1 A.S. Byatt, Possession. A Romance, Random House (Possessione
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1 A.S. Byatt, Possession. A Romance, Random House (Possessione
A.S. Byatt, Possession. A Romance, Random House (Possessione. Una storia romantica, Einaudi) Un grande romanzo della migliore tradizione, di Anna Ferrari Tutto comincia con un furto. Un furto dotto, certo, ma tant’è, esso costituisce la prima e più accattivante chiave di lettura del romanzo: si tratta di un giallo, o detective story, all’inglese, che rende meglio l’idea. Perché Roland Mitchell ruba due lettere dell’800? A chi appartengono oggi, negli anni 2000? Mancando il nome del ricevente, a chi erano dirette? Aggiungiamo che il furto avviene nella British Library, le lettere sono di un poeta inglese vittoriano, Randolph Henry Ash, e Roland Mitchell è un ricercatore universitario. Mentre Roland è sulle spine se rivelare o meno il furto, o scoperta, al professore di cui è assistente, Val, la sua compagna, si lamenta come al solito della vita grama che le tocca per guadagnare i soldi che permettono a Roland di fare quello che fa. In un modo un po’ scomodo, nel secondo capitolo, ci viene offerta la seconda rilevante chiave di lettura: le relazioni d’amore, con tutte le contraddizioni, ombre scure, insoddisfazioni, ma anche le grandi speranze e i cambiamenti che portano con sé. Possiamo ora farci assorbire dalla piacevolissima lettura di questo romanzo, guidati dalla suspense del giallo e dall’amore che fa l’occhiolino alla nostra curiosità, al nostro romanticismo. Un opera letteraria, semplificando, prevede una forma e un contenuto. Se osserviamo un attimo lo stile della Byatt notiamo che la scrittura è assai semplice, scorrevole e piana sulle increspature superficiali, non stanca il lettore perché sembra spiegargli tutto quello di cui ha bisogno senza indurre alla noia, e nello stesso tempo lo chiama a riempire i vuoti lasciati dalle allusioni testuali e semantiche. Uno stile siffatto offre un piacere immenso, quello stesso che induce a leggere questa “storia romantica” più volte, perché appaga la sete di “bel romanzo”, di “soddisfazione nel leggere”. Quanto al contenuto e al significato, sono tutta un’altra storia, molto, molto intrigante. Il contenuto è piuttosto lineare nel senso che gli sviluppi di due epoche storiche sono consequenziali. Gli strumenti per cogliere il significato sono molteplici, non lineari ma interconnessi fra loro, e lavorano su piani di profondità differente, facendosi condurre da temi imponenti e fertili. Tutto gemma da due parole: possession - possesso e romance - storia d’amore fantastica. Brevemente ecco il contenuto: Roland Mitchell, studioso del poeta inglese vittoriano, Randolph Henry Ash (più oltre R.H.A.) e Maud Bailey, studiosa della poetessa inglese vittoriana Christabel la Motte (più oltre C.L.M.), uniscono le forze per trovare le lettere che sicuramente seguirono a quelle non spedite trovate da Mitchell, e scoprire il loro destinatario. Esse sono custodite astutamente in un culla per bambole nella tenuta dei Bailey, sono indirizzate da R.H.A. a C.L.M e viceversa, parlano di 1 una storia d’amore straordinariamente moderna, e Roland e Maud le leggono avidamente, ma non possono trattenerle. Infatti non è chiaro a chi debbano appartenere e il proprietario della magione, Lord George Bailey, dove Christabel aveva soggiornato, non vorrebbe fare la figura dello sciocco senza ricavarci niente. Ecco dunque i primi problemi: accademicamente, a chi andrà il merito della scoperta, e, finanziariamente, a chi dovranno appartenere le lettere, che come inediti hanno gettato nuova luce sulle pubblicazioni già esistenti e hanno acquisito notevole valore anche monetario. Le lettere però non dicono tutto, ed è necessario scoprire cosa accadde dopo che fu scritta l’ultima. Vengono così coinvolti nell’indagine Mortimer Cropper, che lavora all’edizione monumentale della corrispondenza completa di Ash alla