.asp?id_paese=46&id_temi=18" Multisettoriale
Forniture di apparecchiature e impianti per la nuova sede dell’Università Simon Bolivar di
Caracas
1.4 Cooperazione decentrata
All’interno del sistema di cooperazione italiana ha assunto progressivamente maggior
rilevanza la cooperazione decentrata, definita come l’azione di cooperazione allo sviluppo
realizzata dalle autonomie locali in un rapporto di partenariato con istituzioni omologhe dei
PVS. In Italia, sul piano normativo, la politica di aiuto allo sviluppo è fondata sulla legge
49/1987, dove viene ufficialmente riconosciuta una funzione propositiva e attuativa alle
autonomie locali nell’azione di cooperazione allo sviluppo governativa. Nel 2000 il MAE
decide di promulgare le cosiddette “Linee di indirizzo e modalità attuative”, dalle quali
emerge la possibilità per le Regioni, nell’ambito della cooperazione allo sviluppo, di
favorire la partecipazione di tutte le realtà istituzionali e della società civile presenti nel
territorio, creando sinergie fondamentali per il trasferimento e il pieno sfruttamento delle
capacità e delle professionalità esistenti in materia.
Sebbene anche per la cooperazione decentrata italiana, come per gli Organismi
Internazionali, la UE e il MAE, l’America Latina non rappresenti un’area geografica
d’intervento prioritaria, vi sono alcune considerazioni che possono portare a ritenere le
Regioni soggetti particolarmente importanti per l’attività di cooperazione nel continente:
La prima è riconducibile alla forte presenza di comunità italiane nell’area latinoamericana
che mantengono un legame molto forte con il territorio della regione di provenienza (per
quanto riguarda la Toscana, l’America Latina rappresenta l’area geografica dove si
concentra il maggior numero di Associazioni di Toscani all’estero con una sfera di
influenza che l’ultimo censimento del Mae ha valutato intorno alle 40.000 unità).
L’associazionismo italiano all’estero, dal quale non si discosta quello toscano, sta vivendo
da almeno un decennio a questa parte una fase di mutazione dovuta in buona parte al
blocco del flusso migratorio e al conseguente aumento medio dell’età dei migranti di prima
e seconda generazione. Tale fenomeno, in costante crescita, sta determinando un
riposizionamento dell’associazionismo, in particolare quello di terza e quarta generazione,
che risulta essere più legato e sensibile alle questioni di carattere economico-socialeambientale del Paese di residenza con riferimento alle fasce sociali più svantaggiate. Di
conseguenza il “riposizionamento” -ancora in corso- può essere una grande opportunità
per la stessa cooperazione decentrata in quanto si verrebbero a coniugare da una parte
la capacità finanziaria, di elaborazione e di gestione possedute dalle ONG e degli Enti
Locali della Toscana, dall’altra la buona conoscenza dei problemi del territorio, il
radicamento nelle società locali e in generale il buon rapporto con le autorità e le
amministrazioni locali, delle Associazioni dei toscani all’estero.
La seconda risiede nel fatto che, considerata l’internazionalizzazione delle Regioni uno
degli scopi principali della cooperazione decentrata italiana, è un obiettivo più facile da
perseguire in territori a medio (anziché a basso) reddito, categoria questa a cui
appartengono buona parte dei paesi latinoamericani.
La terza ragione è l’attenzione che una larga parte della società civile italiana presta ai
movimenti di liberazione e di resistenza dei popoli latinoamericani. Anche molte
amministrazioni rispondendo positivamente agli stimoli provenienti dalla società civile dei
loro territori, hanno seguito il percorso dei Forum Sociali e degli incontri di Porto Alegre,
creando numerosi partenariati con autonomie latinoamericane impegnate in percorsi di
democrazia partecipativa.
La quarta considerazione riguarda il consistente aumento dei flussi migratori dal
continente diretti verso l’Europa e l’Italia. Il rapporto immigrazione-cooperazione si
esplicita nell’adozione da parte della cooperazione decentrata del concetto di co-sviluppo,
con il quale si riconosce ai migranti il ruolo di attori dello sviluppo sia nel paese di
destinazione che in quelli di origine. In Toscana sono particolarmente numerose
soprattutto la comunità proveniente dai paesi andini.
1.4.1 Cooperazione Regione Toscana
Con il Documento di attuazione per l’anno 2009 del Piano regionale della cooperazione
internazionale e delle attività di partenariato 2007-2010 (Legge 17/99) vengono
ripuntualizzati gli obiettivi generali della cooperazione internazionale della Regione
Toscana.
Il documento si propone di fornire indirizzi per il riorientamento della programmazione per
l’anno 2009 e per il miglioramento della qualità dei processi di cooperazione del sistema
toscano innalzando la qualità della progettazione, attraverso una valutazione degli
interventi 2005-2009 e introducendo nuove procedure per la realizzazione dei Progetti dei
Tavoli di area geografica e dei Progetti di interesse regionale.
In particolare, per la macroarea latinoamericana, vengono così indirizzate le attività
all’interno delle tre grandi macroaree: Mercosur, Area andina, Centro America e Caraibi:
Nella zona del Mercosur, l’impegno è rivolto a consolidare le esperienze di cooperazione
decentrata, promuovendo esperienze innovative nel settore dello sviluppo economico
locale;
Nelle zone dell’Area andina e del Centro America e Caraibi, l’obiettivo è quello di
sviluppare e consolidare le attività a sostegno delle politiche integrate di riduzione della
povertà, di inclusione sociale e di lotta contro le ineguaglianze e l’emarginazione sociale, a
partire dai gruppi etnici minoritari, con particolare attenzione alle donne e ai minori, di
accesso ai servizi sanitari di base (acqua, salute), all’istruzione e alla formazione
professionale, di sovranità e sicurezza alimentare; per favorire processi di riconciliazione,
riduzione degli squilibri territoriali, valorizzazione delle risorse locali.
In tutta l’area latinoamericana le iniziative dovranno essere integrate da azioni di
costruzione della governance multilivello, al fine di sostenere i processi di decentramento
amministrativo e le capacità di gestione delle politiche a livello territoriale, favorendo la
nascita e il rafforzamento di reti di enti locali e i progetti transfrontalieri.
Verrà infine sostenuto lo sviluppo di Progetti paese e Progetti di area regionale.
Tabella riassuntiva priorità Ministero degli Esteri e Regione Toscana nella macroarea
latinoamericana.
AREA
PRIORITA’
PRIORITA’
PROGRAMMA
PROGRAMMA
PROGRAMMA
GEOGRAFICH
GEOGRAFICH
ZIONE 2009 :
ZIONE 2009:
ZIONE
E R.T. 2008
E MAE 2009
ALLINEAMENT
ALLINEAMENT
2009:ALTRE
O PRIORITA’
O PRIORITA’
PRIORITA' R.T
R.T.- MAE
R.T.- MAE
(complementari
2009
(sussidiarietà)
età)
AMERICA
America del
LATINA
Nord:
Messico, Cono
Sud:
Argentina,
Brasile, Cile,
Uruguay, Area
Andina: Bolivia
Colombia,
Ecuador,
Perù, Centro
America:
Guatemala,
Nicaragua,
Caraibi: Cuba,
Repubblica
Dominicana
1° Priorità
Area Andina
BOLIVIA,
ECUADOR,
PERU', Centro
America: EL
SALVADOR,
GUATEMALA
2° Priorità
Haiti
Guatemala,
Brasile,Argenti
Nicaragua,Rep
Perù
na,Cile
ubblica
Dominicana,
Colombia
1.4.1.1 La cooperazione Toscana in America Latina: 2001- 2006
Nonostante l’America Latina non sia stata identificata dalla Regione Toscana come una
zona prioritaria d’intervento, rimane uno dei destinatari privilegiati dei progetti di
cooperazione degli attori toscani. Per questo motivo anche l’azione della Regione
Toscana si è andata evolvendo, registrando una crescita sia dal punto di vista
quantitativo che qualitativo dei progetti.
Gli obiettivi del Piano regionale della cooperazione internazionale della Toscana, per il
periodo 2001-2005, erano finalizzati alla creazione di un sistema regionale fondato
sull’azione di reti di attori locali, capace di integrare tutti i soggetti operanti nella
cooperazione, partendo dalle loro competenze e conoscenze, sostenuto dal supporto di
adeguati strumenti per il suo sviluppo.
Il Piano, inoltre, poneva in rilievo il ruolo che avrebbero svolto gli Enti locali, per la loro
capacità di mobilitare le risorse presenti nel territorio, e l’importanza dell’agire in
partenariato. Attraverso la promozione del partenariato si è inteso sviluppare una nuova
relazione di reciprocità e corresponsabilità, maggiormente aperta all’interdipendenza tra le
diverse sfere delle relazioni internazionali (culturale, sociale, ambientale, economica,
politica), rispondendo alla necessità di trovare un approccio più coerente e complesso ai
temi dello sviluppo.
Un elemento cardine della strategia del piano è stato poi rappresentato dalla previsione di
un lavoro organizzato per aree geografiche, riprendendo le modalità organizzative delle
grandi organizzazioni internazionali, europee e nazionali. Oltre alla realtà dei Tavoli di
coordinamento regionali, esistono altre esperienze di cooperazione decentrata presenti
sul territorio e appoggiate dalla Regione Toscana, alla quale hanno aderito numerose
realtà della società civile che, attraverso la firma di protocolli di intesa con i territori
destinatari, hanno appoggiato processi e iniziative, scambi di esperienze e processi di
decentramento.
Numerosi Enti locali, inoltre, si sono dimostrati attenti alle pratiche di democrazia
partecipativa sperimentate da molte autonomie locali latinoamericane, così come agli
incontri dei Forum Sociali Mondiali tenuti a Porto Alegre, ne è conseguita la nascita di
numerosi gemellaggi e collaborazioni, come quella tra il Comune di Firenze e la città di
Porto Alegre e quella tra la Regione Toscana e lo Stato del Rio Grande do Sul.
Tra le tante esperienze nell’area attivate in questi anni vale la pena menzionare: il
programma PDHL/Cuba con i Comitati Locali toscani, il programma di cooperazione tra la
Toscana e il Dipartimento di Leon in Nicaragua, il programma Habana-Ecopolis promosso
da ONG, associazioni e Università, il programma di cooperazione tra il territorio aretino e
quello della Provincia di Salcedo nella Repubblica Dominicana e la rete di solidarietà di
vari Enti locali e associazioni con i municipi autonomi del Chiapas.
Attualmente la Regione Toscana è impegnata su alcuni progetti che hanno concluso il
loro primo ciclo di attuazione, e che, in gran parte, sono in fase di presentazione per il
finanziamento di secondi cicli:
In Argentina il Progetto FOSEL - Formazione per lo Sviluppo Economico Locale- (del
quale una parte sarà gestita direttamente dal MAE) ha come obiettivo la promozione di
processi di sviluppo socio-economico locale stabile ed equo nelle Province di Buenos
Aires, Santa fè, Cordoba e Mendoza. Il progetto è stato approvato dal Comitato
Direzionale della DGCS del MAE, è in corso di definizione la convenzione tra la Regione
capofila, Friuli Venezia Giulia, ed il MAE.
In Brasile il Progetto “Percorso di collaborazione per l'implementazione di politiche di
sviluppo locale integrato tra le Regioni Emilia Romagna, Marche, Toscana, Umbria ed il
Governo Federale del Brasile” ha l’intento di promuovere lo sviluppo locale di alcuni
territori.
Il progetto è stato approvato dal Comitato Direzionale della DGCS del MAE, è in corso di
definizione la convenzione tra la Regione capofila, Umbria, ed il MAE, si prevede che in
autunno comincino le attività di progetto.
In Guatemala il Progetto di ricerca “Politiche di riconciliazione in Guatemala tra passato e
futuro” si propone di analizzare il processo di riconciliazione in atto nel paese al fine di
formulare raccomandazioni tese ad individuare nuovi strumenti al sostegno di tale
processo. Lo studio, che ha come soggetto attuatore la Scuola Superiore di Sant’Anna e
la Segreteria della Pace del Governo del Guatemala, è stato presentato in un seminario
internazionale a Città del Guatemala nell’aprile 2009.
Sempre in Guatemala si è concluso il progetto Umaya che sostiene la costituzione
dell’Università Maya, nel quadro di un percorso più ampio della Regione Toscana per la
valorizzazione delle culture indigene nel territorio latinoamericano, le attività di progetto
hanno facilitato la formulazione dei documenti necessari al riconoscimento dell’Università
Maya, ed è in via di presentazione, al Parlamento Guatemalteco, una proposta di legge
per la partecipazione dello Stato alla Fondazione Umaya e quindi al sostegno all’iniziativa
anche dal punto di vista finanziario della stessa Università.
Inoltre, sulla base della esperienza maturata in questi anni è in presentazione, per il cofinanziamento, al MAE un progetto di sostegno ai municipi del Dipartimento di Sololà sul
tema della sperimentazione di un nuovo modello di sviluppo integrato, materiale ed
immateriale, a partire dai saperi maya e con tecnologie appropriate e sostenibili, con
capofila il consorzio di ONG UCODEP e Mani Tese.
In collaborazione con IILA (Istituto Italo Latino Americano) e Cespi (Centro Studi Politica
Internazionale), nell’ambito del progetto:Progetto Fronteras Abiertas si sono sviluppate
collaborazioni con gli enti locali:di due frontiere: Ecuador/Perù: con il Progetto Turismo
Rurale nella zona di frontiera, in collaborazione con la Regione Piemonte e Perù/Bolivia/
Cile: Aymara sin Fronteras, in collaboazione con la Provincia Autonoma di Bolzano.
L’assistenza tecnica della RegioneToscana si è concretizzata in stage di formazione in
Italia dei funzionari dei governi subnazionali, ed in una missione di un tecnico per
verificare la fattibilità di un progetto di sviluppo di un parco soprannazionale nel territorio
del popolo Aymara che vive nella zona di frontiera. Il progetto intende sviluppare anche in
America Latina le metodologie dei programmi transfrontalieri dell’Unione Europea.
L’esperienza ha portato alla formulazione di un progetto sulla linea di cofinanziamento
Attori statali e non statali della U.E., il progetto ha superato la prima fase di selezione ed è
attualmente alla valutazione per il definitivo finaziamento. Per la Regione Toscana è
partner il Settore Turismo della DG Sviluppo Economico.
Progetti a valere su programmi europei:
La Regione Toscana ha partecipato a due importanti Programmi Europei dedicati
all’America Latina: URBAL e Eurosocial.
URBAL Rete tematica di n. 4 coordinato dalla città di Madrid (España) - -”La ciudad como
promotora de desarrollo económico”:
- Progetto di tipo A: R4-P3-02 "Plan de Formación y Reciclaje de Técnicos de Desarrollo
Local al Servicio del Mundo Empresarial". Coordinatore: Comune di Santa Cruz di
Tenerife (Spagna); soci: Regione Toscana, Cámara Municipal Oliveira (Portugal) - Quito
(Ecuador) - Gobierno Municipal de San Javier,
de San Ignacio de Velasco, de
Concepcion, Mancomunidad de Municipios Metropolitanos de Santa Cruz (Cotoca, el
Torno, la Guardia, Porongo, Santa Cruz de la Sierra, Warnes) (Bolivia); Socios externos
Consorcio Tranfrontaliero Bidasoa (España), PNUD Ecuador, CEPAD (Centro por la
participación y el desarrollo sostenible) (Bolivia), Comité Interdistrectual de Desarollo de
la Valle del Cusco (Bolivia.)
URBAL Rete tematica n. 5° coordinato dalla città di Montevideo (Uruguay) - Politiche
sociali urbane :
- Progetto di tipo A: R5-P2-01 - "Empleo y ciudadanía activa de las mujeres”.
Coordinatore: Prefettura di Sao Paulo ( Brasil); soci Regione Toscana - Vigo (España);
Rosario (Argentina), Montevideo (Uruguay)soci esterni: REPEM (Rete di educazione
popolare per le donne) Montevideo (Uruguay).
URBAL Rete tematica di n. 6 coordinata dalla città di Málaga ( España) "Medio ambiente
urbano”:
- Progetto di tipo A: R6-A7-03 - "Mejorar el impacto de la gestión de los desechos sólidos
y urbanos en términos de reducción de los gastos socioeconómicos y de respeto por el
medioambiente”. Coordinatore: Comune di Arezzo Italia; Città Metropolitana di Lille
(Francia) soci latinoamericani: Comune di Cuenca (Equador), Comune di Caceres
(Brasile), Comune di Sourco ( Perù ), Comune di Arica ( Cile), Comuni Tres de Febrero e
General Pico (Argentino); Soci esterni Ucodep ( Italia ).
Progetto di tipo A: R6-P7-01 "Construyendo identidad local con la gestión ambiental".
Coordinatore: Moro (Perú); soci: Regione Toscana, Diputación provincial de Granada
(España) Espiral, Entidad de Serveis (España), Municipalidad San Joaquin (Chile),
Municipalidad districtal de Huarango (Perú).
Progetto di tipo B: R6-B4-06 "Desurbal: implementaciones de estrategias de
comunicación/sensibilización y realización de actividades piloto para mejorar el impacto
de la gestión de los desechos sólidos urbano en términos de reducción de los gastos
socio-económicos y de respeto por el medio ambiente". Coordinatore Comune di Arezzo.
Soci: Lille Métropole; Arica (Chile); Cuenca (Ecuador); General Pico e Tres de Febrero
(Argentina); Santiago de Surco (Perù). Socio esterno Ucodep
URBAL Rete tematica di n. n° 7 Coordinata dal Comune di Rosario (Argentina) “Gestión y
control de la urbanización":
- Progetto di tipo A: R7-P10-02: "Identificación de instrumentos de planificación de la
urbanización: el enfoque multidisciplinar e integrado". Coordinatore: Regione Toscana;
soci: Communautè di Payse d'Aix ( Francia), Ciudad de La Habana (Cuba); Municipio di
Leon (Nicaragua); Prefeitura Porto Alegre (Brasil), municipio di Viña del Mar (Chile);
Municipio Municipio Capilla del Monte (Argentina); Soci esterni Co.opera ( Italia )
- Progetto di tipo A: R7-A3-03 “O acceso ao solo e a habitação social em cidades
grandes de regiões metropolitanas da América Latina e da Europa”- Coordinador
Prefeitura Municipal di São Paulo; soci: Region Toscana, Area Metropolitana di
Barcellona, Municipio di Rosario (Argentina); Ciudad de Buenos Aires (Argentina)
- Progetto di tipo di B - R7- B1-05 “Interventi di pianificazione e riqualificazione urbana:
l’approccio multidisciplinare ed integrato” Coordinatore Regione Toscana Italia;
Communautè di Payse d'Aix ( Francia), Ciudad de La Habana (Cuba); Municipio di Leon
(Nicaragua); Prefeitura Porto Alegre (Brasil), Municipio di Viña del Mar (Chile); Municipio
Municipio Capilla del Monte (Argentina); Soci esterni Co.opera ( Italia )
- Progetto di tipo di B R9 -B11-“Sistema inter-municipal de capacitacion en planificacion y
gestion local partecipativa” Coordinatore Preifetura di Porto Alegre, Brasil; soci Prefeitura
di Belo Horizonte (Brasil) Distretto Metropolitano di Quito (Ecuador) municipio di Rosario,
(Argentina), Municipio di San Salvador, (El Salvador), Municipio di Cuenca (Ecuador) ,
Comune di Barcellona (Spagna), Comune di Córdoba, España, Comune di D'Issy les
Moulineaux (Francia) Regione Toscana, Università Federale dello Stato Rio Grande do
Sul (Brasile), Centro Internazional de Gestion Urbana, (Ecuador).
