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Anna Frank si trova con la sua famiglia in un rifugio segreto per sfuggire alla persecuzione
nazista. Qui, nel suo diario, si pone delle domande difficili e complesse.
Mercoledì, 3 maggio 1944
Cara Kitty,
anzitutto le notizie della settimana. Il nostro Moffi1 non c’è più. È sparito senza lasciar tracce da
giovedì della settimana scorsa. Sarà certamente da un pezzo nel paradiso dei gatti, perché qualche
amico degli animali se lo sarà mangiato. Forse col suo pelo faranno un berretto a una ragazza.
Da sabato pranziamo alle undici e mezza; perciò la mattina facciamo una piccola colazione. Serve a
risparmiare un pasto. È sempre molto difficile procurarsi la verdura: oggi, a pranzo, abbiamo avuto
l’insalata cotta, marcia, spinaci e nient’altro. Che delizia!
Come puoi immaginare, qui dicono spesso, disperati:”A che cosa serve mai la guerra? Perché gli
uomini non possono vivere in pace? Perché distruggere tutto?”
La domanda è comprensibile, ma finora nessuno ha ancora trovato una buona risposta. Perché in
Inghilterra fanno aeroplani sempre più grandi, bombe sempre più pesanti e, nello stesso tempo, case
prefabbricate in serie per la ricostruzione?Perché si spendono ogni giorno milioni per la guerra e
nemmeno un centesimo per l’assistenza medica, per gli artisti, per i poveri?
Perché gli uomini devono soffrire per la fame, quando in altre parti del mondo si lasciano marcire i
cibi? Perché gli uomini sono così pazzi?
Non credo per niente che la guerra sia soltanto colpa dei grandi uomini, dei governanti, dei
capitalisti. No, la piccola gente fa altrettanto volentieri, altrimenti i popoli si sarebbero ribellati già
da tempo. C’è negli uomini un impulso alla distruzione, alla strage, alla rabbia e fino a quando tutta
l’umanità non vivrà una grande metamorfosi, la guerra ci sarà sempre: tutto ciò che è stato
ricostruito sarà distrutto di nuovo. L’umanità deve ogni volta ricominciare da capo. […..]
[adattato da Anna Frank, Diario, in AA.VV., Fatti per pensare. I grandi temi di oggi, Einaudi 2004]
1. Riassumi brevemente il brano, usando circa 70-80 parole.
2. Scrivi una lettera ad Anna, nella quale riprendi i suoi pensieri: parla un po’ di te, delle tue
convinzioni sulla guerra e sulla pace, delle tue idee sull’umanità.
3. Sviluppa la seguente traccia.
L’educazione alla pace può partire anche da piccole cose, dalla vita di ogni giorno. Presenta
una situazione di litigio, analizza i comportamenti dei protagonisti del litigio e cerca di
spiegare come può nascere violenza e incomprensione.
1
Moffi: il gatto dell’ufficio che confina con l’alloggio segreto.