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ASSOCIAZIONE PER GLI STUDI DI STORIA E
ARCHITETTURA MILITARE
PROGETTO INTERREG III
VALORIZZAZIONE DELLE FORTIFICAZIONI
IN AREA ALPINA
A CURA DI PIER GIORGIO CORINO
OTTOBRE 2001
PROGETTO INTERREG III - Valorizzazione delle fortificazioni in area alpina
PREMESSA
Il territorio delle Alpi Occidentali è stato oggetto nel corso dei secoli ad
una fitta attività fortificatoria, mirata ad impedire il transito lungo le
valli alpine, assi di collegamento tra il nord ed il sud d’Europa, spesso
utilizzate come canali di eserciti indirizzati verso lontani campi di
battaglia. Il possesso perciò dei fondovalle ed il controllo dei valichi
rivestiva un'importanza strategica fondamentale, e ciò spiega una così
diffusa e visibile presenza militare sul territorio, che non ha paragoni in
area alpina. Molto spesso in un ristretto ambito territoriale si può
osservare una stratificazione storica d’architettura militare che va
dall'alto medioevo sino ad opere dell'ultimo conflitto, con interventi in
genere di particolare pregio sia nel campo architettonico, e sia
puramente estetico.. Ed inoltre un particolare non trascurabile, stante la
primaria esigenza mimetica le opere in genere presentano un impatto
minimo sull'ambiente circostante, dando vita ad una stretta simbiosi tra
edificazione e siti naturali, contrapponendosi ai recenti e fastidiosi
interventi turistici.
Esaurita la loro funzione militare, tali strutture sono state il più delle
volte abbandonate, poi vandalizzate per ricavarne materiali, ed infine
dimenticate in un progressivo ed a volte inarrestabile degrado. Allo
stato attuale però non v’è ragione alcuna di lasciare in stato di
abbandono tali opere. Le esperienze maturate in situazioni analoghe in
Italia ed all'estero, hanno evidenziato che le fortificazioni possono
rilevarsi delle fonti interessanti per un turismo "soffice", alternativo, e
con un impatto minimo sull’ambiente. Le ricadute economiche ed
occupazionali su aree sinora emarginate dal turismo potrebbero essere
una diretta conseguenza.
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LA VALORIZZAZIONE DELLE FORTIFICAZIONI IN
AREA ALPINA
Gli interventi sinora avviati per il recupero di opere fortificate sono
state sinora specifiche iniziative slegate dal tessuto storico di
connessione e da qualsiasi progetto di valorizzazione integrale di tale
patrimonio.
E’ da considerare che l’arco alpino occidentale è caratterizzato dalla
presenza di una notevole serie d’impianti fortificati, distribuiti
uniformemente sul territorio che non ha paragoni in area alpina.
Sono circa 2.500 gli impianti fortificati o di attinenza militare
presenti sul territorio dell’arco alpino occidentale, che fanno di
questa condizione un unicum a livello europeo.
L’unicità di questa condizione sta alla base del progetto che
proponiamo, che mira non al recupero di una singola opera, ma di
comparti territoriali realizzando così una serie di itinerari storicituristici inseriti in un ambiente montano praticamente intoccato, con
una distribuzione che potrà svilupparsi dalle coste del Mediterraneo
sino al confine Svizzero; concettualmente tale schema potrebbe
ampliarsi su tutto l’arco alpino.
Il turismo che ha per oggetto i beni storici ed in particolar modo
quelli militari, potrebbe d’altro canto diventare uno degli elementi
trainanti per la rivalutazione turistica di aree rimaste sinora
economicamente emarginate. Dimostrandosi un valido canale per
uscire dal monoturismo invernale, attenuando la concentrazione
turistica focalizzata su precise aree d’insediamento ed un più diffuso
turismo sul territorio, diversificando inoltre i flussi turistici,
permettendo una fruizione in periodi diversi.
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PROGETTO INTERREG III - Valorizzazione delle fortificazioni in area alpina
E’ da considerare infine che si tratta di una forma di turismo “dolce”,
alternativo, con impatto minimo sull’ambiente, giacché riguarda il
recupero e la valorizzazione di strutture già esistenti, attualmente in
stato d’abbandono, che non richiedendo alcuna nuova sottrazione di
territorio.
Ma
per uno
sfruttamento più diffuso
reputo
maggiormente
interessanti le opere minori che costellano la valle, ed in particolar
modo
le
sue
essenzialmente
pendici.