Inoltre sono stati presentati sul bando della UE URBAL III due progetti: sul Lotto I, un
progetto nel settore della pianificazione, gestione territoriale e coesione sociale, “Gestione
urbana e territoriale partecipativa: motore e fondamento della coesione sociale e
territoriale.” che rappresenta l’evoluzione delle attività realizzate in precedenti progetti, il
focus sarà l’uso degli strumenti di gestione dei territorio (GIS) per la gestione
partecipativa dei territori, il rafforzamento istituzionale (catasto, informatizzazione della
gestione dei servizi, ecc..) con un folto partenariato sia toscano che latinoamericano
(Consorzio Co.Opera (Italia),- Municipio Centro Habana - - Municipio di Antigua
(Guatemala) – -Municipio di Viña del Mar (Cile) - Comunidad Regional Punilla (Argentina)
– León Nicaragua - enti collaboratori: Comuni di Pontedera, Follonica, Roccastrada,
Livorno, Circondario Empolese Valdelsa Grupo para el Desarrollo Integral de la Capital:
GDIC (Cuba), Stato di San Paolo), ed il partenariato europeo della Regione PACA
(Provenza- Alpi - Costa Azzurra); sul lotto II il progetto“Oficina de Coordinacion y
Orientacion (OCO)”- per la gestione del consorzio titolare delle attività di studio,
coordinamento e appoggio tecnico, formazione e animazione di reti, diffusione dei risultati
del programma Urbal. Capofila La Deputacion di Barcellona, partners Regione Toscana,
Provincia di santa Fè (Ar), Bogotà (Co), San José (Costa Rica), FIIAP (Spagna).
Eurosocial.
La Regione Toscana partecipa alle attività dell'area SALUTE.
Il consorzio EUROsociAL Salud è stato affidato ad un congiunto di istituzioni dell'Unione
Europea e dell'America latina, che insieme condividono la responsabilità della gestione del
complesso delle attività previste. Il coordinamento politico e strategico tra i membri del
consorzio si sviluppa nell'ambito del Consiglio di Direzione, composto dai responsabili
delle istituzioni parte del consorzio o da quelle persone precisamente delegate. Le
funzioni generali del consorzio sono quelle di verificare il compimento degli obiettivi, il
buon uso delle risorse, il coordinamento delle attività, la diffusione degli obiettivi e dei
risultati del progetto.
La componente italiana è composta dal Ministero della Salute e dalle regioni Emilia
Romagna, Sicilia, Toscana e Umbria ed è rappresentata nel Comitato di Coordinamento
di EUROsociAL dalla Fondazione Angelo Celli di Perugia.
Il Comitato di Coordinamento di EUROsociAL Salud è composto dalle seguenti istituzioni:
Coordinamento: Institut de Recherche pour le Développement (IRD) – Francia
Soci:
1. Instituto de Salud Carlos III (España)
3. Fondazione Angelo Celli per una Cultura della Salute (Italia)
4. Organización Iberoamericana de Seguridad Social (España)
5. Escola Nacional de Saúde Pública Sergio Arouca (Brasil)
6. Fondo Nacional de Salud de Chile (Chile)
7. Instituto Nacional de Salud Pública (México)
8. Fundación ISALUD (Argentina)
Oltre ai paesi che compongono il Comitato di Coordinamento del consorzio EUROsociAL
salud, partecipano alle attività del consorzio anche quasi tutti i paesi latinoamericani. I
paesi europei sono definiti “trasferenti”, molti dei paesi latinoamericani sono definiti
“riceventi”, ed alcuni dei paesi latinoamericani sono sia trasferenti che riceventi.
Per il periodo 2007-2010 il programma EUROsociAL, area SALUTE, persegue i seguenti
obiettivi generali:
Miglioramento della qualità della gestione dei sistemi sanitari
Rafforzamento delle relazioni tra le istituzioni partecipanti (EU, AL)
Intercambio di esperienze e buone pratiche
Realizzazione di progetti pilota
Promuovere la coesione sociale in America Latina
Per l'anno 2008-2009 è stato approvato un unico Piano di Lavoro (PAT), all'interno del
quale le attività del consorzio EUROsociAL salud sono state organizzate in cinque aree
tematiche ognuna delle quali è coordinata da un membro europeo del consorzio e da uno
o due membri latinoamericani. All'interno delle aree tematiche possono essere presentate
le Buone Pratiche. Per ogni area tematica verranno raccolte delle schede descrittive delle
Buone Pratiche che saranno poi presentate ai paesi riceventi, i quali successivamente
potranno approfondire la conoscenza delle buone pratiche attraverso visite e intercambi.
Ogni area tematica è coordinata da uno dei soci del consorzio. Ogni buona pratica
presentata dovrà riferirsi ad una linea di intercambio. La componente italiana coordina
l'area tematica V, partecipando però alle attività di altre aree tematiche.
Le cinque aree, e le relative linee di intercambio, del PAT 2008-2009 sono le seguenti:
Area Tematica I: Incremento dei livelli Copertura Socio-Sanitaria.
Linee di Interscambio:
Estensione della protezione socio-sanitaria a lavoratori agricoli non coperti.
Integrazione interculturale della copertura socio-sanitaria a lavoratori appartenenti a
popolazioni indigene
Estensione della copertura socio-sanitaria a clandestini e migranti
Sistemi di copertura per persone in condizioni particolarmente a rischio, anziani e disabili
Area Tematica II: Governance dei Sistemi Sanitari, Ospedali e Servizi di Salute.
Linee di Interscambio:
Modelli e strategie di finanziamento.
Partecipazione sociale e cittadinanza in salute.
Governance e Gestione di Sistemi sanitari.
La buona Governance degli Ospedali: esperienze e sfide per il settore pubblico.
Area Tematica III: Servizi di Salute basati sulle cure primarie di qualità, con accesso
efficiente e equo ai medicinali essenziali.
Linee di Interscambio:
Misure di regolamentazione atte a garantire l'accesso sostenibile ed equo ai farmaci
essenziali.
Politiche per l'accesso ai farmaci e uso razionale.
Risorse umane necessarie per l'organizzazione e prestazione dei servizi al primo livello
di attenzione in sistemi di salute strutturati sulle cure primarie.
Le cure primarie come porta di ingresso del Sistema Sanitario: possibilità e limiti in
America latina
Area Tematica IV: Politiche per la Salute e controllo dei rischi.
Linee di Interscambio:
Rafforzamento dei sistemi di trasfusione e strategie di donazione altruista.
Rafforzamento della donazione altruista e trapianti di organi.
Epidemiologia e Salute Ambientale.
Area Tematica V: Promozione di politiche per la salute per i settori più vulnerabili ed
esclusi della comunità.
Linee di Intercambio:
Le Tecnologie per l'Informazione e la Comunicazione come strumento per migliorare la
gestione e la qualità dei servizi di salute.
Attività Intertematiche:
La violenza di genere nel XXI secolo.
Violenza infantile in America Latina.
Salute Sessuale e Riproduttiva: un diritto per tutte le persone.
1.4.1.2 Quadro dei progetti nell’area Latino America nell’anno 2007, 2008 e 2009.
P AESE
P ROGETTO
S OGGET
ATTUATORE
Argentina
Desde la via
Comune Follonica
Ar gentina, Br asile,
R ete del
Uruguay, Colombia,
sostegno agli attori
Sur :
T O
dell’America del sud
Brasile
Sabor natur al do
116.000
ONG Cospe
Sertao
Brasile
Pr oget t o R egi oni
Regione Umbria
Centro Italia
Brasile
Progetto Teatro
Fondazione Teatr o
Pontedera
Colombia
Il teatro di genere:
15.000
NOTE
Micro progetto bando
2007 L.R 17/99
ONG Cospe
dell’economia sociale
Rep. Dominicana
RT
14.958
Progetto del Tavolo
AL/2007
Micro progetto bando
2007 L.R 17/99
50.000
PIR
60.000
PIR
Associazione Medina
s tr um ento per l o
svi l uppo del l a
75.000
coesione sociale e
del l a
Progetto del Tavolo
AL/2007
i denti tà
femminile
Cuba
Nicaragua
Energie dal sole
Circolo Festambiente
Sviluppo sostenibile
15.000
Micro progetto bando
2007 L.R 17/99
Comune di Pontedera
del Dipartimento di
75.000
León e Managua -
Progetto del Tavolo
AL/2007
Nicaragua
Nicaragua
Progetto acqua
Ass AUCS
Nicaragua
E m e r g e n z a
Provincia di Pistoia
inondazioni
N i c ar agua, C uba,
Inter venti
Argentina, Cile
pi ani fi c az i one e
di
14.951
10.000
Micro progetto bando
2007 L.R 17/99
Emergenza
Regione Toscana
qualificazione urbana:
URBAL B
l ’ a p p r o c c i o
i nter di sci pl i nar e e
integrato
Perù
Em er genz a pos t
Co.opi Toscana
terremoto
Rep Dominicana
E m e r g e n z a
inondazioni
Ucodep
20.000
Emergenza
10.000
Emergenza
Uruguay
Sviluppo solidale e
Coop Tangram
p r o m o z i o n e
Micro progetto bando
15.000
2007 L.R 17/99
cooperativismo
N i c ar agua, C uba,
U R BAL PON T E -
Argentina, Cile
Inter venti
Comune di Follonica
di
pi ani fi c az i one e
50.000
qualificazione urbana:
PIR -
l ’ a p p r o c c i o
i nter di sci pl i nar e e
integrato
Cile, Perù, Bolivia,
Fr onter as Abier tas
«Aym ar as
Cespi IIlA
sin
10.000
PIR
10.000
PIR
Fronteras»
Cile, Perù, Bolivia,
Fr onter as Abier tas
Ecuador
«Turismorurale nelle
Cespi IIlA
zone di frontiera»
Quadro dei progetti nell’area Latino America nell’anno 2008.
PAESE
Perù, Guatemala,
Brasile
Nicaragua
Nicaragua Perù
Colombia
PROGETTO
SOGGETTO
R.T .
NOTE
Inclusione sociale
ARCI
25.000,00
PIR TAVOLO
Governance
Comune di Pontedera
70.000,00
PIR TAVOLO
Medina
83.000,00
PIR TAVOLO
Sviluppo locale
Consorzio Archè
88.000,00
PIR TAVOLO
Sabor natur al do
Comune di San
14.998,00
Microprogetto L.R.
Sertao
Gimignano
C a n e l o n e s
Cooper. Tangram
Governance,
Valorizzazione delle
risorse
Argentina, Uruguay,
Colombia e per la
collaborazione sudsud Brasile
Brasile
17/99
15.000,00
cooperativopartecipaz
Uruguay
Microprogetto L.R.
17/99
i one di gi ovani e
donne allo sviluppo
locale
Un caffè per tutti: pari
Nicaragua
opportunità
integrazione sociale
ASSOCIAZIONE
MEDINA
15.000,00
Microprogetto L.R.
17/99
Comitato per la
Cuba
“Uragano Cuba”
Cooperazione
Decentrata Val di
Cecina
30.000,00
Emergenza
Perù
Emergenza post
terremoto 2^ tranche
Co.opi Toscana
America Latina
Urbal III Lote 1
R.T.
America Latina
Urbal III Lote 2
Diputacion Barcelona.
Brasile
Brasil Proximo
Regione Umbria
Argentina
Fosel
Regione Friuli
Venezia Giulia
20.000,00
Emergenza
6.000
Fondi Europei
100.000
Fondi Europei
64.283,49
MAE
52.291,67
MAE
1.4.2 Cooperazione sanitaria internazionale toscana
La Cooperazione sanitaria rappresenta uno degli aspetti più importanti delle attività di
cooperazione poiché risponde ad una esigenza primaria delle popolazioni assieme ad un
miglioramento delle complessive condizioni di vita: è questo l’aspetto che rafforza e
sostiene l’integrazione fra cooperazione sanitaria e tutte le altre attività di cooperazione
internazionale. Nell’attuale contesto internazionale, la strategia generale cui tende il
Sistema regionale toscano della cooperazione, comprende la promozione dello sviluppo
umano sostenibile in una logica di approccio integrato, il rafforzamento della società civile
e la creazione di reti di partenariato.
Il quadro di riferimento
Alcuni tra i testi che forniscono il quadro di riferimento per la cooperazione sanitaria
internazionale toscana:
La dichiarazione di Parigi (2005)
Gli obiettivi del millennio (2000)
La quarta Conferenza Mondiale sulla donna (Beijing 1995) con la Dichiarazione di
Beijing
La legge 49/1987
La dichiarazione di Alma Ata (1978)
La legge regionale n. 26 del 22/05/2009, Disciplina delle attività europee e di rilievo
internazionale della Regione Toscana
I principi e la volontà
Il Piano regionale per la cooperazione internazionale 2007–2010 (L.R. 17/99) delinea le
finalità dell’azione della Regione Toscana:
1. promozione di interventi di cooperazione che producano riconciliazione e sviluppo,
operando dalla parte delle vittime, secondo strategie dirette alla restituzione del diritto ad
uno sviluppo umano e sostenibile alle vittime dei conflitti militari, economici, sociali e
culturali del mondo;
2. promozione di interventi diretti a sostenere percorsi di sviluppo, anche con riferimento
agli Obiettivi del Millennio, nei confronti delle comunità, dei gruppi sociali e degli individui
vittime dei conflitti in tutte le periferie del Nord e del Sud del sistema mondo;
3. miglioramento dei processi di partecipazione dei soggetti toscani alle iniziative di
cooperazione internazionale e di aiuto allo sviluppo.
In questo quadro la salute viene intesa come un diritto fondamentale dell’uomo,
costantemente violato dalla guerra e dalla povertà , in particolare nella vita dei bambini e
delle donne del sud del mondo. Non c’è salute senza pace. Il diritto alla salute in quanto
diritto inalienabile delle persone e delle comunità, diventa impegno primario, che coinvolge
la politica e che i tecnici non possono eludere.
La programmazione delle attività di cooperazione sanitaria della Regione Toscana,
riveste un ruolo decisivo nell’ambito della sfida della cooperazione come contributo alla
riconciliazione e allo di sviluppo nei paesi più svantaggiati del mondo.
Tra le varie concause che alimentano tali differenze, troviamo:
la debolezza finanziaria, la mancanza di risorse umane, tecniche e di buon governo dei
sistemi sanitari;
la pandemia di HIV/AIDS;
la persistenza di alcune malattie infettive come la malaria, la tubercolosi e altre
patologie
infettive neglette per le quali la ricerca farmacologica è tuttora insufficiente.
La Regione Toscana pertanto riconosce nell’obiettivo generale di “lotta alla povertà”, nella
sua più ampia accezione, il focus di tutte le sue iniziative, perché soltanto attraverso il
miglioramento delle condizioni di vita delle persone si può migliorare la Salute dei popoli.
Priorità e indirizzi operativi
La strategia regionale di CSI, per il periodo 2009-2010, riafferma il suo impegno verso la
Salute come strumento per lo sviluppo, obiettivo dello sviluppo e soprattutto diritto umano,
delineando nei suoi principi e raccomandazioni quelli forniti, ed ampiamente condivisi,
dall’OMS, quali:
intersettorialità degli interventi
appropriatezza e sostenibilità nell’utilizzo delle tecnologie
promozione dell’autosufficienza locale
Tali principi dovranno orientare le azioni di cooperazione sanitaria nella consapevolezza
che non basta limitarsi alla promozione di singole attività, ma che queste devono essere
integrate nella rete dei servizi sanitari locali, creando le basi necessarie a garantire la
sostenibilità dei nostri interventi.
Non si tratta dunque solo di realizzare interventi umanitari o di emergenza, ma di
costruire una vera e propria strategia il cui compito sia quello di contribuire in maniera
efficiente ed efficace a creare delle condizioni che migliorino la salute delle popolazioni soprattutto di quelle più povere e vulnerabili - riducano la povertà e promuovano lo
sviluppo umano sostenibile.
Il lavoro svolto in questi ultimi anni ha visto perfezionarsi ulteriormente il percorso di
strutturazione della strategia regionale di cooperazione sanitaria internazionale quale
strategia ad hoc, distinta da quella complessiva di cooperazione internazionale, ma con
essa necessariamente coerente ed integrata sotto il profilo delle finalità da perseguire.
Il Piano Sanitario regionale 2008-2010 ha delineato compiutamente il quadro di riferimento
della propria strategia di cooperazione che fornisce precise indicazioni sul carattere dei
progetti di cooperazione sanitaria internazionale.
Tali progetti dovrebbero essere strumentali alla garanzia dei seguenti obiettivi generali:
lotta alla povertà: stato di salute e condizioni di vita sono strettamente
interdipendenti.
difesa dei diritti umani: il perseguimento di massimo livello di salute possibile è di
per sé un diritto umano pertanto in forte correlazione con tutti gli altri diritti legati
all’esistenza dignitosa della persona. Non è pertanto pensabile pensare un
progetto di cooperazione senza tener conto di questi elementi.
uguaglianza di genere: le analisi di genere hanno ampiamente dimostrato la
diversità esistente tra l’universo maschile e quello femminile, anche nel campo
della salute e delle malattie; allo stesso modo hanno evidenziato le disuguaglianze
esistenti nell’accesso ai beni e alle risorse considerati essenziali. Diventa nostro
compito lavorare per ridurre sempre di più il divario attuale.