Stant Collection della Robert Dale Owen University, in New Mexico; James Blackadder, il professore di cui Roland è assistente e che dal 1951 sta lavorando all’edizione completa delle opere di Ash in quella che viene chiamata “l’industria Ash” alla British Library; Beatrice Nest, ricercatrice di Blackadder, che gode di scarsa considerazione, anche per il fatto che continua da tempo a rimandare la pubblicazione dell’edizione critica del diario di Ellen Ash, la moglie del poeta: “In an inner room, beyond the typewriter cubicle, was a small cavern constructed of filling cabinets, inhabited by Dr Beatrice Nest, almost bricked in by the boxes containing the diary and correspondence of Ellen Ash.” 1; Leonora Stern, americana, studiosa di Christabel La Motte, appartenente al movimento della cosiddetta “letteratura femminista”, e Fergus Wolf, assistente del prof. Cropper, antagonista e “bella” copia di Roland, infatti possiede aggressività, pochi scrupoli e determinazione nel voler fare carriera, del tutto mancanti a Roland. A questo punto lo spettro d’indagine si amplia ancora fino a includere l’analisi delle opere dei due poeti – Ask to Embla, The Garden of Proserpina, Mummy Possest, per esempio, di R.H.A. e varie poesie, Ragnarok, The Fairy Melusina di C.L.M. E se non bastasse la ricerca ora si espande anche geograficamente: prima sulle coste dello Yorkshire del Nord, poi in Bretagna, dove verrà scoperta la verità sulla conclusione della storia d’amore tra i due poeti vittoriani. Alla fine le lettere dei due poeti amanti apparterranno a Maud, come diretta discendente di C.L.M., e il riconoscimento della scoperta andrà a Roland (in barba a tutta la combriccola di altezzosi accademici). E così tutti vissero felici e contenti… più o meno, certo, perché Possession è anche questo: una fiaba, un romance con tanto di draghi, fate e città fantasma. Torniamo dunque alle chiavi di lettura da cui il romanzo prende vita, cominciamo da “possession - possesso”. Fin dalla A.S. Byatt, Possession. A Romance, Random House, pag. : I u a camera interna,dietro la sta za della a hi a da s rivere ’era u a spe ie di caverna formata da schedari abitata dalla dr.ssa Beatrice Nest, quasi murata viva tra le scatole contenenti il diario e la corrispondenza di Ellen Ash. . 1 2 prima pagina il protagonista è improvvisamente colto dalla voglia di possedere le due lettere di Ash che ha trovato, e, con un moto di insolita disonestà, le afferra e le nasconde nella propria cartella, determinato a non svelarne l’esistenza a nessuno. Vale la pena di accennare qui al fatto che le lettere si trovano nella copia appartenuta ad Ash de Principi di scienza nuova di Giambattista Vico, dove si sostiene la necessità che l’immaginazione venga in aiuto alla logica per avanzare nelle scienze. Va rilevato anche che Vico fu il teorizzatore dei moti ciclici delle storia. Roland vuole dunque possedere anche il premio della scoperta, senza condividerlo con alcuno, e Roland possiede, in un certo qual modo, Ash stesso, o perlomeno la sua mente: “What Roland liked was his knowledge of the movements of Ash’s mind, stalked through the twists and turns of his syntax, suddenly sharp and clear in an unexpected epithet.”2. Maud possiede una bella casa, i mezzi per una vita agiata, ma è anche posseduta dai pregiudizi sui suoi capelli biondi. Sembra di sentirle, le voci altrui bisbigliare nella sua testa: “che vuoi, con una testolina di capelli così biondi e lunghi, non può non aver successo, ma è un po’ sciocchina...” Maud possiede anche una spilla, raffigurante una sirena che si pettina i lucidi capelli neri che le arrivano alla vita, con la coda in parte immersa nell’acqua; Maud la usa per tenere i foulard in cui, come nei turbanti, avvolge e nasconde i suoi lunghi capelli biondi, e l’ha trovata tra i cimeli di famiglia. Mentre si trova con Roland in una bottega di Whitby, nello Yorkshire, colmo di altre spille dalle forme disparate, la vecchia padrona nota proprio