“FÙTBOL – STORIE DI CALCIO”, QUELLO VERO DI SORIANO-foto

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“FÙTBOL – STORIE DI CALCIO”, QUELLO VERO DI SORIANO-foto
“FÙTBOL – STORIE DI CALCIO”, QUELLO VERO DI SORIANO-foto
Scritto da Rosalba Buttiglione
Lunedì 01 Luglio 2013 06:30
Mercoledì, 26 giugno, nell’accogliente sede della Librellula si svolge la serata conclusiva del
3° ciclo d’incontri del “
Salotto letterario
”.
Conduce, come sempre, il prof. Giacomo Leronni, “ideatore” con altri, del gruppo di
lettura
che ha come scopo primario quello di invitar
e a leggere
, stimolando il confronto su argomenti letterari.
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Altra finalità è quella di far conoscere “testi che non hanno avuto l’onore dei riflettori” e
scritti che, “pur avendo un valore letterario, restano inspiegabilmente in un angolo”.
Quindi, ciò che anima questo gruppo, solidale e compatto, è anche il desiderio di “ripescare
le perle”, promuovendone la lettura
. Il testo
preso in esame per ultimo
per questa sessione
,
è di Osvaldo Soriano
, e s’intitola: “
Fùtbol
Storie di calcio
” (edizioni Einaudi).
Il prof. Leronni, dà inizio alla serata con una breve introduzione sull’autore. Collabora con
lui, Sergio D’Onghia
, che il conduttore definisce “per la molteplicità dell’impegno profuso in questa circostanza, il
vero mattatore della serata”. Il tutto comincia con un
sottofondo piacevolissimo del musicista Astor Piazzolla
,
che ha in comune con l’autore del testo di cui si commenterà, sia il luogo di nascita (Mar Del
Plata), che quello della morte (Buenos Aires).
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Sergio D’Onghia, parlando dell’opera in esame, precisa che trattasi di racconti a metà tra
cronaca sportiva e giornalistica
. Partite,
persone, uomini di sport raccontati col grande romanticismo e con l’humour che solo le storie
del passato possono suscitare.
Personaggi dello sport che hanno lasciato un segno negli appassionati del pallone,
anche quando, come Messi Lapulce, con la cultura non hanno mai avuto niente in comune.
Questo grande personaggio del calcio, intervistato dal giornalista Stella, dichiarò di non
conoscere nulla della cultura delle sue origini, né dove fosse Recanati, paese di provenienza
della sua famiglia, né chi fosse Leopardi; né cosa fosse il Santuario di Loreto. Tanto meno
questo campione aveva mai letto un libro. Nemmeno quello di Soriano.
Il giocatore argentino non conosceva uno scrittore di sport del suo paese. Soriano racconta di
come era e di cosa fosse lo sport del calcio
, prima che diventasse merce esclusiva dei “potentati”. Gioia di fisicità, riscatto dalla povertà e
dalla emarginazione.
Sport “mitografico”, vita di quartiere…
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La vita di questo giornalista - scrittore è stata turbata dai continui spostamenti della
famiglia
; da un incidente al ginocchio che gli
precluse la possibilità di praticare da professionista il calcio, cosa a cui ardentemente aspirava;
da difficoltà di carattere politico.
Si
allontanò dall’Argentina al tempo del Golpe, e visse per un certo tempo a Parigi
. Un male terribile lo ha strappato alla vita piuttosto precocemente, togliendo a lui ed ai suoi
estimatori, e sono stati molti, la gioia di continuare ad attendere
i suoi scritti
, forse sottotono, ma, ad una attenta lettura,
pieni del fascino speciale
dello scrittore “sornione” che smitizza il mito. Vari ed interessanti gli interventi del pubblico, prevalentemente femminile. La signora
Laura
Albino ha
confrontato l’Argentina di Soriano a quella di cui ha parlato il nostro carissimo Papa Francesco.
Un paese povero in cui, per i giovani, lo sport del calcio era, insieme alla musica ed al tango,
esercizio fisico, occasione di sogno e mezzo di riscatto dalla povertà.
C’è emozione nell’intervento della signora nel citare l’interesse del nostro carissimo
Papa Francesco per il calcio
, e nell’evocare la vita di quest’uomo. Le varie parti della serata sono state inframmezzate da
musiche di Piazzolla e da filmati ricercati con cura dal giovane Sergio, inerenti al calcio degli
anni “70/”80, con le voci dei più famosi cronisti sportivi, arricchiti con titoli ed articoli.
Il libro di Soriano si apre con il racconto della partita Brasile - Uruguay, e, per
combinazione, in quella serata si disputava una stessa partita.
Vari ed interessanti gli altri interventi, tra cui quello di Vito Difino
, il quale parla della sua esperienza riguardo al calcio, nata già nel grembo di sua madre e delle
strategie sue e dei suoi compagni per trovare ed
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allestire
un
piccolo
campo
per
il nello
loro
gioco.
Martino
Sgobba,
cementare,
in
alcuni
nel
casi,
suo
l’unione
intervento,
familiare.
parla
del
calcio
come
metafora
della
vita,
capace
di
Irene
Martino
combattono
identificarsi.
non
Unica
parla
per
voce
di
se
questo
stessi,
controcorrente,
sport
ma
per
come
gliquella
strategia
Uno
di disport
dell’intelligenza,
disomiglianza
inessersi
incui
cui
tutti
ilo
giocatori
possono
Valentini.
non
addormentata.
trovato,
aver
in
avuto
qualche
Non
piacere
passaggio,
ha
gradito
ed
interesse
lo
svilimento
per
stile
laaltri.
dell’autore,
lettura
dipresente
personaggi
quest’opera,
una
emassa
di avvenimenti
di
con
famosi,
addirittura
stile
diConfessa
pur
Marquez.
annoiata,
avendo
L’assessore
alla
cultura,
Piera
De
Giorgi,
l’aspetto
sport
come
amarcord
impegno,
del
riscatto,
testo,
un
racconto
che
insegue
per
il passato,
tutta
laMarina
ribadendo
serata,
ha
l’importanza
evidenziato
dellodi
possibilità
di
cambiare
il proprio
destino.
Conclude
la
serata
ilnel
giovane
D’Onghia
significa
rinascere
tutti.
con
una
definizione
importante:
“Essere
campioni
piccolo
buffet
E’quindi,
seguito
un
. Giacomo
E’
stato
interessante
esserci.
nostra
città,
cui iper
Scoprire
un
altro
aspetto
dell’intenso
fermento
culturale
della
Leronni
ed
adi
Mario
Pugliese
bisogna
dare
merito
al professore
ospita
questi
incontri
suoin
bellissimo
Spazio
UnoTre.
che
di
solito
Il
salotto
riaprirà
battenti
settembre
.Di
seguito
le
considerazioni
di
uno deilocale,
partecipanti,
Vito
Difino 5/5