Nello specifico invece i progetti dovranno concorre a:
1.rafforzare i sistemi sanitari nel loro complesso attraverso
supporto istituzionale ai sistemi sanitari pubblici
miglioramento dei servizi di PHC (Primary Health Care);
rafforzamento, anche in termini di qualità delle cure, dell’assistenza materna,
neonatale e infantile
potenziamento di infrastrutture e i sistemi di programmazione e controllo, di
acquisto e distribuzione di farmaci
formazione, motivazione e incremento delle risorse umane destinate al servizio
sanitario;
2. intervenire per migliorare l’accessibilità ai farmaci essenziali (inclusi i farmaci
antiretrovirali per il trattamento dell'AIDS) e ad altre prestazioni sanitarie;
3. agire sui diritti inerenti la salute sessuale e riproduttiva delle donne;
4. sostenere la lotta contro AIDS, TB e Malaria e altre malattie dimenticate;
5. intervenire sui diritti delle persone con disabilità;
6. potenziare la ricerca scientifica, lo sviluppo e l’innovazione in ambito sanitario non solo
dei Paesi destinatari dei progetti, ma anche della Toscana;
7. creare sinergie con le tematiche di Ricerca e Sviluppo prevedendo strategie comuni e
occasioni di contatto;
Soggetti della rete della cooperazione internazionale sanitaria toscana
- La Regione Toscana, con ruolo interregionale e di confronto nazionale e internazionale,
con funzioni di coordinamento interno e di promozione dei progetti;
- La A.O.U. Meyer come ente attuatore per conto della Regione Toscana di tutta la
strategia;
- Le Aziende Sanitarie, come soggetti promotori ed attuatori dei progetti (propri o di
interesse regionale, attraverso la programmazione di Area Vasta);
- Le Aree Vaste, come livello intermedio di programmazione e proposta, con ruolo di
coordinamento delle Aziende Sanitarie;
- La Agenzia Regionale per la Sanità (ARS);
- Le Società della Salute;
- L’Università e altri centri di ricerca.
- Gli Enti Locali e le aziende di gestione di servizi pubblici locali;
- Il Terzo Settore, ovvero quella pluralità di soggetti, organismi ed enti di natura privata
senza fini di lucro, quali:
Organizzazioni non governative – ONG
Associazioni riconosciute e Fondazioni
Organizzazioni di volontariato
Associazioni non riconosciute
Cooperative sociali
-La Croce Rossa Italiana (CRI) e altri istituzioni nazionali e internazionali impegnati a
pieno titolo nell’ambito della cooperazione sanitaria internazionale.
Aree prioritarie di intervento
Medio Oriente:
in questo contesto le iniziative saranno volte a tutelare il diritto alla salute delle
popolazioni palestinesi nonché al miglioramento dei rapporti tra Israele e Palestina.
Africa Sub Sahariana:
gli interventi avranno come contenuti prioritari la lotta all’epidemia dell’AIDS, TBC e
Malaria e alle altre malattie dimenticate, il rinforzo dei sistemi sanitari pubblici con
particolare attenzione alla PHC (Primary Health Care) e alla salute materno-infantile.
Particolare attenzione verrà posta ai seguenti paesi: Regione dei Grandi Laghi
(Uganda, Congo, Rwanda); West Africa (Senegal, Burkina Faso); Est Africa (Kenya,
Eritrea); Sud Africa (Swaziland, Sudafrica).
Area Balcanica e l’Europa dell’Est:
i progetti dovranno essere indirizzati al supporto e trasferimento di conoscenze e
competenze per lo sviluppo dei sistemi sanitari e per la crescita complessiva della
offerta di prestazioni sanitarie.
Paesi arabi del Mediterraneo:
come nel caso dell’area balcanica e l’Europa dell’Est, le progettualità saranno mirate al
rafforzamento generale e complessivo dei sistemi sanitari locali.
Non è tuttavia esclusa la possibilità di essere presenti anche in altri Paesi.
1.4.2.1 Progetti CSI in America Latina e nei Caraibi
1. I Progetti di Iniziativa Regionale (PIR) (L.R. n. 17/99) rappresentano lo strumento a
disposizione della Regione per la realizzazione di azioni cui si riconosce una particolare
rilevanza nell’ambito della strategia di cooperazione sanitaria.
Progetti di Iniziativa Regionale 2007, 2008 e 2009 per la macroarea latinoamericana:
2007
TITOLO
PAESE
CONTRIBUTO RT
BRASILE
SOGGETTO
PROPONENTE
Madonnina del Grappa
Unità di cure primarie
in Brasile
Ricerca di strategie per
la prevenzione di abuso
di alcool e droghe
EUROSOCIAL Salud
ECUADOR
Bhalobasa onlus
1.800,00
AMERICA LATINA
Fondazione Angelo
Celli
25.000,00
SOGGETTO
PROPONENTE
AUSL 8 Arezzo
CONTRIBUTO RT
Fondazione Angelo
Celli
25.000,00
SOGGETTO
PROPONENTE
AUSL 6 Livorno
CONTRIBUTO RT
25.000,00
2008
TITOLO
PAESE
Sostegno al sistema
locale di salute
EUROSOCIAL Salud
REPUBBLICA
DOMINICANA
AMERICA LATINA
40.000,00
2009
TITOLO
PAESE
Sostegno al Sistema
Nazionale dei Trapianti
in Ecuador
Sostegno al sistema
locale di salute
ECUADOR
REPUBBLICA
DOMINICANA
AUSL 8 Arezzo
27.979,00
EUROSOCIAL Salud
AMERICA LATINA
25.000,00
Toscana e Chaco
Boliviano
BOLIVIA
Fondazione Angelo
Celli
Università di Firenze,
Clinica malattie
infettive
26.950,00
51.726,00
2. I Progetti a Bando sono rivolti a sostenere iniziative proposte in particolare dal terzo
settore.
Progetti a bando 2007, 2008 e 2009 per la macroarea latinoamericana:
TITOLO
PAESE
Progetto pilota per
il controllo
dell’epilessia
nell’area rurale del
Chaco boliviano
Intervento
igienico-sanitario
urgente
popolazione
sfollata della
comunità di san
josecito, antiquia
BOLIVIA
COLOMBIA
TITOLO
PAESE
Sviluppo dei
servizi di salute e
della
partecipazione
comunitaria
nell'area di
Limones,
2°annualità
Progetto di salute
comunitaria
nell'area di
conflitto
del Bajo Atrato
Progetto pilota per
il controllo
dell'epilessia
nell'area
rurale del Chaco
Boliviano. 2°
ECUADOR
2007
SOGGETTO
PROPONENTE
Centro mondialità
e sviluppo
reciproco (CMSR)
Comune di
Cascina
2008
SOGGETTO
PROPONENTE
ARCI Firenze
DURATA
PROGETTO
2 anni
CONTRIBUTO
RT in euro
24.916,00
1 anno
25.00,00
DURATA
PROGETTO
24 mesi
CONTRIBUTO
RT in euro
€ 25.000,00
COLOMBIA
Comune di
Cascina
24 mesi
€ 25.000,00
BOLIVIA
Ucodep
12 mesi
€ 25.000,00
Creazione
anagrafica utenti
assistenza sanitaria
di
Base
Sostegno sanitario
e formativo al
centro di recupero
nutrizionale
infantile Bethania
Progetto per la
prevenzione e cura
dell'AIDS
neigiovani e nelle
donne nella città
dell'Avana
REPUBBLICA
DOMINICANA
Comitato Aretino
per la CD con la
Repubblica
Dominicana
9 mesi
€ 24.949,77
GUATEMALA
Consorzio
Metropoli s.c.s.
Onlus
12 mesi
€ 14.900,00
CUBA
Comitato
Territoriale Arci
Bassa Val di
Cecina
35 mesi
€ 12.000,00
TITOLO
PAESE
Progetto di Salute
comunitaria
nell’area di
conflitto del Bajo
Altrato
Programma
comunitario per il
controllo
dell’ipertensione
arteriosa area di
Limones
Migliorare
l’accesso e la
qualità
dell’assistenza
materno-infantile
nei Centri
Assistenza di Base
COLOMBIA
2009
SOGGETTO
PROPONENTE
Comune di
Cascina
DURATA
PROGETTO
24 mesi
CONTRIBUTO
RT in euro
25.000,00
ECUADOR
ARCI Firenze
24 mesi
€ 25.000,00
REPUBBLICA
DOMINICANA
Comitato Aretino
per la CD con la
Rep. Dominicana
12 mesi
€ 24.650,00
1.5
Analisi punti di forza e debolezza, la strategia prescelta
TEMI
PUNTI DI FORZA
PUNTI
DEBOLEZZA
1 DIRITTI
DI
STRATEGIE
Diminuzione, nel 2006, del
1.1 Inclusione
sociale
3,2% della popolazione in
condizione di povertà e del
2,0% di quella in condizione
di pov er tà es tr em a
(Panorama Social 2007,
CEPAL -ONU)
Sec ondo l e pr ev i s i oni ,
l’attuale crescita del PIL pro
capite, attualmente intorno al
3%, sarà mantenuta anche
nel 2008 (Panorama Social
2007 , CEPAL -ONU)
Aumenta costantemente la
speranza di vita (SOCIAL
WATCH – 2004)
La percentuale di analfabeti
tra la popolazione maggiore
di 15 anni scende dal 11,1%
del 2000 al 9,5% del 2005 e
la previsione è del 8,3% per
il 2010
(CEPAL- ONU
2007)
C auto otti m i s m o s ul l e
prospettive della crescita
del l ’ ec onom i a e del l o
sviluppo sociale a medio
periodo (World Bank)
Il tasso di mortalità infantile
per quinquennio scende dal
31,6 per mille del periodo
1995-2000 al 25,4 per mille
del per i odo 2000- 2005
(Anuario de estadisticas
social CEPAL- ONU 2007)
Dal 2002 al 2006 Argentina e
Venezuel a ottengono l a
diminuzione maggiore del
tasso di povertà.
In Argentina i poveri passano
Il tasso di disoccupazione,
aumentato durante gli anni
nov anta, di m i nui s c e
l entam ente,
ma
costantemente, dal 2003 ad
oggi (nel 1995- 9,3%; nel
2000 il 10,4; nel 2003 l’11%;
nel 2005 il 9,1%; nel 2007
l’8%)
(Anuario de estadisticas
social CEPAL- ONU 2007)
I tr asfer i m enti di fondi
c ondi z i onati ( c om e i n
Brasile) stabiliscono livelli
minimi di reddito garantito e
ampliano i diritti alla salute,
al l ’ i str uzi one
e
al l ’ al i m entazi one,
conferendo ai poveri una
base giuridica per l’accesso
alle pr estazioni ( UNDP
2007-2008)
L' Assem bl ea Gener al e
dell' Organizzazione degli
Stati Americani (OEA) ha
approvato all'unanimità una
risoluzione che condanna
duramente le violazioni dei
di r i tti um ani bas ate
sull'orientamento sessuale e
sull'identità di genere.
(Human Right Watch 2008).
Il paese con il tasso di
analfabetismo più basso è
Cuba (0,2%) seguita da
Uruguay (2,2%), Argentina
(2,4%) e Cile (3,6).
La gran parte delle coalizioni
vincenti in anni recenti hanno
conseguito tale successo
gr az i e ad un nuov o
1.2 Indigeni
La nascita di movimenti
Vi ol az i oni dei di r i tti
Politiche di integrazione
indigeni come attori politici
perpetuate in vari Stati ai
sociale a partire dai gruppi
in contesti democratici ha
danni di minoranze etniche e
etnici minoritari
favorito la creazione di Stati
oppositori politici (Human
pluriculturali permettendo
Right Watch 2008)
l ’ avanzam ento del
r iconoscim ento dei lor o
A di s pet t o del l a l or o
diritti (Panorama Social
aumentata influenza politica,
2007, CEPAL -ONU)
l e popol azi oni i ndi gene
hanno fatto un passo troppo
Le Costituzioni dell’Ecuador,
pi ccol o
del Venezuela e del Messico
miglioramento economico e
ver so
il
riconoscono esplicitamente i
s oc i al e nel l a dec ade
di r i t t i c ol l et t i v i del l e
1994-2004, e continuano a
popolazioni indigene nel
vi ver e i n condi zi oni di
s ettor e del l a s al ute
estr em a pover tà, bassa
(Panorama Social 2007,
educazi one
CEPAL -ONU)
discriminazione
e
(Banca
Mondiale 2005)
Nelle recenti presidenziali in
Ecuador e Bolivia, i candidati
Distanza tra i riconoscimenti
vincenti hanno basato la loro
nor m ativi a favor e deli
affer m azione su di una
i ndi geni e l ’ effetti v o
piattafor m a politica che
com pi m ento del l e l eggi
i ncl udeva r i for m e
(Panorama Social 2007,
costituzionali
CEPAL -ONU)
per la riduzione della povertà
In M essi co i l tasso di
e dell'esclusione sociale,
popol azi one i n estr em a
rivolto prevalentemente alla
povertà è 4 volte superiore
estesa popolazione indigena
tra gli indigeni che tra i non-
del l e
indigeni. In Bolivia i tre quarti
cam pagne
(International Idea 2007)
della popolazione indigena
vive al di sotto della soglia di
Per la prima volta numerosi
pov er t à e i n Equador
indios o meticci sono stati
raggiunge il 96% nelle zone
eletti alla Presidenza della
r ur ali. ( Banca M ondiale
R epubbl i c a ( M or al es ,
2005)
Correa, Chavez, Toledo)
fatto i m pens abi l e s ol o
qualche anno fa
Dopo venti anni di negoziati,
con il voto favorevole di tutti i
paesi latinoamericani (meno
quello della Colombia che si
è astenuta), è stata adottata
dall’Assemblea Generale
del l e N azi oni U ni te l a
Dichiarazione Universale
sui diritti dei popoli indigeni
che stabilisce, in 46 articoli,
il diritto alla proprietà della
ter r a, del l ’ accesso al l e
risorse naturali, al rispetto e
l a pr es er v az i one del l e
tr adi zi oni e al l a l i ber a
autodeterminazione (ONU
2007)
1.3 Genere
La per centual e di
La percentuale dei seggi
Pol i ti c he c ontr o l e
anal fabeti s m o tr a l a
occupati dalle donne nei
i neguagl i anze, con
popolazione femminile al di
parlamenti nazionali è molto
particolare attenzione alle
sopra dei 15 anni era del
bassa: del 14% a livello
donne e ai minori
12,1% nel 2000, del 10,3%
c onti nental e ( ul ti m o
nel 2005 ed è attesa intorno
rilevamento nel 2003).
al 8,8% per il 2010 (Anuario
A livello nazionale gli indici
de es tadi s ti c as s oc i al
più bassi nell’anno 2007
CEPAL- ONU 2007)
appar tengono al Br asile
(9%) e al Guatemala (8%). I
Argentina e Costa Rica
Più alti invece Costa Rica
occupano una posizione
( 39% ) e C uba ( 36% )
superiore a diversi paesi
(Anuario de estadisticas
industrializzati (tra i quali
social CEPAL- ONU 2007)
l’Italia) per quanto riguarda
l ’ uguagl i anza di gener e
In Guatemala e Messico,
(UNDP lo sviluppo umano
dove anche la normativa non
rapporto 2005)
prevede forme di garanzia
per la maternità, è forte la
Due donne alla presidenza di
discriminazione delle donne
due grandi paesi del Sud
sul lavoro (Human Rights
Am er i ca: C r i sti na
Watch 2008)
Ferdinandez de Kirchner in
Ar genti na e M i c hel l e
Il tasso di disoccupazione
Bachelet in Cile
f em m i ni l e è del 40%
superiore a quello maschile
e il reddito mensile del 66%
più basso (OIT- 2006)
Secondo i dati de l’UNESCO
la più grande porzione di
analfabetismo tra le donne
adulte la detiene la Bolivia e
l a pi ù bassa l ’ U r uguay
(UNESCO 2006)
Persistenza di simboli, e
meccanismi generatori della
discriminazione di genere,
ancorati ad una cultura di
tipo patriarcale
Molto alto il tasso di violenza
s ul l e donne ( S O C I A L
WATCH – 2004)
1.4 Minori
Il tasso di mortalità infantile
In Bolivia e Perù i tassi di
Pol i ti c he c ontr o l e
per quinquennio scende dal
mortalità infantile sono 4 o 5
i neguagl i anze, con
31,6 per mille del periodo
volte superiori tra i bambini
particolare attenzione alle
1995-2000 al 25,4 per mille
appartenenti al 20% più
donne e ai minori
del per i odo 2000- 2005
povero della popolaione.