Si
tratta
ottocentesche
dei
(forti,
resti
batterie,
di
realizzazioni
appostamenti
e
ricoveri) e novecentesche (batterie corazzate ed in caverna, centri di
resistenza in caverna, postazioni, ricoveri e le relative opere di
collegamento), nonché resti di opere precedenti , essenzialmente
trinceramenti e ridotte.
Stante la distribuzione di queste opere su tutto il territorio delle valli,
ed in particolare in siti in quota, si può dar corpo ad una serie di
itinerari di visita che non sono essenzialmente "fortificati" ma
toccano aspetti escursionistici ed alpinistici.
Per tali itinerari necessiterebbe intervenire, oltre con un'eventuale
segnalazione dei tracciati ed identificazione e magari descrizione sul
posto delle opere, con basilari interventi di salvaguardia o messa in
sicurezza.
Non sono da nascondere infatti i problemi di "responsabilità" che ne
potrebbero
scaturire,
da
definire
a
priori
nel
caso
di
un
organizzazione turistica.
Eventuali iniziative potrebbero ancora riguardare il riallestimento
degli impianti e dotazioni di alcune delle opere più significative
nelle diverse tipologie, con la realizzazione in diversi siti in quota di
vari distinti piccoli "musei".
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Toccando il discorso dei percorsi non è da trascurare tutta quella che
è stata la viabilità militare, attualmente nel più completo stato di
abbandono. Si tratta di realizzazioni di notevole ingegneria che con
pendenze costanti e contenute si attestavano a ridosso dei crinali
alpini, a quote sempre elevate, con il massimo della strada dello
Chaberton che raggiunge i 3.150 della vetta. Una serie di interventi
di recupero e salvaguardia permetterebbero l'utilizzo di una serie di
tracciati in quota che ha ben pochi paragoni.
Oltre la facilità di attestarsi in quota per procedere nelle escursioni
"fortificate", sarebbe di notevole ausilio anche per le pure escursioni,
se non per un ritorno dello sfruttamento agricolo dell'ambito
montano.
Per quanto riguarda l'accesso ai veicoli a motore esclusivamente
sulle carrozzabili, stante l'interesse che si raccoglie sul fuoristrada in
ambiente alpino, si potrebbe risolverlo permettendone l'utilizzo
mediante il pagamento di una sorta di abbonamento annuale, come
avviene in altre situazioni alpine, con però severi controlli e rigidi
sanzioni contro i trasgressori; eventualmente contingentando il
numero di accessi giornalieri su determinati tracciati.
Oltre alla rete carrozzabile sussiste una rete di sentieri e mulattiere,
sempre di origine militare realizzate perciò con uno standard di
dimensioni e pendenze, che collega le carrozzabili con vari siti
fortificati
e
non
in
quota.
Il
recupero,
segnalazione
ed
organizzazione di queste potrebbe essere impiegata per vari i tipi di
escursionismo.
Un ulteriore elemento da considerare sono il notevole numero di
ricoveri o casermette ubicate in siti in quota, il più delle volte in
condizioni ancora buone nelle strutture murarie. Con interventi di
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recupero potrebbero trasformarsi in una fitta rete di piccoli rifugi in
quota, punti di appoggio per escursioni nell'ambito alpino.
ORIGINE DEL PROGETTO
 nasce dalla presenza di un patrimonio di architettura militare
unico nel suo genere distribuito capillarmente sull'intera area
dell’arco alpino occidentale: per una minima parte valorizzato,
in gran parte in stato di abbandono e di mancato utilizzo e
sfruttamento
 nasce dalla necessità del recupero e salvaguardia di un
patrimonio unico nel suo genere il cui significato e valore va
rivalutato
 nasce dalla necessità di incrementare forme di turismo "soffice"
al di fuori degli schemi sinora in uso; in particolare in aree
sinora non toccate dal turismo
FINALITÀ
 creazione di un sistema di itinerari turistici che interessi
l'intero comprensorio oggetto del progetto
 promozione a fini turistici del patrimonio architettonico
militare attrezzandolo adeguatamente
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AMBITO TERRITORIALE
 In pieno regime di attuazione il progetto potrà riguardare
entrambi i versanti della frontiera alpina tra Italia e Francia, di
competenza in specifico:
 Regione autonoma Valle d’Aosta;
 Province di Torino e di Cuneo (Regione Piemonte);
 Province di Imperia e di Savona (Regione Liguria);
 Dipartimenti dell’Alta Savoia e della Savoia (Regione
Rodano-Alpi);
 Dipartimenti delle Alte Alpi, delle Alpi di Alta Provenza e
delle
Alpi
Marittime
(Regione
Provenza-Alpi-Costa
Azzurra).
