IL PARTO
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IL PARTO
Lezione del 26/03/03 Ore 13.30/15.30 Prof. Mangioni IL PARTO Oggi parleremo del parto che può essere considerato un percorso che va dalla cavità uterina all’esterno. Se ricordate nel primo incontro abbiamo parlato dell’ apparato genitale interno come via canalicolare ascendente o discendente.Se per il concepimento questa via la intendiamo come via ascendente per la cellula germinale maschile e via discendente dalla gonade attraverso la tuba e la cavità uterina per la cellula uovo e l’embrione dopo la fecondazione, il parto è un passaggio dalla cavità dell’utero attraverso il tratto genitale inferiore fino all’esterno, è un passaggio che deriva da un confronto tra il feto e il canale da parto ( quando parliamo di parto intendiamo il parto a termine della gravidanza) perché il tratto genitale inferiore è inserito in un sistema muscolo-aponeurotico che giace nel bacino; il passaggio del feto dalla cavità uterina all’esterno deve tenere conto di questi fattori: • Il bacino che accoglie l’utero al termine della gravidanza, • Il sistema muscolo-fasciale che costituisce la chiusura della pelvi sia nel maschio che nella femmina • Le pareti del tratto genitale inferiore che costituisce una delle vie intermedie di apertura della pelvi femminile, quella superiore l’uretra è la via canalicolare discendente delle vie urinarie, quella inferiore il retto è la via canalicolare discendente tratto terminale del tubo digerente. Il tratto genitale inferiore, in particolare intendo il collo dell’utero, la vagina e i genitali esterni costituiscono, tra le vie urinarie e il tubo digerente la terza via d’uscita mediana dell’apparato genitale. Nel parto eutocico ( quello fisiologico non il cesareo ,esiste anche il parto operativo con l’aiuto di ventosa ostetrica o di forcibe) si accettano alcune forzature che impropriamente eutociche non sono per esempio si potrebbe discutere sulla perineotomia, l’apertura che si fa sulle parti molli del perineo per favorire l’uscita, questa tecnica oggi negli ospedali è largamente in uso prima quando i parti avvenivano in casa no; tuttavia la perineotomia non rende distocico il parto. IL PARTO EUTOCICO è LA ESPULSIONE A TERMINE DELLA GRAVIDANZA , Se non si è a termine della gravidanza quel parto non è eutocico anche se il meccanismo con cui avviene è fisiologico, se avviene prima delle 36 settimane è un parto prematuro; DEL FETO che possiamo chiamare anche MOBILE FETALE E DEGLI ANNESSI FETALI, quindi il SECONDAMENTO fa parte della eutocia del parto. Per annessi fetali intendiamo: • La placenta, • Il liquido amniotico, • Le membrane che avvolgono il sacco amniotico, corion e amnios. ….quindi l’espulsione a termine della gravidanza del mobile fetale e dei suoi annessi CON LE SOLE FORZE NATURALI, questo è molto importante, per forze naturali intendiamo : • Le contrazioni uterine, l’utero che si contrae è forza naturale che preside la eutocia del parto. • Le forze ausiliarie,la donna può utilizzare forze ausiliarie che potenziano le contrazioni dell’utero. L’ utero che si contrae cosa vuol dire? Vuol dire che quell’utero che ha avuto per 40 settimane la diastole cioè si è continuato ad ingrossare per accogliere il mobile fetale, incomincia una sistole, la diastole è durata 40 settimane la sistole invece dura da poche decine di minuti a poche ore. Si ritiene che il periodo espulsivo mediamente non debba superare l’ora e nella pluripara i 20-30 minuti. Quindi una diastole uterina che ha reso l’utero capace di contenere il prodotto del concepimento dall’annidamento fino a 40 settimane o a 36 che comunque è il termine e una sistole che è concentrata in poche ore.la sistole gia incomincia un po’ durante il travaglio e vedremo come ma poi si realizza nel meccanismo del parto, nel periodo espulsivo. Le forze ausiliare che aiutano questa sistole sono le forze ausiliarie che la donna ha per evacuare, svuotare l’ampolla rettale e per mingere , svuotare la vescica. La defecazione e la minzione fanno parte della fisiologia della cinestesi individuale, per poter svuotare ampolla rettale e vescica bisogna contrarre determinati muscoli che sono involontari e avvolgono e determinano la compliance vescicale, il soggetto però per favorire può utilizzare i muscoli del torchio addominale che aumentano la pressione addominale. Se questa pressione è utilizzata per svuotare vescica e retto in determinate condizioni e con un particolare controllo degli sfinteri è chiaro che le stesse forze possono essere considerate utili svuotare l’utero dal suo contenuto. …..quindi parto eutocico con espulsione a termine della gravidanza del feto e dei suoi annessi con le sole forze naturali e L’ASSUNZIONE DA PERTE DELL’UTERO AL TERMINE DELLA SISTOLE ( che gli ha permesso di svuotare i suoi contenuti, feto e annessi) DI QUELLO STATO DI CONTRAZIONE TEANICA CHIAMATO GLOBO DI SICUREZZA che impedisce alla puerpera di morire di emorragia, altrimenti dall’area del distacco placentare se non ci fosse questo fisiologico stato di tetania uterina le bocche vascolari che irrorano la placenta avrebbero una portata di sangue tale da far morire la gestante di emorragia, di shock ipovolemico . Per legge chi presiede come operatore alla scena del parto è responsabile delle 2 ore post- partum perché sono queste 2 ore dopo il parto che consentono all’eutocia di completarsi perché al globo di sicurezza tetanico che chiude in una morsa i vasi attraverso lo strato vascolare del miometrio subentra una trombizzazione dei grossi vasi che arrivano al sito di impianto placentare e questa trombizzazione chiude definitivamente i vasi costretti delle spirali muscolari del miometrio e impedisce ulteriore emorragia. Noi oggi parliamo del parto eutocico, oggi nella maggior parte dei casi avviene in ospedale, esiste anche l’evenienza della “casa del parto” che è un modo diverso di concepire la fine del percorso nascita, un luogo protetto a parte o fuori dall’ospedale ma che comunque è connesso all’ospedale , qualsiasi evenienza di patologia che il parto eutocico può causare viene rapidamente compensata tramite il ricovero in un ambito protetto , specialistico adeguato all’emergenza. Secondo le associazioni ostetriche italiane E le comunità mediche internazionali oggi si auspica che l’80% dei parti avvenga in modo eutocico mentre ci sono ospedali che hanno il 50% di parti eutocici. Il parto eutocico è