(Anuario de estadisticas
Rispetto ai bambini del 20%
social CEPAL- ONU 2007)
pi ù r i c c o ( U N D P - l o
sviluppo umano rapporto
2005, l a c ooper az i one
internazionale a un bivio)
Tasso di immatricolazione
nelle scuole di primo livello
La qual i tà del si stem a
in crescita, anche se molto
educati vo
lenta: 93,2% nel 2000, 94,0
notevolmente a secondo dei
nel 2005.
luoghi; Argentina, Brasile,
(Anuario de estadisticas
Cile, Messico e, in particolar
social CEPAL- ONU 2007)
modo in Perù, sono i paesi
var i a
dove è stata riscontrata la
peggiore distribuzione di
In molti contesti il bambino è
risultati all’interno del paese
considerato un soggetto in
(OCDE – 2007)
grado di partecipare alla vita
pol i ti ca e soci al e del l a
I l s i s t em a s c ol as t i c o
propria comunità
r ar am ente pr ende i n
considerazione le specificità
dei m inor i lavor ator i in
di ffi ci l i condi zi oni
economiche alimentando
così la diserzione scolastica
Circa 6 milioni i bambini che
lavor ano, pr incipalm ente
nell’agricoltura, ma anche
nell’industria, nel turismo e
come domestici (OIT 2004)
1.5 Conflitto
R affor z am ento del l e
La crisi umanitaria che la
Tutela dei diritti umani, nella
capacità locali, ossia delle
Colombia sta attraversando,
loro accezione più ampia,
reti sociali e istituzionali per
peggiorata dal fenomeno
s opr at t ut t o nel l e ar ee
la costruzione di percorsi di
dello spostamento forzato, è
conflittuali e post-conflittuali
pacificazione (UNDP 2008).
c ons i der ata l a c r i s i
um ani tar i a pi ù gr av e
In C ol om bi a s or gono
dell'emisfero occidentale e
num er ose “ com uni tà di
la terza peggior crisi globale
pace”: comunità di contadini
dopo quella della Repubblica
per l a non- v i ol enz a,
democratica di Congo e del
autoproclamatesi neutrali
Sudan (UNHCR, Rapporto
rispetto al conflitto, che
del l a v i s i ta del l ' al to
denunc i ano l e r i petute
commissario in Colombia,
violazioni dei diritti umani
2004)
nelle zone di guerra
Nelle città latinoamericane,
Sono in atto diversi processi
assieme a quelle africane, si
di integrazione politica a
ritrova il più alto indice di
livello continentale o sub-
omicidi del mondo.
regionale
MDG 2007)
(UN -
Le reti criminali stanno
crescendo, causando un
aum ento del l a vi ol enza
ur bana, s opr at t ut t o i n
America Latina. Il paese
maggiormente colpito è il
Brasile dove è grande la
v i ol enz a, s pec i al m ente
verso giovani poveri. In
ques to s ettor e del l a
popol azi one i l tasso di
omicidi è quasi 10 volte
superiore a quello della
popolazione generale (Social
Watch 2004)
Particolarmente vulnerabili
sono i paesi andini
caratterizzati da situazioni di
pol ar i zzazi one pol i ti ca,
vi ol enza e i nsi cur ezza
(International Idea- 2008)
In var i Stati il gover no
reprime duramente le lotte di
autodeter m i nazi one dei
popoli indigeni (in particolare
in Messico ai danni degli
indigeni del Chiapas)
In diversi paesi è ancora
forte il trauma di recenti
conflitti interni (è questo il
caso del Guatemala dove vi
furono 100 mila vittime e 1
milione di sfollati, soprattutto
contadi ni i ndi geni nel l a
guerra civile durata più di tre
decenni)
2 LO SVILUPPO
LOCALE
2 .1 Conte s to
economico e PMI
Secondo le previsioni la
regione crescerà durante il
2008 del 4,7%, confermando
una crescita significativa per
L’America latina affronta il
Pr om uover e esper i enze
forte rischio di specializzarsi
innovative come quella dei
eccessivamente in materie
di s tr etti , c apac i di
prime (OCDE 2007)
sper i m entar e econom i e
solidali ed ecologiche, di
il sesto anno consecutivo
( anc he s e m i nor e s e
confrontata alla crescita del
2007 vicina al 6%) (CEPAL UN 2008- America Latina y
el Caribe frente al nuevo
escenario)
L’aumento del prezzo degli
alimenti e dell’energia avrà
un impatto che porterà alla
contrazione del consumo e
del livello di attività, dato che
c oi nv ol ger à i n m i s ur a
maggiore i settori più poveri
L’America del sud crescerà
della popolazione (Cepal
nel 2008 più del Messico, del
2008- America Latina y el
Centroamerica e dei Caraibi
C ar i be fr ente al nuevo
( C EPAL - U N 2008-
escenario)
America Latina y el Caribe
frente al nuevo escenario)
Numerosi programmi di
ristrutturazione economica
L’ i nfl az i one ( es c l us i
( pr i nci pal m ente atti vati
Venezuela e Argentina) è
durante gli anni novanta)
stabilm ente sotto il 6%
hanno diminuito le spese per
(World Bank 2008)
i l w el f ar e degl i S t at i
latinoamericani
A breve periodo dovrebbe
esserci una diminuzione
della domanda e del prezzo
delle materie prime, anche
se non è facile prevederlo
con precisione. Ciò potrebbe
incidere nelle esportazioni,
nel s al do del l e par ti te
correnti e nella crescita
dell’intera America Latina
(Cepal 2008- America Latina
y el Caribe frente al nuevo
escenario)
commercio equo e solidale
2.2 Sviluppo rurale
La FAO offre assistenza ai
paesi membri dell'America
Latina per lo sviluppo e la
di v er s i f i c az i one del l a
matrice energetica della
regione nel contesto della
piattaforma internazionale di
bio-energia. Lo sviluppo di
ques ta nuov a fonte
energetica è una delle sfide
c hi av e c he affr onta l a
r egione, e deve esser e
portata avanti garantendo
che si sfruttino le opportunità
di questa nuova tecnologia
evitando i rischi per la
sicurezza alimentare della
popol azi one e
la
s os teni bi l i tà s oc i al e e
ambientale. (FAO 2008)
Crisi sicurezza alimentare:
Valorizzazione del territorio
la crescita dei prezzi dei
nell’ambito del rispetto della
prodotti alimentari ha colpito
biodiversità locale, delle
in particolar modo Bolivia,
tipicità, delle tr adizioni,
Brasile, Cile, Costa Rica,
orientata a garantire, ad
Gi am ai ca, N i car agua e
esem pi o,
Uruguay. Solo l’Argentina e
diversificazione dei redditi
la Repubblica Dominicana
agli attori del mondo rurale
hanno mantenuto lo stesso
tasso di inflazione (Banca
Mondiale 2008)
L’apertura di una zona di
libero scambio in tutto il
c ont i nent e am er i c ano,
dall’Alaska alla Terra del
fuoco,
sostenuta
dal l ’ am m i ni s tr az i one
americana, potrebbe avere
gravi ripercussioni nelle
attività dei piccoli contadini
Possibilità di valorizzare
(che non lavorano su grandi
l’enorme ricchezza biologica
economie di scala aperte al
del continente.
mercato internazionale)
Per sa per tr e quar ti la
di ver si tà geneti ca del l e
c ol ti v az i oni agr i c ol e
(CEPAL- UN 2005)
I bassi livelli di produttività
agr i c ol a nel l a r egi one
centr oam er i cana hanno
c om e c ontr opar ti ta
l’estensione dell’informalità
(Centroamerica CEPAL-UN
2008)
una
2.3 Turismo
Il tur i s m o i n quanto
f enom eno ec onom i c o,
culturale e sociale mondiale
è un’attività che cresce
r api dam ente
che
Gran parte degli introiti non
Promozione del turismo
r im angono sul ter r itor io
sostenibile, comunitario e
latinoamericano ma vengono
responsabile
intercettati dai tour operator
occidentali
contribuisce allo sviluppo
economico e sociale delle
nos tr e popol az i one
D i ffus i one del tur i s m o
sessuale
specialmente per quanto
riguarda la strategia globale
della lotta alla pover tà.
(Declaration of Galapagos
2002)
Pressioni di tipo economico
c r eano s i tuaz i oni di
omologazione e perdita di
identità dei paesaggi
L' U nes c o s os t i ene l a
C ar i bbean Al l i ance for
Sus tai nabl e tour i s m
(CAST), che promuove il
t ur i s m o s os t eni bi l e e
l ' uti l i z zo del l e ener gi e
r innovabili nelle r egioni
caraibiche. (UNESCO 2008)
3. Valorizzazione
patrimonio
territoriale
3 . 1 P a tri moni o
culturale
Sono ol tr e cento i si ti
Spesso mancano adeguate
Val or i zzazi one del
c ons i der ati patr i m oni o
capacità di conservazione
patrimonio culturale come
dell’umanità dall’UNESCO
del patrimonio culturale
fulcro di attività legate allo
(Unesco 2007)
Valorizzazione del ruolo di
“custodi” del patrimonio
culturale degli indigeni
sviluppo locale
3.2 Tutela
ambientale
In America Latina si trovano
Delle 178 “eco regioni”
il 40% delle specie vegetali e
identificate in America Latina
animali di tutto il pianeta
il 77 sono minacciate. La
(UN – Habitat 2005)
defor estazi one sta
rapidamente riducendo la
Cuba (+18%) e Uruguay
superficie boscosa (raso al
(+55%) sono stati gli unici
suolo 46,7 milioni di ettari tra
due Stati con aumento delle
il 1990 e il 2000) avanzando
zone boschive. (Anuario de
ad una percentuale annua
estadisticas social CEPAL-
dello 0,5% della regione
ONU 2007)
(UN-HABITAT 2005)
Le pr i m e v i t t i m e dei
cambiamenti climatici e del
m anc ato adattam ento
saranno i poveri (UNDPsviluppo umano rapporto
2007-2008)
Il cambiamento climatico
aumenterà il numero delle
persone denutrite (FAO,
Conference 2008)
D es er ti fi c az i one c om e
fattor e di per di ta del l a
sostenibilità, efficienza ed
equità nella assegnazione
del l e r i s or s e e nel l a
d i s t r i b u z i o n e
tr ans gener az i onal e del
benes s er e ( C EPAL Pobreza, desertificación y
degradación de tierras",
2005)
Tra il 1970 e il 1999 si sono
pr odotti 900 di s as tr i
ecologici nel continente, con
un costo annuo tra i 700 e i 3
milioni di dollari e 8 milioni
di abi t az i oni di s t r ut t e
(Anuario de estadisticas
social CEPAL- ONU 2007)
L’uso di fertilizzanti quasi
3 . 3 Co n o s c e n z e
tradizionali
Art 31 della Dichiarazione
U ni v er s al e dei popol i
indigeni, approvata in sede di
Assemblea Generale ONU
da
tutti
i
paesi
latinoamericani (eccetto la
Colombia), riconosce i diritti
di proprietà intellettuale dei
popoli indigeni: “I popoli
indigeni hanno il diritto di
m antener e, contr ol l ar e,
proteggere e sviluppare il
proprio patrimonio culturale,
le conoscenze tradizionali e
l e espr essi oni cul tur al i
tradizionali, così come le
manifestazioni delle loro
scienze, tecnologie e culture,
includendo le risorse umane
e genetiche, i sem i, le
m edi c i ne, l e pr opr i e
conoscenze sulle proprietà
della flora e della fauna, le
tradizioni orali, le letterature,
i disegni, gli sport e i giochi
tradizionali e le arti visive e
r appr es ent at i v e. E s s i
esercitano anche il diritto di
m antener e, contr ol l ar e,
proteggere e sviluppare i
propri diritti di proprietà
i ntel l ettual e s u tal e
patr i m oni o c ul tur al e,
conoscenze tradizionali ed
es pr es s i oni c ul tur al i
tradizionali. Congiuntamente
ai popoli indigeni, gli Stati
dovranno adottare misure
efficaci per riconoscere e
proteggere l’esercizio di tali
diritti”. (Dichiarazione dei
popoli indigeni del 2007 delle
Nazioni Unite)
Valorizzare le conoscenze
indigene locali in diversi
4 GOVERNANCE
LOCALE
4.1 Decentramento
e c ompe te nze
locali
Processi di decentramento
Il decentramento può portare
Sostegno ai processi di
legislativi e costituzionali
ad un rafforzamento delle
decentramento
hanno per m es s o ( ad
elite locali anziché delle
esem pi o i n Br asi l e) l o
popol az i oni ( U N D P l o
Sostegno alle politiche di
s v i l uppo di i m por tanti
sviluppo umano 1993)
tutel a am bi ental e e
territoriale e la prevenzione
esperienze di democrazie
partecipative
Rischio del decentramento è
dei disastri a partire dal
che le regioni a maggior
coinvolgimento dei livelli
L’ Am er i c a Lati na ha
reddito raccolgano un gettito
l ocal i di Gover no e l o
m os tr ato i m por tanti
più elevato e quindi ottenere
s v i l uppo del l e l or o
progressi specialmente per
migliori servizi, ampliando il
competenze
quanto riguarda democrazia
gap tra regioni ricche e
e processi elettorali.
povere all’interno del paese
(UNDP lo sviluppo umano
1993)
C om e di m os tr ato, nel
2005-2006 dall’andamento
elettorale di 11 dei 18 paesi
Spes s o m anc anz a di
del l a
competenze amministrative
r egi one,
i
l ati noam er i c ani s tanno
scegl i endo
i
l or o
r appr es entanti tr am i te
el ez i oni unani m em ente
ritenute libere e corrette.
(International Idea - 2008)
Q uot a di popol az i one
regionale che vive in paesi
c on s i s t em i el et t or al i
multipartitici: 95% (UNDP,
lo sviluppo umano - 2002)
e gestionali a livello locale.
4.2 Partecipazione
Con differenze di forma e di
R i s petto al pas s ato è
Rafforzamento dei Governi
i ntens i tà tr a i paes i
necessario sviluppare un
Locali e consolidamento
latinoamericani, la società
appr oc c i o pl ur al i s ta
del l a
c i v i l e or gani z z ata è
al l ’ i nter no del si stem a
partecipativa.
cresciuta di importanza,
politico: dare ai gruppi al di
i ncl udendo nuovi attor i
fuori delle istituzioni statali
sociali, così come rinnovate
formali lo spazio necessario
dom ande e punti di
a prendere parte ai processi
mediazione (IBASE-CEPAL)
decisionali (Social Watch –
2004)
La crescente vitalità della
società civile costituisce un
apporto “democratizzante”
delle istituzioni politiche,
attraverso le esperienze di
democrazia diretta e la
m ol ti pl i c az i one dei
movimenti sociali capaci di
dare, per esempio, visibilità
agli invisibili. (IBASE CEPAL)
D i v er s e m uni c i pal i tà
l ati noam er i c ano hanno
avviato esperienze di bilanci
partecipati: Porto Alegre,
Brasile (1989); Montevideo,
U r uguay ( 1990) ; Bel o
Horizonte, Brasile (1993);
Recife, Brasile (1997); Villa
el Salvador in Lima, Perù
(2000); Ilo, Perù (2000);
C uauthtem oc , M es s i c o
(2201); Cuenca, Ecuador
(2001); Rosario e Buenos
Aires, Argentina (2002); El
Alto, Bolivia (2003)
dem ocr azi a
Fonti principali
CEPAL-UN,2005, Pobreza, desertificación y degradación de tierra
CEPAL-UN, 2007, Anuario estadistico de America Latina y el Caribe
CEPAL-UN, 2008, America Latina y el caribe frente al nuevo escenario
CEPAL-UN, 2008, Tendencias y desafios en la cooperacion internacional y la movilizacion de
recursos para el desarrollo en America Latina y el Caribe,
CEPAL-UN, 2009,Situacion y perspectivas para la economia mundial, Naciones Unidas
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Nations
HYPERLINK "http://www.eclac.org" www.eclac.org: Comision Economica para America Latina
y el Caribe
2. Elenco delle sub aree (paesi /regioni/altro) nei quali si intende
operare
La condivisione dell’approccio, oltre che degli obiettivi generali, è condizione
necessaria affinché il lavoro del Tavolo sia armonico, coordinato e produttivo.
Le linee contenute nel Piano regionale per la Cooperazione internazionale della
Regione Toscana tracciano un quadro, pienamente condivisibile, nel quale l’idea di un
accordo solidale fra territori, pure a diverso grado di sviluppo, è alla base di qualsiasi
progetto, programma o azione di cooperazione.
L’ elemento distintivo della cooperazione decentrata (che si è definita anche sotto la
spinta del Sistema della cooperazione toscana) è proprio nel superamento della logica del
mero aiuto per approdare ad un concetto più alto di cooperazione che diviene azione
complessa di costruzione di reti di soggetti omologhi (istituzionali e non) che cooperano
per il raggiungimento di un modello di sviluppo sostenibile, fondato sulla valorizzazione del
patrimonio di risorse locali, sul superamento dei conflitti, sull’inclusione sociale, sul
rispetto e la tutela dell’ambiente e delle diversità sociali e culturali, sulla democrazia
partecipativa.
A partire dall’approfondimento e dalla condivisione di questo approccio il Tavolo stabilisce
i criteri di definizione e di selezione delle azioni che meglio lo interpretano.
Dal lavoro svolto fino ad oggi, tenendo conto delle azioni attive tutt’ora, delle sinergie
instaurate, della continuità progettuale, le macro aree tematiche prioritarie risultano
essere:
Governance locale: supporto allo sviluppo di processi democratici e partecipativi,
pianificazione urbana e territoriale, accesso ai servizi di base; servizi pubblici locali,
prevenzione e mitigazione dei disastri naturali attraverso corrette tecniche di gestione
del territoriale, sostegno all’innovazione tecnologica, institucional building.
Sviluppo economico locale: sviluppo rurale, produzioni tipiche, commercio equo,
turismo responsabile, comunitario e sostenibilie, creazione e sostenibilità d’impresa;
economia sociale.
Valorizzazione e tutela del patrimonio territoriale: risorse naturali, sociali e culturali.
Diritti umani e inclusione sociale: diritti di cittadinanza, promozione della cultura di
pace, sviluppo umano integrato, coesione sociale.
Saranno comunque priorizzate, qualora le azioni siano indirizzate alla società civile, quelle
i cui beneficiari siano minori, donne, minoranze etniche, disabili.
Per gli anni 2007, 2008, 2009 e 2010 sono state individuate le seguenti priorità
geografiche:
2007: Nicaragua, Colombia, Argentina, Brasile, Colombia, Repubblica Domenicana,
Uruguay.
2008: Nicaragua, Colombia, Perù, Guatemala, Brasile, Argentina, Uruguay.
2009: Colombia, Cuba, Guatemala, El Salvador, Repubblica Dominicana.
2010: Nicaragua, Colombia, Perù, Guatemala, Brasile, Argentina, Uruguay.
3. Giustificazione delle priorità adottate alla luce delle priorità
strategiche del Piano di Indirizzo ex L.R. n. 17/99 e n. 55/97, dei
documenti annuali, degli orientamenti strategici del Ministero Affari
Esteri, dell’Unione Europea e delle Organizzazioni Internazionali per
l’area
Tavola di coerenza strategica con gli orientamenti strategici del MAE
Programma operativo Tavolo America Latina
Orientamenti strategici MAE, dell’Unione
Europea e delle Organizzazioni Internazionali
in America Latina
GOVERNANCE LOCALE/
supporto allo
s v i l u p p o d i p r o c e s s i d e mo c r a t i c i e
part ec ipat iv i, pianif ic az ione urbana e
territoriale, accesso ai servizi di base:
servizi pubblici locali, prevenzione catastrofi
naturali , sostegno all’innovazione tecnologica,
institutional building.
Organizzazioni Internazionali
E’ obiettivo fondamentale dell’UNDP contribuire al
rafforzamento della democrazia in America
Lat ina, c ons olidare il ruolo della legge e
promuovere la crescita della partecipazione della
società civile.
La UNDP è inoltre impegnata a supportare il
processo di capacity building per affrontare i
cambiamenti climatici e gli interventi in caso di
disastri naturali.
I recenti progetti della Banca Mondiale per il
miglioramento del settore pubblico sono rivolti a:
sostenere i sistemi di gestione finanziaria
gov ernat iv i (Boliv ia, Colombia, Ec uador,
Guatemala, Honduras) per fornire dati in tempo
reale su tutte le transazioni finanziarie e
sviluppare il controllo delle spese in maniera
decentralizzata, e migliorare i progetti del settori
sociali; implementare sistemi elettronici per il
pagamento delle tasse in Guatemala; assistere il
sistema giuridico in Perù; infine, per le azioni
rivolte a tutto il continente, la banca mondiale si
impegna a sostenere il miglioramento della
gestione finanziaria e le capacità dei governi
regionali e municipali, spesso criticati dai
cittadini. (America Latina and Caribbean regional
brief; www.worldbank.org)
Unione Europea
L’Unione Europea è impegnata a promuovere una
migliore intesa e impostazioni comuni tra le
regioni, attraverso il dialogo sulle politiche e sugli
s t rument i nei s et t ori int eres s at i, a liv ello
normativo e a livello economico.
Programma EUROsociAL: è una iniziativa di
cooperazione tecnica della Commissione Europea
per promuovere la coesione sociale in America
Latina attraverso lo scambio di esperienze tra le
amministrazioni pubbliche responsabili della
ges t ione della gius t iz ia, dell’educ az ione,
dell’occupazione, della fiscalità e della salute.
