NON HO TEMPO PER LA FRETTA - Consorzio della Quarantina

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NON HO TEMPO PER LA FRETTA - Consorzio della Quarantina
Felice
(Rosario Colaci)
NON HO TEMPO
PER LA FRETTA
Parole di terra in rima baciata
Illustrazioni di
Daniele Garota
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Felice
ama la terra
ma la terra, accarezzala con i tuoi attrezzi
semplici e antiquati
A
Per renderla soffice e poi affidarle i semi che avrai scelti
e conservati.
Ama la terra, cantale la tua canzone, anche se sei
stonato
l’importante è che nel cuore tu le sia grato.
Suona la musica che per lei hai composto un mattino,
cosa importa se non sai suonare lo zufolo e il violino?
Anche senza suono né voce la tua melodia sarà
armoniosa e vibrante
come l’acqua, verrà assorbita dalla terra e dalle piante.
Se ami la terra e vuoi regalarle un tappeto o uno scialle
per ornamento
abbi cura che non sia di plastica, asfalto o cemento.
Per tappeto puoi regalarle un intarsio di mille piante e
corolle profumate
come quello delle valli montane incantate.
Lo scialle sarà un ricamo di margherite
che per magia restino eternamente fiorite.
Se ami la terra, ami davvero te stesso e la tua vita
e il tuo investimento avrà una resa sicura e garantita,
il tuo lavoro per renderla morbida, ricettiva e fruttuosa
avrà il premio di una messe abbondante e generosa.
Il tuo amore per la madre terra sarà sempre
contraccambiato
perché lei non ti lascia orfano e abbandonato.
S’incarna regalando un corpo alle tue spoglie mortali
ti nutre, ti sostenta fin dai tuoi primi giorni natali.
Non ho tempo per la fretta
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Ti accoglie finalmente quando la tua energia
sembra finita
per trasformarti ancora nella sempre mutevole vita.
Intanto… suona la musica che hai composto nella tua
mente
non affannarti, preoccupandoti inutilmente.
Continua ad accarezzarla, confidando che un giorno
il tuo amore ed affetto faranno ritorno.
Marzo 2003
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Felice
Non ho tempo per la fretta
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anche se dovessi campare cent’anni
ascesa
orrei vivere fino all’ultimo momento
zappando la terra, raccogliendo frutta, ascoltando
V
il vento.
o navigato tutta una vita col vento contrario e
controcorrente
H
di uniformarmi ed inserirmi non mi è mai importato
Facendo legna, infornando il pane, lavando i panni
come faccio ora ed anche se dovessi campar cent’anni.
Non è che io voglia vivere così lungamente
il mio desiderio è di essere sempre autosufficiente.
Accetterei anche volentieri e di buon grado
un po’ di acciacchi e il normale fisico degrado
che gli anni portano, insieme ad una sapienza
che è frutto dei tanti errori fatti e dell’esperienza.
Il mio non è un semplice desiderio, ma una vera
invocazione
che rivolgo all’Artefice della creazione.
Se hai vissuto una vita semplice e naturale
non ha certo senso concluderla in ospedale.
Chiedo al misterioso Artefice della vita
di accordarmi salute e forza finchè non sia finita.
Ma poi del resto vorrei accettare quel che la vita mi
presenta
anche perché son io che ne ho gettate le fondamenta.
Il mio agire ignorante e passionale
potrebbe certo portarmi in ospedale,
mi piacerebbe però addormentarmi per sempre
poggiato alla zappa o seduto sul prato
con la brezza che mi accarezza, mentre con lo sguardo
abbraccio il cerchio del creato.
Febbraio 2014
niente.
Molti ostacoli poi me li sono anche procurati
con errori e scivoloni che volentieri avrei evitati.
Ed ora che ho attraversato pianure, fiumi, burroni,
vallate e torrenti
ora che ho scalato dirupi, vagato per boschi, sfidato
tempeste e venti
dall’alto dell’ultima vetta raggiunta e conquistata
guardo il tortuoso percorso della mia vita girovaga e
ingarbugliata.
Forse avrei potuto trovare un itinerario più veloce e
diretto
forse avrei dovuto seguire un piano più ragionato e
perfetto.
La visione però era spesso confusa e offuscata
difficoltà e ostacoli hanno creato più di una sbandata.