un confronto , ogni passaggio è un confronto , soprattutto se questo passaggio è angusto , è fuor di dubbio che il canale da parto non è un passaggio comodo, il fatto che appena nati ci siamo messi a urlare anche per le difficoltà che abbiamo dovuto superare… è un confronto tra un passaggio angusto e un mobile fetale che ha cercato di atteggiarsi , questo è un concetto molto importante: l’atteggiamento è il rapporto delle parti fetali tra loro. Il feto nell’utero è stato comodo per 40 settimane, quando incomincia il travaglio l’atteggiamento abbastanza mobile e mutabile che questo feto poteva avere nell’utero si radicalizza , è un atteggiamento che già gli consente di crescere occupando il minor spazio possibile con un’immagine che mi viene in mente ogni tanto un po’ distorta ….avete in mente quegli allevamenti di polli dove le povere galline possono mangiare, defecare, urinare e fare l’uovo in uno spazio piccolissimo…ecco noi siamo cresciuti Per 40 settimane immersi nel liquido amniotico in una situazione dove possibilità di movimento ne avevamo ma non di fare passeggiate…già avevamo un atteggiamento che ci consentiva di occupare uno spazio ridotto , ovoidale come quello che caratterizza la cavità uterina. In travaglio alle prime contrazioni dell’utero questo atteggiamento di massima flessione degli arti superiori (braccia su avambraccia sul tronco) e degli arti inferiori (gambe sulle cosce sull’addome) e flessione massima della testa si accentua e consente a questo feto di assumere una forma di ovoide o di cilindro molto levigato senza punti che possono agganciarsi od ostacolare il suo scivolare e di occupare il minor spazio possibile così da transitare nel canale da parto. Abbiamo da considerare seppur succintamente poi voi ve lo studiate con calma 3 protagonisti di questo evento : 1. Il canale da parto, con qualche variazione che vediamo, le vostre madri penso siano tutte di razza ariana, europea, hanno bacini similari; 2. Il mobile fetale, noi che con quell’atteggiamento ci ha consentito di scivolare o meglio di evolvere attraverso il canale da parto occupando il miglior spazio possibile; 3. IL contenitore, l’utero senza questo che contraendosi esprime fuori il suo contenuto non ci sarebbe parto, solo il parto cesareo,apri l’utero e estrai il feto , non gli consenti di passare attraverso il canale o perché il canale è impervio quindi il confronto non è possibile o perché il mobile fetale ha delle caratteristiche di patologia e non è in grado di sopportare le fatiche di questo passaggio, che è faticoso e crea delle difficoltà al feto. IL CANALE DA PARTO E’ costituito da due componenti: • Ossea, non molto modificabile, • Parti molli, modificabili perché l’imbibizione gravidica per 40 settimane ha reso queste parti molli capaci di essere plasmate dall’ovoide fetale che trascorre dentro il canale, che evolve dentro il canale.Le parti molli raggiungono al termine della gravidanza, attenzione al termine di gravidanza è per quello che il parto prematuro ha dentro una distocia cioè qualcosa che non è fisiologico, perché per esempio le parti molli del canale non hanno potuto raggiungere quel grado di imbibizione ed essere plasmate dall’ovoide fetale in uscita. Parti ossee: - bacino, non è uguale nel maschio e nella femmina! E’ uguale come morfologia generale issia risponde a certe caratteristiche : un ingresso (STRETTO SUPERIORE) , un’uscita (STRETTO ONFERIORE) ma poi vedremo che c’è un bacino femminile che assomiglia a quello maschile e si chiama BACINO ANDROIDE,fa parte della normalità del bacino ma con delle caratteristiche sfavorevoli al passaggio.Di questo bacino è importante sapere che esistono misure modificabili di pochi millimetri , modificabili perché non è un unico osso che caratterizza il bacino ma sono ossa articolate tra loro. Abbiamo una SINFISI che con imbibizione permette una distrazione di qualche millimetro se si distrae di più fa male, duole, la patologia è la diastasi della sinfisi, la donna dopo il parto fa fatica a camminare, a sedersi , le fa male a toccarsi, è un dolore urente, perché lo strappo è stato superiore alla fisiologia dell’imbibizione del disco fibroso che c’è nella sinfisi. Abbiamo poi la SINCONDROSI SACRO-ILIACA che ben imbibita dopo 40 settimane ha un agio di pochi millimetri .Per il resto il nostro canale osseo da parto non è modificabile e ha delle misure. Prima parlavo di un confronto, allora per intenderci subito, il mobile fetale è costituito da un infinito numero di piani ( noi siamo nati in presentazione cefalica) che vanno dall’estremo cefalico al podice fetale, ossia l’insieme di genitali esterni, natiche e piedi. Il canale da parto può essere concepito lo stesso come costituito da un insieme di piani distanziati tra loro come vogliamo distanziare quelli del mobile fetale; ognuno di questi piani del mobile fetale si confronta ed evolve con ognuno dei piani del canale da parto e il mobile fetale evolve nel canale grazie a questo confronto. Per comodità in tutto il mondo nell’ovoide fetale si prendono 3 misure di riferimento: 1. diametro dell’estremo cefalico; 2. diametro bisacromiale; 3. diametro bitrocanterico. Nel bacino per comodità si assumono come piani di confronto e di riferimento 3 piani: 1. Ingresso pelvico, stretto superiore; 2. il medio scavo, il piano che passa attraverso le spine ischiatiche. 3. l’egresso pelvico, stretto inferiore; Diciamo per comodità quando si parla del parto, il confronto di uno dei tre segmenti dell’ovoide fetale con uno dei 3 piani di riferimento del nostro canale osseo, come ultimo piano se volete considerarlo è il piano dei genitali esterni, la rima vulvare, quando cioè l’ovoide o meglio il segmento dell’ovoide (cefalico, bisacromiale e bitrocanterico ) viene espulso.Questo ingreasso ha come comodità di misura 10,11,12. Il diametro maggiore in assoluto è il diametro traverso, quello che unisce le due parti più distanti del contorno dello stretto superiore: sinfisi , eminenza ileo –pettinea , concavità iliaca e promontorio del sacro, questo è un punto di riferimento fondamentale in ostetricia e corrisponde al margine superiore della prima vertebra sacrale. Come riferimento quello che clinicamente si può valutare meglio nel percorso nascita e nel parto è il diametro antero-posteriore, la distanza che va dalla faccia interna della sinfisi al promontorio. Il diametro più largo è quello traverso, non è al centro del bacino, è posto