Programma URBAL: lanciato nel 1995, Urbal
VALORIZZAZIONE E TUTELA DEL PATRIMONIO
TERRITORIALE: risorse ambientali, culturali e
sociali.
Organizzazioni Internazionali
Il settimo degli Obiettivi del Millennio individua
c ome priorit ario “garant ire la s os t enibilit à
ambientale” e, attraverso il Traguardo numero 9,
a sostenere l’integrazione dei principi dello
s v iluppo s os t enibile nelle polit ic he e nei
programmi nazionali e riducendo la perdita delle
risorse ambientali.
Il decennio caratterizzato dai due grandi Vertici
delle Nazioni Unite tenutisi a Rio (Earth Summit,
1992) e a Johannesburg (Sviluppo Sostenibile,
2002), ha definito la nuova filosofia che dovrebbe
ispirare la crescita economica internazionale. In
base ad essa il processo di sviluppo non può
prescindere dalle esigenze di equilibrio sociale e
di salvaguardia dell'ambiente che debbono essere
c ons iderat e c ome part e int egrant e di t ale
processo.
La Organizzazione degli Stati Americani (OSA),
nella Dichiarazione di Panama, Energia per lo
sviluppo sostenibile, riconosce come priorità la
necessità di promuovere energia pulita attraverso
la ricerca, lo sviluppo e il trasferimento delle
tecnologie non nocive per l’ambiente.
Unione Europea
Tra gli obiettivi generali nello Strumento di
cooperazione allo sviluppo per l’America
Lati na (DCI ) 2007-2013, l’Unione Europea
individua il rafforzamento delle sinergie positive
tra coesione sociale e la tutela dell’ambiente
mediante una migliore integrazione dei progetti
volti a ridurre la povertà e a migliorare la gestione
delle risorse naturali sostenibili.
Con il Pr ogr amma EURO-SOLAR l’Unione
Europea intende sostenere la riduzione della
povertà offrendo alle comunità rurali isolate
senza elettricità l’accesso a una fonte rinnovabile
di energia.
Ministero degli Affari Esteri
Varie iniziative del MAE hanno l’obiettivo di
DIRITTI UMANI E INCLUSIONE SOCIALE/ diritti
di cittadinanza in particolare per donne, minori e
indigeni
Organizzazioni Internazionali
Priorità numero due dei Millennium Development
Goals: garantire che tutti, ragazze e ragazzi,
completino un corso di educazione primaria; e
priorità numero quattro: ridurre di due terzi
l’incidenza della mortalità per i bambini sotto i 5
anni.
Priorità numero tre dei Millennium Development
Goals: promuovere l’uguaglianza di genere e
l’empowerment delle donne. I traguardi da
raggiungere relativi a tale priorità previsti dalla
Dic hiaraz ione del Millennio s ono quello di
e l i mi n a r e l e d i s u g u a g l i a n z e d i g e n e r e
nell’educazione primaria e secondaria (fissato per
il 2005 e raggiunto da una buona parte dei paesi
latinoamericani) e nell’educazione dei livelli
superiori (entro il 2015).
La Convenzione sui diritti del bambino delle
Nazioni Unite del 1989, è lo strumento giuridico
ancora oggi fondamentale sul tema della tutela
dell’infanzia, e contiene un elenco esaustivo dei
diritti di cui il fanciullo deve ritenersi portatore. I
diritti di tale Convenzione possono essere
raggruppati in quattro categorie: libertà e diritti
civili (diritto alla registrazione, all’identità e ad
una corretta informazione; libertà di pensiero,
coscienza e religione, di associazione); ambiente
familiare e protezione alternativa (responsabilità
dei genitori e il diritto a vivere nel proprio
ambiente familiare); diritti relativi alla salute e al
benessere (diritto ad un adeguato livello di vita,
alla salute, alla sicurezza sociale, all’educazione
e allo svago); diritti relativi ai minori in particolari
circostanze (disabili, rifugiati, in conflitti armati, in
casi di sfruttamento economico o sessuale).
Nel luglio del 2000 viene creato, dal Consiglio
Economico e Sociale (organo che coordina il
lavoro economico e sociale delle Nazioni Unite), il
Foro Permanente per le Questioni Indigene, con
il mandato di: preparare e diffondere informazioni
s u l l a q u e s t i o n e i n d i g e n a ; f o r mu l a r e
Raccomandazioni e Programmi per conto del
SVILUPPO ECONOMICO LOCALE: sviluppo
rurale, produzioni tipiche, commercio equo,
turismo responsabile, comunitario e sostenibilie,
creazione e sostenibilità d’impresa; economia
sociale, cooperativismo
Organizzazioni Internazionali
La CEPAL-NU sottolinea l’importanza crescente
della mic ro f inanz a c ome s t rument o per
potenziare l’accesso al sistema finanziario e
canalizzare risorse verso le aree produttive dei
gruppi con minor reddito. Oltre a ciò, viene
segnalata la necessità di creare meccanismi che
facilitino e migliorino la gestione del rischio e la
assegnazione di risorse verso le piccole e medie
imprese.
Unione Europea
Tra gli obiettivi generali della programmazione
della c ooperaz ione dell’Uni one Eur opea in
America Latina emerge la promozione dello
sviluppo delle infrastrutture e la creazione di un
contesto sicuro per le attività economiche
attraverso reti integrate, tenendo conto delle
dimensioni sociali ed ambientali.
AL-INVEST è un programma di cooperazione
economica i cui obiettivi sono l’appoggio alla
internazionalizzazione della piccola e media
impresa dell’America Latina, in collaborazione con
i partner europei, al fine di contribuire alla
coesione sociale della regione.
Ministero degli Affari Esteri
Tra le priorità della cooperazione italiana allo
sviluppo vi è la complementarietà tra le attività di
assistenza alimentare, di sviluppo rurale e delle
Pic c ole e Medie I mpres e (Pmi) e delle
infrastrutture, di tutela del patrimonio culturale.
L'Italia si impegna, inoltre, a sostenere il nuovo
Fondo Fiduciario per la sicurezza alimentare e
l'igiene degli aliment i, I s t it uit o dalla Fao,
des t inando priorit ariament e i propri f ondi
nell'aumento degli investimenti in agricoltura e
nello sviluppo rurale intervenendo, in America
Latina, principalmente nelle piccole isole dei
Caraibi.
L’aumento della produzione alimentare sostenuto
dalla c ooperaz ione it aliana è pers eguit o
attraverso la crescita della produttività delle
Fonti principali
CEPAL-UN, Trigesimo segundo peiodo de sesiones de la CEPAL, Repubblica Dominicana, 9
al 13 de junio de 2008
Ministero degli Affari Esteri, Linee guida della cooperazione italiana sulla tematica minorile
Ministero degli Affari Esteri, Linee guida per la valorizzazione del ruolo delle donne e la
promozione di un’ottica di genere nell’aiuto pubblico allo sviluppo dell’Italia
Organizacion de los Estados Americanos, Declaracion de Panama: Energia para el desarrollo
sostenible, sessione del 5 luglio del 2007
Organizzazione degli Stati Americani (OSA), Declaracion de Panama: Energia para el
desarrollo sostenible, sessione del 5 luglio del 2007
Unione Europea, Relazione della Commissione al Consiglio, dell'11 giugno 2002, sulla
valutazione dei progressi compiuti nella collaborazione con le popolazioni indigene
Unione Europea, Strumento di cooperazione allo sviluppo per l’America Latina (DCI), Periodo
2007-2013
Unione Europea, Urbal Regional Aid Programme
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HYPERLINK "http://www.programaeurosocial.eu" www.programaeurosocial.eu
HYPERLINK "http://www.un.org" www.un.org
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HYPERLINK "http://www.undp.org" www.undp.org
www.unicef.org
HYPERLINK "http://www.worldbank.org" www.worldbank.org
4. Priorità di intervento e obiettivi specifici
Dall’analisi di contesto e dei punti di forza e di debolezza individuati nel presente
documento e a partire dagli indirizzi strategici prioritari stabiliti dal Governo Italiano,
dall’Unione Europea e dai Programmi delle Nazioni Unite, prendendo atto degli indirizzi
contenuti nel “Piano regionale per la cooperazione internazionale (L.R. 17/99) Periodo
2007-2010”:
VALORI ZZAZI ONE E
S V I L U P P O
ECONOMICO LOCALE
TUTELA
DELLE
R
R
I
S
O
S
E
AMBIENTALI, SOCIALI
E CULTURALI
DI RI TTI UMA NI E
G O V E RNA NCE
INCLUSIONE SOCIALE
LOCALE
Promuovere esperienze
Favorire le iniziative
Sostegno integrato alle
Sostegno ai processi di
innovative quale quella
che si collocano in un
politiche di riduzione
d e c e n t r a me n t o : •
dei distretti sia
contesto di sviluppo
della povertà di
r a f f o r z a me n t o d e i
industriali che rurali,
solidale, fondato sulle
inclusione sociale e di
Governi
capaci di sperimentare
risorse del territorio,
lotta
c o n s o l i d a me n t o e
economie solidali ed
capace di coniugare
ineguaglianze e
sviluppo
ecologiche,
sostenibilità, coesione
l’emarginaz ione
d e m o c r a z i a
sociale e territoriale.
sociale, a partire dai
partecipativa.
di
c o mme r c i o e q u o e
contro
le
solidale attraverso la
dei gruppi etnici
v aloriz z az ione dei
minorit ari,
territori
nella
particolare attenzione
promozione del turismo
alle donne e ai minori,
sostenibile, comunitario
di accesso ai servizi
e res pons abile, per
sanitari di base (acqua,
sviluppare e rafforzare
salute), all’istruzione e
il tessuto sociale e
alla f ormaz ione
aumentare/differenziare
professionale, di
le fonti di reddito per i
sovranità e sicurezza
settori più svantaggiati,
aliment are;
in particolari femminili e
salvaguardia del ruolo
indigeni
della
con
locali,
della
Sostegno alle politiche
di tutela ambientale e
territoriale e la
prevenzione dei
disastri a partire dal
c o i n v o l g i me n t o d e i
livelli locali di Governo
e lo sviluppo delle loro
competenze
di
medic ina
tradizionale nella tutela
della salute. Particolare
attenzione dovrà avere
la t ut ela dei dirit t i
u ma n i , n e l l a l o r o
accezione più ampia,
soprattutto nelle aree
post-conflittuali o in
aree abitate da alte
percentuali
di
popolazioni indigene. In
particolare,
processo
nel
di
pac if ic az ione e di
ris pet t o dei dirit t i
u ma n i , u n a d e l l e
priorità è la lotta contro
l’impunità
4.1 Le priorità individuate dal Tavolo America Latina e Caraibi sono:
Governance locale: supporto allo sviluppo di processi democratici e partecipativi,
pianificazione urbana e territoriale, accesso ai servizi di base - servizi pubblici locali -,
prevenzione di catastrofi naturali, sostegno all’innovazione tecnologica e institucional
building.
Sviluppo in forma condivisa di strategie territoriali di gestione dei sistemi urbani. Impegno
rivolto principalmente al miglioramento delle capacità e degli strumenti di pianificazione
urbana e territoriale che promuovano anche la coesione sociale e territoriale, attraverso
la creazione di reti che vedano i territori protagonisti dell’interscambio di know how e della
condivisione di buone prassi amministrative, in una strategia che individui nell’ente locale
il soggetto che promuove ed indirizza le politiche di sviluppo, anche settoriali, nel territorio.
In questa direzione vanno inserite le attività di sostegno ai processi di decentramento
amministrativo in atto in larga parte dell’America Latina, con una particolare attenzione
rivolta alle zone di post-conflitto. Strettamente connessi alle attività di rafforzamento delle
istituzioni, saranno promossi interventi mirati a sviluppare capacità di implementare
politiche per la difesa e per l’integrazione dei gruppi sociali più deboli con azioni dirette alla
tutela sociale, all’accesso e alla qualificazione dell’istruzione e della formazione
professionale, all’innovazione tecnologica nelle amministrazioni. Un forte impegno, infine,
verrà rivolto al sostegno delle politiche di prevenzione dei disastri ambientali, con
l’obiettivo di favorire la diffusione e l’applicazione di buone pratiche di tutela del territorio
oltre che modelli organizzativi capaci di permettere ai governi di intervenire in caso di
calamità naturali (soprattutto in zone particolarmente vulnerabili del continente come la
Regione andina e i Caraibi, frequentemente colpite da terremoti e uragani con tragiche
conseguenze).
Valorizzazione e tutela del patrimonio territoriale: Sostegno alle politiche e alle attività di
valorizzazione e tutela del patrimonio ambientale, sia naturale che antropico, patrimonio
socio culturale -inteso come l’insieme degli elementi di identificazione del cittadino verso il
proprio territorio.
L’obiettivo è quello di favorire una cooperazione tra territori per il raggiungimento di un
modello di sviluppo sostenibile capace di contrastare il processo di degrado territoriale
attraverso il trasferimento e la condivisione di strumenti, tecniche e buone pratiche
appropriate per risolvere le numerose criticità ambientali, sociali e culturali che affronta
oggi il continente latinoamericano. Tra i vari ambiti su cui si intende intervenire possiamo
menzionare la valorizzazione e tutela del patrimonio naturale (acqua, suolo, habitat
originali, diversità agricola etc.) del patrimonio antropico (beni archeologici, architettonici,
urbanistici, etc.) del patrimonio sociale (organizzazioni sociali
come elementi di
identificazione del cittadino, consuetudini sociali) e culturale (tradizioni e espressioni orali
locali, arti dello spettacolo, eventi rituali e festivi, artigianato tradizionali, etc.) Tutela e
valorizzazione del territorio che vanno intese anche e soprattutto come strumenti sia di
sviluppo che di coesione sociale e territoriale.
Sviluppo economico locale: sviluppo rurale, produzioni tipiche, commercio equo, turismo
sostenibile, creazione e sostenibilità d’impresa, economia sociale, cooperativismo.
Saranno sostenute le attività di miglioramento e innovazione delle produzioni tipiche
dell’agricoltura e dell’artigianato e, in particolare, quelle attività che possano favorire il
rafforzamento di aziende cooperative allo scopo di promuovere l’economia sociale, il
cooperativismo e il commercio equo e solidale a livello nazionale e internazionale. Le
iniziative della cooperazione toscana, inoltre, intendono sostenere lo sviluppo di un
turismo sostenibile (ecologicamente sostenibile, economicamente conveniente,
eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali, contro ogni forma di
sfruttamento sessuale) come motore per uno sviluppo locale in grado di rispettare e
valorizzare le tradizioni locali.
Diritti umani e inclusione sociale: diritti di cittadinanza in particolare per donne, minori e
indigeni e promozione della cultura della pace.
Verranno rafforzate le azioni a sostegno dei diritti umani e diritti civili attraverso la
costruzione di modelli che amplino la partecipazione ai processi decisionali nelle
amministrazioni e nella società civile. Il sostegno a percorsi di emancipazione e
protagonismo delle fasce sociali più vulnerabili (donne in contesti di conflitto o postconflitto, bambini e adolescenti lavoratori, minoranze etniche, comunità contadine etc.),
testimonia la forte volontà di coinvolgere attivamente tutti gli attori interessati dai progetti di
cooperazione tramite un approccio comunitario che valorizzi le capacità e le potenzialità
di auto-gestione e auto-sviluppo presenti nelle zone più disagiate del continente.
Promozione di una cultura della pace per una prospettiva che veda protagonisti dei
percorsi di riconciliazione non solo i Governi ma anche la società civile.
5. Modalità di esecuzione e gestione del Programma
5.1 - I gruppi di coordinamento tematici o di sub area geografica
Il Tavolo ha costituito gruppi di coordinamento di area tematica e/o sub area
geografica finalizzati ad approfondimenti di tipo tematico o disciplinare e alla costruzione
di reti (nel senso di sistemi organizzati di relazioni) all’interno dell’area:
G.d.C di area geografica “Colombia “
E n t e / o rg a n izza zio n e / a sso cia zio n e
responsabile del gruppo di lavoro
Associazione Medina
Dirit t i u ma n i e in c lu s io n e s o c ia le :
riconciliazione, educazione alla pace,
svilu p p o u ma n o in te g ra to , co e sio n e
sociale, tutela e inserimento sociale e
lavorativo dei rifugiati interni e delle
popolazioni native e afrodescendientes;
Tema specifico di lavoro del gruppo
Sviluppo economico locale: creazione e
sostenibilità d’impresa, economia sociale.
Valorizzazione delle risorse locali: in
particolare risorse umane e culturali,
G o v e rn a n c e lo c a le : in p a rt ic o la re
istitutional building, supporto allo sviluppo
di processi democratici e partecipativi,
accesso ai servizi di base, servizi pubblici
locali.
Territori: Dipartimento Valle del Cauca, in
particolare municipio di Cali.
Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica
(Partenariato locale)
Partner locali: Municipio di Cali, Provincia
di Cali, Camara de Comercio de Cali,
Univerisidad de la Valle del Cauca,
Gruppo di Teatro La mascara (Cali); Si
Mujer – Fundación de Servicios Integrales
para la mujer; Edupar – Asociación
educativa para la participación y la
convivencia ciudadana, Fundación Mavi -
Soggetti iscritti al tavolo aderenti
Comunità Montana del Mugello, Comune
di Follonica, Comune di Roccastrada,
Fo n d a zio n e P o n t e d e ra Te a t ro ,
A sso cia zio n e Cu lt u ra le Co mp a g n ia
Instabile dei Dintorni di Roccastrada,
Istituzione Centro Nord-Sud; Associazione
P ro co lo mb ia , Co o p i To sca n a , DI A F
(Università di Firenze)
Altri partnes
2. G.d.C di sub area geografica “Nicaragua”
E n t e / o rg a n izza zio n e / a sso cia zio n e
responsabile del gruppo di lavoro
Comune di Pontedera
Il tema specifico su cui il gruppo si propone
di lavorare è lo Sviluppo Integrale del
Territorio, declinato nei seguenti settori di
intervento:
G o v e rn a n c e lo c a le : in p a rt ic o la re
istitutional building, supporto allo sviluppo
di processi democratici e partecipativi,
accesso ai servizi di base, servizi pubblici
locali.
Tema specifico di lavoro del gruppo
Valorizzazione e tutela del patrimonio
territoriale: in particolare valorizzazione e
tutela del patrimonio naturale e culturale,
con particolare attenzione alla cultura e
dell’identità indigena.
Sviluppo economico locale: turismo etico e
sostenibile, creazione e sostenibilità
d’impresa economia sociale, riconversione
produttiva,
Diritti umani e inclusione sociale: sviluppo
u ma n o in te g ra to , co e sio n e so cia le ,
inserimento sociale e lavorativo dei gruppi
sociali svantaggiati quali donne, disabili,
minoranze etniche
Territori:Nicaragua.
Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica
(Partenariato locale)
Soggetti iscritti al tavolo aderenti
Nel Dipartimento di León, i Comuni di
L e ó n , L a P a z C e n t ro , N a g a ro t e ,
Quezalguaque, Malpaisillo, Telica, Santa
Rosa del Peñon, Achuapa, El Sauce, El
Jicaral. Nel Dipartimento di Managua, il
comune di Ciudad Sandino.
Partner: amministrazioni dei suddetti
territori, ADMUL, Università UNI e UNAN,
Associazione Los Pipitos, Xochitl Acalt,
Comunità indigena di Sutiaba, Consejo
Territorial Indigena, INETER, INTUR, Casa
de Cultura de Leon, MINSA, SILAIS,
Central de Trabajadores Sandinista
Co mu n e d i F o llo n ic a , Circ o n d a rio
Empolese Valdelsa, Comunità Montana
del Mugello, Provincia di Pistoia, Comune
di Portoferraio, Provincia di Livorno,
A sso cia zio n e Me d in a , A sso cia zio n e
Insieme per Ricordare Sara e Franco,
COSPE, AUCS, DIAF, Università di Firenze
(Facoltà di Architettura), Cooperativa
AGAPE
Comuni di Uzzano, Sambuca Pistoiese,
L a mp o re c c h io , Mo n t e c a t in i T e rme ,
Larciano, Pistoia, Comune di Pescia,
Massa e Cozzale, Ponte Buggianese,
Montale, Cooperativa Medica Cino da
Pistoia, Cgil territoriale di Pistoia,
Altri partnes
Comuni che compongono l'Associazione
della Valdera: Bientina, Buti, Calcinaia,
Capannoli, Casciana Terme, Chianni,
Crespina, Lajatico, Lari, Palaia, Peccioli,
Ponsacco.
Maria a Monte, Terricciola
3. G.d.C di sub area geografica “Repubblica Domenicana”
E n t e / o rg a n i z z a z i o n e / a s s o c i a z i o n e
responsabile del gruppo di lavoro
Comune di Arezzo
Tema specifico di lavoro del gruppo
Valorizzazione del territorio attraverso
l’economia sociale e la sensibilizzazione
sul tema del turismo responsabile
Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica.
(Partenariato locale)
Re p u b b lica Do min ica n a P ro vin ce d i
Salcedo e Monseñor Nouel, Asocain,
Coscafè, Federacion de Campesinos
hacia el Progresso, Secretaria de Estado
de Educación
Soggetti iscritti al tavolo aderenti
Comune di Arezzo, Provincia di Arezzo,
Provincia di Grosseto, Cisai (Unisi),
Ucodep
Altri partnes
Co mit a t o A re t in o Co o p e ra zio n e
Decentrata, Comune di S. Fiora. Centro
Studi Turistici Firenze
4. G.d.C di area tematica:”Gestione sostenibile delle risorse naturali e ambientali”
E n t e / o rg a n izza zio n e / a sso cia zio n e
responsabile del gruppo di lavoro
Tema specifico di lavoro del gruppo
AUCS Associazione Universitaria per la
Cooperazione e lo Sviluppo - onlus
Il gruppo di lavoro si prefigge di lavorare nei
seguenti settori di intervento: gestione
sostenibile risorse idriche per la sicurezza e
la sovranità alimentare; inquinamento e
g e stio n e d e i rifiu ti; siste mi e n e rg e tici
rinnovabili; rapporto tra sviluppo rurale e
tutela della diversità agricola, alimentare e
culturale; biodiversità intesa come corretta
gestione delle risorse ittiche e faunistiche;
salvaguardia, tutela e gestione sostenibile
dei boschi delle foreste; conservazione e/o
ripristino degli habitat naturali ed originari.
Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica
(Partenariato locale)
NICARAGUA - dipartimento di Leon: UNAN
L e o n , Mu n icip io d i L e o n , A DCA
(A sso cia cio n De sa rro llo Co mu n it a rio
Abangasca), Fondazione per lo sviluppo
integrale della donna indigena di Sutiaba
“Xochilt Acalt”, MCN
CUBA - Provincia di Città dell’Avana: Grupo
para el Desarrollo Integral de la Capital
GUATEMALA – dipartimento di Sololà :
Accion contra el Hambre
ECUADOR – provincia di Manabí
BRASILE – Stato Rio Grande do Norte:
Coletivo Quan An, Instituto Potiguar de
Juventude pela cidadania
Soggetti iscritti al tavolo aderenti
Diaf (Università di Firenze), Manitese
Fire n ze , L e g a mb ie n t e To sca n a , wwf
Toscana , aiab toscana, Fratelli dell’uomo,
Peace games uisp toscana, A petit pas,
Vivamazzonia
Altri partnes
Comune di Scandicci, Comune di Stazzema,
Co mu n e d i P o p p i, Co mu n e d i S a n
Casciano, Cooperativa TUA (altri in corso di
definizione)
5. G.d.C di area tematica “Economia sociale”
E n t e / o rg a n izza zio n e / a sso cia zio n e
responsabile del gruppo di lavoro
Tema specifico di lavoro del gruppo
COSPE
P ro mo zio n e d e ll’E co n o mia S o cia le in
America Latina
Argentina: capitale federale e Provincia di
Buenos Aires – partners: ferycotra, Fecotra,
Consorcio Productivo del Sur, Municipio di
Quilmes.
Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica
(Partenariato locale)
Uruguay:Montevideo – Partners :Canelones
FCPU, Cudecoop, Intendenza Municipale di
Canelones
Brasile: San Paolo, Unisol
Co lo mb ia : A s s o c ia z io n i A mmu s a r e
Assomuca, Gobernaciòn de Antioqua,
Municipios de Santa Rosa de Osos y
Caucasia, Universidad EAFIT (Medellin)
Soggetti iscritti al tavolo aderenti
Cospe, Provincia di Siena, Comune di
Empoli, Comune di Pontassieve, Comune di
Arezzo, Comune di Barberino, Co&So
Empoli, Co&So Siena, Co&So Firenze,
Consorzio Archè, Cooperativa Tangram.
Cooperativa Samarcanda, Consorzio Polis
(in rosso da confermare)
Altri partner
6. G.d.C di area tematica “Giovani, Donne e Nativi”
E n t e / o rg a n iz z a z io n e / a s s o c ia z io n e
responsabile del gruppo di lavoro
ARCI TOSCANA
Tema specifico di lavoro del gruppo
Donne, Giovani (infanzia e adolescenza) e
minoranze
Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica
(Partenariato locale)
P E RU’, CO L O MB I A , NI CA RA G UA ,
GUATEMALA
Soggetti iscritti al tavolo aderenti
A RCI TO S CA NA - CO S P E -MA NI TE S E
F I R E N Z E -A S S . A MI C I D E I B A MB I N I
TOSCANA -ASS. PRO COLOMBIA- ASS.
S A RA E FRA NCO - A S S . A MI CI DE L
POPOLO GUARANI’
Altri partnes
C O L L E T T I V O Q U A N A N , v a ri E E L L
dell’aretino e del pistoiese ( i quali devono
a n co ra co n fe rma re la lo ro vo lo n tà a
partecipare al gruppo di lavoro).
7. G.d.C di area tematica “Pianificazione urbana e valorizzazione delle risorse
culturali”
E n t e / o rg a n izza zio n e / a sso cia zio n e
responsabile del gruppo di lavoro
Associazione Medina
Tema specifico di lavoro del gruppo
P ia n if ica zio n e u rb a n a e t e rrit o ria le ,
valorizzazione delle risorse locali materiali e
immateriali.
Nicaragua (Dipartimento di León):
Partner: le amministrazioni dei Comuni di
L e ó n , L a P a z Ce n t ro , Na g a ro t e ,
Quezalguaque, Malpaisillo, Telica, Santa
Rosa del Peñon, Achuapa, El Sauce, El
Jicaral; ADMUL, Università UNI, INETER.
Colombia:
Partner: Municipio di Cali, Provincia di Cali,
Cámara de Comercio de Cali; Universidad
de la Valle del Cauca; Gruppo di Teatro La
mascara (Cali); Si Mujer – Fundación de
Servicios Integrales para la mujer; Edupar –
Asociación educativa para la participación y
la convivencia ciudadana; Fundación Mavi
Guatemala:
Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica
(Partenariato locale)
Partner: Municipio di La Antigua Guatemala;
Asociación de Arquitectos e Ingenieros de
La Antigua.
Perù:
Municipi di El Carmen e Pueblo Nuevo,
Instituto Nacional de Defensa Civil, Instituto
Geofísico del Perù
Chile:
Municipio di Viña del Mar, Universidad de
Valparaíso,
Universidad de Las Américas, Cámara
Regional de Turismo
Argentina:
Comunidad Regional Valle de Punilla,
Municipio di Capilla del Monte, Provincia de
Co rd o b a , Ag e n cia d e Tu rismo d e la
Provincia de Córdoba, Cámara de Comercio
de Cordoba,
Soggetti iscritti al tavolo aderenti
Comune di Pontedera, Comune di Follonica,
Comune di Livorno, Comune di Portoferraio,
Provincia di Pistoia, Circondario EmpoleseValdelsa, Comunità Montana del Mugello,
Co o p i To sca n a – Co o p e ra zio n e
in t e rn a zio n a le , A sso cia zio n e Fra t e lli
dell’uomo, Associazione +SUD Università
degli Studi di Firenze – Dipartimento di
Costruzioni.
Altri partnes
Comune di Bientina, Comune di Buti,
Comune di Calcinaia, Comune di Capannoli,
Comune di Casciana Terme, Comune di
Chianni, Comune di Crespina, Comune di
Lajatico, Comune di Lari, Comune di Palaia,
Comune di Peccioli, Comune di Ponsacco,
Comune di S.Maria a Monte, Comune di
Terricciola.
Inoltre é stato proposto il Gruppo di Lavoro tematico “Turismo sostenibile, comunitario,
responsabile” la cui costituzione si rinvia alla verifica della fattibiltà di un gruppo di lavoro
comune con gli altri Tavoli di Area Geografica.
A questi si sono aggiunti nel 2009 altri due Gruppi di Coordinamento: il G.d.C di area
geografica per la Bolivia e quello per il Guatemala
8. G.d.C di area geografica “Bolivia”
Ente/organizzazione/associazione
responsabile del gruppo di lavoro
Associazione di Volontariato e
Cooperazione Internazionale Carretera
Central
Sviluppo locale
Tema specifico di lavoro del gruppo
Formazione professionale ai Giovani
Microimpresa
Microcredito
Bolivia
Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica
Dipartimento di La Paz
(Partenariato locale)
Municipio di El Alto
Dipartimento di Oruro
Art Gold Bolivia
Carretera Central di Siena
Provincia di Siena
Comune di Monteriggioni
Comune di Livorno
Arci Regionale Toscana
Soggetti iscritti al tavolo aderenti
Clinica Malattie Infettive e Tropicali,
Università di Firenze
Dipartimento di Urbanistica Università di
Firenze
Consorzio di Cooperative Sociali Archè
Comitato Arci Bassa Val di Cecina
(altri soggetti iscritti al tavolo che sono in via
di contatto)
UNDP
UNOPS
Comunità Montana del Frignano
Comune di Pavullo
Regione Emilia Romagna
Comunità Montana dell’Amiata Senese
Altri partnes
CNA Siena
Arci Siena
Cooperativa Sociale Il Nodo
(altri partner che sono in corso di contatto,
in particolare Comuni interessati a
sviluppare il tema dello scambio di Know
How sulla gestione degli enti locali e della
democrazia partecipata)
9. G.d.C di area geografica “Guatemala”
Ente/organizzazione/associazione
responsabile del gruppo di lavoro
Consorzio Ucodep/Manitese.
Nota: sarà a breve definito e comunicato un
unico referente/coordinatore del gruppo
Sviluppo locale
Tema specifico di lavoro del gruppo
Sicurezza idrica
Valorizzazione cultura locale
Corporacion de las Municipalidades
Indigenas de Sololà
Municipalidad de Sololà
Departamento de Sololà
Paesi/territori/città coinvolti dalla tematica
Consejos Comunitarios e Consejo Municipal
de Desarrollo de Sololà
(Partenariato locale)
Consejo Nacional de Educacion Maya
Fundacion Universidad Maya
Fundacion Nahual
Fundacion Guillermo Torelio
Attualmente:
Dipartimento di Ingegneria Agraria e
Forestale
Soggetti iscritti al tavolo aderenti
Dipartimento di scienze dell'educazione e
dei processi culturali e formativi
Water Right Fundation
Si proporrà l’adesione al gruppo di
coordinamento a tutti gli ex membri del
Tavolo Guatemala
Comune di Vicchio
Comune di B. San Lorenzo (da verificare
l’adesione formale)
Comunità Montana del Mugello (da
verificare l’adesione formale)
Altri partners
Si proporrà l’adesione al gruppo di
coordinamento a tutti gli ex membri del
Tavolo Guatemala
Si proporrà l’adesione al gruppo di
coordinamento a tutti gli ex membri del
Tavolo Guatemala
5.2 - I Gruppi di Progetto
Ciascun Tavolo di area geografica istituisce gruppi di progetto finalizzati alla elaborazione
di progetti specifici con riferimento al proprio Programma Operativo. Con la decisione di
istituzione del gruppo di progetto, il Tavolo è tenuto a indicarne la composizione (di norma
molto contenuta), identificare le tematiche, l’ambito territoriale, gli obiettivi, le modalità di
reperimento delle risorse e il termine temporale per la definizione della proposta di
progetto che lo stesso Tavolo esaminerà e adotterà formalmente. Nella proposta
progettuale deve essere chiaramente individuato il partenariato su cui si fonda l’iniziativa,
sia con riferimento al territorio toscano che a quello locale in modo da valorizzare i saperi
e le vocazioni di ciascun soggetto, individuando le responsabilità e i rispettivi segmenti
operativi, nonchè le risorse apportate.
Nell’anno 2007, 2008 e 2009 il Tavolo di America Latina ha proceduto alla formulazione
dei seguenti progetti esecutivi sottoposti all’esame della Giunta Regionale per la
valutazione finale e l’attribuzione del contributo al soggetto attuatore.
PROGETTI TAVOLO AMERICA LATINA – ANNO 2007
N
Paese
Soggetto
Proponente
COMUNE
PONTEDERA
1
Nicaragua
2
Colombia
ASSOCIAZION
E MEDINA
3
Argentina,
Brasile,
Colombia,
Repubblica
Domenicana,
Uruguay
COSPE
Titolo progetto
Sviluppo
sostenibile del
Dipartimento di
Leon e
Managua
Il teatro di
genere:
strumento per
lo sviluppo
della coesione
sociale e
dell'identità
femminile”.
“RETE DEL
SUR: Sostegno
agli attori
dell’economia
sociale del
sudamerica”
Contributo
concesso
75.000,00
75.000,00
116.000,00
PROGETTI TAVOLO AMERICA LATINA – ANNO 2008
N
Paese
Soggetto
Proponente
Titolo progetto
Contributo
concesso
1
ARCI
TOSCANA
“Juventud: Diritti
in Rete”
25.000,00
2
Perù,
Guatemala,
Brasile
Argentina,
Uruguay,
Brasile,
Colombia
CONSORZIO
ARCHE' SIENA
88.000,00
3
Nicaragua
COMUNE
PONTEDERA
4
Colombia,
Nicaragua, Perù
ASSOCIAZION
E MEDINA
“Red del Sur:
rafforzamento
della rete
sudamericana
del settore della
economia
sociale”
“Valorizzazione
delle Risorse
Sociali, Culturali
e Ambientali dei
Dipartimenti di
Leòn e
Managua
(Nicaragua)”
“Pianificazione
delle Aree
fragili: Strategie
per il
rafforzamento
della coesione
territoriale in
Colombia,
Nicargua, Perù”
Titolo progetto
Contributo
concesso
59.850,00
83.000,00
70.000,00
PROGETTI TAVOLO AMERICA LATINA – ANNO 2009
N.
Paese
1
Colombia
2
Cuba e
Guatemala
3
El Salvador e
Guatemala
4
Repubblica
Dominicana
Soggetto
Proponente
ASSOCIAZION
E MEDINA
CIRCONDARIO
EMPOLESEVALDELSA
COSPE ONG
UCODEP
Contarla para
vivir
Governare il
territorio
Gestione
sostenibile delle
risorse naturali
e ambientali
Ponte a
cooperar
73.150,00
93.100,00
39.900,00
5.3 - Monitoraggio e valutazione
Il processo di valutazione dei progetti di cooperazione si articolerà in due principali fasi
(una di monitoraggio e una di valutazione ex post) e avrà i seguenti obiettivi:
Seguire l’andamento dei progetti attuati da terzi rilevando lo stato di avanzamento degli
stessi: attività realizzate, rispetto della tempistica, spese sostenute; il tutto confrontato
con il cronogramma presentato in fase di approvazione del progetto.
Valutare, dopo la loro conclusione, i progetti finanziati rilevando – presso gli attori toscani
- i principali risultati e benefici ottenuti, le problematiche riscontrate, il rispetto
dell’impostazione ex ante dell’intervento, le dinamiche di attuazione del progetto.
Approfondire, attraverso un metodo partecipato di valutazione, i risultati ottenuti e i
processi di cambiamento innescati dai progetti in un area specifica di intervento di
particolare interesse nella strategia di sviluppo regionale.
Creare degli strumenti di diffusione dei risultati per evidenziare le buone pratiche emerse
dal sistema toscano di cooperazione decentrata.
5.3.1 - L’attività di monitoraggio dei progetti attuati da soggetti terzi, sarà realizzata
attraverso la raccolta e l’analisi di dati e informazioni a circa metà del calendario previsto
da ciascun progetto sui quali sarà predisposto un report. A tal fine verranno predisposte
apposite schede di rilevazione dati da redigere ai soggetti proponenti i progetti. La scheda
di monitoraggio sarà impostata per la rilevazione di indicatori e di informazioni utili a
cogliere, in particolare, gli scostamenti tra attività previste ed i risultati attesi, lo sviluppo
armonico delle attività, il rispetto della tempistica nello svolgimento delle attività, le attività
già realizzate ed i risultati conseguiti nella prima fase del progetto, i fattori intervenuti nel
determinare tali risultati, gli elementi di successo e quelli di difficoltà, le principali
problematiche riscontrate in fase di avvio del progetto, la misurazione dello stato di
attuazione finanziaria.
5.3.2 - La valutazione ex post si esprimerà sull’efficacia delle azioni realizzate rispetto agli
obiettivi previsti, sui risultati, benefici e cambiamenti introdotti, sulla loro eventuale
riproducibilità e sulla loro efficienza e sostenibilità.
