Universitatis Febbraio 2012

Transcript

Universitatis Febbraio 2012
Numero 1 III anno Febbraio 2012
Nuovi test?
Novità sui test di ammissione alle università.
Ancora non è dato sapere se le domande
verteranno, come è accaduto in passato, su
argomenti che nulla hanno a che fare con il
percorso di studi scelto, ma presto tutti gli
studenti dovranno rispondere a nuovi test a
risposta multipla. Qualcuno potrebbe
obiettare che già si fa per poter essere
ammessi, in realtà questi nuovi test non
determineranno l’ingresso ma più
“semplicemente” serviranno a capire se si è
tagliati o meno per quella facoltà. Alcune
università già lo fanno e lo chiamano
servizio di autovalutazione, certo è che se
non dal prossimo anno sicuramente da
quello successivo tutte le matricole
dovranno sottoporsi a questo test. Il perché
di questa novità è stata chiarita dal ministro
Profumo che l’ha fortemente voluta
tentando prima di inserirla nel decreto sulle
semplificazioni e rimandandola poi al
successivo non ancora pronto. L’idea è
quella che ognuno segua un percorso in
linea con le proprie capacità. Capita che un
potenziale ottimo medico finisca per fare il
commercialista o viceversa e così via con
uno spreco reale di eccellenze. Se il principio
ispiratore sembra corretto dubbi sorgono
sulla bontà ed in generale sull’efficacia di
test che dovrebbe sondare aspirazioni,
propensioni ed attitudini spesso sconosciute
agli stessi destinatari della prova. Il futuro
decreto dovrebbe anche contenere delle
novità sull’ammissione alle facoltà a numero
chiuso come Veterinaria e Medicina. La
norma riguarderà il punteggio minimo di
ammissione che soprattutto per gli studenti
stranieri veniva elusa grazie a delle quote
riservate alle nazioni di provenienza. Questi
studenti finivano per essere ammessi senza
punteggio e in alcuni casi senza conoscere
l’italiano. L’altra novità legata a
quest’ultima vedrà assegnare agli studenti
italiani fuori graduatoria i posti non
assegnati agli studenti stranieri.
Tra le varie proposte del nuovo governo
tecnico Monti, vi è anche quella
dell’eliminazione del valore legale del titolo
universitario. Quali sono le ragioni? Alcune
università, soprattutto quelle online a
parere di chi ha proposto la riforma,
rilasciano titoli con troppa facilità senza far
corrispondere una preparazione adeguata.
Il problema è che questi titoli hanno eguale
valore “davanti alla legge” o meglio davanti
agli esaminatori dei concorsi pubblici. Ecco
quindi l’idea ( a parer di scrive troppo in
uso ) di non curare il braccio ma di tagliarlo
del tutto per eliminare il problema. È
probabilmente vero che alcune facoltà, sorte
come funghi soprattutto grazie alla
complicità incolpevole del web, rilasciano
titoli dietro i quali non vi è la stessa
preparazione garantita da altri atenei, ma è
anche vero che probabilmente sarebbe
sufficiente non permettere a queste facoltà
di rilasciare titoli. Il modello che si vorrebbe
perseguire è quello americano, con tutti i
dubbi che conseguono dall’applicare modelli
vincenti in realtà culturali diverse da quelle
di origine. Se si è arrivati a questo punto è
forse perché è stato permesso, allora perché
non agire là dove il sistema è marcio invece
che togliere valore legale al titolo e
contestualmente a tutto il sistema
universitario?
1
Sfigato sarai te!!
Prima c’erano i "bamboccioni", adesso arrivano gli "Sfigati". Mentre la prima definizione
riguardava coloro che si “trattenevano” in famiglia oltre una certa età (quasi sempre perché
non autonomi finanziariamente e non per l’italico attaccamento alla famiglia ) la seconda
riguarda coloro che si laureano dopo i 28 anni. L’infelice definizione è opera di Michel
Martone che se è vero che ha dimostrato scarse doti comunicative è anche vero che ha
sollevato un problema che raramente viene trattato. Sta di fatto che in Italia laurearsi fuoricorso è più facile che laurearsi in regola. Nel 2010, su 289 mila laureati, il 56 per cento (162
mila) ha finito per prolungare il percorso oltre il limite massimo così come riporta un
articolo di S.Intravaia pubblicato su Repubblica. Il problema dell'allungamento oltre il
regolare corso degli studi può essere dovuto a diversi fattori. In genere ci si blocca per una o
due materie "disgraziate" sulle quali si resta impigliati per mesi, ma ci sono coloro che dopo
avere studiato alcuni anni, si sono messi a cercare lavoro, allungando la permanenza
all'università, per evitare di gravare ancora sulla famiglia. Le ragioni sono tante ma è anche
vero che l’allungamento dei tempi di permanenza all’università non si ripercuote
esclusivamente sulle tasche del cosiddetto “sfigato” ma sull’intera collettività. Infatti gli
oltre 400 mila fuori corso ci costano 12 miliardi l'anno. Il problema esiste senz'altro: il
prolungamento della permanenza tra le aule universitarie oltre il corso ordinario degli studi
si traduce in un'enorme spesa pubblica che ricade sulle spalle dei cittadini. Gli studenti
fuori-corso e ripetenti, sempre nel 2009/2010, ammontavano in Italia a quasi 611 mila. Nella
migliore delle ipotesi se il fuori corso è solo un anno più del dovuto, l’incidenza sulla
collettività è pari a 7.241 euro a testa, come attesta lo stesso ministero. Se poi moltiplichiamo
per il numero sopra riportato arriviamo alla stratosferica cifra di 4,4 miliardi di euro
"bruciati" per il prolungamento della carriera universitaria. In altre parole, se tutti gli
studenti si laureassero in tempo utile la spesa dello Stato per l'università si alleggerirebbe
parecchio. Bisognerebbe però anche capire le ragioni che portano gli studenti oltre gli anni
di corso ordinari e perché una volta laureati si rimanga spesso e comunque al palo.
Classifiche MbA
Anche quest’anno, secondo il Finacial Times, le uniche università che a livello mondiale
offrono i migliori MBA sono tutte americane. Perlomeno quelle situate sul podio. La
Stanford Graduate School of Business, seguita dalla Harvard Business school, e sul
gradino più basso la University of Pennsylvania Wharton. E le università italiane?
L’unica presenta è la SDA Bocconi, anche se occorre evidenziare che rispetto allo scorso
anno, l’ateneo ha perso parecchie posizioni passando dal 28 esimo posto al 48 esimo. Una
magra figura!
Grafica e contenuti a cura dell’area Marketing e Comunicazione
del CSL Ogliastra.
2