Binge Drinking - Coltelleria Einstein

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Binge Drinking - Coltelleria Einstein
SPUNTI PER UN PERCORSO DI RIFLESSIONE E APPROFONDIMENTO DIDATTICO
Progetto triennale dedicato all’adolescenza
Prima fase 2010/2011 - Alcol e problematiche alcol-correlate
Premessa
Uno studio promosso dall’Istituto Superiore di Sanità attraverso i dati della Società Italiana di
Alcologia evidenzia che l’Italia è la nazione in cui i bambini si avvicinano all’alcol prima di quelli
del resto d’Europa, diventando consumatori già verso gli 11-12 anni.
L’alcol è la prima causa di morte tra i ragazzi, a causa dell’incidentalità stradale legata al bere.
I dati allarmanti relativi all’abuso di alcol da parte degli adolescenti ci hanno portato a riflettere
sull’importanza e sulla necessità di aprire in prima persona un dibattito su questo tema.
Il Teatro del Buratto, infatti, da oltre 35 anni lavora a stretto contatto con il mondo dei ragazzi, non
solo attraverso la produzione di spettacoli, ma anche proponendo laboratori teatrali a scopo
formativo ed educativo, un curriculum che ci ha fatto ottenere il riconoscimento da parte del
Ministero dei Beni Culturali di Teatro Stabile d’Innovazione per l’Infanzia e l’adolescenza.
Ci è sembrato quindi necessario dedicare, all’interno di un percorso triennale rivolto agli
adolescenti, un progetto volto alla sensibilizzazione e alla prevenzione dell’abuso di alcol in questa
fascia d’età.
Un tema complesso che abbiamo deciso di trattare non senza il fondamentale confronto con
alcuni dei più attivi esperti del settore, in particolare con la collaborazione e la supervisione del
Prof. Emanuele Scafato, Direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol - CNESPS dell’Istituto Superiore
di Sanità, Direttore del Reparto Salute della Popolazione e del Centro dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità per la Ricerca e la Promozione della Salute su Alcol e Problematiche Alcol-correlate.
Soggetti protagonisti
Un progetto del Teatro del Buratto
con il patrocinio della Provincia di Milano
Supervisione scientifica Prof. Emanuele Scafato
(Direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol - CNESPS dell’Istituto Superiore di Sanità, Direttore del
Reparto Salute della Popolazione e del Centro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la
Ricerca e la Promozione della Salute su Alcol e Problematiche Alcol-correlate)
Enti coinvolti:
InContrasti coop. soc. onlus (partner operativo)
Jonas Onlus (partner operativo)
Noa.Rivolta
Scuola Teatrale del Teatro Fraschini di Pavia (ente partner organizzativo)
IRRE Lombardia
Asl di Milano
Il contesto
Interpretare la vita è oggi molto difficile per tutti, in particolare i giovani stentano a trovare in sé gli
“anticorpi” di cui le generazioni precedenti sono state dotate per contesti e situazioni socioculturali
assai differenti; Le cause principali di disagio e di rischio e delle conseguenti frustrazioni in caso di
mancata soddisfazione sono costituite dai messaggi a cui oggi sono sottoposti i giovani, che
scompaginano le culture consolidate, che ribaltano valori nella nostra società, oltre che
dall’influenza del marketing e del mercato specificamente orientato, con la creazione di bisogni,
domande e desideri fittizi. Tutto ciò fa dei ragazzi e delle ragazze le prime vittime della
trascuratezza, della presenza distratta o dell’assenza totale degli adulti. Questi, che sarebbero
chiamati naturalmente a recepire, trovare e fornire ragioni e motivazioni a tutela dei giovani nel
loro diritto ad una vita sociale, affettiva, scolastica sottratta alle pressioni, si trovano in realtà essi
stessi disarmati di fronte alla complessità socio relazionale sopra ricordata.
Tra i diversi e molteplici fattori di rischio l’alcol, specialmente tra le giovani e giovanissime
generazioni, ha assunto un valore d’uso, fortemente permeante le realtà di aggregazione e di vita
dei ragazzi e delle ragazze; il bere rappresenta oggi il paradigma di un comportamento
estremamente conflittuale, normalizzato dalla società, altamente condizionato dalla promozione
commerciale al bere, dalla disponibilità economica e commerciale di un bene di vasta diffusione
e dalla scarsa influenza di tutti quei meccanismi di controllo sociali, formali ed informali, in grado di
condizionare e prescrivere un consumo moderato, oggi soppiantato dai fenomeni di abuso non
sufficientemente stigmatizzati dalla collettività e prima causa di mortalità prematura e disabilità tra
i giovani italiani.