Le dimensioni da indagare saranno, in particolare, quelle relative a:
scostamenti tra quanto previsto, desiderato, atteso e quanto effettivamente realizzato;
eventi ed elementi - prevedibili e non prevedibili - emersi nel corso del processo di
realizzazione dei progetti;
reale efficacia delle attività realizzate;
funzionamento del partenariato ed il ruolo di ciascun Partner;
elementi che potrebbero contribuire alla sostenibilità;
elementi di successo da riproporre o riprodurre – buone prassi – in una prospettiva di
elaborazione di un sistema di benchmarking.
5.3.3 - Una particolare importanza verrà attribuita alla diffusione dei risultati emersi nelle
valutazioni – in termini di “lessons learnt” - e delle cosiddette “best practices” del sistema
della cooperazione.
Un fondamentale contributo dato dalla valutazione – in itinere ed ex post - consiste nella
possibilità di definire alcuni parametri quantitativi e qualitativi di performance (es. sulle
metodologie e modalità progettuali, sull’implementazione/gestione puntuale degli interventi,
sui fattori critici di successo, ecc.). Dalle indagini sul campo e da eventuali ulteriori
approfondimenti ad hoc ci attendiamo l’identificazione di “best practices”, intese come
progetti che presentino elevati standard qualitativi e positive performance in termini di
gestione del progetto e di contributo allo sviluppo. L’insieme delle “best practices” potrà
fra l’altro consentire l’elaborazione di un sistema di benchmarking utile all’impostazione di
futuri interventi (valutazione ex-ante) e per il loro controllo in fase di attuazione
(valutazione in itinere).
6. Piano finanziario unitario che specifichi il contributo regionale,
quello degli altri partners toscani, il contributo nazionale,
comunitario e delle OO.II.
Contributo alle attività del tavolo:
2007
R e g i o n e 266.000,00
Toscana
2008
266.000,00
2009
266.000,00
2010
266.000,00
7. Elenco indicativo dei progetti.
In armonia con le indicazioni contenute nel Piano Operativo approvato nella forma del
PIR, i Tavoli di area geografica procedono alla formulazione del/i progetto/i esecutivo/i,
che sottopongono all’esame della Giunta Regionale per la valutazione finale e
l’attribuzione del contributo al soggetto attuatore.
Prendendo atto del documento “Criteri comuni per l’individuazione delle priorità di lavoro e
di impiego delle risorse disponibili per i PIR di iniziativa dei Tavoli Geografici” redatto a
cura della Regione Toscana in data 31 luglio 2007, e sulla base dei contributi emersi nel
dibattito del Tavolo America Latina, sono stati individuati, per l’anno 2010 i seguenti
progetti:
Giovani, donne e nativi
P RIORITÀ
TEMATICA
P RIORITÀ
GEOGRAFICA
DESCRIZIONE E GIUSTIFICAZIONE
Inclusione sociale e difesa dei diritti dei
soggetti svantaggiati
Perù, Guatemala e Brasile
La presente proposta progettuale si pone in
continuità con il progetto “Juventud: Diritti in
Rete” finanziato dal tavolo America Latina
nel 2008 finalizzato alla creazione di una
rete di interscambio e collaborazione che
potesse permettere l’innesco di forti processi
di confronto metodologico e procedurale,
sussidio, formazione, lobbying nei quadranti
e nelle sedi internazionali.
Proprio in forza delle attività progettuali
svolte, degli ottimi risultati ottenuti nella
creazione della rete e delle missioni di
interscambio dal quale è emerso un forte
bisogno di estensione della rete e di messa
in opera di attività volte all’inclusione sociale
dei beneficiari, si ritiene importante dare
continuità e sviluppo al progetto “Juventud:
Diritti in Rete” attraverso le seguenti linee
direttrici:
- valorizzazione e ottimizzazione della rete;
- ampliamento della rete e coinvolgimento di
n u o v e re a l t à (a re e g e o g ra f i c h e e
partenariato)
- imp le me n t a z io n e d i a t t iv it à v o lt e
all’inclusione sociale degli adolescenti e dei
giovani inseriti messi in rete.
OBIETTIVO
A TTIVITÀ PREVISTE
Contribuire al soddisfacimento dei bisogni di
base e delle opportunità di vita degli
adolescenti e giovani dei paesi latino
americani coinvolti attraverso iniziative e
percorsi di inclusione sociale
La presente scheda individua le linee
direttrici delle attività previste mantenendo
un basso livello di dettaglio poiché il gruppo
di progetto intende recepire gli orientamenti
d e l se min a rio ch e si re a lizze rà n e lla
prossima primavera previsto nell’ambito del
progetto 2008, in un’ottica di progettazione
partecipata, punto cardine della rete.
In linea generale, le attività di cui alla
presente proposta progettuale saranno
orientate verso:
- P e rco rsi d i p ro mo zio n e d e lla
partecipazione per le fasce sociali più
vulnerabili;
- Co rsi d i o rie n t a me n t o , f o rma zio n e
professionale e avviamento al lavoro;
- Interscambio, attraverso la rete, di buone
prassi che possano permettere l’innesco di
forti processi di confronto metodologico e
procedurale, sussidio, formazione, lobbying
nei quadranti e nelle sedi internazionali.
RISULTATI ATTESI
- Migliorate le capacità e competenze degli
adolescenti e giovani delle fasce sociali più
vu ln e ra b ili (b e n e f icia ri d ire t t i) a i f in i
d e ll’in se rime n t o la vo ra t ivo e d e l
protagonismo sociale.
- Rafforzata e ampliata la rete
P ARTENARIATO
TOSCANO/ITALIANO/INTERNAZIONALE
Arci Toscana (Referente Francesco Romizi),
Uisp Comitato di Firenze: Ugo Bercilli, Uisp
Solidarietà Firenze: Orlando Materassi,
Amici dei Bambini (Referente Calogero
Gugliotta), Peace Games (Referente Maria
G ra z ia P u g lie s e ), Ma n it e s e Fire n z e
(Referente Ilda Dreoni), Circolo Baobab
(Donatella Bidini), Istituzione Centro Nord
S u d d e lla P ro vin cia d i P isa (Ch ia ra
Benvenuti), Progetto Agata Smeralda
(Paola Parisi), RETE DI AMICIZIA CON LE
RAGAZZE E I RAGAZZI DI STRADA AMISTRADA ONLUS, Comune di Arezzo,
Comune di Cortona, Comune di Pisa,
Provincia di Arezzo, Comune di Monte San
Savino, Comune di Pistoia , Provincia di
Pistoia , Comune di Scandicci
LOCALE
V ALORE DEL PROGETTO
Coletivo Quan An (Referente: Antonino
Condorelli, Brasile),Instituto Potiguar de
Juventude pela Cidadania (IJC), Federação
dos Trabalhgadores na Agricultura do Rio
Gra n d e d o No rte (FETARN, Bra sile ),
Secretaria de Estado de Educação e
Cultura do Rio Grande do Norte (SEEC-RN,
Brasile), Manthoc ( Referente Olga Rivera
Román, Perù) , Adra: Adra - Agenzia
Adventista para el Desarollo y Recursos
Asistenciales ( Perù), Cometa ( Perù),
Asociación Movimiento de Jóvenes de la
Calle – MOJOCA( Guatemala), Centro
Social Dom Lucas Moreira Neves ( Brasile),
Città Don Bosco Corumbà ( Brasile)
110.000,00
CONTRIBUTO RT
80.000,00 euro (da definire)
COFINAZIAMENTO
PARTNERS
30.000,00 euro
2) Economia sociale
P RIORITÀ TEMATICA
Priorità Geografica
Sviluppo economico locale
Argentina, Brasile, Uruguay, Colombia,
Guatemala
DESCRIZIONE E GIUSTIFICAZIONE
Si tratta di un intervento finalizzato al
sostegno delle esperienze delle
organizzazioni del mondo dell’economia
sociale in alcuni paesi del Mercosur
(Argentina,Brasile,Uruguay,Colombia) e del
centro america (Guatemala); la maggior
parte delle organizzazioni dell’economia
sociale, “imprese sociali” coinvolte
nell’azione (forme giuridiche quali
cooperative e/o associazioni di piccoli
produttori, ect..) sono affiliate a Federazioni
e ad Organizzazioni cooperative. Queste
organizzazioni di secondo e terzo livello tra
cui alcuni partner dell’intervento proposto,
FCPU Uruguay, UNISOL Brasile, FACTA e
FUNDEMOS Argentina, hanno costituito il
soggetto “Red del sur” nel quale
confluiscono le organizzazioni delle imprese
sociali. La rete suddetta nasce con
l’intervento del tavolo AL del 2007 e viene
supportata nel suo consolidarsi ed
affermarsi con quello del 2008. La Colombia
partecipa con le sue organizzazioni in
quanto vuole inserirsi nell’idea progettuale
della Red del sur e avviare scambi e filiere
interregionali. L’esperienza del Guatemala
invece permetterà ai principali partner de la
“Red del Sur” di verificare la possibilita di
ampliare l’incidenza politica della Red del
sur nella regione centroamericana,
individuando soggetti istituzionali che
appoggiano le istanze continentali (Aci
America) ed internazionali (Cicopa) del
cooperativismo.
Oggi con questa azione nel 2010 si
intende:
sostenere tutta la filiera dei diversi
segmenti di prodotto delle imprese
sociali (dal settore primario a quello
dei servizi e del manufatturiero)
nell’infrastruttura, assistenza tecnica
e formazione e
favorire, consolidare ed arricchire
l’intercambio e le relazioni che si
sono costituite con soggetti
dell’economia sociale del mondo
della cooperazione sociale del
territorio toscano.
Il settore dell’economia sociale rappresenta
una delle opportunità e delle potenzialità
piu interessanti per poter contrastare la
povertà e per poter incidere nei processi di
coesione sociale. La collaborazione con gli
enti locali, prevista dall’azione e dal
programma dell’UE nel quale si inserisce
l’azione del PIR, si concretizza nella
OBIETTIVO
Obiettivi Generali:
Contribuire al miglioramento
dell’incidenza degli attori dell’ES
sulla costruzione di politiche
pubbliche
Consolidare i percorsi di
collaborazione tra soggetti
dell’Economia sociale e Solidale di
Mercosur e Centro America e della
Regione Toscana
Favorire l’inserimento socioeconomico di donne e giovani
appartenenti a categorie
svantaggiate, nella regione del
Mercosur.
Garantire la sostenibilità ambientale
dei processi di produzione,
trasformazione e
commercializzazione
Obiettivo Specifico
Sostenere e consolidare le esperienze
d ’e co n o mia so cia le (co o p e ra t ive ,
imp re se so cia li, a sso cia zio n i, e tc.)
operanti nei settori dell’educazione,
della produzione primaria, della gestione
ambientale e del turismo responsabile,
che includano donne e giovani a rischio,
nella regione del Mercosur e del Centro
America.
ATTIVITÀ PREVISTE
Uruguay
p e rco rsi d i f o rma zio n e su l
cooperativismo rivolta ai giovani
dell’istituto di Solymar – UTU
re a lizza zio n e d i st a g e p re sso
cooperative del settore educativo
sostegno nella preparazione di un
progetto di investimento cooperativo
partecipazione di soci di cooperative
allo stage che si realizzerà in Italia
Colombia
p e rco rsi d i f o rma zio n e su l
co o p e ra t ivismo rivo lt a a lle
cooperative di donne
re a lizza zio n e d i st a g e p re sso
cooperative del settore educativo
partecipazione di soci di cooperative
allo stage che si realizzerà in Italia
Argentina
partecipazione di soci di cooperative
allo stage che si realizzerà in Italia
A TTIVITÀ PREVISTE
Brasile
percorsi di formazione legati ai temi
del turismo responsabile e della
conservazione delle risorse naturali
formazione professionale per la
formattazione di percorsi ecologici e
municipali.
formazione per giovani imprenditori,
all’uso delle tecnologie informatiche
corsi su gestione e creazione di
a sso cia zio n i e co o p e ra t ive ,
finalizzati a fornire strumenti di
gestione per gli operatori sia del
settore turistico che degli altri settori,
artigianato e pesca
so ste g n o a p ro d u zio n e
agroecologica e organizzazione
sociale finalizzata al commercio,
studi di mercato e rafforzamento
della trasformazione
partecipazione di soci di cooperative
allo stage che si realizzerà in Italia
Guatemala
Allevamento di 100 mila tilapie al
fine di mantenere la disponibilità di
pesci di differenti età per garantire
una
produzione permanente,
mig lio ra re l’a lime n ta zio n e d e lle
famiglie ed assicurare la vendita dei
pesci nei mercati locali.
Accompagnamento puntuale nella
gestione delle attività produttive di
sussistenza e a fini commerciali:
a lle va me n t o d i b e st ia me , o rt i
familiari, alberi da frutta.
Italia
Diversificazione della produzione per
migliorare l’alimentazione delle 45
famiglie.
Realizzazione di stage con le
cooperative e consorzi di coop.
Sociali partner del Progetto,
della durata di 7 gg prevede
mo d u li fo rma tivi te ma tici in
d ive rse a re e t e ma t ich e L e
docenze saranno realizzate da
p e rso n a le sp e cia lizza to d e i
soggetti appartenenti al Gruppo
di lavoro ES, principalmente
Co o p e ra t ive e Co n so rzi
RISULTATI ATTESI
Ra ffo rza te le ca p a cità e
competenze relative all’economia
sociale di donne e giovani a rischio
Consolidamento delle imprese di ES
operanti nei settori dell’educazione,
produzione primaria, della gestione
a mb ie n ta le e d e l tu rismo
re sp o n sa b ile e so ste n ib ile ch e
valorizzino il territorio.
Aumentata la capacità d’incidenza e
la visibilità delle reti di Economia
Sociale nel Mercosur, in America
Centrale e in Italia
P ARTENARIATO
TOSCANO/ITALIANO/INTERNAZIONALE
LOCALE
V ALORE DEL PROGETTO
CONTRIBUTO RT
COFINAZIAMENTO PARTNERS
COSPE, Consorzio Co&So Empoli, Coop
Arca, Consorzio Metropoli, Comune Empoli,
Provincia di Siena, Fratelli dell’Uomo, Coop.
Samarcanda, Consorzio Arché, Comune
Arezzo, Mani Tese.
FCPU, UNISOL, FACTA, Fecotra, Ferycotra,
CONIC, Sindicato dos Trabalhadores Rurais
de Oriximiná, Sindicato dos Trabalhadores
Rurais de Prainha, organizzazioni regionali
CEAPAC e CEFT-BAM, olonia dei pescatori
di Prainha
Enti locali
238.000
110.000 (da definire)
127.000
Nicaragua
P RIORITÀ
TEMATICA
Governance: Sostegno istituzionale e
Pianificazione urbana e territoriale
Diritti Umani e Inclusione sociale: formazione
professionale e primo inserimento lavorativo
dei giovani diversamente abili.
Dirit t i Uma n i e I n c lu s io n e s o c ia le :
promozione dei diritti sessuali e riproduttivi,
educazione alla maternità e paternità
responsabile
I n c l u s i o n e s o c i o -e c o n o mi c a e p a ri
opportunità: formazione professionale delle
donne agricoltrici
P RIORITÀ
GEOGRAFICA
Nicaragua
DESCRIZIONE E GIUSTIFICAZIONE
Il gruppo di Coordinamento Nicaragua si
propone di intervenire nei Municipi di León e
La Paz Centro articolando le priorità
tematiche indicate a partire da proposte
formulate direttamente dai partner locali. Il
gruppo intende supportare il processo ormai
p lu rie n n a le d i so ste g n o a llo svilu p p o
integrale e alla coesione sociale del territorio
in te rve n e n d o n e i se g u e n ti se tto ri: il
sostegno alle istituzioni per il miglioramento
della gestione del territorio, verrà affrontato
supportando il Municipio di Leòn nella
redazione dei due strumenti strategici
fondamentali il Plan Maestro Estructural e il
Plan Estratégico dal momento che gli attuali
Piani sono ormai scaduti, allo stesso tempo
l’in c lu s io n e s o c ia le s a rà p ro mo s s a
intervenendo a favore di due categorie
svantaggiate, i disabili e le donne. Il
so st e g n o a i d isa b ili ve rrà re a lizza t a
me d ia n te a ttività d i fo rma zio n e vo lte
all’inserimento lavorativo in collaborazione
con il Centro Los Pipitos di La Paz Centro,
l’empowerment femminile verrà promosso
co n la re a lizza zio n e d i a t t ivit à ch e
contribuiscano alla riapertura del dibattito
su ll’imp o rt a n za d e i d irit t i se ssu a li e
riproduttivi e del ruolo della donna nelle
scelte che riguardano la propria salute e la
paternità e maternità responsabile. Lo
sviluppo economico delle donne agricoltrici
verrà inoltre promosso attraverso corsi di
formazione e la realizzazione di progetti
pilota per mettere in atto modelli produttivi
t e c n o lo g ic a me n t e a v a n z a t i e d e c o sostenibili.
Per quanto riguarda la componente di
sostegno istituzionale, la proposta intende
dare nuovo impulso al processo di sostegno
istituzionale portato avanti dal Sistema
Toscano di Cooperazione negli ultimi anni, a
partire dalla richiesta esplicita del Municipio
di Leon di essere sostenuto nelle fasi di
sistematizzazione ed aggiornamento del
suo sistema di pianificazione. Attualmente il
Plan Maestro Estructural del Municipio de
León, elaborato nel 1996 con durata di 15
anni è giunto al termine della propria
vigenza e necessita di essere aggiornato,
così come il Plan de Desarrollo Municipal,
suo strumento attuativo e di gestione.
Anche l’Ordenanza Municipal de Control
urbano basata anch’essa sul Plan Maestro
Estructural del 1996 ed elaborata in quello
stesso anno è ormai obsoleta e deve
essere aggiornata. Il Municipio di Leòn,
OBIETTIVI GENERALI
OBIETTIVO
S o s t e n e re le is t it u z io n i lo c a li n e l
miglioramento della pianificazione e
g e stio n e d e l te rrito rio me d ia n te il
s u p p o rt o a ll’a g g io rn a me n t o d e g li
strumenti strategici di pianificazione.
Favorire l’inclusione sociale e le pari
opportunità dei giovani diversamente
a b ili a t t ra ve rso la f o rma zio n e
professionale e l’inserimento lavorativo
Promuovere la parità di genere e l’inclusione
sociale delle donne attraverso una più
diffusa coscienza dei diritti sessuali e
riproduttivi.
Favorire lo sviluppo economico dei nuclei
famigliari basati sulla agricoltura di
sussistenza, con particolare attenzione
alle donne agricoltrici attraverso la
f o rma zio n e p ro f e ssio n a le e la
re a lizza zio n e d i mo d e lli p ro d u t t ivi
replicabili ed eco-sostenibili.