In una prima fase di analisi il progetto potrebbe essere attuato su
specifiche aree d’interesse del versante italiano dell’arco alpino.
POTENZIALE BACINO D’UTENZA
 Direttamente l'area nord-occidentale italiana, con i centri di
Torino e di Milano, ed il sud-est francese con i centri di
Marsiglia e di Lione, con un possibile bacino d'utenza di 18 ml.
di abitanti
 Indirettamente - come turismo specializzato - con possibilità di
intesse e di influenza su fruitori distribuiti sull'intera area
europea
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I PUNTI FONDAMENTALI DEL PROGETTO
 censimento delle opere fortificate esistenti sul territorio, con la loro
individuazione, descrizione, condizioni strutturali
 collaborazione con le autorità competenti per la definizione di
carattere legale sulla proprietà dei manufatti, nonché per la definizione
dei vincoli a cui dovranno essere assoggettate le opere
 individuazione delle opere che per conservazione e tipologia meglio si
prestano ad essere inserite in un organico progetto di sfruttamento
turistico e realizzazione di un progetto complessivo d’intervento
 definizione ed avvio delle pratiche per l’acquisizione o l’affidamento
delle opere da parte di un ente di competenza
 sistemazione interna delle opere con sgombero macerie ed eventuali
interventi di messa in sicurezza con segnalazioni e/o interventi, onde
evitare inconvenienti o pericoli per i visitatori
 per una serie di opere che illustrino le principali tipologie di
fortificazione esistenti, realizzazione di una serie di interventi per il
loro recupero in strutture museali
 sistemazione degli itinerari di visita recuperando i tracciati originali di
accesso che permettano al visitatore di portarsi autonomamente alla
riscoperta delle fortificazioni, con realizzazione di un’opportuna
segnaletica e tabelle esplicative
 realizzazione di una campagna pubblicitaria sul progetto complessivo
e sui singoli itinerari e/o opere a supporto della visita
 corsi di formazione per guide che accompagneranno i turisti
 realizzazione di una serie di centri di documentazione che illustrino
l’intervento e siano d’interesse e di stimolo per il pubblico per far
conoscere il patrimonio storico
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Propedeutico e fondamentale per poter dare corso a
qualsiasi iniziativa sull’argomento è l’attivazione di un
organico censimento delle opere fortificate esistenti
sull'arco alpino occidentale, giacché allo stato attuale
non si ha precisa conoscenza della consistenza e dello
sviluppo di questi impianti fortificati. Gli inventari
attualmente esistenti presso le competenti Direzioni del
Genio Militare sono per gran parte incompleti, mentre
di
rimando
le
definizioni
legali
esistenti
presso
il
Dipartimento del territorio del Ministero delle Finanze
sono estremamente lacunose.
Stante
l’entità
individuare
del
quali
patrimonio
sono
le
esistente
opere
occorrerà
maggiormente
interessanti da inserire in questi itinerari; con tale
operazione si potranno d’altro canto sanare quelle gravi
problematiche di carattere legale inerenti un vero e
proprio censimento delle opere fortificate esistenti sul
territorio, sanando quelle vistose falle esistenti negli
inventari di competenza dei diversi ministeri.
Tra tutte le opere censite si individueranno quelle che
per conservazione e tipologia meglio si prestano ad
essere inserite in un organico progetto di sfruttamento
turistico di questo patrimonio.
Nelle opere prese in considerazione saranno innanzi
tutto attivati gli interventi di messa in sicurezza delle
strutture, con segnalazioni e/o interventi, onde evitare
inconvenienti o pericoli per i visitatori. Gli interventi
di salvaguardia e di recupero saranno effettuati nel
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pieno rispetto delle caratteristiche originali delle opere,
con impiego di materiali consoni alle strutture.
Riguardo a questi tracciati è da sottolineare che dello
sviluppo originario è attualmente correttamente agibile
solo una piccola parte. Il recupero di questi percorsi
potrebbe essere inquadrato in un più vasto ambito di
sfruttamento turistico della montagna, creando percorsi
controllati e regolamentati di attestamento in quota,
agevolando ed invogliando l'escursionismo.