Il Progetto
In questa stagione teatrale il Teatro del Buratto inaugura un progetto triennale dedicando la prima
stagione al fenomeno dell’abuso di alcol da parte degli adolescenti.
Il progetto si rivolge ai ragazzi, ma vuole chiamare in causa anche i genitori e gli adulti. Vuole
essere un momento di confronto tra gli uni e gli altri per poter giungere a sollecitare
comportamenti responsabili, scelte informate e consapevoli del ruolo che ciascuno ha nella
società.
Da sempre consideriamo il teatro uno strumento educativo e per certi versi formativo; attraverso le
emozioni della scena possiamo comunicare in maniera empatica con il nostro pubblico, veicolare
attraverso storie e situazioni, idee, concetti che fungano come stimolo alla riflessione e,
ovviamente, all’azione positiva. Ci sembra quindi particolarmente importante cercare di parlare
attraverso il teatro ai giovani, in particolare vogliamo rivolgerci agli adolescenti, preadolescenti,
con cui la comunicazione (adulto-ragazzo) è divenuta sempre più complessa ma che proprio per
la sua complessità si presta ad essere affrontata attraverso un analisi dei bisogni dedicata a chi più
di altri merita la nostra attenzione ed un’attivazione condivisa, costruita e riproposta insieme come
buona pratica per la collettività.
Da queste premesse e dall’incontro con gli esperti del settore (medici, psicologi, educatori) nasce
un progetto multiforme e multidisciplinare che accanto alle forme convenzionali di
approfondimento e trattazione della problematica (conferenze, incontri ecc) affianca il linguaggio
del teatro, non solo in forma di spettacolo ma anche di laboratorio.
Lo spettacolo Teatrale
Binge Drinking. mondo liquido
testo di Renata Coluccini e Mario Bianchi
regia Renata Coluccini
consulenza scientifica prof. Emanuele Scafato
(Osservatorio Nazionale Alcol/CNESPS- Istituto Superiore Sanità)
in scena Elisa Canfora, Stefano Panzeri, Dario De Falco
luci Marco Zennaro
scene Marco Muzzolon
costumi Mirella Salvischiani
Binge Drinking. Mondo liquido: è una fotografia o meglio un insieme di fotogrammi che
susseguendosi formano uno spaccato di realtà.
E’ un mondo in cui ragazzi e adulti, genitori, figli, insegnanti si urtano senza mai toccarsi veramente.
E’ un insieme di situazioni ironicamente tragiche o tragicamente comiche che si rincorrono fino a
deformarsi attraverso una lente liquida
E’un mondo dove si abusa di lavoro di denaro di palestra di sudore di profumo e di alcol e l’abuso
di alcol da parte dei ragazzi non è un problema loro, ma il sintomo di una malattia che ci riguarda
tutti.
“Bevo. Bevo e allora…
il presente è andato, la fantasia è parte della realtà, non ho più freni, i pensieri sfumano
e questo mi fa stare bene.
Smetto di controllare le cose, il mondo, sono percorso da calde correnti di benessere.
E sono altrove.
Non sono più minacciato dalla gente. Tutte le mie insicurezze sono evaporate.
Io ora posso quello che voglio.
Sto bene, con gli altri sto bene, mi sento, ci sento insieme e vorrei che fosse vero.
Siamo in sintonia, parti di un movimento che conduce alla fuga.”
Lo spettacolo nasce da una sensibilità nei confronti di una problema che colpisce gli adolescenti e
che giorno dopo giorno, prima pagina dopo prima pagina, diventa sempre più preoccupante,
nasce da una riflessione sul mondo dei ragazzi guardando il mondo con gli occhi dei ragazzi,
nasce da un fotografia della nostra società, tutta.
Da queste riflessioni e dalla sinergia tra diverse realtà operanti sul territorio attorno al tema alcol
adolescenti prende vita un progetto Binge Drinking, un percorso multidisciplinare dedicato ai
ragazzi, ai genitori, agli insegnanti, agli educatori, alle scuole, che prevede accanto allo
spettacolo una serie di incontri con esperti, laboratori teatrali e psicosociali e un convegno sul
tema.
Un progetto del Teatro del Buratto con il patrocinio della Provincia di Milano, la consulenza
scientifica dell’Istituto Superiore di sanità la collaborazione di JonasOnlus, InContrasti Coop Soc,
Noa Rivolta d’Adda.
La trama
Tutto comincia sempre in un luogo e in una famiglia, qualsiasi essa sia.
La vita di tre ragazzi è messa a nudo nella sua ritmata frammentarietà per descrivere una
settimana consumata nell’attesa dello sballo del sabato sera.