un po’ posteriormente, il diametro traverso mediano è un po’ più piccolo. Il diametro più importante, quello che costituisce materia di confronto con i diametri dell’estremo bitrocanterico e bisacromiale è l’antero-posteriore,il diametro che va dal pube al sacro. Nello stretto medio il diametro più impervio è il diametro traverso, quello che era più generoso nello stretto superiore diventa il più piccolo a livello dello stretto medio , è il diametro bispinoischiatico . Lo stretto inferiore è un’uscita del tutto particolare costituita da un emi-egresso osseo inscritto nell’arcata pubica e un emiegresso costituito da parti molli, quello che i nostri 3 segmenti (cefalico, bisacromiale, bitrocanterico) non possono utilizzare nell’area ossea inscritta nella sinfisi possono utilizzarlo casomai sfondando le parti molli imbibite ,dilatate e magari tagliate (la perineotomia è ancora un concetto di eutocia). Il confronto nell’uscita deve tenere conto di 2 differenze dell’egresso, parte ossea inscritta nell’arcata e parti molli, lasciate all’imbibizione che per 40 settimane ha caratterizzato i piani muscolo fasciali che voi imparerete perfettamente per l’esame perché ve li chiederò…quindi è un obbligo non è una scelta…e tutti verrete esaminati da me…non c’è rischio di essere più fortunato o più sfortunato, di avere l’aiuto del buonumore o l’assistente molto buono che vi conosce…. Qui vedete i 2 diametri mediani e notate che quello più largo è nell’emi bacino posteriore , nel bacino GINECOIDE, nella variabilità dei vostri bacini l’80% delle fanciulle ha un bacino ginecoide, tutti i maschi coi connotati giusti hanno un bacino androide,nella donna ci sono variazioni della morfologia del bacino minime ma importanti. Questo è l’inizio del confronto, quell’ovoide è l’estremo cefalico,il 95% dei feti si presenta cosi’ all’inizio del travaglio mentre c’è quel 5/6% che si presenta per il podice, che viene cesarizzato. Questa è una visione del canale da parto ,la parte ossea, una prima caratteristica eccezionale di questo canale osseo è la morfologia e la inclinazione della sinfisi; esistono 3 tipi di misure tra la sinfisi e il margine superiore dell’arcata pubica perché essendo la sinfisi un ellissoide con vario grado di inclinazione io posso tracciare un’infinità di diametri antero- posteriori ma 3 soprattutto fondamentali: 1. quello che va dal margine superiore della sinfisi pubica al promontorio: CONIUGATA ANATOMICA 2. dalla parte più prominente verso l’indietro della sinfisi al mio promontorio: CONIUGATA VERA O OSTETRICA,questa è la più corta, è quella con cui dobbiamo confrontare l’ovoide fetale è la più importante 3. dal margine inferiore al promontorio: CONIUGATA DIAGONALE , che serviva a noi quando eravamo giovani per risalire alla misura della coniugata vera od ostetrica. Vi dicevo che nello stretto medio il passaggio obbligato non è l’antero-posteriore è il trasversale bi-spinoischiatico, mentre invece l’antero posteriore è lungo 11 cm non vi dà nessun problema. All’egresso il diametro più importante non è l’antero posteriore perché il codino chiamato coccige può essere retropulso quindi ampli l’uscita,il diametro più importante dell’egresso è quello maggiore inscritto nell’arcata pubica, si chiama diametro intertuberoischiatico. Quando vi sedete per evacuare sentite bene prominenti le tuberosità ischiatiche pigliatevi la misura! Perché questa non cambia anche quando voi fanciulle sarete al nono mese di gravidanza pronte per il parto vaginale se questo diametro è parzialmente utilizzabile sappiate che le parti molli del vostro canale da parto saranno sottoposte ad una distrazione maggiore in relazione alle caratteristiche di questo diametro, quanto meno utilizzabile è l’emiegresso posteriore tanto più distratti saranno le componenti delle parti molli. Stretto inferiore o degresso , importante è il diametro intertuberoischiatico, emiegresso anteriore inscritto nella arcata pubica immodificabile, tanto meno utilizzabile è l’emiegresso anteriore,tanto più forzato è l’emiegresso posteriore, così forzato che ne va di mezzo anche l’integrità dei visceri contigui,ampolla rettale, ano . Si parla molto della posizione della donna durante il travaglio (in stazione eretta, accovacciata……) oggi in particolare a Monza le nostre ostetriche sono le dominae della sala parto. Io ho abbandonato il vostro corso per dedicarmi a quello della laurea triennale perché quello è il cuore del problema, l’ostetricia nazionale ha bisogno di una nuova schiera di ostetriche che ridiano valore alla eutocia del parto perché altrimenti ci orienteremmo verso il 100% di tagli cesarei…il parto rimane comunque nella eutocia ,l fa parte della vita normale della donna e una donna deve riuscire a crescere con il desiderio di partorire anche se laureata in medicina e specialista in ostetricia… Posizione sdraiata o posizione eretta può condizionare la posizione del nostro ovoide nel canale da parto, lo vedete da questo angolo che noi abbiamo dovuto superare per venire alla luce, noi siamo discesi percorrendo il gomito del canale da parto, qui abbiamo un angolo di 45° e nella stazione eretta questo angolo è più ampio quindi si deduce una cosa molto semplice: durante il travaglio la stazione eretta favorisce la discesa nella parte alta del canale, in posizione accovacciata o sdraiata favorisce il superamento del gomito. Poi ci sono popolazioni che nel periodo espulsivo partoriscono accovacciate come i nomadi….. Vi parlavo delle variazioni del bacino, la maggior parte di voi fanciulle ha il bacino ginecoide però per esempio la razza nera ha un acino di tipo ANTROPOIDE molto ampio c’è invece una minima percentuale di bacini androidi e di bacini piatti . Di fatto ogni piano è una superficie quindi l’evoluzione dell’ovoide è una evoluzione di confronti di piani e di superfici diverse nel percorso del canale. Il bacino androide ha una prominenza delle spine ischiatiche, una minore convessità del sacro ,quindi una migliore accoglienza nel gomito del canale da parto e un’arcata pubica più alta e ristretta con una diminuzione del diametro bitrocanterico e da qui la necessità che l’ovoide trovi più spazio nelle parti molli dell’egresso che non nella parte inscritta nell’arcata pubica . Al contrario nel bacino piatto abbiamo una arcata pubica molto favorevole ma purtroppo abbiamo una riduzione seppur di millimetri delle coniugate in particolare la coniugata vera ( punto