Lungo
gli
itinerari
verranno
infisse
opportune
segnalazioni che individuano il percorso e gli eventuali
punti di distacco per la risalita alle opere. Similmente
si ipotizza di segnalare le fortificazioni con opportuna
segnaletica, che potrà essere per le opere minori di
semplice individuazione con denominazione, tipologia e
anno
di
realizzazione.
maggior
respiro
Invece
un'opportuna
per
gli
impianti
iconografia,
di
piante,
prospetti e foto d'epoca, con delucidazioni tecnichestoriche permetteranno al visitatore di prendere vero
contatto con l'opera fortificata. Tutta la cartellonistica
con
testi
realizzata,
bilingui
onde
dovrà
recare
essere
impatto
opportunamente
minimo
all'ambiente
circostante. Nelle principali località turistiche o di
transito una cartellonistica complessiva sugli itinerari
dei rispettivi bacini permetterà di pubblicizzare e di
dare un quadro completo di questo impianto turistico.
Similmente lungo i tracciati di accesso principali a
questa sorta di comprensorio un efficace segnalazione
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potrà individuare l'accesso a questa sorta di museo
territoriale sull'architettura militare.
A scopo di promozione di questo diversificato modo di
scoprire
la
montagna,
pubblicistica
adatta
potrà
alle
essere
singole
realizzata
realtà;
una
fascicoli,
schede tecniche-storiche e pieghevoli, come pure la
realizzazione di un audiovisivo, potranno invogliare il
turista ad avvicinarsi per conoscere questo particolare
ambiente montano.
Successivamente
all'attivazione
del
progetto,
che
si
svilupperà stante la vastità dell'intervento su diverse
fasi attuative e progressiva messa a disposizione a di
quanto
si
va
man
mano
recuperando,
è
opportuno
mantenere sotto stretto controllo le varie opere. La
soluzione
gestione
più
delle
consona
attività
sarebbe
ad
un
l'affidamento
ente
con
della
competenze
specialistiche nel settore, che potrebbe - coadiuvata occuparsi del controllo e delle eventuali successive
campagne
di
lavoro
per
il
recupero
di
questo
patrimonio.
Sarebbe infine auspicabile l'attuazione di un intervento
di natura sperimentale, quale il recupero organico di
un'opera di una certa dimensione da sottoporre - ad
interventi
ultimati
-
a
monitoraggio,
per
verificare
l'interesse e l'entità del flusso turistico.
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PUNTI DI FORZA
 Realizzazione di un ambito architettonico-storico per ora
unico nel suo genere, che permetterebbe di illustrare
compiutamente il fenomeno degli insediamenti fortificati
nell'area alpina; in particolare con la messa a punto di un
efficace modello che potrebbe dimostrarsi un esempio su
scala europea.
 Possibilità di realizzare un complesso di itinerari non
limitati dai confini politici, che si sono sovrapposti a
realtà precedenti.
 Attenuazione della concentrazione turistica focalizzata su
precise
aree
diversificando
di
i
insediamento;
flussi
accentrati
in
sul
particolare
monoturismo
invernale, dando corpo ad iniziative mirate ad accrescere
le attrattive del turismo estivo
 Valorizzazione di ambiti territoriali sinora esclusi dalle
attività turistiche e promozionali
 Il progetto è per sua natura "soffice" in quanto è ad alta
intensità di lavoro umano e basso impatto ambientale.
Quindi massimizza l'occupazione attivata, e riduce i
danni sul territorio, giacché riguarda il recupero e
valorizzazione di strutture già esistenti - attualmente in
stato di abbandono - e non richiede alcuna nuova
sottrazione
di
territorio.
E'
da
sottolineare
che
le
strutture oggetto del progetto presentano di norma per
propria
natura,
una
stretta
simbiosi
con
l'ambiente
circostante
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 12 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ASSOCIAZIONE
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 I
percorsi
in
quota
studiati
sono
particolarmente
compatibili con il turismo a basso impatto ambientale. Si
sono d'altra parte ipotizzate restrizioni per evitare impatti
negativi sulla parte aperta al transito automobilistico,
quali pedaggi , limitazione dei giorni di accesso, ecc.
 Il ricupero dei tracciati in quota è di fondamentale ausilio
in un'ottica di recupero agro-pastorale della montagna
(alpeggi,
industria
casearia,
implementazione
e
sfruttamento del patrimonio boschivo) nonché per il
controllo ambientale sul territorio; molte strutture ex
militari ben si presterebbero quali punti di appoggio per
le guardie forestali, stazioni di monitoraggio o ad uso
ostelli per i parchi naturali.