Gli episodi di vita familiare e scolastica si intersecano con momenti di relazione tra amici; alle loro
voci si mescolano quelle degli insegnanti, dei genitori e del “barista” in un loop di finta
comunicazione. I pensieri veri, quelli spesso nascosti, si rivelano solo al pubblico con cui i
personaggi entrano in una relazione di confidenza.
A partire da una situazione di attesa drammatica, viene ricostruito un periodo determinante nella
vita di quattro ragazzi, un periodo che determinerà una presa di coscienza e quindi dei
cambiamenti o delle perdite. Per crescere bisogna scegliere.
Nella scrittura del testo e nella drammaturgia, la forma stessa di comunicazione dei giovani è
diventata contenuto; contenuto che va a mescolarsi con quello della storia narrata da restituire ad
una riflessione di noi attori, di noi pubblico, di noi persone, genitori o figli, possibili testimoni o
interpreti di questo stesso disagio.
Lo spettacolo affronta un disagio interiore che spinge i giovani “normali”, in maniera
assolutamente trasversale rispetto alla società, a compiere scelte comportamentali spesso estreme
che li portano all’abuso e in alcuni casi alla dipendenza dall’alcol. Il percorso di messa in scena
nasce dall’incontro con alcuni testi e film che ci hanno spinto ad un lavoro di ricerca sul campo e
di confronto con giovani, adulti, genitori, medici, operatori incontrati nella fase di elaborazione
della sceneggiatura.
Musiche
The Chemical Brothers
The Chemical Brothers
The Chemical Brothers
Daft Punk
Daft Punk
Popof
Len Faki
Sigur Ros
Star Guitar
Hey boy hey girl
Don’t think
Human after all
Veridis quo
Elektrik circus
Remix di Stranger to stability di Dustin Zahn
Untitled
Bibliografia di riferimento
L’Età indecente di Marida Lombardo Pijola
L’epoca delle passioni tristi di Miguel Benasayag
Un milione di piccoli pezzi di James Frey
Cuore liquido di Zailckas Koren
Filmografia di riferimento
16 years of Alcohol di Richard Jobson
Human Traffic di Justin Kerrigan
Requiem for a dream di Darren Aronofsky
28 giorni di Betty Thomas
Alpha Dog di Nick Cassavetes
Note di regia e altri spunti di riflessione
Perché affrontare l’abuso di alcol da parte dei giovani?
Forse perché tra tutte le “droghe” non solo è legale, ma è tutto sommato accettata per cultura e
per esperienza personale (chi non si è mai preso una sbronza o si è almeno sentito un po’ brillo).
C’è una sorta di condiscendenza. Eppure i danni, le morti provocate dall’alcol sono sotto i nostri
occhi; i ragazzi non bevono per assaporare un gusto, fanno binge drinking, ossia bevono fino a
stordirsi, per andare oltre…oltre a cosa?
La paura nell’affrontare questo argomento era quella di cadere in una facile retorica, oppure di
puntare dita accusatorie in maniera vaga e inutile.
Quando ho deciso di affrontare questo tema, l’abuso di alcol da parte dei giovani, mi sono
lentamente calata in un mondo che non era il mio, con lo sguardo di una donna matura, di una
madre.
Non riuscivo a prescindere da un giudizio etico, da un confronto con la mia generazione, da
preoccupazioni di madre… E allora, dopo un’immersione in libri e film, ho cominciato a
fotografare la realtà; a partire da me, dai miei amici, genitori e insegnanti, dai loro figli, dagli amici
dei figli.
E ad un tratto è accaduto qualcosa, ho cominciato a capire, non a condividere, ma a capire sì!
Tra i libri che leggevo, i film che vedevo, le persone che incontravo, la mia identificazione nei
personaggi di madri, di adulti non è stata più così certa; a volte ero la ragazzina ubriaca, o quella
che scriveva su facebook o ancora quella che si sentiva privata di un futuro, incapace di
comunicare con chicchessia, che desiderava bere per stare bene.
Ho rubato immagini, storie di vita dalle persone che ho incontrato e dai tre attori che hanno
lavorato con me. Ho amato i personaggi dello spettacolo (tranne uno), ragazzi, insegnanti e
genitori perché spero di averli ritratti nella sincerità del loro essere, tutti ricchi di chiaro-scuri, di
contraddizioni.
Lo sguardo è affettuoso e privo di giudizio, ma mi ha permesso di toccare con mano i vuoti che
dall’alcol vengono falsamente riempiti. L’abuso di alcol non è un problema dei ragazzi, ma il
sintomo di una malattia che ci riguarda tutti.
Lo spettacolo in scolastica è seguito da un incontro tra i ragazzi e un operatore sociale.