la sua spilla e con suo stupore la attribuisce a un grande artigiano della regione che aveva lavorato per principesse di tutta Europa. Il dubbio si insinua: se Ash e Christabel erano stati lì insieme, lui avrebbe potuto sia compare la spilla di lignite per la moglie (come sanno da quello che Ellen scrive nel diario), sia …questa per Christabel. In tal modo Maud e Christabel... Quella spilla diventa come il simbolo che lì Maud, se non di persona, ma con il suo spirito nella forma dei suoi antenati, anzi della sua antenata, ci è già stata. Si potrebbe azzardare un’allusione intertestuale all’eterno ritorno, al moto ciclico della storia teorizzato da G. Vico3. Roland, dal canto suo, è preso dalla brama di “possedere” uno qualsiasi di quegli oggetti che forse Ash aveva guardato, toccato, sfiorato, e finisce per comprare un mucchio di pietruzze di diverse fattezze e colori. Nella loro dimensione lineare del tempo Maud e Roland forse non si sarebbero mai incontrati, e avrebbero proseguito, ciascuno per i suoi motivi, una vita non eccezionale, ma A.S. Byatt, op. cit., pag. : Quel che piaceva a Roland era la sua conoscenza dei movimenti della mente di Ash, la inseguiva tra i guizzi e le svolte della si tassi, he era resa d’u tratto hiarissi a e pre isa da u epiteto i atteso 2 3 Vedi pagina 2 di questo lavoro. 3 accettabile, sperando sempre in un cambiamento della sorte. Ma la Byatt, con un atto che potremmo dire magico, fa rivivere il passato che così diventa contemporaneo al presente; inoltre i due periodi temporali si mettono in comunicazione in modi insoliti (tramite la spilla, per esempio) e le informazioni passano fluidamente da uno all’altro. Mano a mano che Roland e Maud scoprono sempre più particolari della storia tra R.H.A. e C.L.M., le loro vite si arricchiscono di un nuovo interesse, di una grande passione, che non li fa retrocedere davanti a nulla, nemmeno se è qualcosa di non troppo “onesto” (Maud ruba a Leonora Stern una lettera in cui una giovane studiosa francese, Arianne Le Minier , rivela che Sabine de Kercoz scrisse a sua cugina Christabel e che questa arrivò in una notte di tempesta). Per strade diverse, le due storie si sviluppano e si avviluppano: Christabel è davvero andata con Ash nello Yorkshire? Sembra proprio di sì. E perché per un anno non si sa più nulla di lei? Questo rimane un mistero. E la moglie di Ash, lo sapeva? Nel diario non ne fa alcuna menzione, anzi ribadisce con passione l’amore tra lei e il suo sposo. E perché Blanche Glover, l’amica con cui Christabel viveva, si sé suicidata? Probabilmente perché si era sentita inutile e abbandonata, come un guanto spaiato (“glove” significa guanto). Capitolo dopo capitolo l’Inghilterra della metà dell’800 si alterna a quella dei giorni nostri. Ad ogni capitolo, poi, fa da premessa una citazione dalle opere di Ash o di La Motte, che ci dà nuove informazioni sulla storia dei due amanti e il cui significato ci suggerisce in quale chiave vada letto il capitolo stesso. Le citazioni sono da Ragnarok, Ask to Embla, The Fairy Melusina, Mummy Possest (A proposito di quest’ultima, “La possessione della mummia”… Certo fu il disprezzo nei confronti dei vari medium dell’epoca che suggerì ad Ash questo titolo, eppure, si potrebbe cogliere un’allusione, non si sa se consapevole o meno: in fondo, anche la Byatt presta la voce e l’anima ai suoi personaggi, come… un ventriloquo con i suoi pupazzi. The Great Ventriloquist - Il grande ventriloquo – è il titolo della biografia di Ash scritta da Mortimer Cropper,), poesie…. Se di Roland e di Maud abbiamo la vita “reale” che si racconta davanti a noi, di Randolph e Christabel abbiamo le parole che agiscono per loro, e che li fanno tornare vivi. Perché, come afferma Thelma Shinn4, “la parola è azione”, e, si potrebbe aggiungere, è incarnazione della vita. Con straordinaria capacità camaleontica la Byatt ricrea le lettere, le poesie, i poemi, le opere, il diario dei protagonisti del passato e in questo modo rende passato e presente contemporanei (come un’eco della concezione della storia di T.S. Eliot 5), e dà corpo all’ “esistenza” degli attori Thel a “hi , What’s i a Word? Possessi g A.