12La felicità

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12La felicità
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La felicità ora si studia al college
“La felicità”, ammonisce quel grande poeta dell’animo umano che era Anton Cechov, “è come la
salute: quando la possiedi, non te ne accorgi.” Ma forse è possibile, se non proprio accorgersi di
possederla, perlomeno sapere cos’è, com’è, in che modo ottenerla, impresa con cui i filosofi si
cimentano1 da secoli e che qualcuno, adesso, pensa di insegnare sui banchi di scuola o nelle aule
d’università, come si fa con letteratura, storia e matematica.
Dal prestigioso campus di Harvard in America ad uno dei più elitari college privati inglesi,
infatti, la felicità è diventata recentemente una materia di studio, con docenti, lezioni,
interrogazioni, voti e compiti per casa. Alla lettera si chiamano corsi di “well being”, ovvero su
come star bene; in concreto si tratta di apprendere la psicologia positiva, scienza relativamente
recente che mira ad evidenziare quanto di buono c’è in un individuo, scoprendone potenzialità e
risorse, per condurlo alla propria personale interpretazione di benessere e qualità della vita. Un
approccio2 opposto a quello della psicologia tradizionale, che tende ad analizzare principalmente
problemi, insicurezze, patologie del soggetto.
Di certo c’è che l’iniziativa ha raccolto immediato successo. Ad Harvard, l’università
americana considerata il miglior ateneo del mondo, il corso di psicologia positiva lanciato
quest’anno ha più iscritti dei corsi di economia per cui è famosa: novecento studenti affollano l’aula
per imparare “come si fa ad essere felici”. Al Wellington College di Crowthorne, nella verde
campagna di Inghilterra, i corsi inizieranno solo nelle prossime settimane, ma c’è già grande
curiosità e animazione: “Se il compito della scuola è formare i giovani affinché diventino degli
adulti solidi e realizzati”, dice il rettore Anthony Seldon, “significa che dobbiamo anche provare ad
aiutarli ed istruirli sul fronte dei sentimenti, dei rapporti personali, del benessere emotivo”.
Ma come si può imparare ad essere felici, studiando al felicità alla stregua3 di una qualsiasi
materia scolastica, a quindici o a vent’anni di età, o magari, come ripetenti, a quaranta o cinquanta,
visto che non si finisce mai di aver bisogno di imparare, in questo forse più che in altri campi?
“Bisogna lavorare su autostima, empatia, amicizia, amore, ma pure su creatività, spiritualità,
musicalità e senso dell’umorismo”, spiega il professor Ben Shahar ad Harvard, suggerendo come
primo consiglio per essere felici di “semplificare, e poi ricordare che frustrazione e paura sono
sentimenti naturali, e avere la consapevolezza che la felicità dipende da come siamo dentro, non dal
nostro conto in banca”. Concorda il rettore del Wellington College: “tutte le statistiche ci dicono
che negli ultimi trent’anni siamo diventati più ricchi, meglio vestiti, più consumisti e che il livello
di soddisfazione personale dovrebbe essere cresciuto immensamente”, nota Anthony Seldon,
“eppure altre statistiche ci informano che i beni materiali non ci hanno mai resi più felici, anzi, i
giovani d’oggi sono mediamente più infelici, incerti e privi di entusiasmo delle generazioni
precedenti”. Perciò si augura che nel giro di cinque anni, tutte le scuole di Gran Bretagna
istituiscano corsi di felicità. “Naturalmente sapere cos’è, e come cercarla”, soggiunge il rettore,
“non garantisce di trovarla”.
[adattato da Enrico Franceschini ne « La Repubblica », 20/04/2006]
1
si cimentano: si impegnano.
2
l’approccio: qui si intende il metodo.
3
alla stregua: allo stesso modo.
1. Rispondi alle domande.
• In che cosa consiste la nuova materia di studio che in inglese ha preso il nome di “well
being” e di cosa intende occuparsi?
• Per quali motivi due importanti università hanno deciso di proporre corsi di “well
being”?
• Quali consigli da il professor Ben Shahar nel presentare il suo corso?
2. In una lettera al quotidiano «La Repubblica», sintetizza il contenuto dell’articolo e
immagina di essere un lettore molto critico, che contesta quanto riportato dal
giornalista e afferma di non credere alla possibilità di “imparare” la felicità (circa 150
parole).
3. Il rettore del Wellington College, Anthony Seldon, fa riferimento a statistiche
contrastanti fra loro a proposito della felicità nei giovani. Quali sono le opinioni del
candidato in proposito e con quali esempi può sostenere le proprie convinzioni? (circa
200 parole)