Suggerimenti per attività e opportunità di approfondimento complementari
Incontro – dibattito dopo lo spettacolo**
Al termine dello spettacolo è sempre previsto uno spazio di incontro interattivo condotto da un
operatore psico-sociale** che, a partire dalle suggestioni e dagli stimoli dello spettacolo, affronterà
la tematica. L’incontro dura circa un’ora. (** la disponibilità dell’operatore è riferita ai soli spettacoli
rappresentati nelle sedi del Teatro del Buratto)
Laboratori teatrali nelle scuole**
(a cura del Teatro del Buratto e di InContrasti coop. soc. onlus)
Premessa
Il laboratorio rappresenta un’opportunità di rilevazione e rivelazione del potenziale espressivo dei
ragazzi; consente un’esplorazione approfondita dei testi e dei contesti nella prospettiva di una
comprensione (“prendere dentro di sé insieme a…”) e di una possibile rappresentazione (“portare
fuori di sé davanti a…”): si tratta di un setting strutturato di ricerca/azione, che pone al centro
dell’attenzione una espressività pertinente ai temi affrontati.
Nel caso di laboratori orientati all’introiezione e alla espressione delle tematiche connesse al bere
eccessivo e all’uso di sostanze psicoattive, si intende affrontare argomenti inerenti la strutturazione
del sé e le fragilità generali della crescita e della crescita di queste particolari ultime generazioni, e
la connessa necessità di individuarsi e riconoscersi nei riti della appartenenza generazionale e delle
sub-culture della comunicazione simbolica.
Obiettivi
Consentire l’emersione dei vissuti profondi personali relativi alla percezione della necessità di fare
uso di sostanze alcooliche e psicoattive;
facilitare il riconoscimento dei riti di appartenenza artificiale e della necessità di appartenenza
autentica;
favorire una presa di coscienza delle dinamiche sperimentate e delle domande inespresse o
insoddisfatte dai comportamenti agiti.
Metodologia
Date le caratteristiche sia introiettive che espressive dei laboratori, si prevede la presenza costante
di due operatori:
il primo maggiormente orientato alla esplorazione dei vissuti personali e alla enucleazione dei testi
e dei contesti di riferimento,
il secondo teso a fare emergere e sperimentare la espressività socio-relazionale e sub culturale
specifiche dei singoli gruppi di adolescenti.
Poiché il laboratorio modifica la strutturazione usuale dei rapporti di devianza e di alterità, valorizza
anche coloro che non hanno altre opportunità per avere successo e per rendersi visibili, offrendo
la possibilità di sperimentare il riconoscimento reciproco e la solidarietà.
L’avvio di ogni laboratorio richiede una preliminare presentazione del gruppo dei minori da parte
della Direzione scolastica o dei docenti incaricati, tale da consentire una prima individuazione
delle tecniche animative, educative e teatrali più idonee.
Struttura
Sono previsti due tipologie di laboratorio teatrale, strutturati sulla base della loro durata:
Tipologia A: n. 8 incontri di 2 ore ciascuno, a cadenza settimanale (massimo quindicinale), di
cui il primo e l’ultimo con la presenza dei genitori dei minori coinvolti, e i sei intermedi con la
sola presenza dei minori.
Tipologia B: n. 4 incontri di 2 ore ciascuno, a cadenza settimanale, con la sola presenza dei
minori.
A conclusione di ogni percorso laboratoriale sarà restituito, in forma orale o scritta, un sintetico
report dei risultati raggiunti e delle eventuali problematicità rilevate.
Ognuno di questi sarà monitorato da un supervisore, che avrà anche il compito di individuare, sulla
base dei report degli operatori, la presenza di minori particolarmente soggetti a rischio. In tal caso,
di concerto con le Direzioni scolastiche, provvederà a indicare eventuali strategie di supporto e/o
di orientamento ai servizi. In caso di particolari necessità, il supervisore si renderà disponibile a
colloqui riservati con i genitori del o dei minori a rischio.
Incontri nelle scuole**
Saranno condotti dalla parte artistica: regista e autrice, attori, della pièce Binge Drinking con il
supporto e/o la presenza diretta dei consulenti scientifici: educatori psico-sociali, psicologi, etc.
Quest’ultimo modulo è da considerarsi in sostituzione dei laboratori teatrali, qualora l’istituto non
avesse modo di inserire questi ultimi nell’attività scolastica di questo anno accademico.
**Tutte le proposte di approfondimento relative all’attività laboratoriale e/o di incontro con le classi
in cui si prevede la presenza di operatorie esterni e/o di esperti previste nelle sedi scolastiche va
concordata direttamente con il Teatro del Buratto.