 Ricongiunzione di ambiti territoriali preesistenti (Alta
Valle di Susa-Delfinato, Val Vermenagna-Valle Roja,
Savoia-Piemonte)
che
divisione
politiche
successive
hanno snaturato; dove i legami linguistici, culturali
e
storici delle popolazioni sono tuttora in parte vivi.
 Valore storico e simbolico che assume un progetto
comune tra i due versanti delle Alpi, di fronte al fatto che
le fortificazioni nate in un'epoca di ostilità tra stati
nazionali possono - con la loro collocazione in una
dimensione storica, e la loro gestione in un ottica
transfrontaliera - rafforzare la solidarietà europea tra i
due versanti e nelle abitudini alla cooperazione.
 L’appartenenza
dell’area
d’intervento
ad
ambiti
territoriali interessati da altri programmi e iniziative
comunitarie inerenti la valorizzazione territoriale che
permette azioni integrate e sinergiche.
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PUNTI DI DEBOLEZZA
 Mancanza di un’effettiva conoscenza di quello che è il
patrimonio
fortificato
lungo
l’arco
alpino.
Censimenti
abbozzati nel corso di Interreg II si sono limitati a raccogliere
dati sulle pubblicazioni esistenti.
 Problematiche di natura legale per definire compiutamente la
proprietà dei manufatti esistenti.
 Problematiche legate ai percorsi di accesso di origine militare,
sia per le competenze legali di attribuzione e per la mancanza o
carenza di manutenzione;
 In questa prima fase non sono state considerate le possibilità di
itinerari su quelle opere realizzate da parte italiana, ma che a
causa del Trattato di Pace di Parigi passarono in territorio
francese:
Moncenisio,
Valle
Stretta
di
Bardonecchia,
Chaberton, Valle Roja. In tali ambiti per una diversa politica di
gestione del patrimonio dello stato le fortificazioni sono ancora
in gran parte in buone condizioni e si presterebbero facilmente
a valorizzazioni. Le abbiamo perciò citate nel novero delle
opere ma non trattandole come itinerari.
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LINEE
GUIDA
PER
IL
RECUPERO
DELLE OPERE
 Gli
interventi
architettonici
avranno
caratteri
di
tipo
minimalistico (interventi di tipo leggero, filologicamente
orientati, ricerca, analisi e applicazione di tipologie analoghe
coeve); interventi di di tipo impiantistico e tecnico studiati con
gli accorgimenti utili ad evitare ogni invasività; ripristino delle
parti mancanti, rovinate o improprie con utilizzo di elementi
desunti dalla manualistica o realizzazioni coeve.
 L’intervento
sarà
articolato
secondo
due
fasi
tra
loro
strettamente correlate e complementari: La conservazione e il
restauro del bene, Secondo i principi del restauro integrato, si
eseguiranno
tutti
conservazione
gli
del
interventi
monumento,
utili
a
per
memoria
la
delle
corretta
future
generazioni e come riappropriazione culturale da parte della
comunità attuale. A questo fine le operazioni di recupero
dovranno curare la salvaguardia dei caratteri di unitarietà e
identità del bene, con interventi fondati su approfondite analisi
tipologiche e morfologiche di carattere generale, ma anche
condotte con attenzione per il recupero degli assetti tipologicocostruttivi di componenti specifici delle tecniche costruttive e
dei materiali.
 Gli assetti esterni della fortificazione saranno mantenuti
invariati, con semplici interventi di restauro e integrazioni
filologicamente orientate;
 Ogni intervento di recupero sarà guidato da una attenta analisi
storico-filologica del bene, tale da formulare precisi indirizzi
per il loro recupero.
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STUDI
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CONSISTENZA
DEL
PATRIMONIO
FORTIFICATO ALPINO
Alla luce delle esperienze maturate nell’ambito della ricerca
storica ed archivistica su quello che è stata l’evoluzione degli
impianti fortificati in area alpina, si possono formulare delle
ipotesi numeriche sull’esatta consistenza di questo patrimonio.