più sporgente della sinfisi margine superiore della prima vertebra sacrale ) L’androide ha un emiegresso anteriore poco utilizzabile è per quello che vi dico che quella misura che tutti sanno prendere del diametro delle tuberosità ischiatiche è importante, perché soprattutto durante il travaglio quel diametro vi dice , superate le difficoltà dell’ingresso dello stretto medio, dove il mobile fetale può trovare delle difficoltà (in funzione del diametro bitubero ischiatico ) . Ma questo percorso è avvolto in un punto nero????? Assolutamente no . Quando ero appena laureato mi facevano passare ore con le gestanti che arrivavano in Mangiagalli a misurare.. allora esisteva una grande valorizzazione delle misure esterne e si ricavava il canale da parto attraverso le misure e i rilievi che si facevano sul corpo della donna sdraiata e in piedi all’inizio del travaglio, per cui la donna arrivava in sala parto già conosciuta, noi oggi cosa abbiamo conservato di questo? Abbiamo conservato la semeiologia che ci permette all’inizio del travaglio di capire come è situato il mobile, il rapporto fra il diametro cefalo-podalico e il diametro maggiore di distensione uterina si chiama situazione e bisogna chiamarla così…possiamo rilevare da questa semeiologia semplice la qualità ,l’atteggiamento, il rapporto delle parti fetali tra loro, questo feto è già atteggiato a ovoide è già in un atteggiamento fisiologico pronto per evolvere nel canale ; questo atteggiamento è rilevabile con una semeiologia esterna tra una contrazione e l’altra all’inizio del travaglio, si chiamano le classiche manovre di Leopold : • la prima vi permette di capire se l’ovoide contenuto nell’utero risponde ai requisiti dell’eutocia del percorso, il fondo dell’utero al termine di gravidanza deve arrivare al terzo spazio del…. ombelicale (scusatemi ma dalla registrazione non si comprende..) • la seconda manovra vi permette di capire da che parte sta il dorso dell’ovoide rispetto alle piccole parti e vi permette di capire,mediante le due mani, se la situazione è longitudinale o obliqua o trasversale, ci permette di capire se questo mobile fetale si presenta con l’estremo cefalico, podalico oppure con una spalla, questo è molto importante perché posizioni anomale potrebbero essere causa di morte durante il parto. • La terza manovra vi permette di capire cosa per primo si confronta dell’ovoide fetale allo stretto superiore, qual è la parte presentata, qual è la presentazione,una volta che ho stabilito che è situato longitudinalmente e ho riconosciuto bene, se la gestante non ha un grosso pannicolo adiposo,dov’è il podice e dove sono le piccole parti, è fondamentale che io sappia se in basso c’è l’estremo cefalico o podalico; • La quarta manovra vi dice ancora di più,vi dice quanto quella parte presentatala incominciato a discendere o è già discesa nello scavo pelvico, vale a dire se quella parte presentata è già profondamente incuneata nel canale del parto. Quindi esiste una minima semiologia che va rispettata e che va ampliata non con voi ma nella laurea triennale o nella scuola di specialità; però la gestante arriva in sala parto già conosciuta per decidere la via da seguire per il parto. So la situazione, so la presentazione,so dove sono il dorso e le piccole parti , so a che punto è nella discesa la parte presentata cefalica per un possibile parto vaginale, naturalmente più c’è esperienza più si può definire se il dorso è anteriore o posteriore, dipende da quante piccole parti senti palpando il tuo contenitore tra una contrazione e l’altra. IL FETO Secondo protagonista,cioè noi con le nostre misure e con tutti i nostri piani ma di cui tre sono fondamentali: cefalico, bisacromiale, bitrocanterico; ma questi tre segmenti hanno un valore ben diverso . Il minimal brain deficit non è un problema di restringimento di qualche millimetro dei diametri ma è la compressione che l’estremo cefalico subisce nel suo evolversi nel canale da parto, in particolare in quello osseo perché abbiamo una teca ossea non ancora saldata, il contenuto è estremamente delicato e capite che questa teca ossea fatta da lamine non ancora saldate se compresse può portare ad un accavallamento dei bordi delle lamine,una riduzione millimetrica dei diametri fondamentali della teca ma ad un danno del contenuto. Quando dico minimal brain deficit dico una cosa oggettiva, ogni parto con questo passaggio comporta per la teca cranica un insulto che nella eutocia del parto è ampiamente tollerato dal feto ma bisogna evitare che l’insulto diventi patologico,il giudizio sul parto di prova è se quel confronto è un confronto possibile per la madre e per il feto, dove la via cesarea non ha più la morbilità di un tempo, ha certo i suoi rischi come ogni intervento chirurgico però sono infinitamente più piccoli rispetto al passato. Quindi io per poter scegliere la via da seguire devo conoscere bene questo estremo cefalico che deve transitare, come questo si può modificare nel passaggio perché in ogni momento di quel passaggio posso decidere diversamente se mi accorgo per esempio che queste lamine della teca cranica tendono a non permettermi più di rilevare le suture o addirittura le sento inizialmente embricate , un segno che quell’estremo è compresso. La teca cranica è da studiare! Nel feto le misure della teca cranica sono misure compatibili con il canale, abbiamo visto che la misura minima è intorno ai 9.5/10 cm , la misura che il nostro estremo dovrà sempre confrontare con punti delicati del percorso osseo (stretto superiore : diametro antero-posteriore coniugata stretto medio :diametro bisspino iliaco stretto inferiore: diametro bituberoischiatico) che misurano circa 9.5/10 cm. Dobbiamo anche considerare che queste misure possono subire una modificazione indotta dall’atteggiamento dell’estremo cefalico sul resto del mobile fetale, atteggiamento di massima flessione,noi abbiamo presentato per primo il sincipite e abbiamo presentato come diametri massimi da confrontare con il canale da parto osseo il diametro sottoccipitobregmatico e il biparietale che sono i 2 diametri più favorevoli nell’ atteggiamento di massima flessione dell’ovoide fetale singolo in situazione longitudinale e sono 2 diametri che possono evolvere bene nel canale osseo. L’atteggiamento del mobile fetale è fondamentale perché consente a quel mobile fetale di confrontarsi con i piani più difficoltosi del canale osseo coi suoi diametri più