Il destino delle donne nel melodramma (e non solo…)
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Il destino delle donne nel melodramma (e non solo…)
con il Patrocinio del Comune di Piacenza Ministero dell’Università e della Ricerca Alta Formazione Artistica e Musicale CONSERVATORIO DI MUSICA “GIUSEPPE NICOLINI” PIACENZA Festa della Donna 2011 Il destino delle donne nel melodramma (e non solo…) Concerto per canto e pianoforte introdotto e commentato da letture Piacenza, “Famiglia Piasinteina” - 15 marzo 2011, ore 17.30 Programma GIACOMO PUCCINI (1858-1924) Turandot: Aria Liù, “Signore ascolta” Cha Bo Ra GIUSEPPE VERDI (1813-1901) Rigoletto: Duetto Gilda-Duca, “Addio speranza ed anima” Wonhui Shin, Sung Goo Lee Rigoletto: Duetto Gilda-Rigoletto, “Tutte le feste al tempio” Sinhye Kim, Dong Yub Lee La Traviata: Duetto Violetta-Germont,“Pura sì come un angelo” Cha Bo Ra, So Min Ho La Traviata - Aria Violetta, “Addio del passato” Sinhye Kim Otello: Desdemona, “Ave Maria” Aki Tanimoto ******** Allievi delle classi di Canto e di Arte Scenica del Conservatorio “Giuseppe Nicolini” di Piacenza Aki Takimoto, Cha Bo Ra, Sinhye Kim, Dong Yub Lee, Sung Goo Lee, Wonhui Shin, So Min Ho Pianista collaboratore Anna Dang Anh Nga Bozaghi Letture Georgia Panelli, Donata Zaghis Letture da Alda Merini, Delirio amoroso; Emily Dickinson, Poesie; Catherine Clément, L’opera lirica o la disfatta delle donne Progetto Caterina Calderoni Realizzazione e regia Maria Luisa Iotti Coordinamento Patrizia Radicchi I con il Patrocinio del Comune di Piacenza Ministero dell’Università e della Ricerca Alta Formazione Artistica e Musicale CONSERVATORIO DI MUSICA “GIUSEPPE NICOLINI” PIACENZA In collaborazione con le classi di Canto di Francesca Garbi, Laura Groppi, Adelisa Tabiadon Il destino delle donne nel melodramma (e non solo…) Sedotte e abbandonate, vittime della gelosia, ricattate dal potere, emarginate dalla società, le eroine del melodramma ottocentesco finiscono pazze o suicide quando non vengono assassinate. Assai poche sono infatti coloro che sfuggono a questo destino per riscattarsi con un lieto fine o, tuttalpiù, con una compensazione ai torti subiti. Il melodramma ottocentesco, trasposizione o rilettura di testi letterari classici e coevi, offre dunque una visione della donna che pare trovare riscatto e ragione d’essere solo nel suo annullamento o nella completa annientazione. Nel suo celebre saggio L’opera lirica e la disfatta delle donne (1979) la musicologa francese Catherine Clément, analizzando le opere più note del repertorio romantico, sottolinea il fatto che la trama dei libretti porta immancabilmente alla morte della protagonista femminile (“Le donne, sulle scene dei teatri lirici, cantano, immutabilmente, la loro disfatta.”) definendo l’opera “spettacolo concepito per adorare e uccidere il personaggio femminile.” Se nelle opere buffe e nei melodrammi giocosi, così come nel melodramma serio settecentesco, la donna non soccombe, ma anzi ne esce più spesso vincente, il melodramma ottocentesco celebra invece il “massacro” di personaggi femminili accomunati da una evidente tendenza alla trasgressione rispetto ai canoni dell’epoca: trasgressione delle regole familiari, sociali, politiche. Trasgressive sono Violetta, Butterfly, Carmen, ma anche Lucia, Gilda, Desdemona… L’unico punto di forza che le donne hanno nell’opera è quello della voce. Le protagoniste del melodramma, assumendo autorità sotto il profilo vocale, sembrano contraddire la tradizione che le vuole passive e silenziose. Il paradosso del melodramma consente a Violetta di morire al culmine del l’enfasi lirica e della prestanza vocale, nonostante la tisi. Non venga letta, questa rivalsa vocale, in chiave socio logica; essa rientra infatti nelle convenzioni del melodramma, in cui “la musica fornisce semplicemente un’aura sonora che attenua la violenza, mentre la sua bellezza distoglie l’ascoltatore dall’analizzare le sgradevoli implicazioni sociali delle trame operistiche” (Carolyn Abbate, Musicologia e gender studies in Enciclopedia della musica, Einaudi, vol. II). Le categorie di riferimento dei ruoli femminili del melodramma possono forse apparire banali stereotipi ma, lungi dell’essere frutto di fantasie, esse trovano tuttora riscontro nella realtà, rispecchiando una visione mortificante e mortificata della donna ancora oggi diffusa persino nei paesi più industrializzati. Sono ormai all’ordine del giorno fatti di cronaca che coinvolgono figlie, mogli e amanti uccise in ambito domestico, lavoratri ci sottoposte a molestie o mobbing da parte del capoufficio o donne socialmente emarginate per appartenenza a una cultura o a un’etnia diversa da quella dominante o per le sue scelte in ambito politico, sessuale, religioso. Ancora una volta colpevoli di aver trasgredito i dettami del clan, della famiglia, della comunità. Il progetto Il destino delle donne nel melodramma (e non solo…) intende dunque offrire uno sguardo trasversale sugli stereotipi femminili nell’opera e nella letteratura, tracciando parallelismi tra finzione e realtà e tra passato e presente. Alla luce di queste considerazioni è forse opportuno rinnovare la riflessione sulla percezione dell’identità femminile nella società odierna, in cui i destini delle donne continuano a presentare risvolti inquietanti. Caterina Calderoni I con il Patrocinio del Comune di Piacenza Ministero dell’Università e della Ricerca Alta Formazione Artistica e Musicale CONSERVATORIO DI MUSICA “GIUSEPPE NICOLINI” PIACENZA I