“. Byatt’s Mero y i Novel , Papers on Language and Literature. 5 Il poeta i glese Tho as “ter e Eliot el suo saggio Traditio a d the I dividual Tale t , tratto dalla ollezio e The Sacred Wood, afferma che la storia è ciclica, e che passato e presente non sono conseguenti, ma contemporanei. 4 4 della vicenda . Un effetto che assomiglia a un gioco di magia, la magia che pure è “nelle parole”, nelle formule magiche che agiscono i desideri più nascosti. Ecco dunque che la parola “possession” – che poi, come si sa, è anche il titolo – racchiude tutto il narrato e il narrante, le allusioni e le domande, i temi e i differenti sviluppi, come se Possession fosse una sola, unica parola che contiene altre parole. Per parole così si ha una definizione: meronimia, una figura retorica che è “the image of parts”6 e contiene in sé anche tutte le apparenti contraddizioni. “Grigio” è un aggettivo meronimico (in quanto è bianco e nero, e grigio cenere, grigio fumo, grigio chiaro, e così via) come spiega la Shinn. Affrontato in quest’ottica Possession appare come il trionfo della parola, dove, come altrove nelle opere della Byatt, un singolo lemma è sempre “metafora”, allusione, eco di qualcosa d’altro, tale che il significato e il significante sono in una relazione di reciprocità e compresenza, dove il reale è immaginario come l’illusorio, e l’illusorio è reale come la parola. Si ha la netta impressione che non solo Maud e Roland esistano, e qui potrebbe non esserci meraviglia, ma che anche Christabel e Randolph siano esistiti, e ci si chiede perché non se ne sia mai sentito parlare. Davvero la Byatt “fa rivivere” attraverso il potere creatore della parola. Questo per dire che sì, Possession ha tutte le caratteristiche del romanzo post moderno7, ma riteniamo che esso travalichi questa etichetta, e lo può fare perché la Byatt ama le parole, le corteggia, le piace scriverle, sentirne il suono, metterne una accanto a questa piuttosto che a un’altra, ne vede e ne sente gli innumerevoli significati più o meno nascosti, ed è proprio dalla “parola”, come da un mattone nasce una casa, che nascono e germinano le sue opere, Possession in particolare. E’ ora giunto il tempo di considerare l’altra chiave di lettura: le relazioni d’amore. L’amore in fondo può essere una forma di possesso. Nel romanzo abbiamo l’amore di un ricercatore, Roland, per l’oggetto della sua ricerca: la vita e le opere di Randolph Henry Ash; la sua è una passione bruciante, viva (come abbiamo visto vuole a tutti i costi possedere qualcosa che Ash aveva toccato). L’amore poi assume il significato di vera bramosia e sete di accumulo nei casi di Cropper e Blackadder. Al contrario per Beatrice Nest è così profondo che, avendo “sentito” che nel diario di Ellen qualcosa non tornava, che sembrava non dire le cose più importanti proprio perché troppo private, da anni non si decide a pubblicarlo per paura di farle un torto. Leonora non solo potrebbe benissimo far propri i pensieri di Maud, ma vorrebbe anche possederla fisicamente. E poi ci sono le due coppie (o trittici): Randolph H. Ash e Christabel La Motte, con l’intermezzo di Ellen, Roland Mitchell e Thelma Shinn, op. cit.: l’i agi e delle parti . Heidi Ha sso , The Dou le Voi e of Metaphor: A.“. Byatt Morpho Eugenia , Twentieth Century Literature. 