favorevoli per la sua parte più delicata (estremo cefalico, sottoccipitobregmatico e biparietale ) . Questo estremo cefalico lo possiamo conoscere meglio? Come facciamo a capire di più di questo feto? Le squame ossee che circondano la teco non essendo saldate tra loro consentono di rilevare bene : • Una sutura sagittale, • Una fontanella grande, incontro delle ossa temporali con le ossa parietali, • Una piccola fontanella lambdoidea , che deriva dal confine tra la lamina occipitale e le 2 lamine parietali, La pratica ostetrica consente di capire di più agli operatori presenti alla scena del parto delle caratteristiche della parte presentata perché attraverso il sistema di chiusura che si dilata e un sacco amniotico integro io posso valutare le caratteristiche dell’atteggiamento dell’estremo cefalico del mobile fetale contenuto nell’utero, posso con una certa esperienza riconoscere benissimo la grande e la piccola fontanella, le lamine delle ossa frontali rispetto alle parietali e questo consente un altro tipo di valutazione e cioè : come si rapporta all’ingresso pelvico, allo stretto medio, all’egresso pelvico, l’indice della presentazione? Un punto di riferimento per tutti i paesi industrializzati . Prendiamo il nostro feto unico in posizione longitudinale con il dorso a sinistra perché è il più frequente, perché l’area di sinistra per l’estremo cefalico ha un agio di qualche millimetro sull’area di destra, normalmente atteggiato con l’estremo cefalico che si confronta con lo stretto superiore…L’indice della presentazione è il nostro sincipite e lo vado a cercare per vedere dove si posiziona rispetto ad un punto preciso del mio ingresso pelvico (stretto superiore) I punti precisi dove vado a fare questo rilievo semeiologico sono: • La sinfisi, • Le estremità dei diametri obliqui, eminenza ileo-pettinea per esempio di sinistra, la sincondrosi sacro-iliaca di sinistra, • La concavità sacrale, sulla concavità sacrale il punto di riferimento principe è il margine superiore della prima vertebra sacrale. Allora una semiologia che da esterna diventa interna durante il travaglio mi permette di riconoscere dove l’indice della mia presentazione si colloca rispetto ai punti di riferimento che nella scuola latina sono fondamentalmente il margine anteriore degli obliqui (eminenza ileo pettinea di sx e sinfisi pubica) . Vi ho fatto vedere il teschio, che è rivestito dal cuoio capelluto, se le membrane sono rotte si forma un tumore da parto cioè una certa trasformazione tra rapporto tra cuoio capelluto e teca cranica che può mascherare il riconoscimento della grande e della piccola fontanella e quindi capire il mio indice di presentazione in travaglio dove si trova. Quello che dobbiamo sapere sono i nostri diametri favorevoli che sono il biparietale, il sttoccipitobregmatico che oscilla tra 9.3/9.5 cm . IL CONTENITORE Terzo protagonista che verrà approfondito dal dottor Strobelt. Noi per 40 settimane abbiamo vissuto lì, con poco spazio a disposizione però siamo cresciuti favoriti dalla diastole uterina . La muscolatura uterina può essere considerata una spirale muscolare che si è svolta per 40 settimane e svolgendosi ha procurato lo spazio ad un certo punto per una serie di meccanismi dei quali oggi solo alcuni sono bene conosciuti arriva un messaggio e questa spirale comincia a riavvolgersi rapidamente. Riavvolgendosi utilizza un raccordo anatomico essenziale che è il passaggio tra corpo e collo dell’utero; corpo dell’utero sede della diastole e della sistole, collo dell’utero sistema di chiusura che rimane chiuso per 40 settimane e si trasforma durante il travaglio da 6 a 8/10 ore da sistema di chiusura si trasforma in un cercine anulare di 9 cm e mette in comunicazione la cavità uterina con un canale vaginale imbibito che può lasciar transitare un ovoide fetale di 9/9.5 cm di diametro. Uno dei punti resistenti se non è eutocico il parto è questo sistema di chiusura che non si trasforma e non si dilata. Come avviene questa trasformazione tra un sistema chiuso e una spirale che si riavvolge? Attraverso le modificazioni anatomiche del giunto che collega il corpo dell’utero al collo dell’utero: REGIONE ISTIMICA (da studiare bene), anatomicamente caratterizzata in modo differente rispetto al corpo e rispetto al collo, ricca di fibre elastiche, prevalenza di fibre circolari muscolari e già con la sedicesima/ diciottesima settimana questa regione istimica che fuori gravidanza è una linea di riferimento anatomica. Come si individua la regione istimica? I punti di riferimento sono la plica vescico –uterina, l’attacco dei legamenti utero –sacrali , divisione dell’arteria uterina in ramo corporale e ramo cervicale, passaggio della mucosa endometriale alla mucosa endocervicale dove ci sono tipi di ghiandole diverse: semplici tubulari che producono glicogeno in cavità uterina, mucinose dendritiche che producono muco cervicale nel canale.In questa area che è solo di riferimento anatomico fuori gravidanza, in gravidanza incomincia a delinearsi una lamina che fa da raccordo tra il corpo uterino in diastole e il sistema di chiusura che rimane chiuso; quando avviene la sistole uterina la spirale col travaglio si riavvolge ( il travaglio è il riavvolgersi della spirale miometriale). Questa area di transizione trasmette i movimenti di riavvolgimento ad un sistema di chiusura imbibito e preparato cosi che il collo dell’utero di 2/3cm si appiana, si trasforma, diventa una bocca e la bocca pervia al dito esploratore nel giro di alcune ore diventa larga 9 cm. Questo è il terzo protagonista, qui possiamo avere patologie, la patologia la possiamo avere ma oggi non c’è più nel bacino, nel canale osseo possiamo avere la patologia dell’infortunistica stradale. Quando ero studente venne in reparto una giovane donna portata dall’ostetrica che dopo due ore di periodo espulsivo non riusciva a partorire; la fanciulla aveva avuto un anno e mezzo prima un incidente stradale con la moto col suo ragazzo e aveva fratturato il coccige, il coccige si era ripiegato all’interno, l’ovoide fetale col travaglio aveva impegnato l’estremo cefalico che era arrivato al piano perineale ma quell’ingresso aveva un diametro antero-posteriore alterato dalla frattura e dal cementarsi del coccige sull’ultima vertebra sacrale in posizione angolata in avanti . il problema della patologia del canale osseo un tempo era rilevante per cose che succedevano, magari questa donna