I
numeri
che
emergono
da
tali
analisi,
oltre
2.500
individuazioni, possono senza alcun dubbio spaventare, si tratta
di un fenomeno per molti aspetti sinora sottovalutato che si
perde nei meandri del patrimonio dello Stato. Sottolineiamo che
si tratta di un dato che deve essere ancora verificato, ulteriori
approfondimenti potranno portare ad un aumento di tale cifra.
In ogni caso è fondamentale che si proceda ad un organico
censimento delle opere fortificate esistenti sull'arco alpino. In
particolare per definire tutti quegli aspetti di natura legale legati
al possesso del bene. Ciò riveste particolare importanza per gli
impianti realizzati negli anni 1930 – 1940 quando le procedure
di esproprio per pubblica utilità, pur se avviate, in molti casi
non furono mai portate a compimento. Ci si viene perciò a
trovare nella condizione di manufatti, sia fuori terra che
sotterranei, che insistono su proprietà di terzi, innestando
problemi di natura legale e di responsabilità che sono da
affrontare e risolvere.
In questo quadro analizzando i distinti impianti (caserme,
ricoveri, baraccamenti, trinceramenti, forti, batterie, opere e
ricoveri in caverna) e suddividendoli per le valli dell’arco
Alpino Occidentale, la distribuzione che troviamo e la seguente:
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PROGETTO INTERREG III - Valorizzazione delle fortificazioni in area alpina
Ipotesi di massima sulla distribuzione di opere
militari sull'arco alpino occidentale suddiviso per valli
e/o aeree geografiche
212
Aosta
6
Lanzo
161
Moncenisio
701
59
Susa
Chisone
41
Germanasca
80
Pellice
29
Po
191
Varaita
159
Maira
273
Stura
86
Gesso
5
Vermenagna
78
Tinee
232
Alta e media Roja
102
Bassa Roja
30
Maritime
0
100
200
300
400
500
600
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 17 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ASSOCIAZIONE
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700
PROGETTO INTERREG III - Valorizzazione delle fortificazioni in area alpina
Ipotesi di tipologie di impianto su circa 2500
forificazioni realizzate
111
Appost. Artig.
3
Batt. Corazz.
10
Batterie caverna
157
Caverne ricovero
40
Monumenti
Depositi
48
Forti
53
1067
Opere in caverna
89
Osservatori
338
Postazioni
543
Ricoveri
52
Sbarramenti
33
Teleferiche
7
Trinceramenti
28
Trune
0
100
200
300
400
500
600
700
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PER GLI
STUDI
DI
STORIA
E
ARCHITETTURA MILITARE – FORTE BRAMAFAM
800
PROGETTO INTERREG III - Valorizzazione delle fortificazioni in area alpina
In base a tali elementi si sono formulate una serie di ipotesi per la realizzazione
di itinerari fortificati lungo l’arco alpino occidentale, partendo dal mare e
risalendo sino alla Valle d’Aosta. Le scelte sono state effettuate sulla base di una
serie di considerazioni che sinteticamente possono essere così raccolte:
 In primo luogo è da ricordare che in forza del Trattato di Pace di Parigi del
1947 si dovettero smantellare le fortificazioni per una profondità di 40
chilometri dalla linea di confine. L’evoluzione delle condizioni politiche di
quegli anni portarono successivamente al superamento di tale obbligo, ma
stante il totale disinteresse da parte dell’amministrazione pubblica lo
smantellamento delle strutture militari proseguì da parte di privati,
trasformando le opere in cave di materiale edile. Per tali condizioni la scelta
degli impianti da valorizzare è obbligata dalle condizioni dei manufatti.
 La distribuzione delle opere lungo le valli alpine non è assolutamente
omogenea, si passa da concentrazioni elevatissime come in Valle di Susa,
alla completa assenza come nelle valli di Lanzo;
 Similmente a fronte di un’evoluzione di tipologie di fortificazione
succedutesi nel corso dei secoli, ci troviamo per la gran parte delle valli della
mancanza di uno più di tali gradini di evoluzione di impianto. Anche in
questo caso solo la Valle di Susa presenta impianti che coprono l’intero
quadro evolutivo.