Obiettivi specifici
S os te ne r e i pr oc e s s i l oc a l i di
gov e rna nc e , inc lus ione s oc ia le e d
economica attraverso l’aggiornamento
degli strumenti strategici di pianificazione
urbana e territoriale e la diffusione di una
cultura delle pari opportunità che tuteli da
un lato l’inserimento lavorativo dei
giovani disabili e delle donne agricoltrici
e dall’altro i diritti delle donne in ambito
sessuale e riproduttivo.
A TTIVITÀ PREVISTE
Integrazione ed attualizzazione delle analisi
territoriali e socioeconomiche
Attivazione del processo partecipativo per
l’elaborazione dei piani
Redazione del “Plan de Ordenamiento
Territorial Municipal”
Re d a z io n e d e l “P la n d e De s a rro llo
Municipal”
2.1 Realizzare un ciclo di corsi di formazione
professionale volti all’inserimento lavorativo
2.2 Accompagnamento e sostegno ai
giovani disabili nell’inserimento nel mondo
del lavoro tramite tirocini lavorativi concordati
con imprese e amministrazioni locali.
3.1 Attività di sensibilizzazione sul tema
della pianificazione familiare, prevenzione
d e lle g ra vid a n ze a d o le sce n zia li, su lla
paternità e maternità responsabile (seminari,
laboratori, materiale informativo, ecc.);
3.2 Laboratori di analisi partecipata della
condizione attuale dei diritti della donna;
3.3 Conferenza internazionale sul tema
della salute sessuale e riproduttiva e della
maternità e paternità responsabile.
4.1 Realizzazione di talleres de capacitación
per le donne imprenditrici
4.2 Realizzazione di investimenti pilota per
l’ottenimento di modelli produttivi replicabili e
con tecnologie appropriate e sostenibili
RISULTATI ATTESI
1) Migliorato il processo di sostegno
istituzionale aggiornando gli strumenti
strategici di gestione del territorio del
Municiio di Leon
2 )Fa vo rito l’in se rime n to la vo ra tivo d e i
giovani disabili attraverso l’aumento delle
competenze professionali e l’apertura di
canali preferenziali di accesso al mondo del
lavoro
3) Promosso una maggiore consapevolezza
nella società dei diritti delle donne che ha
contribuito a rafforzare l’empowerment
femminile
4) Migliorate le capacità e i modelli produttivi
sostenibili dei nuclei familiari di piccoli
produttori agricoli.
P ARTENARIATO
TOSCANO/ITALIANO/INTERNAZIONALE
LOCALE
V ALORE DEL PROGETTO
A sso cia zio n e Me d in a , Co mu n e d i
Pontedera, Istituzione Centro Nord Sud,
Provincia di Pisa, Circondario Empolese
Valdelsa, Associazione Medina, Provincia di
Livorno, Cospe, Associazione Mangrovia,
Insieme per ricordare Sara e Franco ONLUS, Unione Valdera: Bientina, Buti,
Calcinaia, Capannoli, Casciana Terme,
Chianni, Crespina, Lajatico, Lari, Palaia,
Peccioli, Ponsacco, Pontedera, Santa Maria
a Mo n t e e Te rriccio la , A UCS , A I A B
Toscana, Università Firenze DEISTAF,
Università Viterbo, IFOAM
Alcaldía de León, ADMUL (Asociación
De p a rt a me n t a l Mu n icip io s d e L e ó n ),
Alcaldía de La Paz Centro, Asociación Los
P ip it o s , Min is t e rio d e la F a milia y
S o lid a rid a d , Mo vimie n t o d e Mu je re s
Trabajadoras y Desempleadas “María Elena
Cuadra”; ong MARY BARREDA; Centro de
Capacitación de la Mujer Obrera (CECAMOL E O N), A sso cia zio n e Ce n t ro d i
Orientamento Familiare ed educazione
sessuale Xochilt Acalt. Asociación de
Mujeres Discapacitadas Las Golondrinas,
A DCA A so cia cio n d e De sa rro llo
Co mu n it a rio A b a n g a sca , MA RE NA Ministerio del Ambiente y los Recursos
Na t u ra le s d e Nica ra g u a , UNA N Un iv e rs id a d Na c io n a l A u t ó n o ma d e
Nica ra g u a , A TC - A S O CI A CI O N DE
TRABAJADORES DEL CAMPO
170.000
CONTRIBUTO RT
COFINAZIAMENTO
100.000 (da definire)
PARTNERS
70.000
Il Gruppo di Lavoro Nicaragua, si propone inoltre di sostenere l’Associazione Insieme
per ricordare Sara e Franco (le cui attività sono in sintonia con il lavoro del Gruppo, ma
si sviluppano in un area diversa dal Dipartimanto di Leon in cui la presente proposta si
concentra) nella formulazione e stesura di progetti per il reperimento di risorse da
destinare alle attività di sostegno al Consultorio Sara e Franco a Managua.
7.1 Partecipazione e confronto esterno
L’elaborazione della proposta Programma Operativo 2007-2010 del Tavolo America
Latina è stata preceduta da un’intensa attività di confronto con i soggetti toscani della
cooperazione.
Tutta la documentazione è stata resa disponibile sul sito della Cooperazione Decentrata
Toscana - http//cdt.iao.florence.it Per l’informazione ai soggetti interessati è stata
utilizzata la posta elettronica attraverso l’indirizzario completo disponibile presso il
Segretariato della cooperazione decentrata toscana gestito dall’Istituto Agronomico per
l’Oltremare.
7.2 Valutazione di coerenza
Tabella di coerenza priorità Regione Toscana e progetti 2007, 2008 e 2009
del Tavolo America Latina e Caraibi.
Priorità
Piano
Regionale
cooperazi
one
2007/10
Priorità
specifiche
macroarea
AMERICA
LATINA E
CARAIBI
Progetti
2007
Progetti
2008
Progetti
2009
Summary:
punti di
forza e
debolezza
cooperazio
ne
(convergen
za/
divergenze
)
Titolo Progetto e aree interventoObiettivi del progettoTitolo Progetto e aree
interventoObiettivi del progettoTitolo Progetto e aree interventoObiettivi del
progettoSviluppo economico localePromuovere esperienze innovative quale quella dei distretti
sia industriali che rurali, capaci di sperimentare economie solidali ed ecologiche, di commercio equo e
solidale attraverso la valorizzazione dei territori. Sviluppare azioni integrate sul sostegno alla piccola e
micro impresa.3) Titolo: Rete del Sur; sostegno agli attori dell’economia sociale del Sudamerica. Paesi:
Argentina, Brasile, Uruguay, Colombia, Repubblica Dominicana.3) Consolidare e incrementare il livello di
integrazione regionale e occupazionale di realtà organizzate di economia sociale.1)Titolo L’Economia
Sociale come alternativa Paesi Argentina, Uruguay, Colombia, Brasile
1) Assistenza tecnica, formazione e dotazione di strumenti e capitale di start up, consorzi e
associazioni di cooperative e imprese sociali
4) Titolo Repubblica Dominicana Paesi Repubblica Dominicana
Supporto alle iniziative di differenziazione produttiva basata sulla valorizzazione delle agrobiodiversità
locali. Molte e articolate le attività dirette a promuovere lo sviluppo economico locale
Forte impegno rivolto al rafforzamento e alla valorizzazione del cooperativismo sociale e del
commercio equo e solidale a livello nazionale e internazionale
Mancano iniziative centrate sul tema del turismo sostenibile
Sviluppare e rafforzare il tessuto sociale e aumentare/differenziare le fonti di reddito per i settori più
svantaggiati, in particolare donne e indigeni.
2) Titolo: Sviluppo sostenibile del Dipartimento di Leon Paesi: Nicaragua
3) Titolo: Rete del Sur; sostegno agli attori dell’economia sociale Paesi:Argentina, Brasile, Uruguay,
Colombia, Dominicana.2) Migliorare le capacità gestionali e produttive dei piccoli produttori agricoli locali
3) Contribuire all’affermazione dell’economia sociale come esperienza che coniughi efficienza economica
con principi di democrazia, partecipazione e redistribuzione della ricchezza.2) Titolo Sviluppo sostenibile
del Dipartimento di León y Managua (Nicaragua) Paesi Nicaragua.2) Sviluppo sostenibile Nicaragua.
Diversificazione produttiva, mirati per lo più a sostenere le donne indigene
Promozione del turismo sostenibile comunitario e responsabile.Valorizzazione e tutela delle
risorse ambientali, sociali e culturaliFavorire le iniziative che si collocano in un contesto di
sviluppo solidale, fondato sulle risorse del territorio, capace di coniugare sostenibilità e coesione
sociale. 1) Titolo Il teatro di genere come strumento per lo sviluppo della coesione sociale e dell’identità
femminile in Colombia. Paesi Colombia
2) Titolo: Sviluppo sostenibile del Dipart. di Leon Paesi: Nicaragua1) valorizzare le risorse culturali e
artistiche dell’area;
2) Valorizzare le risorse locali, in particolare il patrimonio delle comunità indigene,al fine di favorire
processi di rivitalizzazione sociale, culturale ed economica e di riconoscimento dell'identità2) Titolo
Sviluppo sostenibile del Dipartimento di León y Managua Paesi Nicaragua
3) Titolo Pianificazione nelle aree fragili: rafforzamento della coesione territoriale Paesi Nicaragua,
Guatemala, Peru, Colombia2) Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio archeologico precolombiano,
gestione delle risorse idriche e territoriali per la sicurezza e la sovranità alimentare
3) Salvaguardia patrimonio architettonico e ambientale1) Titolo Gestione sostenibile delle risorse naturali
e ambientali Paesi Guatemala, El Salvador
1) Sostenibilità dei processi di protezione e conservazione delle fonti d’acqua
Attività rivolte a diversi ambiti della tutela del patrimonio naturale, antropico, sociale e
culturale
Diritti umani e inclusioni socialeSostegno integrato alle politiche di riduzione della povertà di
inclusione sociale e di lotta contro le ineguaglianze e l’emarginazione sociale, a partire dai gruppi etnici
minoritari, con particolare attenzione alle donne e ai minori, di accesso ai servizi sanitari di base (acqua
e salute), all’istruzione e alla formazione professionale, di sovranità e sicurezza alimentare, di
salvaguardia del ruolo della medicina tradizionale nella tutela della salute.1) Titolo Il teatro di genere
come strumento per lo sviluppo della coesione sociale e dell’identità femminile in Colombia Paesi
Colombia
2) Titolo: Sviluppo sostenibile del Dipartimento di Leon Paesi: Nicaragua1) rafforzare l'informazione, la
riflessione e la discussione sulle tematiche di genere. Accesso alla cultura delle fasce marginali della
popolazione.
2) Rafforzare i servizi sociali e migliorarne l'efficienza, specie rispetto ai gruppi sociali più svantaggiati:
donne e bambini, favorendone l'inclusione sociale4) Titolo: Juventud: Diritti in comune Paesi: Peru,
Guatemala, Brasile4) inclusione sociale, difesa dei diritti dei soggetti svantaggiati. Rafforzare il dialogo e
lo scambio di esperienze di attori impegnati in attività di sostegno ai bambini e agli adolescenti. 4) Titolo
Repubblica Dominicana Paesi Repubblica Dominicana Interventi rivolti alla inclusione dei soggetti più
vulnerabili (esempio: le minoranze haitiane) Azioni dirette soprattutto a modelli di partecipazione
attiva che favoriscano l’inclusione sociale dei soggetti più svantaggiati
Poche iniziative centrate sul tema della sicurezza alimentare e della saluteParticolare attenzione
dovrà avere la tutela dei diritti umani, nella loro accezione più ampia, soprattutto nelle aree postconflittuali o in aree abitate da alte percentuali di popolazioni indigene. In particolare, nel processo di
pacificazione e di rispetto dei diritti umani, una delle priorità è la lotta contro l’impunità.1) Titolo Il teatro
di genere come strumento per lo sviluppo della coesione sociale e dell’identità femminile in Colombia
Paesi Colombia1) Migliorare la convivenza civile fra le comunità dei desplasados della zona di Santiago
de Cali; ridurre gli indici di violenza contro le donne delle comunità di azione della proposta; formazione
artistica e sociale delle donne sfollate 3) Titolo Colombia Paese Colombia3) Dialogo interculturale tra
popolazione afrodiscendente e indigena desplazada e le comunità urbane di ricezione, aumentando le
occasioni di conoscenza reciproca attraverso il teatro socialeGovernance localeSostegno ai
processi di decentramento: rafforzamento dei Governi locali, consolidamento e sviluppo della
democrazia partecipativa.2) Titolo: Sviluppo sostenibile del Dipartimento di Leon Paesi: Nicaragua
2) Miglioramento dei servizi sociali, sostegno alle istituzioni nella pianificazione e nella gestione urbana e
territoriale, sostegno alle amministrazioni locali nel processi di decentramento1)Titolo L’Economia Sociale
come alternativa
Paesi Argentina, Uruguay, Colombia, Brasile
1) Scambio e studio comparato di esperienze di legislazione
Impegno rivolto principalmente al sostegno della pianificazione nelle aree fragili e dei processi
di decentramentoSostegno alle politiche di tutela ambientale e territoriale e la prevenzione dei disastri
a partire dal coinvolgimento dei livelli locali di Governo e lo sviluppo delle loro competenze2) Titolo
Sviluppo sostenibile del Dipartimento di León y Managua Paesi Nicaragua
3) Titolo Pianificazione nelle aree fragili:strategie per il rafforzamento della coesione territoriale Paesi
Nicaragua, Guatemala, Peru, Colombia2) Anagrafe, discarica municipale, prevenzione e mitigazione dei
disastri naturali attraverso corrette tecniche di gestione del territoriale
3) SIT, pianificazione territoriale di aree “fragili2) Titolo Pianificazione urbana e territoriale e
valorizzazione delle risorse culturali Paesi Cuba, Guatemala
2) Sostegno alla implementazione di programmi di valorizzazione e recupero del patrimonio culturale
PROGETTI 2007:
1) Il teatro di genere come strumento per lo sviluppo della coesione sociale e dell’identità
femminile in Colombia.
2) Sviluppo sostenibile del Dipartimento di Leon.
3) Rete del Sud: sostegno agli attori dell’economia sociale del Sudamerica.
PROGETTI 2008:
1) L’economia sociale come alternativa.
2) Sviluppo sostenibile del Dipartimento di León y Managua (Nicaragua).
3) Pianificazione nelle aree fragili: strategie per il rafforzamento della coesione territoriale.
4) Juventud: Diritti in comune.
PROGETTI 2009:
1) Gestione sostenibile delle risorse naturali e ambientali
2) Pianificazione urbana e territoriale e valorizzazione delle risorse culturali
3) Colombia
4) Repubblica Dominicana
CEPAL-UN, 2009,Situacion y perspectivas para la economia mundial, Naciones Unidas
CEPAL-UN, 2009, Comunicado de prensa: A raiz de la crisis internacional,,1 abril 2009
CEPAL, 2009, La actual crisis economica mundial: oportunidades y desafios para el desarrollo de America Latina.
CEPAL, 2009, America Latina y el Caribe: crecimiento estimado para el 2009
UNDP, 2009, Colombia: las bandas emergentes siguen crescendo y preoccupando, Revista latinoamericana de desarrollo
humano, N°56 Maggio 2009,
Amnesty Internacional: HYPERLINK "http://www.amnesty.org/en/news-and-updates/news/colombian-president-should-stopfalse-accusations-against-human-rights-groups" www.amnesty.org/en/news-and-updates/news/colombian-presidentshould-stop-false-accusations-against-human-rights-groups
HYPERLINK "http://www.rebelion.org/noticia.php?id=76335&titular=39-de-los-91-sindicalistas-asesinados-en-todo-el-mundoel-pasado-a%C3%B1o-murieron-en-" http://www.rebelion.org/noticia.php?id=76335&titular=39-de-los-91-sindicalistasasesinados-en-todo-el-mundo-el-pasado-a%C3%B1o-murieron-en-
CEPAL-UN, 2007, Anuario estadistico de America Latina y el Caribe.
CEPAL-UN, 2007, Anuario estadistico de America Latina y el Caribe.
UN, 2005, Objetivos de desarrollo del milenio: una mirada desde America Latina y el Caribe.
HYPERLINK "http://www.ilo.org/ipec/Regionsandcountries/LatinAmericaandCaribbean/
lang--en/index.htm" http://www.ilo.org/ipec/Regionsandcountries/LatinAmericaandCaribbean/lang--en/index.htm
HYPERLINK "http://www.un.org/esa/socdev/unpfii" http://www.un.org/esa/socdev/unpfii
UNEP, 2005, Annual Report.
World Bank, What are the facts about rising food prices and their affect on the region? HYPERLINK "http://www.worldbank.org"
www.worldbank.org
I biocarburanti attualmente più importanti sono l’etanolo e il biodisel. L’etanolo si produce, principalmente, a partire dalla canna
da zucchero e il mais e, in misura minore, a partire dal grano. Il biodisel si produce principalmente con olio di colza e, in
misura minore, con olio di palma e di soia. FAO, Conferencia de alto nivel sobre la seguridad alimentaria mundial: los
desafios dek cambio climatico y la bioenergìa, Roma, 3-5 giugno, 2008
FAO, Situacion alimentaria en America Latina y en Caribe; www.fao.org
UN, 2005, Objetivos de desarrollo del milenio: una mirada desde America Latina y el Caribe.
CEPAL, 2008, Tendencias y desafios en la cooperacion internacional y la movilizacion de recursos para el desarrollo en
America Latina y el Caribe.
OCSE, 2009, Development aid at a glance statistics by region, sul complesso degli aiuti allo sviluppo nel continente
latinoamericano. I dati si riferiscono al 2006.
Associazioni Toscani all’estero in America Latina:
Paese
n. delle associazioni di adulti
Argentina
Brasile
Cile
Uruguay
Venezuela
21
10
1
1
1
Totale delle Associazioni
n. delle associazioni di
giovani
13
8
1
1
67
Tot.
44
18
1
2
2
Mappatura dei settori ove operano i soggetti iscritti al Tavolo America Latina, settembre 2007 (risposte
49):
Settori (ex Piano della Cooperazione
2007-2010)
Soggetti Toscani
%
Gover nance l ocal e: ist it ut ional
building, supporto allo sviluppo di
processi democratici e partecipativi,
pianificazione urbana e territoriale,
accesso ai servizi di base; servizi
publici locali
32
27.1
Sv i l uppo ec onom i c o l oc al e:
commercio equo, turismo etico e
so st en ib ilie, creaz io n e e
sostenibilità d’impresa; economia
sociale
Valorizzazione e tutela del patrimonio
territoriale: risorse ambientali, sociali
e culturali
Diritti umani e inclusione sociale:
promozione della cultura di pace,
sviluppo umano integrato, coesione
sociale
Totale indicazioni inviate
28
23.7
30
25.4
28
23.7
118
100,00
Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale –UNESCO 2003, art.2
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