aveva un’alimentazione non congrua….che aveva portato una decalcificazione del bacino (bacino piano)…oggi queste cose non succedono più. Queste sono delle diapositive per farvi vedere la mirabile armonia tra motore uterino (miometrio corporale) che dopo essersi disteso per 40 settimane si riavvolge ed esprime il suo contenuto fuori e il sistema di chiusura cervicale che subendo gli impulsi verso un segmento inferiore che si assottiglia e si distende e trasmette la forza della spirale del motore al sistema di chiusura…questo si trasforma, si accorcia, si appiana e si dilata. ….e poi volete non commuovervi? Pensate com’è un contenitore all’inizio del travaglio al termine della gravidanza, un sistema di chiusura che magari alle 8 del mattino è 3 cm e vi azzardate a dire che c’è una condizione sfavorevole a speravate di trovare1.5/2 cm , il collo chiuso e magari vi aspettavate di trovarlo già pervio al dito esploratore; un segmento inferiore che fate fatica a capire, non vi sembra molto preparato e poi magari la vedete dopo 3 o 4 ore a dilatazione completa, la iniziale sistole del travaglio distende il segmento inferiore e mi trasforma in poche ore un sistema di chiusura e mi crea un passaggio (parti molli) che è un unicum continuo di 9/ 10 cm (cavità uterina- segmento inferiore- collo dell’utero- canale vaginale- e genitali esterni). Qui vediamo un confronto tra primipara e pluripara, se quel contenitore ha già percorso quel cammino una volta ne riceve un’impronta, quando mettete uno speculum in vagina e guardate il collo dell’utero con l’esperienza quel collo dell’utero vi racconta la storia ostetrica della donna se ha partorito per via vaginale, è chiaro che il collo dell’utero che ha già subito una volta l’appianamento, la trasformazione, l’ accorciamento si ricostituisce in modo diverso da com’era prima e quindi la seconda volta che deve accorciarsi, trasformarsi, appianarsi, segue una via diversa. Noi abbiamo nella prima volta sempre un accorciarsi , appianarsi e a volte al centro di questo collo dell’utero mai trasformato un forellino dove ci passa appena la punta del dito esploratore e c’è un cercine che circonda quest’orifizio tipico di una storia di prima trasformazione del sistema di chiusura, invece se si è già trasformato altre volte abbiamo un collo dell’utero svasato, un orifizio uterino esterno che ammette il dito esploratore e accorciamento e dilatazione avvengono contemporaneamente per cui i tempi di questa trasformazione sono ben diversi tra la primipara e la pluripara. La dilatazione completa significa che all’esplorazione sentite una continuità tra canale vaginale e la cavità uterina, a volte non sentite il bordo, scompare? No è trasformato. Vi mostro alcune immagini vecchissime…. In rosso: il contenitore, il miometrio, la spirale che si riavvolge; in giallo: il sistema di chiusura; in azzurro : il segmento inferiore che non è improvvisamente comparso ma si è formato durante la gravidanza e raggiunge il massimo del suo ruolo funzionale durante il travaglio, tanto è vero che quando parleremo della patologia dell’inserzione placentare possiamo avere una placenta che può invadere parzialmente o totalmente il segmento inferiore. Questa è una donna all’inizio del travaglio, abbiamo fatto le nostre manovre di Leopold, sappiamo che il feto è unico, a termine, dorso sinistro, presentazione cefalica, atteggiamento dalle manovre assolutamente fisiologico di massima flessione e la parte presentata la sento con la quarta manovra ben confrontarsi (non discesa) con lo stretto superiore, con l’ingresso pelvico. Il travaglio non è altro che la storia di un motore uterino che si riavvolge, quindi si contrae con le caratteristiche della contrazione ( dolorosa, ritmica, intensità, durata….) e l’esito funzionale sul segmento inferiore e sul sistema di chiusura; io controllo e descrivo il sistema di chiusura e descrivo la curva cervimetrica del travaglio . L’osservazione, l’esplorazione e la valutazione digitale del sistema di chiusura mi permette di capire se l’attività del motore è congrua e il risultato sul processo di trasformazione del sistema evolve fisiologicamente, o meglio eutocicamente. La trasformazione dell’utero ( accorciamento, appianamento della bocca uterina) può oscillare dalle 3 o 4 ore nella pluripara alle 8,10,12 ore nella primipara ma ad un certo punto la mia esplorazione non sete più il rilievo dell’orifizio uterino esterno. L’orifizio uterino esterno e interno coincidono, il mio sistema di chiusura si è appianato adesso ho bisogno che si dilati perché se non raggiunge il massimo della dilatazione o mi fa da ostacolo alla progressione del mobile fetale oppure si lacera, se la forza della sistole è tale che mi esprime fuori il contenuto anche con bocca non dilatata a la lacerazione è tanto più facile quanto più la bocca uterina è sottile, delicata (attenzione anche alla visita!).Anche il segmento inferiore a volta è molto sottile e delicato…ad esempio reintervento per taglio cesareo a volte, aperto il peritoneo della plica vedi un segmento inferiore così disteso che fa trasparire quasi il sacco amniotico sottostante; a volte mi è capitato di vedere un sacco che quasi erniare da un segmento inferiore che si stava quasi da solo aprendo in modo esangue perché essendoci il decorso delle fibre circolari ed essendoci magari la cicatrice da pregresso taglio cesareo può avvenire anche una diastasi del segmento esangue. Qui vedete che l’operazione si è completata e voi vedete che c’è ancora il sacco amniotico integro , ha protetto l’ovoide fetale, ha distribuito in modo equilibrato le forze della sistole uterina sul segmento inferiore e sulla bocca, tanto è vero che le ostetriche di una volta temevano il parto asciutto, quando non c’era liquido oppure la rottura delle membrane avveniva precocemente perché il liquido amniotico allora scolava, le pareti del nostro contenitore si addossavano al contenuto, che non era protetto e la trasmissione equilibrata della sistole sul segmento inferiore e sul segmento di chiusura non avvenivano armonicamente. Questa integrità è una caratteristica dell’eutocia quindi se non voglio velocizzare il parto lascio che il sacco amniotico si rompa spontaneamente il più tardi possibile; a dilatazione completa occorre rompere il sacco amniotico se no nasci con la camicia, ma è improprio, è meglio rompere il sacco amniotico poi può darsi che l’estremo cefalico sia in parte