Ma vedo ancora monti e monti da scalare
valli e fiumi da attraversare
fino alla vetta suprema, quella finale
che proprio più in alto non si sale.
Eppure sarebbe proprio una bella sorpresa quel giorno
scoprire
che, arrivati in cima, si continua ancora e sempre a
salire.
Giugno 2003
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Felice
ascolta il vento
scolta il vento, ascolta il suo canto selvaggio
vivi la vita con ardore e coraggio.
A
Non farti imprigionare da regole strette e convenzioni
non fare imbrigliare il tuo istinto, le tue emozioni.
Canta anche tu la tua canzone, affidala alle ali del
vento
esprimi il tuo essere libero, vivi felice e contento.
Fai guidare il tuo agire, il tuo fare, da regole di purezza
interiore
non lasciare spegnere il tuo fuoco, non lasciare
appassire il tuo fiore.
La libertà è preziosa come i raggi del sole al mattino
come il canto dell’usignolo la notte, come il volo
scherzoso del cardellino.
Il suo valore non è vuoto e freddo come quello dell’oro,
i gioielli, i diamanti
ma è caldo e solare come il riso dei bimbi e i loro canti.
Ascolta il vento sussurrare fra i cespugli e le fronde.
Ascoltalo mentre accarezza le placide onde.
Ascoltalo quando gioca tra i tuoi capelli fluenti
ascoltalo e guardalo danzare fra le foglie cadenti.
Le sue folate abbracciano fiocchi di neve e petali
profumati
fanno ondeggiare campi di grano e splendidi prati.
Con l’intelletto puoi cercare di capirne le leggi ed i
percorsi
ma se l’ascolti in silenzio, col cuore potrai intuirne i
segreti discorsi.
Non ho tempo per la fretta
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Lui canta, balla e corre sempre libero ed indipendente
nessuno può mai fermarlo, non ha paura di niente.
Ascolta il vento, ascolta la sua selvaggia canzone
vivi la vita senza paura, senza padrone.
Spezza le sbarre dei tuoi timori, della tua dipendenza
ma fallo con fare gentile e senza violenza.
Non farti prendere e dominare dall’ira, come a volte fa
il vento
ma come una brezza leggera, cambia, ma a ritmo lento.
Aprile 2004
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Felice
Non ho tempo per la fretta
asino sì...
c’è un piccolo popolo
on puoi essere ciò che non sei
N
non puoi dare quel che non hai.
Perché fingere e farti bello
’è un piccolo popolo, che gira, gira e rigira
C
ha perso ogni punto di riferimento
se poi tu non sei quello?
Sii il ruvido e goffo te stesso
anche se non ti dà il successo.
Perché sprecare energia e cura
per qualcosa che non dura?
Guarda l’asino nel recinto
lui non ha un sorriso dipinto
non si cura di come sembra
è a pieno agio con le sue membra.
Mangia, beve, raglia
non si preoccupa se sbaglia.
È un asino, sì, ma non è scemo
non è un essere blasfemo
come il suo cugino umano
che non sa guardar lontano
e che spreca una gran cura
per un’immagine che non dura.
Agosto 2013
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e si lascia portare in giro dal vento
che viaggia e girovaga fino alle estremità del mondo
il cui sentire è come un mare profondo.
È un popolo allegro, è un popolo sognante
ed ama la terra, il cielo e le piante.
È un popolo triste, è un popolo afflitto
perché vorrebbe vedere sedati ogni guerra e
conflitto.
È un popolo aperto, è un popolo sensibile
che vorrebbe vivere in un modo leggero e
sostenibile.
A volte si perde per strade affollate e sembra morto,
ma poi, all’improvviso, ritrova la strada e lo vedi
risorto.
È un popolo fatto di confusi, sconfitti e disadattati
che la società ha rifiutati e scartati.
È un popolo fatto degli animi più puri ed eletti,
ma che non si conforma e la società li ha esclusi e
reietti.
È un popolo anche fatto da ribelli, sballati e
rivoluzionari
ma che non vogliono più essere dei mercenari.
È il popolo di chi non accetta passivamente
un sistema di vita che ti possiede il corpo e la
mente
e che per mille sentieri e strade diverse
è alla ricerca delle sue radici ormai perse