6 7 5 Maud Bailey, con la presenza di Val. C’è una simmetria quasi perfetta tra le azioni e i comportamenti dei personaggi del passato con quelli dei personaggi del presente. Se la relazione tra R.H.A. e C.L.M. resta a lungo un mistero agli occhi dei moderni, e rimarrà un segreto per quelli del passato, il rapporto tra Roland e Maud si muove goffamente tra l’algida freddezza e il severo distacco di lei e l’approssimazione e l’incertezza di Roland, che non sa bene cosa farne di sé. Così dunque la relazione c’è e non c’è, è illuminata di luce tremula. Anche alla fine, come si vedrà, si assiste solo a una promessa di futuro. Roland era andato a vivere con Val perché entrambi credevano che si sarebbero sostenuti a vicenda nell’inseguire le loro passioni, ma purtroppo poi c’era bisogno di soldi e Val aveva cominciato un lavoro che a poco a poco l’aveva assorbita completamente, un lavoro che lei chiama “meschino”. Quando Roland andrà via, riscoprirà il sapore della libertà dalla continua gratitudine, Val quella di stare con un uomo senza per questo dover badare a lui. Solo allora Roland saprà che il suo tempo da studente con Blackadder è finito e che deve pensare alla sua carriera. E’ anche questa una liberazione, perché finalmente sa cosa dire e cosa fare con Maud: da lei non si aspetta niente, quando le cose avranno preso la loro forma, ci sarà tempo per tutto il resto. L’amore tra Randolph e Christabel è una straordinaria storia romantica. Nasce in sordina, dopo pochi sguardi e tante lettere e tante reticenze, poi si impone sempre di più attraverso le parole e il non detto (Christabel usa spesso il trattino nei suoi scritti, tecnica che in effetti è propria di un periodo posteriore al vittorianesimo), e poi i due destini si intersecano spezzando i confini interno - esterno, io - te, mio - tuo penetrando nelle opere dei due artisti, dove si rincorrono immagini, frasi, citazioni simili, talvolta uguali. Con continui rimandi e citazioni camuffate i due hanno saputo creare un mondo parallelo, abitato solo dalla loro passione. Ellen non soffrirà mai per il tradimento del marito, ne conserverà il segreto come ogni brava moglie deve fare, e perché questo è il suo compito: preservare R.H.A. da ogni incursione del mondo in modo che resti integro per i suoi lettori e le sue cose non siano razziate dopo morto come fu fatto con la scrivania di Charles Dickens: “… of greedy hands furrowing through Dicken’s desk before he was fairly buried..”8. Se però la parentesi di Ash non si chiude mai perfettamente – lui vorrà sapere cosa è successo a Christabel dopo che si sono lasciati, e mantiene la fiamma dentro di sé sempre accesa, celandola agli occhi del mondo, Christabel è più forte, perché è una donna che ha fatto scelte libere e controcorrente, come guadagnarsi da vivere scrivendo poesie e condividere la casa con un’altra donna. Christabel fino al viaggio in Yorkshhire non si abbandona mai completamente, vuole capire, istruire, sondare l’animo di lui, ma poi, dal momento in cui sale sul treno, si dona completamente, A.S. Byatt, op. cit., pag. : … a i avide he razziaro o la s riva o di Di ke s pri a he fosse sepolto . 8 6 senza remore né falsi pudori, vivendo il suo amore come la più bella e unica cosa che esista al mondo. Tanto ardente è questo amore, quanto è netta la chiusura della parentesi di vita. Non darà più notizie di sé, partorirà da sola, non terrà la bambina ma la guarderà crescere da lontano, non lo dirà ad Ash, se non verso la fine della vita, rivendicando a sé stessa e solo a se stessa il diritto di decidere. Christabel e Randolph si sono davvero “posseduti” con l’anima e con il corpo, e intuiamo che lo stesso percorso sarà possibile per Maud e Roland. Ci si emoziona ancora nel leggere le parole di Christabel a Randolph, o di Randolph a lei, si è presi da un tremito di partecipazione quando leggiamo l’ultima lettera dove Christabel rivela a Randolph della bambina, lettera che lui non leggerà mai. In fondo ciò che era possesso alla fine si rivela libertà: “The true exercise of freedom is – cannily, wisely and with grace – to move inside what space confines – and not seek to know what lies beyond and cannot be touched or tasted.” 9afferma R.H.A. A.S. Byatt, op. cit., pag. 8: Il vero eser izio della li ertà – astutamente, saggiamente e con grazia – è uoversi all’i ter o di o fi i erti, e on cercare di conoscere cosa giace al di là che non può essere né toccato né assaporato. 9 7