ricoperto da membrane, questo era il nascere con la camicia, cosa vuol dire? Che l’eutocia di quell’evento era stata massima, che il sacco si era rotto proprio all’ultimo momento per cui tu uscendo col tuo estremo avevi trascinato fuori un po’ di membrana, cosa che non avviene quando la rottura avviene precocemente. Questi canale si forma tanto più agevolmente dal punto di vista dinamico tanto più questo sacco rimane a lungo integro e tanto più la parte presentata si confronta con l’ingresso pelvico e discende perché se la parte presentata (per una situazione obliqua o trasversa o l’estremo cefalico è troppo voluminoso) non discende nel canale sotto la sistole uterina il sacco amniotico si tende, c’è tra camera superiore e camera inferiore un continuo passaggio di liquidi e si rompe precocemente sotto la tensione. Se invece la testa discende mi separa una camera anteriore da una camera posteriore ed solo tra una contrazione e l’altra che ho un ricambio, che posso avere più liquido e questo è un segno della pratica ostetrica della eutocia del travaglio e delle condizioni favorevoli per un parto vaginale. Se ho un sacco a sanguinaccio che fuoriesce per la pressione del liquido dalla parte superiore, camera alta delle acque perché la parte presentata non si impegna quel sacco che si distende, occupa la vagina e poi si rompe è un segnale che qualcosa non va ai piani superiori, che quella testa o è male atteggiata oppure è troppo grossa e non accetta il confronto con lo stretto superiore da cui deve passare . Immagine del canale e del ginocchio da parto quando il sistema di chiusura è ben trasformato, questo è il cilindro di discesa, è fondamentale che questa fase avvenga perché il parto si possa attuare; un tempo quando il cesareo era pericoloso si poteva far nascere anche con la morte del feto un feto che non si impegnava schiacciando con determinati strumenti ( forcibe) l’estremo cefalico fino a ridurlo transitabile nel canale da parto è chiaro che oggi non si fanno più questi interventi ma bisogna imparare a conoscere la fisiologia dell’evento e precocemente il comparire di una distocia che mi deve far riflettere sulla opportunità di continuare la prova di travaglio oppure no , e quindi farlo nascere per via addominale. Per cui un punto cruciale dell’evento parto è la DIAGNOSI DI IMPEGNO, la parte presentata è riuscita a superare le strettoie dello stretto superiore è arrivata allo stretto medio e sta superando anche lo stretto medio, il parto per via vaginale è allora quasi sempre possibile, al massimo io potrò favorire il transito dall’egresso ma abbiamo detto che l’egresso è solo un parziale problema, ci sono sempre le parti molli che io posso aprire se l’emiegresso osseo non fosse adeguatamente percorribile. Invece devo essere certo che il mio estremo col suo diametro sttoccipitobregmatico e biparitale è transitato dallo stretto superiore, ha raggiunto e sta superando lo stretto medio, questa è una garanzia che il parto vaginale può avvenire. . dopo il cilindro di discesa percorso ho solo il triangolo di disimpegno. Il prof mostra antiche immagini sulle misurazioni della diagonale antero-posteriore, prima bisognava scrivere queste misure un cartella e bisognava accertarsi che la punta del medio raggiungeva veramente il margine superiore della prima vertebra sacrale e non la seconda o terza vertebra sacrale (succedeva quando arrivavano in reparto gestanti con il canale già parzialmente impegnato dall’estremo cefalico)…e allora quello che tu misuri non è la diagonale anteroposteriore, la coniugata ma è un diametro antero-posteriore dello stretto medio. Importante è il discorso del coccige che durante il travaglio, al fine di aumentare i diametri subisce una retropulsione. Ci sono tutti i rilievi semeiologici che permettono all’operatore presente di fare diagnosi di impegno. I segni principali sono: • L’arcata pubica non è più percorribile, col dito esploratore non riesco più a risalire l’arcata pubica perché la parte presentata scesa me lo impedisce; • Non riesco più a raggiungere il margine superiore della prima vertebra sacrale, • Sento il piano delle spine ischiatiche raggiunto dalla parte presentata, le spine ischiatiche nella gestante in travaglio si sentono benissimo ,quando effettuo una visita ostetrica in travaglio mi rendo conto, percorrendo col dito lo scavo pelvico cioè la cintura ossea del canale da parto, di come si proiettano le spine ischiatiche, valuto lo stretto medio quando possibile. ….quindi i diametri nobili dell’estremo hanno gia superato lo stretto superiore, stanno arrivando allo stretto medio e raggiungeranno quello inferiore, come? Qui ci sono criteri di valutazione espressi in numeri arabi per cui gli operatori possono confrontarsi tra loro(partogramma), per cui ci si comunica il risultato di un’esplorazione ostetrica che viene fatta il minor numero di volte possibile, in genere una ogni due ore, anche perché l’esplorazione può introdurre germi nel canale vaginale; qualche scuola effettua visite rettali ma il rilievo del sistema di chiusura è più difficile. E’ ovvio che tra la parte presentata che non è impegnata e la parte presentata impegnata il canale da parto percorribile all’esplorazione è ben diverso, con la parte presentata impegnata voi trovate il sincipite a livello dell’orifizio uterino esterno che sta già cercando di proiettarsi nel canale vaginale. …qui il vostro cilindro di discesa è stato percorso e adesso c’è il problema di superare l’angolo del canale da parto, lo si supera con un movimento chiamato ROTAZIONE INTERNA, il nostro diametro sottoccipitobregmatico che normalmente si impegna sul diametro trasverso o obliquo dell’ingresso ruota di 45 gradi e si porta con il sincipite sotto l’arcata pubica perche? Perché il passaggio tre sincipite e prima vertebra cervicale accolto dall’arcata pubica consente all’estremo cefalico con un movimento di deflessione di superare la rima vulvare. Una volta che questa rotazione è avvenuta il mio sincipite si è portato sotto l’arcata pubica , l’ulteriore sistole del motore uterino e le forze ausiliarie del parto fanno sbucare dalla rima vulvare il diametro sottoccipitobregmatico, frontale, nasale, mentoniero con un movimento di deflessione dell’estremo che si era impegnato ed era evoluto nel canale da parto in atteggiamento di massima flessione. E’ ovvio che dalle mie manovre di Leopold dorso-posteriore oppure dalla prima visita in