 Su tali basi si è proceduto a scelte di carattere oltre che tipologico, anche
puramente politico, per non lasciare degli ambiti territoriali privi di itinerari,
bloccando nel contempo il tessuto di collegamento transvallivo oltre che
transfrontaliero;
 Gli impianti fortificati scelti nei distinti itinerari sono quelli che per
caratteristiche ed impianto meglio si prestavano per suscitare l’interesse del
visitatore, ma nel corso della progettualità dei medesimi vi è la possibilità di
ampliare ulteriormente i percorsi con opere ed impianti minori ma pur
sempre di interesse;
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STUDI
DI
STORIA
E
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PROGETTO INTERREG III - Valorizzazione delle fortificazioni in area alpina
ITINERARI FORTIFICATI SULLE ALPI OCCIDENTALI
Area
secolo
1
Colli Alpi Liguri
1880-1890
Sbarramento di Altare
2
Colli Alpi Liguri
1880-1890
Sbarramento del Melogno
3
Colli Alpi Liguri
1880-1890
Sbarramento del Colle di Nava
4
Bassa Roja
1930-1940
Le opere del Vallo Alpino tra Ventimiglia e Monte
Bellotto
5
Valle Vermenagna
1930-1940
La strada Limone – Monesi
6
Valle Stura Demonte 1940
Lo Sbarramento di Moiola
7
Valle Stura Demonte 1840-1880
Il Forte di Vinadio
9
Valle Stura Demonte 1840-1880
Le batterie dello sbarramento di Vinadio
10 Valle Stura Demonte 1930-1940
La batteria e le opere in caverna del Becco Rosso
11 Val Maira
1740
La strada dei cannoni
12 Val Maira
1930-1940
Lo Sbarramento di Acceglio
13 Val Varaita
1930-1940
Lo Sbarramento di Casteldelfino
14 Val Varaita
1930-1940
Le opere del Colle dell’Agnello
15 Val Pellice
1930-1940
Lo Sbarramento di Villanova
16 Val Chisone
1715
Forte di Finestrelle
17 Val Chisone
1740-1890
I trinceramenti e le batterie della dorsale dell’Assietta
18 Valle di Susa
1590
La strada dei cannoni
19 Valle di Susa
1710
Il Forte della Brunetta
20 Valle di Susa
1870-1880
Il Forte Exilles
21 Valle di Susa
1870-1880
Lo sbarramento di Exilles
22 Valle di Susa
1870-1940
Forte Bramafam e le opere in caverna
23 Valle di Susa
1890-1910
Le batterie del Pramand, Foens e Jafferau
24 Valle di Susa
1930-1940
Batterie e opere in caverna de Monti della Luna
25 Valle d’Aosta
1640
Il Campo trincerato del Principe Tommaso
26 Valle d’Aosta
1830
Il Forte di Bard
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PROGETTO INTERREG III - Valorizzazione delle fortificazioni in area alpina
Come si evince dalla tabella allegata gli itinerari permettono di coprire un arco
cronologico che va dalla fine del cinquecento sino all’ultimo conflitto mondiale
secolo
Area
1590
La strada dei cannoni
Valle di Susa
1640
Il Campo trincerato del Principe Tommaso
Valle d’Aosta
1710
Il Forte della Brunetta
Valle di Susa
1715
Forte di Finestrelle
Val Chisone
1740
La strada dei cannoni
Val Maira
1740-1890
I
trinceramenti
e
le
batterie
della
dorsale
Val Chisone
dell’Assietta
1830-1880
Il Forte di Exilles e le opere dello sbarramento
Valle di Susa
1830
Il Forte di Bard
Valle d’Aosta
1840-1880
Il Forte e lo Sbarramento di Vinadio
Valle Stura Demonte
1870-1940
Forte Bramafam e le opere in caverna
Valle di Susa
1880-1890
Sbarramento di Altare
Colli Alpi Liguri
1880-1890
Sbarramento del Melogno
Colli Alpi Liguri
1880-1890
Sbarramento del Colle di Nava
Colli Alpi Liguri
1890-1910
Le batterie del Pramand, Foens e Jafferau
Valle di Susa
1930-1940
Le opere del Vallo Alpino tra Ventimiglia e Monte
Bassa Roja
Bellotto
1930-1940
La strada Limone - Monesi
Valle Vermenagna
1930-1940
La batteria e le opere in caverna del Becco Rosso
Valle Stura Demonte
1930-1940
Lo Sbarramento di Acceglio
Val Maira
1930-1940
Lo Sbarramento di Casteldelfino
Val Varaita
1930-1940
Le opere del Colle dell’Agnello
Val Varaita
1930-1940
Lo Sbarramento di Villanova
Val Pellice
1930-1940
Batterie e opere in caverna de Monti della Luna
Valle di Susa
1940
Lo Sbarramento di Moiola
Valle Stura Demonte
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