travaglio il mio sincipite che non è sul margine anteriore dell’obliquo ma è sul trasverso posteriore mi dice che questo movimento , fondamentale per il parto , di rotazione interna invece di 45 gradi deve essere di 90 piuttosto che 135 piuttosto che 180; più è ampio l’angolo che il mio diametro sottoccipitobregmatico deve fare per portarsi col sincipite sotto l’arcata pubica, più lungo sarà il periodo espulsivo, più ostacoli io troverò in questo periodo espulsivo con l’estremo cefalico gia impegnato e può darsi che io debba intervenire con un aiuto esterno per completare questo movimento di rotazione e favorire l’espulsione. La storia degli altri due estremi è molto semplice perché non contengono parti cosi nobili come il cranio, hanno una situazione anatomica per cui possono essere ridotti (diametro bisacromiale e bitrocanterico) senza disturbare l’assetto dei visceri addominali o del mediastino . Molte volte nella pluripara l’impegno non avviene sull’antero—posteriore ma in posizione trasversa la rotazione interna è in questo caso di 90 gradi . Qui vedete un sacco amniotico integro a dilatazione completa che urge nel terzo inferiore della vagina, questo è il momento in cui il sacco va rotto e il vostro estremo cefalico nascerà incorniciato dalle membrane amniotiche, segno evidente della eutocia del parto. Abbiamo avuto la rotazione interna, il sincipite si è posizionato sotto l’arcata pubica, sotto la spinta del motore uterino e delle forze ausiliarie del parto vi fa partorire il sottocipitobregmatico poi quello frontale, poi nasale etc… LE PARTI MOLLI La tazza delle parti molli se è di ostacolo può essere ampliata. Bisogna conoscere molto bene la morfologia della chiusura della pelvi, come è disposta la potente tazza degli elevatori che chiudono la pelvi, hanno una fessura mediana attraversata da uretra, vagina e retto chiusa a sua volta dal trasverso profondo del perineo o diaframma e esternamente chiusa dai muscoli superficiali del perineo. Quindi tazza potente degli elevatori con le tre componenti : ß Losanga trafitta da uretra vagina e retto; ß Diaframma uro-genitale che chiude questa losanga , ß Muscoli esterni del perineo. Due immagini del Williams…si riconosce il muscolo elevatore dell’ano, il diaframma uro- genitale e i muscoli superficiali del perineo : ischio- cavernoso che tappezza l’arcata pubica ed è molto vascolarizzato , poi abbiamo 2 orbicolari ,della vagina il bulbo cavernoso e orbicolare dell’ano perianale poi abbiamo il muscolo trasverso superficiale del perineo …sono i muscoli esterni superficiali del perineo. Visione colorata dal basso senza i muscoli superficiali esterni del perineo, vedete la tazza dell’elevatore , il diaframma uro-genitale. Visione dall’egresso pelvico del diaframma urogenitale e dell’elevatore dell’ano poiabbiamo i muscoli superficiali del perineo.. Il punto cardine è il perineo ostetrico che comprende lo spazio ano- vulvare, il vulva fibroso del perineo dove convergono le aponeurosi dei muscoli superficiali del perineo e dove converge la tazza muscolare dell’elevatore. Qui vedete cosa succede nel periodo espulsivo quando la rotazione interna è avvenuta e vedete la distrazione a cui sono sottoposti questi muscoli il perché dell’utilità per evitare lacerazioni o di una perineotomia mediana o di una perineotomia paramediana se abbiamo timoreche il tratto anovulvare sia troppo assottigliato o troppo poco rappresentato; quindi abbiamo timore che una perineotomia paramediana possa disturbare l’orbicolare del retto o lo sfintere anale o addirittura creare una lacerazione della mucosa anale; anche questa è una valutazione ostetrica molto importante. C’è un momento opportuno per la perineotomia che non deve essere troppo precoce ma neanche troppo tardiva perché se è troppo precoce rischio di fare una perineotomia ampia quando ne basta una molto piccola, rischio di fare una perineotomia paramediana quando può bastare una piccola perineotomia mediana se la faccio in ritardo rischio di farla quando già è avvenuta una lacerazione. Questa immagine vi fa vedere la massima distensione che tutte le fasce muscolari subiscono durante il periodo espulsivo. Il diametro bisacromiale un problema banale perché il nostro diametro può essere ridotto, si impegna sulla antero-posteriore esattamente come il diametro sottoccipitobregmatico, ma quando il sottoccipitobregmatico eraruotato sotto l’arcata pubica il bisacromiale era sul diametro trasverso e allora abbiamo un movimento che si chiama MOVIMENTO DI RESTITUZIONE o ROTAZIONE ESTERNA; cioè il nostro indice della presentazione che era il sincipite, ruotato di 45,90,135 gradi sotto l’arcata pubica, dopo che è stato espulso lo vedete ritornare com’era ruotato perché in quel momento il diametro bisacromiale dalla posizione trasversa o obliqua va in posizione antero- posteriore e la spalla anteriore(?) si impegna sotto l’arcata pubica, così il diametro bisacromiale viene espulso esattamente come il sottoccipitobregmatico. Qui vedete l’evoluzione della rotazione interna e della rotazione esterna. Qui vedete il sincipite che è ancorato sotto l’arcata pubica, tratto ano-vulvare distesissimo, senza il bisogno di effettuare una perineotomia; qui vedete il diametro sottoccipitoparietale che affiora la rima vulvare, vedete il tratto anovulvare come è disteso …questo è l’orbicolare della vagina, il trasverso profondo, l’orbicolare dell’ano e qui il giudizio è dell’operatore che decide se c’è spazio o se devo fare una perineotomia mediana o paramediana . Qui vedete una restituzione a destra, quel dorso di questo feto era a destra mentre invece i disegni di prima vedevate i dorsi a sinistra perché la posizione più frequente è il dorso a sinistra e il sincipite che compie la rotazione di 45, 90 gradi dal trasverso e dall’obliquo di sinistra sotto l’arcata pubica . Spalla impegnata, dopo il movimento di restituzione, liberazione ed espulsione della spalla posteriore, anche questo è un altro momento di rottura del tratto ano-vulvare, siccome viene dopo la fuoriuscita dell’estremo è chi assiste che ha valutato che c’era una accoglienza adeguata del canale da parto, parti molli, per questo diametro …..e qui c’è l’aiuto alla liberazione della spalla posteriore e……………SIAMO NATI. P.S. Il prof durante la lezione ha proiettato dei lucidi che in parte ritrovate sul Pescetto nel capitolo del parto (soprattutto la immagini anatomiche e dei vari diametri) SARA SACCO